EPIDEMIOLOGIA E LINEE GUIDA DI
TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI IN
TERAPIA INTENSIVA
Prof. A. Luzzani
INFEZIONE NOSOCOMIALE
… Infezione che insorge 48 ore dopo
l’ammissione in ospedale e non è
presente, né in incubazione, al momento
del ricovero ...
Prevalenza
Numero di pazienti che hanno
un’infezione attiva
diviso
il numero totale di pazienti presenti al
momento dell’osservazione
Incidenza
Numero di pazienti che sviluppano una
qualunque infezione
diviso
il numero totale di pazienti a rischio in un
determinato periodo di tempo
Eggimann P, Pittet D
Incidence-density
Numero di episodi infettivi
/1000 giorni-paziente a rischio
Eggimann P, Pittet D
Batteri normalmente presenti nelle diverse aree
corporee.
AREE CORPOREE cfu/cm2
Cuoio capelluto 1 106
Ascella 5 105
Addome 4 10 4
La cute normale perde ogni giorno circa 10
6squame cutanee contenenti microrganismi
vitali.
Noble CW
Il numero di microrganismi (es. Staphylococcus
aureus, Klebsiella spp., Proteus, Acinetobacter
spp.) presenti in aree intatte della cute di certi
pazienti può variare da 100 a 10
6/cm
2.
Larson El. et al.
Pazienti
con cute intatta, colonizzati con
Staphylococcus aureus:
DIALIZZATI
CRONICI
DIABETICI
PZ AFFETTI DA DERMATITE
CRONICA
Il 17-30% di nurses presenta Gram neg sulle
mani (3.400-38.000 CFU). In uno studio,
Staphylococcus aureus poteva essere isolato
dal 21% del personale di una ICU. Il 21% dei
medici e il 5% di nurses portatori
presentavano oltre 1.000 CFU del
microrganismo sulle mani.
Daschner FD
L’antisepsi delle mani riduce l’incidenza di
infezioni nosocomiali.
Larson E.
Lavarsi le mani con sapone ed acqua per 15
sec riduce la conta batterica di 0,6- 1,1 log
10, per 30 sec la riduce di 1,8-2,8 log 10.
Il lavaggio delle mani con solo sapone può
non essere in grado di rimuovere patogeni
dalle mani del personale sanitario
ospedaliero.
Ehrenkreuz NJ et al
Le infezioni nosocomiali sono minori quando
il personale sanitario esegue un lavaggio
antisettico delle mani.
Maki DG
J Chemother 1989; 1 (suppl 1): 3-11
La prevalenza di infezioni nosocomiali si
riduce quando aumenta l’aderenza alle misure
di igiene delle mani raccomandate.
Pittet D. et al.
Il sotto-organico (understaffing) di nurses
può facilitare la diffusione di MRSA in ambito
intensivo attraverso una ridotta attenzione
alle misure basali di controllo.
Vicca AF J Hosp Infect 1999; 43: 109-13
Nessun agente usato in preparazioni per il
lavaggio antisettico delle mani o per la
frizione con gel antisettico è affidabile come
sporicida contro Clamidia spp. e Bacillus
spp.
