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Analisi Matematica II

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Academic year: 2021

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(1)

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Analisi Matematica II

Testi d’esame e Prove parziali

Analisi Matematica II - (Genova) - 7 febbraio 1995 . . . .pag. 2 Analisi Matematica II - (Genova) - corso C - 1a prova - 22 febbraio 1996 . . . pag. 5

Analisi Matematica II - (Genova) - corso C - 2a prova - 29 maggio 1996 . . . pag. 9 Analisi Matematica II - (Genova) - 20 settembre 1996 . . . pag. 13 Analisi Matematica II - (Genova) - 17 febbraio 1997 . . . pag. 17 Analisi Matematica II - (Genova) - corso C - 1a prova - 17 febbraio 1998 . . . pag. 21

Analisi Matematica II - (Genova) - corso C - 2a prova - 4 giugno 1998 . . . pag. 24

Analisi Matematica II - (Genova) - 18 settembre 1998 . . . pag. 26 Analisi Matematica II - Sv - 1a prova - 18 Marzo 1998 . . . pag. 29

Analisi Matematica II - Sv - 2a prova - 22 Aprile 1998 . . . .pag. 30 Analisi Matematica II - Sv - 3a prova - 18 Maggio 1998 . . . pag. 32 Analisi Matematica II - Sv - 4a prova - 5 Giugno 1998 . . . .pag. 34 Analisi Matematica II - Sv - 1a prova - 2 Febbraio 2000 . . . pag. 35

Analisi Matematica II - Sv - 2a prova - 17 Febbraio 2000 . . . pag. 37

Analisi Matematica II - Sv - 3a prova - 2 Marzo 2000 . . . .pag. 39

(2)

ANALISI MATEMATICA II - 7 febbraio 1995 3h

• Si consideri, nel piano (x, y), la curva γ di equazioni parametriche    x(t) = 10(t− t2) t∈ [0, 1] y(t) = sin(2πt)

a) Stabilire se γ `e chiusa, semplice, regolare. γ `e chiusa perch´e γ(0) = γ(1) = (0, 0).

`

E semplice perch´e γ(t) = γ(s)⇒ t = s. Infatti, se fosse t 6= s  10(t − t2) = 10(s− s2) sin(2πt) = sin(2πs) ⇒  t− s = t2− s2 2πt = π− 2πs ⇒  t + s = 1 t + s = 1/2 che `e assurdo.

Infine `e regolare perch´e γ∈ C1([0, 1]) e

k ˙γ(t)k =p(10 − 20t)2+ 4π2cos2(2πt)6= 0 ∀t.

b) Disegnare la traccia di γ

c) Calcolare l’area della parte di piano delimitata dalla traccia di γ. Per le formule di Gauss-Green si ha, poich´e γ `e orientata in senso orario

Area C = ZZ C 1 dx dy = Z ∂C y dx = Z γ y dx da cui Area C = Z 1 0 (10− 20t) sin(2πt) dt = 10 Z 1 0 sin(2πt) dt− 20 Z 1 0 t sin(2πt) dt = = 0 + 20 tcos(2πt) 2π 1 0 − 20 Z 1 0 cos(2πt) 2π dt = 20 2π

(3)

d) Scrivere una parametrizzazione della superficie generata dalla rotazione di un giro com-pleto della traccia di γ attorno all’asse y.

Utilizzando le coordinate cilindriche (x, y, z) = (ρ cos θ, y, ρ sin θ) (si tenga presente che la rotazione avviene attorno all’asse y) si ottiene

   x(t, θ) = 10(t− t2) cos θ y(t, θ) = sin(2πt) (t, θ)∈ [0, 1] × [0, 2π] z(t, θ) = 10(t− t2) sin θ • Si consideri la funzione f (x, y, z) =      x2y + y2z + z2x x2+ y2+ z2 , (x, y, z)6= (0, 0, 0) 0 , (x, y, z) = (0, 0, 0)

e) Determinare il dominio e l’insieme di continuit`a di f . Il dominio di f `e R3 .

L’insieme di continuit`a di f `e R3 .

Infatti f `e sicuramente continua al di fuori dell’origine; per quel che riguarda (0,0,0), utilizzando le coordinate sferiche (x = ρ cos φ cos θ y = ρ cos φ sin θ (ρ, θ, φ)∈ [0, +∞) × [0, 2π] × [−π/2, π/2] z = ρ sin φ si ottiene x2y + y2z + z2x x2+ y2+ z2

= ρ| cos3φ cos2θ sin θ + cos2φ sin φ sin2

θ + sin2φ cos φ cos θ| ≤ 3ρ

che tende a zero quando ρ tende a zero, uniformemente rispetto a θ, per cui f `e continua anche nell’origine.

f ) Determinare l’insieme di differenziabilit`a di f . f `e differenziabile in R3\(0, 0, 0) .

Infatti f `e di classe C1, e quindi differenziabile, al di fuori dell’origine. Per quel che riguarda (0,0,0) si

noti che

fx0(0, 0, 0) = fy0(0, 0, 0) = fz0(0, 0, 0) = 0

perch´e la funzione vale 0 sui tre assi; pertanto f `e differenziabile in (0,0,0) se e solo se lim

(x,y,z )→ (0 ,0,0)

f (x, y, z) p

x2+ y2+ z2 = 0

ed utilizzando ancora le coordinate sferiche si ha f (x, y, z)

p

x2+ y2+ z2 = cos 3

φ cos2θ sin θ + cos2φ sin φ sin2θ + sin2φ cos φ cos θ

(4)

g) Determinare per quali direzioni esiste la derivata direzionale in (0,0,0) e calcolarla. Sia q = (α, β, γ), con α2+ β2+ γ2= 1, una direzione assegnata; allora

∂f ∂q(0, 0, 0) = limt→ 0 f (tα, tβ, tγ)− f(0, 0, 0) t = α 2 β + β2γ + γ2α . h) Calcolare, se esiste, lim (x,y,z )→∞ f (x, y, z)

Il limite non esiste in quanto sugli assi la funzione vale 0 , mentre ad esempio sulla retta x = y = z si ha f (x, x, x) = x, che tende a +∞ o −∞ a seconda che x tenda a +∞ o −∞ .

(5)

ANALISI MATEMATICA II - corso C - Prima prova parziale - 22 febbraio 1996 2h • Si consideri la funzione f (x, y) = 1− x3+ 12px2+ y2 e gli insiemi A ={ (x, y) ∈ R2 : 1 < x < 3 } , B ={ (x, y) ∈ R2 : x2+ y2 ≤ 9 }

a) Determinare, se esistono, un maggiorante ed un minorante di f su A. Poich´e, per esempio per x = 2, si ha

f (2, y) = 12p4 + y2− 7

la funzione non `e superiormente limitata in A, e quindi non esistono maggioranti. Inoltre, dato che se x < 3, risulta

12px2+ y2 > 0 , 1− x3 >

−26 si ha,

f (x, y) >−26 ∀(x, y) ∈ A cio`e−26 `e un minorante.

b) Determinare, se esistono, massimi e minimi relativi ed assoluti di f su A.

Essendo A un insieme aperto ed essendo f ∈ C1(A), f risulta differenziabile in A, e pertanto i punti di

minimo e massimo relativo e assoluto vanno ricercati ove ∇f = 0. Si ha ∂f ∂x(x, y) = −3x 2+ 12x p x2+ y2 = 0 ∂f ∂y(x, y) = 12y p x2+ y2 = 0

La seconda equazione equivale ad y = 0, per cui la prima diventa −3x2+ 12 x

|x| = 0

che, per x < 0 non ha soluzioni (essendo il primo membro negativo), mentre se x > 0 si ha −3x2+ 12 = 0

ovvero x = 2.

Pertanto l’unico punto critico di f in A `e il punto P1 = (2, 0).

Calcolata la matrice Hessiana

Hf (x, y) =   −6x + 12 y2 (x2+ y2)32 − 12 xy (x2+ y2)32 − 12 xy (x2+ y2)32 12 x2 (x2+ y2)32   si ha Hf (2, 0) = −12 0 0 6 

(6)

Senza utilizzare la matrice Hessiana si pu`o osservare che, sulla retta y = 0, con x∈ (1, 3) si ha φ(x) = f (x, 0) = 1− x3+ 12x

e φ ha un massimo relativo per x = 2 poich´e φ0(2) = 0 e φ00(2) =−12, mentre sulla retta x = 2 si ha ψ(y) = f (2, y) = 12p4 + y2− 7

che ha un minimo relativo per y = 0 poich´e ψ0(0) = 0 e ψ00(2) = 6. Ne segue, come prima, che non esistono punti di minimo o massimo relativo o assoluto di f su A.

c) Determinare, se esistono, massimi e minimi relativi ed assoluti di f su B.

Essendo B un insieme compatto ed f una funzione continua, esisteranno sicuramente i punti di minimo e di massimo assoluto di f su B.

Osservato che f ∈ C1(R2

\(0, 0)) e quindi f `e ivi differenziabile, mentre non lo `e in (0,0) (ad esempio f (0, y) = 1 + 12|y| non `e derivabile in y = 0), i punti richiesti andranno cercati:

- all’interno di B ove f non `e differenziabile, cio`e il punto P0 = (0, 0).

- all’interno di B dove f `e differenziabile e∇f = 0, ed a questo proposito il calcolo fatto al precedente punto b) ci ha fornito il solo punto P1 = (2, 0).

- sulla frontiera di B: essendo x2+ y2= 9 si ha, per (x, y)∈ ∂B,

f (x, y) = 1− x3+ 36 = 37− x3 x∈ [−3, 3]

che ha un punto di massimo per x =−3 e di minimo per x = 3. I due punti critici sulla frontiera sono pertanto P2 = (−3, 0) , P3 = (3, 0).

