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Identità, bisogni e caratteri strutturali delle Associazioni di Promozione Sociale in Toscana: il campione di Prato

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Academic year: 2021

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25 Indice

INTRODUZIONE...27

CAPITOLO 1 : Il CESVOT COME ‘’COLLANTE ‘’ DI TUTTE LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN TOSCANA...30

1.1 Cos’é il Cesvot e di cosa si occupa...30

1.2 Il codice etico del Cesvot...40

1.3 L’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, il decreto legislativo n.117 del 03/07/2017...41

CAPITOLO 2: LA METODOLOGIA DELLA RICERCA SOCIALE DI TIPO QUANTITATIVO APPLICATA ALLA RICERCA CESVOT 2018...46

2.1 L‘ inchiesta campionaria nella ricerca sociale...46

2.2 Il questionario...48

2.3 Le tecniche di somministrazione di un questionario...52

2.4 L’organizzazione della rilevazione...55

2.5 La popolazione ed il campione...57

2.6 Ricerca Cesvot 2018 e finalità della ricerca...61

2.7 Le fasi preliminari del processo di ricerca Cesvot 2018...66

2.8 Gli strumenti dell’indagine Cesvot 2018...81

2. 9 Le fasi operative dell’indagine nel lavoro autonomo...86

CAPITOLO 3: IL DIARIO DI BORDO, UNO STRUMENTO PREZIOSO PER LA RICERCA...97

3.1 Le fasi del processo di una ricerca: dalla teoria alle ipotesi nella ricerca quantitativa...97

3.2 La costruzione della documentazione empirica...100

3.3 Il diario di bordo, uno strumento di raccolta dati...102

3.4 I dati del diario di bordo a confronto con il campione di Prato...104

3.5 Il diario di bordo a confronto con i risultati delle interviste sul campione di Prato...113

3.6 Conclusioni sulla ricerca, sulla base del diario di bordo e delle interviste effettuate sul campione di Prato...118

Appendice...125

Appendice A...125

Questionario Cesvot ‘’ Identità , bisogni e caratteri strutturali delle associazioni di promozione sociale in toscana’’. ...125

Appendice A...126

Identità, bisogni e caratteri strutturali delle associazioni di promozione sociale in Toscana ...126

RUOLO DELL’INTERVISTATO ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE...126

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SEZIONE 2. L’OFFERTA DI ATTIVITA’ E I BISOGNI INTERNI ...129

Se si...129

[ ] 1. Aumentare/migliorare le forme di comunicazione interna all'associazione ...129

[ ] 3. Favorire più frequenti momenti di confronto e incontro tra volontari-associati ...129

2. Promuovere il rafforzamento delle caratteristiche di gratuità e dono dell’azione delle APS...132

6. Andare verso forme di organizzazione tipiche dell’economia sociale ...132

4. Il passaggio più deciso verso forme di organizzazione tipiche dell'economia sociale ...133

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INTRODUZIONE

L’indagine ‘’Identità,bisogni e caratteri strutturali delle associazioni di promozione sociale in Toscana’’ é stata condotta da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pisa su commissione del Cesvot (Centro di Servizio per il Volontariato in Toscana), alla quale ho partecipato come collaboratrice junior dell’Università di Pisa. Si tratta di un’indagine conoscitiva sulle Associazioni di Promozione Sociale (APS) presenti nella Regione Toscana che si è svolta nell’autunno-inverno 2017-2018 . Su un totale di 2.497 APS è stato selezionato un campione di 1.063 unità di rilevazione suddiviso in delegazioni (con un livello di confidenza del 99% ed un errore di campionamento atteso del 3%, parametri che consentono di operare anche una stratificazione per macro-aree). La suddivisone in delegazioni é la seguente: Firenze, Arezzo, Pistoia, Siena, Lucca, Livorno, Pisa, Massa Carrara, Empoli, Grosseto e Prato. Ciascun ricercatore junior ha svolto l’indagine su una o più delegazioni. Io mi sono occupata del campione di Prato. Per la mia indagine ho contattato 57 associazioni di terzo settore, suddivise in APS, AUSER, ARCI, AVIS, ACSI, CSI, AIDSM, ANPI, PMC, USPH ed UTL. Ciascuna di esse si occupa di un settore principale diverso:

a) Il settore sociale che programma attività ricreative e di carattere sociale o attività rivolte agli anziani ,di adozioni ed affido , assistenza alle famiglie e di detenuti ed ex detenuti;

b) Il settore sportivo e ricretativo la cui programmazione riguarda le attività sportive e ricreative;

c) Il settore culturale, educativo e di ricerca etica e spirituale volta all’educazione e promozione culturale (arte, musica, teatro e cinema, biblioteche e archivi);

d) Il settore ambientale-turistico che si occupa della salvaguardia, educazione e riqualificazione ambientale.

Nei diversi briefing con i responsabili dell’indagine ci é stato illustrato quale fosse l’obiettivo dell’indagine e come fare ricerca sul campo (indicandoci minuziosamente come organizzarci e quali strumenti utilizzare). Durante le fasi operative ho potuto capire come avviene una ricerca sociale e quali sono state le metodologie adottate. Al termine dell’indagine ci sono stati sia dei riscontri positivi che dei riscontri negativi con le varie APS, in quanto alcuni intervistati hanno collaborato molto volentieri, altri si sono rifiutati immediatamente , altri ancora

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hanno chiesto del tempo prima di decidere se collaborare o meno, a causa del poco tempo a loro disposizione o per pura diffidenza.

Nella mia tesi, descriverò più dettagliatamente come é avvenuta l’indagine e quali esiti sono stati ottenuti.

Nel primo capitolo spiegherò chi è il nostro committente, di cosa si occupa e quali servizi rivolge a tutte le Associazioni di Promozione Sociale in Toscana,del codice etico del Cevot e della legge sul terzo settore che è stato il motivo principale che ha mosso questa indagine e che ci permette anche di capire cosa è cambiato rispetto alla legge precedente.

Il secondo capitolo è suddiviso in due parti: nella prima parte parlerò della metodologia adottata in fase di indagine e denominata ‘’discesa sul campo’’, dell’inchiesta campionaria, del questionario, le tecniche di somministrazione di un questionario, l’organizzazione della rilevazione,cosa si intende per popolazione e per campione. Mentre nella seconda parte spiegherò nel dettaglio la ricerca, le sue finalità, le fasi preliminari del processo di ricerca che hanno permesso di organizzare il lavoro di indagine, gli strumenti utilizzati che ci hanno permesso di lavaorare al meglio e le fasi operative della ricerca.

Nel terzo ed ultimo capitolo, approfondirò la spiegazione e l’analisi di uno strumento che è stato prezioso per tutti noi ricercatori junior durante l’indagine, il ‘’diario di bordo’’, spiegando come è strutturato , a cosa è servito, quali sono i dati che vengono registrati e come vengono utilizzati.

Infine, la parte conclusiva sarà dedicata alle mie impressioni e considerazioni che ho fatto durante la raccolta dei dati, soprattutto nel momento in cui a primo impatto si interloquisce con l’associazione,quali sono stati gli aspetti positivi, gli aspetti negativi e quali difficoltà ho incotrato durante la rilevazione nella mia indagine.

