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Smart City e Mobilità Intelligente: prospettive e criticità

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Academic year: 2021

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Facoltà di Economia e Management

Corso di laurea magistrale in Strategia, Management e

Controllo

Smart City e Mobilità Intelligente: prospettive e criticità

Relatore Candidato

Prof. Zarone Vincenzo Ilaria Frittella

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2 INDICE

INTRODUZIONE ... 4

CAPITOLO 1 ... 7

SMART CITY: ASPETTI PREVALENTI ... 7

1.1 Definizione Smart City ... 7

1.2 Vantaggi individuali e collettivi ... 11

1.3 Attori Smart city ... 16

CAPITOLO 2 ... 22

SMART CITY: AMBITI DI VALUTAZIONE ... 22

2.1 La Smart City secondo Giffinger ... 22

2.2 Smart Mobility ... 29 2.3 Smart Environment ... 34 2.4 Smart People ... 37 2.5 Smart Living ... 38 2.6 Smart Governance ... 40 2.7 Smart Economy ... 46 CAPITOLO 3 ... 49

SMART CITY: CONTESTO NAZIONALE E EUROPEO ... 49

3.1 Iniziative “smart” in Italia ... 49

3.1.1 Riferimento normativo: Decreto crescita 2.0 ... 49

3.1.2 Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ... 52

3.1.3 Osservatorio Nazionale Smart city ... 55

3.2 Misurare l’intelligenza di una città in Italia ... 56

3.2.1 Importanza delle metriche “smartness” ... 56

3.2.2 Between Smart City Index ... 58

3.2.3 Forum PA ICity Rate ... 63

3.2.4 ANCI Osservatorio Nazionale Smart city ... 70

3.3 Esperienza Europea ... 70

3.3.1 Cenni: Strategia di Lisbona ... 70

3.3.2 Riferimento normativo: “Europa 2020” ... 73

(3)

3

CAPITOLO 4 ... 80

CASO DI STUDIO ... 80

4.1 Pisa Smart Mobility ... 80

4.1.1 Strumenti di “Smart Parking” ... 85

4.1.2 Smart Moving System ... 87

4.1.3 Progetto E-Mobility ... 88

4.1.4 Cosa non è Smart Mobility ... 90

4.2 Bikesharing: cause e diffusione ... 93

4.2.1 Il sistema Bikesharing in Italia ... 96

4.2.2 Best pratice: “Ciclopi” ... 98

CONCLUSIONI ... 111

BIBLIOGRAFIA ... 113

SITOGRAFIA ... 117

(4)

4

INTRODUZIONE

La recente e imminente crescita della popolazione urbana, insieme ai forti cambiamenti economici e l’ascesa degli strumenti tecnologici hanno comportato molte sfide e opportunità per i servizi offerti dalle società.

Per quanto concerne il primo aspetto, a causa del forte incremento demografico degli ultimi anni la qualità della vita di miliardi di persone dipenderà dalla capacità di risparmiare energia, riducendo le emissioni nocive, migliorando le condizioni di vita e aumentando la sicurezza dei cittadini. Nella maggior parte dei casi, le risorse (come acqua, energia, sanità, istruzione ecc.) sono limitate e spesso mal gestiste in aggiunta è necessario porre costantemente sotto controllo aspetti importanti come l’inquinamento e il riscaldamento globale, che potrebbero comportare problematiche respirative, alluvioni intense e violenti tempeste.

Oggi le città ospitano circa la metà della popolazione mondiale e si prevede che nell’anno corrente più persone vivranno nelle città che nelle zone rurali, generando cosi

forti sfide per quanto riguarda servizi e infrastrutture1.

Secondariamente l’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito della comunicazione e dell’informazione (ICT) allineato con l’effettiva riduzione dei costi di piattaforme digitali come ad esempio dispositivi mobile a basso costo, social media gratuiti e soluzioni economiche per gestire grosse quantità di dati, offrono alle città migliori opportunità e gli strumenti per capire, comunicare e prevedere le funzioni urbane (IBM,

2009; Best, 2013).

Le città stanno acquisendo un’importanza sempre maggiore, visto che sono abitate

dalla metà della popolazione mondiale, consumando l’80% di energia e producendo il 70% di anidride carbonica sul totale a livello mondiale.

1 G. Bartoli, R. Fantacci, F. Gei, D. Marabissi and L. Micciullo, A novel emergency management platform

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5

Ad oggi l’interesse prevalente delle autorità, dei produttori, dei servizi in tutto il mondo è la corretta introduzione di soluzioni smart nell’ecosistema urbano per contribuire alla creazione di una città intelligente attraverso l'uso combinato di sistemi software, infrastrutture di rete e dispositivi degli utenti, soddisfacendo in questo modo la totalità delle sfide sociali e dei nuovi bisogni emergenti come sviluppo di modelli urbani più integrati ed inclusivi, gestione strategia delle risorse naturali, nuovi modelli di mobilità, migliore qualità della vita.

L’approccio proposto dalla “smart city” è indicato come una vera e propria soluzione strategica necessaria per il raggiungimento di una crescita economica sostenibile, ricorrendo all’uso delle nuove tecnologie per ottimizzare gli aspetti ambientali (gestione dei rifiuti, trasporti, governo delle risorse naturali e produzione di energia) e sociali

(istruzione, sicurezza, pianificazione urbana).2

In particolare una città intelligente può essere vista come un insieme smart di infrastrutture e servizi progettata seguendo i seguenti punti3:

Gestione della città, migliorando la qualità dei servizi offerti, riducendo i costi e

introducendo una prevalente partecipazione dei cittadini. Importanza di una delineata e chiara consapevolezza sulla modalità di corretto utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla comunità.

• Istruzione, consentendo l'uso della tecnologia per aumentare l'accesso, migliorare la qualità e la riduzione dei costi.

• Assistenza sanitaria, che consente diagnosi e risposte più precise e rapide a situazioni di emergenza.

2 http://www.padovasoftcity.it/wp-content/uploads/WP1 data di consultazione 18/02/19.

3 G. Bartoli, R. Fantacci, F. Gei, D. Marabissi and L. Micciullo, A novel emergency management platform

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6

• Conservazione, le piattaforme di comunicazione consentono di archiviare e condividere i dati per la diagnosi e la ricerca.

• Trasporto, miglioramento dei servizi, gestione del traffico nelle aree trafficate e allo stesso tempo riduzione di costi. L'obiettivo è ridurre la congestione del traffico incoraggiando l'uso di mezzi di trasporto pubblici.

• Ambiente, miglioramento delle condizioni ambientali, limitazione delle fonti di inquinamento, aumento delle aree verdi, fornire servizi sanitari diffusi, ecc. • Economia, promozione dell'innovazione, produttività, esportazione, ecc.

• Sicurezza pubblica, migliorando la capacità di monitoraggio e previsione degli ambienti critici derivanti da cause naturali o attacchi terroristici. Utilizzo di informazioni in tempo reale per rispondere rapidamente alle emergenze e alle minacce4.

4 G. Bartoli, R. Fantacci, F. Gei, D. Marabissi and L. Micciullo, A novel emergency management platform

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7

CAPITOLO 1

SMART CITY: ASPETTI PREVALENTI

1.1 Definizione Smart City

Non esiste un modo univoco per definire una città intelligente ma bensì le definizioni di smart city sono numerose e spesso le stesse istituzioni, regioni o singoli progetti affrontano il tema in modo comune ma con modalità differenti. Nel corso degli ultimi anni, si è passati dal definirla città digitale a città inclusiva, sostenibile e migliorativa nell’ambito di qualità della vita, ciò che realmente accomuna le diverse definizioni di smart city attribuite dalla letteratura sono gli asset che la caratterizzano qualità della vita, ambiente, salute, sicurezza, inclusività e partecipazione attiva del cittadino alla programmazione e gestione dei cambiamenti della società in cui vive e lavora. 5

Analizziamo ora qualche definizione di smart city presente nell’odierna letteratura per

ottenere un maggiore comprensione del vero significato di città intelligente. Secondo gli studiosi A.Meijer e MPR Bolivar vi sono tre possibili definizioni ideal-

tipiche:

1. città intelligenti come città che utilizzano tecnologie intelligenti (focus sull’aspetto tecnologico);

2. città intelligenti come città con persone intelligenti (focus sulle risorse umane); 3. città intelligenti come città con una collaborazione intelligente (focus sulla

governance). 6

5 ABB e The European House Ambrosetti, Smart Cities in Italia: un’opportunità nello spirito del

Rinascimento per una nuova qualità della vita, 2012.