Italia
Frequenza variabile: 12.6-79% dei pazienti in TI Frequenza nelle TI del Triveneto: 31.4% (1998)
Polmoniti 45.5%
Batteriemie 30.4%
Infezioni urinarie 11.4%
Infezioni della ferita chirurgica 1.3% Luzzati R et al (2001) Min Anest 67:1-6
Infezioni & dispositivi invasivi
Tasso di infezione nosocomiale device-associata:
rapporto tra numero totale di infezioni associate a
devices e numero di giorni di impiego del device
Polmoniti: 11.1/1000 gg di ventilazione meccanica (tubo ET)
Infezioni urinarie: 6.1/1000 gg di catetere vescicale
Batteriemie CVC associate: 5.3/1000 gg di CVC
BATTERIEMIE INFEZIONI
RESPIRATORIE INFEZIONI DELLAFERITA CHIRURGICA
INFEZIONI DELLE VIE URINARIE S1 S2 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 N %
INFEZIONI NOSOCOMIALI NON UTI N° EPISODI % 49 12,9 UTI (27,6 episodi / 1000 gg degenza) TIPOLOGIA N° EPISODI % TASSI Batteriemie 83 52,2 14.39/1000 gg di degenza Infezioni vie respiratorie 36 22,6 6.24/1000 gg di degenza Infezioni ferita chirurgica 24 15,1 4.16/1000 gg di degenza Infezioni vie urinarie 16 10,1 2.77/1000 gg di degenza
DEVICE IMPIEGO(% pazienti) PERMANENZA IN SEDE (durata mediana) TASSO DI UTILIZZO del DEVICE Catetere urinario 97,84 7 gg 89,31 % Catetere arterioso 95,95 7 gg 73,70 % Tubo endotracheale 81,89 7 gg 50,39 % Catetere venoso centrale 71,89 7 gg 46,51 %
Numero di casi di Sepsi negli Stati Uniti, in relazione all’agente eziologico, dal 1979-2000
I punti rappresentano i numeri di casi per anno e le barre l’errore standard.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Ps.aeruginosa (21%) SCN (18%) M RSA (11%) Candida spp (9%) Enterobacteriaceae (9%) E.coli (6%) Enterococchi (5%) Altri Gram positivi (4%)
Klebsiella spp (3%) M SSA (3%) Acinetobacter spp (1%) Serratia spp (1%) Stenotr.maltophilia (1%) Altro (8%)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Eziologia delle batteriemie nosocomiali rilevate nello studio
SCN (37,76%) Candida spp (12,24%) P s.aeruginosa (11,22%) M RSA (8,16%) Enterococchi (8,16%) Enterobacteriaceae (6,12%) E.coli (4,08%) Klebsiella spp (3,06%) M SSA (3,06%) Acinetobacter spp (1,02%) Altro (5,10%)
ANTIBIOTICO-RESISTENZA
ANTIBIOTICI
Concentrazione-dipendenti
Concentrazione-dipendenti
Fluorochinoloni, aminoglicosidi
• Efficacia direttamente proporzionale alla concentrazione raggiunta in sede d’infezione
• Scarsa diffusibilità nelle cellule • Basso legame farmacoproteico
• Prolungato effetto post-antibiotico, conseguente a ritardata eliminazione
Somministrazione a dosaggi elevati Lunghi intervalli di tempo
Dose unica nell’arco della giornata
Tempo-dipendenti
Penicilline, Cefalosporine, Monobattami, Glicopeptidi
• Efficacia direttamente proporzionale al tempo di permanenza in sede d’infezione di concentrazioni efficaci
• Molecole idrosolubili
• Eliminazione renale o biliare • Elevata tollerabilità
Brevi intervalli tra le somministrazioni
Infusione continua
• 62.3% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva riceve antibioticoterapia “on any given day”
Vincent JL (2003) Yearbook of intensive care and emergency medicine
• Antibioticoterapia empirica precoce (epidemiologia locale; possibile eziologia)
escalation-therapy • Antibioticoterapia empirica
de-escalation therapy
LA RESISTENZA BATTERICA AGLI
ANTIBIOTICI
Cause: uso improprio della terapia antimicrobica
prolungata degenza
carenza misure igieniche presenza devices invasivi
Conseguenze: • possibile insorgenza di infezioni ospedaliere
sostenute da microorganismi antibioticoresistenti (MRSA,
P.aeruginosa, A.baumanii, S.maltophilia)
• rischio di sovrinfezioni da Cl.difficile e Candida
Vincent JL (2003) Yearbook of intensive care and emergency medicine Leone M et al (2003) Crit Care Med 31(2):462-7
Patogeni resistenti associati ad infezioni nosocomiali in UTI: confronto delle % di resistenza di gennaio-dicembre 1999 con i dati
del NNISS del periodo 1994-1998
Houghton D. Antimicrobial Resistance in the Intensive Care Unit: Understanding the problem.