Ricordando che il punto P1 `e un punto sella per f (vedi sempre punto b)), calcoliamo ora il valore della

funzione nei tre punti P0, P2, P3:

f (0, 0) = 1 , f (−3, 0) = 64 , f (3, 0) = 10

Ne segue che P0 = (0, 0) `e sicuramente punto di minimo assoluto, mentre P2 = (−3, 0) `e punto di massimo

assoluto.

Per quel che riguarda il punto P3 = (3, 0), ricordando che `e minimo sulla frontiera, ed osservato che ∂f

∂x(3, 0) =−15, cio`e f `e decrescente in x in un intorno di (3,0) (per il teorema della permanenza del segno),

esso `e necessariamente un punto di minimo relativo per f su B (vedi figura, ove le frecce indicano versi di salita: f (x, y)≥ f(ˆx, y)≥ f(3, 0) per ogni (x, y) in un opportuno intorno di P3).

(7)

• Si consideri

S ={ (x, y) ∈ R2 : 2y2

− x ≤ 1 , x ≤ 1 }

d) Calcolare la massa della lamina S avente densit`a pari al doppio della distanza dall’asse y. Si tratta di calcolare

ZZ

S

δ(x, y)dxdy ove la densit`a δ(x, y) del punto (x, y)∈ S vale 2|x|. Quindi

ZZ S 2|x|dxdy = Z 1 − 1 Z √ (x+1) /2 −√(x+1) /2 2|x|dy ! dx = Z 1 − 1 Z 1 2y2− 1 2|x|dx  dy

Sviluppando ad esempio il primo integrale si ottiene Z 1 − 1 2|x|2 r x + 1 2 dx = 4 √ 2 Z 1 − 1 |x|√x + 1dx = √4 2 Z 0 − 1 −x√x + 1dx + Z 1 0 x√x + 1dx 

ed essendo x√x + 1 = (x + 1)√x + 1−√x + 1 = (x + 1)3/2− (x + 1)1/2 una sua primitiva `e 2 5(x + 1) 5/2 − 2 3(x + 1) 3/2 e l’integrale diventa 4 √ 2 " −2 5(x + 1) 5/2+2 3(x + 1) 3/2 0 − 1 + 2 5(x + 1) 5/2 −2 3(x + 1) 3/2 1 0 # = =√4 2  −2 5 + 2 3 + 2 52 5/2 −2 32 3/2 −2 5+ 2 3  =16 15(1 + √ 2)

(8)

e) Calcolare il baricentro del solido omogeneo ottenuto dalla rotazione di S di mezzo giro intorno all’asse x.

Poich´e per ragioni di simmetria yB = 0 e zB = 0, resta da

calcolare xB = RRR V xdxdydz RRR V dxdydz

Utilizzando ad esempio le coordinate cilindriche rispetto all’asse x, il solido V `e definito da 0≤ θ ≤ 2π , 0≤ ρ ≤ 1 , 2ρ2 − 1 ≤ x ≤ 1 e ZZZ V dxdydz = Z 2π 0 Z 1 0 Z 1 2ρ2− 1 ρdx  dρ  dθ = Z 2π 0 Z 1 0 (2ρ− 2ρ3)dρ  dθ = Z 2π 0  11 2  dθ = π mentre ZZZ V xdxdydz = Z 2π 0 Z 1 0 Z 1 2ρ2− 1 xρdx  dρ  dθ = Z 2π 0 Z 1 0 1− (2ρ2 − 1)2 2 ρdρ  dθ = = Z 2π 0 Z 1 0 (2ρ3− 2ρ5)dρ  dθ = Z 2π 0  1 2− 1 3  dθ = π 3 e quindi xB = 1 3 Si poteva anche utilizzare

ZZZ V dxdydz = Z 1 − 1 ZZ Ax dydz  dx = Z 1 − 1 area Axdx = Z 1 − 1 π x + 1 2  dx = π

dove Ax`e la sezione di V con il piano verticale di ascissa x (cerchio di raggiop(x + 1)/2 e area π(x + 1)/2).

Analogamente per l’altro integrale. ZZZ V xdxdydz = Z 1 − 1 ZZ Ax xdydz  dx = Z 1 − 1 x area Axdx = Z 1 − 1 π x 2+ x 2  dx = π 3

(9)

ANALISI MATEMATICA II - corso C - Seconda prova parziale - 29 Maggio 1996 2h • Si consideri la funzione f (x) =−x + ∞ X n =1 n ex/n − n − x n a) Determinare il dominio di f .

Si ha, utilizzando la formula di Taylor n ex/n − n − x n = e x/n − 1 −x n = x2 2n2 + x2 n2 ω x n  .

con ω infinitesima, da cui si deduce che il termine generale della serie `e infinitesimo di ordine 2, per cui la serie converge, per ogni x reale.

Quindi il dominio di f `e R.

b) Stabilire se, ed in caso affermativo precisare dove, f `e derivabile due volte. Derivando una e due volte i termini della serie si ottengono le due serie

∞ X n =1 ex/n − 1 n , ∞ X n =1 ex/n n2

Per quel che riguarda la prima serie, utilizzando ancora la formula di Taylor, si ha, se |x| ≤ a, ex/n − 1 n ≤ e |x|/n|x| n2 ≤ e a/n a n2

e poich´e l’ultimo membro tende a zero di ordine 2, la serie considerata converge totalmente in [−a, a], per ogni a, da cui si conclude che f `e derivabile per ogni x reale e

f0(x) =−1 + ∞ X n =1 ex/n − 1 n .

Analogamente per la seconda serie, poich´e ex/n n2 ≤ ea/n n2

e quindi f `e derivabile due volte per ogni x reale e

f00(x) = ∞ X n =1 ex/n n2 . c) Calcolare, se esistono, f (0) e f0(0).

Si ha, utilizzando le formula precedenti

f (0) = 0 e f0(0) =−1 d) Stabilire se f0(2) > 0 .

Sempre per le formule precedenti, (essendo la serie a termini positivi)

f0(2) =−1 + ∞ X n =1 e2/n − 1 n ≥ −1 + (e 2 − 1) > 0

(10)

e) Disegnare il grafico di f .

Poich`e f (0) = 0 , f0(0) =−1 , f0(2) > 0 e la funzione `e convessa per ogni x reale, essendo f00(x) > 0,

un grafico ragionevole `e

N.B. La posizione di f (2) pu`o essere arbitraria: dalle informazioni sopra citate non si deduce che f (2) `e positiva, per quanto sia facile vedere che f (2) =−2 +P∞

n =1 n e2 /n− n− 2 n ≥ −2 + (e 2 − 1 − 2) = e2 − 5 > 0. `E certo per`o che limx→−∞ f (x) = +∞ e limx→ +∞f (x) = +∞, essendo f convessa e quindi maggiore di ogni

retta tangente.

f ) Determinare un minorante positivo ed un maggiorante di f00(0). Risulta f00(0) = ∞ X n =1 1 n2

per cui, essendo la serie a termini positivi,

f00(0) = 1 + ... > 1 mentre, utilizzando il criterio integrale,

f00(0) = ∞ X n =1 1 n2 = = 1 + ∞ X n =2 1 n2 ≤ 1 + Z +∞ 1 1 x2dx = 2

(11)

• Sia dato il problema di Cauchy  y0(x) = 1 xy(x) + √ x(y(x))α y(x0) = y0

g) Determinare, per ogni α ∈ (0, +∞), l’insieme delle coppie (x0, y0) per cui le ipotesi del

teorema di esistenza ed unicit`a locale siano verificate. L’equazione del problema `e y0(x) = f (x, y(x)) dove

f (x, y) = y x+

√ xyα

Tale funzione `e definita e continua per x > 0 ed y≥ 0 (essendo α > 0) e si ha ∂f ∂y(x, y) = 1 x+ √ xαyα− 1

per cui `e derivabile rispetto ad y, con derivata continua: per y > 0 se α < 1; per y≥ 0 se α ≥ 1. Comunque le ipotesi del teorema di esistenza e unicit`a locale sono verificate:

-) per x0 > 0 e y0 > 0,∀α ∈ (0, +∞).

h) Siano α = 12 , x0 = 1 , y0 = 1 . Determinare, se esistono, le soluzioni del problema,

precisandone il dominio. Si ha



y0(x) = y (x)x +√xpy(x) y(1) = 1

e sono verificate le ipotesi del teorema di esistenza e unicit`a locale.

Essendo tale equazione di Bernoulli, dividendo perpy(x) e ponendo z(x) = py(x) si ottiene  z0(x) = z (x)2x +√2x z(1) = 1 che ha soluzione z(x) =√x x + 1 2 , x > 0 e quindi y(x) = x(x + 1) 2 4 , x > 0

i) Siano α = 12 , x0 = 1 , y0 = 0 . Determinare, se esiste, una soluzione del problema,

precisandone il dominio.

Nel caso y(1) = 0 non sono verificate le ipotesi del teorema di esistenza ed unicit`a locale. `E comunque immediato verificare che una soluzione del problema



y0(x) = y (x)x +√xpy(x) y(1) = 0

`

e y(x) = 0, definita sempre per x > 0.

j) Con i dati del punto precedente, stabilire se esistono due soluzioni del problema definite in (0, +∞) .

