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Ambiente e green buildings nella Repubblica Popolare Cinese: l'applicazione del redigendo protocollo GBC Historic Building™ al YuanMingYuan Apartament di Shanghai

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(1)

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali

TESI DI LAUREA

“Ambiente e green buildings

nella Repubblica Popolare Cinese: l’applicazione del

redigendo protocollo GBC Historic Building™

al YuanMingYuan Apartment di Shanghai”

RELATORE

Chiar.mo Prof. Michele MARRONI

CORRELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Paola BOARIN

CONTRORELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Maria ANDREOLI

Candidato

Francesco BROGI

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali

TESI DI LAUREA

“Ambiente e green buildings

nella Repubblica Popolare Cinese: l’applicazione del

redigendo protocollo GBC Historic Building™

al YuanMingYuan Apartment di Shanghai”

RELATORE

Chiar.mo Prof. Michele MARRONI

CORRELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Paola BOARIN

CONTRORELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Maria ANDREOLI

Candidato

Francesco BROGI

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

Corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali

TESI DI LAUREA

“Ambiente e green buildings

nella Repubblica Popolare Cinese: l’applicazione del

redigendo protocollo GBC Historic Building™

al YuanMingYuan Apartment di Shanghai”

RELATORE

Chiar.mo Prof. Michele MARRONI

CORRELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Paola BOARIN

CONTRORELATORE

Chiar.ma Prof.ssa Maria ANDREOLI

Candidato

Francesco BROGI

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di elaborazione all’interno di GBC Italia, tutte le informazioni e i

materiali riportati nel presente lavoro di tesi sono da ritenersi di

proprietà esclusiva di GBC Italia e concessi in visione per i soli usi di

(3)

1. 1.Introduzione... 1

1.1 Premessa e obiettivi della tesi ... 1

2. 2.Il Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente: Salute sul Lavoro e Piano Nazionale di Protezione Ambientale... 3

3. 3.Un nuovo modello di sviluppo ... 8

3.1 The China Greentech Report 2013™: le cinque aree tematiche ... 17

3.1.1 Next-Generation Energy Value Chains... 17

3.1.2 Low Carbon Eco-Cities... 20

3.1.3 Electric Vehicles ... 21

3.1.4 Sustainability... 23

4. 4.Built Enviroment ... 24

4.1 L’urbanizzazione nella Repubblica Popolare Cinese: l’impatto ambientale e sociale. . 27

4.2 La situazione attuale: tendenza in crescita e grande potenziale ... 30

4.3 Vision 2015: la tabella di marcia proposta dal Report 2013 ... 33

4.3.1 2013: Soluzioni integrate ... 33

4.3.2 2014: Progetti dimostrativi ... 34

4.3.3 2015 e oltre: applicazione flessibile diffusa... 34

4.3.4 Le opportunità di collaborazione commerciale e partnership ... 35

5. 5.LEED®: Leadership in Energy and Environmental Design ... 36

5.1 L’applicazione di LEED® nella Repubblica Popolare Cinese... 44

5.1.1 Gli standard ASHRAE: analisi energetica del Harbin-Songbei Hotel ... 44

6. 6.Il YuanMingYuan Apartment... 50

6.1 Contesto storico: la nascita di Shanghai e del Bund ... 50

6.1.1 Prima che Shanghai aprisse il suo porto (1843)... 50

6.1.2 L’apertura del porto di Shanghai: costituzione delle concessioni occidentali (1843-1947) ... 51

6.1.3 Il cambiamento del Bund ... 54

6.2 Il progetto RockBund [53] ... 56

6.3 YuanMingYuan Apartment ( 公寓), 115 YuanMingYuan Road (地址: 路115号) ... 58

(4)

6.4.1 Xian Declaration on the conservation of setting of heritage structures, sites and

areas [58] ... 62

6.4.2 The cultural relics protection law of the People's Republic of China [59]... 63

6.4.3 The protection planning of the Shanghai historical cultural building [60] ... 65

6.5 Obblighi per gli inquilini... 69

7. 7.GBC Historic Building... 71

7.1 Introduzione ... 71

7.2 Ambito di applicazione ... 73

7.3 Requisiti minimi di programma ... 76

7.3.1 Elenco dei Requisiti Minimi di Programma rispetto al caso di studio ... 76

7.4 Criteri per la certificazione degli edifici secondo GBC Historic Building™... 79

7.4.1 Tabella aree tematiche e punteggi assegnati ... 79

7.4.2 Livelli di certificazione... 80 7.4.3 Prestazioni esemplari... 80 7.4.4 Priorità regionali ... 80 7.5 Valenza Storica ... 81 7.5.1 Obiettivo ... 81 7.5.2 I principi operativi ... 81

7.6 Carta d’Identità dell’edificio storico ... 85

7.6.1 Classi di unità tecnologiche: Struttura portante... 87

7.6.2 Classi di unità tecnologiche: Chiusura [67] ... 88

7.6.3 Classi di unità tecnologiche: Partizione interna [69] ... 89

7.6.4 Classi di unità tecnologiche: Attrezzatura esterna ... 91

7.6.5 Classi di unità tecnologiche: Impianti pre-industriali... 91

7.7 VS PR 1: Indagini conoscitive preliminari ... 92

7.8 VS CR 1,1 Indagini conoscitive avanzate: indagini energetiche ... 96

7.8.1 Analisi dei consumi dell’edificio... 97

7.8.2 Pre-Audit ... 99

7.8.3 Analisi termografica ... 101

7.8.4 Dati su temperatura e umidità... 103

7.8.5 Misurazioni puntuali in locali considerati particolarmente significativi e/o rappresentativi: illuminamento esterno sul piano orizzontale... 103

(5)

7.10 VS CR 1,3 Indagini conoscitive avanzate: indagini diagnostiche sulle strutture e

monitoraggio strutturale ... 107

7.11 VS CR 2 Piano di manutenzione programmata... 109

7.12 VS CR 3,1 & VS CR 3,2 Intervento di conservazione: riconoscibilità e reversibilità ... 111

7.13 VS CR 4,2 Compatibilità materiali integrati: compatibilità strutturale rispetto alla struttura esistente... 113

7.14 VS CR 5 Specialista in beni architettonici e del paesaggio... 114

7.15 Considerazioni... 115

8. 8.La termografia infrarossa ... 121

8.1 Storia della termografia infrarossa ... 121

8.2 La termografia infrarossa: Controllo Non Distruttivo... 123

8.3 Applicazione della termografia infrarossa in edilizia... 125

8.4 Prestazione termica degli edifici. Rivelazione qualitativa delle irregolarità termiche negli involucri edilizi. Metodo all’infrarosso (UNI EN 13187_2000) [71] ... 127

8.5 Analisi termografica del YuanMingYuan Apartment ... 130

8.6 Analisi termografica degl’interni dell’edificio... 133

8.6.1 Attacco a terra dell’edificio e aree di contatto tra parete e copertura ... 133

8.6.2 Isolamento termico delle portefinestre... 135

8.6.3 Evidenza dei corsi murari e ponti termici ... 136

8.6.4 Intrusioni di umidità... 137

8.6.5 Finestre ... 137

8.7 Analisi termografica dell’involucro dell’edificio... 141

8.7.1 Analisi termografica ore 7:42AM del 11 settembre 2013 ... 141

8.7.2 Analisi termografica ore 2:57 AM del 13 settembre 2013... 142

8.8 Considerazioni... 144

9. 9.Misurazione della temperatura e dell’umidità ... 145

9.1 Analisi degli ambienti interni... 145

(6)

10.1 Fotometria ... 147

10.2 Intensità luminosa, luminanza e illuminamento ... 148

10.3 Strumenti di misura: luxmetro ed esposimetro... 150

10.4 IEQ Credito 8.1“LEED Reference Guide for Green Building Design and Construction”: luce naturale... 152

10.4.1 Opzione 3: Misurazione diretta ... 153

10.5 Analisi sul campo: YuanMingYuan Apartment ... 154

10.6 Considerazioni... 157

11. 11.Conclusioni... 158

12. 12.Bibliografia ... 162

13. 13.Sitografia... 165

14. 14.Allegati ... 168

a) Allegato I: Energy Model ... 168

b) Allegato II: Dinastie cinesi ... 182

c) Allegato III: “YuanMingYuan nel 2000” ... 184

d) Allegato IV: “Progetto RockBund” ... 188

(7)

1. Introduzione

1.1 Premessa e obiettivi della tesi

L’obiettivo del seguente lavoro di tesi è l’approfondimento delle tematiche legate allo sviluppo dei green buildings nel contesto della Repubblica Popolare Cinese, attraverso lo studio dei sistemi di rating della famiglia LEED® e in particolare l’applicazione del redigendo protocollo GBC Historic Building™ al caso di studio del Bund di Shanghai, complesso di edifici d’inizio ‘900 situato sul fiume Huangpu nel cuore della città nell’area della vecchia Concessione Inglese di Shanghai.