(8)

8

Figura 1 Definizione di “Smart city”7

La Figura 1 mostra le analisi effettuate per comprendere se la definizione di città intelligente rientra in modo chiaro all’interno di questi tre ideal-gruppi o se vi è una combinazione di queste prospettive; si evince, da molti documenti presenti nella sovrastante tabella, una non chiarezza nella presentazione di un significato univoco di smart city.

All'interno del gruppo di documenti che attribuiscono una definizione vi è un numero uguale di documenti con un focus tecnologico e con una combinazione di due o tre elementi e meno documenti con un focus esclusivo su risorse umane o governance.8

Nel gruppo di pubblicazioni con un focus tecnologico, gli autori sottolineano l’importanza delle nuove tecnologie come punto di partenza per il concreto rafforzamento del sistema urbano. Le tecnologie, oggetto preminente delle suddette pubblicazioni sono varie, spaziano dalle tecnologie (smart grid) per il trasporto di sistemi e sistemi di regolazione del traffico all’utilizzo delle TIC (tecnologie dell’informazione e comunicazione).9

7 A Meijer, MPR Bolivar, International Review of Administrative Sciences Vol. 82(2) 392–408, 2016. 8 A Meijer, MPR Bolivar, International Review of Administrative Sciences 2016, Vol. 82(2) 392–408, 2016. 9Odendaal N, Information and Communication Technologies (ICTs) and local governance: Understanding

the differences between cities in developed and emerging economies. Computers, Environment and Urban

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9

Washburn et al. (2010) definiscono una città intelligente come "l'uso di tecnologie di

smart computing per la realizzazione di componenti e infrastrutture critiche di una città

interconnessi ed efficienti includendo amministrazione cittadina, istruzione, sanità, sicurezza pubblica, proprietà immobiliari, trasporti e servizi pubblici"10.

Aurigi (2005) invece sostiene, anche se vi sono molte diverse prospettive sulle città intelligenti, la preminenza e centralità delle TIC (tecnologie dell’informazione e comunicazione) per il funzionamento della città odierna o futura11.

Molti autori evidenziano oltre l’aspetto tecnologico, questioni sociali come l'importanza dello sviluppo urbano guidato dalle imprese, il ruolo delle industrie creative nella crescita urbana, l’importanza del capitale sociale nello sviluppo urbano e nella sostenibilità urbana.

Le pubblicazioni focalizzate prevalentemente sulle risorse umane non ignorano la tecnologia ma l'attenzione è posta in maniera maggiore sulle persone intelligenti come elementi centrali per il funzionamento delle smart cities.

Il concetto di smart city in questo filone è basato principalmente sulle caratteristiche detenute da “abitanti intelligenti” in termini di livello di istruzione e proprio

quest’ultimo aspetto è visto come il principale motore della crescita urbana.12

In questo contesto le città intelligenti sono quindi viste come aree metropolitane composte da gran parte della popolazione adulta laureata. 13

10 Washburn D, Sindhu U, Balaouras S, Dines RA, Hayes NM and Nelson LE, Helping CIOs Understand

‘Smart City’ Initiatives: Defining the Smart City, its Drivers, and the Role of the CIO, Cambridge, MA:

Forrester Research, 2011.

11Aurigi A, Making the Digital City: The Early Shaping of Urban Internet Space Farnborough: Ashgate, 2005.

12 Lombardi P, Giordano S, Farouh H and Yousef W, Modelling the smart city performance. Innovation: The

European Journal of Social Science Research 25(2): 137–149, 2012.

13 Shapiro JM, Smart cities: Quality of life, productivity, and the growth effects of human capital. Review of

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10

Le pubblicazioni centrate sulla governance evidenziano le interazioni tra varie parti interessate, le smart city sono basate su una prospettiva focalizzata sia sull'utente (cittadino) sia su altri soggetti interessati (stakeholders) ad altri concetti di città.14

Questa prospettiva evidenzia l'importanza di collegare i centri di conoscenza

alle prospettive di azione di vari attori della città per creare "centri di innovazione".15

Le combinazioni tra questi tre elementi: tecnologia intelligente, persone intelligenti e collaborazione intelligente sono fulcro di un elevato numero di articoli citiamone alcuni: Hollands (2008) sottolinea che le città intelligenti richiedono non solo tecnologie sofisticate ma anche l'input informativo di vari gruppi di persone.16

Giffinger et al. (2007) presentano un'elaborata discussione sul tema della città intelligente attraverso l’identificazione di sei caratteristiche, partendo dall’utilizzo di determinanti fonti come persone intelligenti, governance intelligente ottenendo economia intelligente, mobilità intelligente, ambiente intelligente e vita intelligente.17

Una definizione sofisticata è stata ideata anche da Caragliu et al. (2011: 70): "Crediamo che una città sia intelligente quando investe in capitale umano, sociale in comunicazioni tradizionali (trasporti), moderne (TIC) e infrastrutture di nicchia alimentando una crescita economica sostenibile e un'alta qualità della vita, con una gestione oculata delle risorse naturali, tramite un governo partecipativo ".18

Come già precedentemente segnalato non siamo ancora giunti ad una definizione comune di smart city, le definizioni sono molteplici a causa dei diversi interessi delle

14 Calderoni L, Maio D and Palmieri P, Location-aware mobile services for a smart city: Design,

implementation and deployment. Journal of Theoretical and Applied Electronic Commerce Research 7(3):

74–87, 2012.

15 Kourtit K, Nijkamp P and Arribas D, Smart cities in perspective – a comparative European study by means

of self, 2012.

16 Hollands R, Will the real smart city please stand up? Intelligent, progressive, or entrepreneurial? City

Analysis of Urban Trends, Culture, Theory, Policy, Action 12(3): 303–320, 2008.

17 Giffinger R, Fertner C, Kramar H, Meijers E and Pichler-Milanovic ́N, Smart Cities: Ranking of European

Medium, 2007.

18 Caragliu A, Del Bo C and Nijkamp P.Smart cities in Europe. Journal of Urban Technology, 18(2): 65–82, 2011.

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11

varie parti coinvolte, dell’inclusione di un significato particolarmente profondo e dei vari ambiti che il tema abbraccia; la città intelligente non è solamente una città “hi-tech”, bensì una realtà in cui sono gestite oculatamente le risorse energetiche, ambientali,

economiche e molto altro.19

Tuttavia, una breve rassegna della letteratura definisce le smart cities sono aree urbane future che mirano ad aiutare gli esseri umani a superare i loro problemi attraverso l’utilizzo delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (ICT) per migliorare la funzione urbana nei suoi diversi aspetti, richiedendo una forte collaborazione delle parti interessate.20

1.2 Vantaggi individuali e collettivi

Un’importante osservazione viene proposta da un docente del Politecnico di Torino (Dipartimento di Architettura e Design), Roberto Pagani, inserendo alcune variabili urbane in un sistema cartesiano in cui è rappresentato il rapporto tra il vantaggio individuale e quello collettivo sono state individuate quattro tipologie di città. Secondo tale schema interpretativo la smart city può essere definita come l’unico modello di realtà urbana in grado di realizzare contemporaneamente sia il vantaggio dell’intera comunità sia quello del singolo cittadino, a differenza delle altre tre tipologie che possiedono almeno una componente di svantaggio.21

19 https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/smart-city-citta-futuro-intelligenti-346.html data di consultazione 9/04/19.