Poich`e l’integrale generale dell’equazione differenziale lineare in z di cui al punto h) `e z(x) =√x x− c

(12)

si ha che tutte le soluzioni dell’equazione, per y(x) > 0 sono del tipo

y(x) = x(x− c)

2

4 , x > 0 , x > c e quindi, scelto c = 1, la funzione

y(x) =

0 , 0 < x≤ 1 x(x− 1)4 2 , x > 1 `

e un’altra soluzione del problema considerato. Si noti che ogni funzione del tipo

y(x) =

0 , 0 < x≤ c x(x− c)4 2 , x > c con c≥ 1 `e ancora soluzione.

(13)

ANALISI MATEMATICA II - 20 settembre 1996 3h

• Si consideri la funzione

u(x, y) = x e− 2x2− y2 a) Calcolare, se esiste, lim(x,y )→∞ u(x, y) .

Risulta, ad esempio utilizzando le coordinate polari, |u(ρ cos θ, ρ sin θ)| = |ρ cos θ e− 2ρ2cos2θ− ρ2sin2θ

| ≤ ρ| cos θ| e− ρ2cos2θ− ρ2sin2θ

≤ ρ e− ρ2 da cui ne segue che, per ρ→ ∞, si ha u(x, y) → 0.

b) Stabilire se la curva di livello di u, passante per P0 = (1, 1), `e localmente un grafico e

disegnarla (vicino a P0). Si ha ux(x, y) = (1− 4x2)e− 2x 2 − y2 uy(x, y) =−2xy e− 2x 2 − y2 uxx(x, y) = (16x3− 12x)e− 2x 2 − y2 uxy(x, y) = (8x2y− 2y)e− 2x 2 − y2 uyy(x, y) = (4xy2− 2x)e− 2x 2− y2

per cui, essendo u di classe C∞ e uy(1, 1) =−2e− 3 6= 0, per il teorema delle funzioni implicite tale curva di

livello `e localmente un grafico y = φ(x), di classe C∞.

Inoltre, poich´e u(x, φ(x)) = u(1, 1) = e− 3, si ha, derivando ux(x, φ(x)) + uy(x, φ(x))φ0(x) = 0

uxx(x, φ(x)) + 2uxy(x, φ(x))φ0(x) + uyy(x, φ(x))(φ0)2(x) + uy(x, φ(x))φ00(x) = 0

e sostituendo x = 1 (si ricordi che φ(1) = 1)

ux(1, 1) + uy(1, 1)φ0(1) = (−3 − 2φ0(1))e− 3 = 0

da cui φ0(1) =−3/2 e

uxx(1, 1) + 2uxy(1, 1)φ0(1) + uyy(1, 1)(φ0)2(1) + uy(1, 1)φ00(1) = [4 + 12(−3/2) + 2(9/4)] − 2φ00(1) = 0

da cui φ00(1) =−19/4.

(14)

Si osservi che si poteva semplicemente esplicitare la y da u(x, y) = x e− 2x2− y2 = e− 3 ⇔ ln(x e− 2x2− y2) = ln(e− 3) ⇔ ln x − 2x2 − y2 = −3 e ricavare y(x) =p3 + ln x− 2x2 .

c) Determinare i punti critici di u. Risolvendo il sistema ∇u(x, y) = 0, ovvero

 (1− 4x2)e− 2x2 − y2 = 0 −2xy e− 2x2 − y2 = 0 si ottengono i due punti critici

P1 = (1/2, 0) , P2 = (−1/2, 0)

d) Stabilire quali punti di minimo locale ha u.

Utilizzando i calcoli precedenti, le matrici Hessiane nei due punti risultano

Hu(P1) = −4e − 1/2 0 0 −e− 1/2  , Hu(P2) =  4e− 1/2 0 0 e− 1/2 

per cui, essendo la prima definita negativa e la seconda definita positiva, l’unico punto di minimo locale di u `e il punto P2 = (−1/2, 0).

e) Verificare che u ha massimo globale sul vincolo x2 + y2 = 1 e scrivere il corrispondente sistema dei moltiplicatori di Lagrange.

Essendo u una funzione continua ed il vincolo un insieme compatto, per il teorema di Weierstrass esiste sicuramente il massimo globale richiesto.

Applicando il teorema dei moltiplicatori di Lagrange (il gradiente di x2 + y2− 1 `e sempre diverso da

zero sul vincolo) si ottiene il sistema    (1− 4x2)e− 2x2 − y2 + 2λx = 0 −2xy e− 2x2 − y2 + 2λy = 0 x2+ y2 = 1

f ) Calcolare i punti di massimo e minimo assoluto vincolato. Risolvendo la seconda equazione si ottiene y = 0 oppure λ = xe− 2x2

− y2

.

Con y = 0 si ha x = ±1 (e λ = ±3e− 2/2); nel secondo caso si ottiene (1− 2x2)e− 2x2− y2

= 0 cio`e x =±√2/2 e y =±√2/2.

Calcolando la funzione nei sei punti critici trovati si ha u(1, 0) = e− 2 , u(−1, 0) = −e− 2

u(√2/2,±√2/2) = e− 3/2√2/2 , u(−√2/2,±√2/2) =−e− 3/2√2/2

da cui i punti di massimo assoluto sul vincolo sono (√2/2,±√2/2) e quelli di minimo assoluto sono (−√2/2,±√2/2).

(15)

(La figura mostra la funzione, i livelli ed il vincolo)

In altro modo, ad esempio sostituendo y = ±√1− x2, si possono determinare i punti di minimo e di

massimo di u(x,±p1− x2) = xe− 1− x2 , −1 ≤ x ≤ 1 . • Si consideri F (x, y) =  x x2+ 2y2− 9− x , ay x2+ 2y2− 9 

g) Verificare per quali a∈ R, F `e irrotazionale. F `e definito per x2+ 2y26= 9 ed `e ivi di classe C.

Risulta ∂F1 ∂y = − 4xy (x2+ 2y2− 9)2 , ∂F2 ∂x = − 2axy (x2+ 2y2− 9)2

da cui F `e irrotazionale se e solo se a = 2.

h) Verificare per quali a∈ R, F `e conservativo nel suo dominio e calcolarne tutti i potenziali. Intanto deve essere, per quanto visto sopra, a = 2. Inoltre all’interno dell’ellisse di equazione x2+2y2 = 9

esiste sicuramente potenziale, poich´e tale insieme `e semplicemente connesso.

Per verificare se il potenziale esiste anche fuori di tale ellisse (insieme non semplicemente connesso) sar`a sufficiente verificare che l’integrale su una linea chiusa ivi giacente `e nullo.

Si osservi pure che il campo (−x, 0) `e sicuramente conservativo, per cui `e sufficiente considerare solo la parte G(x, y) =  x x2+ 2y2− 9 , 2y x2+ 2y2− 9 

Scelta una curva opportuna (su cui sia facile fare il calcolo), ad esempio

γ(t) = x = 6 cos t y =6 2sin t t∈ [0, 2π] si ha Z γ G = Z 2π 0  −36 27cos t sin t + 36 27cos t sin t  dt = Z 2π 0 0 dt = 0 Ne segue che, per a = 2, F `e conservativo nel suo dominio.

(16)

Per il calcolo di un potenziale (sia esso Φ(x, y)), si osservi che, da ∂Φ ∂x(x, y) = x x2+ 2y2− 9 − x si ottiene facilmente Φ(x, y) = 1 2log|x 2+ 2y2 − 9| − x 2 2 + ψ(y) che derivata rispetto ad y fornisce

∂Φ

∂y(x, y) =

2y

x2+ 2y2− 9 + ψ 0(y)

da cui ψ0(y) = 0 e quindi, ad esempio, ψ(y) = 0.

Essendo il dominio di F unione di due insiemi connessi, tutti i potenziali di F saranno

Φ(x, y) = (1 2ln|x 2+ 2y2− 9| −x2 2 + a , x 2+ 2y2 < 9 1 2ln|x 2+ 2y2− 9| −x2 2 + b , x 2+ 2y2 > 9 con a, b∈ R.

i) Per a tali che F sia irrotazionale, calcolare R

C F essendo C la semicirconferenza orientata

in figura

Si noti intanto che la curva C `e tutta interna all’ellisse x2+ 2y2 = 9 (i semiassi 3 e 3/√2 sono entrambi maggiori di 2).

Poich`e F `e irrotazionale per a = 2 ed in tal caso `e anche conservativo, l’integrale di linea si pu`o semplicemente calcolare come differenza di potenziale tra i punti finale ed iniziale, ovvero

Z

C

F = Φ(2 cos θ, 2 sin θ)− Φ(0, 0) = lnp9− 4 cos2θ− 8 sin2θ

− 2 cos2θ

− ln 3

j) Calcolare, se esiste, θ tale cheR

C F = 0. Essendo Z C F = ln s 9− 4 cos2θ− 8 sin2θ 9 − 2 cos 2θ

sempre negativo (si noti che la frazione all’interno del logaritmo `e sempre minore di 1, per cui i due addendi sono l’uno negativo e l’altro negativo o nullo) non esiste alcun θ che annulli quell’integrale.

(17)

ANALISI MATEMATICA II - 17 febbraio 1997 3h

• Data l’equazione differenziale

x2y00(x) + y(x) = 0

a) Verificare che l’insieme di tutte le soluzioni `e uno spazio vettoriale.

Se y e z sono due soluzioni dell’equazione, si ha x2y00(x) + y(x) = 0 e x2z00(x) + z(x) = 0, da cui

sommando membro a membro x2(y + z)00(x) + (y + z)(x) = 0, ovvero y + z `e soluzione.

Inoltre, se y `e soluzione ed α∈ R, si ha x2(αy00(x)) + (αy(x)) = 0, ovvero αy `e soluzione.

b) Trovarne esplicitamente tutte le soluzioni in (0, +∞).