L’analisi è iniziata dallo studio del “Dodicesimo Piano Quinquennale (2011-2015)” e del “Dodicesimo piano quinquennale per l’ambiente: salute sul lavoro e piano nazionale di protezione ambientale” del Ministero della Protezione Ambientale della Repubblica Popolare Cinese, documenti fondamentali per la comprensione del contesto culturale in materia ambientale della Cina contemporanea e del crescente interesse, sia del Congresso Nazionale del Popolo che dell’opinione pubblica, per la tutela dell’ambiente. A seguito dell’approfondimento del contesto legislativo in materia ambientale e delle norme relative ai manufatti edilizi e alla riqualificazione degli edifici storici in Cina e, in particolare, a Shanghai, l’attenzione è stata indirizzata verso i green buildings e le certificazioni della famiglia LEED® (Leadership in Energy and Enviromental Design) redatte da “US Green Building Council”, leader mondiale nel campo dei rating system per la valutazione dei livelli di sostenibilità dei manufatti edilizi, per capire come siano applicabili al contesto cinese.

Il seguente lavoro di tesi è stato svolto prevalentemente durante i tre mesi di intership presso lo studio di consulenza ambientale Bisagni Construction Technology Consulting Co. Ltd. (BEE) di Shanghai.

Questa esperienza ha permesso di entrare in contatto con il “mondo LEED” e di comprenderne le dinamiche sia nella Repubblica Popolare Cinese che a livello globale. Il lavoro di tesi ha previsto l’applicazione a tale contesto del nuovo protocollo GBC Historic Building™ in fase di redazione da parte del “Green Building Council Italia”, associazione no-profit il cui scopo è adattare i sistemi LEED® alla realtà italiana.

Questo protocollo, ancora in fase di studio e per la prima volta applicato fuori dai confini italiani, permette l’introduzione dei principi dei green buildings nell’ambito del

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Per studiarne l’applicazione in Cina e, in particolare, a Shanghai è stato utilizzato come riferimento il YuanMingYuan Apartment: un edificio in stile “Queen Anne” del 1904 facente parte del complesso RockBund.

Grazie allo studio dei dati storici e delle planimetrie dell’edificio e alle analisi termografiche e illuminotecniche la ricerca ha definito le potenzialità e i limiti dell’applicazione di GBC Historic Building™ al caso di studio dello YuanMingYuan Apartment.

Anche se i risultati raggiunti non possono essere generalizzati ed estesi a tutto il territorio cinese, il complesso RockBund rappresenta una delle punte di diamante nel campo del recupero di edifici storici a Shanghai e, di conseguenza, in tutta la Repubblica Popolare Cinese.

(9)

2. Il Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente: Salute

sul Lavoro e Piano Nazionale di Protezione Ambientale

Il Dodicesimo Piano Quinquennale [1] rappresenta un ottimo punto di partenza per comprendere il rapporto tra sviluppo e ambiente nella Repubblica Popolare Cinese. “Con il rapido sviluppo di industrializzazione e di urbanizzazione della Cina il problema dell'inquinamento ambientale […] è diventato uno dei più importanti fattori che influenzano lo sviluppo sostenibile della Cina e la costruzione di una società benestante e armoniosa” [Cap1, punto1] [2].

Al fine di risolvere i gravi problemi ambientali che minacciano la salute pubblica, prendere accordi globali e migliorare la situazione dell’ambiente in Cina è stato elaborato un piano di lavoro [2] nello spirito del “Piano d'azione nazionale sulla salute ambientale (2007-2015) (NEHAP)” [3].

Il NEHAP è un documento antecedente al “Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente: Salute sul Lavoro e Piano Nazionale di Protezione Ambientale” [2] e ne rappresenta la fase preparatoria.

Leggendo il “Piano d’azione nazionale sulla salute ambientale” [3] sono già rintracciabili, come vedremo il seguito, i punti cardine del futuro piano quinquennale:

• “Il Governo dovrebbe migliorare […] la ricerca in ambito ambientale, […] cercare di ridurre le malattie legate all’ambiente e salvaguardare la salute pubblica […] e promuovere lo sviluppo armonioso tra i due” [Linee guida 2.1] [3];

• “Il Governo , a tutti il livelli, dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano nella mobilitazione delle forze sociali spingendo il pubblico a partecipare” [Principi di base 2.2] [3];

• Cercare di migliorare la cooperazione tra i dipartimenti governativi, al fine di prevenire danni all’ambiente o alla salute, attuando politiche su nuove basi scientifiche [Principi di base 2.3] [3].

In questo capitolo è stato deciso di sviluppare un’analisi della sezione dedicata all’ambiente del “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] mentre, nei capitoli successivi,

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verrà fatto riferimento ad altre sezioni riguardanti la pianificazione energetica e il settore delle costruzioni.

Per il momento il riferimento principale è il “Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente: Salute sul Lavoro e Piano Nazionale di Protezione Ambientale” [2] di competenza del Ministro per la Protezione Ambientale della Repubblica Popolare Cinese.

I punti cardine del piano nazionale [2] appena citato sono i seguenti:

1. Finanziare la ricerca scientifica in ambito ambientale (Tab2.1) attraverso:

• indagini mirate sugl’inquinanti “più pericolosi” [2] studiando la “differenza degl’impatti dei vari inquinanti […] individuandone le concentrazioni, la natura e la distribuzione nelle zone urbane e nelle zone rurali” [Cap4, punto1];

• aggiornare il “Catalogo nazionale sui vari inquinanti e i relativi rischi sulla salute e sull’ambiente” sulla base di nuove ricerche [Cap4, punto2.1];

• creazione di un “Manuale sui fattori di esposizione umani in Cina”, studiando aree tipiche (sia fortemente antropizzate che non) e gruppi di persone (in base al livello di sviluppo economico, della distribuzione geografica e delle abitudini di vita) rappresentativi del popolo cinese [Cap4, punto2.2];

• potenziare la ricerca scientifica e indagare la relazione tra salute e ambiente nei settori più preoccupanti, come l’impatto dell’inquinamento atmosferico [Cap4, punto3.1];

• creazione di nuove metodologie e strutture di monitoraggio e acquisizione dati al fine di una migliore sorveglianza e di rendere più veloce la risposta in caso di emergenze [Cap4, punto3.2].

2. Creare un nuovo approccio nella gestione del rischio ambientale e, in particolare, effettuare la valutazione del rischio d’inquinamento ambientale in aree chiave e nei bacini fluviali [Cap4, punto2.4].

3. Sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali promuovendone la partecipazione per la tutela.

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E’ interessante constatare come il Dodicesimo Piano Quinquennale [2] ammetta i danni ambientali prodotti dal modello di sviluppo cinese arrivando a quantificarli: “Durante il periodo dell’Undicesimo Piano Quinquennale [4] si sono verificati 232 incidenti ambientali rilevanti di cui 56 hanno causato danni alla salute pubblica” [Cap1, punto2] e ne fornisca esempi specifici “[…] si sono registrati 31 episodi di gravissimo inquinamento da metalli pesanti come quelli avvenuti nella Contea di Fengxiang (Provincia Shaanxi), nella città di Jiyuan (Provincia Henan) e nella città di Wugang (Provincia Hunan) che hanno causato grave minaccia per la salute pubblica e la stabilità sociale , con conseguenze negative sia a livello nazionale che internazionale” [Cap1, punto2].

Per quanto risulti una ricostruzione parziale degl’innumerevoli “incidenti ambientali” è doveroso riconoscere che ammetterne l’esistenza in un paese come la Repubblica Popolare cinese si tratta pur sempre d’un buon punto di partenza.

In oltre i risvolti dell’inquinamento in Cina risultano difficili da analizzare a causa della loro ampia portata, dell’enorme popolazione che ne fa le spese e della necessità di distinguere i problemi delle aree urbane da quelli delle aree rurali.

Nelle città il più grosso problema (vedi “Un nuovo modello di sviluppo”) è dato dall’inquinamento atmosferico mentre nelle campagne i danni maggiori derivano dall’inquinamento delle acque e del suolo.

Una delle più grandi incognite affrontata negl’ultimi anni, e in particolare nel Dodicesimo Piano Quinquennale [1], è stato confrontarsi con la mancanza di dati storici: sino al 1990 non erano mai state effettuate indagini su larga scala (nazionale o regionale) sulla situazione ambientale in Cina [Cap1, punto3].

