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Soccorso a mammiferi selvatici autoctoni in difficoltà nella Provincia di Pisa: analisi di 6 anni di attività (2011-2016)

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UNIVERSITA’ DI PISA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria

Soccorso a mammiferi selvatici autoctoni in difficoltà nella

Provincia di Pisa: analisi di 6 anni di attività

(2011-2016)

Candidato: Laura Lavezzini Relatore: Prof.ssa Micaela Sgorbini

Correlatore: Dott.ssa Francesca Bonelli

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A mia nonna Anna

. “Ho temuto questo giorno,

è arrivato così in fretta, e adesso devi andare, la vita non aspetta. Il calore del mio amore

sarà la tua coperta.”

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INDICE

RIASSUNTO……… p.7 CAPITOLO 1 - LEGGE REGIONALE n. 3 DEL 12 GENNAIO 1994... p.9 1.1 GENERALITA’ DELLA LEGGE………..………... p.9

1.2 SPECIFICHE DELLA LEGGE………... p.11

CAPITOLO 2 - PRINCIPALI CARATTERISTICHE CLINICHE DELLE SPECIE SELVATICHE AUTOCTONE………... p.15

CAPITOLO 3 - LA SITUAZIONE INCIDENTI FAUNA TOSCANA…….. p.16

CAPITOLO 4 – SCOPO………. p.21

CAPITOLO 5 - MATERIALI E METODI………... p.22

5.1 Accoglienza e alloggio……….... p.22 5.2 Segnalamento………. p.23

5.3 Anamnesi……….... p.23 5.4 Esame clinico……….. p.23

5.5 Diagnostica di laboratorio………. p.24 5.6 Diagnostica per immagini………... p.24 5.7. Esame parassitologico……….. p.25 5.8. Esame necroscopico……….. p.25

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5.9. Analisi statistica……….... p.25 CAPITOLO 6 - RISULTATI……… p.26 6.1 Ritrovamento e cause di soccorso………..………. p.26 6.2 CAPRIOLI………... p.28 6.2.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.28 6.2.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.29 6.2.3 Esame radiologico………. p.29 6.2.4 Esame parassitologico……….. p.30 6.2.5 Esame necroscopico……….. p.30 6.3 DAINI………. p.32 6.3.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.32 6.3.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.32 6.3.3 Esame radiologico………. p.33 6.3.4 Esame parassitologico……….. p.33 6.3.5 Esame necroscopico……….. p.33 6.4 CINGHIALI………... p.34 6.4.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.34 6.4.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico………... p.34 6.4.3 Esame radiologico……….…… p.35 6.4.4 Esame parassitologico……….. p.35

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6.4.5 Esame necroscopico……….. p.35

6.5 VOLPI……… p.36 6.5.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.36 6.5.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.36 6.5.3 Esame radiologico………. p.37 6.5.4 Esame parassitologico……….. p.37 6.5.5 Esame necroscopico……….. p.37 6.6 ISTRICI……….. p.38 6.6.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero…….... p.38 6.6.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico………….... p.38 6.6.3 Esame radiologico………. p.38 6.6.4 Esame parassitologico……….. p.38 6.6.5 Esame necroscopico……….. p.39 6.7 TASSI………. p.40 6.7.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.40 6.7.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.40 6.7.3 Esame radiologico………. p.40 6.7.4 Esame parassitologico……….. p.40 6.7.5 Esame necroscopico……….. p.40

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6.8 LEPRI……….…… p.41 6.8.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.41 6.8.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.41 6.8.3 Esame radiologico………. p.41 6.8.4 Esame parassitologico……….. p.41 6.8.5 Esame necroscopico……….. p.41 6.9 LUPI………... p.42 6.9.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero……… p.42 6.9.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico……… p.42 6.9.3 Esame radiologico………. p.43 6.9.4 Esame parassitologico……….. p.43 6.9.5 Esame necroscopico……….. p.43

CAPITOLO 7 – DISCUSSIONI E CONCLUSIONI………... p.44 BIBLIOGRAFIA………. p.50

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Riassunto

Scopo è stato documentare i dati ecologici e clinici dei soccorsi eseguiti in sei anni di attività nell’ambito della convenzione tra Provincia di Pisa e Dipartimento di Scienze Veterinarie di Pisa per il soccorso alla fauna selvatica in difficoltà.

Materiali e metodi. Gli animali ricoverati sono stati suddivisi per specie, sesso e età. Sono stati adottati, specie per specie, i criteri per la classificazione ufficiale venatoria dell’età. Di ogni soggetto sono stati considerati località, mese e motivo del soccorso. Per alcuni soggetti sono stati riportati i dati clinici, emato-biochimici e degli esami parassitologici quali-quantitativi per parassiti gastrointestinali e polmonari. I capi soccorsi, ove necessario, sono stati sottoposti a esame radiografico previa sedazione. Su alcuni capi deceduti è stato eseguito l’esame necroscopico.

Risultati. Sono stai soccorsi un totale di 178 soggetti. Centoquattro/178 capi sono stati vittime di incidenti stradali, 26/178 sono stati prelevati incautamente da cittadini o dalle Autorità competenti perché malati, 48/178 altre cause.

Conclusioni. La causa più comune di soccorso sono stati i traumi da incidenti stradali, mentre il ferimento da mezzi agricoli per la mietitura ha interessato solo Piccoli “a” di capriolo. A dispetto del divieto di legge, molte persone, ignare dei meccanismi biologici, raccolgono piccoli di selvatici per porli al sicuro da inesistenti pericoli. Le anormalità dei profili ematologico e biochimico sono state numerose e attribuibili ai traumi subiti o ad processi infiammatori in corso, come confermato dagli esami necroscopici. L’esame coprologico ha evidenziato la presenza di molti generi e specie di parassiti. Lo stato di nutrizione della fauna oggetto del presente studio era tuttavia ottima.

Parole chiave. fauna selvatica autoctona, soccorso medico.

Abstract

Introduction. The aim of the present work was to evaluate ecological and clinical data coming from a seven years period of collaboration in wildlife emergency services between Province of Pisa and the Department of Veterinary Sciences (Pisa).

Materials and Methods. Hospitalized animals were divided in relation to species, gender and age. Aging was based on the official hunting species-specific classification. Moreover, data about the site and the date of finding and the reason of rescuing were also recorded. Clinical and clinico-pathological data and results of quantitative and qualitative coprological investigation for gastro-enteric and pulmonary parasites were collected for some subjects. Also, radiographic examination was performed when recommended. Necroscopy was performed in some dead animals.

Results. A total of 178 subjects were rescued. Reasons of hospitalization were car crush in 104/178 cases and erroneous gathering of wildlife babies or gathering of obvious sick animals by the authorities in 26/178 animals, 46/178 other reasons.

Discussion. Most common reason of rescue was trauma caused by car crush. Trauma causes by agricultural machines were frequent only in roe deer babies. Many local people gather wildlife babies, even if it’s been against the law. This behavior is probably due to the lack of knowledge about wildlife species biology in common people and the erroneous intent to keep those wildlife babies safe. Alterations in clinical and clinico-pathological data resulted from trauma or inflammation, as confirmed by anatomo-pathological examinations. Fecal examination showed several parasites species and genus. Despite that, the nutritional state was excellent in all animals.Conclusions. Collaboration between Province of Pisa and the Department of Veterinary Sciences leads to the rescue of a large amount of wildlife fauna. This experience also improved the knowledge in veterinary medicine about a lot of wildlife species.

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CAPITOLO 1

LEGGE REGIONALE n. 3 DEL 12 GENNAIO 1994

Recepimento della Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”.

1.1 GENERALITA’ DELLA LEGGE

La Regione, nel rispetto dei principi dettati dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157

(Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) nonché della Convenzione di Parigi del 18 ottobre 1950, resa esecutiva

con legge 24 novembre 1978, n. 812 , e della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979, resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, n. 50, disciplina con la presente legge la gestione del territorio regionale ai fini faunistici, attua la tutela di tutte le specie appartenenti alla fauna selvatica. Inoltre concerne la conservazione degli uccelli selvatici. Legifera anche l’attività venatoria ai fini della conservazione della fauna selvatica e le funzioni connesse alla tutela del patrimonio faunistico e regolamenta il prelievo venatorio seguendo il metodo della programmazione e sono attivate tramite appositi piani.

La Regione provvede a disciplinare l’utilizzazione dei territori che presentano specifico interesse sotto l’aspetto faunistico, naturalistico e ambientale, con particolare riferimento a quelli appartenenti al patrimonio agricolo e forestale della Regione. Tale patrimonio, ai fini della presente legge, è di norma utilizzato per l’istituzione di oasi, di zone di protezione, di zone di ripopolamento e cattura, di centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica. Le specifiche destinazioni sono determinate a seguito di studi tesi ad individuare le compatibilità ambientali, sentito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). La Regione, tenuto conto dei motivi tecnico-economici alla base del degrado del territorio, promuove lo sviluppo di specifiche iniziative, anche aventi carattere

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faunistico-venatorio, che favoriscano il rilancio dell’economia agricola, con particolare riguardo alle zone montane, compatibilmente con il fine di salvaguardare l’equilibrio faunistico e la biodiversità.