20 J. Breuer, N. Walravens, P. Ballon, Smart City: planning for energy, transportation and sustainability of

the urban system, 2014.

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Figura 2 “Modelli di città”22

La figura 2 mostra la suddivisone delle città in 4 grandi categorie (ciascuna con determinate caratteristiche) sulla base di vantaggi, collettivi ed individuali, che le città stesse sono in grado di offrire:

• Dannosa, la città dannosa rappresenta l’ipotesi peggiore, pericolosa e improduttiva, generatrice contemporanea di uno svantaggio collettivo ed individuale, ne sono esempi l’obsolescenza degli impianti energetici del patrimonio pubblico, la mobilità inquinante, le costose ed inefficaci infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti.

• Pirata, si realizza un vantaggio esclusivamente individuale, relativo ad una ristretta parte di cittadini, generando un danno alla collettività soprattutto sotto la sfera economica e sociale ne sono un esempio l’uso diffuso del mezzo di

22http://www.padovasoftcity.it/wpcontent/uploads/WP1Analisi_del_contesto_Smart_City_nel_mondo_v2.0 .pdf data di consultazione 9/04/19.

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13

trasporto privato che viene preferito a soluzioni più sostenibili come il trasporto pubblico o il car sharing.

• Pioniera, i cittadini accettano uno svantaggio individuale pur di garantire dei benefici e dei miglioramenti della comunità con la quale si interfacciano. In questo caso vengono compiute scelte lungimiranti, che risultano però scarsamente sostenibili dal punto di visto economico per il singolo come l’utilizzo di auto elettriche o di carburanti alternativi.

• Smart, intesa anche come una sorta di evoluzione in positivo della città pioniera, è la città che realizza il vantaggio individuale ed al tempo stesso anche quello collettivo. Tra i quattro scenari urbani possibili, rappresenta quindi quello migliore, basato su una logica win-win: vince il pubblico se vince il privato, vincono contemporaneamente sia la collettività che l’individuo. 23

Il concetto di vantaggio collettivo o individuale acquisisce significati diversi in base alla tipologia di stakeholder. Per l’amministrazione locale rappresenta valore riuscire a garantire un’elevata qualità della vita alla comunità, contenere i costi per i servizi, promuovere iniziative e obiettivi sostenibili. Le imprese sono per lo più interessate a massimizzare i guadagni e perseguire la produttività. Per i cittadini, invece, è importante poter usufruire di servizi efficienti, migliorare la propria qualità di vita e riuscire a risparmiare il proprio denaro24.

23 Pagani R., Smart Cities (Senato della Repubblica).

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14

Per esprimere pienamente il valore di una smart city, le città devono essere in grado di realizzare tre diversi obiettivi:

• Massimizzare l’efficacia dei progetti singoli.

In questo caso lo stadio di partenza (in cui si trovano la maggior parte delle città su scala mondiale) è rappresentato da progetti specifici per esempio investimenti in ICT applicati alle singole infrastrutture (edifici intelligenti, logistica e trasporti…) nei quali tendiamo a massimizzare l’efficacia (capacità di raggiungimento dell’obiettivo prefissato).

• Ottenere economie di scala e di scopo.

I costi di produzione possono essere minimizzati sia con le economie di scala

che con le economie di scopo.

Le economie di scopo si realizzano quando la produzione congiunta di due o più prodotti risulta più conveniente rispetto alla produzione separata di ciascuno di essi, anche se avviene in stabilimenti separati. Se i prodotti sono molto legati, separandoli si rischia di perdere dei vantaggi.

Le economie di scala, fenomeno in forza del quale all’aumentare della scala di produzione (ossia delle dimensioni/ capacità produttiva dell’impianto) si ha come conseguenza un abbattimento dei costi unitari di produzione e un incremento di efficienza.25

• Generare esternalità positive.

La vera smart city è invece quella da cui scaturiscono esternalità positive, le quali si realizzano ogni qual volta si raggiungono benefici incrementali attraverso

ambedue i punti elencati precedentemente.

I due livelli precedenti non sono ancora pienamente sviluppati dalle città Italiane, ma in tutto il mondo si registrano svariati segnali positivi che procedono in questa direzione.

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Le esternalità positive che è in grado di generare una smart city possono essere svariati e relativi a diversi ambiti: economici, sociali e ambientali.2627

I principali benefici individuati sono i seguenti: stimolo all’economia, servizio all’innovazione, coinvolgimento dei cittadini, riduzione delle emissioni di anidride carbonica, aumento della sicurezza pubblica e tutela della salute. Analizziamo ora alcuni dei benefici sopraindicati, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) offrono la possibilità di stimolare il mercato, creando modelli di business e nuove soluzioni come ad esempio le “app competition”, le quali promuovono innovazione coinvolgendo cittadini, aziende e comunità per la creazione di applicazioni Web o mobile usando gli open data.

Le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono anche in grado di reperire in modo ottimale informazioni sull’infrastruttura e sulle attività di una città facilitando l’identificazione e la gestione dei rischi, ad esempio i dati in tempo reale relativi ai flussi dei pendolari forniti dai sistemi di trasporto e dai dispositivi mobile possono aiutare ad ottimizzare l’allocazione dei servizi di sicurezza durante le emergenze.

Informazioni sul clima locale e sul tessuto urbano a Chicago hanno contribuito a mitigare l’effetto "cappa” che gravava sulla città modifiche utili in termini di zone verdi, come la creazione di maggior numero di alberi nei viali.

Oltretutto attraverso una gestione efficiente dei vari asset basata sull’ICT, una città può ridurre l’inquinamento e creare un ambiente più sano, garantendo maggiore benessere agli abitanti, come è successo a Copenaghen. Grazie a sistemi evoluti di controllo delle acque reflue e di previsione della qualità dell’acqua, la capitale della Danimarca è riuscita a risolvere il problema

26 http://www.padovasoftcity.it/wp-content/uploads/WP1 Analisi del contesto Smart city, data di consultazione 22/02/19.

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dell'inquinamento del mare nel proprio porto, che comportava un vero rischio per la salute, trasformando questo spazio nella piscina all’aperto più popolare della città28.

1.3 Attori Smart city

La letteratura, come nella definizione delle smart cities, è molto variabile nell’identificazione chiara e univoca degli attori necessari per la creazione di una città intelligente, analizziamo ora i contributi maggiormente apportati da diversi autori sul suddetto tema.

I principali attori nella creazione di una smart city sono, secondo Leydesdorff e Deakin (2011) l’Università, l’industria e il governo. 29

Successivamente, Lombardi e altri autori (2012) 30, hanno introdotto la società civile

come quarto attore principale. Aoun (2013), in una pubblicazione di Schneider

electric31, introduce investitori privati, fornitori, associazioni e progettisti come altri

soggetti interessati alle smart cities che dovrebbero collaborare insieme32.

CONCERTO, un progetto di ricerca della Commissione Europea, suggerisce che, al fine di creare le smart cities, i responsabili politici dovrebbero riunire tutti gli attori insieme, compresi gli investitori, le autorità locali, i fornitori di materiali, progettisti, urbanisti, sviluppatori, fornitori di energia, imprenditori, ingegneri, gli inquilini e i proprietari (Bahr, 2013)33.Per riassumere, la letteratura suggerisce quattro gruppi principali di

soggetti coinvolti nella creazione di smart cities: Persone, Governo, Imprese / industrie e Università, inoltre sono coinvolti alcuni gruppi laterali, progettisti, sviluppatori, organizzazioni finanziarie. Ciascuno di questi gruppi è costituito da molte parti

28 The climate group, Information marketplaces: the new economics of cities, 2011

29 D. Rachel Lombardi, Donald Lyons, Han Shi, Abhishek Agarwal, Journal of Industrial Ecology,

30 Leydesdorff e Deakin, The Triple-Helix Model of Smart Cities: A Neo-Evolutionary Perspective, 2011. 31 Schneider Electric è un gruppo industriale francese di dimensione internazionale, che produce e propone

prodotti per la gestione elettrica.

