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VIAGGI E VIAGGIATORI ARABI

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA

FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

Corso di Laurea Magistrale in

ASIA MERIDIONALE E OCCIDENTALE: LINGUE, CULTURE E ISTITUZIONI

PROVA FINALE DI LAUREA

VIAGGI E VIAGGIATORI ARABI

Relatore: Ch.ma Prof.ssa Antonella Ghersetti Laureando: KAMAL JABER

Matricola: 811584

(2)

2

Indice dei contenuti

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ةمد

04

Introduzione 07

1. Premessa 10

1.1. Identità dei viaggiatori 10

1.2. Viaggiatori e 11

1.3. I viaggi e la letteratura geografica 11

2. Una storia di viaggi 13

2.1. D g n ’ vv nt ’ s m 13

2.2. Medioevo islamico 15

2.3. Scopi dei viaggi 16

2.4. Viaggi e viaggiatori arabi in Estremo Oriente 17 2.5. Viaggi e viaggiatori arabi nel Vicino Oriente 20 2.6. V gg v gg t b n ’Eu p ’ st 21

2.7. Viaggi e viaggiatori arabi nel Mediterraneo 24

2.8. Il viaggiatore arabo per eccellenza 27

2.9. Un viaggiatore mercenario 28

3. Manoscritti arabi 30

4. Letteratura odeporica araba 32

4.1. Prima prosa letteraria 32

4.2. I Kāt b tt tu ’ b 32

4.3. Storiografia 33

(3)

3

4.5. 35

4.6. n p m t 36

5. I primi viaggi a Costantinopoli 38

6. Il viaggio a Costantinopoli durante l’impero ottomano 43

7. Tabella dei visitatori di Costantinopoli r- a ia) 56

8. Al-maṭ li‘ al-badriyya fī-l-man zil ar-rūmiyya

(Al-Ghazzī) 60

8.1. t b g su ’ ut 61

8.2. Studi e opere 63

8.3. s nt n 64

8.4. Lo scopo del viaggio 67

8.5. Copie impiegate nella verifica 68

8.6. Immagini del primo foglio delle tre copie 70

8.7. Metodo della verifica 75

8.8. nt s 76

Conclusione 92

(4)

4

ةمدقم

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ينادب ايب ايرام ةروسفوربلا ام دنع عوضوملا اذهب انما

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2991

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ةنيدم ىلإ تلاحرلا يف ًاصوصخو برعلا ةلاحرلاو تلاحرلا

ةيضاورلا ديع يدهملا ةينيطنطسقلا

يف ةيندرُلأا ةعماجلا نم جرختم

ةنس يف ةيبدلأا راثلأا

2991

.

لإا خيراتلا يف صصختمو

ةجردب يملاس

خيراتلا ةفسلف يف اروتكدلا ىلع لصاحو ةعماجلا سفن نم ريتسجام

(5)

5

ماع يف ةعماجلا سفن نم

1621

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كلملا تيبلا لآ

ةيندرُلأا ةي

يملاسلإا ركفلل

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.

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يذلا يلييرب

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اذهل ًاعجرم هانذخأ اهنم مسق يتلاو لاجملا اذه يف ةريثك ًابتك

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.

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7

INTRODUZIONE (in lingua italiana)

Il nostro interesse per questo argomento nacque quando la professoressa Maria Pia Pedani, docente di Storia del Vicino e Medio Oriente e in particolare di Storia Ottomana presso questa benemerita università, sottopose alla nostra attenzione una riproduzione fotocopiata di un manoscritto del XVI secolo, A -Dīn A -Ḥ m wī (2451-1608). Questo resoconto di viaggio, stilato in prosa intercalata da frequenti versi poetici, si divide in due parti: la prima, intitolata Ḥā ī - ‘ān an-naǧ ā - ā -m (Il cammelliere N j s ’E ) e riguardante la parte di viaggio compiuta nei territori arabi, è stata analizzata da mm ‘A nān B khī , p f ss ’Un s à G n n Amm n, e pubblicata nel 1993; la seconda, intitolata B wā ī umū‘ -‘ n m b -wā ī - ā - ūm (Deserti di lacrime di sangue nella valle delle terre bizantine) e riguardante il viaggio in territorio ottomano fino a Costantinopoli, deve ancora essere analizzata e pubblicata. Nonostante le origini arabe, non ci n mm ’ zz compito, ma, affascinati ’ m n n nché sp n s c n sc contenuto di quelle pagine, contattammo telefonicamente il p f ss B khī p s p s ss n c n p c zione della seconda parte. Apprendemmo così che la prima parte ’ p lo impegnò per ben tre anni e che la seconda parte forse era già oggetto di analisi da parte di un giovane studioso giordano che si era distinto nella ricerca su viaggi e viaggiatori arabi ed in particolare sui viaggi a Costantinopoli: Al- h ī ‘Iy

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A -R wā , laureato in Antichità Letterarie nel 1993 e specializzato in Storia Islamica nel 2008 p ss ’Un s à Giordania ad Amman, dottore in Storia della Filosofia presso la stessa università dal 2012, ricercatore e assistente del direttore generale della Fondazione Ãl bayt malakiyya li-l-fikr s āmī ad Amman. Contattammo e successivamente s mm A -R wā : egli trascorse più di quindici anni nella ricerca e nello studio di volumi e indici, estraendo da essi tutto quello che riguardava la letteratura geografica e i libri di viaggi. Dal 2002 a questa parte ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad argomento geografico, ed in particolare ha trascritto e pubblicato molti resoconti di viaggio, ma non quello di Al-Ḥ m wī. Comunque acquisimmo dal suo lavoro molte informazioni preziose che costituiscono gran parte delle fonti di questa tesi e ci pp ss n mm ’ m n n p c ere le tappe storiche delle peregrinazioni arabe per avere un quadro il più completo possibile di questo genere di espressione letteraria. Dopo una breve premessa sulla definizione dei protagonisti dei viaggi, degli autori delle relazioni, delle motivazioni che hanno indotto i viaggi e della loro incidenza sul panorama letterario ’ p c , s p ss n p xc s s viaggiatori arabi da tempo riportati nei testi di storia della letteratura araba. I viaggi citati coprono praticamente tutte le rotte possibili partendo dalla penisola araba, terra dei primi viaggiatori, e successivamente dagli altri paesi arabi, fino ad arrivare a tutte le terre occupate dalla conquista islamica e dagli imperatori ottomani, oltrepassando in taluni casi le barriere del m n c n sc sc p ’ n .

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Si prosegue con la presentazione della letteratura odeporica, inserendola nel più ampio alveo della letteratura classica e ci si sofferma su quella che ha come meta finale Costantinopoli, prendendo da ultimo in considerazione il recente lavoro di interpretazione e trascrizione di alcuni manoscritti arabi rimasti fino a pochissimi anni fa inediti, primo fra tutti la di Badr Ad-Dīn A -Gh zzī p c A -R wā .

Il titolo di questa tesi ricalca volutamente il titolo di uno dei numerosi libri che Francesco Gabrieli ci ha regalato e che costituisce una delle maggiori fonti di questo lavoro.

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1. PREMESSA

1.1. Identità dei viaggiatori

Non sempre si tratta di viaggiatori di pura etnia araba, anzi, s p n ’Alto Medioevo, troviamo spesso viaggiatori di diversa origine ma pienamente assimilati a quelli arabi da lingua e cultura comuni.

