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La formazione continua dei professionisti sanitari: dalla formazione tradizionale all'e-learning

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Direttore Prof. Mario Petrini

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica Direttore Prof. Riccardo Zucchi

Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

Direttore Prof. Gaetano Pierpaolo Privitera

_______________________________________________________________________________

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE

“La formazione continua dei professionisti sanitari:

dalla formazione tradizionale all’ E-Learning”

RELATORE

CHIAR.MO PROF. PAGNUCCI NICOLA

CANDIDATO

SIG. AMOROSO LUCA

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Quante volte ho detto basta ma chi me lo fa fare, però poi pensando a voi non riuscivo mai a mollare. Questa vita di speranze ma piena di emozioni, qualcosa che va oltre la realtà e che non finirà mai.

Ai miei genitori

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I

INTRODUZIONE ... 3

CAPITOLO 1: LA FORMAZIONE SUL CAMPO ... 7

1.1 La formazione sul campo ... 7

1.1.1 Tipologie di FSC accreditabili ... 8

1.1.2 Attività di training individualizzato ... 8

1.1.3 Partecipazione a Gruppi di lavoro/studio, di Miglioramento e Commissioni/Comitati ... 9

1.1.4 Partecipazione a Ricerche ...10

1.1.5 Audit Clinico e/o Assistenziale ...11

1.2 La formazione a distanza, FAD ...12

1.2.1 Excursus storico ...12

1.2.2 Distance Education (Educazione a Distanza) ...13

1.2.3 Distance Learing (Apprendimento a Distanza) ...14

1.2.4 Il Passaggio Storico ...14

1.2.5 L’E-learning ...16

1.2.6 Formazione in rete: principi di fondo ...17

1.2.7 La formazione online ...21

CAPITOLO 2: L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA ...22

2.1 La formazione continua dei lavoratori ...22

2.2 La formazione continua in medicina, ECM ...27

2.2.1 Che cosa sono ...27

2.2.2 La normativa ...31

2.2.3 Gli obiettivi formativi ...33

2.2.4 Crediti formativi dell’Educazione Continua in Medicina e l’accreditamento ...34

2.2.5 Il Co.Ge.A.P.S. ...37

2.2.5 L’Age.na.s. ...39

2.2.6 Il piano formativo aziendale ...41

2.3 Modello ECM della Regione Toscana ...43

2.3.1 Fase 1 ...43

2.3.2 Fase 2 ...45

2.3.3 Fase 3 ...46

(4)

II

CAPITOLO 3: Formazione tradizionale ed E-Learning a confronto ...50

3.1 Dalla formazione classica all’e-learning: pro e contro ...51

3.2 Vantaggi e svantaggi della formazione E-Learning ...55

CONCLUSIONI ...60

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INTRODUZIONE

Sempre più spesso, negli ultimi anni, si sente parlare di Formazione a Distanza, meglio conosciuta con l’acronimo FAD.

I campi di applicazione sono sempre più ampi, tanto da coinvolgere non solo l’apprendimento in fase di aggiornamento professionale, ma anche i percorsi universitari, post-diploma e post-laurea.

La teoria della formazione a distanza (F.A.D.) si caratterizza la distinzione storica in tre generazioni.

La prima, nata già nell’ottocento negli USA è la scuola per corrispondenza. Questa aveva il fine di fornire, soprattutto agli adulti, un’istruzione di base ed una preparazione professionale altrimenti impossibili, specialmente per i residenti in zone isolate.

La F.A.D. di prima generazione si basava sull’invio per posta di libri, dispense e testi. Ai corsisti era richiesto di restituire dei moduli compilati che servivano per verificare i loro progressi.

Con la nascita del mezzo televisivo, negli anni ‘50 e ’60, queste prime metodologie vennero affiancate dai cosiddetti sistemi di F.A.D. di “seconda generazione”, basati sull’uso di lezioni pre registrate su cassette audio e video e, successivamente, software didattici, CD- ROM, e-mail ed altri supporti.

L'utilizzo del personal computer nell'ambiente domestico rende possibile, a metà degli anni ottanta, il passaggio a una nuova generazione: La FAD di terza generazione caratterizzata dalla diffusione dell'uso delle reti (specie internet).

Con l'avvento della Formazione on-line, l'apprendimento - da modalità individuale e di "autoapprendimento" passivo, diventa un processo complesso e dinamico che prevede il ruolo attivo del discente e dà grande

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importanza all'apprendimento collaborativo e cooperativo. Recentemente, in seguito alla maturazione dell'editoria multimediale, l'e-learning riesce a sfruttare completamente le nuove tecnologie.

La distinzione della FAD in fasi generazionali, per quanto concettualmente efficace, rischia tuttavia di oscurare l'importanza assunta dai paradigmi educativi e dalle teorie della conoscenza che accompagnano l'evoluzione del settore. In particolare, per quanto riguarda la fruizione a distanza che si basa sulla telematica e che viene generalmente denominata come e-learning, non bisogna dimenticare come essa sia basata sull'interazione tra tutti i partecipanti al progetto educativo come elemento centrale. È proprio in questo, infatti, che essa si distingue dai sistemi che l'hanno preceduta. L'utilizzo delle nuove tecnologie, da solo, non basta a dar conto del cambiamento.

Nel campo della formazione continua degli operatori sanitari, l’avvento della formazione a distanza e di conseguenza la tecnologia E-Learning ha assunto un ruolo primario nell’ambito della sanità italiana ed è dimostrato a chiare lettere anche dalla normativa ECM entrata in vigore il primo gennaio 2010. Fino ad allora i programmi di formazione a distanza erano stati accreditati solo in via sperimentale (a partire dal 2004). Era stata infatti considerata indispensabile una fase di prova sul campo per valutare quanto questo tipo di formazione fosse gradito e fruibile da parte degli operatori sanitari italiani.

La FAD ha radicalmente mutato due capisaldi dei metodi tradizionali: ha cancellato la dimensione spazio-tempo. Mentre per una formazione residenziale occorre essere presenti in un dato luogo e in una data ora, con gli spostamenti del caso, la FAD è fruibile tranquillamente da qualunque computer in qualunque luogo della terra e nel momento in cui ciascuno è più disposto a impegnarsi per il proprio aggiornamento (questo vale almeno per tutte le attività asincrone a distanza, che non richiedono cioè la contemporanea presenza di docente e discente).

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Occorre ricordare infatti che non tutti i modelli di formazione a distanza hanno un’efficacia dimostrata e occorre anche chiarire che fare formazione a distanza non significa riprendere un evento residenziale e ritrasmetterlo in maniera sincrona o asincrona a distanza. Questo al massimo può essere etichettato come “formazione residenziale a distanza”, ma nulla ha a che fare con la FAD, che richiede invece la preparazione di materiali ad hoc per l’uso via web e un progetto didattico specifico (ben diverso da quello di un corso residenziale, proprio per le diverse caratteristiche dei due strumenti). Nello stesso modo non si deve pensare alla FAD come a un luogo ideale per mostrare effetti speciali, per stupire l’utente. È vero, la tecnologia consente oggi di realizzare attività formative a effetto, ma quello che deve colpire l’utente sono i contenuti che devono sempre essere evidence based (Moja, Moschetti et al., 2007), come peraltro sottolinea anche la nuova norma ECM. Devono essere quindi i contenuti a dominare, contenuti costruiti ad hoc e somministrati secondo un piano didattico coerente e stimolante per l’operatore sanitario. Questa osservazione porta a fare piazza pulita di un’altra convinzione purtroppo ancora diffusa sulla FAD, e cioè che FAD significhi tecnologia, che la tecnologia sia il cuore della formazione a distanza. Non è assolutamente così: la tecnologia è semplicemente il mezzo, non il fine. Il paragone che viene spontaneo è con un libro: si acquista un libro per l’autore o perché l’editore è un editore di qualità, non certo perché è stato stampato da un tipografo o da un altro. Ecco, la tecnologia per la FAD è come lo stampatore per il libro, un mezzo per poter far arrivare le

informazioni ai destinatari.