La Regione, per la realizzazione degli scopi definiti dalla presente legge, si avvale del supporto scientifico delle Università toscane, nonché di Istituti scientifici e organismi di studio, definendo i relativi, rapporti attraverso specifiche convenzioni.

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1.2 SPECIFICHE DELLA LEGGE

La legge è costituita da 8 Titoli e un totale di 81 articoli. In particolare:

Ø Titolo 1 è composto da 3 articoli e parla delle disposizioni generali, delle finalità, della cultura della sicurezza e dei principi generali per la gestione del territorio regionale, attuando la tutela di tutte le specie appartenenti alla fauna selvatica; con specifico interesse quindi sotto l’aspetto faunistico, naturalistico e ambientale. La sicurezza viene attuata mediante attività di informazione, assistenza, consulenza, formazione nei confronti delle attività che prevedono l’uso delle armi ed altri mezzi nell’esercizio venatorio.

Ø Titolo 2 costituito da 3 articoli che sono stati tutti abrogati da. Il Titolo 2 tratta della ripartizione delle competenze, delle funzioni regionali e provinciali.

Ø Titolo 3 è costituito da 9 articoli. Il Titolo 3 tratta delle disposizioni generali per la pianificazione faunistico venatoria di tutto il territorio agro-silvo-pastorale, dell’individuazione del comprensorio (ovvero aree omogenee che fungono da base territoriale e organizzativa per la programmazione faunistico-venatoria) e della formulazione dei programmi di gestione faunistica e programmazione regionale. L’articolo 8, 9 che, rispettivamente, trattavano dei piani faunistico venatori provinciali e del piano annuale di gestione sono stati abrogati. Mentre l’articolo 10 e 10bis istituiscono rispettivamente l’Osservatorio per la fauna e l’attività venatoria che ha un ruolo importante per la raccolta, elaborazione e diffusione dei dati faunistici; e l’istituzione della Commissione consultiva regionale che rappresenta un organo di consultazione della Giunta regionale.

Ø Titolo 4 è costituito da 25 articoli e tratta della destinazione del territorio nell’ambito della caccia, delle assemblee dei delegati presenti per le associazioni riconosciute a livello nazionale, del Comitato di gestione e Presidente dell’ATC (ambiti territoriali di caccia) con relativo Revisore unico nominato dal Consiglio regionale con funzione di revisore dei conti. Il Titolo

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4, inoltre, istituisce la Commissione regionale di controllo sull’attività degli ATC con criteri per l’acquisizione di lavori, beni, servizi e forniture da parte degli ATC, identifica le finalità gestionali previste nel piano faunistico venatorio regionale l’ATC e le sue attività, pianifica un Controllo sostitutivo nel caso di mancato o inadeguato svolgimento delle attività da parte della Commissione regionale. Il Titolo 4 determina un indice di densità venatoria minimo regionale da applicarsi per ciascun ATC, legifera l’accesso agli ATC ad un numero di cacciatori determinato sulla base dell’indice di densità, garantisce il coordinamento degli ATC, istituisce zone di protezione e oasi di protezione destinate alla protezione, riproduzione e sosta della fauna selvatica; istituisce zone di ripopolamento e cattura destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale e alla cattura della stessa per l’immissione e il suo irradiamento sul territorio, in tempi e condizioni utili all’ambientamento fino alla densità faunistica ottimale per il territorio. Legifera Centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale, zone di rispetto venatorio e Centri privati di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale che vengono dati, previa domanda e approvazione alla struttura regionale competente, ad aziende agricole, consorzi o cooperative. Di conseguenza legifera anche la loro revoca. Fornisce linee guida per le Aziende faunistico-venatorie che sono finalizzate al mantenimento, all’organizzazione e miglioramento degli ambienti naturali; come anche per le Aziende agrituristico-venatorie per il recupero e la valorizzazione delle aree agricole; ed ovviamente legifera anche la loro revoca. Legifera l’esercizio venatorio nelle Aree contigue a parchi naturali e regionale. Legifera l’istituzione di aree per l’addestramento, l’allevamento e le gare dei cani, ma anche di fondi chiusi e aree sottratte alla caccia programmata. Infine pone gli standard per le Tabelle di segnalazione.

Ø Titolo 5 composta da 26 articoli tratta dell’Esercizio del prelievo venatorio, dalle specie oggetto di tutela, all’esercizio della caccia. Tratta anche la gestione faunistico venatoria degli ungulati, l’indennizzo dei danni causati da quest’ultimi, l’abilitazione alla caccia di selezione, la licenza di porto del fucile per uso caccia e altre abilitazioni, il calendario venatorio, i mezzi di

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caccia consentiti come ad esempio il fucile con canna ad anima liscia fino a due colpi, a ripetizione e semiautomatico, fucile a due o tre canne con anima liscia o rigata. Importanti sono i Divieti e i Divieti speciali di caccia, in cui si tratta di tutte le norme per la sicurezza e il comportamento da tenere come le distanze da abitazioni e molto altro. Conseguentemente legifera anche la cattura e la gestione dei richiami vivi e degli appostamenti, della giornata venatoria, della cattura di fauna selvatica a scopo scientifico e del controllo della fauna selvatica. Disciplina il regime di deroga previsto dall’articolo 9 della dir. 2009/147/CE con procedure per l’attuazione delle sue deroghe, procedure specifiche per l’attuazione delle deroghe di cui all’articolo 9 comma 1 lettera a), condizioni e limitazioni per l’attuazione delle deroghe sempre per l’articolo 9 della dir. 299/147/CE.

L’Art. 38 tratta del Soccorso di fauna selvatica in difficoltà. Chiunque rinvenga fauna selvatica in difficoltà è tenuto a darne immediata comunicazione alla Regione o al comune nel cui territorio è avvenuto il rinvenimento ed eventualmente a consegnarla ai medesimi entro le ventiquattro ore successive al ritrovamento. La Regione provvede al ricovero della suddetta fauna selvatica presso centri specializzati di recupero o servizi veterinari e provvede alla successiva liberazione, una volta accertata la completa guarigione. La struttura regionale competente può stipulare apposite convenzioni con centri specializzati per il recupero della fauna selvatica ferita o in difficoltà, anche al fine di favorirne il funzionamento per gli scopi di cui al presente articolo. Chiunque rinvenga uova, covate e piccoli nati e agisca per sottrarli a sicura morte o distruzione è tenuto a darne immediata comunicazione al comune entro le ventiquattro ore successive al ritrovamento. Per motivi di protezione della fauna selvatica minacciata da operazioni colturali, gli enti pubblici richiedono l’intervento del personale di vigilanza venatoria per attuare i provvedimenti ritenuti opportuni.

All’interno di questo Titolo vengono trattati anche gli allevamenti di fauna selvatica per fini di ripopolamento, per fini ornamentali, amatoriali, per l’utilizzazione come richiami vivi, e per fini alimentari. Divieti di caccia per la tutela della produzione agricola, con commercio di fauna selvatica,

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l’introduzione di specie di fauna selvatica dall’estero e cani e gatti vaganti. Ø Titolo 6 tratta delle Disposizioni finanziarie.

Ø Titolo 7 composto da 12 articoli (dal 51 al 62) legifera sulla vigilanza venatoria e sulle sanzioni. Delle guardie venatorie volontarie la cui abilitazione viene rilasciata dalla struttura regionale competente previo superamento di un esame di idoneità. Le ATC posso stipulare con le associazioni convenzioni apposite per assicurare sul territorio un adeguato livello di vigilanza, individuando soggetti proposti alla vigilanza venatoria con accertamenti e contestazioni. L’Art. 56 che trattava delle Competenze delle Province è stato abrogato, mentre i successivi articoli (Art. 57, 58, 59, 60, 61e 62) legiferano le sanzioni penali, le violazioni amministrative con Sanzioni pecuniarie e le Sanzioni principali non pecuniarie; la confisca della fauna selvatica di specie protette, con annotazione delle infrazioni ed obbligo di ripristino dei danni eventualmente effettuati.

Ø Titolo 8 composto da 3 articoli (Art. 63, 64 di cui un 63bis) trattano delle Disposizioni transitorie, norme finanziarie e della Norma Finale

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CAPITOLO 2

PRINCIPALI CARATTERISTICHE CLINICHE DELLE SPECIE SELVATICHE AUTOCTONE

Come per le specie di affezione, anche per le specie selvatiche autoctone, un certo grado di conoscenza delle loro caratteristiche cliniche ed ematologiche è importante per comprenderne lo stato di salute e per indirizzare al meglio le scelte veterinarie (Fowler e Miller, 2003).