Si tratta di una equazione di Eulero, per cui, utilizzando la sostituzione x = et (essendo x > 0) e

z(t) = y(et) si ha z0(t) = et y0(et) , z00(t) = et y0(et) + e2t y00(et) = z0(t) + e2t y00(et); pertanto l’equazione

e2t y00(et) + y(et) = 0 diventa

z00(t)− z0(t) + z(t) = 0 il cui polinomio caratteristico `e λ2

−λ+1 = 0 ovvero λ = (1±i√3)/2 e due soluzioni linearmente indipendenti sono z1(t) = e t 2 sin √ 3t 2 , z2(t) = e t 2 cos √ 3t 2 .

Ricordando che t = ln x tutte le soluzioni cercate in (0, +∞) sono

y(x) = c1 √ x sin √ 3 ln x 2 + c2 √ x cos √ 3 ln x 2 , c1, c2 ∈ R .

c) Scrivere un sistema lineare di ordine 1, dimensione 2, equivalente in (0, +∞) all’equazione data e scriverne una matrice fondamentale, in (0, +∞).

Posto z(x) = y0(x) si ha z0(x) = y00(x) da cui il sistema richiesto `e  y0(x) = z(x)

z0(x) =−1 x2y(x)

ed una sua matrice fondamentale risulta, dai calcoli del punto b) √ x sin√3 ln x2 √x cos√3 ln x2 1 2√x  sin√3 ln x2 +√3 cos√3 ln x2  2√1x  cos√3 ln x2 −√3 sin√3 ln x2  !

d) Trovare tutte le soluzioni di

   x2y00(x) + y(x) = e− x y(0) = 1 y0(0) =−1 della forma y(x) = ∞ X n =0 anxn Si ha y0(x) = P∞

n =1nanxn− 1 , y00(x) = P∞n =2n(n − 1)anxn− 2 , per cui, ricordando che

e− x =P∞ n =0(−1) nxn/n!, l’equazione diventa ∞ X n =0 n(n− 1)anxn+ ∞ X n =0 anxn = ∞ X n =0 (−1)nxn n!

(18)

ovvero ∞ X n =0 (n2− n + 1)anxn = ∞ X n =0 (−1)nxn n! .

Osservato che n2− n + 1 6= 0 per ogni n si ottiene

an =

(−1)n

(n2− n + 1)n! , n≥ 0 .

Si noti che y(0) = a0= 1 e y0(0) = a1 =−1

e) Trovare tutti gli intervalli in cui la serie del punto d) converge totalmente. Poich´e n2− n + 1 ≥ 1 per ogni n, si ha, se |x| ≤ M

|anxn| = (−1)nxn (n2− n + 1)n! ≤ |x|n n! ≤ Mn n! per cui la serie converge totalmente in ogni insieme limitato.

• Si consideri la funzione

f (x, y, z) = xy + yz + xz

f ) Stabilire se f `e limitata.

Se si considera ad esempio la restrizione alla retta y = 1 , z = 0, si ha f (x, 1, 0) = x, per cui f non `e limitata n´e superiormente, n´e inferiormente.

g) Determinarne, se esistono, gli estremi locali.

f `e una funzione di classe C2 su R3 per cui gli estremi locali si troveranno ove∇f(x, y, z) = 0 ovvero

(y + z = 0 x + z = 0 x + y = 0 che fornisce il punto (0, 0, 0).

La matrice Hessiana vale

  0 1 1 1 0 1 1 1 0  

che ha autovalori−1, −1, 2 per cui `e indefinita ed il punto (0, 0, 0) risulta essere un punto sella.

Pi`u semplicemente, considerando le restrizioni, nel piano z = 0, alle rette y = x e y =−x , si ottiene f (x, x, 0) = x2 , f (x,−x, 0) = −x2

per cui l’origine risulta essere un minimo sulla prima retta ed un massimo sulla seconda. h) Disegnare le curve di livello della funzione

g(x, y) = f (x, y, 1)

e determinare, se esiste, l’equazione della retta tangente in (√2/2,√2/2) alla curva di livello passante per tale punto.

(19)

Le curve di livello hanno equazione g(x, y) = f (x, y, 1) = xy + y + x = c e quindi y = c− x

x + 1 , x6= −1

Per x =−1 si ha c = −1. Tali curve sono iperboli di asintoti x = −1 e y = −1.

Nel punto (√2/2,√2/2) si ha c =√2 +12 e da y(x) = c− x x + 1 si ha y 0(x) = c + 1 (x + 1)2 per cui y0(√2/2) =−1.

L’equazione della retta tangente `e quindi y = √ 2 2 − x− √ 2 2 ! =√2− x .

In maniera meno diretta si pu`o ricavare y0 utilizzando il teorema delle funzioni implicite: si ha y0(x) =−gx0(x, y(x))

g0

y(x, y(x))

=−y(x) + 1 x + 1 che nel punto considerato vale −1.

i) Trovare, se esiste, il massimo globale di f in

C ={(x, y, z) ∈ R3 : x2+ y2 = z2 , 0

≤ z ≤ 1 } e disegnare C.

f `e continua e C (parte della superficie del cono compresa tra le quote 0 ed 1) `e un insieme chiuso e limitato, per cui esistono i punti di minimo e di massimo.

Per trovare tali punti dividiamo C in tre parti: la parte di C con 0 < z < 1, quella con z = 0 e quella con z = 1.

- Nel primo caso, posto h(x, y, z) = x2+ y2− z2, essendo f ed h di classe C1 (si noti che il vincolo risulta

h(x, y, z) = 0 , 0 < z < 1 e ∇h(x, y, z) = (2x, 2y, −2z) si annulla nell’origine, punto non appartenente al vincolo), applicando i moltiplicatori di Lagrange si ottiene il sistema

         y + z + 2λx = 0 x + z + 2λy = 0 x + y− 2λz = 0 x2+ y2− z2 = 0 0 < z < 1

(20)

Sottraendo le prime due equazioni si ottiene (y− x)(1 − 2λ) = 0 ovvero λ = 1/2 oppure y = x.

Con λ = 1/2 si ottiene x = y = z = 0 che non `e accettabile; con y = x si ottiene ancora x = y = z = 0 che non `e accettabile.

- Nel caso z = 0 si ottiene il solo punto (0, 0, 0).

- Per z = 1 si ottiene la circonferenza x2+ y2= 1 nel piano z = 1

Per quanto visto nel punto h), vedi figura sotto, i punti di minimo e massimo vanno cercati ove le curve di livello di f (x, y, 1) sono tangenti alla circonferenza, ovvero in

P1 = √ 2 2 , √ 2 2 ! , P2 = − √ 2 2 ,− √ 2 2 ! , P3 = (−1, 0) , P4 = (0,−1) .

In modo pi`u complicato si pu`o parametrizzare la circonferenza con

x = cos θ , y = sin θ , z = 1 , θ∈ [0, 2π] e massimizzare

k(θ) = f (cos θ, sin θ, 1) = cos θ sin θ + sin θ + cos θ , θ∈ [0, 2π] . Si ottiene

k0(θ) = cos2θ− sin2θ + cos θ− sin θ = (cos θ − sin θ)(cos θ + sin θ + 1) = 0

per cos θ− sin θ = 0, cio`e θ = π/4 e θ = 5π/4 (ovvero P1 e P2) e per cos θ + sin θ + 1 = 0, cio`e θ = π e

θ = 3π/2 (ovvero P3 e P4).

Calcolando la funzione nei cinque punti trovati si ha

f (0, 0, 0) = 0 , f √ 2 2 , √ 2 2 , 1 ! =1 2 + √ 2 , f √ 2 2 ,− √ 2 2 , 1 ! = 1 2− √ 2 f (−1, 0, 1) = −1 , f (0,−1, 1) = −1 Pertanto il massimo di f su C `e assunto in

√ 2 2 , √ 2 2 , 1  e vale 12 +√2.

Ancora in altro modo, utilizzando le coordinate cilindriche, e ricordando che il vincolo `e z = ρ , ρ∈ [0, 1], ci si riconduce a trovare il massimo di ρ2(cos θ sin θ + sin θ + cos θ), sempre con ρ ∈ [0, 1]; tale massimo `e

assunto quando ρ2`e massimo (cio`e ρ = 1) e quando (cos θ sin θ + sin θ + cos θ) `e massimo (cio`e θ = π/4 come

(21)

ANALISI MATEMATICA II - corso C - Prima prova parziale - 17 Febbraio 1998 2h • Si consideri la funzione f (x, y) = ( arctan y + |x| α y 2x2+ y2 , se (x, y)6= (0, 0) 0 , se (x, y) = (0, 0)

a) Stabilire, al variare di α > 0, se f `e continua in (0, 0). Si tratta di verificare se lim(x,y )→ (0 ,0)f (x, y) = 0.

Notato che arctan y `e sicuramente continua, sar`a sufficiente determinare gli α per cui lim

(x,y )→ (0 ,0)

|x|αy

2x2+ y2 = 0 .

Considerando ad esempio la restrizione alla retta y = x si ha

lim x→ 0+ |x|αx 3x2 = limx → 0+ xα− 1 3 = (0 , α > 1 1/3 , α = 1 +∞ , α < 1 Pertanto, per α≤ 1 la funzione non risulta continua in (0, 0).

Sia ora α > 1, allora, utilizzando ad esempio le coordinate polari, ραcosαθ ρ sin θ ρ2(2 cos2θ + sin2θ) = ρα− 1| cos θ| α | sin θ| 1 + cos2θ ≤ ρ α− 1

che tende a zero (essendo α > 1).

Pertanto f `e continua in (0, 0) se e solo se α > 1.

b) Stabilire, al variare di α > 0, se f `e differenziabile in (0, 0). Consideriamo soltanto il caso α > 1, in cui f `e continua.