Potenziali strategie per controllare la
colonizzazione e l’infezione da batteri
antibiotico-resistenti nei contesti clinici
1° OBIETTIVO: RIDURRE LA DISSEMINAZIONE OSPEDALIERA DI BATTERI
ANTIBIOTICO-RESISTENTI
Strategie:
• isolare i pazienti che hanno infezioni batteriche antibiotico-resistenti clinicamente rilevanti o che sono colonizzati
• usare l’antisepsi nelle procedure
• usare un trattamento antimicrobico adeguato delle infezioni (es. scelta del farmaco appropriato, dosaggio, durata della terapia)
• disinfettare gli strumenti/dispositivi usati comunemente (es. strumentazione per la ventilazione)
• ottimizzare le comuni pratiche di controllo delle infezioni (es. lavaggio delle mani, sorveglianza)
Potenziali strategie per controllare la
colonizzazione e l’infezione da batteri
antibiotico-resistenti nei contesti clinici
2° OBIETTIVO: RIDURRE LE MUTAZIONI GENETICHE O IL TRASFERIMENTO DI
GENI RIDUCENDO LA CRESCITA BATTERICA
Strategie:
• fare un’adeguata profilassi antibiotica e decontaminare
• ridurre le concentrazioni di microrganismi (drenare
ascessi, empiemi)
Potenziali strategie per controllare la
colonizzazione e l’infezione da batteri
antibiotico-resistenti nei contesti clinici
3°OBIETTIVO:RIDURRE LE PRESSIONI DI SELEZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
Strategie:
• ridurre l’uso di antimicrobici inutili
• eseguire il cycling degli antibiotici e cambi di protocolli
• prescrivere una terapia antibiotica combinata
• sviluppare/applicare linee guida o protocolli per
l’uso degli antibiotici
Potenziali strategie per controllare la
colonizzazione e l’infezione da batteri
antibiotico-resistenti nei contesti clinici
4° OBIETTIVO:RIDURRE LA DIFFUSIONE DI PATOGENI ANTIBIOTICO-RESISTENTI
PROVENIENTI DALL’ESTERNO DELL’OSPEDALE
Strategie:
• isolare e sorvegliare i pazienti trasferiti da lungodegenze e altri Ospedali
• revisionare i risultati di tutte le precedenti colture • mantenere l’isolamento fino a quando non sia esclusa
l’infezione da batteri antibiotico-resistenti o la colonizzazione
1. Riduzione della disseminazione ospedaliera di batteri
antibiotico-resistenti
2. Riduzione delle mutazioni genetiche o del trasferimento di
geni previa diminuzione della crescita batterica
3. Riduzione delle pressioni di selezione degli antibiotici
4. Riduzione della diffusione di patogeni
antibiotico-resistenti provenienti dall’esterno dell’ospedale
PREVENZIONE DI COLONIZZAZIONE ED
INFEZIONI DA PARTE DI BATTERI
Strategie antimicrobiche per ridurre la Resistenza Antibiotica nelle Unità di Terapia Intensiva.
Raccomandazioni Livello di evidenza
Limitare la somministrazione non necessaria di antibiotici
Sviluppare linee guida ospedaliere per l’uso degli antibiotici II Creare un team per il miglioramento dell’utilizzo degli antibiotici II Migliorare le conoscenze e la prassi dell’uso degli antibiotici II Creare una politica nazionale per la riduzione dell’uso degli antibiotici II Creare delle linee guida con un approccio multidisciplinare che coinvolgano
esperti locali e nazionali
II Restringere il prontuario farmaceutico ospedaliero II Usare antibiotici a spettro ristretto o di 1° generazione I e II Usare colture e valutazioni quantitative per la polmonite I e II Ottimizzare l’efficacia antimicrobica
Evitare un trattamento inadeguato facendo ricorso alle linee guida standard II
Usare trattamenti antimicrobici combinati I e II
Consultarsi con uno specialista infettivologo II
Cycling II
Usare terapie antimicrobiche empiriche specifiche per area III Limitare la profilassi antibiotica di breve durata alle indicazioni clinicamente
validate
I e II Evitare la decontaminazione antimicrobica abituale delle vie aeree e
digestive dei pazienti in Terapia Intensiva
I e II
Livello I: supportato da studi randomizzati e di controllo; livello II: supportato da studi di coorti non-randomizzate e da studi di coorti storiche; livello III: supportati da una serie di casi.