Per arabi insomma si intendono dapprima i semiti della penisola araba e poi tutti coloro, semiti e non semiti, che da essi conquistati ne accolsero la religione e la lingua e insieme ad essi formarono la cultura e la civiltà araba musulmana (Gabrieli, 1975).

Anche quando il dominio arabo si limitò a primato religioso e culturale, la lingua araba rimase lo strumento espressivo delle esperienze comuni di vita. Pertanto nel panorama dei viaggi e delle memorie di viaggio relative al mondo arabo-islamico non rientrerà, ad esempio, il Sefer-name di Nasir-i-Khusrev, persiano del secolo XI che scrisse le sue memorie di viaggio in persiano, né i viaggi compiuti in età più recente da viaggiatori turchi. L’ rimase a lungo la lingua dominante nella vita culturale del giovane impero ottomano, oltre ad essere quella esclusiva della pratica religiosa: essa diede infatti un apporto molto ricco al lessico ottomano alla cui configurazione contribuì, se pure in minor misura, anche la lingua persiana. P ù , c n ’ ff m s nel Mediterraneo della potenza ottomana e la conseguente formazione di una classe marinara e viaggiatrice turca, si avranno opere descrittive e cartografiche in turco, quali il Gihan-numa di Evliya Celebi e la Bahriyye di Piri Reis.

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I viaggiatori arabi di cui conosciamo nomi, vicende personali, motivi e interessi di viaggio sono soltanto un piccolo gruppo di una infinita schiera anonima e oscura di viaggiatori, esploratori e avventurieri. I loro profili sono vari: dal prigioniero di guerra al mercante, dal pellegrino al dotto itinerante e al diplomatico, fino m n sp n ’ m p ’ n professione.

1.2. V gg t

Per quanto riguarda il rapporto tra i viaggi e la loro fissazione per iscritto, n c n c s ’ p è giatore stesso, come per Al- s‘ū ī, I n Ḥawqal, Al- q sī e Ibn Ba ū ; più spesso, invece, viaggiatore e redattore non coincidono e ’ p ò ss n sc nz , n f pp n viaggiatore egli stesso che incluse nella sua esposizione relazioni di viaggi altrui, talvolta mai pubblicate in forma autonoma ma solo passate di mano in mano tra diversi compilatori ed elaboratori.

1.3. I viaggi e la letteratura geografica

Il riflesso letterario e scientifico delle esperienze di viaggio di questi viaggiatori costituisce gran parte della letteratura geografica in lingua araba giunta fino a noi. Accanto alla trattazione teorica di derivazione quasi totalmente greca, la geografia araba consta di una larga parte descrittiva che risulta certo da una tradizione culturale anche in parte straniera, ma

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soprattutto dalla diretta esperienza di viaggiatori ed esploratori ’O n ’Occ n , n n , m s m n nf .

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2. UNA STORIA DI VIAGGI

2.1. Dalle origini ’ vv nt ’ s m

I beduini della penisola arabica erano in origine tribù nomadi avvezze al continuo peregrinare, che costituiva la peculiarità del s s m s c n n ’ pp n m n c alla difesa del gruppo.

N ’A preislamica esistevano già due o tre centri sedentari al nord e al centro della penisola e una progredita società agricola e commerciale al sud, suddivisa in una serie di stati monarchici. E da questi regni sud-arabici partivano carovane di cammellieri e di mercanti per il commercio di spezie e aromi, dirette a nord fino ai mercati della Siria.

Lo stesso Muhammad da giovane aveva viaggiato con le carovane cc f n c nf n ’A .

“C c sc nz , f ss’ nch n C n ” recita un celebre īt del Profeta Muhammad, che gli arabi non mancarono di onorare (Salvioli, 2011). Il viaggio ha una funzione centrale nella nuova religione da ss c : ’ f n ’Is m è al ǧ , ’ m z n Medina del Profeta e dei suoi seguaci, che costituisce il viaggio esemplare a cui si appellerà la futura propaganda islamica. Il Profeta compì anche due viaggi mistici: il mi‘ āǧ, ’ sc ns ne notturna al cielo durante la quale avrebbe incontrato i profeti che l’ n p c , e ’ s ā’, n c mm f sp n c s n s n “T mp S n ” cc ( K ‘ ) “T mp U m ” n Spianata di Gerusalemme, dove appunto fu c s m sch A -Aq ā; questo viaggio, considera ’ s ām realmente

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accaduto, sarebbe avvenuto a cavallo di una creatura alata dalle lunghe orecchie, il lungo dorso e il volto di donna.

Inoltre n c nq p s ’Is m è al ǧǧ, il pellegrinaggio a cc . È q s ’ m ch à cc s n ai geografi e viaggiatori medievali di descrivere le terre e i climi che attraversano per giungere nella città santa.

A m n n cc n n n s c’ n Ghassanidi e i Lakhmidi, entrambi arabi cristiani : i primi erano emigrati nel 250 dallo Yemen ad una regione della Siria meridionale e i secondi vivevano dal 266 nella Mesopotamia meridionale, con capitale Al-Hira.

In seguito diventarono rivali in quanto vassalli rispettivamente ’ mp bizantino e di quello persiano: i sovrani bizantini n m n m c S s n ch ’ p evano il regno lakhmide, principale centro della setta cristiana nestoriana, ’ pp s ss z n n . Verso i due suddetti imperi che nei secoli futuri saranno profondamente arabizzati, si dirigeva appunto tra il IV e il VI secolo un flusso alterno di nomadi, tra i quali si distinsero i poeti che andavano e venivano dai due stati-cuscinetto, ne celebravano i re e vi attingevano nuove esperienze per il loro rozzo bagaglio culturale e spirituale, sc n c sì ’ n n m s gli altri viaggiatori d ’ p c .

Oltre al regolare flusso commerciale vi fu per secoli un ininterrotto filtrare di arabi che, partendo dal deserto, oltrepassavano i loro confini e si avvicinavano ai margini della società sedentaria e colta o vi si addentravano spinti da scopi

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commerciali, politici, per vicende personali o per desiderio di avventura (alcuni di loro arrivarono fino a Costantinopoli).

Poco dopo la morte del Profeta gli arabi iniziarono i viaggi di invasione e di conquista nei territori limitrofi, espandendosi sempre di più fino a costituire in meno di un secolo uno stato s m c ch s s n ’As c n ’A n c , ’A m n ’ E .

2.2. Medioevo islamico

Il mezzo di trasporto nei viaggi della società medievale islamica, di tipo prevalentemente urbano, continuava ad essere il cammello, quasi sempre nella consueta carovana che partiva da una città e lungo il percorso si arricchiva o impoveriva di partecipanti. Il viaggio generalmente di notte si interrompeva, uomini e animali si riposavano nei k ān, rudimentali ospizi o locande. I viaggiatori isolati potevano trovare ricovero anche nelle moschee e nelle loro dipendenze oppure nelle bāṭ, associazioni o posti di guardia e devozione che sorgevano in zone originariamente di frontiera e venivano usate come basi ’ nc s n n ā - b. In epoca più tarda fungevano da ricovero per viandanti le madrasa, scuole superiori di scienze religiose, e le āw , conventi di confraternite.

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2.3. Scopi dei viaggi

Tra i motivi e gli impulsi che spinsero ai viaggi gli uomini della società arabo- s m c p m ’ p n Mecca per ogni credente che ne abbia la possibilità fisica ed economica. Per molti di essi la meta dei luoghi santi fu ’ cc s n sp nz , c n sc nz f ch , etnografiche e sociali di vario tipo.