Questo non ha permesso di identificare il “punto zero” da cui sviluppare indagini conoscitive e dal quale far muovere le politiche ambientali e le attuali contromisure. In oltre manca una adeguata legislazione in materia ambientale che permetta di analizzare i problemi in una visione complessiva: per questo motivo nel Cap4 [punto 3.3] il Governo Cinese si impegna a modificare la propria politica stabilendo nuove leggi, regolamenti e standard per la salute dell’ambiente (Tab2.1).

Il fatto che l’ambiente non sia mai stato centrale delle politiche cinesi non ha permesso la creazione di un personale specializzato che possa condurre la Cina verso uno sviluppo sostenibile: per creare le giuste professionalità il “Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente” [2] si pone gli obiettivi di coltivare nuovi talenti in

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operano nel settore [Cap4, punto3] e intensificare lo scambio di informazioni e la cooperazione con le organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) [5] e l’ONU (Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) [Cap4, punto4].

Tutto questo sensibilizzando la popolazione al rispetto dell’ambiente [Cap4, punto5]. Un altro passo fondamentale sarà strutturare una ricerca a lungo termine che produca standard ambientali su cui basare i futuri limiti legislativi.

Intervento Finanziamenti (Yuan)

Finanziamenti (Euro)

Investimenti totali del Ministero della Protezione

Ambientale 2.532 miliardi 304 miliardi Indagini ambientali in aree chiave del paese, compreso

studio approfondito del fiume HuaiHe 185 miliardi 22 miliardi Valutazione globale della salute ambientale per la

prevenzione ed il controllo dell’inquinamento da metalli

pesanti nel bacino del fiume HuaiHe

210 milioni 25 milioni

Sviluppo banca dati dei vari inquinanti e rispettivi livelli di tossicità per capire rapporto tra esposizione ed effetto sulla salute

100 milioni 12 milioni

Sviluppo di tecniche a supporto di indagini su ambiente

e salute 92 milioni 11 milioni

Sviluppo di tecniche per la valutazione del rischio

ambientale 60 milioni 7 milioni

Messa a punto di un sistema di monitoraggio che possa

allertare le autorità in caso di rischi ambientali 30 milioni 3,5 milioni Sviluppo leggi e regolamenti in materia di salute

ambientale 30 milioni 3,5 milioni

Miglioramento della capacità di risposta in caso di incidenti o emergenze ambientali (compresa formazione di personale)

70 milioni 8,5 milioni

Potenziamento dei “Laboratori per lo studio della sanità

ambientale” 30 milioni 3,5 milioni

Sensibilizzazione ambientale e Piano di Formazione 50 milioni 6 milioni

Tab2.1:Finanziamenti previsti dal 12° Piano Quinquennale [2]

Per questo motivo il Governo Cinese, pur ammettendo l’esistenza di un rapporto di causa-effetto tra inquinamento e salute [Cap1, punto4], sottolinea la difficoltà a

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delinearlo a causa dell’insufficiente ricerca scientifica in settori chiave come: la relazione (ed i meccanismi) tra ambiente e danni alla salute, l’identificazione di marcatori biologici di esposizione e la valutazione del rischio per la salute ambientale. Il “12° Piano Quinquennale” [1] sostiene la necessità di rafforzare la tutela ambientale concentrandosi sulla soluzione dei gravi problemi che riguardano la salute pubblica, come l'acqua potabile e l'inquinamento dell'aria e del suolo (Tab2.1).

Inoltre reputa fondamentale prevenire i rischi aumentando la capacità delle autorità competenti di valutare anticipatamente il rischio sanitario ambientale (Tab2.1).

Per arrivare a questo indica come modelli da seguire i “paesi sviluppati come gli Stati Uniti e il Giappone” [Cap1, punto4] perché dimostrano come l’approccio migliore di gestione dei rischi per le agenzie ambientali sia quello d’integrare la valutazione ambientale nei vari livelli delle scelte decisionali.

Ammette comunque che un lavoro come questo sarà complicato e che potrà avvenire solo a lungo termine. Il punto a cui, tutto il testo, da più enfasi è la prevenzione [Cap2, punto2]. Si può dire che questo sia di duplice interesse: da un lato è una concezione innovativa per la visione cinese non solo di ambiente o di economia e sviluppo ma di visione generale degli obbiettivi nazionali, dall’altro apre le porte ad una nuova economia-verde che non si limiti all’affrontare emergenze immediate.

Nel Capitolo 5 “Misure di tutela” [2] vengono elencate le varie misure prese per portare a termine gli obbiettivi del Piano. Da un lato rafforzare il Ministero della Protezione Ambientale e le varie strutture locali inserendo, per esempio, la voce “ambiente” nella spesa sanitaria e inserendo nei loro organici lavoratori a tempo pieno [Cap5, punto1]. Dall’altro prevedere sussidi economici che possano, almeno parzialmente, dare un input positivo alla nuova politica ambientale (Tab2.1).

Sulla visione della sezione dedicata all’ambiente del dodicesimo piano quinquennale [2] si possono fare alcune osservazioni: per prima cosa l’ambiente viene sempre vincolato al concetto di salute, cosa facilmente spiegabile dati gli effetti dell’inquinamento sulla salute dei cittadini cinesi e le periodiche epidemie che colpiscono la Repubblica Popolare Cinese, in secondo luogo non viene menzionato lo sviluppo di tecnologie verdi e il potenziamento delle energie rinnovabili.

Quest’ultime due sono inserite in altre sezioni del Piano Quinquennale [1] che verranno menzionate nei capitoli seguenti.

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3. Un nuovo modello di sviluppo

Dopo aver visionato il “Dodicesimo Piano Quinquennale per l’Ambiente: Salute sul Lavoro e Piano Nazionale di Protezione Ambientale” [2] è utile contestualizzarlo in un quadro più ampio per capire quali siano realmente le sue potenzialità.

Per riuscire in quest’obiettivo “The China Greentech Report 2013™” [6] è un ottimo punto di partenza in quanto rappresenta il culmine della collaborazione di oltre un centinaio di aziende del settore tecnologico, fornitori di servizi, investitori, decisori politici, consulenti e organizzazioni non governative.

Tutti hanno collaborato tra loro mettendo le proprie competenze per affrontare le sfide, e le relative opportunità di sviluppo, del mercato greentech in continua evoluzione in Cina.

“The Cina Greentech Report 2013™” [6] è incentrato sui seguenti macrotemi:

• Grave peggioramento dell’inquinamento della Cina;

• I progressi e l'impatto del “Dodicesimo piano quinquennale” [1] [2] della Repubblica Popolare Cinese;

• Nuovo approccio per accelerare lo sviluppo sostenibile della Cina.

Il Report 2013 riassume l’analisi in cinque punti e ognuno di questi include una visione di come la Cina può raggiungere e superare gli obiettivi del dodicesimo piano quinquennale e perseguire uno sviluppo più sostenibile.

• Next-Generation Energy Value Chains;

• Low Carbon Eco-Cities;

• Built Environment;

• Electric Vehicles;

• Sustainability.

Da questo insieme è possibile tracciare una rotta che potrebbe permettere di accelerare i progressi in ambito ambientale analizzando la situazione attuale, le tendenze e le potenziali opportunità di collaborazione tra le parti interessate.

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La Cina è ad un bivio: ha raggiunto una trasformazione stupefacente nel corso degli ultimi tre decenni ed il paese è diventato una grande potenza industriale sollevando centinaia di milioni di cittadini dalla povertà e creando una classe media in crescita (Tab3.1).

La nuova leadership politica, che è arrivata al potere nel marzo 2013, ha l'opportunità di affrontare i problemi legati all’ambiente e apportare nuove misure per venire incontro alla crescente preoccupazione dell'opinione pubblica, senza dimenticare il desiderio di prosperità delle centinaia di milioni di cittadini cinesi che ancora non hanno beneficiato della crescita economica degli ultimi anni (Tab3.1).

Nel “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] non mancano infatti le misure con il duplice scopo di favorire le classi più deboli ed aumentare la domanda del mercato interno: ad esempio il reddito minimo tassabile è stato alzato da 2.000 Yuan (circa 200 USD) a 3.500 (circa 300 USD) [7].