Come al punto a), essendo arctan y sicuramente differenziabile, sar`a sufficiente studiare la differenziabi-lit`a di g(x, y) = ( |x|α y 2x2+ y2 , se (x, y)6= (0, 0) 0 , se (x, y) = (0, 0) Essendo g(x, 0) = 0 e g(0, y) = 0 si ha ∂g ∂x(0, 0) = 0 , ∂g ∂y(0, 0) = 0 per cui si dovr`a provare che

lim

(x,y )→ (0 ,0)

|x|α y

(2x2+ y2)p

x2+ y2 = 0

Poich´e sulla restrizione y = x

lim x→ 0+ |x|αx 3x2√2x2 = limx→ 0+ xα− 2 3√2 = (0 , α > 2 1/(3√2) , α = 2 +∞ , α < 2 f non `e certamente diffrenziabile in (0, 0) se α≤ 2.

Se invece α > 2, f risulta differenziabile in quanto, come al punto a), utilizzando le coordinate polari ραcosαθ ρ sin θ ρ3(2 cos2θ + sin2θ) = ρα− 2| cos θ| α| sin θ| 1 + cos2θ ≤ ρ α− 2

(22)

c) Nel caso α = 1, calcolare, se esiste, lim(x,y )→∞ f (x, y).

Per α = 1, sulla restrizione di f all’asse y si ha f (0, y) = arctan y e poich´e lim y→−∞ arctan y =− π 2 , y→ +∞lim arctan y = π 2 il limite richiesto non esiste.

d) Nel caso α = 0, determinare, se esistono, i punti di massimo e minimo relativo e assoluto di f sull’insieme

A ={(x, y) ∈ R2 : 2x2+ y2 = 8 , x≥ 1 }

L’insieme A `e una parte dell’ellisse di centro (0, 0) e semiassi 2 e√8 rispettivamente; essendo f continua e A compatto esisteranno certamente il massimo ed il minimo assoluto di f su A.

Poich´e sull’insieme A la funzione f vale (essendo α = 0 e 2x2+ y2 = 8)

y

8+ arctan y

che `e una funzione crescente di y, l’unico punto di massi-mo (assoluto) si ha quando y `e massimo, cio`e in (1,√6), e l’unico punto di minimo (assoluto) si ha quando y `e minimo, cio`e in (1,−√6).

• Si consideri l’insieme

B ={(x, y) ∈ R2 : x≥ 0 , 1 ≤ y ≤ 3 , y ≤ 6 − x2}

(23)

e) Calcolare il volume di V .

Poich´e in B si ha x2 ≤ 6−y, utilizzando le coordinate cilindriche (rotazione attorno all’asse y), V risulta

definito da (x = ρ cos θ y = y z = ρ sin θ con y∈ [1, 3], ρ ∈ [0,√6− y ], θ ∈ [0, 2π]. Pertanto vol V = ZZZ V dx dy dz = Z 2π 0 Z 3 1 Z √6− y 0 ρ dρ dy dθ = 2π Z 3 1 6− y 2 dy = π  6y−y 2 2  3 1 = 8π

f ) Determinare il baricentro del solido V (considerato omogeneo). Per evidenti ragioni di simmetria le coordinate x e z del baricentro sono nulle. Inoltre yb = RRR V y dx dy dz RRR V dx dy dz

e, come per il punto a) ZZZ V y dx dy dz = Z 2π 0 Z 3 1 Z √6− y 0 yρ dρ dy dθ = 2π Z 3 1 6y− y2 2 dy = π  3y2−y 3 3  3 1 =46 3 π da cui yb = 23 12

g) Determinare un vettore normale alla superficie laterale di V , nel punto (0, 2, 2).

Una parametrizzazione della superficie laterale di V `e, utilizzando sempre le stesse coordinate cilindriche    x =√6− y cos θ y = y z =√6− y sin θ con y∈ [1, 3], θ ∈ [0, 2π].

Il punto richiesto (0, 2, 2) `e assunto per y = 2 e θ = π2. La matrice jacobiana risulta

  − cos θ 2p6− y 1 − sin θ 2p6− y − sin θ√6− y 0 cos θ√6− y   che calcolata nel punto y = 2, θ = π2, fornisce



0 1 1 4

−2 0 0



Pertanto un vettore normale `e 0,12, 2.

h) Calcolare l’area della sezione di V con il piano z = 3x.

Essendo il piano in questione un piano passante per l’asse di rotazione, l’area richiesta sar`a semplicemente il doppio dell’area di B, ovvero

2 Z 3 1 p 6− y dy = −4 3(6− y) 3 2 3 1 = 20 3 √ 5− 4√3

(24)

ANALISI MATEMATICA II - corso C - Seconda prova parziale - 4 Giugno 1998 2h

• Si consideri l’equazione differenziale

y00(x) + xy0(x) + y(x) + 1 = 0 a) Supponendo y(x) =P∞

n =0anxn determinare una legge di ricorrenza per i coefficienti an.

Si ha y(x) = ∞ X n =0 anxn , y0(x) = ∞ X n =1 nanxn− 1 , y00(x) = ∞ X n =2 n(n− 1)anxn− 2

da cui, sostituendo nell’equazione

∞ X n =2 n(n− 1)anxn− 2+ ∞ X n =1 nanxn + ∞ X n =0 anxn + 1 = 0 ovvero ∞ X n =0 (n + 2)(n + 1)an +2xn+ ∞ X n =0 nanxn+ ∞ X n =0 anxn+ 1 = 0 e, uguagliando i coefficienti  2a2+ a0+ 1 = 0 , per n = 0 (n + 2)(n + 1)an +2 + nan + an = 0 , per n≥ 1 da cui    a0, a1 ∈ R a2=−a02+ 1 an +2 =−n + 2an , per n≥ 1

• Si consideri poi il problema di Cauchy    y00(x) + xy0(x) + y(x) + 1 = 0 y(0) =−1 y0(0) = 1

b) Determinarne tutte le soluzioni sviluppabili in serie di potenze di centro 0, precisandone il dominio.

Utilizzando i dati iniziale si ottiene

y(0) = a0 =−1 , y0(0) = a1 = 1

ed utilizzando le leggi di riccorrenza sopra trovate si ottiene

a0 =−1 , a2= 0 da cui an = 0 per ogni n pari, n≥ 2

mentre a1= 1 , a3 =− 1 3 , a5 = 1 3 5 , a7 =− 1 3 5 7 .... da cui `e facile ottenere per induzione che

a2n +1 =

(−1)n

(25)

La soluzione richiesta `e quindi y(x) =−1 + ∞ X n =0 (−1)n (2n + 1)!!x 2n +1

definita su tutti i reali, in quanto il suo raggio di convergenza `e ρ = lim(2n + 3)!!

(2n + 1)!! = +∞

c) Determinare un polinomio che approssimi la soluzione del problema di Cauchy a meno di 10− 2 nell’intervallo [0, 1].

Per x∈ [0, 1] la serie risulta a segni alterni, con 1 (2 n +1)!! x

2n +1 decrescente a zero, per cui, posto

Sn(x) =−1 + n X k =0 (−1)k (2k + 1)!!x 2k +1 si ha |y(x) − Sn(x)| ≤ x2n +3 (2n + 3)!! ≤ 1 (2n + 3)!! ≤ 1 100 per n = 2 Il polinomio richiesto sar`a quindi

S2(x) =−1 + x −

x3

3 + x5

15 • Si consideri il problema di Cauchy

   y00(x) = 6(y0(x))3y(x) y(0) = a y0(0) = b

d) Stabilire per quali a, b∈ R il problema ammette una ed una sola soluzione.

Essendo l’equazione y00(x) = f (x, y(x), y0(x)), con f (x, y, z) = 6z3y di classe C∞(R3), il problema ammette una ed una sola soluzione per ogni a, b∈ R.

e) Determinare, per a = 1 e b = 0, tutte le soluzioni del problema, precisandone il dominio. Essendo y0(0) = 0 la funzione costante y(x) = 1 `e soluzione (ed `e anche l’unica per quanto visto prima). f ) Determinare, per a = 0 e b =−1, tutte le soluzioni del problema (eventualmente in forma

implicita), precisandone il dominio.

Essendo y0(0) =−1 6= 0 utilizzando la sostituzione z(y(x)) = y0(x) si ottiene il problema

 z0(y)z(y) = 6z3(y)y

z(0) =−1

da cui, essendo z(y)6= 0 in un intorno di 0, si ha z0(y) = 6z2(y)y

Z y 0 z0(t) z2(t)dt = Z y 0 6t dt e − 1 z(y)− 1 = 3y 2 da cui z(y) = − 1 1 + 3y2

Ci si `e quindi ricondotti al problema (

y0(x) =− 1 1 + 3y2(x) y(0) = 0

da cui −(1 + 3y2(x))y0(x) = 1 , ed integrando tra 0 ed x

−y(x) − y3(x) = x

che fornisce la soluzione (in forma implicita) ovvero la funzione inversa x in funzione di y.

Essendo la funzione −y − y3 strettamente decrescente su R, con rango uguale ad R, `e invertibile e la

(26)

ANALISI MATEMATICA II - 18 Settembre 1998 3h

• Si consideri la funzione

f (x, y) = y2+ 9|x − 1| − x2

a) Determinare, se esiste, il lim(x,y )→∞ f (x, y).

Si ha, ad esempio sull’asse y, limy→ +∞f (0, y) = +∞, mentre sull’asse x, limx→ +∞f (x, 0) =−∞, per

cui il limite richiesto non esiste.

b) Determinare, se esistono, i punti di massimo e di minimo assoluto di f su {(x, y) ∈ R2 :

x2+ y2≤ 4}.