Con ciò non si vuole sminuire il ruolo della tecnologia, che ha consentito alla FAD di spiccare un balzo in avanti impensabile anche solo agli inizi del Duemila. L’evoluzione del Web da Web 1.0, in cui l’utente era passivo, al Web 2.0 con tutte le sue potenzialità (forum, chat, blog, social network, wiki, app, etc) e interattività ha aperto le porte a molte nuove possibilità

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di costruzione di percorsi formativi, trasformando sempre più il discente da passivo in attivo, fino a diventare egli stesso parte delle fasi di costruzione della propria conoscenza. E il futuro prossimo sarà il Web 3.0, il web semantico che farà da ponte verso il web 4.0 e le funzioni di intelligenza artificiale.

In questo lavoro ho voluto analizzare gli aspetti della formazione tradizionale e della formazione FAD supportata dalle nuove tecnologie informatiche per vedere come esse possano aiutare i professionisti sanitari nell’aggiornarsi sulle nuove competenze che la società ed il mondo frenetico di oggi continuamente richiedono.

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CAPITOLO 1: LA FORMAZIONE SUL CAMPO 1.1 La formazione sul campo

La formazione sul campo (di seguito, FSC) si caratterizza per l’utilizzo, nel processo di apprendimento, delle strutture sanitarie, delle competenze dei professionisti impegnati nelle attività cliniche e assistenziali e delle occasioni di lavoro. In altri termini l’esigenza formativa che scaturisce dal contesto lavorativo deve essere attuata all’interno dell’attività lavorativa con le finalità di garantire non solo l’innalzamento della specifica professionalità, ma anche l’aumento delle capacità di ognuno di lavorare e di rapportarsi all’interno della propria organizzazione, di migliorare le competenze dei professionisti e la qualità e sicurezza dell’assistenza. L’apprendimento che ha luogo nel corso di tali attività è contraddistinto da un elevato livello di interattività, deve essere pertanto percepito dal fruitore come rilevante. Ciò si traduce in una responsabilizzazione verso i contenuti acquisiti per la possibilità di applicare quanto appreso direttamente nell’esercizio professionale e nel contesto organizzativo.

La valutazione ai fini dell’ECM delle attività di FSC si basa su quattro criteri:

• La rilevanza dell’iniziativa per l’organizzazione che la propone; • La tipologia di FSC;

• La complessità e durata dell’iniziativa; • L’impegno individuale del professionista.

Affinché la FSC non sia un mero mezzo funzionale unicamente all’assegnazione di crediti Formativi alla ordinaria attività lavorativa, si ritiene necessario che tali attività siano progettate dal provider con atto formale e valutate nel loro impatto formativo.

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Al fine di procedere ad una obiettiva ed uniforme valutazione degli eventi e delle ricadute di miglioramento professionale è richiesto ai provider/fornitori di attività di FSC lo sforzo di definire, la durata dell’attività e di collaborare alla sua valutazione attraverso la stesura di un progetto e la compilazione di una scheda che, come per gli eventi formativi residenziali, consenta di avere un quadro complessivo dell’evento e dia evidenza della modalità di attribuzione del punteggio in crediti e della valutazione della qualità complessiva.

1.1.1 Tipologie di FSC accreditabili

La Commissione ECM ha stabilito di accreditare le seguenti tipologie: • Attività di training individualizzato (con la presenza indispensabile

di un tutor nel rapporto 1:1);

• Partecipazione a Gruppi di lavoro/studio, di Miglioramento e Commissioni/Comitati;

• Partecipazione a Ricerche; • Audit Clinico e/o Assistenziale.

1.1.2 Attività di training individualizzato

Acquisizione di abilità (saper fare) che si realizza nel contesto lavorativo attraverso l’applicazione di istruzioni e procedure, l’esecuzione di attività professionali specifiche, l’utilizzo di tecnologie o strumentazioni. L’applicazione di istruzioni e procedure può essere estesa anche agli aspetti relazionali tra i professionisti e con l’utenza purché, per ogni progetto di training individualizzato, sia evidente nella progettazione e nella realizzazione della attività formativa il contesto lavorativo e le ricadute professionali e organizzative.

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L’attività di training individualizzato deve essere realizzata nelle strutture del SSN/SSR e le private accreditate sulla base di una programmazione specifica e con il sostegno di un tutor nel rapporto preferenziale di 1:1/1:2.

Le metodologie didattiche possono essere diversificate per ogni situazione, ma sono ricondotte prevalentemente all’affiancamento e all’esecuzione con supervisione.

1.1.3 Partecipazione a Gruppi di lavoro/studio, di Miglioramento e Commissioni/Comitati

Per partecipazione a gruppi di miglioramento si intendono attività per lo più multi professionali e multidisciplinari organizzate all’interno del contesto lavorativo con la finalità della promozione alla salute, del miglioramento continuo di processi clinico-assistenziali, gestionali o organizzativi, del conseguimento di accreditamento o certificazione delle strutture sanitarie. In essi l’attività di apprendimento avviene attraverso la interazione con un gruppo di pari.

L’attività svolta nell’ambito dei lavori del gruppo deve essere documentata e può comprendere la revisione di processi e procedure sulla base della letteratura scientifica, dell’evidence based o degli standard di accreditamento, l’individuazione di indicatori clinici e manageriali, le discussioni di gruppo sui monitoraggi delle performance.

Affinché sia possibile riconoscerne la valenza formativa ai fini del rilascio dei crediti, è necessario che i Gruppi di Miglioramento, siano identificati nel PFA del Provider, in cui sia specificato l’obiettivo del Progetto, il Responsabile di Progetto, i partecipanti, la durata e il n° degli incontri previsti.

Per partecipazione a Commissioni/Comitati si intende la designazione dei componenti con atto formale e la presenza documentata in comitati

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permanenti nell’ambito del S.S.N./S.S.R. o comunque delle istituzioni sanitarie del territorio nazionale/regionale (ad es. etico, controllo delle infezioni, buon uso degli antibiotici, buon uso del sangue, prontuario terapeutico, HACCP e ospedale senza dolore).

L’attività svolta nell’ambito della Commissione/Comitato può riguardare: ricerca e organizzazione di documentazione, lettura di testi scientifici e discussione in gruppo, analisi di casi, redazione, presentazione e discussione di elaborati, produzione di linee guida o procedure o protocolli, valutazione e verifica di attività svolte, revisione di procedure di lavoro, rilascio di autorizzazioni formali.

1.1.4 Partecipazione a Ricerche

Per partecipazione a ricerche si intende la collaborazione attiva a inchieste o studi finalizzati a ricercare nuove conoscenze rispetto a determinanti della salute, delle malattie e dell’organizzazione. Tale ricerca può assumere diverse forme: empirica (osservazionale), analitica, sperimentale, teorica e/o applicata. Sono incluse anche le sperimentazioni/valutazioni assistenziali e organizzative.

Tali ricerche vanno svolte nell’ambito del contesto professionale e lavorativo dei singoli professionisti coinvolti e comprendono: studio e organizzazione di documentazione bibliografica, collaborazione al disegno di studio, raccolta ed elaborazione dati, discussione di gruppo sui risultati, redazione, presentazione e discussione di elaborazione e valutazione dell’applicazione dei risultati nell’ambito lavorativo per produrre nuove conoscenze e attivare i processi di cambiamento culturale e operativo.

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1.1.5 Audit Clinico e/o Assistenziale

L’Audit Clinico e/o Assistenziale è l’attività condotta da professionisti sanitari con la finalità di migliorare la qualità, la sicurezza e gli esiti dei processi clinico-assistenziali attraverso una revisione sistematica e strutturata (tra pari o con supervisore).

L’attività di Audit si articola nelle seguenti fasi:

• Identificazione delle aree cliniche e dei problemi assistenziali e organizzativi oggetto della valutazione, con conseguente identificazione del campione di pazienti;

• Identificazione del set di informazioni da raccogliere per ciascun caso secondo modalità standardizzate, rilevanti ai fini della valutazione;

• Identificazione dei parametri di riferimento (criteri, indicatori e relativi standard);

• Analisi dei dati raccolti ai fini di un confronto tra i profili assistenziali e i loro esiti clinici documentati e gli standard di riferimento;

• Definizione delle opportune strategie di miglioramento laddove sia stata riscontrata una significativa differenza tra i profili assistenziali documentati e gli standard professionali di riferimento;

• Ripetizione del processo di valutazione e gli interventi attuati per ottenere e/o sostenere il miglioramento.