Indicatore 2010 2015 % di crescita

Sviluppo economico

PIL (trilioni di yuan) 39,8 55,8 7% annuo Previsto Tasso di urbanizzazione (%) 47,5% 51,5% 4% (dato cumulativo

dei 5 anni)

Previsto

Parametri popolazione

Reddito disponibile pro capite dei residenti urbani ( yuan )

19.109 > 26.810 > 7% annuo Previsto

Reddito netto pro capite dei residenti rurali (yuan)

5.919 > 8.310 > 7% annuo Previsto

Il tasso di disoccupazione registrato urbano (%)

4,1% < 5% Previsto

Numero di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane

45.000.000 persone (5 anni)

Previsto

Numero di residenti urbani iscritti regime pensionistico base

257 milioni 357 milioni 1% (5 anni) Obiettivo

Tasso di iscrizione assicurazione medica di base nelle aree urbane e rurali (%)

3% (5 anni) Obiettivo

Numero di appartamenti a basso reddito costruiti in aree urbane

36 milioni (5 anni) Obiettivo

(16)

L’obiettivo è aumentare il reddito dei residenti sia delle aree rurali che delle città ad una velocità non inferiore a quello della crescita complessiva del PIL.

Nel quadro del “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] (2011-15), anche se sono stati impostati alcuni obiettivi da parte del Governo per un miglioramento della situazione ambientale, il problema di fondo resta lo stesso: la Cina fa un uso eccessivo di carbone. Se a questo si aggiunge che una popolazione sempre più ricca è destinata a consumare sempre più energia è facile prevedere un continuo aumento dell’inquinamento, principalmente di quello atmosferico.

Questo, in particolare per le aree urbane, risulta il problema più attuale e significativo. Per avere un’idea quantitativa dell’inquinamento atmosferico nella Repubblica Popolare Cinese è sufficiente risiedere in uno dei principali centri abitati del paese: spesso, in particolare nei giorni nuvolosi privi di vento e di precipitazioni, gli edifici di Shanghai, Pechino, Chengdu, Guangzhou e Shenyang, solo per citare alcune città, sono avvolti da una nebbia fine che limita il campo visivo.

L'inquinamento atmosferico rappresenta un gravissimo rischio per la salute, riducendone i livelli diminuirebbero il numero delle infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e il cancro ai polmoni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità [5] stima, in tutto il Mondo, circa 2 milioni di morti premature derivanti dall’inquinamento indoor, di cui quasi la metà riguardano bambini sotto i cinque anni, e 1,3 milioni di morti causati dall’inquinamento urbano. Uno studio congiunto tra la “Scuola di sanità pubblica” dell’Università di Pechino e “Greenpeace Asia orientale” ha quantificato, per il 2012, oltre 8.500 morti causate dal PM2.5 tra Pechino, Shanghai , Xian e Guangdong [6].

La mortalità in città con alti livelli di PM è del 15-20% superiore a quella osservata in città con bassi livelli d’inquinamento atmosferico (questo vale anche nell’Unione Europea [5], dove l'aspettativa di vita media è di 8,6 mesi inferiore nelle aree che più risentono dell’esposizione a PM2.5).

Per limitare e diminuire l’inquinamento atmosferico, l’OMS ha dettato delle “Linee guida sulla qualità dell’aria” [8].

Le linee guida indicano che se si riducessero le concentrazioni di particolato atmosferico (PM10) da 70 a 20 mg/m i decessi correlati diminuirebbero del 15%. In generale, le linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria sono state create per offrire una guida globale e raccomandano limiti per le concentrazioni atmosferiche di particolato, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo.

(17)

Oltre a fornire dei limiti delineano obbiettivi intermedi per ciascun inquinante per promuoverne una graduale diminuzione.

Per la presente analisi dell’inquinamento atmosferico in Cina si è deciso di studiare il particolato atmosferico e, sopratutto, l’inquinamento derivante dal particolato fine PM2.5. I valori di riferimento dell’OMS [8] sono i seguenti:

• PM2.5: 10 mg/m media annuale e 25 mg/m media in 24 ore;

• PM10: 20 mg/m media annuale e 50 mg/m media in 24 ore.

Si tratta della prima volta che il particolato atmosferico entra a far parte delle linee guida dell’OMS (2005).

Il particolato (Particular Matter) colpisce più persone di qualsiasi altra sostanza inquinante ed è composto, principalmente, da solfato , nitrati , ammoniaca , cloruro di sodio , carbonio , polveri minerali e acqua.

Si tratta di una miscela complessa di particelle solide e liquide di sostanze organiche e inorganiche in sospensione nell'aria identificabili in base al loro diametro aerodinamico:

• PM10 (particelle con un diametro aerodinamico inferiore a 10 micron);

• PM2.5 (particelle con un diametro aerodinamico inferiore a 2,5 micron).

Queste ultime sono più pericolose poiché possono raggiungere le regioni periferiche dei bronchioli e interferire con il meccanismo di scambio di gas all'interno dei polmoni. Per questi motivi è stato interessante osservare quotidianamente i livelli di concentrazione del PM2.5 registrati dalle stazioni di rilevamento del Consolato Americano di Shanghai [9].

Su questo portale è possibile trovare, ora per ora, l’andamento delle concentrazioni di PM2.5 riscontrate in alcune città e il relativo Indice di Qualità dell’Aria (Air Quality Index, AQI).

L’indice AQI è stato messo a punto dall’EPA (U.S. Environmental Protection Agency) per permettere una visione immediata del grado di pericolosità relativa alla concentrazione di un determinato inquinante [10].

Per renderne semplice la comprensione, l’EPA ha sviluppato tabelle in cui il livello di AQI è correlato ad un colore (Tab3.2), dal verde al viola in relazione alla pericolosità.

(18)

Indice Qualità dell’aria (AQI)

Effetti sulla salute Avvertenze

Buono (0-50) [1-12 mg/ ]

Nessun rischio Nessuna

Moderato (51-100) [13-35 mg/ ]

Gl’individui sensibili possono

avvertire problemi legati a sintomi respiratori

Persone particolarmente sensibili dovrebbero prendere in considerazione di limitare lo sforzo prolungato all'aria aperta

Insalubre per le categorie a rischio (101-150)

[36-55 mg/ ]

La crescente probabilità di sintomi respiratori nei soggetti sensibili , peggioramento di malattie cardiache e polmonari, mortalità prematura nelle persone con gravi

problematiche cardiopolmonari

Le persone con malattie respiratorie , come l'asma , dovrebbero limitare lo sforzo prolungato all'aria aperta

Malsano (151-200) [56-150 mg/ ]

Aumento della mortalità causata da malattie cardiache e polmonari e aggravamento delle malattie cardiache e polmonari

Tutta la popolazione, in particolar modo le categorie a rischio, dovrebbero evitare lo sforzo prolungato all’aria aperta

Molto Insalubre (201-300)

[151-250 mg/ ]

Aumento significativo della mortalità nelle persone con malattie cardiopolmonari e aggravamento delle malattie polmonari e cardiache

Le categorie a rischio

dovrebbero evitare ogni sforzo

all’aria aperta.

Tutta la popolazione dovrebbe limitare lo sforzo esterno

Pericoloso (>301)

[>250 mg/ ]

Aggravamento e morte per le persone con malattie

cardiopolmonari

Grave rischio per tutta la popolazione

Tutta la popolazione dovrebbe evitare ogni sforzo esterno

(19)

Ad ogni gradino del AQI corrisponde un preciso livello di concentrazione dell’inquinante in esame, si è calcolato utilizzando i riferimenti EPA [11], in questo caso il PM2.5 (Tab3.2). Gli “Effetti sulla salute” e le “Avvertenze” indicate dalla tabella si riferiscono ai casi in cui determinati valori di AQI perdurino nelle 24 ore.

Paragonando i valori di PM2.5 delle “Linee guida OMS” [8] e i livelli di AQI (Tab3.2), su un arco temporale di 24 ore, per l’OMS risulta accettabile un valore (25 mg/m ) che l’EPA considera già catalogabile come a rischio moderato (78AQI).

Senza entrare nel merito di quali limiti siano più rigorosi, per il proseguo della trattazione è stato adoperato come riferimento l’AQI dell’EPA [10] utilizzando come fonte il sito del Consolato Americano di Shanghai [9].

Si è deciso di scegliere i giorni 28 settembre 2013 e 29 settembre 2013 perché particolarmente significativi per l’inquinamento atmosferico dati i valori molto elevati registrati in tutte le principali città del paese.