Essendo f continua e l’insieme limitato e chiuso, esistono sicuramente punti di minimo e di massimo assoluto.

Tali punti vanno ricercati, poich´e f ∈ C1 per x

6= 1, all’interno dell’insieme (con x 6= 1) ove si annulla il gradiente; sul segmento con x = 1 e sulla frontiera.

Per quanto riguarda il primo caso, essendo

∇f(x, y) = (−9 − 2x, 2y)(9 , se x < 1 − 2x, 2y) , se x > 1

annullando il gradiente si ottiene, per x < 1, il punto (-9/2,0), e per x > 1 il punto (9/2,0); ma tali punti sono esterni all’insieme considerato.

Sul segmento x = 1 con |y| ≤ √3 risulta f (1, y) = y2 − 1 che ha minimo per y = 0 e massimo per

y =±√3.

Infine, sulla frontiera, per y2 = 4− x2, la funzione vale 4− 2x2 + 9|x − 1| che risulta decrescente per

−2 ≤ x ≤ 1 e crescente per 1 ≤ x ≤ 2 e quindi ha minimo per x = 1 e massimo per x = ±2. Riassumendo, i probabili punti di minimo o massimo sono

(1, 0) , (1,√3) , (1,−√3) , (−2, 0) , (2, 0) Inoltre

f (1, 0) =−1 , f(−2, 0) = 23 f (2, 0) = 5 , f (1,±√3) = 2

per cui (1, 0) `e punto di minimo assoluto, mentre (−2, 0) `e punto di massimo assoluto per f sull’insieme conside-rato.

(Osserviamo che i punti (1,±√3) sarebbero subito da eliminare, essendo risultati minimi sulla frontiera e massimi sul segmento con x = 1).

(Osserviamo pure che, qualora fossero stati richiesti anche i punti di minimo o massimo relativo, reste-rebbe da verificare se (2, 0) sia effettivamente un punto di massimo relativo per l’insieme, cos`i come lo `e per la sua frontiera. L’esame del gradiente nel punto in questione (∇f(2, 0) = (5, 0)) ci conferma che tale punto `

e di massimo relativo, essendo il gradiente continuo la funzione cresce verso destra, non solo nel punto, ma in tutto un intorno)

(27)

c) Determinare, se esistono, i punti di massimo e di minimo relativo ed assoluto di f su R2.

Per quanto visto al punto a), f non `e limitata n´e inferiormente, n´e superiormente, per cui non ha minimi o massimi assoluti.

Per quanto riguarda i relativi, osserviamo ancora che f ∈ C2 per x

6= 1, e quindi, come gi`a visto al punto precedente, annullando il gradiente si ottiene, per x < 1, il punto (-9/2,0), e per x > 1 il punto (9/2,0).

Poich`e la matrice Hessiana

Hf (−9/2, 0) = Hf(9/2, 0) = −2 00 2 

`

e indefinita, tali punti risultano essere punti sella.

Ad analogo risultato si poteva pervenire semplicemente osservando il comportamento della funzione lungo le direzioni degli assi.

Restano da esaminare i punti sulla retta x = 1. Risulta f (1, y) = y2

− 1 che ha un punto di minimo per y = 0 e tale punto, come si `e gi`a visto al punto b) `e di minimo relativo per f su R2 (essendo, per quanto

visto prima, minore di tutti i punti del cerchio di centro (0, 0) e raggio 2).

d) Calcolare l’area della superficie {(x, y, z) ∈ R3 : y = x , 0≤ z ≤ f(x, y) , 0 ≤ x ≤ 1}.

La superficie in questione pu`o essere facilmente parametrizzata da (x = x

y = x z = z

con  0 ≤ x ≤ 1 0≤ z ≤ f(x, x) per cui, essendo la matrice jacobiana

 1 1 0 0 0 1



la normale risulta (1,−1, 0) e l’area richiesta vale Z 1 0 Z 9− 9x 0 √ 2 dy dx = 9√2 Z 1 0 (1− x) dx = 9√2/2

In altro modo si poteva calcolare l’area comeR

γ f ds ove la curva γ `e definita da

x = x , y = x , con 0≤ x ≤ 1 . • Sia f (x) = Z x1 1 et t + xdt e) Trovare, motivando, il dominio di f .

La funzione integranda `e definita per t6= −x ed in tale punto il limite risulta infinito di ordine 1, per cui affinch´e f risulti definita dovr`a essere x6= 0 e

 1 <−x 1 x <−x oppure  1 >1 −x x >−x da cui x∈ (−∞, −1) ∪ (0, +∞).

(28)

f ) In quali punti risulta f derivabile?

Se x0 < −1 esiste un rettangolo R = [x0 − δ, x0 + δ]×

[1/(x0 + δ), 1] in cui la funzione integranda `e di classe C1 e

1/x ∈ [1/(x0 + δ), 1] `e derivabile. Analogamente se x0 > 0;

pertanto f risulta derivabile nel suo dominio.

g) Scrivere una formula per f0(x). Si ha f0(x) =− e 1/x x + 1/x 1 x2 − Z x1 1 et (t + x)2dt

h) (Utilizzando il teorema della media e/o una opportuna maggiorazione) verificare che f (x)→ 0 se x→ +∞.

Per il teorema della media esiste c tra 1 ed 1/x tale che

f (x) = 1 x− 1

 ec

c + x Pertanto, se x→ +∞, risulta 0 ≤ c ≤ 1 e quindi

|f(x)| =  1 x− 1  ec c + x ≤ 1 x− 1 e |x|

Passando al limite per x→ +∞, poich`e l’ultimo membro tende a 0, si conclude; (In maniera simile si poteva prima maggiorare l’integranda e quindi concludere).

i) Disegnare il dominio di g(x, y) = f (x2

− 2y2)

Per quanto visto precedentemente, essendo il dominio di f uguale a (−∞, −1) ∪ (0, +∞), g `e definita se x2− 2y2 ∈ (−∞, −1) ∪ (0, +∞) ovvero |y| < √|x| 2 oppure |y| < √ 1 + x2 √ 2

(29)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 18 Marzo 1998 - (1a prova parziale) 1h30m • Si consideri la funzione f (x, y) =    1 + |x|y 6 x6+ y6 , (x, y)6= (0, 0) k , (x, y) = (0, 0)

a) Determinare, per k∈ R, l’insieme di continuit`a di f .

Per (x, y)6= (0, 0), f risulta continua, in quanto composta di funzioni continue.

Esaminiamo la continuit`a nell’origine: sugli assi la funzione vale 1, pertanto f pu`o essere continua solo per k = 1; scelto pertanto tale valore si ha

1 + |x|y 6 x6+ y6 − 1 ≤ |x|y6 y6 = |x| con |x| → 0 per (x, y) → (0, 0).

Ne segue che f `e continua in (0, 0) se e solo se k = 1.

b) Determinare, per k ∈ R, l’insieme di differenziabilit`a di f . `

E intanto chiaro che esamineremo solo il caso k = 1 in cui f `e continua.

Se x 6= 0 la funzione risulta di classe C1, in quanto composta di funzioni di classe C1, e quindi `e

differenziabile.

Per quel che riguarda i punti sull’asse y, del tipo (0, b), con b6= 0, si ha ∂f ∂x(0, b) = limx→ 0 f (x, b)− f(0, b) x = limx→ 0 |x|b6 x(x6+ b6)

ma tale limite non esiste, essendo −1 da sinistra ed 1 da destra. Ne segue che f non `e differenziabile sui punti dell’asse y diversi dall’origine.

Infine, nell’origine, essendo come gi`a notato la funzione uguale ad 1 sugli assi, risulta ∂f∂x(0, 0) =

∂f ∂y(0, 0) = 0 da cui lim (x,y )→ (0 ,0) f (x, y)− f(0, 0) − ∇f(0, 0) · (x, y) p x2+ y2 =(x,y )lim→ (0 ,0) |x|y6 (x6+ y6)px2+ y2 6= 0

(ad esempio sulla retta y = x tale limite risulta 1

2√2), e quindi f non `e differenziabile neppure in (0, 0).

c) Calcolare, se esiste, lim(x,y )→∞ f (x, y).

Sugli assi la funzione vale 1, mentre sulla retta y = x si ha lim

x→ +∞f (x, x) =x→ +∞lim 1 +

|x| 2 = +∞ per cui il limite richiesto non esiste.

d) Determinare, per k = 1, se esistono, i punti di massimo e di minimo, relativi ed assoluti, di f , sul suo dominio.

Dal punto precedente risulta che f non `e limitata superiormente, per cui non esistono punti di massimo assoluto.

Osservato inoltre che f (x, y)≥ 1 e che sugli assi vale 1, i punti degli assi risultano essere punti di minimo assoluto.

Per quel che riguarda eventuali massimi o minimi relativi, essendo, per x6= 0, ∇f(x, y) = y 6(y6− 5x6) (x6+ y6)2 sgn(x), 6|x|x6y5 (x6 + y6)2 

il gradiente si annulla solo per y = 0 (asse x) che come gi`a osservato `e luogo di minimo assoluto. Non esistono quindi punti di massimo e minimo relativo fuori degli assi.

(30)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 22 Aprile 1998 - (2a prova parziale) 1h30m

• Si consideri, nel piano (x, z), la circonferenza di centro (2, 3) e raggio 1, e sia S la superficie ottenuta ruotando tale circonferenza di un giro completo attorno all’asse z.

a) Determinare una parametrizzazione di S.