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CAPITOLO 1:Il CESVOT COME ‘’COLLANTE ‘’ DI TUTTE LE

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO IN TOSCANA

1.1 Cos’è il Cesvot e di cosa si occupa

Il Cesvot1( Centro di Servizio per il Volontariato in Toscana) é stato istituito il 18 gennaio 1997come associazione di volontariato con sede legale a Firenze, con lo scopo di svolgere funzioni di Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) regolati dalla Legge Quadro sul Volontariato (l.n 266/91). Si tratta di un’associazione di volontariato, senza fini di lucro. Sono soci fondatori del Cesvot2le seguenti organizzazioni regionali: Acli, Aid, Anpas, Arci, Ause , Avis, Avo,

Confederazione Nazionale Misericordie d'Italia, Cnv, Coordinamento Regionale Gruppi Auto Aiuto e Fratres . Inizialmente era costituita da undici associazioni regionali3, con lo scopo di svolgere le funzioni di Centro di Servizio per il

Volontariato (Csv) . Attualmente é gestito da trentasei associazioni di volontariato a valenza regionale. Con il Decreto Pgr n.43 del 26 settembre 1997 , è stato iscritto nel Registro regionale. Dal 2009 il Cesvot è iscritto al Registro Nazionale persone giuridiche private (Dpr n. 361/2000) con decreto della Giunta Regione Toscana n.3179 del 6/7/2009.Al momento, al Centro di Servizi per il Volontariato (Cesvot) aderiscono circa tremilaquattrocento associazioni di volontariato 4.

Sul territorio, il Cesvot è presente con undici delegazioni territoriali, una per ogni capoluogo di provincia e suddivise in tre macro-aree: Area Centro, Area Costa ed Area Sud, più il Circondario di Empoli5 in modo da facilitare un contatto più diretto con le associazioni,conoscerne meglio i bisogni, rendere più efficace l’offerta dei servizi e favorire la partecipazione all’attività del Centro di Servizio.

Ogni Delegazione possiede un Direttivo e un’Assemblea a cui possono partecipare tutte le associazioni di volontariato del territorio aderenti al Cesvot. Inoltre, in ogni sede territoriale è presente un team di operatori che offre orientamento e servizi alle associazioni, agli enti locali ed ai cittadini interessati al volontariato.

1Cfr. https://www.cesvot.it/chi-siamo 2Cfr. https://www.cesvot.it/chi-siamo/statuto 3 Cfr. https://www.cesvot.it/chi-siamo/codice-etico 4Cfr. ivi 5 Cfr. https://www.cesvot.it/cesvot-vicino-te

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Sono presenti duecentoventi associazioni locali presenti nei Consigli Direttivi di Delegazione6.

Con l’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, il decreto legislativo n.117 del 03/07/2017, i Centri di Servizio per il Volontariato dovranno essere riconosciuti e accreditati da un apposito organismo. In attesa della piena applicabilità del Codice del Terzo settore, il Cesvot sta operando tutt’ora in regime di accreditamento provvisorio e continuerà ad erogare servizi sia alle associazioni di volontariato iscritte al Registro di volontariato in Toscana, sia a quelle non ancora iscritte. Di fatto tutte le Associaioni iscritte al Registro regionale del volontariato sono aderenti al Cesvot e possono usuifruire gratuitamente dei servizi offerti dal Centro di Servizio per il Volontariato. Le associazioni aderenti partecipano agli organi rappresentativi delle Delegazioni territoriali (Presidenza, Assemblea e Comitato Direttivo).

Il Cesvot è organizzato in7: a) Presidente;

b) Consiglio Direttivo; c) Assemblea dei soci; d) Altri organi;

e) Team.

a) Il Presidente è il rappresentante del Cesvot e svolge le funzioni di Presidente del Consiglio Direttivo, convoca e presiede le riunioni dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo, può adottare provvedimenti d’urgenza sottoponendoli entro 15 giorni alla retifica del Consiglio Direttivo. In caso di impedimento del Presidente, il potere di firma spetta al Vice Presidente vicario e può delegare in via permanente o temporanea parte dei propri compiti e poteri ai Vice Presidenti. Il mandato del Presidente e dei Vice Presidenti coincide temporalmente con quello del Consiglio Direttivo. Il Presidente dura in carica quattro anni e non può effettuare più di due mandati consecutivi. La carica di Presidente non può essere rivestita per più di nove anni dalla stessa persona;

b) Il Consiglio Direttivo é l’organo di gestione del Cesvot, è composto da diciasette membri consiglieri e viene eletto dall’Assemblea, tra i suoi stessi componenti. Lo Statuto prevede la presenza di un rappresentante del Comitato di gestione ed un rappresentante delle Delegazioni territoriali. Il Presidente fa parte di diritto del Consiglio direttivo . Alle 6Cfr. https://www.cesvot.it/chi-siamo

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sedute del consiglio partecipano i componenti dell’organo di controllo. Vi partecipano, anche, ma senza diritto di voto, il Presidente del Collegio dei sindaci revisori, il Presidente del Collegio dei garanti ed il Direttore. Il Consiglio opera attuando la volontà e gli indirizzi dell’Assemblea, alla quale risponde direttamente. Esso esegue le deliberazioni dell’Assemblea, elegge, su indicazione del Presidente, i due Vice Presidenti, di cui uno vicario, e l'Amministratore, nomina il Direttore, il Comitato scientifico , i rappresentanti del Cesvot negli organismi dell’associazione nazionale di rappresentanza dei centri di servizi , i componenti di commissioni, gruppi di lavoro, consigli di amministrazione in enti partecipati dal Cesvot, determina le sedi operative del Cesvot, propone all'Assemblea i regolamenti per il funzionamento degli organi sociali del Cesvot , adotta i regolamenti per il funzionamento degli organismi delle delegazioni e per il funzionamento amministrativo, presenta all'Assemblea dei soci il bilancio preventivo, il bilancio consuntivo ed il bilancio sociale, il programma annuale di attività, le conseguenti scelte relative alla struttura e al funzionamento del Cesvot, propone la costituzione, lo scioglimento e la modifica delle delegazioni territoriali,decide, su proposta del Direttore, sull’ assunzione e licenziamento del personale dipendente, sull’ avvio e l’interruzione di rapporti di collaborazione e di consulenza , richiede alle delegazioni territoriali, attraverso il coordinamento dei Presidenti il parere su questioni inerenti il bilancio preventivo ed il piano di attività, riceve le domande di adesione di nuovi soci, su di esse esprime motivato parere che sottopone all'Assemblea, ratifica o respinge i provvedimenti d'urgenza adottati dal Presidente. Il Consiglio Direttivo dura in carica quattro anni. I componenti del Consiglio Direttivo non possono effettuare più di quattro mandati consecutivi;

c) L’assemblea dei soci è costituita da trentasei associazioni di rilevanza regionale. È l’organo ‘’sovrano’’e di indirizzo e programmazione del Cesvot, in quanto stabilisce sia la mission del Centro di Servizio per il Volontariato in Toscana, sia gli orientamenti strategici cui devono sottostare tutti gli organi, sia politici che operativi. È composto da un rappresentante designato da ciascun socio che, a sua volta, dispone di un voto. Partecipano all’assemblea, ma solo con voto consultivo: i presidenti delle Delegazioni territoriali, un membro del Comitato di gestione ed un rappresentante degli enti locali toscani. L’Assemblea é presieduta da un Presidente che la convoca almeno tre volte l’anno. L’Assemblea può essere costituita sia in forma ordinaria, che in forma straordinaria.