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1.2 La formazione a distanza, FAD 1.2.1 Excursus storico

Con l’acronimo di F.A.D. si intende “Formazione a distanza”, cioè un approccio didattico innovativo basato sui mezzi di comunicazione messi a disposizione dalle più recenti tecnologie.

Il progenitore dell’attuale sistema d’insegnamento a distanza, usato in passato, è rappresentato dall’insegnamento per corrispondenza attraverso la posta classica.

Tale servizio si caratterizzava per le seguenti peculiarità:

• Scelta dei corsi da frequentare tramite guida ed elenco ricevuti direttamente a casa via posta;

• Ricezione tramite posta ordinaria del materiale didattico presso la propria abitazione;

• Possibilità conseguente di studiare e fare esercizi secondo le disponibilità di tempo e luogo dei vari soggetti;

• Presenza e supporto da parte di un equipe di docenti, che, tramite numero telefonico, rispondeva a problematiche e dubbi degli studenti in difficoltà.

Questo sistema di apprendimento per corrispondenza metteva già in evidenza come l’insegnamento a distanza si sviluppa secondo una modalità che prevede il contatto, anche se non fisico, stretto e continuo tra emittente e ricevente: caratteristica essenziale per questo tipo di approccio alla conoscenza.

Il ricevente andava a ricoprire una funzione fondamentale nell’apprendimento a distanza in quanto il soggetto emittente poteva richiedere ad esso aiuto ogni qual volta si trovasse di fronte una reale difficoltà.

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Da questo primo rudimentale approccio di formazione a distanza, si sono evoluti modelli di comunicazione elettronica in grado di metterci in contatto con tutto il mondo e di superare incredibili distanze.

L’educazione a distanza presenta innumerevoli definizioni quante più sono le modalità del fare educazione. Principalmente viene considerata come un processo che utilizza il PC, o la tecnologia video per eliminare la distanza tra istruttori e studenti, concetto questo che, molto spesso, viene attribuito alla Distance Learning generando così, confusione nel significato e nell’interpretazione tra i due termini.

1.2.2 Distance Education (Educazione a Distanza)

La Distance Education (D.E.) si occupa di proporre e fornire programmi per corsi di laurea, per diplomi di scuola superiore e di adempiere a scopi pratici aziendali, offrendo materiale didattico per classi e per singoli fruitori e supportandoli con programmi di verifica delle capacità raggiunte. L’obiettivo è quello di rendere mobili le conoscenze nelle varie discipline per risolvere i problemi reali, adottando in modo razionale i mezzi di controllo messi a disposizione ed abituando i fruitori ad utilizzare un linguaggio tecnico corretto. La comunicazione è sostanzialmente bidirezionale e grazie a questo sistema la valutazione delle capacità di apprendimento avviene tramite esercizi ed esami in rete utili ad evidenziare eventuali lacune nell’iter formativo dell’utente.

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1.2.3 Distance Learing (Apprendimento a Distanza)

La distance learning (D.L.) è, anzitutto, utilizzata per focalizzare l’attenzione sulle esperienze dello studente piuttosto che sull’insegnamento, dipende dall’istruttore, dallo studente, dal materiale che essi studiano e da come in ultimo questo viene assimilato. La DL può esplicarsi in modo sincrono e asincrono: questo sta a significare che lo studente può interagire con l’istruttore e altri studenti nel medesimo tempo, secondo gli orari stabiliti dai programmatori dei corsi, oppure durante il giorno, secondo le proprie personali necessità di chiarimento o di consulenza, contattando i docenti.

1.2.4 Il Passaggio Storico

La teoria della formazione a distanza (F.A.D.) si caratterizza nella distinzione storica di tre generazioni.

La prima, nata già nell’ottocento negli USA è la scuola per corrispondenza. Questa aveva il fine di fornire, soprattutto agli adulti, un’istruzione di base ed una preparazione professionale altrimenti impossibili, specialmente per i residenti in zone isolate.

La F.A.D. di prima generazione si basava sull’invio per posta di libri, dispense e testi. Ai corsisti era richiesto di restituire dei moduli compilati che servivano per verificare i loro progressi.

Con la nascita del mezzo televisivo, negli anni ‘50 e ’60, queste prime metodologie vennero affiancate dai cosiddetti sistemi di F.A.D. di “seconda generazione”, basati sull’uso di lezioni pre registrate su cassette audio e video e, successivamente, software didattici, CD- ROM, e-mail ed altri supporti.

Nei sistemi di “prima” e “seconda” generazione gli obiettivi principali sono la copertura di ampie distanze geografiche ed il raggiungimento di un

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gran numero di utenti. L’apprendimento non definito come un fatto sociale in cui privilegiare le interazioni fra docenti e studenti quanto, piuttosto, un fatto prevalentemente individuale.

I sistemi di “terza” generazione, invece, considerano il processo sociale l’idea chiave dello sviluppo della formazione a distanza, in questo caso chiamata anche on line education. In tal caso, la maggior parte del processo formativo avviene in rete attraverso l’interazione dei partecipanti in una vera e propria comunità di apprendimento che favorisce sia il superamento dell’isolamento del singolo che la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo. Si supera la definizione di Formazione a Distanza per sostituirla con quella di e-learning che denota la possibilità di apprendere assieme, anche se distanti per luogo e per tempo, in un rapporto paritetico e di scambio non solo tra discenti, ma secondo un modello che prevede un rapporto dinamico, policentrico, tra i diversi soggetti della rete.

L’e-learning modifica sensibilmente i modelli erogativi dell’istruzione a distanza classica, integrando caratteristiche fisiche della didattica a distanza e caratteristiche psicologiche di quella in presenza o tradizionale, accentuando nuove dimensioni con un ruolo maggiormente attivo e partecipativo assegnato ai soggetti, un forte senso di appartenenza e presenza (comunità di apprendimento, classi virtuali) e la possibilità di una maggiore personalizzazione del percorso di apprendimento. Con l’e-learning emerge una nuova filosofia della formazione basata più sul riutilizzo/condivisione della conoscenza già posseduta dai partecipanti e meno sulla trasmissione dal docente al discente.

La FAD di “terza generazione” si avvale, quindi, delle reti telematiche, sfruttando tutte le risorse dell’ICT (information e communication technology) attualmente disponibili ed in continua evoluzione, grazie alle quali non è più l’utente a dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle esigenze e alle conoscenze dell’utente.

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1.2.5 L’E-learning

Con il termine e -learning si vuole indicare l’uso della tecnologia per progettare, distribuire, selezionare, amministrare, supportare e diffondere la formazione, realizzando percorsi formativi personalizzati; è il nuovo modo di studiare e formarsi reso possibile dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

In un processo di e-learning l’attenzione è incentrata sull’utente. L’idea di fondo è che la formazione dovrebbe essere intesa come un percorso al quale l’utente partecipa attivamente; concezione del tutto diversa rispetto a quella promossa dai precedenti sistemi di educazione a distanza, dove la formazione era vista come un processo unidirezionale che partiva dal docente per arrivare al discente.

L’approccio metodologico adottato da un corso in modalità e-learning dovrebbe essere capace di sfruttare tutte le specificità della rete, in particolare l’interattività e la multimedialità. L’utente dovrebbe essere stimolato a giocare un ruolo attivo disponendo di materiali interattivi come strutture ipertestuali navigabili, laboratori virtuali e materiali strutturati in un percorso formativo che sia contestualizzato rispetto all’esperienza personale degli utenti (life-centered), rispetto ai compiti operativi (task - centered) e basato sulla risoluzione di problemi (problem-centered).