Batteriemie CVC correlate/associate
INFEZIONI IN TERAPIA
INTENSIVA
Infezioni della ferita chirurgica
Polmoniti nosocomiali
Infezioni in Terapia Intensiva
Polmoniti nosocomiali
“...infiammazione del parenchima polmonare sostenuta da agenti infettivi, in pazienti ricoverati da almeno 48 ore, non in
incubazione al momento del ricovero...”
ATS, 1996 “…quadro clinico insorto in pazienti ospedalizzati da almeno
48 ore e documentato dalla modificazione, in senso
peggiorativo, del quadro radiologico e/o della positività degli esami colturali eseguiti sulle secrezioni respiratorie...”
Infezioni in Terapia Intensiva
Ventilator-Associated Pneumonia (VAP)
“…con il termine di Ventilator-Associated Pneumonia (VAP), si intende il particolare quadro di polmonite nosocomiale che si
sviluppa a carico del paziente sottoposto a ventilazione meccanica e non in incubazione al momento dell’inizio della stessa…si parla di EARLY e LATE-onset a seconda che insorga
entro oppure oltre le prime 96 ore di ventilazione…”
Polmoniti nosocomiali
Epidemiologia
Le più frequenti infezioni nosocomiali in pazienti ricoverati in Terapie Intensive medico-chirurgiche
Menichetti F (1997) Giorn It Mal Inf 3 (suppl1):S5-9
L’83% delle polmoniti nosocomiali è associato alla ventilazione meccanica (VAP)
Richards MJ et al (2000) Infect Control Hosp Epidemiol 21:510-15
Incidenza di VAP: 6.7-24.1/1000 gg di ventilazione invasiva Mortalità cruda: 20-70%
Rischio di morte da 2 a 10 volte maggiore in pazienti affetti da VAP e degenti in TI
Polmoniti nosocomiali
Eziologia
•Polmoniti ad insorgenza precoce (entro 3-5 gg): S.pneumoniae,
H.influenzae, M.catarrhalis
•Polmoniti ad insorgenza tardiva (oltre 5 gg): Enterobacteriaceae (K.pneumoniae, Enterobacter spp, E.coli), P.aeruginosa
•Early-onset VAP: MSSA, H.influenzae, S.pneumoniae,
Enterobacteriaceae
•Late-onset VAP: P.aeruginosa, Acinetobacter spp, MRSA, bacilli Gram-negativi multi antibioticoresistenti
Polmoniti nosocomiali e VAP
Terapia
Cefalosporine III gen (ceftazidime) o
Cefalosporine IV gen (cefepime) o Carbapenemico (imipenem-meropenem) o lattamico protetto (piperacillina/tazobactam)
+/-Aminoglicoside (amikacina-gentamicina) Fluorchinolone (ciprofloxacina-levofloxacina) Glicopeptide (vancomicina-teicoplanina)ATS (1996) Am J Resp Crit Care 153:1711-25
LINEZOLID vs VANCOMICINA
…i risultati di un’analisi retrospettiva suggeriscono che la terapia empirica iniziale con linezolid in pazienti con polmonite
nosocomiale dovuta a MRSA si associa a migliore outcome (in termini di parametri clinici e di sopravvivenza) se confrontata con
vancomicina…
…la ragione della superiorità di linezolid può forse essere riconosciuta nella sua migliore penetrazione nel tessuto
polmonare…
(Chest 124:1789-1797,
Polmoniti nosocomiali e VAP
Guarigioni cliniche (%) in pazienti con VAP da
Gram pos, S. aureus, MRSA, trattati con
Linezolid e Vancomicina.