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d) Gli altri organi sono in tutto cinque e si suddividono in Collegio dei Sindaci Revisori , Collegio dei Garanti , Commissione Progetti Regionali ( CPR), Commissione Verifica Utenti e le Delegazioni Territoriali.

Il Collegio dei Sindaci Revisori è l’organo di controllo amministrativo del Cesvot. Esprime i pareri di legittimità negli atti di natura amministrativa e patrimoniale, controlla l’andamento amministrativo del Cesvot, la contabilità e la corrispondenza dei bilanci alle scritture.

Il Collegio dei Garanti é formato da tre componenti effettivi e da due supplenti e rimane in carica quattro anni. I membri effettivi eleggono al loro interno il Presidente. È l’organo addetto alla garanzia statuaria, regolamentare e di giurisdizione interna,ha il compito di interpretare le norme statuarie ed i regolamenti, dà pareri sulla loro corretta applicazione, media le controversie che possono insorgere tra i soci, tra i soci e gli organismi dirigenti e tra i vari organi sociali.

La Commissione Progetti Regionali (CPR) é una commissione formata da sette componenti: quattro membri del Consiglio Direttivo, un coordinatore dei presidenti delle Delegazioni territoriali, un rappresentante della Regione Toscana ed un esperto esterno. I suoi compiti principali sono quelli di valutare i progetti di formazione delle associazioni di volontariato regionali che vengono presentati in base al relativo bando, supervisona i progetti delle associazioni locali ed infine formula delle proposte motivate al Consiglio Direttivo per il finanziamento dei progetti che ha ritenuto validi ed interessanti.

La Commissione Verifica Utenti è composta da due membri del Consiglio Direttivo e da uno dell’Assemblea dei soci. Questa Commissione ha il compito di verificare sulla base della l.266/91 la presenza dei requisiti nelle associazioni. Inoltre,serve a garantire che i servizi erogati dal Cesvot vengano rivolti solo ed esclusivamente alle associazioni di volontariato;

e) Il team a sua volta é organizzato in una struttura operativa, composto da: a) una direzione che prevede un solo direttore che partecipa senza diritto di

voto alle sedute dell'Assemblea, dell'ufficio di presidenza, del Consiglio Direttivo e degli Stati generali,predispone,secondo le indicazioni del Consiglio Direttivo la bozza di programma annuale di attività e la bozza di bilancio preventivo, di bilancio consuntivo e di bilancio sociale e li espone allo stesso Consiglio Direttivo, dirige e coordina l'attività del personale dipendente e dei collaboratori ed infine pone in essere tutti gli atti esecutivi necessari alla realizzazione delle delibere degli organi del Cesvot.

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b) La gestione strategica è composta da cinque membri (un addetto al coordinamento e supporto direzione, un addetto al monitoraggio servizi, uno all’amministrazione supporto direzione, uno alla qualità e monitoraggio servizi ed un altro addetto all’amministrazione e segreteria);

c) La formazione, Progettazione e Servizi Territoriali è composto da un responsabile,un addetto alle delegazioni e servizi territoriali, uno alla formazione e servizi territoriali, uno alla formazione e progettazione ed un altro addetto all’amministrazione e alla segreteria;

d) L’informazione, Comunicazione, Ufficio Stampa e Ricerca è composto da un responsabile, un addetto alla ricerca ed alla documentazione, un addetto ai servizi informativi ed editoriali, ed un altro addetto all’amministrazione ed alla segreteria;

e) Una segreteria e front office, composta da due segretari; f) L’amministrazione e Monitoraggio composta da due addetti;

g) Un’Area Centro che comprende le Delegazioni di Empoli , Firenze , Pistoia e Prato ed è composta da un coordinatore e da due operatori territoriali ; h) Un’ Area Costa che comprende le Delegazioni di Livorno, Lucca, Massa

Carrara e Pisa ed è composta da un coordinatore e da due operatori territoriali;

i) Un’Area Sud che comprende le Delegazioni di Arezzo , Grosseto e Siena. È composto da un coordinatore e da due operatori territoriali.

Il Cesvot , inoltre, è :

a) associato a Csvnet, cioè all’Associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato (CSV)8, fin dalla sua formalizzazione avvenuta nel 2003 nata, ed associa sessantaquattro dei sessantacinque Centri di Servizio per il Volontariato istituiti grazie alla ‘’legge quadro sul Volontariato’’ (l. n. 266/1991) e li rappresenta a livello nazionale ed europeo. Si ispira ai principi della Carta dei valori del volontariato e della Carta della rappresentanza e punta a rafforzare la collaborazione, lo scambio di esperienze e di competenze fra i CSV per meglio realizzarne le finalità, nel rispetto della loro autonomia. Insieme al Cesvot fornisce servizi di consulenza, formazione e sostegno ed agisce affinché la rete dei CSV diventi un’agenzia per lo sviluppo locale della ‘’cittadinaza responsabile’’;

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b) un socio fondatore della Fondazione Volontariato e Partecipazione per la

ricerca, il pensiero e l’innovazione sociale di Lucca 9 che è un centro di ricerca indipendente, volto ad offrire analisi rigorose,originali, accessibili e attuali su diverse tematiche come ad esempio il contesto di azione del volontariato, il welfare e le politiche giovanili. Ha lo scopo di suscitare stimoli critici e sviluppare un maggior orientamento per un’azione più consapevole del volontariato, apportando così delle innovazioni a livello sociale. Per realizzare tutto ciò, la Fondazione Volontariato e Partecipazione promuove, progetta e realizza attività di ricerca su vari livelli: locale, regionale, nazionale ed europeo per le organizzazioni della società civile e delle organizzazioni. Inoltre dal 2011, la stessa fondazione programma delle rilevazioni statistiche periodiche sulle Organizzazioni di Volontariato in Italia. Tali rilevazioni permettono altresì di promuovere e stimolare il dibattito, la conoscenza e la consapevolezza circa le potenzialità del volontariato stesso;

c) è socio fondatore della Fondazione Scuola di Alta Formazione per il

Terzo Settore Fortes di Siena ( ForTeS)10 , dal 2009. Quest’ultima è una scuola di alta formazione per il terzo Settore. È rivolta ai quadri ed ai dirigenti. È un punto di incontro dove la Pubblica Amministrazione, il mondo accademico e scientifico, le imprese ed il Terzo Settore creano reti e connessioni tra i diversi partecipanti attraverso la progettazione di percorsi, riflessioni e proposte;

d) È socio della rete europea Volonteurope11dal 2010. Questa rete è formata da cinquantuno membri distribuiti tra più di cinquanta città Europee

(Albania,Germania,Spagna,etc...) dove collabora con diverse

organizzazioni,tra cui il Cesvot. Volonteurope é un network internazionale che promuove il volontariato, la cittadinanza attiva e la giustizia sociale in Europa e lavora su tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale attraverso il settore pubblico, quello privato ed il terzo settore. Facilita altresì lo scambio, incoraggia la collaborazione ed esegue la ricerca e la difesa. La sua visione é quella di un mondo nel quale i principi dell’inclusività, collaborazione, sostenibilità, la correttezza garantendo una genuina giustizia sociale per tutti.