28 Set. 5PM 6PM 7PM 8PM 9PM 10PM 11PM 29 Set.

12AM 1AM 2AM 3AM 4AM

Pechino 287 296 312 324 333 322 336 339 330 336 334 309

Shanghai 168 158 167 168 169 169 153 155 161 161 166 174 Chengdu 112 107 112 129 153 162 153 149 142 142 155 144 Guangzhou 127 137 155 149 127 102 115 115 82 89 97 115 Shenyang 127 137 171 175 134 115 149 149 142 124 137 153

Tab3.3: valori orari AQI (5PM 28 Sett-4AM 29 Sett) [9]

5AM 6AM 7AM 8AM 9AM 10AM 11AM 12PM 1PM 2PM 3PM 4PM

Pechino 283 276 282 278 271 261 254 257 278 272 260 262 Shanghai 179 174 177 175 172 174 169 165 161 153 158 147 Chengdu 154 155 158 162 163 158 147 147 147 142 142 144 Guangzhou 110 87 93 112 112 115 119 144 139 117 117 119 Shenyang 153 147 155 154 132 84 134 112 155 144 122 160

Tab3.4: valori orari AQI (29 Sett. 5AM-4PM) [9]

Città Media AQI nelle 24 ore

Pechino 295.5

Shanghai 165.5

Chengdu 144.9

Guangzhou 116.4

(20)

Attraverso il sito del Consolato Americano di Shanghai [9] è stato possibile risalire ai valori di AQI per le città di Shanghai, Pechino, Chengdu, Guangzhou e Shenyang (Tab3.2).

Come si può vedere (Tab3.3 e Tab3.4) tra il giorno 28 settembre alle ore 5PM e il giorno 29 settembre ore 4PM non si registra in nessuna città presa in considerazione, in nessun orario della giornata, un valore di AQI<78.

Per dieci ore consecutive, tra le 7PM del giorno 28 Settembre e le 4AM del 29 Settembre, a Pechino si sono registrati valori definibili “Pericolosi” che non permetterebbero nessuna attività umana all’aria aperta.

Andando a guardare le medie nelle 24 ore (Tab3.5) Pechino risulta la peggiore, seguita da Shanghai, ma anche le città in cui si registrano valori “migliori” si attestano comunque nella fascia “Insalubre per le categorie a rischio”.

Da questo spaccato temporale si può constatare lo stato dell’inquinamento atmosferico in Cina e come questo possa influenzare la salute della popolazione della Repubblica Popolare Cinese.

Il “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] ha introdotto per la prima volta alcuni obiettivi vincolanti per le emissione di PM2.5 al fine di ridurne, entro il 2015 [11], i livelli medi in 47 città, del 5% rispetto ai livelli del 2010.

Le autorità di Pechino si sono spinte oltre ponendosi l’obiettivo di ridurre le concentrazioni di PM2.5 del 15% entro il 2015 [5] [6], per raggiungere una media annuale di 35 μg /m . Nonostante l’obiettivo di riduzione della concentrazione di PM2.5 per la città di Pechino sia più rigoroso la situazione odierna è così lontana dal traguardo che, anche se questo fosse raggiunto, la concentrazione media annuale sarebbe ancora 25 μg/m superiore alla soglia raccomandata dalla OMS pari a 10 μg/m . Anche se vi è stato un netto progresso in confronto alla visione del passato, la tendenza attuale continua ad essere negativa: sembra improbabile, se non attraverso misure drastiche come blackout programmati durante i picchi estivi, raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Questo perché, nonostante i suoi ambiziosi obiettivi, all'inizio del 2013 , la Cina rimane il più grande emettitore di gas serra e consuma più carbone di tutto il resto dei paesi del mondo messi insieme.

Ricollegandosi al “Dodicesimo piano quinquennale” [1], la Repubblica Popolare Cinese si propone di aumentare la quota, nel suo mix energetico (Graf3.1), di combustibili non fossili e gas naturale riducendo l'intensità energetica (unità di energia consumata per unità di PIL) del 16% rispetto ai livelli del 2010 [6].

(21)

Il governo sta cercando di raggiungere questi obiettivi attraverso investimenti in energia solare, eolica e la produzione di energia idroelettrica (Tab3.6).

Graf3.1: “Dodicesimo Piano Quinquennale per lo Sviluppo Energetico”[13]

Gli obiettivi per il solare sono stati rivisti al ribasso [6], e questo potrebbe contribuire a limitarne la produzione, mentre per l'energia eolica la situazione sembra migliore e la Cina sembra destinata a superare i traguardi prefissati [6].

Inoltre sono stati messi a punto anche piani ambiziosi per il gas naturale al fine di sfruttare fonti non convenzionali (in particolare il gas shale [6], vedi il paragrafo “Next-Generation Energy Value Chains”).

Quello che può frenare il raggiungimento di questi obiettivi virtuosi può essere la mancanza di esperienza a livello locale, nonostante i grossi investimenti effettuati dalle compagnie energetiche cinesi e dal Governo (Tab2.1) per colmare questo divario

26,4 10,8 0,87 38,7 14,8 7 56 40 35 0 10 20 30 40 50 60

Gas Naturale Nucleare Solare

Obiettivi del 12°Piano Quinquennale e gli obiettivi già raggiunti: potenza istallata (GW) 2010 2012 2015 220 31 660 249 63 758 290 100 960 0 200 400 600 800 1000 1200

Idroelettrica Eolica Carbone

2010 2012 2015

(22)

Le sei priorità per le infrastrutture energetiche 1. Lavorazione del carbone e costruzione di centrali elettriche a carbone

Accelerare la costruzione di nuove miniere di carbone nel nord (Shanxi, Huanglong, Shendong), nella Mongolia Interna, Ningxia orientale,e Xinjiang.

In base a queste costruire delle grandi centrali elettriche a carbone.

2. Stabilizzare la produzione di petrolio e aumentare la produzione di gas

Creare nuovi centri petroliferi e zone di estrazione del gas in aree mirate (es Bacini del Tarim e

dell’Junggar, del Liaosong , nella baia di Bohai Basin).

Ricerca di nuovi giacimenti di gas e petrolio nel mare aperto e nel mare profondo. Aumentare la capacità nazionale di raffinazione di idrocarburi fossili.

3. L'energia nucleare

Accelerare lo sviluppo del nucleare in province costiere , promuovere la produzione di energia nucleare nelle province centrali e la costruzione di centrali nucleari con una capacità totale pari 40 milioni di kW.

4. Fonti rinnovabili di energia

Costruire centrali idroelettriche di grandi dimensioni in bacini fluviali chiave, come quelli del Jinsha, Yalong e Dadu fiumi.

Costruzione di impianti idroelettrici con una capacità installata totale di 120 milioni di kW. Costruire 6 grandi centrali eoliche sulla costa con una capacità installata di oltre 70 milioni di kW. Costruire centrali di energia solare con una capacità totale installata di oltre 5 milioni di kW (in particolare in Tibet, Mongolia interna, Gansu, Ningxia, Qinghai, Xinjiang e Yunnan).

5. Olio e reti del gas

Costruire i seguenti gasdotti e oleodotti: portare a termine la seconda fase del gasdotto

Cina-Kazakistan, il collegamento Cina – Myanmar, la seconda fase del gasdotto Centrale Asiatico. La lunghezza totale di oleodotti e gasdotti sarà di circa 150.000 chilometri. Accelerare la costruzione di impianti di stoccaggio del gas.

6. Power Grids

Creare nuovi collegamenti tra le centrali a carbone di grandi dimensioni, le centrali idroelettriche e le nuove centrali che utilizzano energie rinnovabili per predisporre una rete intelligente (200.000 Km).

Tab3.6:Infrastrutture energetiche prioritarie (Parte III, Cap.11)[12]

Anche se la Cina si avvicinasse ai traguardi fissati dal “Dodicesimo Piano Quinquennale” [1] tutto questo potrebbe non essere sufficiente a mitigare gli effetti delle controversie commerciali e ambientali con gli Stati Uniti e l'Europa, in particolare per il continuo aumento del consumo energetico del mercato domestico.

(23)

3.1 The China Greentech Report 2013™: le cinque aree tematiche

Il “Dodicesimo piano quinquennale” fornisce un importante punto di partenza per affrontare queste sfide ma, secondo il Report 2013 [6], non è sufficiente a guidare la Cina verso un modello di sviluppo realmente sostenibile: è necessario un nuovo approccio che permetta di ridurre al minimo l'impatto dello sviluppo sull'ambiente pur continuando a migliorare la vita dei cittadini cinesi.

“The China Greentech Report 2013™” [6] propone, come già accennato, cinque aree che dovrebbero essere prese in considerazione da tutti i soggetti coinvolti, a vari livelli ed in modi diversi, in ambito ambientale. Un modo potrebbe essere allineare gli obiettivi ambientali con gl’incentivi economici del Governo a favore delle tecnologie verdi, sperimentare nuove tecnologie meno invasive per l’ambiente e creare una rete di comunicazione tra tutti gli stakeholder per monitorare, misurare e comunicare gli eventuali progressi.