32 Michel Aoun, Schneider eletric’s publication, 2013.

33 Bahr, V., What Smart Cities can learn from CONCERTO, Summarising the results of the 58 cities and

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interessate ad esempio il governo comprende i responsabili locali / regionali e le autorità politiche, le autorità municipali e altre autorità comunali e amministrative.

Figura 3 Attori Smart City

La Figura 3 mostra il punto di vista olistico e generale apportato dalla letteratura accademica, identificando persone, aziende / industrie, governo e università come attori

chiave delle smart cities. La letteratura industriale ha un approccio maggiormente pratico e dettagliato attraverso

l'aggiunta di ONG (Organizzazione non governativa), investitori, progettisti e sviluppatori, appaltatori ecc.34

Il modello proposto da PwC (PricewaterhouseCoopers) analizza la mappatura degli

stakeholders in funzione del posizionamento degli stessi rispetto al progetto

valutandone importanza, impatto e capacità di condizionamento (ANCI 2012) suddividendoli in:

• interni (come il team di gestione del progetto e gli sponsor);

34 F. Mosannenzadeh, D. Vettorato, Defining Smart city: a conceptual framework based on keyword

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18

• esterni (come fornitori, utenti, associazioni e cittadini).

Riconducendoli ad altre tre macro-categorie: • Popolazione (divisa in residenti e turisti);

• Imprese (divisa in Piccola media impresa, Finanza, Salute, tic);

• Pubblica Amministrazione (suddivisa in Centrale, Locale, Municipalizzate ed altro).

Questi soggetti vengono poi mappati in funzione di alcuni variabili: importanza, impatto sulla comunità, impatto sul progetto smart cities ed in ragione di questa mappatura si definiscono il grado e le modalità di interazione.

Altra base di riferimento per una corretta definizione degli attori principali di una smart city è data dalla teoria della “Triplica Elica” (Figura 3).

La tesi della “Triplica elica”, che descrive una relazione a rete costituita da rapporti di reciprocità tra i responsabili della conoscenza e della capitalizzazione in un ambiente urbano complesso, inizia ad emergere intorno alla metà degli anni novanta, storicamente ha subito innumerevoli modifiche prima di giungere alla sua forma attuale. In questo approccio le tre “eliche” sono rappresentate da: imprese che creano valore, amministrazione locale che norma gli standard, università e centri di ricerca che producono il capitale intellettuale.

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19

Figura 4 Modello “Triplica elica”

Recentemente un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino (Dipartimento di Scienze, Progetto e Politiche del territorio) ha arricchito questo modello introducendo la società civile come quarta elica del processo urbano, la quale adotta le soluzioni emergenti e agisce determinando, anziché subendo, le interazioni tra governo, industria e mondo della ricerca. Secondo questo approccio il successo di una città dipende in modo particolare dalle sinergie che si vengono a creare tra gli attori coinvolti. 35

La seguente visione italiana completa il percorso verso una smart city intesa come laboratorio per la sostenibilità, in cui le reti intelligenti rappresentano il sistema nervoso di un organismo, ovvero dell’ecosistema urbano: dall’improduttiva dei precedenti modelli basati sulla supremazia dell’ICT si passa a concepire la tecnologia come vettore

35 H. Etzkowitz, The triple helix, 2008.

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di funzioni e relazioni, per abilitare uno sviluppo virtuoso più rispettoso dell’ambiente e dei suoi abitanti.3637

Un ulteriore approccio metodologico viene suggerito dallo studio di Vivek N. Mathur38,

il quale suddivide gli attori della smart city in tre macro-categorie: • coloro che condizionano il progetto;

• coloro che sono condizionati dal progetto; • coloro che ne possono essere interessati;

Queste tre macro-categorie sono poi sviluppate in altre sottocategorie alle quali corrispondono gruppi di individui:

• I soggetti direttamente coinvolti nella realizzazione del progetto (es. professionisti, proprietari, banche e imprese) e coloro che determinano la formazione del contesto del quale il progetto di smartness è implementato (es. autorità centrali, regionali, locali istituti di edilizia urbana, agenzia per l’energia, agenzia per l’ambiente…);

• I soggetti direttamente condizionati dal progetto (es. utenti specifici, inquilini) e coloro i quali possono essere condizionati dalla progettazione complessiva in base al contesto (es. gruppi di comunità locali, associazioni di settore o di categoria…);

• Soggetti indirettamente coinvolti, che potrebbero però essere anche direttamente coinvolti a seconda delle dinamiche future del progetto di smartness, come ad esempio i media, la ricerca e i potenziali clienti o fruitori.

36 P. Lombardi, New challenges in the evaluation of smart cities, 2011.

37 http://www.padovasoftcity.it/wp-content/uploads/WP1- data di consultazione 23/02/19.

38 http://osservatoriosmartcity.it/wp-content/uploads/Vademecum_def_2_light.pdf data di consultazione 23/02/19.

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Altro criterio interessante che consente una mappatura utile degli stakeholders è la valutazione degli utenti in base a due paramenti: l'interesse e l'influenza esercitata dagli stessi soggetti rispetto al progetto. In questo modo è possibile individuare soggetti fortemente strutturati sul territorio (ad esempio nel caso di un attore sia interessato che influente), fino a soggetti potenzialmente deboli, come nel caso di attori molto interessati, ma con scarsa influenza sul processo39.

39 http://osservatoriosmartcity.it/wp-content/uploads/Vademecum_def_2_light.pdf data di consultazione 25/02/19.

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CAPITOLO 2

SMART CITY: AMBITI DI VALUTAZIONE

2.1 La Smart City secondo Giffinger

L’attributo “Smartness” (intelligente) sottolinea il ruolo attribuito dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e l’importanza preminente attribuita ad un insieme organico e multiforme del capitale fisico, economico, sociale e intellettuale. La smart city non dipende unicamente dalla dotazione di infrastrutture materiali della città (capitale fisico) ma anche, in via crescente, dalla disponibilità e qualità della comunicazione della conoscenza e delle infrastrutture sociali (capitale intellettuale e sociale). La “Smartness” è una vera e propria qualità interiore di ogni territorio, città o regione non derivante da un insieme di cambiamenti causali ma da una costante attività di innovazione, interazioni economiche e sociali. Il concetto di “intelligenza” è relativamente articolato e di recente adozione di conseguenza anche la propria misurazione è ardua, nell’arco temporale antecedente la stesura della teoria dei sei assi ad opera del Dr. Rudolf Giffinger non vi era la presenza di un ranking di carattere omogeneo per le diverse smart cities. La presenza di criteri differenti e non coincidenti rendeva difficile la comparazione tra le diverse città intelligenti e ancor di più avere un quadro chiaro della situazione. I criteri adottati precedentemente erano sostanzialmente due:

1. Stato attuale del contesto urbano 2. Sviluppo recente del contesto urbano

Si può facilmente evincere con questa classificazione non consente di valutare i margini di miglioramento né i punti di debolezza di una città e può capitare che una citta con un buono stato del proprio contesto urbano ma con un basso sviluppo recente si trovasse in una posizione inferiore rispetto ad una città con caratteristiche inverse. Alla luce di

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23

quanto sopra esposto il Dr Rudolf Giffinger decide di apportare chiarezza sul seguente aspetto e sull’entità perfetta di una città intelligente.