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La Fondazione Volontariato e Partecipazione è stata costituita nel 2008, a partire da un’idea originaria di Maria Eletta Martini, da Centro Nazionale per il Volontariato, Csv.net, Ce.S.Vo.T., Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Provincia di Lucca.Cfr. http://www.volontariatoepartecipazione.eu/chi-siamo/

10Cfr. http://www.fondazionefortes.it/ 11

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e) È iscritto al Roc-Registro Operatori di Comunicazione12 . Sia il sito web che le pubblicazioni periodiche del Cesvot sono registrate presso il tribunale di Firenze. Inoltre, il periodico ‘’ I Quaderni ‘’ dispone anche dei codici Issn e Isbn.

Le finalità del Cesvot13sono:

1) civiche, solidaristiche e di utilità sociale volte a promuovere, sostenere e a sviluppare il volontariato negli enti del terzo settore in Toscana e per questo motivo organizza, gestisce ed eroga servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari negli enti di terzo settore.Si ispira ai principi di qualità, economicità, territorialità e prossimità, universalità, non discriminazione e pari opportunità, integrazione, pubblicità e trasparenza;

2) Eroga servizi strumentali a favore degli Enti del Terzo Settore ( ETS) ed in particolare verso le Organizzazioni di Volontariato (ODV) garantendo servizi di promozione,orientamento e animazione territoriali con l’intento di dare visibilità ai valori del volontariato e all’impatto sociale dell’azione del volontariato sul territorio locale;

3) Promuove la crescita della cultura della solidarietà e della cittadinaza attiva, soprattutto tra i giovani attraverso gli istituti di istruzione, formazione e le università, facilita anche l’incontro tra gli enti di terzo settore con i cittadini, gli enti pubblici o privati interessati a svolgere attività di volontariato;

4) Cerca di sviluppare maggiore consapevolezza dell’identità e del ruolo del volontario erogando servizi di consulenza, assistenza qualificata ed accompagnamento finalizzati a sviluppare le competenze e la tutela dei volontari nell’ambito giuridico, fiscale, assicurativo, del lavoro, gestionale, organizzativo, ecc..;

5) Garantisce servizi di informazione e comunicazione allo scopo di incrementare la qualità e la quantità di informazioni utili al volontariato per supportare la promozione delle inizitive del volontariato;

6) Cerca di promuovere anche il lavoro di rete tra le diverse associazioni cercando di coinvolgere i diversi soggetti che operano attivamente sul

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Registro degli operatori della comunicazione (Roc) é un registro unico adottato dall’autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Le sue finalità sono garantire la trasparenza e l’applicazione delle norme del settore es.

disciplina anticoncetrazione, tutela del rulalismo informativo, ecc..

Cfr. http://www.consiglio.regione.toscana.it/oi/default?idc=46&nome=ROC

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territorio, stimolando lo sviluppo relazionale dei singoli individui e delle comunità;

7) Garantisce servizi di supporto tecnico e logistico, finalizzati a facilitare o promuovere l'operatività dei volontari, attraverso la messa a disposizione temporanea di spazi, strumenti ed attrezzature;

8) Interpreta la normativa nazionale per ciò che concerne l’erogazione dei servizi , dando priorità al coinvolgimento delle associazioni di volontariato nella gestione delle attività, puntando a promuovere la partecipazione associativa e la qualificazione del volontariato non solo come beneficiario delle attività del Cesvot ma qualificandolo anche come attore sociale ;

9) Sostiene le associazioni medio-piccole e garantisce la crescita del volontariato, analizzando i bisogni del territorio valorizzando il patrimonio culturale.

Il Cesvot mira alla collaborazione con le istituzioni pubbliche e private, tant’è che sentite le organizzazioni di volontariato e gli Enti di Terzo Settore o su loro proposta, tramite la Delegazione può stipulare accordi con gli Enti locali al fine di reperire a livello locale risorse,sedi operative,operatori e strutture. Nello svolgimento delle proprie attività il Cesvot si avvarrà di ogni struttura di carattere pubblico o privato che riterrà più opportuna privilegiando, in quanto possibile, le organizzazioni del mondo del volontariato e gli Enti del Terzo Settore, inoltre punta a coinvolgere e responsabilizzare le strutture culturali, formative e di ricerca. L’anno scorso il Cesvot ha compiuto vent’anni e fin dal principio si è distinto per la sua operosità e per l’intensità attraverso la quale ha operato sul territorio. Ad oggi, il Cesvot vanta di una governance di trentacinque associazioni regionali, tra le quali Avis , Arci , Anpas e Misericordie. E l’80% delle più di tremilaquattrocento associazioni di volontariato toscane usufruisce dei servizi gratuiti erogati dal Cesvot, dagli operatori e dai consulenti.

Le tematiche che vengono affrontate periodicamente attraverso convegni, progetti o percorsi di formazione sono diversi, si parla,infatti,della disabilità, dell’immigrazione, dell’alternanza scuola - lavoro, dell’Alzheimer, della solitudine delle persone anziane e della progettazione europea.Inoltre il Cesvot ha cercato anche di promuovere un maggiore coinvolgimento dei giovani dai diciotto ai ventisei anni alla partecipazione al volontariato.

Il Cesvot ha avuto negli anni importanti riconoscimenti tra i quali ‘’la Magna Charta del volontariato per i beni culturali14‘’, il cui scopo è quello di favorire il 14

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riconoscimento, la programmazione e l’organizzazione delle attività di volontariato nei confronti dei beni culturali collaborando anche con le istituzioni statali e locali. La Magna Charta è un documento che può essere adottato da enti ed associazioni alle quali interessa sviluppare questo genere di attività. Lo scopo pratico che si cerca di realizzare attraverso questo documento é quello di sviluppare un volontariato più forte ed organizzato, cioè voler rendere i cittadini e le istituzioni più consapevoli e attente alla tutela del nostro patrimonio culturale. La Toscana vanta da secoli della presenza del volontariato e di un forte senso di civismo e di difesa collettivistica del patrimonio culturale . Tant’è che sono presenti molte associazioni, biblioteche circolanti ed Università popolari che puntano alla facilitazione dell’accesso all’istruzione e alla cultura delle masse popolari.

È stato pubblicato anche il ‘’Manuale del Volontariato‘’ che nasce nell'ambito delle attività che Cesvot ha realizzato negli ultimi anni a supporto delle associazioni di volontariato che operano nel settore dei beni culturali.

Il Cesvot ha elaborato ‘’Le linee guida sul trasporto sociale in Toscana’’volto a garantire l’erogazione di cinquecentosettanta mila prestazioni ogni anno da e verso i centri diurni , le case famiglia, gli ospedali, le residenze per anziani e per disabili, ecc... . La collaborazione é avvenuta a partire dal 2006 e coinvolge il Cesvot, la Regione Toscana, le Anci, le Anpas, le Misericordie e le Iris - idee e reti per le imprese sociali. Secondo il Presidente del Cesvot Federico Gelli15 , “il trasporto sociale costituisce un servizio fondamentale di facilitazione della mobilità di tutte quelle persone che non sono in grado di muoversi in modo autonomo. Esso presenta, però, un elevato grado di eterogeneità delle prestazioni. Queste differenze sono principalmente riferite: ai modelli gestionali ed operativi adottati; al tipo di servizi offerti; alle modalità di accesso degli utenti; alla compartecipazione ai costi del servizio. Poiché non esiste una legge nazionale o regionale Cesvot, insieme a Regione Toscana, ad Anci ed alle principali reti del volontariato, ha realizzato il documento "Linee Guida sul Trasporto sociale" individuando così possibili standard di processo e di gestione del servizio”.