I s p n sc nz s ’umma viaggiarono alla ricerca di s m n nz , c n sc nz ’ ns n m n celebrati maestri soprattutto in relazione agli īt del Profeta che rimasero a lungo patrimonio culturale e religioso trasmesso oralmente attraverso una catena di garanti, silsila.

Un’ cc s n c nn ss c n c s della civiltà arabo-islamica fu la propaganda, ‘wa, in favore di movimenti politici ed eretici le cui dottrine necessitavano di diffusione tramite ’ p p catori e propagandisti viaggianti, ā‘iyy. Infatti talune dottrine ebbero affermazione pratica in regioni ben lontane dal loro luogo di origine, come la s ī‘a c , ’ s f m ’ sm sm : la s ī‘a alidica fu la prima grande dissidenza ’ ss s m c ch s è ff s ovunque siano i musulmani1; gli eretici fatimidi provenivano dalla Siria e si affermarono in Africa settentrionale e in Egitto; ’ sm sm s n I q ss n n f m n E .

1 Diffusione dello sciismo: oltre che in Iran dove ha la maggioranza assoluta, è

maggioritario in Azerbaijan, Iraq e Bahrain; alte percentuali di sciiti si trovano in Libano, nello Yemen (zayditi) e in Kuwait; forti minoranze sono presenti anche in Arabia Saudita e Siria (alawiti) e, fuori dal mondo arabo, in Turchia (aleviti), Afghanistan, Pakistan e India.

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Un altro potentissimo stimolo ’ à c mm c ch p ò n p s m c n cc ’Hijaz ad mp ’ z n s ’As cc n ’Af c s n n .

T ’ mp -islamico in via di prodigiosa espansione era un mercato aperto ai traffici mercantili, alla fede e alla lingua dei dominatori. La ā - s ām era in continua crescita territoriale e ’ mp s m c n s c non si arrestò ai suoi confini ma li oltrepassò, entrando nella ā - b e divenendo il motore delle nuove esperienze e conoscenze geografiche degli arabi. Infatti i viaggiatori arabi erano animati anche da spirito ’ n s c n sc nz , n n m nc n n ss , contempo, un pio desiderio di propagare la fede islamica.

Altri motivi di viaggio erano le missioni politiche e diplomatiche affidate a singoli individui dai loro sovrani, il puro impulso economico e talvolta forzate trasferte in prigionia.

2.4. Viaggi e viaggiatori arabi in Estremo Oriente

Già nel secolo VIII pare esistesse una colonia di mercanti e marinai arabo-persiani a Canton, il grande porto ed emporio della Cina meridionale.

Tra VIII e X secolo navi di mercanti e avventurieri partivano dai porti del Golfo Persico e, attraverso scali sulle coste occidentali ’In , n n alle Isole della Sonda, Sumatra e Giava, a Ch mp n ’ V n m c n -meridionale e a Canton. La più antica e più importante relazione di viaggio in questa direzione è quella del mercante SULAY ĀN che nella prima metà

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del IX secolo partì più volte dal porto di Siraf nel Golfo Persico e s cò ’Oc n In n sp n n s f n ’In n s C n . Un manoscritto conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, s n ’ nn 142 e intitolato k bā -Ṣīn w -l-Hind (N z C n ’In ), cita come principale informatore q s m c n S ymān ch pp m n n n m n ’ , mentre in realtà il manoscritto consiste in un insieme di notizie provenienti da molteplici fonti. Il mercante S ymān è c nch f I n A -F qīh (s c IX-X) in quanto esperto di itinerari marittimi e di paesi del Medio ed Estremo Oriente. I suoi viaggi arrivarono fino a Canton, a quattro m s sc s c s ’Om n ’ mp tanza della sua testimonianza sul traffico arabo-islamico con la Cina è cc sc f ch n n ’ nn 171 c n musulmana di Canton andò distrutta e la navigazione araba verso l’Es m O n s s ò p n s cca in Malesia, riprendendo solo nella seconda metà del XIII secolo.

Il primo viaggiatore arabo spinto da pura curiosità scientifica e culturale e al tempo stesso scrittore non occasionale di cui abbiamo notizia fu AL- AS‘ŪDĪ, nato a Baghdad alla fine del IX secolo e morto a Fustat nel 956. Fece molti viaggi, in Persia, in In , C y n, n ’Oc n In n s C n c s ’Af c , n c sp c , n P s n n Siria. La sua opera maggiore k bā - mān (Notizie del tempo) in trenta volumi andò perduta, di essa ci rimane un compendio fatto dallo stesso autore dal titolo Mu ūǧ -dhahab wa-m ‘ādin al-ǧ wā r (Praterie ’ m n mm ). Q s ’ p pp s n una miniera di dati storici, geografici e culturali distribuiti in una

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19

descrizione del mondo fino ad allora conosciuto, una storia ebraico-araba della creazione, elementi di cosmografia e talassografia, una rassegna dei vari climi, notizie etnografiche e storiche dei rispettivi popoli e infine una storia abbastanza sistematica degli arabi, del Califfato e della società arabo-islamica fino ai suoi tempi.

L n z n n ’Oc n In n n X s c s spingeva ad est in Estremo Oriente e a sud sulle coste orientali ’Af c f n Z nz r e al Mozambico meridionale, p p n ’ n ns s m zz z n q s che si compirà solo nel tardo Medioevo (si pensi, ad esempio, al ’In n s ch è p s p ù ns p p z n musulmana della terra).

Contemporaneamente p c c nq s ’ s m zz z n ’In p s , p m s nz m n n s c VIII sp z n mū Gh znavide del secolo XI che calando ’ Af h n s n c nq s ò Panjab e devastò il Gujarat. Nei due secoli successivi i Ghuridi, dinastia musulmana che prese il nome dalla regione di Ghur presso Ghazni dove erano migrati ’I n n , dopo un periodo di vassallaggio ai Ghaznavidi, li sconfissero e regnarono su parte degli odierni Afghanistan, Pakistan e India nordoccidentale(Treccani.it, Dizionario di storia, 2010).

N s ss p “ sch ”, n s m s m n di ex schiavi turchi prima alle dipendenze dei Ghuridi, fondarono e governarono il sultanato di Delhi che ebbe fine nel XVI secolo quando Babur, discendente di Tamerlano, conquistò Delhi e

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f n ò ’Impero moghul. L’In ch s ò I n B ū a nel XIV secolo era già in larga parte islamizzata.

2.5. Viaggi e viaggiatori arabi nel Vicino Oriente

N ’As c n , n ’H malaya e ad est del Turkestan, ’ s ām non arrivò mai a impiantarsi saldamente: queste terre abitate da popolazioni turche, mongoliche e cinesi furono solo occasionalmente percorse da singoli mercanti e viaggiatori.

L’As n , c nq s s m zz solo a partire dal secolo XI, fu a lungo ma fuggevolmente percorsa dagli arabi in alterne vicende di guerra, quella arabo-bizantina di frontiera. La stessa Costantinopoli, più volte assediata dagli arabi ma conquistata molto più tardi da un altro popolo musulmano, gli ottomani, fu visitata per tutto il Medioevo da mercanti, ambasciatori o prigionieri di guerra, n q f HĀRŪN IBN YAḤYA del secolo IX. Questi fu il primo visitatore arabo di Costantinopoli e R m n ’ à s ch c n sc m p nome. Il racconto delle sue peripezie ci è stato conservato dal geografo del X secolo Ibn Rusta e viene comunemente riferito agli anni 880-890 circa. D Hā ūn n n s s n : si è supposto che fosse un arabo cristiano di Siria, anche se in realtà non esistono nella sua relazione accenni alla sua fede. Iniziò i suoi viaggi ad Ascalona in Palestina dopo esser stato catturato e condotto prigioniero a Costantinopoli, dove presto recuperò la libertà. Da lì attraverso la penisola balcanica e il Veneto giunse a Roma, ma non sappiamo con che qualifica e con chi viaggiò.