Per quanto riguarda l’esame clinico, non sono presenti in letteratura numerosi riferimenti, né per i ruminanti selvatici, né per i carnivori. La tendenza è quella di utilizzare i parametri di riferimento per i piccoli ruminanti domestici (Pug e Baird, 2012) e il cane (Ettinger e Feldman, 2010).

Diversi studi sono invece stati effettuati per valutare quali fossero i parametri ematologici di riferimento in diverse specie selvatiche. I valori di ematologia e biochimica clinica sono stati studiati in diverse popolazioni di ruminanti selvatici (Peinado et al., 1999; Szabò et al., 2013; Kuker et al., 2015), ruminanti selvatici tenuti in cattività (Peinado et al., 1999; Szabò et al., 2013) e cervidi femmine gravide e non gravide (Poljicak-Milas et al., 2009). Atri studi sull’ematologia e biochimica clinica sono stati eseguiti su volpi e lupi (Butler et al., 2006; Marks, 2010; Korhonen e Huuki, 2014).

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CAPITOLO 3

LA SITUAZIONE INCIDENTI FAUNA TOSCANA

La Toscana è una delle regioni italiane con maggiore quantità e diffusione di fauna selvatica di grande taglia (Apollonio, 2004). Le specie più rappresentate sono i mammiferi ungulati: cinghiale, capriolo, cervo, daino e muflone tra gli ungulati (Tabella 3.1.) e il lupo tra i carnivori (Regione Toscana, 2009).

CAPRIOLO CERVO DAINO MUFLONE TOTALE 2000 86.450 2.441 7.518 1.372 97.781 2001 88.700 2.571 9.807 777 101.855 2002 97.554 2.729 9.486 1.030 110.799 2003 94.154 2.804 6.726 735 104.419 2004 100.477 3.130 7.326 1.010 111.943 2005 105.497 2.860 7.707 2.321 118.385 2006 108.644 2.946 7.842 829 120.261 2007 121.661 3.456 6.440 547 132.104 Tabella 3.1. Consistenza degli ungulati in Toscana censiti dal 2000 al 2007 (Regione Toscana, 2008).

L’aumento demografico di tali specie ha portato ad un parallelo incremento di predatori naturali, tra i quali il lupo. Il motivo di questo incremento faunistico è multifattoriale: aumento della copertura forestale, parziale abbandono delle attività silvo-pastorali delle aree collinari, abbondanza di siti di rifugio e di alimentazione (Regione Toscana PRAF, 2012).

La ricchezza di fauna selvatica rappresenta senza dubbio un’importante risorsa naturalistica, turistica e venatoria, ma è causa di gravi danni alle produzioni agricole e forestali ed è motivo di numerosi incidenti stradali (Regione Piemonte, 2008; Masciarelli, 2009a, b; Mazzarone, 2013).

Sebbene l’ampiezza delle aree rurali sia considerevole, i selvatici si trovano a occupare habitat interrotti da una vasta rete viaria e da numerosi insediamenti umani. In un’indagine svolta in Toscana nel periodo 2001-2009 risulta che siano stati

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denunciati più di 3290 sinistri con differenti specie selvatiche e che oltre 2950 abbiano coinvolto gli ungulati (Masciarelli, 2009a, b; Regione Toscana PRAF, 2012) (Grafico 3.1.). Questa è la conseguenza diretta dell’elevato numero di rappresentanti di tali specie in Toscana, dove nel 2011 sono stati stimati circa 180.000 cinghiali, 250.000 caprioli, 8000 daini e 4000 cervi (Mazzarone, 2014).

Grafico 3.1. Specie selvatiche causa di incidenti dal 2001 al 2008 per quanto riguarda le diverse specie. Legenda: Muflone (colore blu), Capriolo (blu chiaro), Uccelli diurni (violetto), Cinghiale (arancione), Cervo (verde), Volpe (marrone), Daino (grigio), Lupo (blu scuro), Piccoli mammiferi (giallo), Istrice (marrone scuro), Tasso (verde), Uccelli notturni (blu navi), Non identificati (celeste scuro) (Toscana, 2008).

Considerate le competenze affidate alle Province in materia di soccorso alla fauna selvatica in difficoltà dall’art. 38 della Legge Regionale 3/94, le Amministrazioni Provinciali si trovano annualmente a dover gestire un numero elevato di esemplari feriti o in stato di difficoltà o incautamente prelevati da cittadini.

Il numero degli interventi sulla fauna in difficoltà è in costante aumento in tutta la regione Toscana e costituisce un problema complesso dal punto di vista logistico ed economico (Regione Toscana, 2009). Anche in Provincia di Pisa, il fenomeno è in crescita, soprattutto per quanto riguarda le specie cinghiale e capriolo (Masciarelli, 2009).

Specie in incidenti dal 2001 al 2008

Muflone Cinghiale Daino Piccoli mammiferi Capriolo Cervo Lupo Istrice

Uccelli diurni Volpe Uccelli notturni Tasso Non identificata

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Grafico 3.2. Numero d’incidenti dall’anno 1999 al 2008 in Provincia di Pisa per quanto riguarda le specie cinghiale e capriolo, rispettivamente identificati con il colore rosso e giallo (Provincia di Pisa, 2009).

Oltre alla necessità d’intervento in conseguenza di incidenti, è presente anche il fenomeno di raccolta ed interventi errati sulla fauna selvatica. Una parte dei selvatici recuperati dai cittadini, infatti, sono rappresentati da piccoli o nidiacei che vengono raccolti poiché creduti in difficoltà, ma che in realtà sono ancora accuditi dai genitori. Alla base di questo tipo di “raccolta” si riscontra un’ignoranza sulle caratteristiche biologiche e comportamentali delle specie, che oltretutto una volta asportate dall’ambiente naturale sono condannate ad una vita in cattività. Per prevenire l’insorgenza ed il ripetersi di tali comportamenti, l’Ufficio Difesa Fauna della Provincia di Pisa, in collaborazione anche con l’Università di Pisa, Facoltà di Medicina Veterinaria ha provveduto a realizzare un apposito manifesto informativo, che è già stato inviato ai Comuni e diffuso dai volontari delle associazioni aderenti all’iniziativa (ambientaliste, venatorie ed agricole) in tutto il territorio provinciale (Fig. 3.1).

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Fig. 3.1. Manifesto informativo dell’Ufficio Difesa Fauna della Provincia di Pisa diffuso in tutto il territorio.

Il recupero della fauna in difficoltà, la loro valutazione ecologica, clinica e le cure, impone la realizzazione di azioni celeri, coordinate e specialistiche, non sempre possibili da parte del personale dipendente delle province.

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CAPITOLO 4 SCOPO

In risposta alla necessità di intervento mirato e specialistico, la Provincia di Pisa dal 2011 al 2015 e successivamente la Regione Toscana (2016-2017) ha istituito un rapporto di convenzione per la cura dei mammiferi in difficoltà con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa.

Lo scopo del presente lavoro è stato quello di documentare i dati clinici dei soccorsi eseguiti nell’arco di sei anni di attività (2011-2016).

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CAPITOLO 5

MATERIALI E METODI

Sono stati raccolti in via retrospettiva i dati dei soccorsi eseguiti nel periodo 2011-2016. In particolare sono stati valutati i seguenti aspetti.

5.1 ACCOGLIENZA E ALLOGGIO

Tutti i soggetti riferiti presso l’Ospedale Didattico Veterinario (ODV) “M. Modenato ”, Dipartimento di Scienze Veterinarie, dell’Università di Pisa, erano accolti dal servizio 24 h dell’UO grossi animali (poi UO medicina generale) e UO terapia intensiva. All’arrivo degli animali erano compilati moduli contenenti informazioni sul luogo del soccorso, sull’animale, sul motivo del ricovero ed eventuali altre informazioni utili. Per ciascun soggetto era inoltre creata una cartella clinica.

Gli animali erano quindi alloggiati in ricoveri diversi secondo la taglia e le caratteristiche biologiche delle varie specie:

• volpi e ricci erano alloggiati in gabbie di metallo di diverse dimensioni in base alla mole dell’animale. Le gabbie erano dedicate alla degenza intensiva di piccoli animali e costruite con 3 pareti e fondo pieno, pavimento ricoperto da una lettiera adeguata alla specie, e una porta a sbarre con chiusura di sicurezza.

• Caprioli, daini, istrici, e simili, erano alloggiati in box singoli, a terra, di metratura maggiore. La via di accesso per ciascun box era un corridoio interno comune. L’intorno dei singoli box, di dimensioni 166X159 cm, era piastrellato, sia per quanto riguarda il pavimento, che le pareti verticali, fino a un’altezza di 208 cm, per garantire una pulizia e disinfezione adeguati. Anche in questo caso era applicata una lettiera adeguata in base alla specie animale e al suo stato clinico.