Il capo progettista del progetto smart cities, professore universitario al Politecnico di Vienna afferma: “Le città di media grandezza costituiscono un gruppo mirato affascinante”40. La dimensione media o ridotta di determinate città comporta notevoli

difficoltà nel mettersi in luce attirando investimenti di finanziatori, molto spesso sono costrette a combattere contro problemi di immagine poiché fortemente oscurate dalle grandi metropoli, nonostante le precedenti criticità esse hanno un enorme potenziale

“smartness” grazie alla propria flessibilità e entità. Il professore universitario del Politecnico di Vienna, il suo team di scienziati in

collaborazione con ricercatori del Politecnico di Delft e dell’Università di Lubiana hanno ideato uno strumento di ranking contenuto nel rapporto “European Smart Cities”, in grado di identificare e misurare le Smart cities attraverso l’utilizzo di sei parametri:

• Mobility • Environment • People • Living • Governance • Economy

Il Dr R. Giffinger formula la sua definizione di Città intelligente nel modo seguente: “Una città di media grandezza viene considerata una smart city quando, basandosi sulla combinazione tra i dati di fatto locali e le attività realizzate da parte dei politici, dell’economia e degli abitanti stessi, presenta uno sviluppo duraturo nel tempo, delle sei caratteristiche sopra citate”.41 Si può intuire facilmente la diversa visione della smart city non più come una mera città digitale o tecnologicamente avanzata ma bensi’ un

40 http://www.smart-cities.eu/download/PT_smartcites_ital.pdf data di consultazione 28/03/19. 41 https://tasc.it/2012/09/14/smart-cities-le-citta-del-terzo-millennio data di consultazione 28/03/19.

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insieme organico e multiforme di capitale fisico, economico, sociale e intellettuale. Il particolare vantaggio apportato da questa tipologia di ranking sta nella sua molteplice

applicabilità, è possibile valutare gli andamenti futuri, effettuare confronti temporali e

capire la variazione di questo tool quando singoli fattori vengono modificati. Il ranking è strutturato su tre livelli, per i sei parametri il team di ricercatori ha definito

31 fattori che a loro volta vengono determinati attraverso 74 indicatori, ad esempio per la caratteristica smart economy il fattore “innovative spirit” gioca un ruolo importante, il quale a sua volta viene determinato dai seguenti tre indicatori: “investimenti per la ricerca e lo sviluppo”, “tasso di occupazione nei settori con forte impegno cognitivo” e “numero relativo di depositi per la domanda di brevetto, in questo modo ad ogni città viene attribuito un gran numero di fattori, tra loro paragonabili, che possono essere ripartiti sulle singole caratteristiche determinando la posizione ranking di ciascuna smart city.

Figura 5 “La struttura dell’analisi"42

42 Rappresentazione personale.

6

characteristics

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factors

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25

L’obiettivo primario di questa analisi è sicuramente l’identificazione dei punti di forza e di debolezza delle singole città intelligenti in settori chiave, lo sviluppo di strategie necessarie per comportare un miglioramento delle performance e rendersi più attraenti verso i diversi investitori.

Figura 6 “Caratteristiche e fattori di una Smart City”43

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26

Tabella 1 “Indicatori di una Smart Economy utilizzati da Giffinger”44

Tabella 2 “Indicatori di una Smart Governance utilizzati da Giffinger”45

44 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007. 45 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007.

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27

Tabella 3 “Indicatori di una Smart People utilizzati da Giffinger”46

Tabella 4 “Indicatori di una Smart Mobility utilizzati da Giffinger”47

46 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007. 47 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007.

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28

Tabella 5 “Indicatori di una Smart Living utilizzati da Giffinger”48

Tabella 6 “Indicatori di una Smart Living utilizzati da Giffinger”49

48 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007. 49 R. Giffinger, Ranking of European medium-sized cities, 2007.

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29

2.2 Smart Mobility

La Smart mobility è una mobilità altamente tecnologica, a misura di cittadino e a basso impatto ambientale (sostenibile)50, come possiamo notare questa definizione include una

serie di elementi chiave:

• Inclusione sociale, implicando facilità d’accesso alle diverse modalità di trasporto, informazioni personalizzate ed in tempo reale ai diversi utenti della città. La mobilità intelligente è uno strumento tramite il quale è possibile rendere più agevole l’accesso alle aree urbane ed avvicinare le periferie al centro delle città. L’utente dei mezzi di trasporto diventa il vero e proprio “attore” della sua mobilità51, è informato sia sulle modalità di percorrenza sia sulle tempistiche in

relazione alle condizioni di viabilità stradale o situazioni di disservizio, diventando un vero e proprio “sensore” e fonte di informazioni per l’intera Comunità tramite la fornitura di feedback in termini di eventi stradali, condizioni di mezzi di trasporto, alternative di viaggio… Possiamo evincere l’importanza detenuta dagli utenti dei diversi mezzi di trasporto, i quali possono essere ritratti come una vera e propria risorsa necessaria per apportare sostanziali miglioramenti in termini di pianificazione, progettazione, manutenzione e gestione della mobilità locale o richiedere l’esistenza di nuovi servizi.

• ICT (interoperabilità), colonna portante di una smart city52 è proprio la presenza

di avanzati supporti tecnologici, questi riescono a cogliere tutte le informazioni relative alla mobility riuscendo, così, a determinare un’ottimizzazione delle rotte, pianificazioni di viaggio intermodale, sistemi che permettono il pagamento o la prenotazione. La raccolta delle informazioni è attuata tramite sistemi di tracciamento, infrastrutture digitali, reti di videosorveglianza e sistemi di

50 https://www.economyup.it/mobilita/ data di consultazione 1/04/19.

51 Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica,

Smart City: uno strumento per le comunità intelligenti, Marzo 2017.

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30

tecnologia assume un vero e proprio ruolo di supporto/integrazione tra l’aspetto informatico/telecomunicativo e l’ingegneria dei trasporti. • Sistemi di trasporto intelligenti, sono un insieme di tecnologie fondate

sull’interazione tra informatica, telecomunicazioni e multimedialità, consentendo di affrontare in modo innovativo le problematiche attuali della mobilità pubblica/privata. I sistemi di trasporto intelligenti secondo la Commissione Europea sono:

1. Sistemi in grado di gestire il traffico e la mobilità (offrendo informazioni

realtime sui dati di traffico, sul controllo semaforico, sulla gestione dei

parcheggi ecc…).

2. Sistemi per l’informazione agli utenti (indicazione di percorso e instradamento dei parcheggi, informazioni pre-viaggio, televisione,

internet, call center ecc…).

3. Sistemi per la gestione del trasporto collettivo (monitoraggio e localizzazione delle flotte, servizi a chiamata).

4. Sistemi per l’integrazione modale, fino alla piattaforma per la logistica (sistemi di pagamento con smart-card, sistema distribuzione merci ecc…) 5. Sistema di gestione delle emergenze e degli incidenti.53

Mobilità sostenibile, con questo termine si intende indicare tutti i sistemi di trasporto in grado di ridurre gli impatti ambientali, sociali ed economici prodotti da veicoli privati (inquinamento atmosferico, congestione stradale, degrado aree urbane ecc…) massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la velocità degli spostamenti. Le amministrazioni pubbliche sono le maggiori responsabili della promozione e dell’organizzazione della mobilità sostenibile, gli interventi posti in atto mirano a

53 Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica,

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31

favorire la mobilità alternativa: a piedi, in bicicletta, mezzi di trasporto pubblico (tram, autobus, sistema ferroviario metropolitano), mezzi di trasporto privati condivisi (car

pooling, car sharing) e la combinazione di diversi sistemi di trasporto (trasporto

intermodale).