L’ erogazione di un’attività di e-learning può avvenire, secondo diverse modalità:

 On-line in modalità sincrona, attraverso lo strumento della classe virtuale in cui gli utenti interagiscono con un docente o tutor della materia. Durante le lezioni live gli utenti possono comunicare, utilizzare materiali in vari formati, navigare sul web sotto la guida del tutor, scrivere su una lavagna, fare dei test, formare gruppi di lavoro guidati;

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 On-line in modalità asincrona, con una fruizione di contenuti interattivi che favoriscono la partecipazione attiva dell’utente singolo, o della classe virtuale, al processo di apprendimento;  Off-line, con l’utilizzo di supporti quali testi cartacei, cd-rom, video,

dvd o altri materiali scaricabili e con possibilità di stampa dei contenuti in formato testo o immagine.

Le risorse umane, intese come capacità di generare nuova conoscenza, sono essenziali per risolvere i problemi complessi della società contemporanea ed internet condivide e costruisce conoscenza fornendo un ambiente standardizzato per l’e –learning.

1.2.6 Formazione in rete: principi di fondo

Dal punto di vista delle singole esperienze, le soluzioni adottabili dal punto di vista tecnico per realizzare formazione in rete possono essere molto differenziate per quanto riguarda i contenuti, le modalità di fruizione, gli strumenti utilizzati, i tempi. Naturalmente, le scelte dipendono tanto dalle finalità e dalle caratteristiche degli utenti quanto dalle risorse a disposizione del fornitore.

Tuttavia, i principi di fondo che ispirano la progettazione della formazione in rete implicano la presenza di caratteristiche comuni alle diverse tipologie: l’interattività, la modularità, la flessibilità, il ricorso a più figure professionali e in particolare a più figure tutoriali.

L’interattività, ovvero la presenza di una forte componente comunicativa,

si realizza con la possibilità di relazionarsi in ogni momento con i docenti/tutor e all’interno del gruppo dei pari per scambiare informazioni, esperienze e materiali: l’esperienza formativa ê basata sulla condivisione delle conoscenze e sul confronto.

Le soluzioni tecniche per consentire l’interscambio sono plurime (ambienti di comunicazione asincrona come forum, mailing list, e-mail o sincrona,

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come chat, videoconferenze, ecc.), ciascuna delle quali presenta punti di forza e aspetti di criticità. L’interattività si realizza anche attraverso una organizzazione e articolazione dei contenuti che preveda la libera esplorazione ipertestuale dei materiali offerti ed infine attraverso la possibilità di verificare il proprio personale percorso attraverso una gamma articolata di operazioni di feed-back.

La modularità, ovvero la suddivisione dei contenuti dell’apprendimento in

“moduli didattici”.

Per modulo didattico si intende un segmento significativo e unitario di un più esteso percorso disciplinare o interdisciplinare in grado di far perseguire, in un arco di tempo definito, obiettivi individuati verificabili ed eventualmente certificabili. Il modulo è a sua volta articolato in ulteriori segmenti unitari (unità didattiche) di numero variabile. Requisito fondamentale del “modulo” è la sua componibilità, ovvero la sua capacità di interagire con altri moduli e di essere suscettibile di progressivi approfondimenti.

• Nell’ambito della formazione on line, generalmente il termine “modulo” designa non soltanto la “porzione” di curricolo con le caratteristiche sopra definite di omogeneità, unitarietà e rispondenza a specifici obiettivi da raggiungere in termini di conoscenza e competenza, ma anche la forma nella quale sono articolati i diversi segmenti. Le specifiche caratteristiche del “modulo on line” sono quindi da un lato mutuate dalla didattica modulare, dall’altro designano anche le modalità in cui i contenuti sono rappresentati in una struttura informatizzata.

Rispetto al modulo didattico in presenza, il modulo informatizzato presenta una maggiore “rigidità” nel senso che deve essere compiutamente organizzato e predisposto preventivamente.

Tuttavia, nelle soluzioni tecnologicamente più avanzate è prevista la possibilità da parte dei docenti di intervenire in modo agile anche in corso

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d’opera con integrazioni e aggiustamenti dei materiali offerti sulla base dei risultati ottenuti dai singoli allievi.

La struttura informatizzata e le potenzialità della rete Internet può facilitare:

• Le operazioni di controllo in itinere, attraverso la possibilità di offrire una vasta gamma di test e verifiche intermittenti (sia a risposta chiusa che aperta) e la tracciabilità dei percorsi d’apprendimento; • La verifica e valutazione delle funzionalità del modulo attraverso

l’analisi della “memoria” del percorso didattico. L’informatizzazione consente infatti una automatica (e perciò altamente accurata e costante) documentazione dell’operatività di tutte le componenti del sistema;

• La realizzazione da parte degli utenti di percorsi differenti, attraverso l’ampliamento dello scaffolding di supporto (piste per l’approfondimento, possibilità di esplorazione ipertestuale di risorse e materiali variamente collegati al modulo).

L’utente in questo modo può muoversi liberamente all’interno di più sistemi ed anche selezionare risorse educative da sistemi differenti. Per raggiungere questo traguardo è stato necessario pensare a dei modelli modulari e condivisi di rappresentazione della conoscenza e di descrizione dei contenuti che hanno portato all’affermazione del concetto di oggetto di apprendimento o “Learning object”.

Gli attributi essenziali di un learning object (LO) sono la modularità e la riusabilità e si rifanno ad esigenze di efficienza ed efficacia nel processo didattico on-line. I LO offrono una soluzione dal punto di vista sia degli utenti sia degli sviluppatori: per gli utenti, in quanto possono offrire una modalità adattiva per la creazione di courseware su misura in base ai bisogni e agli stili di apprendimento propri di ciascuno; per gli autori, in quanto soddisfano le esigenze di condivisione e riutilizzo delle risorse, di facilità di aggiornamento, di risparmio di tempo e costi.

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L’esigenza di dover avere a disposizione contenuti formativi prodotti e riutilizzati facilmente ha fatto sì che il termine “modularità” diventasse una parola chiave dell’apprendimento in rete, intendendo con questo termine la possibilità, per l’appunto, di riorganizzare i contenuti di un corso secondo gli obiettivi formativi e le necessità del soggetto.

L’unità learning object più che un semplice prodotto tecnologico esprime un modo diverso di pensare e di fruire la conoscenza secondo cui i contenuti, svincolati dai supporti tradizionali di comunicazione, diventano fruibili attraverso modalità fluide e immateriali che consentono una riusabilità in situazioni e contesti molto diversi.

La flessibilità, tipici elementi di flessibilità che la F.A.D. introduce nel processo formativo sono:

• La flessibilità di tempo: ciascuno può seguire i corsi negli orari maggiormente compatibili con le proprie disponibilità e secondo i ritmi individuali di apprendimento;

• La flessibilità di spazio: ciascuno segue il corso della propria sede, evitando spostamenti dispersivi e spesso costosi;

• La flessibilità dei materiali proposti: i materiali didattici vengono pubblicati e rilasciati in modalità modulare, per una fruizione agevole e personalizzata e possono essere integrati in itinere.

Il salto di qualità, pertanto, che distingue la “terza generazione” della FAD dalle precedenti è lo spostamento dell’attenzione dai contenuti erogati ai processi che realizzano l’apprendimento basato su una dimensione sociale e costruttiva che vede l’allievo protagonista attivo del proprio percorso formativo. Il concetto chiave intorno al quale ruotano tutti gli aspetti del processo è quello dell’interazione, definibile come possibilità che ha l’utente di influire su di un percorso didattico ed essere a sua volta influenzato in modo più o meno efficace e rispondente alle proprie necessità.

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1.2.7 La formazione online

La formazione on line non consiste semplicemente nell’utilizzo di nuove tecnologie applicate alla didattica tradizionale, attraverso il trasferimento in rete di dispense o “lezioni”, ma è un processo fondato sull’interazione tra persone, sia pure “a distanza”.

L’attività didattica viene impostata in modo che sia l’interazione fra i partecipanti a favorire la crescita collettiva del gruppo con riferimento alla dimensione sociale dell’apprendimento, così come emerge dalle teorie dell’apprendimento collaborativo derivate dalla psicologia cognitiva e dinamica. Ecco che l’espressione “in rete” non si riferisce soltanto all’idea di un ambiente di apprendimento basato su di una rete di computer, ma anche e soprattutto al necessario coinvolgimento di una rete di interrelazioni tra individui.