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Dopo Roma si trovano accenni alla Francia meridionale e alla Britannia che certamente non corrispondono a una diretta esperienza di quei luoghi, mentre il contatto diretto di Hā ūn c n R m è s m n ’ cc nn sc p n musulmani2 p n n p m ’Af c e dalla Spagna cui la c à sp s ’ cc nn ’ s R m n radersi la barba e il capo.

La maggior importanza storica, topografica e di costume spetta n m n s p n s c p z n n : Hā ūn sc c n m p c p , ’ pp m , palazzo imperiale e la relativa chiesa, la colonna di Giustiniano e ’ cq V n ; c s nn ’ mp palazzo a Santa Sofia, la cerimonia della presentazione dei p n m s m n ’ mp n nch ss ff c n c nc ’ n .

2.6. V gg v gg t b n ’Eu p ’ st

Il con c s m c c n ’E p sudorientale n ’ è testimoniato dalla relazione di AḤMAD IBN FAḌLĀN s s p p s V ’ n z del secolo X che rappresenta il più importante riflesso letterario a noi giunto di quella corrente di traffico3 diretta dai paesi del C ff s ’E p n s n n , m n n costituiscono il maggior documento archeologico i tesori di

2 La scorreria p ù f m s f q ’ nn 150 con il saccheggio delle basiliche

degli Apostoli.

3

Il traffico era costituito principalmente ’ sp z n sch , p cc ambra.

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22

monete musulmane4 rinvenute in gran quantità in Ucraina, Polonia, nei paesi baltici e scandinavi.

I n F ān, di origini persiane, s n’ m sc musulmana che partì da Baghdad nel giugno del 921, per ordine del califfo abbaside Al-Muqtadir, diretta al sovrano dei Bulghar del Volga: questi, già c n ’ s ām, aveva sollecitato una missione per istruire alla nuova fede il suo popolo e per essere aiutato a costruire una fortezza contro i nemici Khazari.

Rientrato a Baghdad compilò un rapporto completo sul suo viaggio che però non ci è pervenuto in forma originale e completa: se ne conoscevano alcuni stralci conservati dal geografo Yāqūt Al-Ḥ m wī del XIII secolo, finché nel 1923 fu scoperta in Persia una s s m n c ’ p I n F ān. L’ m sc , attraverso la Persia e il Khorasan, raggiunse la città di Bukhara, allora capitale dei Samanidi, poi arrivò per via fluviale alle zone del Khuwarizm, quindi alle terre dei turchi e infine a quelle dei Bulghar il cui accampamento, situato alla confluenza della Kama con il Volga, fu raggiunto nel maggio del 922. I fondi richiesti non arrivarono a destinazione per gli intrighi di alcuni funzionari, m ’ m sc f cc ugualmente in modo onorevole e, dopo aver orientato quelle genti su diverse questioni religiose, fecero ritorno a Baghdad non si sa per quale itinerario in quanto ne manca la parte relativa. Il racconto di I n F ān, sebbene incompleto, è comunque prezioso per le numerose notizie pittoresche sulle popolazioni incontrate durante tutto il viaggio: i Bulghar, popolazione

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turca stanziata dopo il VII secolo sul Volga e minacciata dal popolo turco dei Khazari, di religione giudaica; i popoli turchi degli Oghuz, tra il Casp ’A , c n P c n h ; infine i ūs che scendevano lungo il Volga a commerciare con quei popoli turchi e che erano considerati da alcuni dotti arabi slavi e da altri scandinavi.

Due secoli dopo, nel 1130, ABŪ ḤĀ ID AL-GHARNĀTĪ, nato a Granata nel 1080 e trasferitosi a Baghdad, intraprese un gran viaggio verso quelle regioni del Caspio e della Russia meridionale già p c s ’ m sc I n F ān. Giunto via mare alle foci del Volga, trascorse vari anni nella città turco-khazara di Sagsin, poi risalì il Volga fino a Bulghar che intanto era diventata una città stabile. Qui pare sia tornato più volte e vi perse pure un figlio; nel 1150 da Bulghar partì alla volta del principato di Kiev e p ’Un h , ò s ì p cc c n musulmani e lasciò un altro suo figlio ad abitarvi.

Nel 1153 tornò nella ā - s ām e andò a fare il pellegrinaggio alla Mecca. Infine tornò a Baghdad e scrisse la relazione del suo viaggio per il visir abbaside; morì vari anni dopo a Damasco. Le sue esperienze di viaggio sono racchiuse in due diverse opere geografiche, giunte a noi in forma incompleta e sintetica; le sue pregevoli notizie, sebbene affiancate da numerose leggende e fantasie, h nn f q s ’ m m c intellettuale uno dei più importanti trasmettitori medievali di dati geografici ed etnografici sui pop ’E p n settentrionale.

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2.7. Viaggi e viaggiatori arabi nel Mediterraneo

Il Mediterraneo a partire dal secolo VIII sembrava un lago arabo solcato in lungo e in largo da imbarcazioni arabe, anche se le coste non furono mai interamente in possesso degli arabi (lo n s ’Af c N Sp n ).

Poi gli arabi occuparono durevolmente la Sicilia (secolo IX-XI), per tempi più brevi la Sardegna e singoli punti di Puglia e Campania e imperversarono in quei tre secoli con devastanti scorrerie per tutto il nostro Mezzogiorno.

Tra i viaggiatori arabi che hanno avuto diretta esperienza dei n s h n ’ e c s n n z n , à c Hā ūn I n Y y , c’è s IBN ḤAWQAL che nel secolo X visitò di persona la Sicilia e pare anche Napoli con parte della Campania. Grande viaggiatore e geografo mesopotamico, crebbe forse a Baghdad da dove iniziò nel 943 i suoi viaggi che lo portarono in tante regioni del mondo islamic , P s ’Af c s n n Sp n , spinto soprattutto dal desiderio di arricchire le proprie conoscenze: infatti fin da giovane amava le opere geografiche dei suoi predecessori I n Kh ā h h e Q ām h. Comunque motivo dei suoi viaggi furono certamente anche gli interessi commerciali e forse pure quelli politico-religiosi.

Verso il 951 incontrò il geografo e cartografo Al-Istakhrī che ’ p ’ n f c A -Balkhī e che lo invitò a rivedere, correggere e completare la propria opera. Nel 973 visitò la Sicilia. Ritornato a Baghdad nel 976, raccolse le sue impressioni di viaggio nell'opera K tāb

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m sā k w lm mā k (Libro delle vie e dei regni). L’ p A -B khī in originale è andata perduta e, da quanto si è conservato , s c p sc ch n ’ p I n Ḥ wq è f ’ pp A - Is kh ī s p p n n del mondo musulmano, mentre il suo contributo personale ’Occ n s m c , ’Af c N Sp n ch egli visitò negli anni più brillanti del Califfato di Cordova. Bella e particolare è la sua descrizione della Palermo araba che lui visitò nei più bei giorni della dinastia Kalbita.

C n mp n I n Ḥ wq f AL- UQADDASĪ, cosiddetto perché nativo di Gerusalemme (nel 947).