Rientra all’interno dell’ambito della smart mobility un ulteriore aspetto, il fenomeno

sharing mobility, il quale negli ultimi anni ha avuto una continua evoluzione e un

crescente utilizzo da parte di tutti gli utenti grazie alla nascita e diffusione di piattaforme digitali per l’erogazione e l’ottimizzazione del servizio stesso. Lo sharing mobility, è un fenomeno tramite il quale la mobilità o gli spostamenti da un luogo ad un altro avvengono non utilizzando la propria auto, bicicletta, scooter ma tramite l’utilizzo di servizi di noleggio a ore del mezzo, possiamo notare in questo caso dal lato dell’utente, il privilegio attribuito all’utilizzo di un veicolo a discapito del suo possesso e dal lato business la diffusione di questo nuovo approccio grazie alla nascita di imprese capaci di offrire tale prestazione.54 Un possibile esempio di servizi di mobilità facenti parte di

questo fenomeno appena descritto sono il carpooling, carsharing e il bikesharing, già presenti negli anni 2000, finanziate attraverso l’intervento pubblico volto a scoraggiare l’utilizzo di macchine di proprietà e il conseguente inquinamento che quest’ultime potrebbero creare. Queste tre tipologie di servizi sono accomunate dalla propria essenza ibrida, ovvero sono a cavallo tra trasporto pubblico e privata vediamo ora sinteticamente in cosa si sostanziano:

• Carpooling, un esempio pratico di questo fenomeno è sicuramente “BlaBlaCar”, il quale permette l’uso condiviso di automobili private tre un gruppo di persone, con lo scopo principale di ridurre i costi di spostamento ma anche ottenere enormi effetti benefici in relazione a diversi aspetti: inquinamento, congestione stradale e necessità di infrastrutture. Naturalmente alla base del carpooling vi è una

54 http://osservatoriosharingmobility.it/wp-content/uploads/2016/11/Rapporto-Nazionale-SM_DEF_23_11_2016.pdf data di consultazione 2/04/19.

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32

piattaforma digitale, solitamente applicazioni per smartphone, nella quali i conducenti possono condividere i costi del viaggio mettendo a disposizione posti vuoti a bordo della propria auto, le tratte e il periodo utile. Tramite l’effettuazione di questo servizio si esclude la possibilità di trarne un guadagno facendo sì che vengano esclusivamente utilizzate risorse che altrimenti andrebbero sprecate, i posti liberi in auto.55 Da quanto sopracitato possiamo intendere la forte differenza

tra il carpooling e il ride sharing (esempio pratico Uber), la finalità di quest’ultimo è, infatti l’ottenimento di una forma di guadagno.

Carsharing, (condivisione dell’automobile) è un servizio che permette di

utilizzare un veicolo nel momento del bisogno, previa prenotazione online o telefonica, per un periodo di tempo breve, dietro abbonamento. Innanzitutto è necessario accedere al sito internet ufficiale della compagnia offerente, procedere alla registrazione richiesta e saldare la quota iniziale con carta di credito. Una volta completata la registrazione l’utente interessato otterrà le credenziali di accesso all’area personale della relativa applicazione mobile, da installare sul proprio smarphone.56Anche alla base del Carsharing vi è l’elemento digitale

tramite l’app, infatti, una volta raggiunto il mezzo basta inserire i codici d’accesso agendo come una vera e propria chiave. Una volta terminato il noleggio l’auto dovrà essere riconsegnata in un parcheggio dedicato oppure parcheggiata entro l’area urbana se il servizio è del tipo free floating (flusso libero). Il costo di tale servizio dipenderà dal tempo di utilizzo, la percorrenza chilometrica oltre alle caratteristiche del modello di auto prescelto. Naturalmente non dobbiamo confondere il carsharing con altre piattaforme di mobilità come il

carpooling e il ride sharing, questi ultimi si esprimono nella condivisione da

55 https://blog.blablacar.it/blablalife/era-della-condivisione/sharing-economy/definizione-carpooling data di consultazione 2/04/19.

56 https://www.motorbox.com/guide-pratiche/quale-scegliere/car-sharing-cose-quanto-costa-quale-scegliere-quando-conviene data di consultazione 2/04/19.

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parte di più utenti di un’auto messa a disposizione dal proprietario mentre nel suddetto caso nessun utente è proprietario del veicolo.

• Bikesharing (condivisione della bicicletta), sarà ampiamente trattato nel paragrafo 4.2 dell’elaborato attraverso il caso “Ciclopi”.

Come possiamo notare in tutte le diverse modalità appena elencate vi è un elemento di comunanza da bene strettamente di consumo passiamo ad una sfera di servizi, ottenendo ricadute molto importanti nella riduzione degli impatti della mobilità e nel rendere il sistema di trasporti più efficiente. L’innovazione tecnologica che permette il perfezionamento dei servizi di mobilità esistenti e consente loro di essere preferiti all’autoproduzione della propria mobilità, costituisce una forma estremamente efficace di eco-innovazione. 57

I seguenti servizi di mobilità non hanno inciso negativamente sull’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici (autobus, tram e metropolitane) ma bensì hanno incrementato il loro impiego attraverso una forte integrazione, dando luogo ad un trasporto intermodale rendendo, in questo modo, obsoleto il possesso del mezzo privato.

Attraverso la smart mobility e più specificamente lo sharing mobility è possibile, creare flussi di traffico intelligenti senza interruzioni e inquinamento, rafforzare le economie di scala58 ,avviare la generazione di grandi quantità di dati che, se ben gestiti, possono

permettere una razionalizzazione della mobilità stessa ma anche l ’abilitazione di nuovi business59.

57 http://osservatoriosharingmobility.it/wp-content/uploads/2016/11/Rapporto-Nazionale-SM_DEF_23_11_2016.pdf data di consultazione 2/04/19.

57https://www.economyup.it/mobilita/ data di consultazione 2/04/19.

58https://www.economyup.it/mobilita/smart-mobility-che-cose-e-come-migliorera-le-nostre-citta/ data di consultazione 2/04/19.

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2.3 Smart Environment

Con il termine Smart Environment si intende quel processo tramite il quale gli utenti possono accedere ad una serie di informazioni riguardanti l’ambiente e le sue criticità, grazie all’unione/collaborazione di diverse infrastrutture e strumenti di monitoraggio preesistenti. Il seguente tema comprende diversi concetti necessari per l’ottenimento di una città sviluppata sostenibilmente:

• Raccolta differenziata, attività che permette la riduzione dei rifiuti.

• Riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso la riduzione del traffico. • La razionalizzazione dei consumi sia negli edifici pubblici sia nella pubblica

illuminazione.

• Promozione, protezione e gestione del verde urbano e conseguente bonifica delle aree dismesse.

Gli aspetti distintivi che hanno comportato la nascita di quello che può essere definito

Smart Environment sono essenzialmente due: l’evoluzione culturale e l’evoluzione

tecnologica, tramite quest’ultima è stato possibile installare una serie di strumenti (ad esempio sensori o software) all’interno di aree urbane e non, necessari per l’osservazione e la misurazione di alcune dinamiche che si sviluppano nel territorio che ci circonda. Nell’ area urbana esempi di aspetti sottoposti ad una costante monitoraggio sono ad esempio la viabilità, rumore, illuminazione, gestione dei rifiuti, qualità dell’aria, parcheggi… Al di fuori del contesto urbano si possono realizzare sistemi di monitoraggio legati a rischi e alle criticità naturali, per esempio strumenti rilevatori di

incendi, frane, alluvioni, terremoti… 60

L’approccio che si adotta nella definizione delle infrastrutture di smart environment è quello che fa riferimento a due strutture concettuali: il modello (Model) e lo strumento

60 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/4_Smart%20Environment.pdf data di consultazione 2/04/19.