Tale aspetto assume un ruolo determinante nell’educazione degli adulti, laddove la valorizzazione del vissuto di ciascuno diviene una componente fondamentale dei processi di apprendimento. In generale in ambito educativo, ma soprattutto in presenza di adulti, il discente non deve configurarsi come semplice “destinatario” del messaggio didattico, ma come soggetto attivo che apprende a partire dalle conoscenze e dalle capacità acquisite fino a quel momento, diventando sempre più consapevole e padrone delle procedure attraverso le quali conseguire ogni ulteriore forma di apprendimento. L’accento non è quindi posto sull’insegnamento (l’insegnante, la disciplina) bensì sull’apprendimento e quindi sullo studente/utente.

Lo spostamento d’accento, ormai condiviso nell’ambito della riflessione pedagogica, ma tipico della formazione on line è opportunamente reso dall’espressione e-learning, che sinteticamente coniuga la focalizzazione sul processo di apprendimento con il canale telematico attraverso cui si realizza.

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CAPITOLO 2: L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA 2.1 La formazione continua dei lavoratori

La formazione dei dipendenti, in passato, costituiva spesso una forma di mantenimento del capitale umano disponibile nell’azienda o nell’amministrazione. Essa era spesso svincolata sia dai processi produttivi ordinari, sia dai processi di carriera nei quali i singoli dipendenti potevano essere inseriti. La formazione era relegata, nei casi migliori, a strumento di mero aggiornamento tecnico-professionale.

Ogni elemento culturale più generale era posto al di fuori della sfera di competenza della formazione e, di solito, era lasciato all’iniziativa personale del dipendente.

In questo modo, nel corso degli anni, l’offerta formativa, per un verso, ha perso gradualmente senso fino a divenire uno strumento quasi rituale di motivazione del personale in servizio; mentre, per altro verso, le aziende che hanno voluto, hanno potuto far leva sul capitale personale portato in dote dai propri dipendenti solo in forma opportunistica, accidentalmente e al di fuori di ogni programmazione organizzativa. Questo modello non è funzionale alle esigenze organizzative delle imprese e delle amministrazioni soprattutto in un momento in cui queste ultime devono cambiare per far fronte alle esigenze che provengono dal contesto istituzionale, sociale e tecnologico e modificano i propri assetti professionali interni (per effetto del progressivo ricambio generazionale del personale e del relativo arricchimento del capitale umano disponibile), e sono costrette a competere sul mercato del lavoro per attrarre e trattenere le professionalità più qualificate.

Così anche l’offerta formativa è chiamata ad assumersi nuove responsabilità e, in definitiva, una missione più ambiziosa; proprio per

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questo alla fine del 2001, il Ministro per la Funzione Pubblica ha emanato una Direttiva che indicava alcune linee strategiche lungo le quali organizzare e valorizzare l’offerta formativa all’interno delle amministrazioni pubbliche.

La Formazione non termina più con il Diploma o la Laurea ma è permanente e continua, destinata a un costante riallineamento che tenga conto delle trasformazioni nei modelli organizzativi e negli scenari del business moderno, poiché il lavoro stesso risulta sempre più modificato dall'introduzione delle nuove tecnologie e dalle trasformazioni delle competenze.

Quindi la formazione continua deve rispondere all'esigenza di formare queste nuove competenze: partendo da un costante monitoraggio dei profili professionali richiesti dal mercato e definendo un approccio alla Formazione personalizzabile e implementabile secondo le esigenze di aggiornamento e approfondimento necessarie.

Possiamo quindi dire che la formazione permanente è l'insieme dei processi di apprendimento grazie ai quali gli adulti, dopo la conclusione della prima fase di formazione a scuola, all'università o sul lavoro, sviluppano le attitudini, arricchiscono le competenze, migliorano le qualifiche professionali o le riorientano in funzione dei propri bisogni e di quelli della società. E' diretta sia ai lavoratori occupati, si tratta allora di formazione professionale continua, sia ai disoccupati o a quanti non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro.

Se un tempo era possibile tenere separati il momento dell'apprendimento e della formazione da quello del lavoro come momenti distinti della vita dell'individuo, oggi questo non è più possibile, poiché nessuno, neanche chi si presenta al lavoro con il più ricco curriculum scolastico, riesce a vivere per più di qualche anno dell'eredità che la scuola gli lascia in termini di preparazione professionale. Da qui l'esigenza di continuare a imparare anche durante la vita lavorativa.

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I tempi dell'apprendere e del lavorare non possono più restare separati ma in parte si devono sovrapporre: il tempo del lavoro diventa sempre più anche un tempo di apprendimento di conoscenze e competenze necessarie per mantenersi aggiornati e contribuire sia al proprio sviluppo individuale che a quello dell'azienda in cui si lavora.

La formazione permanente permette di sviluppare l'autonomia e il senso di responsabilità degli individui; di accrescere le conoscenze specializzate e di acquisire qualifiche chiave che facilitano il progresso sociale e tecnologico, oltre a quello professionale e personale.

Per fare questo deve superare il rigido schema cronologico della formazione tradizionale e istituzionale, facendo riferimento ad un percorso culturale e professionale dove l'individuo ritrova il gusto dell'apprendimento al di fuori del sistema scolastico tradizionale. Infatti le persone possono avviare un percorso formativo professionalizzante che comincia dall'apprendimento programmato delle conoscenze e competenze di base fornite dalla scuola, ma che continua dopo l'inserimento lavorativo sotto la forma di formazione sul lavoro attraverso l’affiancamento ad altri, l’alternanza tra momenti di lavoro e momenti di formazione e corsi di aggiornamento veri e propri.

Nel caso di professionalità fuori dal mercato del lavoro, la formazione continua diventa particolarmente importante per la riprofessionalizzazione e la riqualificazione dei lavoratori.

Il tema della formazione permanente, che non è una novità di questi ultimi anni, recentemente ha assunto grande rilevanza. Da tempo, infatti, le strategie educative adottate dalle istituzioni riconoscono valore centrale alla concezione della formazione come processo che interessa le persone durante l'intero arco della loro vita.

La formazione può svolgere una funzione decisiva non solamente, come tradizionalmente accaduto, per aggiornare le conoscenze dei dipendenti, ma anche per accompagnare i processi di innovazione e creare nuove

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culture organizzative capaci di rendere il cambiamento sostenibile anche in futuro.

In questo quadro vanno collocati, dunque, gli indirizzi stabilite nella Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica del 13 dicembre 2001 sulla formazione e la valorizzazione del personale pubblico:

“La formazione è una dimensione costante e fondamentale del lavoro e uno strumento essenziale nella gestione delle risorse umane. Tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire un’elevata qualità dei servizi devono fondarsi sulla conoscenza e sulle competenze. Devono pertanto assicurare il diritto alla formazione permanente, attraverso una pianificazione e una programmazione delle attività formative che tengano conto anche delle esigenze e delle inclinazioni degli individui. I processi di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, la riforma dei Ministeri, il decentramento e il rafforzamento dei livelli di governo, l’attuazione del principio di sussidiarietà e il conseguente nuovo orizzonte delle missioni delle amministrazioni possono realizzarsi solo attraverso il pieno coinvolgimento del personale e la sua riqualificazione. L’attivazione di diversi piani strategici, tra cui quello finalizzato alla realizzazione dell’e-government, sarà possibile solo grazie alla formazione delle risorse umane. Si apre dunque una fase di attuazione e gestione delle riforme normative e di attenzione allo sviluppo delle organizzazioni, che passa attraverso la crescita e la valorizzazione della professionalità e l’utilizzo ottimale dei fondi comunitari, quelli nazionali e regionali, quelli derivanti dai risparmi di spesa e dai processi di esternalizzazione”.