Vediamo ora nel dettaglio quattro delle cinque aree tematiche al centro del Report 2013 [6], la quinta cioè “Built Environment” verrà analizzata in un secondo momento.

Le definizioni all’inizio di ogni paragrafo sono le medesime indicate nel Report 2013 per definire le varie aree tematiche.

3.1.1 Next-Generation Energy Value Chains

“[…] le risorse , le attività e le tecnologie,sia consolidate che nuove, che possono accelerare l'uso di soluzioni energetiche più pulite e maggiore efficienza per tutte le

principali forme di energia […]” [6]

Il fine sarebbe promuovere la collaborazione tra tutti gli stakeholder facenti parte della filiera energetica per accelerare la diffusione delle tecnologie pulite e migliorare l’efficienza energetica nella Repubblica Popolare Cinese. In questo modo sarebbe possibile ridurre al minimo l’impatto del rapido sviluppo economico riuscendo a soddisfare la crescente domanda e rispondendo alle preoccupazioni dell’opinione pubblica. Ci sono molte opportunità per utilizzare forme più pulite di energia, migliorarne l’efficienza, aumentare la consapevolezza dei consumatori e integrare energie rinnovabili nella rete, ma occorrono norme appropriate e meccanismi di finanziamento ad hoc (Tab2.1).

(24)

Tra tutte queste casistiche il Report 2013 ne individua cinque che possono essere prioritarie:

1. Soddisfare o superare gli obiettivi relativi ai combustibili non fossili accelerando lo sviluppo di energie rinnovabili (soprattutto solare, eolica e nucleare) per soddisfare la crescente domanda di energia e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (Graf3.1);

2. Sfruttare le riserve di gas da argille [14] incoraggiando l'uso delle risorse entro confini nazionali attraverso competenze globali per sfruttare il potenziale del gas da argille, migliorare i processi produttivi e gestire l'impatto ambientale;

3. Promuovere l'uso efficiente dell'energia migliorando la produzione, distribuzione e consumo di energia attraverso una maggiore collaborazione;

4. Accelerare lo sviluppo di una rete più intelligente che migliori la gestione della domanda di energia, l’efficienza energetica e l'integrazione delle fonti di energia rinnovabili contemporaneamente all’accelerazione degli investimenti per migliorare la distribuzione di energia;

5. Incoraggiare l'innovazione e migliorare la trasparenza di domanda, offerta, prezzi, beni e altre informazioni attraverso catene di valore per consentire decisioni più efficaci tra le parti interessate.

Nonostante questi cinque punti rappresentino, nel loro complesso, un buon inizio per ridurre l’impatto ambientale (pur continuando a sostenere la crescita economica) i punti uno e due non sono stati ritenuti completamente convincenti.

Il punto uno paragona l’energia nucleare all’energia eolica e solare: è doveroso segnalare l’insensatezza di questo paragone senza entrare nel merito della necessità dell’utilizzo del nucleare a scopo energetico.

Il dibattito su questo tema è in atto da anni nel mondo occidentale e credo sia prematuro introdurlo nel contesto cinese.

Il punto due incoraggia lo sfruttamento del gas da argille (gas shale o gas di scisto) che non rappresenta una risorsa energetica “pulita” che merita di essere incoraggiata.

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Il termine “gas da argille” viene infatti comunemente usato per indicare un particolare tipo di giacimento non convenzionale (non può essere messo in produzione spontanea) da cui viene estratto il gas intrappolato nelle microporosità della roccia, ma essendo l’argilla poco permeabile, per l’estrazione sono necessari procedimenti altamente inquinanti.

Questi procedimenti di fratturazione idraulica (fracking) vengono effettuati con acqua addizionata con agenti chimici (0,5%) per ridurne l’attrito e eliminare le impurità organiche (microorganismi).

Gli agenti chimici impiegati sono simili a quelli utilizzati nell’industria cosmetica e, dato che viene recuperato solo il 50-70% dell’acqua utilizzata per il fracking (siamo nell’ordine dei milioni di litri), migliaia di litri di agenti chimici vengono dispersi nel suolo.

Inoltre durante la prima fase d’estrazione una percentuale di metano fuoriesce dai pozzi d’estrazione andando ad aumentare la percentuale di gas serra in atmosfera.

Dato che i due principali problemi ambientali della Cina sono l’inquinamento del suolo, nelle aree rurali, e l’inquinamento atmosferico, nelle aree urbane, anche il terzo punto della sezione “Next-Generation Energy Value Chains” del Report 2013 [6] non risulta anch’esso convincente. L’unica giustificazione potrebbe essere indirizzare il Governo cinese verso lo sfruttamento del gas da argille per ridurre lo sfruttamento delle miniere di carbone (Graf3.1). Una strategia di questo tipo potrebbe risultare vincente nel breve periodo ma controproducente in tempi più lunghi: anche se inquinare meno è un buon punto di partenza, con queste modalità si “consiglia” d’inquinare meno ma in tempi più lunghi.

Si tenga presente che molti paesi europei (Francia, Romania, Repubblica Ceca e Bulgaria) hanno interrotto lo sfruttamento dei rispettivi giacimenti di gas da argille perché, ad ora, non sono in grado di gestirne l’impatto ambientale.

Tuttavia è necessario sottolineare che la Repubblica Popolare Cinese non è l’unico paese al Mondo in cui lo sfruttamento di tali giacimenti rappresenta una priorità politica [15].

Fino a pochi anni fa si credeva che gli Stati Uniti sarebbero diventati il primo importatore di gas al mondo, ma lo sfruttamento dei giacimenti di gas da argille ha inaspettatamente reso gli Stati Uniti quasi indipendenti dalle forniture di gas estere, mettendo il paese in una posizione di forza rispetto ai grandi Paesi produttori di gas e

(26)

Questa trasformazione è stata possibile sia grazie all’innovazione tecnologica, con lo sviluppo di sistemi di perforazione orizzontale, che a condizioni di mercato caratterizzate da un continuo innalzamento del prezzo del gas.

Questo ha provocato effetti rivoluzionari non solo negli Stati Uniti ma anche nel mercato globale del gas infatti volumi inizialmente diretti verso gli Stati Uniti , sono stati dirottati verso l'Europa generando un eccesso di offerta di gas.

Si può quindi sostenere che il Report 2013 [6] incentivi la produzione di gas da argille non solo per limitare l’utilizzo del carbone come principale fonte energetica ma anche perché l’implementazione e lo sfruttamento di questa tipologia dei giacimenti è un tema di grande rilevanza e permetterebbe alla Repubblica Popolare Cinese di non dipendere da fornitori esteri, ponendo la Cina, sulla scia degli Stati Uniti d’America, in una posizione di forza nell'equilibrio geopolitico globale nella fornitura di energia.

3.1.2 Low Carbon Eco-Cities

“un concetto di sviluppo che comprende la riduzione delle emissioni, la tutela ambientale, nonché la sostenibilità economica e sociale […] attraverso un coordinamento efficace di ogni fase della città, dalla pianificazione urbana , alla costruzione e gestione di città, zone all'interno delle città e dei parchi industriali.” [6]

Approcci integrati e localizzati per lo sviluppo urbano al fine di ottenere benefici economici e ambientali che permettano di sostenere il ritmo serrato dell’urbanizzazione in Cina non sembra destinato a rallentare aggiungendo sempre più pressione su risorse già di per sé limitate (vedi il paragrafo “L’urbanizzazione nella Repubblica Popolare Cinese: l’impatto ambientale e sociale”).

La trasformazione delle città in eco-città a basse emissioni è una delle migliori soluzioni al problema: un nuovo approccio può creare nuove opportunità commerciali e fornire benefici ambientali rapidi per aiutare la Cina a rispondere ai suoi bisogni verso una crescita oculata e sostenibile.

In risposta alla politica del governo centrale e alle esigenze di sviluppo locale, oltre 200 città hanno sviluppato piani per abbassare le emissioni [6].

Questo nuovo concetto di sviluppo suggerisce la presenza di un nuovo potenziale mercato in settori come le infrastrutture urbane, trasporti, costruzioni, energia, gestione dei rifiuti e dell'acqua.

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Tuttavia ci sono ancora alcuni ostacoli quali la scarsità di finanziamenti, regolamenti poco chiari e complicati, interessi locali e mancanza di modelli collaudati per dimostrarne i benefici ambientali ed economici.