Una parametrizzazione della circonferenza nel piano (x, z) `e  x(t) = 2 + cos t

z(t) = 3 + sin t t∈ [0, 2π] per cui, essendo la rotazione attorno all’asse z, una parametrizzazione di S `e

  

x(t) = (2 + cos t) cos θ y(t) = (2 + cos t) sin θ z(t) = 3 + sin t

(t, θ)∈ [0, 2π] × [0, 2π]

b) Calcolare la massa di S, supponendo la sua densit`a superficiale proporzionale alla distanza dal piano z = 0.

Essendo la densit`a di S del tipo k|z|, (tenuto conto che sulla superficie si ha z > 0), risulta massa di S = Z S kz dσ La matrice jacobiana di S `e 

− sin t cos θ − sin t sin θ cos t −(2 + cos t) sin θ (2 + cos t) cos θ 0



da cui il vettore normale `e

(−(2 + cos t) cos t cos θ, −(2 + cos t) cos t sin θ, −(2 + cos t) sin t) la cui norma vale 2 + cos t.

Pertanto Z S z dσ = Z 2π 0 Z 2π 0 (3 + sin t)(2 + cos t) dθ dt = 2π Z 2π 0

(6 + 3 cos t + 2 sin t + sin t cos t)dt = 24π2

e la massa richiesta vale 24kπ2.

• Si consideri il campo vettoriale

F (x, y) =  ax x2+ 2y2− 1, 2y + b x2+ 2y2− 1 

c) Stabilire per quali a, b∈ R il campo `e chiuso.

Il campo `e definito per x2+ 2y2 6= 1 e risulta ivi di classe C.

Chiamate f e g rispettivamente la prima e la seconda componente del campo F , si ha ∂f ∂y(x, y) = −4axy (x2+ 2y2− 1)2 , ∂g ∂x(x, y) = −4xy − 2bx (x2+ 2y2− 1)2

per cui il campo `e chiuso se e solo se−4axy = −4xy − 2bx ovvero se e solo se a = 1 , b = 0 .

(31)

d) Calcolare, per gli a e b determinati al punto c), il lavoro fatto dal campo F lungo la curva di equazione

 x(t) = 10 + t cos t

y(t) = t sin t t∈ [0, 2π]

La curva in oggetto `e una spirale la cui traccia `e tutta contenuta nel semipiano x > 1, che `e un insieme semplicemente connesso in cui il campo `e definito e di classe C1, per cui sar`a sufficiente calcolare il lavoro su di una qualunque curva avente gli stessi estremi della curva data, ovvero (10, 0) e (10 + 2π, 0); per esempio sul segmento γ orizzontale di equazioni parametriche

 x(t) = t y(t) = 0 t∈ [10, 10 + 2π] Ne segue Z γ f dx + g dy = Z 10+2 π 10 t t2− 1dt = 1 2ln((10 + 2π) 2 − 1) −1 2ln 99

e) Sempre con gli a e b trovati al punto c), determinare, se esistono, tutti i potenziali di F . Il campo F `e chiuso (punto c) ), ma il suo dominio non `e semplicemente connesso.

All’interno dell’ellisse di equazione x2+ 2y2 = 1 il campo ammette sicuramente potenziale (essendo tale

insieme semplicemente connesso); consideriamo pertanto una curva chiusa la cui traccia stia fuori dell’ellisse in oggetto, ad esempio  x(t) = 2 cos t y(t) =√2 sin t ∈ [0, 2π] Si ha Z γ f dx + g dy = Z 2π 0 −2 cos t 3 2 sin t + 2√2 sin t 3 √ 2 cos t ! dt = 0 pertanto il campo ammette potenziale.

Detto φ tale potenziale, dovr`a risultare ∂φ ∂x(x, y) = x x2+ 2y2− 1 da cui φ(x, y) = 1 2ln|x 2+ 2y2 − 1| + c(y) e quindi ∂φ ∂y(x, y) = 2y x2+ 2y2− 1 + c 0(y) = 2y x2+ 2y2− 1

ovvero c0(y) = 0 e quindi, ad esempio c = 0.

Un potenziale di F `e quindi φ(x, y) = lnp|x2+ 2y2− 1| (una banale verifica prova che ∇φ = F in tutto

il dominio); pertanto, essendo il dominio non connesso, ma costituito da due parti connesse (dentro e fuori dell’ellisse) tutti i potenziali di F saranno

 lnp

x2+ 2y2− 1 + c

1 , se x2+ 2y2 > 1

lnp1− x2− 2y2+ c

2 , se x2+ 2y2 < 1

Osservazione: naturalmente, una volta determinato il potenziale, la risposta al punto d) pu`o essere data calcolando la differenza di potenziale tra i punti finale ed iniziale della curva considerata.

(32)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 18 Maggio 1998 - (3a prova parziale) 1h30m • Si consideri il problema    xy0(x) = y(x) + ex− 1 y(0) = γ y0(0) = δ

a) Determinare, al variare di γ e δ le soluzioni sviluppabili in serie di potenze di centro 0, precisandone il dominio. Sia y(x) = ∞ X n =0 anxn , |x| < ρ allora y0(x) = ∞ X n =1 nanxn− 1 , |x| < ρ

e quindi, ricordando lo sviluppo di ex, ∞ X n =1 nanxn = ∞ X n =0 anxn+ ∞ X n =1 xn n!

da cui, estraendo l’addendo corrispondente ad n = 0 ed uguagliando poi i coefficienti della serie, a0 = 0 , nan = an + 1 n! ∀n ≥ 1 ovvero a0 = 0 , (n− 1)an = 1 n! ∀n ≥ 1 da cui a0 = 0 , an = 1 n!(n− 1) ∀n > 1 ma per n = 1 risulta 0 = 1 (impossibile).

Pertanto non esistono soluzioni sviluppabili in serie di potenze, di centro 0, del problema richiesto. • Si consideri la funzione f (x) = ∞ X n =1 (x− 2)3n 2 +√n b) Determinare il dominio di f .

Posto ad esempio t = (x− 2)3 si ha che la serie di potenzeP∞

n =1 tn 2+√n ha raggio di convergenza ρ = lim2 + √ n + 1 2 +√n = 1 per cui dovr`a essere|x − 2|3 < 1 ovvero x∈ (1, 3).

Inoltre, per x = 1 la serie diventaP∞

n =1 (− 1)3 n

2+√n che `e una serie a segni alterni, con termine decrescente a

zero, e quindi convergente, mentre per x = 3 la serie diventaP∞

n =1 1

2+√n che `e una serie a termini positivi,

con termine generale infinitesimo di ordine 1/2, e quindi divergente. Pertanto il dominio di f `e [1, 3).

(33)

c) Determinare un numero razionale che approssimi f (2.1) a meno di 10− 6. Si ha f (2.1) = ∞ X n =1 1 103 n 2 +√n = n X k =1 1 103 k 2 +√k+ ∞ X k = n +1 1 103 k 2 +√k ed essendo ∞ X k = n +1 1 103 k 2 +√k ≤ 1 2 ∞ X k = n +1 1 103k = 1 2 ∞ X k = n +1 1 1000k = 1 2 1 1000n +1 1− 1 1000 =1 2 1 999 1 1000n

sar`a sufficiente scegliere n = 1.

Pertanto l’approssimazione richiesta `e

1 3000

(34)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 5 Giugno 1998 - (4a prova parziale) 1h30m

• Si consideri il problema di Cauchy    y(x)y00(x) = 2(y0(x))2 y(0) = 1 y0(0) = a

a) Studiarne l’esistenza e l’unicit`a della soluzione al variare di a∈ R.

Essendo l’equazione della forma y00(x) = f (x, y(x), y0(x)) con f (x, y, z) = 2zy2, poich´e, per y 6= 0, f risulta di classe C∞, si avr`a esistenza ed unicit`a della soluzione per y(0)6= 0 e per qualunque y0(0).

Pertanto, essendo y(0) = 1, ci sar`a esistenza ed unicit`a (locale) per ogni a∈ R.

b) Nel caso a = 0 determinare tutte le soluzioni del problema, precisandone il dominio. Poich´e la funzione costante y(x) = 1 (su R) soddisfa il problema, essa sar`a l’unica soluzione cercata. c) Nel caso a = 1 determinare tutte le soluzioni del problema, precisandone il dominio.

Essendo y0(0)6= 0, consideriamo la sostituzione y0(x) = z(y(x)) ed otteniamo il problema

 yz0(y)z(y) = 2z2(y)

z(1) = 1

e, semplificando per z(y) che `e certamente diverso da 0 in un intorno di 1, separando le variabili (per y > 0) ed integrando si ottiene Z y 1 z0(t) z(t)dt = Z y 1 2 tdt da cui ln z(y) = ln y 2 (y > 0)

Risolvendo quindi il problema (tenendo conto che z(y) = y2, y > 0)  y0(x) = y2(x)

y(0) = 1 si ottiene, separando le variabili ed integrando

Z x 0 y0(x) y2(t)dt = Z x 0 dt e 1 y(x)+ 1 = x da cui y(x) = 1 1− x con 1− x > 0 ovvero x < 1 • Si consideri il problema di Cauchy

(

y0(x) = xy(x) + y

2(x) + x2

x2 y(1) = 1

d) Determinarne tutte le soluzioni, precisandone il dominio.

Si tratta di un problema che, per x > 0 (essendo l’ascissa del dato iniziale positiva) ammette una ed una sola soluzione, per il teorema di esistenza ed unicit`a.