Ogni anno,il Cesvot crea un piano di attività annuale che rappresenta la traduzione operativa, e quindi concreta del documento programmatico approvato dall’Assemblea e dal Comitato di Gestione. In sintesi, il piano di attività si pone come obiettivo quello di facilitare la lettura del progetto annuale sia relativo ai prodotti ed ai servizi offerti dal volontariato toscano, che alle voci di spesa.

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Infine sul portale MyCesvot vengono offerte indicazioni sia ai privati che agli enti o alle associazioni su diversi aspetti che si suddividono in diverse sezioni indicate nel modo seguente :

a) Creare e gestire un’associazione , suddivisa a sue volte in diverse voci tra le quali: creare un’associazione, riconoscimento e competenze dei volontari, supporto reti tematiche, consulenza e accompagnamento, agenda fiscale e scadenze, sale per le associazioni, domande frequenti e formulari e archivio atti normativi;

b) Formare ed orientare i volontari, suddivisa a sua volta in: corsi di formazione di interesse generale, corsi di formazione per settori, seminari, iniziative pubbliche , consulenze collettive e dal bando formazione;

c) Promuovere un’associazione,suddivisa in servizio editoriale briciole, servizio associazioni in radio, realizza il tuo piano di comunicazione, richiedi il patrocinio ed un uso per tutti;

d) Comunicare il volontariato, ripartito a sua volta in: news e comunicati stampa, dossier, comunicati stampa, radio, video, collane cesvot, report di ricerca ed altre pubblicazioni e archivio comunicazione sociale;

e) Sostenere un’associazione o un progetto, che é ripartito in: bandi cesvot, altre opportunità di finanziamento, fundraising e crowdfunding e servizio di assistenza al credito;

f) Il cesvot vicino a te che descrive la dislocazione territoriale del Cesvot mediante la ripartizione in undici delegazioni suddivise nelle tre macro-aree: Area Centro, Area Costa ed Area Sud. Questa sezione permette in modo facile ed intuitivo di individuare la delegazione iù vicina alla quale rivolgersi e a quali attività e servizi può offrire.

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1.2 Il codice etico del Cesvot

Il Cesvot è riconosciuto nei servizi rivolti alle associazioni di volontariato e per quanto si può facilmente intuire, per queste associazioni rappresenta un saldo punto di riferimento continuo16. Tutt’oggi al Cesvot vengono riconosciute le doti di affidabilità, specializzazione, qualità ed innovazione. Le stesse associazioni che usufruiscono continuamente dei servizi e delle attività erogate dal Cesvot ne sono i diretti testimoni. I punti di forza che il Cesvot può vantare sono: la centralità dell’utente, la flessibilità, la trasparenza, la completezza e la modularità. Il Cesvot risponde ad una sua etica sia al suo interno nelle relazioni interpersonali, sia all’esterno, ponendo sempre i valori umani al primo posto. Tutti coloro che lavorano nel Cesvot si sentono responsabili del proprio lavoro, senza penalizzare la propria individualità. Da un lato si valorizza la libertà, ma dall’altro si crea un gruppo unito dove ciascuno svolge un preciso ruolo per il bene di tutti. Tutto ciò trova un riscontro nel Codice etico, nel quale il Cesvot indica con chiarezza i valori e le responsabilità che da quasi vent’anni vengono sempre rispettate e garantite. Il Codice Etico costituisce inoltre parte integrante del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOGC) adottato dal Cesvot e rappresenta la base su cui è fondato il sistema di controllo preventivo ai fini del d. lgs. 231/01. I principi generali ed i valori ritenuti fondamentali devono essere rispettati dagli stakeholders17 coinvolti per garantire il buon funzionamento, l’affidabilità e la reputazione del Cesvot . Tra questi valori troviamo: la legalità, la riservatezza, la trasparenza, la dignità della persona , l’onestà e la correttezza, la qualità, la tutela dell’ambiente, la responsabilità verso la collettività.

La legalità: il Cesvot nello svolgimento delle proprie attività , agisce nel rispetto della legislazione e di tutte le norme vigenti nei territori nei quali opera, rispettando anche il Codice etico ed applicandole con equità e rettitudine;

la riservatezza: Il Cesvot assicura la riservatezza dei dati personali e la protezione delle informazioni acquisite mediante l’attività lavorativa prestata;

16

Cfr. https://www.cesvot.it/chi-siamo/codice-etico

17

Stakeholders : il termine stakeholders indica quei soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nell’attività del Cesvot che hanno un qualche interesse in relazione alle decisioni, alle iniziative strategiche ed alle possibili azioni svolte dal Cesvot stesso. Questi sono: i dipendenti, i collaboratori a qualsiasi titolo, i fornitori, i cittadini, i procuratori, le istituzioni comunali, regionali e nazionali, le associazioni di categoria, le associazioni ambientali e,

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la trasparenza : in questo caso , il Cesvot si impegna ad informare in modo chiaro tutti gli stakeholders, senza favorire alcun singolo individuo o un gruppo di interesse;

la dignità della persona: il Cesvot si impegna a promuovere il rispetto dell’integrità fisica e culturale della persona ed il rispetto della dimensione di relazione con gli altri. Garantisce condizioni di lavoro rispettose della dignità individuale e ambienti di lavoro sicuri, tutela e promuove il valore delle risorse umane, allo scopo di migliorare ed accrescere il patrimonio delle competenze possedute da ciascun collaboratore;

l’onestà e la correttezza: i rapporti con gli stakeholders del Cesvot sono basati su criteri di correttezza, collaborazione, lealtà e reciproco rispetto. I rapporti con l’esterno e le relazioni con i propri collaboratori devono essere improntati alla massima lealtà che consiste nell’agire con responsabilità;

la qualità: il Cesvot s’impegna a migliorare costantemente la qualità dei propri servizi;

la tutela dell’ambiente : il Cesvot contribuisce in maniera costruttiva alla sostenibilità ecologica in tutte le proprie attività. L’impegno a salvaguardare l’ambiente si realizza attraverso una programmazione delle attività volte a perseguire un equilibrio tra le iniziative economiche e le esigenze ambientali in conformità alle direttive nazionali ed internazionali in materia;

la responsabilità verso la collettività: Il Cesvot opera tenendo conto delle esigenze della comunità nel cui ambito svolge la propria attività e contribuendo alla promozione della qualità della vita, allo sviluppo economico, sociale, culturale e civile.

1.3 L’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, il decreto

legislativo n.117 del 03/07/2017

Per capire bene quali sono state le modifiche rispetto al passato, esamino qui di seguito, le innovazioni di nostro interesse che riguardano tutti gli Enti del Terzo Settore (ETS) e i Centri di Sevizio per il Volontariato ( CSV) .

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Il Decreto legislativo n.11 del 03/07/201718, prevede che con l’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore si effettui il riordino e la revisione organica della disciplina vigente in materia di enti del Terzo Settore. Il Codice é entrato in vigore il 3 agosto 2017 .