C m I n Ḥ wq p ss q ch simpatia per i Fatimidi, la n s c ’E n n q s c , ed inoltre come lui m ò s ’ s ām, di cui solamente non visitò di persona la Spagna. I suoi lunghi viaggi ebbero come unico scopo il desiderio di conoscere, indirizzato agli uomini più che ai luoghi: infatti la sua relazione di viaggio del 985, s n t-t q sīm fī m ‘rifat-t al- q īm (La migliore divisione per la conoscenza delle regioni) è il più ricco trattato di geografia antropica che noi possediamo per il Medioevo islamico. Ebbe uno speciale interesse per le popolazioni, gli usi e costumi, il commercio, la moneta, i monumenti, le credenze e le lingue.

IBN ǦUBAYR è stato un viaggiatore e un poeta arabo andaluso del XII secolo che sò n c p ’ n in pellegrinaggio alla santa Ka‘ba. La sua relazione di viaggio, , è composta in una forma letteraria di squisita eleganza secondo il gusto del tempo. Dotto di scienze religiose, è

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considerato il principe dei viaggiatori arabi letterati; nacque a V nz n 2254 m ì A ss n ’E n 2127, m sua residenza preferita in patria fu Granada.

Compì tre viaggi in Oriente, sempre avendo come meta il pellegrinaggio alla Mecca; è la relazione del primo viaggio svoltosi nel 1183-85. Partito da Granada raggiunse Ceuta nel Marocco e di qui Alessandria; s ’E s m cò Aidhab sulla costa del Mar Rosso e sbarcò a Jeddah. Dopo il pellegrinaggio rimase sette mesi alla Mecca, poi attraverso il s ’A andò in Iraq e Siria; si imbarcò per il ritorno dalla Palestina, raggiunse lo stretto di Messina dove ebbe un naufragio ch f c n S c . A s s s ’ s , s imbarcò a Trapani e rientrò in Andalusia.

I n Ǧ y n n s n ò c m ā - s ām, ma il suo giornale di viaggio è fondamentale per la conoscenza del mondo islamico mediterraneo alla fine del secolo XII in quanto egli descrive con coscienziosa p c s n ’ sp dei paesi e delle città attraversate, dei monumenti, il tipo e il carattere degli abitanti, gli usi e costumi locali, il regime politico, i mezzi e modi di viaggio, il tutto fissato in una prosa semplice ed elegante allo stesso tempo. Valore unico, poi, hanno le pagine finali della , c n ’ ff sc n n sc z n S c -normanna: I n Ǧ y s cò ss n s mp s nel dicembre 1184, sotto gli occhi di re Guglielmo il Buono, che confermò la sua fama di umanità soccorrendo generosamente i naufraghi. Fino alla sua partenza da Trapani nel marzo 1185, egli s ’ s ām s c n s ’ m n nz normanna; pertanto le sue pagine registrano la grata meraviglia

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’ p tolleranza del re cristiano e la descrizione di costumi e riti della fede islamica ancora osservati semi-clandestinamente alla sua corte.

2.8. Il viaggiatore arabo per eccellenza

Tutti i viaggiatori arabi furono superati per quantità e durata dei viaggi da IBN BAṬṬŪṬA, maghrebino di Tangeri dove era nato nel 1304. A ventuno anni lasciò la patria e vi fece ritorno solo dopo ventiquattro anni di viaggi: il pretesto primo era stato il p n , m à ’E , n n sc n n ’H j z p Mar Rosso, salì a visitare la Palestina e la Siria, poi p p n p ì p ’I q, scese di nuovo alla Mecca e quindi andò a visitare lo Yemen, la Somalia e Zanzibar.

In un viaggio successivo, nel 1332, sò ’An ò p N n C m , p s ò n’ m sc C s n n p . D ’Af h n s n s ff cc ò m n n n dove rimase per anni. D ’In s 2154 p ssò n In n s poi in Cina fino a Pechino, tornando in patria nel 1349. Due anni dopo visitò i resti della Spagna musulmana e più tardi ancora fece il suo ultimo viaggio in cui attraversò il deserto del Sahara fino a Mali sul Niger, poi rientrò in Marocco dove dettò a un segretario andaluso il racconto dei suoi viaggi, la ; morì nel 1368-69. Talora appena fuori dalla civiltà musulmana, egli sente e confessa il suo disagio, e riferisce le cose in modo sommario e confuso tanto da far dubitare della verità del suo racconto. Tuttavia la sua relazione è preziosa per le sue descrizioni di luoghi, uomini e c s m s c , f n’ ss z n c s m s nc

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onesta. Inoltre fu il primo, e a lungo il solo, a lasciare notizie scritte su alcuni popoli del ceppo turco-mongolo, ’India musulmana e indù e dei territori transahariani sul Niger.

2.9. Un viaggiatore mercenario

Infine un esempio di viaggiatore per professione: AḤ AD IBN ĀǦID, n e cartografo nato nel 1421 a Julphar s c s ’Om n da una famiglia di piloti e capitani di mare. P s cò ’Oc n In n , dalla costa orientale ’Af c ’In n s , procurandosi una vasta esperienza grazie alla quale produsse un gran numero di carte di istruzione nautica, trattati e manuali per la navigazione costiera e portuale che costituiscono una miniera di n z s ’ s n m n c degli arabi alla fine del Medioevo, sulla loro tecnica di navigazione, sulle correnti e i venti, sulle coste e i porti del Mar R ss ’Oceano Indiano. Molti di questi scritti sono in versi didascalici, s c n ’ s m e.

I n āǧ fu il pilota arabo n ’Oc n In n del grande navigatore portoghese Vasco da Gama che per primo in Europa doppiò il Capo di Buona Speranza e c s n ’Af c , n (q s n c A m c m p ), navigò direttamente fino a Kalikut sulla costa sudoccidentale ’India (1498).

I n āǧ , ch p s m m n ss f n p m nn XVI secolo, fu il primo spettatore e commentatore di quella prima fase della colonizzazione europea in India, come dimostrano i s s : “I t g s s s s gn tutt qu st t …

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corruppe il Samiri5, pp ss … n n s s à p me, tra loro g In n , p tt st …”.

L f ’ p I n āǧ chiudono degnamente la serie dei grandi viaggiatori ed esploratori arabi nel periodo classico della loro civiltà.

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3. MANOSCRITTI ARABI

Come è noto, durante il Medioevo il mondo musulmano compì incredibili progressi in campo scientifico: gli studiosi di Baghdad, Il Cairo, Damasco e Cordoba partiron ’ à culturale lasciata dagli eruditi di Egitto, Mesopotamia, Persia, Grecia, India, Cina e la svilupparono ottenendo progressi in medicina, astronomia, ingegneria e c ’ m n sc p n c m algebra, trigonometria e chimica. Inoltre i testi arabi rimpiazzarono quelli greci come fonti di saggezza.

Dal VII al XIX secolo i manoscritti in caratteri arabi hanno diffuso il sapere in lingue e culture diverse – ’A n c Cina, da Zanzibar alle rive del Volga – con straordinaria efficacia e continuità: una sterminata produzione di cui finora solo una piccola parte è emersa, studiata, catalogata e a cui ha contribuito in larga parte la numerosa schiera di viaggiatori arabi con la sua produzione letteraria, diffondendo insieme ad essa anche il proprio sapere e la propria cultura.