Nel Report 2013 [6] sono indicati tre pilastri da seguire per giungere ad un sostanziale cambiamento del tenore delle emissioni in Cina entro il 2020:

• Integrare nuove tecnologie a basse emissioni nelle varie fasi di pianificazione degli edifici per incorporarvi, sin da subito, possibili migliorie;

• Porre l’attenzione, contemporaneamente al contesto ambientale, anche a quello economico e sociale della località in cui si intende operare;

• Attuare di politiche a basso tenore di emissioni non come freno allo sviluppo economico ma per rafforzarlo.

Alla base di questi tre pilastri vengono immaginate tecnologie,finanziamenti, e modelli di business che il Governo Cinese dovrebbe incoraggiare per consentire un’efficace gestione di queste eco-città.

Concludendo, è importante segnalare che secondo il Report 2013 [6] qualsiasi tipo di città, che sia una città turistica o una città industriale, che sia di nuova costruzione o già esistente, può muoversi efficacemente verso questa direzione, a prescindere dalla sua posizione geografica.

Inoltre in tutto il Report 2013 [6] si richiama il concetto di integrazione delle tecnologie, delle norme e, in generale, dell’ambiente nelle varie fasi dei processi decisionali e di progettazione: questo è uno dei punti cardine del “Piano Quinquennale per l’Ambiente” [2] e viene sottolineato più volte [Cap1, punto4].

3.1.3 Electric Vehicles

“veicolo di terra , spinto in tutto, o in parte, da energia elettrica grazie batterie ricaricabili. Non includiamo motocicli elettrici, biciclette o tricicli. Il nostro obiettivo

sono i veicoli elettrici a batteria ( BEV ) e i veicoli elettrici ibridi ( PHEV ).” [6]

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Se questi obiettivi venissero raggiunti trasformerebbero il paese in uno dei più grandi e più avanzati mercati di veicoli elettrici del mondo.

I problemi per cui sino ad ora non vi sono stati sostanziali passi avanti sono stati i costi elevati delle batterie, i pochi punti di ricarica e, come al solito, le norme troppo lacunose.

Con il trend attuale sarà difficile raggiungere l’obiettivo di 500.000 veicoli elettrici su strada entro il 2015 fissato dal Governo centrale [6].

La distribuzione dei Veicoli Elettrici si è fin ora concentrata in 25 città pilota come definito dal protocollo governativo “Decine di città, migliaia di veicoli” [6], e si è concentrato principalmente sull’acquisto di veicoli elettrici per le flotte pubbliche. Anche in questo ambito il Report 2013 ha fissato alcuni punti da seguire per raggiungere obiettivi consistenti nel 2020, cominciando a lavorare dal basso per raggiungere gli obiettivi.

• Concentrazione geografica: investire su un numero limitato di città pilota, meno delle attuali venticinque;

• Miglioramento delle tecnologie: miglioramento delle prestazioni delle batterie, delle infrastrutture e sviluppo di tutti gli standard tecnologici necessari per la ricarica;

• Orientamento verso il cliente : sviluppo di una gamma adeguata di modelli e di un più agevole accesso alle infrastrutture di ricarica sostenuti da politiche e incentivi mirati per soddisfare le esigenze dei consumatori.

Si può essere ottimisti sullo sviluppo dell’ industria dei veicoli elettrici, intesi come descritti nella definizione del Report 2013.

Le strade delle città cinesi sono affollate da motocicli elettrici che, dati i costi contenuti per l’acquisto e la ricarica della batteria, rappresentano uno dei mezzi di trasporto principale a Shanghai e nel resto del paese: anche se non esistono punti di ricarica per le batterie è possibile, date le dimensioni, trasportarle agevolmente ovunque sia presente una rete elettrica privata.

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Per questo motivo l’espansione del mercato dei veicoli BEV o PHEV nella Repubblica Popolare Cinese può avere un ottimo potenziale, a condizione che vengano migliorate le prestazioni delle batterie (Punto 2) o che ne vengano diminuite le dimensioni.

Inoltre i finanziamenti Governativi potrebbero essere indirizzati, per lo meno inizialmente e in alcune città pilota, verso sovvenzioni statali per abbassarne i prezzi al dettaglio e renderli accessibili ad un numero più alto possibile di cittadini cinesi.

3.1.4 Sustainability

"Lo sviluppo sostenibile assicura che esso soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.” ONU [16]

Pertanto occorre incentivare la creazione di nuove strategie aziendali sostenibili al fine di puntellare, a lungo termine, la crescita della “green economy” nella Repubblica Popolare Cinese.

L'ambizione del Governo di muoversi verso una crescita più sostenibile porrà vincoli severi sull’utilizzo delle risorse, dell’energia e la gestione dei rifiuti per tutte le imprese [6], in linea con la crescente pressione internazionale sulle aziende per ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente.

Contemporaneamente gli attesi cambiamenti della politica cinese si tradurranno in nuove opportunità per le aziende all’avanguardia nella vendita di prodotti ecologici. Per arrivare a questo servono strategie aziendali sostenibili che si adattino alle condizioni locali e coinvolgano le parti interessate in modo innovativo.

Per questo motivo il Report 2013 [6] aderisce al concetto di sostenibilità aziendale, indicato nel "Triple Bottom Line" [6], che prevede la continua integrazione tra gli ambiti ambientale, sociale ed economico.

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4. Built Enviroment

“Definiamo la bioedilizia come la pianificazione, costruzione e gestione di soluzioni più efficienti, sostenibili rispetto alle soluzioni convenzionali per un equivalente livello di

confort e di servizio in tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio.” [6]

L’edilizia attualmente rappresenta il 33% [6] del consumo totale di energia nella Repubblica Popolare Cinese, il 7% del PIL (Graf4.1) ed ha quindi un forte impatto sugli obiettivi del Piano Quinquennale [1] [2].

La Cina è in un periodo di rapida urbanizzazione che aumenterà la domanda di nuovi edifici e avrà un impatto ambientale enorme su tutto il territorio nazionale.

Purtroppo i promoter immobiliari continuano ad essere poco interessati alla bioedilizia a causa dei costi iniziali elevati, al lento ritorno degli investimenti e dei pochi incentivi finanziari del Governo.

L’urbanizzazione nella Cina contemporanea è un ottimo esempio della sua rapida ascesa economica: più della metà della popolazione vive nelle aree urbane (circa 700 milioni di persone) e questa percentuale è destinata a crescere notevolmente nel prossimo decennio.

La naturale conseguenza sarà la forte domanda di nuovi (e migliori) edifici per accogliere i futuri residenti delle aree urbane. La bioedilizia offre grandi vantaggi in una fase di sviluppo come quella odierna in termini di risparmio energetico e vantaggi ambientali. Il Governo ha fissato per il 2015 l’obiettivo di arrivare a 1 miliardo dim di edifici “green” e questo fa ipotizzare una rapida crescita del mercato a breve termine. Il Report 2013 [6] ha sviluppato una serie di obiettivi per ridurre l’impatto ambientale degli edifici applicando una nuova concezione di edilizia basata sull’idea che le soluzioni (intese come tutte le pratiche della bioedilizia) debbano essere integrate nelle varie fasi del ciclo di vita di un edificio, che i risultati debbano essere misurabili e i modelli elaborati possano essere collaudati e replicabili.

1. Soluzioni integrate

Il Report 2013 ritiene che la strategia più efficace per implementare il mercato degli edifici verdi sia integrare le soluzioni in ogni fase di costruzione.

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Green Building di alta qualità che incorporino le più recenti tecnologie come l’illuminazione e i controlli della qualità dell’ambiente indoor.

Questo andrà integrato sin dall’inizio con un approccio volto a ridurre al minimo il consumo idrico ed energetico massimizzando il recupero ed il riciclo dei rifiuti. I rifiuti prodotti in loco durante le fasi di costruzione dovranno essere riciclati in loco. Questo approccio appena descritto deve essere tenuto sempre in considerazione quando si parla di bioedilizia: l’applicazione di questi principi potrebbe essere l’inizio di un nuovo sviluppo e permetterà di abbassarne i costi integrandoli nelle varie fasi costruttive.

2. Soluzioni misurabili

Per convincere gli investitori dei vantaggi della bioedilizia è necessario fornire i dati che possono verificarle in ogni fase del ciclo vita del progetto.

I costi delle varie fasi costruttive e dei consumi energetici potenziali di un nuovo edificio possono essere calcolati anticipatamente attraverso modelli per valutarne le performance attese e il ritorno degli investimenti. Inoltre un continuo monitoraggio durante le fasi costruttive può contribuire alla raccolta dei dati, ad individuare eventuali carenze , ottimizzarne le prestazioni e misurarne i risultati.