36,7 45,4 53,7 48,9 62,2 21,2 35,2 37,7 G u ar ig io n i c li n ic h e (% p az ie n ti ) p=0.02 p=0.07 p=0.06 p=0.001 Kollef MH et al. Clinicla Cure and survival in Gram positive VAP: retrospective analysis ofInfezioni urinarie
Epidemiologia
USA: 23% delle infezioni nosocomiali
97% è associato alla presenza di catetere urinario
Urosepsi: 16% dei pazienti con infezioni del tratto urinario Mortalità urosepsi: 25-60%
Italia: 16 episodi/1000 gg di catetere vescicale
Richards MJ et al (2000) Infect Control Hosp Epidemiol 21:510-15
Leone M et al (2003) Intensive Care Med 29:1077
Eziologia
Pazienti cateterizzati da < 30 gg: eziologia monomicrobica (80%) Pazienti cateterizzati da > 30 gg: eziologia polimicrobica
E.coli (25%) Enterococcus spp (16%) P.aeruginosa (11%) C.albicans (8%) Kl.pneumoniae (7%) Enterobacter spp (5%) ..…
Infezioni urinarie
Dal momento che i principali microorganismi coinvolti in infezioni del tratto urinario sono Enterobacteriaceae ed
Enterococchi,
il trattamento empirico proposto prevede: fluorchinolone o -lattamico protetto o ceftazidime/cefepime +/-aminoglicoside
Infezioni urinarie
Gilbert ND (2003)Infezioni della ferita chirurgica
Epidemiologia
Negli USA: 2.8% delle infezioni nosocomiali In Europa: 6.9% delle infezioni nosocomiali
Vincent JL (1995) JAMA 274(8):639-44
Eziologia
I microorganismi più frequentemente isolati sono Gram+ (S.aureus, CNS, Enterococchi)
E.coli è il microorganismo più spesso isolato tra i Gram– . Rari gli
anaerobi
Terapia
Penicillina protetta o cefalosporina; eventualmente associare carbapenemico o metronidazolo
Barie PS (2002) Surg Infect 3 Suppl1:S9-21
PERITONITE SECONDARIA
Da perforazione
necrosi della parete intestinale; pelviperitonite; da traslocazione batterica
Post-operatoria
leak di anastomosi; leak di linea di sutura; deiscenza di moncone; altri leaks iatrogeni Post-traumatica
da trauma chiuso; da trauma aperto
PERITONITE TERZIARIA
Senza germi patogeni Con miceti
Con batteri a basso grado di patogenicità
Classificazione delle peritoniti (modificata da Bassetti D (2002) P.I.R.A.N.D.E.L.L.O)
Infezioni di origine intra-addominale
Eziologia e terapia delle peritoniti secondarie
Frequente eziologia da anaerobi
Possibile coinvolgimento di Enterobacteriaceae ed
Enterococchi
P.aeruginosa: 3-15%
Terapia antibiotica ad ampio spettro: lattamico protetto o
carbapenemico + aminoglicoside
o
cefalosporina di III o IV generazione + metronidazolo +
aminoglicoside
Infezioni di origine intra-addominale
Eziologia e terapia delle peritoniti terziarie
Mortalità associata a peritonite terziaria: 63.6%
Eziologia polimicrobica:
• Enterobacteriaceae, spesso antibioticoresistenti
• Enterococcus spp
• Anaerobi
Infezioni di origine intra-addominale
…l’isolamento di funghi…
“…la candidosi invasiva rappresenta l’infezione fungina
sistemica di più frequente riscontro in pazienti sottoposti ad
interventi di chirurgia addominale secondaria a
perforazione del tratto digerente…”
Vincent JL (1995) Yearbook of intensive care and emergency medicine
Eziologia: • > 50% Candida albicans
• ~ 50% Candida non albicans
Isolamento di funghi e significatività del campione
microbiologico
• isolamento di Candida spp anche da una sola
emocoltura (candidemia)