Utilizzando (`e un’equazione omogenea) la sostituzione y(x) = xz(x), sempre con x > 0 si ottiene il problema

(

xz0(x) + z(x) = x2z (x)+ xx22z2(x)+ x2 = z(x) + z

2(x) + 1

z(1) = y (1)1 = 1

Semplificando, l’equazione diventa xz0(x) = z2(x) + 1; separando le variabili ed integrando, sempre con x > 0

Z x 1 z0(t) z2(t) + 1dt = Z x 1 1 tdt da cui arctan z(x)− π 4 = ln x Pertanto z(x) = tanπ 4 + ln x  con −π 2 < π 4 + ln x < π 2 e y(x) = x tanπ 4 + ln x  con e− 3π/ 4 < x < eπ/ 4

(35)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 2 Febbraio 2000 - (1a prova parziale) 1h

• Si consideri la funzione

f (x, y) = max{(y − x2)(x

− y2), 0

} a) Determinare i punti del piano in cui f `e continua

f `e definita su tutto il piano e vale (y− x2)(x− y2) dove questa `e positiva, mentre vale 0 altrove. Poich´e

(y− x2)(x− y2) si annulla sulle due parabole y = x2 e x = y2, controllando il segno della funzione in ognuna

delle cinque parti connesse in cui resta diviso il piano, si ottiene che f `e uguale a (y− x2)(x− y2) nella zona

ombreggiata, mentre `e nulla nella restante parte del piano.

Essendo certamente continua all’interno di ogni parte connessa (sia (y− x2)(x

− y2) che 0 sono funzioni

continue), resta da verificare la continuit`a sui punti delle due parabole. `E comunque immediato ottenere che, per ogni punto (x0, y0) appartenente ad una delle due parabole, si ha

lim

(x,y )→ (x0,y0)

(y− x2)(x

− y2) = 0 = f (x 0, y0)

per cui f `e continua su tutto il piano.

b) Stabilire se f `e differenziabile in (0, 0).

La restrizione di f agli assi delle ascisse e delle ordinate risulta f (x, 0) = −x 3 , se x < 0 0 , se x≥ 0 f (0, y) =  −y3 , se y < 0 0 , se y≥ 0 Si ha perci`o ∂f ∂x(0, 0) = ∂f ∂y(0, 0) = 0 e quindi f risulter`a differenziabile in (0, 0) se e solo se

lim (x,y )→ (0 ,0) f (x, y)− f(0, 0) − x∂f∂x(0, 0)− y∂f∂y(0, 0) p x2+ y2 =(x,y )lim→ (0 ,0) f (x, y) p x2+ y2 = 0

Ci`o `e immediato se (x, y) appartiene alla parte del dominio in cui f `e nulla; nella restante parte si deve verificare che lim (x,y )→ (0 ,0) (y− x2)(x− y2) p x2+ y2 = 0

ed utilizzando ad esempio le coordinate polari si ottiene |ρ2(sin θ − ρ cos2θ)(cos θ − ρ sin2θ) | ρ ≤ ρ(| sin θ| + ρ cos 2θ)( | cos θ| + ρ sin2θ) ≤ ρ(1 + ρ)(1 + ρ)

(36)

e quindi ci`o che si voleva. Pertanto f `e differenziabile in (0,0).

c) Calcolare, se esistono, le derivate di f secondo i vettori in (14,12) e (0, 1). Sia q = (α, β) un vettore (unitario); nel primo punto si deve calcolare

lim t→ 0+ f (14 + tα,12 + tβ)− f(1 4, 1 2) t

Poich´e il punto in questione si trova su y =√x e la retta tangente in quel punto ha pendenza 1 (derivata di √x calcolata in 14) si nota che

f 1 4 + tα, 1 2 + tβ  =  (1 2 + tβ− ( 1 4 + tα) 2)(1 4 + tα− ( 1 2 + tβ) 2) , se β < α 0 , se β≥ α Essendo lim t→ 0+ (1 2 + tβ− ( 1 4 + tα) 2)(1 4 + tα− ( 1 2 + tβ) 2) t = = lim t→ 0+ (12 + tβ− 1 16 − t 2α21 2tα)( 1 4 + tα− 1 4 − t 2β2− tβ) t = = lim t→ 0+  7 16+ tβ− t 2 α2−1 2tα  (α− tβ2− β) = 7 16(α− β) la derivata secondo il vettore q in (1

4, 1 2) vale  7 16(α− β) , se β < α 0 , se β≥ α

Per quel che riguarda il punto (0,1) non vi sono problemi in quanto f `e nulla in tutto un intorno del punto e quindi la derivata secondo il vettore q `e nulla per ogni q .

d) Calcolare, se esiste, lim(x,y )→∞ f (x, y).

La restrizione di f all’asse x (per y = 0) vale, come gi`a osservato

f (x, 0) = −x

3 , se x < 0

0 , se x≥ 0 che tende a 0 per x→ +∞, mentre tende a +∞ per x → −∞.

(37)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 17 Febbraio 2000 - (2a prova parziale) 1h

• Si considerino le funzioni

f (x, y) = x4+ y2 , g(x, y) = y2+ x6− 16 a) Determinare i punti di massimo o minimo relativo o assoluto per f .

f non ha massimo assoluto su R2 poich´e non `e superiormente limitata (ad esempio per x = 0 vale y2).

Essendo f ∈ C∞(R2), annullando

∇f(x, y) = (4x3, 2y), si ottiene il solo punto (0, 0) che `e un punto di

minimo assoluto, essendo

f (0, 0) = 0 ≤ x4+ y2 = f (x, y)

∀(x, y) ∈ R2 .

Si noti che l’utilizzo dell’Hessiano in (0,0) avrebbe condotto ad una matrice semidefinita positiva e non si sarebbe quindi potuto concludere.

b) Disegnare l’insieme D ={(x, y) ∈ R2 : g(x, y)≥ 0 }.

Da y2+ x6− 16 ≤ 0, ricavando y, si ha −p16− x6≤ y ≤p16− x6

con −√3

4≤ x ≤ √3

4 e l’insieme `e la parte interna alle due curve.

c) Determinare i punti di minimo o massimo relativo o assoluto per f su E ={(x, y) ∈ R2 : g(x, y) = 0

}

Ricavando y2= 16− x6 da g(x, y) = 0 e sostituendo nella funzione f si ottiene la funzione

h(x) = x4+ 16− x6

da considerare per x∈ [−√3

4,√3

4].

Dalla studio di tale funzione risulta che per x = 0 si ha un minimo relativo, per x =±√34 si ha un minimo

assoluto, e per x =±p2/3 si ha un massimo assoluto. Pertanto si avr`a:

in (0,±4) : minimo relativo in (±√3

4, 0) : minimo assoluto

in (±p2/3, ±p424/27) : massimo assoluto.

(38)

   4x3+ 6λx5 = 0 2y + 2λy = 0 y2+ x6 − 16 = 0

avrebbe ugualmente fornito i punti critici, con qualche difficolt`a in pi`u per stabilire la natura di minimo o massimo dei punti (0,±4); per gli altri `e sufficiente notare che, per il teorema di Weierstrass, devono esistere punti di minimo e massimo, e quindi calcolando la funzione nei vari punti `e facile determinare i minimi ed i massimi assoluti.

d) Determinare i punti di minimo o massimo relativo o assoluto per f su F ={(x, y) ∈ R2 : g(x, y)

≤ 0 }

I punti critici di f sulla frontiera sono gi`a stati trovati al punto precedente, mentre all’interno vi `e il solo punto (0,0), come visto alla prima domanda.

Ne segue che, sempre utilizzando il teorema di Weierstrass, (0,0) `e necessariamente il punto di minimo assoluto, mentre i punti (±p2/3, ±p424/27) sono di massimo assoluto.

Per quel che riguarda gli altri punti alla frontiera, (indicati con× sulla figura di destra) si vede subito con sezioni sugli assi che essi sono di massimo per tali restrizioni, mentre erano di minimo per la frontiera (e quindi non sono nulla).

(39)

ANALISI MATEMATICA II (Sv) - 2 Marzo 2000 - (3a prova parziale) 1h • Si consideri l’insieme A = {(x, y, z) ∈ R3 : 0 ≤ z ≤ 1 − x2 , z ≤ 1 − |y|} a) Disegnare {(x, y) ∈ R2 : (x, y, z) ∈ A} Se (x, y, z)∈ A deve essere 0≤ 1 − x2 e 0≤ 1 − |y| ovvero −1 ≤ x ≤ 1 e −1 ≤ y ≤ 1 b) Disegnare {(x, y) ∈ R2 : 1− x2 = 1− |y|} Si ha |y| = x2 ovvero y =±x2. c) Disegnare {(x, y) ∈ R2 : 1− x2 ≤ 1 − |y|} Si ha |y| ≤ x2 ovvero −x2 ≤ y ≤ x2. d) Calcolare il volume di A.

Per ragioni di simmetria il volume pu`o essere calcolato solo per x≥ 0 ed y ≥ 0, e poi moltiplicato per 4. Per quanto visto al punto precedente si ha

(40)

0≤ z ≤ 1 − x2 nella zona ombreggiata chiara

mentre

0≤ z ≤ 1 − |y| nella zona ombreggiata scura Pertanto Vol A = 4 " Z 1 0 Z x2 0 1− x2 dy ! dx + Z 1 0 Z 1 x2 1− y dy  dx # = = 4 Z 1 0 x2− x4 dx + Z 1 0 1 2 − x 2+x4 2 dx  = ... = 8 5

Si noti che il volume pu`o essere facilmente calcolato anche per sezioni, in quanto la sezione a quota z `e un rettangolo di lati 2√1− z e 2(1 − z) (da z = 1 − x2 e z = 1

− |y|) ; integrando con z tra 0 e 1 l’area del rettangolo, si ha Vol A = Z 1 0 4(1− z)3/2dz = 8 5 .

Riferimenti