Per quanto riguarda gli Enti del Terzo Settore , questo nuovo codice introduce una categoria più ampia e generale nella quale inserire tutte le forme associative e di impresa che perseguono, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Questa pluralità di soggetti, esclusivamente privati , viene chiamata Enti del Terzo Settore (ETS).

Sono Enti del Terzo Settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, le cooperative e le imprese sociali, gli enti filantropici e le società di mutuo soccorso. Possono essere Enti di Terzo Settore anche le altre associazioni, sia pubbliche che private, che hanno i requisiti previsti dal Codice. Gli Enti del Terzo Settore devono svolgere senza scopo di lucro attività di interesse generale che devono rientrare in una o più aree ( sono ben ventisei) indicate dal Codice del Terzo Settore. Possono svolgere anche attività diverse, purché ,però, siano secondarie e strumentali rispetto alle attività di interesse generale e previste dal proprio statuto.

Le onlus non rientrano in questa categoria degli Enti di Terzo Settore.

Per diventare ente del Terzo Settore ( ETS) occorre essere iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore , istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed articolato su base regionale, il cui accesso é telematico. Il registro é articolato in diverse sezioni e ciascuna di esse indica una diversa tipologia di ente del terzo Settore , suddivise in: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, imprese e cooperative sociali, reti associative, società di mutuo soccorso e ‘’altri enti’’. Nel registro ciascun ente deve indicare la tipologia alla quale appartiene, il soggetto titolare della legale rappresentanza, gli organi sociali, i poteri loro spettanti e le limitazioni dei loro poteri. I dati devono essere periodocamente aggiornati.

Le leggi che sono state abrogate sono:

1) la legge quadro sul volontariato (L.266/ 91);

2) la legge sull’associazionismo di promozione sociale ( L.383/2000); 3) il decreto legislativo istituito dalle onlus (D.lgs 460/97);

18

Cfr. Paolo B. , Riccardo B. , Luca G. , Fabio L. , Elena P. , Stefano R., La riforma del terzo settore, come

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4) il decreto legislativo istitutito dell’impresa sociale (D.lgs 155/ 06); 5) legge sulle erogazioni liberali (L.80/05);

6) la modifica di alcuni articoli della legge sulle cooperative sociali (L.381/ 91).

Anche i Centri di Servizio per il Volontariato sono oggetto di riforma per la loro missione, per la presenza territoriale e per le risorse ad essi destinate.

Mentre le Organizzazioni di Volontariato ( ODV) , le Associazioni di Promozione Sociale ( APS) e le Reti Associative possono assumere esclusivamente la forma giuridica di associazione, le altre tipologie degli enti del Terzo Settore (ETS) come enti filantropici , le imprese sociali ed altri enti possono essere anche dei soggetti non associativi , come fondazioni o società.

Nella nuova normativa sono state inserite le reti associative , cioé gli Enti di Terzo Settore costuiti in forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta che devono avere due requisiti principali :

1) associano, anche indirettamente attraverso gli enti ad esse aderenti, un numero non inferiore a cento ETS o in alternativa, almeno venti fondazioni, le cui sedi legali o operative siano presenti in almeno cinque regioni o province autonome;

2) che svolgano attività di coordinamento, tutela, rappresentanza, promozione o supporto degli ETS loro associati e delle loro attività di interesse generale, anche allo scopo di promuoverne la rappresentatività presso i soggetti istituzionali.

Sono state introdotte anche le reti associative nazionali, cioè le reti che associano un numero non inferiore a cinquecento ETS , oppure in alternativa , almeno cento fondazioni le cui sedi legali o operative siano presenti in almeno dieci regioni o province autonome e le associazioni con un numero non inferiore a cento mila persone fisiche associate e con sedi in almeno dieci regioni o province autonome. Le reti associative che si avvalgono di volontari, sono tenute ad iscriverli in un apposito Registro se svolgono la loro attività in modo non occasionale.

L’attività di volontariato può adesso essere esercitata in tutti gli ETS e non solo in alcune tipologie specifiche, quali, le ODV, le APS, le ONG e le cooperative sociali, già oggetto di specifiche norme in materia.

La nuova definizione di volontario è la seguente19: “Persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune, anche per il 19

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tramite di un ente del Terzo settore, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie della sua azione, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà”.

È rimasto invariato il principio di gratuità dell’attività di volontariato, in quanto l’attività svolta dal volontario non può essere in alcun modo retribuita. La qualità di volontario é incopatibile con qualunque forma di rapporto di lavoro retribuito con l’ente in cui è volontario , é associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria. Al volontario possono essere rimborsate dall’ente presso il quale svolge le sue attività, le spese effettivamente sostenute e documentate per l’attività prestata .

In particolar modo, le Organizzazioni di Volontariato ( ODV) e le Associazioni di Promozione Sociale ( APS) , reppresentano due particolari categorie di Enti di Terzo Settore nella quale lo stesso Codice ha previsto delle ‘’aggiunte’’.

Per quanto riguarda le Organizzazioni Di Volontariato , la loro forma giuridica é un’associazione riconosciuta o non riconosciuta , il cui numero minimo di associati dev’essere di sette persone fisiche o di tre Organizzazioni Di Volontariato. Può essere ammessa la partecipazione di altri Enti di Terzo Settore o di enti senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al 50% del numero delle Organizzazioni Di Volontariato. Le attività di interesse generale vengono svolte prevalentemente in favore di terzi e avvalendosi delle prestazioni dei volontari associati. Le Organizzazioni Di Volontariato possono assumere lavoratori dipendenti, avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo o di altra natura esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento oppure nei limiti occorrenti a qualificare o specializzare l’attività svolta. Il numero dei lavoratori impiegati nell’attività non può essere superiore al 50% del numero dei volontari.

Le Risorse economiche come le quote associative, i contributi pubblici e privati, le donazioni e i lasciti testamentari, le rendite patrimoniali, i proventi da raccolta fondi e da attività devono essere diverse da quelle di interesse generale.

Mentre per quanto riguarda le APS , le innovazioni riguardano :

1) la forma giuridica é quella di un’associazione riconosciuta o non riconosciuta. I circoli privati non rientrano in questa categoria;

2) Il numero minimo degli associati é di sette persone fisiche o di tre Associazioni di Promozione Sociale . Lo statuto può ,però, prevedere l’ammissione come associati di altri Enti di Terzo Settore , o senza scopo di lucro, a condizione che il loro numero non sia superiore al 50% del numero delle Associazioni di Promozione Sociale;

3) Le attività di interesse generale possono essere rivolte verso i propri associati,i loro familiari o a terzi, avvalendosi prevalentemente dell’attività di volontariato dei propri associati;

4) Le Associazioni di Promozione Sociale, inoltre, possono assumere lavoratori dipendenti, oppure avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo

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o di altra natura, anche dei propri associati, solo quando ciò sia necessario ai fini dello svolgimento delle attività di interesse generale ed al perseguimento delle finalità. Il numero dei lavoratori impiegati nell’attività ,però, non deve essere superiore al 50% del numero dei volontari o al 5% del numero degli associati.