Gli obiettivi della formazione, per le ragioni sopra esposte, non riguardano solamente i contenuti tecnici delle diverse professioni, ma enfatizzano anche altri aspetti di carattere più generale: lo sviluppo di saperi innovativi, la formazione come strumento per favorire una reale maggiore efficacia sul lavoro (capacità) e lo sviluppo di attitudini e comportamenti orientati al miglioramento delle prestazioni.

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La formazione cioè non è intesa solamente come strumento per colmare un qualche gap di conoscenze rilevabile nel curriculum professionale degli individui, ma anche come leva strategica per l’innovazione organizzativa e l’attuazione delle riforme.

La formazione ha quindi tre importanti obiettivi:

1. Soddisfare la domanda di nuove competenze, che scaturisce dalla modernizzazione delle pubbliche amministrazioni e dalle esigenze provenienti dalle imprese e dai cittadini, e la necessità di meglio qualificare i profili attualmente esistenti. Un’analisi aggiornata dei profili professionali mancanti dovrà costituire la base dei programmi di formazione e di riqualificazione del personale delle singole amministrazioni.

2. L’informatizzazione nella pubblica amministrazione e la conseguente riorganizzazione delle amministrazioni, nell’ottica di una maggiore trasparenza e di una migliore organizzazione del lavoro.

3. Assecondare il processo di riforma della dirigenza, accompagnato da un sistema dinamico e pluralista di offerta di alta formazione continua, affinché si possa realizzare una integrazione con il modello manageriale degli altri settori della società e con la dirigenza degli altri Paesi europei.

La riqualificazione del personale, prevista dai contratti collettivi dei diversi comparti, deve essere condotta alla luce degli obiettivi di questa direttiva e, quindi, all’insegna dell’efficienza e dell’efficacia, con la consapevolezza che la formazione deve essere considerata come un vero e proprio investimento di risorse e come tale gestita con attenzione e responsabilità in tutte le sue fasi.

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2.2 La formazione continua in medicina, ECM 2.2.1 Che cosa sono

Quando si fa riferimento alla professionalità di un operatore della Sanità si possono trovare in essa tre caratteristiche fondamentali che sono:

 Il possesso di conoscenze teoriche aggiornate  Il possesso di abilità tecniche o manuali

 Il possesso di capacità comunicative e relazionali

Il mantenimento di queste tre caratteristiche, cioè mantenersi aggiornato e competente è di particolare importanza dato il rapido e continuo sviluppo della medicina ed, in generale, delle conoscenze biomediche, ed anche il continuo aumento delle innovazioni sia tecnologiche che organizzative.

Per fare in modo che gli operatori sanitari siano sempre aggiornati e competenti, sono nati in tutti i Paesi del mondo, i programmi di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.) che comprendono l'insieme organizzato e controllato di tutte quelle attività formative teoriche e pratiche, promosse da Società Scientifiche o Società professionali, Aziende Ospedaliere, o e Strutture specificamente dedicate alla Formazione in campo sanitario, con l’obiettivo di mantenere elevata ed al passo con i tempi la professionalità degli operatori della Sanità.

E’ lasciata naturalmente piena autonomia ad ogni operatore di gestire il proprio aggiornamento, privilegiando comunque, gli obiettivi formativi d'interesse nazionale e regionale. Tale programma inoltre è finalizzato alla valutazione degli eventi formativi, in modo che il singolo medico, infermiere, o altro professionista sanitario possa avere garanzie sulla qualità ed utilità degli stessi ai fini della tutela della propria professionalità e rappresenta quindi uno strumento per ricordare ad ogni professionista

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il suo dovere di svolgere un adeguato numero di attività di aggiornamento e di riqualificazione professionale.

Anche nel nostro paese l’ECM viene attuata per conformare il sistema formativo della Sanità italiana ai principali Paesi dell’Unione europea con l’intento di adeguarsi ai nuovi bisogni di salute della popolazione, che vedono la richiesta da parte dei cittadini della ricerca di uno stato di benessere; questo porta l’utente ad aspettarsi e pretendere servizi quantitativamente e qualitativamente più elevati. Per fare in modo che le Aziende possano adeguarsi a queste nuove richieste, il personale deve essere continuamente formato ed aggiornato, in modo che possano aumentare le transazioni messe in atto al suo interno per far fronte alle nuove richieste di aiuto e di assistenza dei cittadini.

Le attività formative che rientrano nel programma di E.C.M. possono essere distinte in:

1. Attività formative residenziali che risulta essere la modalità di formazione più tradizionale e diffusa per partecipare alla quale l'utente deve recarsi nella sede in cui esse vengono svolte. Queste attività possono essere:

• Congresso/simposio/conferenza/seminario • Tavola rotonda

• Conferenze clinico-patologiche volte alla presentazione e discussione epicritica interdisciplinare di specifici casi clinici • Consensus meeting interaziendali finalizzati alla revisione

delle casistiche per la standardizzazione di protocolli e procedure operative ed alla pianificazione e svolgimento di attività legate a progetti di ricerca finalizzata

• Corsi di formazione e/o applicazione in materia di costruzione, disseminazione ed implementazione di percorsi diagnostico-terapeutici

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• Corso di aggiornamento tecnologico e strumentale

• Corso pratico finalizzato allo sviluppo continuo professionale • Progetto formativo aziendale

• Corso pratico per lo sviluppo di esperienze organizzativo-gestionali

• Frequenza clinica con assistenza di tutore e programma formativo presso una struttura assistenziale

2. Attività formative a distanza, cioè programmi che consentono all’utente di non spostarsi dal luogo di lavoro o dal domicilio, e possono essere svolte sia in gruppo che individualmente, usando materiale cartaceo o informatico. Per questo tipo di attività è previsto un sistema di valutazione con un livello minimo di apprendimento; in altri termini, l'utente deve superare un "test" che comprovi il raggiungimento di un certo livello di apprendimento.

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Gli operatori coinvolti nella attività formative sono elencati nella tabella che segue:

PROFESSIONI

Farmacista

Medico chirurgo, Odontoiatra Veterinario PROFESSIONI SANITARIE INFERMIERISTICHE Infermiere Infermiere pediatrico Ostetrica PROFESSIONI SANITARIE DELLA RIABILITAZIONE

Podologo, Fisioterapista, Logopedista, Ortottista, Assistente di oftalmologia, Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica, Terapista occupazionale Educatore professionale PROFESSIONI SANITARIE

TECNICHE

Tecnico audiometrista

Tecnico di laboratorio biomedico Tecnico di radiologia medica

Tecnico della neuro fisiopatologica AREA TECNICO ASSISTENZIALE Tecnico ortopedico

Tecnico audioprotesista

Tecnico fisiopatologia cardio circolatoria e per fusione cardiovascolare

Igienista dentale Dietista

PROFESSIONI DELLA PREVENZIONE

Tecnico della prevenzione e dei luoghi di lavoro Assistente sanitario

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2.2.2 La normativa

L’esame della normativa relativa all’ECM, deve necessariamente prendere in considerazione il Decreto Legislativo del 30 dicembre 1992 n. 502, che è stato poi integrato dal Decreto Legislativo del 19 giugno 1999 n. 229 recante "Norme per la razionalizzazione del servizio sanitario", introdotto dalla riforma Bindi e che ha formalizzato in Italia l’Educazione Continua in Medicina che, come recita l’art. 16.ter di tale decreto “consiste in attività di qualificazione specifica per i diversi profili professionali attraverso la partecipazione a corsi, convegni, seminari organizzati da istituzioni pubbliche e private accreditate, nonché soggiorni di studio e partecipazioni a programmi controllati e ad attività di ricerca”.

Tale disposizioni sono state dettate per migliorare quelle caratteristiche che il decreto definisce fondamentali per l'operatore sanitario: “Il possesso di conoscenze teoriche aggiornate (il sapere), il possesso di abilità tecniche o manuali (il fare), il possesso di capacità comunicative e relazionali (l'essere)”.

