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Colli di Enea (RM). La Villa e la manifattura tessile

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Academic year: 2021

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The Journal of Fasti Online ● Published by the Associazione Internazionale di Archeologia Classica ● Piazza San Marco, 49 – I-00186 Roma Tel. / Fax: ++39.06.67.98.798 / 06.69.78.91.19 ● http://www.aiac.org; http://www.fastionline.org

Colli di Enea (RM). La Villa e la manifattura tessile

Stefania Panella - Francesca Pompilio

All'interno del comprensorio residenziale "Colli di Enea", su un pianoro tufaceo situato tra il Fosso di Crocetta e quello di Polledrara, sull'asse stradale che congiungeva le città antiche di Lavinium e Ardea, è stata rinvenuta una villa rustica. Lo scavo ha permesso di individuare diverse fasi di costruzione, occupazione e ristrutturazione del sito, comprese tra la fine del IV secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. L'edificio viene realizzato con fondazioni in scheggioni di cappellaccio, su cui doveva impostarsi il tipico alzato a graticcio con zoccolatura in tegole d'impasto chiaro sabbioso. L'impianto primitivo, risalente alla fine del IV secolo a.C., occupa un'area di ca. 400 mq ed è articolato in una serie di ambienti con funzione abitativa e produttiva, disposti intorno ad una corte centrale. Quest’ultima, di forma quadrata, doveva essere scoperta e comunicare con l'esterno, a sud-ovest, attraverso un porticato.

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Stefania Panella & Francesca Pompilio ● Colli di Enea (RM). La Villa e la manifattura tessile.

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Fig. 2. Colli di Enea (RM). Planimetria dell’edificio (da Panella-Pompilio 2003, 198, fig. 2).

I vani con funzione abitativa si trovavano lungo i due lati lunghi della struttura (G, P, R), mentre una funzione prevalentemente produttiva o di immagazzinamento dovevano avere gli ambienti con pavimenti in terra battuta, situati lungo il lato nord. Il rinvenimento di alcuni frammenti di pietra da macina, di dolia e di un grande torcular in tufo, reimpiegato nelle murature della struttura di seconda fase, permettono di ipotizzare una destinazione d'uso del primo edificio legata allo sfruttamento delle risorse agricole.

Nel corso dell'età repubblicana, in un momento non meglio precisabile, in seguito a radicali trasformazioni planimetriche, l'edificio viene destinato ad attività produttive specializzate. I muri precedenti vengono rasati, i vani ampliati e divisi da tramezzi. Gli ambienti lungo il lato nord vengono pavimentati con cocciopesto, in cui vengono alloggiati dolia serviti da un canale. I vani lungo i lati est ed ovest, invece, vengono dotati di un bancone da lavoro (R), di una serie di vasche rivestite con cocciopesto (P e G), poste su quote diverse e di un vascone (I) foderato con laterizi e collegato ad una canalizzazione per lo smaltimento delle acque. La corte centrale (M), verso cui si aprono tutti gli ambienti, assume ora l'aspetto di un lungo corridoio di forma rettangolare, occupato da una vasca realizzata con lastre di tufo e collegata, anch’essa, ad un canale di smaltimento delle acque di risulta. Occorre sottolineare, ai fini dell'interpretazione della struttura di questo periodo, il rinvenimento, all'interno degli ambienti G ed F, di una gran quantità di pesi da telaio. Lungo il lato sud-est vengono aggiunti i vani N e N1, forse in occasione delle ristrutturazioni di prima età imperiale.

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L'insieme degli impianti idraulici documentati e i rinvenimenti fittili - soprattutto i pesi da telaio - permettono di ipotizzare che questo edificio, nella sua seconda fase di occupazione, ospitasse alcune delle attività legate agli articolati processi della lavorazione delle fibre naturali (lana, lino ecc.). In particolare è possibile immaginare la tessitura, la follatura e la tintura delle fibre e/o dei tessuti. Gli ambienti occupati dai dolia e dalle vasche potrebbero aver ospitato le attività di follatura e tintura delle materie prime e dei manufatti finiti, mentre gli ambienti F e G potrebbero essere stati destinati a contenere i telai per la tessitura.

BIBLIOGRAFIA

PANELLA S., POMPILIO F., 2003, Pratica di Mare: rinvenimento di un impianto di tipo rustico, in J. Rasmus Brandt, X. Dupré Raventós, G. Ghini (a cura di), Lazio & Sabina, 1, Atti del Convegno (28-30 gennaio 2002, Roma), Roma: 197-200

Fig. 3. Colli di Enea (RM). Ambiente D. Dolia appoggiati sul piano pavimentale (da Panella-Pompilio 2003, 199, fig. 3).

Fig. 5. Colli di Enea (RM). Ambiente U. Vasca costituita da blocchi di tufo di recupero (da Panella-Pompilio 2003, 199, fig. 5).

Fig. 4. Colli di Enea (RM). Ambiente R. Intercapedine di seconda fase (da Panella-Pompilio 2003, 199, fig. 4).

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