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35

di rilevazione e percezione (Sensing).61

Il concetto di “Model” fa riferimento ad un analisi e comprensione dei fenomeni naturali attraverso una fase intensiva di acquisizione dati in uno spazio temporale ristretto. Naturalmente alla base della costruzione di un modello vi è la necessità di costruire un prototipo virtuale che possa raffigurare ottimamente l’ambiente e il territorio, questo può essere realizzato impiegando strumenti, metodologie e tecnologie che siano idonee a ricostruire le condizioni morfologiche dell’ecosistema. Gli strumenti e le metodologie utilizzate sono molteplici: tecnologie di scansione laser, siano esse da aereo, da terra, su imbarcazione; le tecnologie e le metodologie del telerilevamento, ottico o radar; e, soprattutto la capacità di gestire, elaborare e comprendere alcuni aspetti con informazioni tridimensionali.62 Il fine ultimo della costruzione di suddetti modelli non

è la comprensione di fenomeni naturali, bensì l’aspetto rivoluzionario di questo strumento è proprio la modalità specifica di impego di questi dati e l’integrazione dei

modelli con il concetto di rilevazione e percezione (Sensing). Il concetto di “Sensing” racchiude entrambe le traduzioni disponibili: rilevazione e

percezione. La rilevazione in linea generale si basa su un insieme di dati eterogenei continuamente

aggiornati in tempo reale sia da sistemi tecnologici (reti di tele-monitoraggio, sensori, centraline) sia da campagne di misura, indagini, o sull’arricchimento di informazioni attraverso processi di ascolto sociale, che forniscono informazioni su parti specifiche della città e permettono di capire le rispettive dinamiche contemporanee. La possibilità di connettere questi oggetti atti a rilevare informazioni, grazie alla diffusione capillare della rete internet o di altre forme di connessione, permette di definire l’ambiente ed il territorio un ambiente interconnesso su cui si possono diffondere punti di misurazione

61 Giovanni Borga, City sensing. Approcci, metodi e tecnologie innovative per la città intelligente, Milano 2014.

62 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/4_Smart%20Environment.pdf data di consultazione 3/04/19.

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36

che vanno poi a comporre il Sensing stesso.63

La seconda componente del Sensing è rappresentata dalla percezione e in particolare dalla percezione della popolazione, dei cittadini collaborando alla misurazione dell’ambiente e del territorio attraverso la dotazione di appositi strumenti. Come possiamo facilmente comprendere alla base di un ottimale rilevazione e percezione vi sono due elementi distinti:

1. Nuove tecnologie ed oggetti intelligenti; elemento indispensabile all’interno di tutto il processo è sicuramente la disponibilità di tecnologie all’avanguardia (ad esempio sensori e accessori di parametri ambientali) al fine di attuare misurazioni e trasferimenti di dati rilevati ad altri sistemi di misura collocati altrove , i quali assolvono al ruolo di “raccoglitori di informazioni”, ottenendo ,così, una visione globale di analisi e la comprensione di dinamiche avvenute in ogni singolo ambiente monitorato.

2. Partecipazione attiva della cittadinanza; i dati rilevati dagli esperti, tramite l’utilizzo di apposite tecnologie e successivamente resi disponibili alle autorità istituzionali possono essere oggetto di confronto con le segnalazioni dei cittadini (per esempio informazioni meteo) al fine di comportare l’attuazione di politiche attive sul territorio. Questo genere di attività, pur non rappresentando un monitoraggio ambientale in senso strettamente scientifico, risulta comunque molto interessante grazie alle innumerevoli ricadute positive generate in ambito territoriale.

63 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/4_Smart%20Environment.pdf data di consultazione 3/04/19.

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37

2.4 Smart People

La smart city nasce grazie al ruolo primordiale dei fattori tecnologici come determinanti del progresso di una città ma non solo, la partecipazione attiva, l’impegno, l’adesione e l’interesse dei singoli nelle politiche attuate nella propria città hanno un’influenza notevole.

Una città intelligente è una città creata attorno al cittadino, il quale deve essere la vera e propria anima del cambiamento del proprio territorio in un’ottica smart, 64

condividendo conoscenza, idee, creatività e tecnologie nel proprio contesto locale trasferendole, successivamente, nel mondo globale.Tale condivisione di conoscenza è supportata nella maggior parte dei casi da piattaforme online, in modo da ottenere una diffusione repentina di conoscenza, dati, informazioni e permettere l’affermazione di un modello smart. Il termine “Smart people” precisa che le tecnologie non possono da sole trasformare e migliorare una città ma bensì è necessario il possesso di competenze tecnologiche e la capacità di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte dei cittadini, i quali vivono all’interno di una società che garantisce loro l’accesso all’istruzione ed alla formazione.65 L’apprendimento e la

formazione permettono di abbattere il divario fra coloro che rimangono indietro rispetto alla capacità di utilizzare le moderne tecnologie e coloro (spesso i più giovani) che invece hanno grande familiarità con le soluzioni avanzate (siano esse uno smartphone, la gestione di un’applicazione o l’uso di un personal computer), attraverso la messa in campo di azioni mirate a sviluppare le competenze anche per quei cittadini meno predisposti o attenti verso i servizi avanzati. Ambienti come le scuole, le università, i centri di ricerca e le industrie che producono tecnologie innovative, se correttamente supportati, grazie alla mediazione delle pubbliche amministrazioni, possono aiutare la

64 https://www.bergamosmartcity.com/smart-people/ data di consultazione 3/04/19.

65 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/7_Smart%20People.pdf data di consultazione 3/04/19.

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38

comunità urbana in questa crescita intelligente, fornendo strumenti, conoscenza, punti di incontro, formazione e metodi di apprendimento.66

Un “cittadino intelligente” è colui che, sulla base di un rapporto di fiducia reciproca, collabora attivamente con le istituzioni governative per la creazione di servizi e prodotti, fornendo, così, continui input alla propria comunità in diversi ambiti.

Le istituzioni hanno l’arduo compito di coinvolgere il cittadino in diversi modi: • Anticipare i possibili bisogni dei cittadini;

• Creare aspetti e luoghi di contatto che possono permettere la partecipazione tra istituzione e utenti;

• Confidando maggiormente nelle volontà dei propri cittadini.

Il concetto di “persona intelligente” che vive in una città intelligente comprende altre importanti caratteristiche come la capacità di apprendimento, la pluralità sociale ed etnica, la flessibilità, la creatività, la capacità di partecipare alla vita pubblica.67 I

cittadini e le comunità sono sempre più incoraggiati a comporre/creare utilizzando le tecnologie preesistenti o inventandone nuove, così facendo, i servizi utilizzati nascono dai bisogni reali delle persone che vivono all’interno della città stessa e non da ciò che è messo a disposizione o è esistente in una determinata comunità.

2.5 Smart Living

Il termine smart living nasce recentemente e con l’obiettivo preminente di sfruttare il connubio tra tre elementi cruciali:

• Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) • Comportamenti del cittadino.

• Correlazione ad alti livelli di coesione sociale e di sviluppo del capitale sociale.

66 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/7_Smart%20People.pdf data di consultazione 3/04/19.

67 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/7_Smart%20People.pdf data di consultazione 3/04/19.

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39

Possiamo facilmente notare la trasversalità del concetto di smart living rispetto a diverse tematiche, infatti, esso è correlato a una serie di soluzioni tecnologiche intelligenti che facilitano la vita quotidiana di un cittadino moderno all’interno di una smart city, siano esse utilizzate all’interno di un’abitazione, nella sfera culturale ed artistica, nel settore dei servizi e della ristorazione, nella mobilità e nel modo intelligente di spostarsi all’interno di un contesto urbano. 68 La parola chiave all’interno di questo contesto è

sicuramente la multimedialità attraverso la quale la città può promuoversi dal punto di vista culturale, valorizzando la componente paesaggistica ed ambientale del territorio dando vista ad una vivibilità in sicurezza e una fruizione più sostenibile. Una smart city deve sempre partire rispettando la propria storia, arte e identità promuovendo la propria immagine turistica con una presenza intelligente sul web, grazie all’utilizzo della tecnologia è possibile virtualizzare il patrimonio culturale e le proprie tradizioni tramite la creazione di percorsi e mappature tematiche della città ad hoc per renderle facilmente fruibili come “bene comune” sia per i cittadini sia per i propri visitatori.