Mentre per quanto riguarda le nuove forme di sostegno rivolte alle ETS possono essere classificate in due categorie:le agevolazioni finanziarie ( accesso al Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale, al credito agevolato e al Fondo sociale europeo, privilegi sui crediti, risorse finanziarie specifiche per le Organizzazioni Di Volontariato e per le Associazioni di Promozione Sociale, ( titoli di solidarietà e s o c i a l l e n d i n g ) e q u e l l a d e l l e a g e v o l a z i o n i r e a l i ( l ’ u t i l i z z a z i o n e g r a t u i t a d i s t r u t t u r e e d i b e n i p u b b l i c i e l e a u t o r i z z a z i o n i t e m p o r a n e e p e r l e m a n i f e s t a z i o n i p u b b l i c h e ) . I n v e c e p e r q u a n t o r i g u a r d a l a r e g o l a m e n t a z i o n e g e n e r a l e s u i c e n t r i d i S e r v i z i o p e r i l V o l o n t a r i a t o ( C S V ) l e i n n o v a z i o n i r i g u a r d a n o l a n a z i o n a l i z z a z i o n e d e l s i s t e m a ( c o n t r o l l o e f i n a n z i a m e n t o ) , l a s t a b i l i z z a z i o n e d e l l e r i s o r s e ( n e l t r i e n n i o ) , l a p u b b l i c i z z a z i o n e d e l s i s t e m a ( a c c r e d i t a m e n t o C S V , i l n u o v o c r i t e r i o d i a r t i c o l a z i o n e t e r r i t o r i a l e C S V e l ’ a c c r e d i t a m e n t o e d a u t o c o n t r o l l o ) . I n p a r t i c o l r m o d o , n e l c a s o d e l n u o v o c r i t e r i o d i a r t i c o l a z i o n e t e r r i t o r i a l e d e i c e n t r i d i S e r v i z i o p e r i l V o l o n t a r i a t o , l’Organo Nazionale di Controllo (ONC) f i s s a il n u me r o d e g l i en t i a c c r ed i t ab i li c o me C e n t r i di S e r v i z i o p e r i l Vo l o n t a ri a t o s u tu t t o il t e r r it o rio n a z i o n al e , s eg ue n d o d u e c r i t e ri : c r it e r i d e r o ga b i l i e c r it e ri i n d e r og a bi l i . I pr i mi , i c o s id e t ti c r i t e r i d e r og a b il i d e l l ’Or g a n o Na z i o n a l e di C on t r o ll o , p r e v ed e no c h e in p r e s en za d i sp e c i f i ch e e s i g e n z e d e l vo lo n t a r i at o , o , a c a u s a d i e si g en z e d i c o nt e n i me n t o d e i c o s ti s i a n o p r e s e n ti u n C e n t ro d i S e r v i z o p e r i l Vo l o nt a r i a to p e r o gn i a r e a me t r o p ol i t an a op pu r e u n c en t r o d i S e r v i z i p e r i l Vo l o n t a ri a t o p e r o g n i mi l i o n e di a b i t a nt i i n ri f e r i me n t o a l p un to p r e c e d e n t e . Ne l se c o n do c a so , c i o é n e l c as o d e i c r i te r i i nd e r o g ab i li d e l c e nt r o S e rvi z i p e r i l Vo l on t a r i a to , q u es t i p r e v e do no c he d e v ’e s s e r c i a l me n o u n C e nt r o d i Se r v i z i p e r i l Vo l on t a r i a to i n o gni r e g i o n e , no n p uò e s s e r c i s o v r ap p osi z i o n e di c o mp e t e n z e t e r r i to r i a li t r a i v a r i C e n t r i d i S e r v i z io p e r i l Vo lo nt a r i a t o ed in f i n e c h e in c i a s c u n a r e g io n e n o n p uò es s e r e a cc r e d i t a to un n u me r o d i C e n t ri d i S e r v i z i p e r il vo lo n t a r i at o s up e r i or e a qu e l li e si s t en t i n e l s is t e ma p r e v i g en t e .

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46

CAPITOLO

2:

LA

METODOLOGIA

DELLA

RICERCA

SOCIALE

DI TIPO QUANTITATIVO

APPLICATA ALLA

RICERCA CESVOT 2018

2.1 L’ inchiesta campionaria nella ricerca sociale

L’inchiesta campionaria chiamata anche survey rappresenta la tecnica di ricerca quantitativa più diffusa. Quando si vuole conoscere un determinato fenomeno sociale individuale o collettivo, possiamo raccogliere le informazioni in due modi : attraverso l’osservazione e attraverso le domande. L’osservazione é la via più immediata, mentre l’interrogazione é la via obbligatoria per esplorare le motivazioni, gli atteggiamenti, le credenze, le aspettative, ecc.. . In genere, quando si vuole studiare un fenomeno e raccogliere i dati interrogando direttamente i soggetti coinvolti nei fenomeni sociali studiati, si possono utilizzare diverse strategie: l’inchiesta giornalistica, il censimento, il sondaggio, la somministrazione di un questionario. Lo strumento di rilevazione più diffusa é l’inchiesta campionaria o survey che deriva dal verbo inglese to survey , che significa passare in rassegna, esaminare. Per inchiesta campionaria si intende ‘’un modo di rilevare le informazioni interrogando gli stessi individui oggetto della ricerca, appartenenti ad un campione rappresentativo, mediante una procedura standardizzata di interrogazione, allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili20 ‘’. Da questa descrizione si può evincere che l’inchiesta campionaria comporta la formulazione di domande spesso in forma orale, a volte in forma scritta. Queste domande possono essere formulate o attraverso delle interviste faccia a faccia, mediante delle interviste telefoniche,oppure, attraverso l’autocompilazione da parte degli intervistati e sono rivolte direttamente agli individui che sono oggetto di indagine. La survey utlizza tecniche di campionamento di tipo statistico per selezionare i casi da intervistare. Questo viene fatto per ridurre sia i tempi che i costi e perché per motivi di tempi e costi sarebbe impossibile contattare tutta la popolazione. Inoltre, per poter comparare tra loro le risposte dei soggetti, é necessario che tutti i soggetti intervistati rispondano alle stesse domande formulate nello stesso modo. Per cui l’interrogazione dei soggetti campionati deve avvenire attraverso una procedura standardizzata. La standardizzazione dello stimolo é un elemento fondamentale dell’inchiesta campionaria in quanto é finalizzata a garantire la compatibilità delle risposte e la possibilità di analizzarle con gli 20

Cfr. P. Corbetta, La ricerca sociale : metodologia e tecniche, vol. II Le tecniche quantitative , Il Mulino, 2003, pag. 124.