Alla scoperta di tali manoscritti hanno contribuito molti studiosi arabi e tanti orientalisti occidentali e per orientalisti non intendiamo quelli descritti da Edward Said che verosimilmente hanno avuto ben altri interessi, s ’ m n m sapere, ma ci riferiamo a quelli che, fortunatamente numerosi, dai secoli XVIII e XIX e soprattutto dal secondo dopoguerra ad h nn sc p ’ s s nz m n sc , n h nn c ’ n p z n , ’ z n s mp m nch traduzione in altre lingue. Facciamo riferimento a questi orientalisti, c ’Enc c p T cc n sc n

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atteggiamento caratterizzato da spiccato interesse e forte ammirazione per ciò che è orientale, per la civiltà e la cultura ’O n .

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4. LETTERATURA ODEPORICA ARABA

4.1. Prima prosa letteraria

Si inserisce nel più ampio panorama della prosa letteraria araba. Dopo quella preislamica (discorsi oratori, prediche, biografie dei poeti, proverbi, responsi di indovini e stregoni pagani), non del tutto autentica poiché la trasmissione orale di materiale non vincolato da metro e rima lo ha certamente esposto ad alterazioni e contraffazioni, la prosa araba certa comincia con la C c m n à m n s ’ nn 2 h e si sviluppa poi con i generi storiografici relativi al Profeta ( īt , m g āzī e sīra), le opere di traduzione soprattutto dal pehlevi e a partire dal secolo VIII-IX (prima epoca abbaside) ’adab (Gabrieli, 1967).

4.2. I Kāt b tt tu ’ b

Per adab si intendeva in origine il modo di comportarsi o ’ n s n n m sunna, termine ch c n ’ s ām nn sp c f c p ’ m s , m n adab rimase legato alla tradizione degli antenati e solo in seguito assunse una valenza più intellettuale, conferendo alla letteratura omonima la p c à c m c n n ss ’ m c ltura da lui creata. Nei secoli successivi ’adab passerà infatti a rappresentare tutto ciò che un uomo deve sapere per n s c à, c ’ m n , ’ q nz c , n c n p c ò ’ n n mento.

L ’adab iniziò per opera dei kāt b, scrivani o segretari spesso di origine non araba che registravano gli atti

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amministrativi in arabo e mandavano lettere ( sā ) ai governatori nelle province della ā - s ām e ai sovrani stranieri; alcuni scrissero anche opere indirizzate a principi e cortigiani a fini educativi e moraleggianti diventando colti uomini di lettere e famosi scrittori, altri continuarono a tenere le redini ’ mm n s z n , f n nz lla giustizia.

Nella sua seconda fase ’adab registrò un

cambiamento diventando letteratura amministrativa. Si

scrivevano testi per i kāt b ’ mm n s z n n stato: a questo proposito Ibn Qutayba, esperto in scienze religiose e giuridiche, volle rendere fruibile “n n sp c s ”, kāt b, una conoscenza diventata già troppo ampia e a tal scopo compilò manuali su poesia, linguistica, algebra, geometria, storia e diritto.

4.3. Storiografia

C n ’ ff m s p s , s f s ò esigenze morali ed entrò nella vita culturale profana: bisognava raccontare come si erano svolte le vicende e gli Abbasidi vincitori dovevano assicurarsi il riconoscimento della propria legittimità. Al-Balādhurī, n p s n , è p m p storia profana, utū -bu ān (La conquista dei paesi), e di K tāb nsāb - s āf (Il libro delle genealogie dei nobili). Gli storici, in gran parte di origini persiane e legati alla corte del califfo, presentavano gli Abbasidi come i restauratori e i sostenitori ’ s ām e gli Omayyadi vinti come una dinastia empia e corrotta. Seguiranno le opere At-tā īk dello storico e geografo

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arabo di fede sciita Al-Y ‘qū ī, la prima storia araba basata su una visione unitaria in cui furono inseriti anche assiri, babilonesi, greci, romani, persiani, indiani, cinesi, berberi, abissini, e K tāb tā īk -rusul wa-l-mu ūk s c p s n A -Ṭ ī, chiamata anche Annali p ché, p n ’ p c P f , narrazione storica è organizzata appunto per anni. Al-Y ‘qū ī scrisse anche un K tāb -bu ān, per il quale raccolse materiale letterario e interrogò di persona i viaggiatori.

4.4. Geografia

Parallelamente si sviluppò una corrente scientifica, interessata alla descrizione della Terra, che si adoperò a tradurre in arabo opere geografiche dal sanscrito, dal greco e forse dal pehlevi. La geografia si sviluppò anche per esigenze amministrative come la riscossione delle tasse e la comunicazione tra le diverse zone del califfato, per necessità politiche come il controllo delle frontiere e lo sviluppo dei commerci internazionali, ed infine anche per il pellegrinaggio alla Mecca. Primo geografo a scrivere in lingua araba fu il kāt b di origine persiana Ibn Kh ā h h, c p p s ’ nf m z n n p nc s n , poi di Baghdad e di Samarra. Scrisse il K tāb -m sā k w -l-m mā k (Il libro degli itinerari e dei regni), organizzato secondo la visione degli Abbasidi per cui Baghdad era il centro del mondo.

In questo panorama si inserisce la prima letteratura odeporica6 araba di nostra conoscenza che, oltre ad entrare con pieno diritto a far parte del variegato panorama letterario classico, costituisce

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una preziosa e copiosa fonte documentaria di estremo interesse storico, geografico ed etnografico.

4.5.

Lo studioso giordano Al- h ī ‘Iy A -R wā ci conferma che la tradizione geografica araba ha conosciuto diversi tipi di letteratura odeporica distinguibili fra loro in base ai motivi che hanno dato impulso al viaggio.

Ci sono i viaggi di pellegrinaggio, cioè i n ’H j z, per cui si sono distinti i Maghrebini e gli Andalusi lasciando una ricca tradizione, assai importante per la precisione delle descrizioni e in quanto fonte di rare e preziose testimonianze.

Numerosi sono i viaggi geografici legati alla scoperta di luoghi e di popoli, alla registrazione delle descrizioni di città, monti e fiumi e alla valutazione delle distanze fra determinati luoghi: in questo tipo di viaggio hanno eccelso gli esploratori di paesi lontani, che h nn c ns p ’ mportanza della loro impresa ed hanno registrato per iscritto tutto quello che avevano diligentemente osservato.

Ci sono anche i diari geografici scritti dagli ambasciatori durante le loro missioni, di notevole qualità per la sagace osservazione rivolta ad aspetti utili di terre, popoli e costumi divenuti oggetto della loro descrizione.

Accomunano tutti i tipi di viaggio il tema della narrazione, cioè i luoghi e gli uomini che li abitano, la descrizione della terra e di tutto quello che ci sta sopra compreso i prodotti agricoli, il

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ricordo delle eccellenze tra le personalità e gli studiosi che i viaggiatori incontrarono in quei territori.

4.6. n p m t

Tra le mete più ambite dei viaggiatori erano Mecca e Medina, città sante dal prestigio religioso e scientifico costante nel corso dei secoli della storia islamica: attirano a sé i musulmani per il p n ’ s c z n s p s nch i più lontani; la sofferenza p f c ’ nc pericoli erano argomenti che dominavano la gran parte della letteratura di viaggio legando insieme le varie opere.

La divulgazione della maggior parte di tali opere è stata merito di Ḥ m A -Ǧāssir7 ch h p c s s n “A -‘A ”, rendendo noti i loro autori e i nomi dei paesi in cui si trovavano le loro copie.

