RIASSUNTO ANALITICO
La fibrillazione atriale rappresenta una patologia frequente, la cui prevalenza aumenta notevolmente nei soggetti con scompenso cardiaco. Molti studi hanno analizzato il legame tra queste due condizioni, sia da un punto di vista fisiopatologico che prognostico. Lo scompenso cardiaco favorisce l’insorgenza di fibrillazione atriale mediante tutta una serie di meccanismi che vanno dall’aumento delle pressioni vigenti all’interno dell’atrio con conseguente dilatazione della camera atriale stessa, a più sofisticati processi di rimodellamento tissutale quali la fibrosi e le alterazioni delle proprietà elettriche del tessuto. Inoltre, la fibrillazione atriale stessa rappresenta un fattore di rischio di insorgenza di scompenso e di aggravamento dello stesso. Essa infatti provoca innanzitutto riduzione del riempimento ventricolare a causa della perdita del contributo dato dalla sistole atriale. E' inoltre evidente un effetto dannoso sulla gittata sistolica dato dall’irregolarità del ciclo cardiaco. Infine, le elevate frequenze ventricolari che si instaurano solitamente nell’aritmia potranno determinare una tachicardiomiopatia, con conseguente diminuzione della frazione di eiezione e dilatazione delle camere ventricolari. Appare dunque evidente come tra le due condizioni cliniche esista un intreccio assimilabile a un vero e proprio circolo vizioso.
Abbiamo analizzato una popolazione di 1000 pazienti seguiti presso l‘ Ambulatorio della Sezione Dipartimentale Scompenso e Continuità Assistenziale del Dipartimento Cardio Toracico e Vascolare dell’Università di Pisa. Sono stati presi in considerazione caratteristiche cliniche ed anamnestiche e dati strumentali elettrocardiografici ed ecocardiografici. Abbiamo suddiviso i pazienti in fibrillanti e non fibrillanti, e abbiamo poi analizzato caratteristiche cliniche ed ecocardiografiche di questi due gruppi. Abbiamo poi ulteriormente suddiviso la popolazione dei pazienti fibrillanti in soggetti con fibrillazione permanente e soggetti con fibrillazione parossistica/persistente, analizzando anche in questo caso la differenze tra i due gruppi.