• isolamento di Candida nel liquido peritoneale di
pazienti con diagnosi di peritonite
• isolamento di miceti in biopsie di tessuti profondi
…l’isolamento di funghi…
Batteriemie CVC correlate/associate
…un quadro settico può essere attribuito all’infezione da
CVC quando, in presenza di segni sistemici di infezione, non
vi siano apparenti focolai infettivi ad eccezione del catetere
medesimo…
Garner JS et al (1998) Am J Infect Control 16:128; Mermer LA (2001) CID 32:1249 Infezione CVC correlata: isolamento del medesimo
microorganismo sia dal sangue periferico che dal catetere
Infezione CVC associata: in assenza di documentazione
microbiologica, il catetere costituisce l’unica possibile sorgente dell’infezione ed è in uso nelle 48 ore precedenti l’insorgenza della
Batteriemie CVC correlate/associate
Incidenza
USA: 14 %
Tasso di infezione: 5.3 episodi/1000 gg di CVC
Europa: 3-7% delle batteriemie nosocomiali
Eziologia:
38.7 % CNS
11.9 % Enterobacteriaceae
11.5 % S.aureus
11.5 % Candida spp
CDC NNIS System (1996);Henderson DK (2000) Principles and practice of infectious disease CDC NNIS System (1996)
Batteriemie CVC correlate/associate
Terapia
Alto rischio di Gram+ MR
Terapia empirica inclusiva del glicopeptide Gram+ MR documentati microbiologicamente Glicopeptide DOPO 3 GIORNI Non responder microbiologici (Gram+ MR, resistenti/intermedi a glicopeptidi) Glicopeptidi + Rifampicina + Ac.fusidico
Non responder clinici
(fallimenti;intolleranti; allergici;lenta risposta) Pz ad alto rischio (immunocompromessi; patologie concomitanti) Q/D, LIN oppure Glicopeptide + Q/D Journal of Chemotherapy 15:3, 2003
Nuove opzioni terapeutiche nel trattamento delle infezioni da Gram-pos resistenti, approvate dalla FDA:
Quinupristin-Dalfopristin e Linezolid
FARMACO INDICAZIONI MECCANISMO
D’AZIONE
POSOLOGIA INTERAZIONI
e REAZIONI AVVERSE
Quinupristin-Dalfopristin Trattamento dibatteriemie da VREF, gravi o che mettono a rischio la vita del pz Infezioni complicate della cute e degli annessi, da S. aureus (Meticillino-sensubile) e S. pyogenes Batteriostatico per E. faecium Battericida per S. aureus e S. pyogenes 7,5 mg/kg/8 h, in accesso venoso centrale delle concentrazioni plasmatiche. di: Midazolam Diltiazem Ciclosporine
Nuove opzioni terapeutiche nel trattamento delle infezioni da Gram + resistenti, approvate dalla FDA: Quinupristin-Dalfopristin e
Linezolid
FARMACO INDICAZIONI MECCANISMO
D’AZIONE POSOLOGIA INTERAZIONI e REAZIONI AVVERSE Linezolid Trattamento di infezioni da VREF, anche senza batteriemia Polmoniti nosocomiali o acquisite in comunità, da S. aureus o S. pneumoniae (solo ceppi sensibili alla penicillina) Infezioni, anche complicate, della cute o degli annessi, sostenute da stafilo- e streptococchi Batteriostatico per stafilococchi e VREF Battericida per streptococchi Polmoniti o batteriemie: 600 mg/12 h EV o PO Infezioni della cute e degli annessi: 400 mg/12 h Terapie superiori alle 2 settimane inducono tossicità midollare (spt trombocitopen ia) Disturbi gastrointestina li
La sua capacità di penetrazione nei tessuti fa sì che esso costituisca una scelta obbligata nel trattamento
delle infezione dei tessuti profondi o delle VAP causate da S. aureus meticillino-resistente.