In seconda posizione, quanto a numero di viaggiatori della ch ’h nn s , s c à G s mm che rappresentava una meta ambita di viaggio sia per il suo prestigio religioso di luogo benedetto, santuario della religione, sia perché era un luogo di scienza, un centro di studio visitato dagli intellettuali musulmani provenienti da svariati paesi del mondo. Infatti, sulla base di tali dati, si era creata una letteratura islamica che invitava a visitare Gerusalemme per essere benedetti dalla

7 Ḥ m A -Ǧāss (1907-2000) fu uno storico e un importante giornalista saudita,

autore dell’ p n c s p s popolarmente nota come K tāb

al- nsāb, f n s “A -Y m m h” n 2941 “A -‘ ” n 2900.

Q s ’ m , che si occupa di storia, letteratura e tradizione intellettuale araba e da sempre ha dato spazio sulle sue pagine ad articoli e opere di letterati e ricercatori , è f ‘ n.

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sua santità: nelle biblioteche gli scaffali dei manoscritti si riempirono di una grande quantità di diari di viaggio nei luoghi santi e di libri di virtuosi; la relativa vicinanza tra Gerusalemme e ’H j z n n p m m h n n alusi a visitare Gerusalemme dopo aver compiuto il pellegrinaggio. Nella città di Ayila (presso Al-‘Aq , n s G n ) si separava la carovana dei pellegrini dello Sham da quella degli egiziani e da là chi voleva visitare Gerusalemme la raggiungeva via terra attraverso Ghaza o attraverso Al-Khalil.

A z p s c à ch p ù n ’ nz n visitatori era Costantinopoli che prese posto nella letteratura di viaggio a fianco delle città sacre di Mecca e Gerusalemme, anche se quello che richiamava i viaggiatori non era la santità dei luoghi ma il suo prestigio politico soprattutto da quando, conquistata dagli Ottomani nel 1453, era diventata capitale del califfato.

Era diventata meta di molte missioni diplomatiche, di mercanti e di persone che volevano raggiungere la Sublime Porta in nome di propri interessi o per denunciare soprusi subiti da parte di governatori locali oppure per chiedere assistenza ovvero sussidio. Costantinopoli era anche meta di studiosi specialmente dopo la rinascita scientifico-culturale della città che aveva anche consentito la costruzione di ricche biblioteche: a tal proposito il viaggiatore del XVI secolo At-T m k ū ī raccontò di come il mercato dei w āqīn o u ā (venditori di documenti cartacei) fosse letteralmente inondato di manoscritti in lingua araba p n n p nc ’ mp .

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5. I PRIMI VIAGGI A COSTANTINOPOLI

( p m ’ ns m n mp m n ) C s n n p , ’ n c B s nz , s sc c m c p S c R m n Imp ’O n C s n n G n n ch m “n R m ” “ n R m n ”; p averla conquistata, O m n s p nn m n n Is ām ū che pote s n f c “c à ’ s ām” “ n s ām” “c à p c ”. In s p s n m Is ānbūl Is n ū ed anche di Al-As ān ch s n f c “ n c ” (at-takia al-kub ā, dove per takia si intende un luogo di preghiera e di riposo), “ c s f c à”, “ c s s p m ” “ c s c ff ” ( n K z k s n f c m n “c p ” persiano astane ch s n f c “s s m ” “p ”). Tra i più antichi testi di viaggio legati a Costantinopoli è il viaggio del compagno del Profeta ‘UBĀDA BIN AṢ-ṢĀMIT nelle province m n f n ff n ’ s ām: questo viaggio, se è avvenuto realmente, appartiene, per quanto riguarda le motivazioni, sia al filone diplomatico sia a quello della propaganda islamica. Il testo è stato riportato dal geografo del XIII secolo Yāqū A -Ḥ m wī8 nel suo Mu‘ǧ m -bu ān (Dizionario dei paesi), seppure fosse nch’ s s c à. N ‘U ā è c c n sc c m R qīm Ah A - Kahf. La Grotta dei Sette Dormienti, menzionata nella Sura del Corano chiamata Al-Kahf, è situata alle porte del villaggio di Ar-R qīm, 26 Km capitale giordana in direzione est: un gruppo di giovani devoti sfuggirono alle persecuzioni di Traiano rifugiandosi in questa

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grotta e Dio per salvarli li fece dormire per 300 anni; al loro risveglio credevano di aver dormito un giorno o poco più, ma quando furono scoperti, Dio li fece dormire per sempre nella . C s n nc n c n ’ p c z n n , somiglianti ai resti di una moschea, che corrispondono esattamente alle descrizioni del Corano.

Il viaggio di ‘U ā fu seguito da una serie di viaggi compiuti con lo scopo di scoprire i luoghi geografici n ’ p c c ff Hā ūn bin mm , n p Hā ūn A -R shī ch m n ’ nn 157. I p m q s è s f tto da un famoso m m c , UḤAMMAD BIN ŪSĀ BIN SHĀKIR (morto nel ’ nno 873), dotto anche in ingegneria, scienze, musica e s n m , ch n f B nī ūsā s scientifico Ḥiyal (Artifizi); il califfo lo aveva mandato in missione n ’ mp m n p s m n A -R qīm ‘Ammū Nīq . La grotta di Ar-R qīm è stata citata, oltre che Yāqū A -Ḥ m wī, nch I n Kh ā h h9 nel suo K tāb -m sā k w -l--m -mā k (Libro delle strade e dei regni), n ’analisi ’ p mm n ūsā contenuta in ‘ ām (Personaggi famosi) dello scrittore siriano Az-Zirik ī10 e nella

9 I n Kh ā h h: K tāb -m sā k w -l-m mā k (Laydin, Ma ‘ B ī , 2119) p. 106. 10 Kh y A -Dīn Az-Z k ī, - ām qāmūs t āǧ m -ash - ǧā w -n-n sā m n -‘ b w - -must bīn w - -must s qīn (A -Qāh , Tsūmās, 1954-1959, in 10 volumi) 7: 116.

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Tā īk al-adab al-ǧug āfī -‘ bī (Storia della letteratura geografica araba) del russo K čk sk j11.

I n Kh ā h h12 riportò anche il testo USLI BIN ABĪ MUSLIM AL-JAR Ī n c s n scritte le opere dei bizantini e tra queste la città di Costantinopoli (Al-J mī s p n B z n n n ’ nn 154 p a tornato in libertà).

Un s è q HĀRŪN BIN YAḤYA l IX secolo, nch’ c B z n n ; h sc n p z s descrizione della città di Costantinopoli, riportata interamente da A m ibn Rusta13 I f hān, esploratore e geografo di origine persiana del X secolo, nel suo K tāb l-a‘ āq an-n fīs (Il libro delle gemme preziose) edito nel 1893. P m n s Hā ūn n ‘A ī n Y y , p ‘A A h f A - Mun ǧǧim Al-B h ā ī ch f n f m s morto giovane a Baghdad nel 901.

Dello stesso periodo sono i testi del famoso viaggiatore m cch n YAḤYA BIN AL-ḤAKA (m n ’ nn 105 soprannominato AL-GHAZĀL per la sua avvenenza) che si collegano al filone diplomatico della letteratura di viaggio: infatti fu per la sua conoscenza delle lingue e la sua abilità nelle ch ’ m C , ‘A A -Ra m n II n A -Ḥ k m Al- wānī, lo inviò nei paesi del nord per negoziare con i

N m nn ch n ’ nn 155 n s ’An s

11 Ignatij Julianovič K čk sk j, Arabskaya geograf českaya literatura,

Mosca-Leningrad, 1957; Tā īk -adab al-ǧug āfī -‘ bī (Al-I ā h- h qāf yy -l-ǧām ‘ -‘ yy , 2901) 2: 211.