Tutti i locali erano correttamente areati ed illuminati. Inoltre, si cercava di mantenere sempre il più possibile il silenzio e un comportamento tranquillo, per evitare stress uditivi. Negli ungulati, in base allo stato clinico, poteva essere applicata a livello

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degli occhi una mascherina appositamente disegnata per limitare gli stress visivi e mantenere gli animali più tranquilli. Se il loro stato sanitario lo permetteva, erano messi subito a disposizione del paziente acqua e cibo.

5.2 SEGNALAMENTO

Gli animali ricoverati sono stati classificati per specie, sesso ed età.

Per quanto concerne l’età sono stati adottati, specie per specie, i criteri per la classificazione ufficiale venatoria e suddivisa come segue (Raganella Pelliccioni et al., 2013; Maran, 2016):

§ Caprioli, Daini e Cinghiali

I. Piccoli (classe 0) quelli sotto l'anno, ulteriormente suddivisi in Piccoli “a”: piccolo con macchie al di sotto dei 4 mesi e Piccoli “b” > di 4 mesi. II. Giovani (classe 1) quelli tra 1 e 2 anni.

III. Adulti (classe 2) quelli con più di 24 mesi. § Volpi e Lupi:

I. Piccoli < 3 mesi. II. Giovani < 1 anno. III. Adulti > 1 anno.

§ Tassi, Istrici e Lepri: in base alle dimensioni in Piccoli e Adulti.

5.3 ANAMNESI

Di ogni soggetto sono stati raccolti dati relativi alla località di ritrovamento, data, orario e motivo del soccorso e alla specie. Le informazioni provenivano da personale preposto al recupero della fauna selvatica in difficoltà di vari enti (guardie zoofile, guardie forestali, polizia provinciale, guardie ambientali), oppure dai singoli cittadini che avevano trovato, o investito accidentalmente, animali selvatici.

5.4 ESAME CLINICO (Jackson e Cockcroft, 2002; Ciaramella, 2013)

Ogni soggetto ricoverato presso l’ODV è stato sottoposto ad un l’esame obiettivo generale (EOG) e particolare (EOP). Secondo i rilievi clinici evidenziati è stato

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approntato un piano diagnostico. Per l’esecuzione della visita clinica, gli animali sono stati contenuti manualmente dagli operatori con l’utilizzo da parte di questi ultimi mezzi di protezione individuale ai fini della sicurezza sul lavoro.

5.5 DIAGNOSTICA DI LABORATORIO

Quando possibile, dai soggetti ricoverati è stato eseguito un prelievo di sangue dalla vena giugulare (ruminanti) o dalla cefalica (piccoli mammiferi, carnivori).

Il campione di sangue è stato raccolto in provette con K2EDTA (cod. 22056, FL Medical, Italia) e litio eparina (cod. 22304, FL Medical, Italia).

L’aliquota di sangue raccolta in provetta contenente K2EDTA è stata utilizzata per l’esecuzione di un esame emocromocitometrico entro 5 minuti dal prelievo (contaglobuli ProCyte Dx, IDEXX) e per l’allestimento di uno striscio ematico. Quest’ultimo è stato lasciato asciugare all’aria e successivamente colorato con una coloratrice automatica (Aerospray 7150 Hematology Slide Stain-Cytocentriguge, USA). Sul preparato citologico è stata eseguita una conta differenziale e una valutazione qualitativa delle cellule (Stockham e Scott, 2013).

L’aliquota di sangue raccolta in provetta eparinizzata è stata centrifugata a 3000 gpm per 10 minuti e il plasma è stato utilizzato per il dosaggio di bilirubina totale e diretta, urea, creatinina, aspartato amino transferasi (AST), gamma-glutamil transferasi (GGT) creatinifosfochinasi (CK) (Liasys, Analyzer Medical System-AMS, Roma, Italia).

5.6 DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

Le indagini sono state eseguite dal Servizio di Diagnostica per Immagini dell’ODV. Tutti i soggetti sottoposti a indagini radiografiche sono stati contenuti farmacologicamente; i ruminanti con 5 mcq/kg di Dexmedetomidina, 0,4 mg/kg di Midazolam, 2 mg/kg di Ketamina e Propofol per l’induzione e nei carnivori con 10 mcq/kg di Dexmedetomidina, 2 mg/kg di Ketamina, 0,2 mg/kg di Metadone e induzione con Propofol ad effetto.

(25)

L’animale è stato posto sul tavolo radiologico nel decubito adatto per la regione anatomica da investigare. Per le radiografie di torace, addome e rachide erano eseguite la proiezione latero-laterale (LL), preferibilmente destra, salvo diverse specifiche del caso, e la proiezione ventro-dorsale (VD). Per le radiografie degli arti, il posizionamento dell’animale era funzionale alla porzione anatomica interessata. Le proiezioni più comunemente utilizzate sono state: medio-laterale e antero-posteriore, o cranio-caudale, per i distretti della spalla, omero, gomito e avambraccio, oppure dorso-palmare per l’arto anteriore, in particolare carpo, tarso, metacarpo e falangi, o infine dorso-plantare per l’arto posteriore. Proiezioni tangenti, oblique, etc. erano eseguite in base alle specifiche del singolo caso.

5.7 ESAME PARASSITOLOGICO

Nei soggetti ricoverati presso l’ODV, ove possibile, sono stati raccolti i parassiti esterni e un campione di feci. Gli esami parassitologici sono stati eseguiti dal Laboratorio di Parassitologia del Dipartimento di Scienze Veterinarie di Pisa.

La valutazione tassonomica dei parassiti esterni era eseguita mediante l’utilizzo di un microscopio stereoscopico con luce riflessa. Gli ectoparassiti sono stati tipizzati e classificati secondo le caratteristiche morfologiche evidenziate con lo stereomicroscopio (Taylor et al., 2010).

La valutazione dei campioni coprologici è avvenuta mediante tecnica di flottazione e metodica di Baermann (Taylor et al., 2010).

5.8 ESAME NECROSCOPICO

Su alcuni soggetti deceduti spontaneamente o sottoposti ad eutanasia per la gravità della patologia riscontrata è stato eseguito l’esame necroscopico presso la sezione di anatomia patologia del Dipartimento di Scienze Veterinarie. L’esame necroscopico è stato eseguito secondo indicazioni già proposte in letteratura (Taccini et al., 2006).

(26)

CAPITOLO 6 RISULTATI

6.1 RITROVAMENTO E CAUSE DI SOCCORSO

Nel periodo 2010 - 2016 sono stai soccorsi un totale di 178 soggetti: 101/178 (57%) caprioli, 14/178 (8%) cinghiali, 16/178 (9%) daini, 25/178 (14%) volpi, 9/178 (5%) istrici, 5/178 (3%) tassi, 6/178 (3%) lepri e 2/178 (1%) lupi.

I Comuni di ritrovamento sono indicati nella tabella 6.1; 8/178 (4%) soccorsi non avevano in anamnesi il luogo del ritrovamento.

Le cause dei soccorsi sono state: - 104/178 (58,4%) incidenti stradali,

- 26/178 (15,7%) prelevamenti erronei da parte di cittadini. In particolare: 11/178 (6,2%) caprioli, 8/178 (5,6%) cinghiali, 5/178 (2,8%) volpi e 2/178 (1,1%) lepri. - 18/178 (10,1%) incidenti causati dall’uomo diversi da quelli stradali

(motofalciatrici, reti, etc), - 22/178 (11,8%) soggetti malati, - 8/178 (4,5%) altro.

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Comuni Caprioli Daini Cinghiali Volpi Istrici Tassi Lepri Lupi Asciano 2 Bientina 1 2 Calci - 1 1 Casale marittimo 1 1 Casciana Terme 9 1 Castellina Marittima 2 - 1

Castelnuovo val di Cecina - -

Chianni 4 -

Fauglia 10 1 2 - 1

Laiatico 1 2 -

Lari 6 - 1 3

Montecatini Val di Cecina 8 1 1

Montopoli Val d’Arno 6 1 1

Orentano 1 Palaia 4 - 1 Peccioli 3 - Pisa 4 5 4 10 Pomarance 4 1 - Ponsacco 2 - Pontedera 4 - 1 1 1 Riparbella 3 -

Santa Croce sull’Arno 1

San Giuliano Terme - 7 parco 1

Santa Luce 5 1 -

Santa Maria a Monte 1 - 2

San Miniato 10 - 1 1 Terricciola 2 - Tirrenia 1 Vecchiano 1 1 1 Vicopisano - 1 Volterra 8 3 1 1

(28)

6.2 CAPRIOLI

6.2.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

La popolazione esaminata era costituita da 24/101 (23,7%) Piccoli “a”, 5/101 (4,9%) Piccoli “b”, 24/101 (23,7%) Giovani e 48/101 (47,5%) Adulti.