I contenuti della smart city diventano sempre più virtuali per dare la possibilità di accedervi ed usufruirne a tutti i cittadini, un esempio pratico è l’utilizzo di semplici e innovative tecnologie, applicazioni, facilmente scaricabili sul proprio smartphone, tramite le quali è possibile conoscere la storia e gli aspetti peculiari di un determinato monumento artistico solamente fotografandolo.

Altro esempio, che permette una comprensione maggiore dello smart living e permette la creazione di una nuova e moderna forma di cooperativismo69, è l’utilizzo di

piattaforme informativa che agiscono come vere e proprie virtual community.

Le virtual community è, nell’accezione comune del termine, un gruppo di utenti di internet interessati ad un determinato argomento, che si scambiano tra loro messaggi e

68 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/5_Smart%20Living.pdf data di consultazione 4/04/19

69 https://www.lastampa.it/2017/06/22/tecnologia/tecnologia-digitale-collaborazione-e-condivisione-un-passo-verso-le-smart-community-SjIBvyMxC4kjieIHgDcbNL/pagina.html data di consultazione 5/04/19.

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40

partecipano a forum di discussione su argomenti di comune interesse attraverso una rete telematica.

In questo contesto l’obiettivo delle community è la possibilità di esprimere un proprio giudizio (grado di soddisfazione/insoddisfazione) sulla validità del panorama dei servizi correlati alla città in cui viviamo, sulla loro utilità, il loro funzionamento garantendo, così, l’importanza di fornire da parte del cittadino un’opinione personale su ambiti più disparati della vita quotidiana.

L’utente, come è facile intuire, assume un ruolo decisivo anche nella definizione di soluzioni intelligente necessarie per migliorare la qualità del sistema intermodale e il buon coordinamento di diversi mezzi di trasporto all’interno di contesti urbani.

Ad oggi, attraverso l’utilizzo di semplici applicazioni disponibili per smartphone ed altri supporti come tablet e computer portatili connessi in rete, è possibile comprare un biglietto dell’autobus inviando un semplice sms o utilizzando l’applicazione georefenziata specificatamente promossa e fornita dalla società che gestisce il trasporto pubblico urbano.

In questo senso una città intelligente è quella città che riesce ad utilizzare gli strumenti tecnologici per fornire una vasta quantità di servizi, ma che al contempo forma ed informa i propri cittadini al fine di rendere questi ultimi capaci di vivere in maniera intelligente il contesto cittadino. 70

2.6 Smart Governance

Più del 50% della popolazione mondiale vive in città (UN, 2011)71, gli organi che si

occupano del governo della città affrontano una vasta gamma di sfide: devono produrre ricchezza, innovazione, salute, sostenibilità, devono mostrarsi culturalmente vivaci (Landry, 2006)72 ed essere in grado di integrare le crescenti popolazioni con sfondi

70 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/5_Smart%20Living.pdf data di consultazione 5/04/19.

71 United Nations (2011) World urbanization prospects: The 2011 revision. Available at:

https://www.un.org/en/development/desa/population/publications/pdf/urbanization/WUP2011_Report.pdf 72 Landry C, The Art of City Making. London, Routledge, 2006.

(41)

41

etnici, religiosi o status differenti. Recentemente, Barber (2013) ha sostenuto che il governo della città è cruciale alla

risoluzione di problemi globali affermando che "i sindaci governano il mondo".73

Il termine governance proviene dalla cultura inglese e rappresenta l’evoluzione del concetto di government, aspetto che richiama un tipo di azione intrapresa dallo stato centrale, lasciando poca o scarsa possibilità di intervento e mediazione delle scelte politico-economiche da parte di terzi, in sintesi lo stato operava in maniera centralizzata. Il termine governance, ha avuto un’evoluzione di significato nel tempo, nell’odierna definizione esso intende superare l’ottica del government, dal momento che la

prospettiva del potere pubblico è demandata a più soggetti. La governance, nella sua accezione più attuale, potrebbe essere definita un processo con

il quale vengono collettivamente risolti i problemi rispondendo ai bisogni di una comunità locale attraverso l’integrazione tra le azioni governative e cittadine attuando,

così, processi di democrazia attiva.74

Con questo approccio, le decisioni pubbliche che determinano la vita pubblica di una comunità sociale non vengono prese soltanto a livello centralizzato ma sono il frutto di un processo decisionale partecipativo ed inclusivo di livelli di governo (enti regionali, provinciali, locali), attori della società civile (cittadini, imprese, associazioni, enti, scuole, professionale) favorendo uno sviluppo ragionato ma soprattutto democratico. Le diverse tecnologie sono strumenti cruciali al servizio della governance per il raggiungimento degli obiettivi della città intelligente, in quanto la creazione di piattaforme, infrastrutture di comunicazione, sensori, reti, analisi dati permettono di essere sviluppate ed integrate tramite la compartecipazione di chi le promuove (istituzioni, governo) e chi le utilizza (cittadini, impresa, comunità). Un esempio pratico di tecnologie particolarmente utilizzate nell’ambito smart city sono le piattaforme di

73 Barber B, If Mayors Ruled the World: Dysfunctional Nations, Rising Cities. New Haven, CT: (Yale University, Press, 2013.

74 http://www.rapportodalterritorioinu.it/2005/Pagine%20separate/Governance_government.pdf data di consultazione 6/04/19.

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42

partecipazione tramite le quali i cittadini ottengono una serie di informazioni e dati sulla città in relazioni a diversi ambiti, quali ad esempio mobilità, infrastrutture, energia, ambiente, territori, clima ecc…Tutti i dati presenti all’interno di queste piattaforme sono pubblici ed è permesso ai cittadini stessi arricchirli, interpretarli ed integrarli al fine di sviluppare servizi migliori, partecipando direttamente allo sviluppo e alla co- produzione di servizi ad alto valore aggiunto.75 L’utilizzo di queste piattaforme ha avuto

un grande successo, l’obiettivo strategico di quest’ultime è lo sviluppo di servizi pubblici basati su input ottenuti direttamente dai cittadini stessi, in quanto fruitori dei servizi, cercando di migliorarli e di stimolare lo sviluppo di nuove applicazioni che sfruttino i dati esistenti, migliorando il processo decisionale e consentendo un ritorno delle informazioni sul soddisfacimento dell’utente rispetto ai servizi pubblici offerti.76

La tecnologia è, in definitiva, il mezzo tramite il quale si includono principi di trasparenza e di coinvolgimento nel processo decisionale, attuando una maggiore partecipazione di tutti i soggetti della città, sia nell’assunzione delle decisioni, che nella

loro messa in pratica. Dinnanzi a nuove sfide i comuni e le loro amministrazioni si trovano ad elaborare

soluzioni complesse e integrate per problemi cui le politiche settoriali e la pianificazione tradizionale faticano a offrire risposte.77 Da qui la nascita del concetto di resilienza,

definita in fisica come la capacità dei materiali di resistere ad urti e pressioni esterne. Nel corso del tempo il termine resilienza ha assunto un significato sempre più ampio nell’ambito ecologico o sociale e solo recentemente è stata applicata in cotesti urbani, identificando una città capace di adattarsi e crescere anche quando colpita da eventi traumatici, come alluvioni e terremoti, oppure se afflitta da “catastrofi non naturali” croniche come disoccupazione, problemi di mobilità e mancanza di spazi versi. Ad oggi 75 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/2_Smart%20Governance.pdf data di consultazione 6/04/19. 76 https://www.cliclavoro.gov.it/Progetti/Green_Jobs/Documents/Smart_City/2_Smart%20Governance.pdf data di consultazione 6/04/19. 77 https://www.forumpa.it/citta-territori/le-sfide-delle-citta-tra-intelligenza-e-resilienza/ data di consultazione 8/04/19.

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