Mediante tale decreto inoltre viene incaricata dell’elaborazione del programma ECM, una Commissione Nazionale per la formazione continua, successivamente costituita con il Decreto del Ministero della Sanità del 5 luglio del 2000, che aveva il compito di definire gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento all’elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostici-terapeutici; i crediti formativi intesi come strumento di misurazione dell’impegno e del tempo dedicato all’aggiornamento professionale da ogni operatore della sanità; i criteri e gli strumenti per il riconoscimento e la valutazione delle esperienze formative; i requisiti per l’accreditamento delle società scientifiche nonché dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività formative. Questa Commissione ha quindi elaborato un programma di educazione continua facendo riferimento alle

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esperienze degli altri paesi dell’Unione Europea e di Stati più avanzati, confrontandosi con gli organismi federativi degli Ordini e Collegi professionali, società scientifiche, associazioni professionali, organizzazioni sindacali di categoria e confederali ed esperti nel settore della formazione.

Il 20 dicembre 2001 è stato quindi sottoscritto un primo accordo sull’ECM per l’anno 2002, per riconoscere alle regioni la possibilità di promuovere il sistema di educazione continua e garantirne la qualità mediante l’individuazione dei bisogni e degli obiettivi formativi regionali e inoltre accreditare progetti formativi e verificarne l’idoneità.

E’ stato quindi stabilito dalla Circolare ministeriale D.O.R.O./Segr. 37 del 5 marzo 2002, che nell’arco dei cinque anni compresi tra il 2002 e il 2006 gli operatori sanitari debbano conseguire 150 crediti formativi, secondo il seguente programma:

2002: 10 crediti formativi – con un minimo di 5 ed un massimo di 20 per un impegno di 8/10 ore di formazione residenziale corrispondenti a 1-2 giorni;

2003: 20 crediti formativi - con un minimo di 10 ed un massimo di 40 per un impegno di 15/24 ore di formazione residenziale corrispondenti a 2-3 giorni;

2004: 30 crediti formativi - con un minimo di 15 ed un massimo di 60 per un impegno di 25/35 ore di formazione residenziale corrispondenti a 3-4 giorni;

2005: 40 crediti formativi - con un minimo di 20 ed un massimo di 80 per un impegno di 30/45 ore di formazione residenziale corrispondenti a 4-6 giorni;

2006: 50 crediti formativi - con un minimo di 25 ed un massimo di 100 per un impegno di 38/62 ore di formazione residenziale corrispondenti a 6-8 giorni.”

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2.2.3 Gli obiettivi formativi

A livello nazionale e regionale la programmazione sanitaria viene attuata mediante piani sanitari e atti amministrativi che dettano le linee di indirizzo al sistema sanitario, nel suo complesso o a specifici settori, per rispondere ai bisogni di salute delle popolazioni e ai problemi esistenti. In questo ambito sono indicati obiettivi di salute e strategie di carattere organizzativo che servono ad orientare le azioni delle strutture, ai diversi livelli, comprese evidentemente quelle di carattere informativo e formativo funzionali al raggiungimento dei risultati previsti.

La formulazione degli obiettivi formativi generali rientra nei Piani formativi nazionale e regionali, mentre la definizione degli obiettivi formativi specifici per gli operatori coinvolti avviene a livello locale e nell'ambito dei singoli progetti formativi.

Si può quindi concludere che gli obiettivi formativi del programma ECM, possono essere riassunti in alcuni punti:

• Qualità assistenziale, relazionale e gestionale dei servizi sanitari • Etica e deontologia dell’intervento del personale sanitaria, anche

in riferimento alle linee guida e alla tutela della privacy • Valutazione degli interventi preventivi e diagnostici

• Formazione interdisciplinare per favorire lo sviluppo dell’integrazione delle attività assistenziali e socio assistenziali • Promozione del miglioramento degli stili di vita

• Comunicazione corretta ed efficace tra il personale e l’utenza • Gestione del rischio clinico

• Formazione multi professionale per il lavoro in team per il trattamento delle disabilità

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2.2.4 Crediti formativi dell’Educazione Continua in Medicina e l’accreditamento

I crediti formativi E.C.M. sono una misura dell'impegno e del tempo che ogni operatore della Sanità ha dedicato annualmente all'aggiornamento ed al miglioramento del livello qualitativo della propria professionalità. Il credito è riconosciuto in funzione sia della qualità dell'attività formativa che del tempo ad essa dedicato in ragione delle specifiche professionalità. A titolo esemplificativo, per quanto concerne i medici, una giornata di formazione completamente dedicata alla E.C.M. - ai massimi livelli qualitativi riconosciuti dalla Commissione nazionale - corrisponde a circa a 10 crediti formativi E.C.M.

Naturalmente, il "valore" in Crediti formativi E.C.M. non deve essere visto dagli organizzatori degli eventi formativi come elemento di "giudizio" sul valore scientifico globale della manifestazione; esso indicherà invece esclusivamente la rilevanza professionale (o la non rilevanza) di quella particolare manifestazione ai soli ed esclusivi fini del programma nazionale di E.C.M., anche alla luce degli obiettivi formativi d'interesse nazionale.

I Crediti formativi E.C.M. sono espressi in numeri interi: ogni attività formativa programmata, ossia ogni evento formativo, si vedrà assegnato un numero di Crediti formativi E.C.M. calcolato sulla base di una serie di indicatori appositamente definiti (griglia di valutazione).

Il programma ECM prevede l'attribuzione di un numero determinato di crediti formativi per ogni area specialistica medica e per tutte le professioni sanitarie. La Commissione ha ritenuto opportuno prevedere una progressione nel numero di crediti acquisibili annualmente, istituendo un programma definito per i cinque anni a partire dal 2002 fino al 2006; dovevano essere conseguiti progressivamente fino ad un totale di 150 crediti formativi.

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In data 1° agosto 2007 l'accordo Stato–Regioni concernente il Riordino del sistema di Formazione continua in Medicina. Nell'accordo è riportato, tra l'altro, che ogni professionista sanitario deve acquisire 150 crediti formativi nel triennio 2008-2010 secondo la seguente ripartizione: 50 crediti/anno (minimo 30 e massimo 70 per anno) per un totale di 150 nel triennio 2008-2010. In particolare, dei 150 crediti formativi del triennio 2008-2010, almeno 90 dovranno essere "nuovi" crediti, mentre fino a 60 potranno derivare dal riconoscimento di crediti formativi acquisiti negli anni della sperimentazione a partire dall'anno 2004 fino all'anno 2007. In data 5 novembre 2009 è stato siglato l'Accordo Stato–Regioni concernente "Il nuovo sistema di formazione continua in medicina", nel quale viene stabilito quanto segue: "La quantità di crediti ECM che ogni professionista della sanità deve acquisire per il periodo 2008-2010 è di 150 crediti ECM sulla base di 50 (minimo 25, massimo 75) ogni anno. Per questo triennio possono essere considerati, nel calcolo dei 150 crediti, anche 60 crediti già acquisiti negli anni precedenti."

Nell'Accordo Stato-Regioni siglato il 19 aprile 2012 è riportato quanto segue: "In considerazione del contesto generale e ritenendo comunque opportuno confermare il debito complessivo dei crediti a 150 per il triennio 2011-2013 (50 crediti annui, minimo 25 massimo 75) si prevede la possibilità per tutti i professionisti sanitari di riportare dal triennio precedente (2008-2010) fino a 45 crediti.

Per quanto riguarda i professionisti sanitari operanti nel territorio abruzzese colpito dal terremoto del 2009, in base alla determina della Commissione nazionale per la formazione continua, il debito formativo per il 2011 è di 30 crediti di cui obbligatori 15."

La Commissione nazionale per la Formazione Continua ha determinato che il debito formativo per tutte le professioni è di 150 crediti anche per il triennio 2014-2016. Il debito formativo individuale può però variare applicando i criteri fissati dalla Determina della CNFC del 17 Luglio 2013.

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In base a tali criteri chi ha acquisito almeno 101 crediti nel triennio precedente ha diritto ad uno "sconto" di quarantacinque crediti. Occorre poi tenere presente che mentre per i liberi professionisti non esiste una calendarizzazione annuale vincolante, i lavoratori dipendenti (o parasubordinati) sono tenuti a rispettare una pianificazione di 50 crediti/anno salvo eventuali riduzioni od esoneri. Diversamente dal triennio precedente tutti i crediti possono essere ottenuti mediante la partecipazione a corsi FAD senza più alcuna limitazione.