Dei Piccoli “a” 11/24 (45,8%) erano maschi e 13/24 (54,2%) femmine; 11/24 (45,8%) sono stati incautamente prelevati da cittadini, 12/24 (50%) hanno riportato traumi causati da motofalciatrici e 1/14 è stato investito da un’auto.

Dei Piccoli “b” 3/5 erano maschi e 2/5 femmine; 4/5 hanno riportato traumi da investimento ed 1/5 da impatto in una rete da calcio in corda.

Dei Giovani, 15/24 (62,5%) erano maschi e 9/24 (37,5%) femmine; 23/24 (95,8%) sono stati soccorsi in seguito ad investimento (pari al 95,8% del gruppo “giovani”) ed 1/24 (4,2%) a causa di un profondo stato di prostrazione ed insufficienza respiratoria. Degli adulti, 28/48 (58,3%) erano maschi e 20/48 (41,7%) femmine; 37/48 (77,1%) sono stati soccorsi in seguito ad investimento, 3/48 (6,25%) a causa di traumi inflitti dal morso di cani, 7/48 (14,6%) politraumatizzati con anamnesi muta ed 1/18 (5,6%) soggetto anziano, a causa di una grave artropatia a carico dell’articolazione carpo-metacarpale destra.

In sintesi, 65 dei 101 capi (64,4%) sono stati vittime di incidenti stradali. La distribuzione mensile degli investimenti è riportata in tabella 6.2.

Categoria Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

Piccoli a - - - 1 - - - -

Piccoli b 2 - - - 1 - - 1 -

Giovani 1 1 1 2 2 2 6 - - 2 3 3

Adulti 3 2 1 4 7 2 4 3 3 6 1 1

Totale 6 3 2 6 9 5 10 4 3 8 5 4

(29)

Dei 101 capi, 23/101 (22,8 %) sono sopravvissuti e liberati dopo le cure del caso, mentre 78/101 (77,2%) sono morti. In tabella 6.3 sono riportati in dettaglio gli esiti del ricovero e in tabella 6.1 sono riportati i comuni di provenienza.

Esito Piccoli “a” Piccoli “b” Giovani Adulti

Liberazione 12 2 4 5

Morte spontanea 5 - 7 13

Eutanasia 7 3 13 30

Totale 24 5 24 48

Tabella 6.3. Esito del soccorso dei ricoverati.

6.2.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Il profilo ematologico e biochimico è stato eseguito in 35/101 (34,7%) capi, di cui 7/35 (20%) piccoli “a”, 6/35 (17,1%) giovane e 22/35 (62,9%) adulti.

Nei piccoli “a”, l’unico valore ematologico alterato è stato risultato l’Hct. In 4/7 piccoli “a” sani è stato rilevato un valore medio di Hct di 30,5% ed in un soggetto gravemente ferito da motofalciatrice un valore di 46,5%.

In 1 adulto con emotorace di origine traumatica è stata rilevata una grave anemia (Hct 13%) (Boes, 2010; Kuker et al., 2015). Leucocitosi è stata rilevata in 2 soggetti, di cui 1 giovane (10,8 K/µl) affetto da un’infezione respiratoria e 1 adulto (10 K/µl) traumatizzato da un impatto con auto (Boes, 2010; Kuker et al., 2015).

Le anormalità rilevate nel profilo biochimico sono state: aumentate attività di CK e AST in 20/35 (57,1%) sino a valori di 57.300 U/L e di 16.840 U/L, rispettivamente; aumentate attività di GGT in 7 adulti sino a valori di 936 U/L; aumento delle concentrazioni di urea e creatinina in 10 capi (Urea 100-232 mg/dl, Cr 1,8-4,5 mg/dl) (Boes, 2010; Kuker et al., 2015).

6.2.3 Esame radiologico

I 65 capi, vittime di investimenti hanno riportato fratture a carico dell’apparato scheletrico e traumi a carico delle splancno come segue: 3/65 (4,6%) frattura dellle ossa craniche e mascellari, 7/65 (10,8%) fratture a carico degli arti anteriori, di cui 4

(30)

a carico del carpo e metacarpo, 2 radioulnari e 1 dell’omero. In 3 casi le fratture sono state osservate a carico di entrambi gli arti anteriori. In 2/65 (3,1%) soggetti sono state diagnosticate fratture costali; in 10/65 (15,4%) casi sono state osservate fratture e/o lussazioni di corpi vertebrali, di cui 7 a carico delle vertebre lombari e 3 delle cervicali. In 27/65 (41,5%) soggetti sono state osservate fratture multiple della pelvi. Relativamente agli arti posteriori, 22/65 (33,8%) presentavano frattura del femore, 6/65 (9,2%) della tibia, 4/65 (6,1%) del tarso e/o metatarso; in 7/65 (10,8%) dei soggetti con fratture degli arti posteriori l’interessamento era bilaterale. In 16/65 (24,6%) capi le fratture erano tra loro combinate.

In 18/65 (27,7%) soggetti sono state evidenziate lesioni a carico di organi interni: contusioni polmonari in 4/18 (5,1%) soggetti associate a fratture delle costole, versamento addominale e/o pleurico (16/18 capi) e megavescica (1/18 capi).

6.2.4 Esame parassitologico

Gli esami parassitologici sono stati eseguiti sulle feci di 16/29 (55,2%) piccoli “a” e “b”. Tre/16 (18,8%) soggetti sono risultati negativi, mentre 8/16 (50%) erano poliparassitati. I parassiti identificati erano appartenenti alle specie del genere

Eimeria (E. catubrina, E. capreoli, E. panda, E. rotunda, E. ponderosa) con valori di

OPG sino a 750 e strongili gastrointestinali.

Cinque/72 (6,9%) soggetti apparteneti alle classi giovani e adulti sono risultati negativi, mentre 67/72 (93,1%) erano poliparassitati. I parassiti identificati erano appartenenti al genere Eimeria spp. (30/72 – 41,7% capi), strongili gastrointestinali (46/72 – 63,9% capi) (UPG sempre inferiori a 100) e nematodi broncopolmonari (Varelostrongylus capreoli) (18/72 - 25% capi).

Gli ectoparassiti sono stati rilevati soltanto nelle classi giovani e adulti ed in particolare Ixodes ricinus in 46/72 (63,9%) animali, Damalinia tibialis in 12/72 (16,7%) e Lipoptena cervi in 20/72 (27,8%) caprioli.

6.2.5 Esame necroscopico

Gli esami necroscopici eseguiti in tutti i soggetti investiti hanno rilevato solamente i danni provocati dal trauma. Nel soggetto giovane soccorso per grave prostrazione ed

(31)

insufficienza respiratoria e deceduto spontaneamente, l’esame necroscopico ha evidenziato presenza di ascessi polmonari, pleuropolmonite fibrino-purulenta ed ascessi pericardici.

(32)

6.3 DAINI

6.3.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 10/16 (62,5%) maschi e 6/16 (37,5%) femmine; 4/16 (25%) Piccoli “a”, 5/16 (31,3%) Piccoli “b”, 4/16 (25%) Giovani e 3/16 (18,8%) Adulti. I soccorsi sono stati eseguiti nei seguenti mesi: 1 in Febbraio e Giugno, 3 in Marzo e Ottobre, 2 a Luglio e 6 in Agosto. Tredici/16 (81,3%) capi sono stati soccorsi a causa d’investimenti, 2/16 (12,5%) perché rimasto intrappolato in una rete da calcio in corda ed 1/16 (6,3%) perché gravemente depresso e cachettico. Un solo soggetto (6,3%) è stato liberato dopo amputazione a livello del terzo distale del metacarpeo III sinistro, 9/16 (56,3%) sono stati sottoposti ad eutanasia e 6/16 (37,5%) sono spontaneamente deceduti.

6.3.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

L’esame clinico e gli esami ematologici e biochimici sono stati eseguiti in 7/13 (53,8%) capi ricoverati a causa di impatto con auto e nel soggetto ricoverato per profonda depressione e cachessia. In tutti i soggetti incidentati non sono state rilevate anormalità del profilo ematologico, mentre l’attività del CK e AST sono risultate elevate in tutti i soggetti con valori sino a 46.990 U/L e 4.230 U/L, rispettivamente. In 3/5 dei daini incidentati è risultata aumentata anche l’attività dell’ALP con un valore massimo di 1343 U/L (Boes, 2010). L’esame clinico ha evidenziato depressione del sensorio, tachicardia, tachipnea e ipotermia in 4/13 (30,8%) soggetti. Il daino ricoverato per cachessia e depressione ha mostrato ipotermia, depressione marcata, bradipnea all’esame clinico, mentre gli esami ematologici hanno evidenziato leucocitosi neutrofilica ed ipoproteinemia. L’esame ecografico ha mostrato lesioni ascessuali a carico del parenchima epatico e lieve aumento del liquido peritoneale. Non è stata effettuata una diagnosi eziologica.