Prodotto Interno Lordo cinese (51,932 Yuan) suddiviso

per settori, 2012 (Miliardi di Yuan e %)

Agricoltura, foreste,e pesca (5.238; 10%)

Costruzioni (3.546; 7%)

Commercio all'ingrosso e al dettaglio (5.025; 10%)

Servizi finanziari (286; 5%) Altri servizi (8.838; 17%)

Produzione industriale (19.986; 38%) Trasporti e servizi postali (2.496; 5%) Alloggio e servi di catering (1.043; 2%)

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3. Soluzioni replicabili

I progetti devono essere potenzialmente replicabili nei diversi contesti del paese: ed esempio dovrà essere preso in considerazione, all’interno del calcolo dei consumi energetici, una correzione per tenere conte delle basse temperature nel Nord della Cina.

Le migliori pratiche saranno individuate e trattate da progetti dimostrativi per essere poi condivise da tutti i soggetti interessati alla bioedilizia.

Il Report 2013 [6] si basa su cinque ambiti: l’innovazione tecnologica, il finanziamento, i modelli di business, la politica e gli standard, e la società.

Tenendo conto di questi cinque ambiti verranno continuamente ricercati progressi nel campo dei materiali e delle tecnologie per giungere a soluzioni integrate che dovranno essere certificate, testate e adattate specificatamente al mercato cinese.

Se lo scopo della Repubblica Popolare Cinese è quello di raggiungere veri progressi nel campo della bioedilizia saranno necessari incentivi finanziari di cui possano godere equamente progettisti, costruttori, proprietari e occupanti.

Saranno inoltre necessari nuovi modelli di business basati su una maggiore collaborazione tra gli stakeholder del settore al fine di facilitare la ricerca di nuove costruzioni.

Politiche e norme chiare dovranno essere stabilite per guidare lo sviluppo della bioedilizia e favorire la sensibilizzazione della popolazione verso questa tematica, per raggiungere gli obiettivi del Governo [1] sarà necessaria la formazione di personale specializzato e dovrà passare il messaggio che un “green building” permette di ottimizzare il confort degli occupanti.

Prima di analizzare questa sezione del Report 2013 [6] è necessario fare il punto sull’urbanizzazione in Cina e capire quali profondi cambiamenti produrrà sia a livello ambientale che a livello sociale.

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4.1 L’urbanizzazione nella Repubblica Popolare Cinese: l’impatto

ambientale e sociale.

Un’ottima analisi a riguardo è stata effettuata dal McKinsley Global Institute [18] nel 2009 e, per quanto siano passati alcuni anni dalla sua pubblicazione, il “Preparing for China’s urban billion” [19] resta ancora un testo fondamentale per fare il punto sullo sviluppo dell’urbanizzazione nella Cina del futuro.

Entro il 2025 la popolazione delle aree urbane crescerà di 350 milioni, più dell’odierna popolazione degli Stati Uniti d’America, e nel 2030 la popolazione complessiva delle metropoli arriverà a toccare il miliardo di unità.

Questo nel 2025 porterà a 221 le città sul territorio cinese con più di un milione di abitanti, un numero esorbitante se paragonato all’Europa odierna che ne conta “appena” 35.

Questi cambiamenti produrranno un impatto sul consumo di suolo in particolare, ed in generale sull’ambiente, di portata enorme: verranno creati 5 miliardi di metri quadri di nuove strade, saranno sviluppate 170 nuove infrastrutture per i trasporti di massa (autostrade e ferrovie) e ci sarà bisogno di un numero di nuovi edifici equivalenti a 40 miliardi di m di superficie per ospitare tutti i cittadini cinesi che si sposteranno dalle campagne alle città.

Per avere un’idea approssimativa della portata di questi mutamenti, il Report McKinsley [19] pronostica la costruzione, entro il 2025, di 50.000 nuovi grattacieli , l’equivalente di dieci nuove New York.

Investimenti governativi nel green building

Anno 2002 2003 2004 2005 2006 Miliardi di Yuan 78,91 107,24 114,12 128,97 131,49 Miliardi di Euro 9,498 12,908 13,736 15,523 15,826

Tab4.1:Investimenti governativi nelle costruzioni verdi [20]

Questi numeri forniscono solo un’idea di quello che avverrà dal 2009 al 2025.

Sono tutte previsioni vincolate all’aumento del PIL cinese del 500% rispetto a quello del 2008 [19] ma, se questo dovesse crescere in misura maggiore, i numeri appena

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Il Governo è consapevole della portata di questi cambiamenti e sta, lentamente, investendo sempre di più sul mercato dell’edilizia verde: infatti, mentre nel 2002 gli investimenti governativi nel settore ammontavano a 78,91 miliardi di Yuan (9.5 miliardi di Euro), nel 2006 sono aumentati a 131,49 miliardi (15,8 miliardi di Euro) [20] (Tab4.1).

Le nuove città edificate per accogliere il flusso di persone che si muovono dalle campagne alle città nella speranza di beneficiare del boom economico cinese, del quale ancora non beneficia buona parte della popolazione, vengono (e verranno) costruite, in prossimità degli odierni centri abitati (non bisogna infatti dimenticare che l’urbanizzazione in Cina è strettamente localizzata in determinate aree) [19].

Queste nuove città accoglieranno il flusso migratorio proveniente dalle aree rurali, il più grande spostamento di esseri viventi della storia (considerato da oggi al 2030), venendo costruite tra i vecchi centri abitati e le zone di provenienza di queste enormi migrazioni. Il Governo sembra consapevole dei potenziali stravolgimenti indotti da questi flussi migratori e sta progettando alcuni nuovi centri abitati, pochi in confronto alla totalità, utilizzando un nuovo approccio green.

Una di queste dovrebbe essere la città di Tianjin nel nord Cina, una Eco-City voluta dal Governo Cinese e il Governo di Singapore, con l’intento di creare una perfetta sinergia tra ambiente, infrastrutture e comfort per gli abitanti, che coprirà 30 km e ospiterà 350 mila residenti.

La città di Tianjin sarà alimentata esclusivamente da energie pulite (principalmente solare e eolica) e gl’impianti per il trattamento delle acque reflue e la dissalazione di quelle marine permetteranno di ridurre quasi a zero l’impatto sull’ambiente.

I lavori sono iniziati nel 2013 e si prevede che si concludano nel 2020 [21].

Per finire questa breve analisi dei problemi dell’urbanizzazione nella Repubblica Popolare Cinese è necessario soffermarsi sui motivi che hanno prodotto, e produrranno, questo enorme cambiamento per capire cosa possa modificare questa tendenza.

Facendo un breve passo indietro, sin dal 1950, come è avvenuto in tutti i paesi in via di sviluppo, la popolazione cinese che risiede nelle città è aumentata progressivamente in linea con le politiche governative [19]: infatti nel 1950 l’11% della popolazione risiedeva nelle aree urbane, nel 1960 il 20%, nel 1992 il 23% sino ad arrivare al 44% nel 2005 (l’unica eccezione è rappresentata dalla “Rivoluzione Culturale”, tra il 1966 ed il 1976, che ha visto una flessione della popolazione delle aree urbane del -2% rispetto al 1960) [19].

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Il dato che più di tutti sorprende è l’incremento della popolazione cittadina tra il 1992 ed il 2005 (+21%).

Graf4.2: Investimenti complessivi nelle aree urbane e investimenti nelle città per km [19]

Il motivo di questo incremento è da ricercare nel progressivo boom economico cinese che, per l’appunto, ha iniziato a manifestarsi dalla prima metà degl’anni ’90: maggiore è l’effetto del boom economico sulle aree urbane maggiore è il numero di nuovi “cittadini” (Graf4.2).

Tra il 1995 e il 2000 gli investimenti nelle aree metropolitane, rapportati ai km , sono aumentati del 15% e tra il 2000 ed il 2005 del 21% (Graf4.2).

Ancora più esplicativo per le condizioni della popolazione è costatare come tra il 1995 ed il 2005 gli investimenti nelle aree urbane, calcolate su base pro-capite, siano passati da 2.600 a 8.700 Yuan (+29%).

Dimostrato il collegamento tra politiche governative, boom economico e urbanizzazione si può costatare perché il trend sia destinato ad aumentare esponenzialmente.

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000

Investimenti complessivi nelle aree urbane (miliardi di yuan)

Investimenti nelle città per km² (migliaia di yuan)

1990 1995 2000 2005

Figura

Table 2.1 Geographical Information
Figure 2-1 3D Model of Harbin Shangri-La Hotel
Table 2-1:Simulation Parameters
Table 2-2:Utility Rates
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Riferimenti

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