12 I n Kh ā h h: K tāb -m sā k w -l-m mā k, (Laydin, Ma ‘ B ī , 2119),

p. 105.

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saccheggiarono Siviglia. Pare che Al-Gh zā ss già visitato Costantinopoli prima di questa data, ’ n n n m ss n p c nc n p c c n ’ mp T f ; conservarono notizia delle sue due missioni, nonché i testi delle sue poesie14, gl s c I n D y A -Maqq ī15.

Nel secolo XI visitò Costantinopoli il dottore AL- UKHTĀR BIN AL-HASAN IBN BUṬLĀN B h , m n 2600; partì alla ’E ch ns p nn , avendo soggiornato per n p ’ ad Aleppo e visitato poi Costantinopoli e Antakia. Alcune fonti ci testimoniano la veridicità di queste visite, in particolare ’edizione critica del suo diario di viaggio contenuta in ‘ ām di Az-Zirik ī16.

I ABŪ AL-HASAN ‘ALĪ BIN ABĪ BAKR AL-HARAWĪ, noto come AS-SĀ’IḤ ( viaggiatore) e morto nel 1215, ci ha lasciato una composizione per scrivere la quale aveva girato i paesi annotandone i santuari, i sepolcri dei santi, i luoghi sacri, le tombe e le moschee. Chiamò il suo libro Al- s ā āt ā m ‘ f t ā āt (I segnali per riconoscere le visite), in cui menzionò lo scopo della sua opera che era unicamente il poter ricordare le visite allo Sham, ai Profeti, ai loro compagni e ai virtuosi che stavano attorno a loro: infatti il fascino che egli provava per il sufismo era ciò che lo aveva spinto a viaggiare. L’ p As-Sā’ ,

14 I n D y : -muṭ b m n s ‘ā -maghrib, p. 133; Al- qq ī: f ṭ-ṭīb, 2:

257-259.

15 Al- qq ī – Letterato e storico arabo musulmano, originario di Maqqarah in

Algeria, morto nel 1632. La sua opera maggiore f ṭ-ṭīb è divisa in due parti, di c n s c à Sp n m s m n ’ f s L sān A -Dīn I n A -Kha ī (T cc n . ).

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che assomiglia a un manuale o a una guida, è stata analizzata e trasc Jānīn Sw ī , A - ‘h -F nsī di Damasco nel 1953. Usarono i suoi dat Yāqū A -Ḥ m wī, nch se con cau , nch I n Sh ā n s Al ‘ āq -k ṭī (Oggetti preziosi pericolosi).

Il famoso viaggio di IBN BAṬṬŪṬA (morto nel 1377) non si limitò solo alle terre bizantine, ma fu di quel genere di viaggi globali che comprendono così tanti paesi da superare il limite della conoscenza ordinaria per la sua epoca. Il suo viaggio durò ventotto anni ed interessò Marocco, Egitto, Ash-Sham, Hijaz, Iraq, Persia, Yemen, Bahrain, Turkistan, i paesi del nord, parte ’In C n , p s T e infine quelli del centro ’Af c ; ch mò s m m Tu f t n ā g ā’ b m ā w -‘ ǧā’ b - fā (I ’ ss i paesi straordinari e delle meraviglie dei viaggi) pubblicato nel 1997 a Rabat Akā īm yy -mamlaka al-maghribiyya a cura dello scrittore e storico ‘A -Hā ī -Tāzī, nato a Fez nel 1921. La parte che riguarda Costantinopoli è stata oggetto di molte critiche per la confusione delle date riportate e per le citazioni di luoghi in contrasto con la rotta del suo cammino; tuttavia la precisione delle sue descrizioni di città e luoghi conferma il fatto che egli li visitò realmente.

I n B ū è c ns p m q ch h nn p della stato ottomano mentre era ancora in fasce, prima che diventasse un impero17.

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Ibn Ba ū a: - ( n p è p n ’ z one critica di ‘A -Hā ī at-Tāzī, 1997) 2: 197.

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6. IL VI GGIO COST NTINOPOLI DU NTE L’IMPE O OTTOMANO

Il XVI secolo (X secolo h.) f ’ n z ff ’ sp s n viaggi che avevano come meta Costantinopoli, ossia Istanbul, in quanto capitale del califfato. Questo secolo ha assistito a un aumentato vigore nella costruzione delle relazioni politiche e diplomatiche tra stati orientali e occidentali da una parte e mp m n ’ : ne è derivato che la letteratura di viaggio in questa epoca è quasi completamente dedicata alla capitale ottomana, divenuta perno fondamentale nelle relazioni con il mondo islamico e grande capitale politica che attirava a sé nazioni europee cristiane ed allacciava con esse legami di amicizia e di commercio.

T q ch s c n C s n n p n q s p c’ il viaggiatore AL-ḤASAN IBN UḤA AD AL-WAZZĀN, morto nel 1550 e soprannominato LIYŪN AL-IFRĪQĪ : il suo libro era conosciuto nella sua versione europea, mentre il suo originale arabo non aveva lasciato alcuna traccia; il motivo della sua visita alla capitale del califfato era di tipo turistico, cioè era spinto dal desiderio di viaggiare nelle regioni della terra per vedere ogni cosa e registrare tutto quello che vedeva. K čk sk j18 considera più probabile ch L n ’Af c n s Is n per una m ss n p c n ’ sp ns n pp h e lo stato ottomano.

Del tipo di viaggio politico con meta Costantinopoli è anche il ‘ABŪ AL-ḤASAN ‘ALĪ BIN UḤAMMAD AT-TA AǦRŪTĪ

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(detto anche AT-TA AKRŪTĪ, morto nel 1594), il cui libro intitolato n-n f -miskiyy fī s-sifā at-turkiyya (Il profumo del muschio nella missione turca) è s p c n 1661 R T p R c ‘A A -L īf Ash-Shā hi ī. I n A m A -Man ū As-S ‘ ī era arrivato al trono del Marocco c n ’ ch d aveva fissato n’ mp sf relazioni diplomatiche con loro, finché ottenne che le missioni fra le due parti avvenissero con cadenza regolare e duratura: n q s m ss n p m ss A - n ū q che ne ’ nn 1589 vedeva At-T m k ū ī c p z n n presso il s n ā III, cc mp n sc s n nché p mm I n ‘A ī A -F sh ā ī p s n per il califfo ottomano. G ns C s n n p 20 m 998 h e vi rimase circa otto mesi durante i quali compì la missione per cui era venuto. Il viaggio di At-T m k ū ī c n n n descrizione molto ampia della città di Costantinopoli e i suoi dintorni19, degli incontri con il sultano e il suo seguito; ’ ritraeva sistematicamente la città, le sue moschee e la vita dei suoi abitanti, descriveva la vita scientifica cittadina e la rinascita delle scienze islamiche a cui aveva assistito durante il suo soggiorno, raccontava delle grandi raccolte di manoscritti che vi si accumulavano, provenienti da tutte le province ottomane. Eccone un passaggio q s p p s : “I libri in questa città sono incalcolabili, innumerevoli, infiniti, gli scaffali delle biblioteche e dei mercati ne sono stracolmi, sono stati portati a Costantinopoli libri di ogni paese del mondo. Abbiamo recuperato

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