(33)

6.3.3 Esame radiologico

I 13/16 capi vittime d’investimenti hanno riportato le seguenti fratture: 1/13 (7,7%) frattura delle ossa mascellari, 2/13 (15,4%) dell’omero, 1/13 (7,7%) frattura delle coste, 1/13 (7,7%) del tarso, 2/13 (15,4%) della pelvi, 2/13 (15,4%) del rachide; in 4/13 (38,8%) casi le fratture erano tra loro combinate. In 4/13 (30,8%) casi sono stati rilevate contusioni polmonari gravi.

6.3.4 Esame parassitologico

Sono state rilevate oocisti di Eimeria (max 50 OPG) e strongili gastrointestinali (max 50 UPG) in 6 dei 13 capi (46,2%). Inoltre 5/13 animali (38,5%) sono risultati positivi per ectoparassiti: Ixodes ricinus (3/5 capi) e Lipoptena cervi (2/5 capi).

6.3.5 Esame necroscopico

Gli esami necroscopici eseguiti su tutti i soggetti investiti hanno rilevato solamente i danni provocati dal trauma, nell’unico capo soccorso per cachessia sono stati rilevati ascessi epatici multipli e peritonite fibrinosa che hanno confermato i rilievi ecografici.

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6.4 CINGHIALI

6.4.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 5/14 (36,4%) maschi e 9/14 (63,6%) femmine; 5/14 (36,4%) erano Piccoli “a”, 7/14 (54,5%) Piccoli “b” e 2/14 (9,1%) adulti. Tutti i piccoli “a” (100%) e 3/7 Piccoli “b” (42,8%) sono stati prelevati da cittadini. Riguardo le cause del soccorso: 2 Piccoli “b” (28,6%) ed 1 Adulto (50%) sono stati vittime di investimento, 1 Piccolo “b” (14,3%) è stato recuperato a causa di una grave insufficienza respiratoria, 1adulto (50%) e 1 piccolo “b” (14,3%)sono stati recuperati per marcato abbattimento e depressione. Negli altri soggetti l’anamnesi è muta. I mesi in cui i piccoli sono stati prelevati dai cittadini sono: Gennaio (1/12), Marzo (1/12), Aprile (3/12), Luglio (1/12), Agosto (1/12), Ottobre (2/12), in Novembre (3/12). Gli investimenti sono occorsi in Marzo, Agosto e Settembre.

Otto/14 (57,1%) cinghiali sono stati liberati (tutti piccoli “a” e 3/7 piccoli “b”), 4/14 (28,6%) sono deceduti spontaneamente (3 piccoli “b” e 1 adulto) ed 1/14 (7,1%) piccolo “b” ed 1 (7,1%) adulto sono stati sottoposti ad eutanasia. Le province di provenienza sono riportate in tabella 6.1.

6.4.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

I 3/7 (42,9%) piccoli “b” prelevati dai cittadini presentavano alopecia, lichenificazione ed escoriazioni autoindotte. I raschiati cutanei hanno permesso di rilevare la presenta di Sarcoptes scabiei.

Gli esami ematologici e biochimici sono stati eseguiti su 2/3 (66,7%) cinghiali incidentati (piccoli “b”) ed entrambi avevano quale unica anormalità le elevate attività di CK (1468 U/L e 142320 U/L) e AST (333 U/L e 1466 U/L) (Radostitis et al., 1994).

Il piccolo “b” con grave insufficienza respiratoria presentava all’esame obiettivo generale perdita di peso, anoressia, febbre (39,5 °C), depressione del sensorio, polipnea, mucose congeste. L’esame obiettivo particolare dell’apparato respiratorio ha evidenziato aumento del murmure vescicolare e rantoli. Il soggetto è stato

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sottoposto ad eutanasia ed è stato eseguito l’esame necroscopico che ha mostrato epatizzazione polmonare, essudato catarrale-purulento e pleurite. Non è stata emessa una diagnosi eziologica.

6.4.3 Esame radiologico

I 3 capi vittime di investimenti hanno riportato le seguenti fratture: frattura delle ossa mascellari e mandibolari, dell’omero, delle coste, della pelvi, del rachide, del femore. In tutti e 3 i soggetti investiti sono stati rilevate contusioni polmonari gravi e le fratture erano sempre combinate tra loro.

6.4.4 Esame parassitologico

In tutti e 3 i soggetti affetti da rogna sarcoptica, l’esame parassitologico delle feci ha permesso di rilevare oocisti di Eimeria spp., Ascaris suum e strongili polmonari.

6.4.5 Esame necroscopico

(36)

6.5 VOLPI

6.5.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 18/25 (72%) maschi e 7/25 (28%) femmine; 7/25 (28%) erano Piccoli, 5/25 (20%) Giovani e 13/25 (52%) Adulti. Undici/25 capi (44%) sono stati vittime d’investimenti (2/11 piccoli, 4/11 giovani, 5/11 adulti), 5/25 (20%) piccoli sono stati prelevati (4/5 da cittadini, 1/5 da Polizia Provinciale per sintomatologia neurologica), 8/25 (33,3%) adulti sono stati recuperati a causa di una malattia cachettizzante o politraumatizzato con anamnesi ignota ed 1/25 (4%) adulto recuperato tramite teleanestesia perché caduto in un invaso. Gli investimenti sono accaduti 2 in Gennaio, Aprile e Settembre, 1 in Febbraio, Maggio, Ottobre e Novembre, 5 in Agosto, 4 in Giugno e 6Luglio. Undici/25 (44%) soggetti sono stati liberati (4 piccoli, 4 giovani e 3 adulti), 1/25 (4%) dei piccoli è stato affidato a causa del persistere della sintomatologia neurologica, 7/25 (28%) sono deceduti spontaneamente e 6/25 (24%) soggetti sono stati sottoposti ad eutanasia. I comuni di provenienza dei soggetti sono riportati in tabella 6.1.

6.5.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Il profilo ematologico e biochimico è stato eseguito in 8/25 (32%) soggetti, di cui 6/8 (75%) investiti da auto, 1/8 (12,5%) piccolo con sintomi neurologici ed 1/8 (12,5%) piccolo recuperato per grave stato di denutrizione.

I 6 soggetti investiti presentavano tachicardia e tachipnea come unici parametri semeiologici alterati, mentre i valori dell’Hct (da 15% a 26%) erano inferiori ai limiti di riferimento della specie (Korhonen e Huuki, 2014). Inoltre le attività di CK (336-16449 U/L) ed AST (111-970 U/L) erano aumentate (Korhonen e Huuki, 2014). Come nel caso di altre specie esaminate in questo studio, i traumi da investimento hanno probabilmente causato emorragie cavitarie responsabili dell’anemia e della mionecrosi responsabile dell’aumento delle attività di CK e AST.

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Il piccolo con sintomi neurologici (tremori, mioclonie, nistagmo, attacchi epilettici) durante tutto il periodo di osservazione è risultato costantemente leucopenico (2-4,2 K/µL) e con eosinofilia parziale elevata (>20%) (Korhonen e Huuki, 2014). Esami di biologia molecolare hanno permesso di stabilire l’elevata positività all’Herpesvirus canino. Il soggetto è stato adottato da un privato e trattato con fenobarbitale per os, dopo circa 2 anni a causa dell’aggravamento del male epilettico è stato sottoposto a eutanasia.

Il piccolo cachettico non mostrava segni di malattia, gli esami ematologici ed ematochimici erano normali, l’esame parassitologico delle feci evidenziava un poli-parassitismo. Il soggetto è stato trattato con pirantel pamoato (5 mg/Kg per os in un’unica somministrazione) ed è stato alimentato sino al miglioramento dello stato di nutrizione.

6.5.3 Esame radiologico

L’esame radiologico è stato eseguito in 11/25 (44%) capi vittime di investimenti. Sono state osservate le seguenti fratture e/o lussazioni: 3/11 (27,3%) del rachide, 3/11 (27,3%) della pelvi, 3/11 (27,3%) del femore ed 1/11 (9,1%) della tibia, lussazioni vertebre toraciche, fratture coste. In 5/11 (45,5%) soggetti le suddette fratture erano tra loro combinate.

6.5.4 Esame parassitologico

Sono stati eseguiti esami coprologici su 13 dei 25 (52%) soggetti inclusi. I parassiti identificati sono stati: Toxocara canis, Trichuris vulpis, Ancylostoma/Uncinaria e

Angiostrongylus vasorum. Dodici/13 (92,3%) volpi erano parassitate da zecche

(Rhipichepalus sanguineus) e 7/13 (53,8%) da pulci (Ctenocephalides felis felis).