Tra le novità del 2014 vi è inoltre la sperimentazione nazionale del 'dossier formativo' gestita dal COGEAPS, il consorzio di gestione dell'anagrafe delle professioni sanitarie. Scopo del progetto è quello di valorizzare al meglio, dopo una fase sperimentale di assestamento, il percorso del professionista nel conseguimento del suo fabbisogno formativo. Il dossier sarà composto dinamicamente in autonomia da ciascun professionista a partire dall'individuazione degli obiettivi formativi nazionali e, nelle intenzioni, dovrebbe consentire di valutare nel tempo la coerenza oltre che la costanza della formazione.

Dal 2017 ci saranno nuovi criteri per l’attribuzione dei crediti agli eventi, ad esempio alla formazione sul campo verranno riconosciuti un numero

maggiore di crediti ECM.

Nel triennio 2017-2019, vengono confermati dalla CNFC 150 crediti complessivi, ma si abolisce il limite di minimo 25 e massimo 75 crediti l'anno. Ogni professionista potrà liberamente organizzare la distribuzione triennale dei crediti acquisiti. Dal 2017, viene poi introdotto un criterio che premia la regolarità formativa pregressa: chi ha acquisito da 80 a 120 crediti ECM tra il 2014 ed il 2016, avrà una riduzione di 15 crediti per il nuovo triennio (riduzione da 150 a 135). Chi, invece, ha acquisito da 121 a 150 crediti nel triennio che volge al termine, avrà una riduzione di 30 crediti tra il 2017 ed il 2019 (da 150 a 120). Documento Delibera CNFC

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in merito assegnazione crediti. Per questo triennio possono essere considerati, nel calcolo dei 150 crediti, anche 60 crediti già acquisiti in precedenza.

Le condizioni per il riconoscimento dei crediti sono i seguenti:

 Almeno il 40% dell’obbligo formativo individuale acquisito come partecipante a eventi ECM

 Autoformazione: massimo il 10% dell’obbligo formativo individuale  Formazione reclutata: massimo 1/3 dell’obbligo formativo

individuale.

Altro elemento di rilievo è che ciascun professionista dovrà fare almeno il 40% di formazione accreditata (provider) per il rimanente 60% ha la possibilità di utilizzare percorsi formativi scelti individualmente, facendo riferimento ai crediti individuali (tutoraggi, pubblicazioni scientifiche, etc.).

2.2.5 Il Co.Ge.A.P.S.

Il Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) è un organismo che riunisce le Federazioni Nazionali degli Ordini e dei Collegi e le Associazioni dei professionisti coinvolti nel progetto di Educazione Continua in Medicina.

Il Co.Ge.A.P.S. nasce per essere lo strumento attuativo della Convenzione stipulata con il Ministero della Salute che prevede la realizzazione di un progetto sperimentale per la gestione e certificazione dei crediti formativi ECM, l'istituzione di una anagrafe degli professionisti sanitari e l'allestimento di un servizio tecnico permanente di aggiornamento dedicato ai rapporti con gli enti pubblici.

Il Co.Ge.A.P.S., in particolare, ha per oggetto:

La realizzazione di un progetto unitario e condiviso per la gestione e la certificazione dei crediti formativi acquisiti dai singoli professionisti della

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salute sulla base dei criteri e delle modalità stabiliti dalla Commissione Nazionale ECM nell'ambito del progetto nazionale di Educazione Continua in Medicina;

• La realizzazione di un sistema operativo unitario per la gestione e la certificazione dei crediti formativi;

• La gestione operativa del sistema unitario in fase sperimentale e in fase applicativa in condizione di parità tra tutti i consorziati, compreso il reperimento di finanziamenti e tecnologie per i medesimi;

• La realizzazione di studi e di progetti di fattibilità in relazione alle singole attività dei consorziati ed a favore di questi ultimi in materia di ECM.

In particolare il progetto sperimentale prevede:

• La gestione dell'anagrafe centralizzata che integrata con i sistemi locali dei singoli ordini professionali si ponga come unico compito quello di favorire una visione unica e globale dell'operatività senza eludere né togliere le competenze demandate legalmente a ciascun ordine professionale.

Il portale internet, un punto di riferimento non solo per i professionisti sanitari relativamente a funzionalità di anagrafica ed ECM ma vuole anche essere uno strumento per una migliore comunicazione istituzionale e professionale. Il portale costituisce, inoltre, un punto di accesso per l'erogazione dei servizi di anagrafica e di ECM poiché è un sistema predisposto per l'autenticazione e la profilazione degli utenti a garanzia delle Istituzioni di riferimento.

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2.2.5 L’Age.na.s.

L’acronimo Age.na.s. sta per “Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali”. È un ente pubblico non economico, istituito nel 1993, che supporta il SSN e i sistemi sanitari regionali, per lo sviluppo del sistema salute.

Svolge attività di ricerca, monitoraggio, valutazione, formazione ed innovazione con l’obiettivo di migliorare le prestazioni sanitarie e l’organizzazione dei servizi.

Age.na.s. opera in 6 diverse aeree, ognuna delle quali tratta tematiche differenti. Le aree sono:

 Monitoraggio e valutazione: monitora i servizi erogati dal SSN e ne valuta l’efficacia, la disponibilità delle prestazioni sul territorio, gli esiti ed il coinvolgimento del cittadino. Gli strumenti che utilizza sono:

 Lea: Age.na.s. monitora i livelli essenziali di assistenza, valutando che sia rispettata l’equità e che le organizzazioni siano in grado di assicurare i Lea in maniera uniforme ed equa.

 Spesa sanitaria: il ministero della salute si avvale di Age.na.s. per il monitoraggio dell’analisi della spesa sanitaria; valuta le prestazioni erogate e le caratteristiche di qualità, efficienza ed equità.

 PNE: il programma nazionale di valutazione esiti è un’attività del SSN svolta da Age.na.s. per conto del Ministero della Salute ed in collaborazione con le regioni. Valuta gli esiti delle prestazioni sanitarie erogate sul territorio sia nelle strutture pubbliche che private. L’obiettivo della valutazione degli esiti è quello di migliorare l’efficacia e l’equità del SSN.

 Empowerment del cittadino: l’empowerment è l’indice di soddisfazione e valutazione del cittadino nei confronti dei servizi

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sanitari e la sua partecipazione nelle decisioni che riguardano la sua salute. Age.na.s. promuove il coinvolgimento attivo dei cittadini.  Qualità e appropriatezza: Age.na.s. opera a livello nazionale ed

internazionale attraverso attività di ricerca, al fine di migliorare i programmi di accreditamento, di valutazione e promozione della qualità. In particolare, svolge attività nei seguenti ambiti:

 Accreditamento

 Rischio clinico e sicurezza del paziente  Tempi e liste di attesa

 Reti e percorsi oncologici

 Linee guida clinico–organizzative

In questi ambiti, Age.na.s. organizza e coordina gruppi di studio e ricerca, promuove la ricerca sui temi di qualità, sicurezza ed appropriatezza e formula relazioni finali sulle rilevazioni effettuate.

Health technology assessment (HTA): l’HTA è un approccio multidisciplinare e multidimensionale che va ad analizzare le implicazioni medico–cliniche, sociali e organizzative di una tecnologia, valutando le varie dimensioni fra cui efficacia, sicurezza, costi, impatto sociale ed organizzativo.

L’HTA valuta gli effetti reali o potenziali di una tecnologia e l’impatto che questa può avere sul sistema sanitario (anche a livello economico) e sulla società. L’HTA prende in esame dispositivi medici, attrezzature tecnologiche e procedure.

L’ Age.na.s. collabora con il programma Ecm e tiene una banca dati dei provider accreditati organizzatori di eventi ECM.

L’Agenzia è chiamata a svolgere il ruolo di “supporto tecnico-operativo alle politiche di governo condivise tra Stato e Regioni per lo sviluppo e la qualificazione del Servizio sanitario nazionale" (Conferenza unificata 20 settembre 2007).

Riferimenti

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