6.5.5 Esame necroscopico

(38)

6.6 ISTRICI

6.6.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 5/9 (55,6%) maschi e 4/9 (44,4%) femmine, 3/9 (33,3%) giovani e 6/9 (66,7%) adulti ed 1 istrice adulto arrivato morto. 3/9 (33,3%) soggetti sono stati investiti (Gennaio, Giugno e Ottobre), 1/9 (11,1%) soccorso perché affetto da una grave lesione ulcerata sulla parte dorsale del collo e con una devastante miasi (aprile), 2/9 (22,2%) (marzo e settembre) a causa di una sintomatologia respiratoria e neurologica che impediva loro la fuga, 3/9 (33,3%) soccorso per abbattimento profondo con disidratazione e ferite multiple (Aprile, Luglio). Tre/9 (33,3%) sono stati liberati, 4/9 (44,4%) è spontaneamente deceduto e 2/9 (22,2%) sottoposti ad eutanasia. Le zone di provenienza sono riportate in tabella 6.1.

6.6.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Gli esami ematologico e biochimico sono stati esaminati i 2/9 (22,2%) soggetti con sintomatologia neurologica e respiratoria. La prima caratterizzata da atassia, piegamento della testa, movimenti di circolo e nistagmo, la seconda da polipnea e scolo nasale purulento. L’Hct in entrambi era al di sotto dei limiti di riferimento dei roditori (34,7% e 36,8%) e il soggetto con manifestazioni broncopolmonari più gravi aveva una leucocitosi neutrofilica marcata (18.700 K/µL) (Bollinger, 2010). I soggetti avevano aumentate attività del CK (299 U/L e 247 U/L), iperglicemia (292 mg /dl e 247 mg/dl) (Bollinger, 2010); i due istrici sono risultati negativi a IgG, IgM e PCR per toxoplasmosi e neosporosi.

6.6.3 Esame radiografico

Non sono stati eseguiti esami radiografici.

6.6.4 Esame parassitologico

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Entrambi i soggetti nell’arco di circa 2 mesi hanno mostrato un parziale, ma soddisfacente miglioramento dei segni neurologici e sono stati liberati.

6.6.5 Esame necroscopico

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6.7 TASSI

6.7.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 3/5 (60%) maschi e 2/5 (40%) femmina, 2/5 (40%) Giovani e 3/5 (60%) Adulti. Sono tutti stati vittime d’investimenti e sottoposti a eutanasia. I soccorsi sono avvenuti 2 in novembre, 1 in dicembre, 1 in aprile ed 1 in luglio. Le zone di provenienza sono riportate in tabella 6.1.

6.7.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Gli esami ematologico ed ematochimico sono stati eseguiti in 3/5 (60%) soggetti in cui sono stati rilevati valori inferiori ai limiti di riferimento (Domingo-Roura et al., 2001) dell’Hct, Hgb e MCV ed elevate attività di CK e AST. L’impatto con auto è stato la causa delle alterazioni del profilo ematologico, delle emorragie cavitarie, mentre le aumentate attività degli enzimi possono essere giustificate dai danni muscolari subiti.

6.7.3 Esame radiologico

I 5 capi hanno riportato le seguenti fratture: 2/5 (40%) del cranio e ossa mandibolari, 1/5 (20%) dell’omero e 1/5 (20%) a carico del rachide; in 3/5 (60%) casi le fratture erano tra loro combinate. In tutti i soggetti sono state osservate contusioni polmonari, versamenti cavitari ed in sventramento dei visceri addominali in un soggetto.

6.7.4 Esame parassitologico

Tutti i soggetti erano parassitati da un numero limitato di pidocchi (Tricodectes

melis).

6.7.5 Esame necroscopico

(41)

6.8 LEPRI

6.8.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Sono stati soccorsi 5/6 (83,3%) maschi ed 1/6 (16,7%) femmina; 2/6 (33,3%) Piccoli, 3/6 (50%) Giovani e 1/6 (16,7%) adulto. I 2 piccoli sono stati prelevati, mentre i 3 giovani e l’adulto sono stati coinvolti in incidenti stradali. I soggetti coinvolti in incidenti stradali, ossia 4/6 (66,6%), sono stati sottoposti a eutanasia, mentre i 2 piccoli (33,4%) sono stati affidati. Le zone di provenienza sono riportate in tabella 6.1.

6.8.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Esame clinico dei piccoli è risultato nella norma. Non sono stati eseguiti esami di laboratorio.

6.8.3 Esame radiologico

I soggetti investiti (4/6) hanno riportato fratture multiple con contusioni polmonari gravi.

6.8.4 Esame parassitologico

Non è stato eseguito nessun esame parassitologico.

6.8.5 Esame necroscopico

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6.9 LUPI

6.9.1 Età, causa del soccorso per specie, esito del ricovero

Nel periodo oggetto di studio sono stati ricoverati presso l’ODV 2 soggetti, entrambi maschi. Il soggetto adulto, di circa 4 anni di età, è stato soccorso presso il comune di Castellina Marittima nel mese di settembre 2014 dopo suo ritrovamento in una zona boscosa. Il piccolo è stato catturato al confine tra le province di Pisa e Lucca.

Entrambi i soggetti sono sopravvissuti.

Il piccolo è stato trasportato dalla Polizia Provinciale ad un centro di recupero (Centro Recupero, Tutela, e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone, Bologna) e successivamente liberato. L’adulto è stato trasportato dalla Polizia Provinciale di Pisa e affidato ad un centro di recupero specializzato (CRASE, Semproniano, Grosseto).

6.9.2 Esame clinico, profili ematologico e biochimico

Il soggetto adulto presentava una sintomatologia neurologica riferibile a stupore, inabilità al movimento, ma in ottimo stato di nutrizione (39 kg). Le anormalità dei profili ematologico e biochimico rilevate sono state l’elevato Hct (56 %), la leucocitosi marcata (primo prelievo 24.280 K/µL; controllo a 48 ore 40.700 K/µL) e la neutrofilia (primo prelievo 21.370 K/µL; controllo a 48 ore 38.240 K/µL), l’aumentata attività del CK al primo controllo (1408 U/L) e l’iperproteinemia (9,1 g/l) associata ad aumentata concentrazione delle frazioni beta e gamma dell’elettroforesi delle proteine sieriche (Thoresen et al., 2009).

Il soggetto è stato ospedalizzato e sottoposto a fluido-terapia, alimentazione parenterale associate ad antibiotico terapia. E’ stato prelevato il materiale gastrico ed inviato all’IZS di Lazio e Toscana per sospetto avvelenamento da alfa-cloralosio. Dopo 10 giorni di ricovero il soggetto era vigile, ma incapace di raggiungere la stazione quadrupedale. Le analisi ematologiche ed ematochimiche di controllo sono risultate nei limiti di riferimento. E’ guarito in circa 4 settimane dopo il suo affido.

(43)

Il piccolo presentava marcata denutrizione e debolezza. In questo soggetto l’unica anormalità rilevata è stata l’ipoproteinemia (4,1 g/l) e l’ipoalbuminemia (1,8 g/l) (Thoresen et al., 2009). Dopo 8 giorni di ricovero ed alimentazione carnea il soggetto ha guadagnato peso, quindi è stato dimesso ed affidato.

6.9.3 Esame radiologico

Non sono stati eseguiti esami radiologici.

6.9.4 Esame parassitologico

L’esame coprologico in entrambi i soggetti è risultato positivo per Capillaria sp. e Ancylostomatidae.

6.9.5 Esame necroscopico

(44)

CAPITOLO 7

DISCUSSIONI E CONCLUSIONI

I dati raccolti nella presente indagine indicano i traumi da incidenti stradali quale causa più comune di soccorso 104/178 (58,4%). Quest’ultimo in definitiva, è frequentemente reso possibile dai gravi danni di natura ortopedica che impediscono all’animale di allontanarsi dalla sede d’impatto, rendendo visibili i selvatici e stimolando gli automobilisti a segnalarne la presenza. Nella popolazione esaminata, l’eutanasia o la morte spontanea dopo il ricovero sono l’esito più comune proprio a causa della gravità dei traumi riportati. E’ ipotizzabile che il nostro dato sia solo l’epifenomeno di quanto realmente accade e che molti capi investiti riescano a guadagnare riparo in aree boscose anche se gravemente feriti. Nel nostro studio è evidente la differenza numerica dei soccorsi per investimento tra il capriolo (n=65) e il cinghiale (n=3). La proporzione tra i caprioli e cinghiali pervenuti è in contrasto con i dati raccolti dalla Provincia di Pisa, relativi alla richiesta d’indennizzo per i danni subiti nei sinistri stradali, ove il cinghiale è la specie più comunemente coinvolta: nel 2011 le richieste hanno riguardato in 40 casi sinistri causati dal cinghiale, in 30 il capriolo, in 7 il daino e 1 il cervo (Mazzarone 2013). Anche i dati raccolti per l'intera Regione Toscana nel periodo 2001-2009 mostrano che i sinistri causati dal cinghiale in Toscana sono più numerosi di quelli dei caprioli: 1335 contro 1222 (Regione Toscana PRAF, 2009; Masciarelli, 2009b). Questi dati rispecchiano l’abbondanza delle due specie in Provincia di Pisa, dove nel 2011 sono state registrate densità di 5,04 capi/kmq e 6,23 capi/kmq rispettivamente per cinghiale e capriolo che in alcune aree raggiunge localmente densità superiori a 30 capi/kmq. Le differenze in termini di soccorsi possono trovare una spiegazione plausibile considerando che i danni dei sinistri con cinghiale sono probabilmente più ingenti. L’elevata numerosità dei caprioli soccorsi, rispetto ai cinghiali, può derivare dalla maggiore vulnerabilità del cervide all’impatto con auto e alla gravità delle fratture che ne impediscono la fuga. I sinistri nella regione Toscana avvengono prevalentemente su strade comunali che costituiscono il 65% dell’intera rete viaria.

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Queste, più di altre, attraversano aree rurali (Regione Toscana PRAF, 2009; Masciarelli, 2009a,b) e in virtù del limitato traffico veicolare non rappresentano un effetto barriera per la fauna che è portata ad attraversarle. Inoltre, parte delle strade comunali è spesso coperta da vegetazione ai lati delle carreggiate che permette ai selvatici di celarsi alla vista dei conducenti che le percorrono. Questo dato trova conferma in indagini svolte in altre nazioni dove i sinistri sono stati osservati su strade con carreggiate strette che attraversano aree rurali, dove il traffico è scarso e produce rumore limitato che non inibisce i selvatici dall’attraversarle (Bissonette e Kassar 2008; van Langevelde et al., 2009; Kusta et al., 2014).

La provenienza degli ungulati rispecchia la diffusione delle specie indicata nel piano faunistico Provinciale (Mazzarone, 2013) che vede i comuni delle aree collinari a sud/sud ovest del fiume Arno i più densamente popolati di caprioli e cinghiali e la ristretta area litoranea del Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli quella più ricca in daini. I sinistri con cervidi e cinghiali possono avere conseguenze gravissime per gli occupanti dei veicoli a causa della mole, ma sono potenzialmente pericolosi anche gli investimenti della piccola selvaggina per le istintive e irrazionali reazioni dei conducenti (Regione Toscana PRAF, 2009; Masciarelli, 2009a, b). Inoltre, la gran parte degli incidenti, e il nostro studio lo conferma, avvengono nelle ore crepuscolari e notturne, quando la gran parte della fauna è più attiva e il grado di attenzione dei conducenti minore (Regione Piemonte, 2008; Bongi, 2008; Putman, 2008; Masciarelli, 2009a, b; Rosell et al., 2013).

Per quanto riguarda la frequenza degli incidenti con mammiferi di grossa taglia nei mesi, il presente articolo può fornire dati solo sulla specie capriolo che è la più numerosa di quelle soccorse. Trentaquattro dei 65 caprioli investiti (52,3%) sono stati soccorsi tra aprile ed agosto (tab. 6.2.) a conferma dei dati ecologici della specie che vede in primavera i giovani allontanarsi dall’areale frequentato sino ad allora alla ricerca di altri territori ed una maggiore mobilità degli adulti in luglio e agosto per gli accoppiamenti (Apollonio, 2004; Masciarelli, 2009b). Gli altri 31casi, sono accaduti con frequenza simile nei restanti periodi dell’anno.

La volpe è stata la specie più frequentemente soccorsa della fauna di piccola taglia. La maggior prevalenza di investimenti a carico delle volpi, pari al 44% (11/25), si sono registrati tra luglio e novembre, probabilmente per la naturale tendenza che la

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specie ha alla dispersione territoriale in questo periodo (Woolard e Harris, 1990; Colombi et al., 2009). Al contrario di quanto osservato nelle altre specie, 16/25 capi provenivano da aree suburbane delle città di Pisa, San Giuliano Terme, Bientina e Volterra dove la volpe è animale comune e dove sussistono maggiori possibilità di investimento a causa dello sviluppo viario e della frequenza del traffico veicolare. Il ferimento per opera di mezzi agricoli usati per la mietitura dei cereali ha interessato solo Piccoli “a” di capriolo, 50% di quelli soccorsi (12/24). Il ferimento o uccisione dei piccoli da parte di questi mezzi riflette l’abitudine delle femmine di capriolo di nascondere i neonati nei prati polifiti o campi di cereali nel primo periodo dell’allattamento perché incapaci di seguirla e per limitarne la predazione (Jarnemo, 2002; Jarnemo, 2004; Linnel et al., 2004; Panzacchi et al., 2009). Esistono scarsi dati epidemiologici riguardo all’entità del danno arrecato alla specie con la mietitura che variano dal 5% al 26% delle morti totali dei piccoli (Kaluzinsky, 1982; Jarnemo, 2002; Jarnemo, 2004; Putman, 2008) o in termini assoluti, dai 1500 capi annui in Svizzera agli 84.000 annui in Germania nel 1979 (Jarnemo, 2002; Protezione animali svizzera, 2012). Le condizioni climatiche del territorio pisano fanno si che i caprioli partoriscano tra la metà di Aprile e i primi di Giugno quando inizia la mietitura dei cereali e del fieno. Questo è in assoluto il periodo più pericoloso, infatti è stato osservato che nelle aree dove i parti si svolgono alla fine di giugno, la perdita di piccoli è decisamente minore (Jarnemo, 2002; Jarnemo, 2004; Linnel et al., 2004). I capi soccorsi nel periodo di studio sono certamente una parte irrisoria di quelli feriti o uccisi dalle falciatrici moderne che recidono i vegetali a pochi centimetri dal terreno percorrendo i campi sino alla velocità di 10 km/h. Per questo motivo è auspicabile in futuro la messa in opera di strategie per prevenire queste inutili uccisioni come ad esempio l’applicazione di sensori termici per il rilievo degli animali sui mezzi agricoli (Steen et al., 2012) o l’analisi preventiva degli appezzamenti da parte di personale specializzato.

Per quanto riguarda i Piccoli di tutte le specie soccorse, 26/178 (14,6%) (11/28 caprioli, 8/28 cinghiali, 5/28 volpi e 2/28 lepri) sono stati prelevati da inconsapevoli cittadini. La consuetudine di prelevare piccoli di selvatici in apparente difficoltà porta numerose persone ignare dei meccanismi biologici a prelevare capi per porli al sicuro da inesistenti pericoli, a dispetto del fatto che la pratica sia in parte vietata

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dalla legge. Tali comportamenti, oltre al danno biologico e individuale, comportano un elevato impegno di personale pubblico, volontario e specialistico per la raccolta, cura, alimentazione dei piccoli e, non ultima, la difficoltà a reimmettere in natura i capi sopravvissuti che crescono con un imprinting inadeguato. Molte province pubblicano ogni anno locandine (fig.3.1.) dove gli escursionisti sono esortati a non infastidire i piccoli di selvatici, ma quest’opera di sensibilizzazione sembra non ottenere i risultati attesi. E’ auspicabile che informazioni sulla biologia delle specie autoctone divengano oggetto di studio nella scuola primaria e secondaria al fine di creare una maggiore consapevolezza nella cittadinanza.

Una piccola parte (18/178 pari al 10,1%) della popolazione esaminata (16 caprioli e 2 daino) è stata soccorsa perché avviluppata in reti da calcio abbandonate e per l’aggressione da parte di cani di proprietà. Riteniamo che queste eventualità siano la conseguenza diretta dell’espansione demografica degli ungulati che finiscono per frequentare aree molto antropizzate.

Ventidue capi su 178 soccorsi 12,4% erano affetti da malattie tra cui 1 piccolo di lupo da denutrizione. La prevalenza delle malattie infettive e parassitarie dei selvatici è stata indagata da molti autori italiani, in particolare su popolazioni di ungulati e volpi abbattute (Boitani et al., 1995; Gaffuri et al., 2006; Poli, 2008), in altre parole non sono disponibili dati sulla naturale mortalità dei capi per malattie croniche debilitanti. Per questo motivo non siamo in grado di valutare se la prevalenza dell’9,6% di soccorsi ad animali malati sia elevata o meno. Fatto salvo per i tre piccoli di cinghiale con la rogna sarcoptica, in precedenza allevati da un privato, negli altri 8 casi si è trattato di malattie sostenute da opportunisti che hanno afflitto probabilmente singoli soggetti.

Le anormalità dei profili ematologico e biochimico sono state numerose e in generale attribuibili ai traumi subiti. Il profilo ematologico ha permesso di rilevare anemia secondaria a emorragie in molti dei soggetti investiti. Gli esami necroscopici dei soggetti investiti hanno evidenziato sempre la presenza di vasti traumi, emorragie tissutali e cavitarie confermando l’anemia da perdita nel soggetto con emotorace. In un Piccolo “a” di capriolo è stato rilevato un valore di Hct elevato e attribuito allo stato di disidratazione e/o ipovolemia. Anormalità a carico dei leucociti sono state determinate solamente in pochi capi: leucocitosi neutrofiliche in 2 caprioli, di cui 1

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