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strumenti della statistica. Questa invarianza dello stimolo, serve a minimizzare delle eventuali differenze di interpretazione tra gli intervistati. Per questo motivo il ricercatore deve essere sicuro che l’intervistato comprenda la domanda alla stessa maniera che il ricercatore la intende. L’inchiesta campionaria, poi , include delle correlazioni tra variabili, modelli causali , tecniche di analisi multivariata, ecc.. . Il carattere principale della survey è il fatto che si tratta di un’indagine condotta su un campione rappresentativo della popolazione studiata. L’inchiesta campionaria ha una storia antica nella ricerca sociale. L’idea di ricavare delle informazioni chiedendole direttamente agli stessi soggetti studiati fu un’idea di Marx e poi di Weber. Nel 1880 Marx inviò 25.00021 copie di un questionario ai lettori della Révue socialiste , con domande aperte sulle loro condizioni di vita. Anche Weber fra il 1880 ed il 1910 fece ricorso diverse volte ai questionari per studiare alcuni problemi sociali come le condizioni di lavoro nelle campagne della Prussia orientale . Per poter indagare mandò dei questionari postali ai proprietari agricoli e ad i pastori protestanti, mentre invece, per studiare gli effetti del lavoro nella grande industria sulla struttura della personalità e gli stili di vita degli operai, somministrò il questionario sia a gli osservatori privilegiati che agli stessi operai. Simili ricerche condotte anche in Inghilterra avevano lo scopo di raccogliere informazioni sulla vita dei poveri, degli operai e degli emarginati. Ma questi primi studi si basavano sul presupposto che fino a quando la natura e l’estensione di questi problemi non fosse misurata, si poteva fare ben poco per poterli risolvere. La vera novità arrivò allorquando venne affermato il principio secondo il quale per conoscere la distribuzione di un certo numero di variabili in una determinata popolazione non é necessario studiare tutta la popolazione , ma é sufficiente studiare un campione opportunamente prescelto che può dare dei risultati altrettanto accurati . Questo principio venne introdotto negli scritti dello statistico polacco Jerzy Neyman verso la metà degli anni trenta. Poi questo principio si é diffuso rapidamente anche nelle ricerche condotte negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, a partire dagli anni ottanta due sviluppi tecnologici hanno contribuito a diffondere l’inchiesta campionaria. Questi sono stati ,sia la diffusione del telefono nelle popolazioni occidentali , che ha fatto sviluppare la nascita e la diffusione delle interviste telefoniche permettendo così la comunicazione in modo economico e veloce con le persone da un capo all’altro del mondo e dall’altra parte la diffusione del personal computer che ha messo ogni singolo ricercatore nella condizione di poter trattare ampie masse di dati in tempi rapidissimi e senza passaggi intermedi.

21

(24)

48

2.2 Il questionario

Il termine questionario deriva dal latino ‘’quaestio22’’ che significa domanda. Nell’approccio quantitativo il questionario é lo strumento di rilevazione più importante per raccogliere le informazioni dall’oggetto di ricerca. Il questionario è composto da un’elenco di domande e di risposte prestabilite, standardizzate, per cui uguali per tutti gli intervistati. La strutturazione delle domande e delle risposte deve garantire la neutralità dello strumento di rilevazione. Le formulazione delle domande deve garantire l’inavarianza dello stimolo, cioé é necessario che sia possibile porre a tutti i casi le stesse domande e allo stesso modo. Le risposte possono essere considerate fedeli all’opinione dei soggetti garantendo così l’uniformità degli stimoli che a sua volta garantirà l’uniformità dei significati. Ma poiché nelle ricerche sociali l’oggetto di studio interagisce con il ricercatore, l’invarianza dello stimolo non può mai essere perseguita totalmente. Anche nelle risposte accade questo. Infatti, le risposte possono essere influenzate dai differenti contesti sociali o dai vissuti personali, per cui le risposte fornite da tutti gli intervistati non vengono date allo stesso modo. Può accadere che se le stesse domande vengono fatte ad uno stesso intervistato dopo un certo arco di tempo, seppure limitato, l’intervistato potrebbe cambiare opinione su un determinato tema, fornendo così risposte diverse a distanza di tempo. Per questo motivo la creazione di un questionario è una fase molta delicata. Occorre scegliere nel dettaglio le domande e le risposte. Per cui, se il questionario non garantisce la standardizzazione dello stimolo e della risposta e se le domande non vengono progettate seguendo delle regole precise, gli errori che vengono fatti in questa fase iniziale si ripercuoteranno a cascata nelle successive fasi della ricerca. La formulazione e l’organizzazione delle domande sono molto importanti. Il questionario si apre con una prima parte che riguarda le domade socio-anagrafiche. Sono quelle informazioni che vengono rilevate in ogni tipo di ricerca indipendentemente dal tema oggetto di indagine e dagli scopi della ricerca. Una delle prime decisioni che il ricercatore deve prendere al momento della formulazione di una domanda é la scelta della sostanza e della forma con cui vuole porre una domanda. Un questionario può apparire come una sequenza banale, ma in realtà non lo è23. La formulazione di un questionario è un’impresa complicata e difficile, richiede un lungo impegno ed una grande attenzione. In genere per la stesura di un buon questionario occorre una certa esperienza da parte del ricercatore, la conoscenza della popolazione alla quale il questionario dev’essere 22E. Amaturo , Metodologia della ricerca sociale, Utet, 2012.

23

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somministrato e la chiarezza delle ipotesi di ricerca. I questionari vengono creati sottoforma di batterie di domande24. In questo caso le domande vengono tutte formulate allo stesso modo (prevede la stessa domanda introduttiva , le stesse domande e le stesse risposte), cambia solo l’intervistato al quale vengono proposte in un unico blocco. Queste domande formulate come batterie di domande hanno lo scopo di risparmiare spazio sul questionario, tempo di intervista, facilitare la comprensione del meccanismo di risposta e permettere al ricercatore di costruire indici sintetici che riassumono in un unico punteggio le diverse batterie di domande. Le domande posso essere: chiuse, aperte e semiaperte25.

Le domande chiuse26 sono le più utilizzate e presentano una serie di alternative di risposte prestabilite. Il compito dell’intervistato é quello di scegliere tra le diverse possibilità di risposta, ma questo tipo di domande presentano sia dei vantaggi che degli svantaggi. Un primo vantaggio é la presenza di un ventaglio precostituito di risposte che stimola il soggetto a rispondere in modo coerente al suo stato. Infatti, questo tipo di domande chiarisce all’intervistato qual è il quadro di riferimento inteso ed offre lo stesso quadro a tutti. Gli altri vantaggi possono essere il fatto che la domanda chiusa facilita il ricordo, nel senso che ogni alternativa proposta equivale ad un promemoria per l’intervistato, la domanda chiusa stimola l’analisi e la riflessione e di conseguenza costringe l’intervisttao ad uscire dalla vaghezza e dall’ambiguità. Un altro vantaggio è la comparabilità dei risultati, ciò significa che il ricercatore può facilmente confrontare i risultati delle risposte. Un ultimo vantaggio è quello della possibilità di ricorrere a dei codici alfanumerici per identificare le risposte in modo da favorire l’analisi dei dati. Una volta risposto si è molto vicini alla costruzione della matrice dei dati27 . Gli svantaggi sono, invece , il fatto che una domanda chiusa lascia fuori tutte le alternative di risposta che il ricercatore non ha previsto, imponendo così lo schema concettuale del ricercatore. Un altro svantaggio é quello di influenzare e di suggerire le risposte anche a chi non ha un’opinione su quell’argomento. Si rischia che l’intervistato risponda a caso. Le risposte offerte non hanno un uguale significato per tutti. Pertanto la precodifica delle risposte finalizzata ad ottenere la compatibilità tra di esse rischia di diventare un’ illusione se gli intervistati attribuiscono un significato diverso alle risposte fornite.

24

Cfr. P.Corbetta, La ricerca sociale:metodologie e tecniche, Vol. II , Mulino, 2003

25Cfr.E.Amaturo,metodologia della ricerca sociale,Utet 2012 26

Cfr. Ivi

27

Matrice dei dati. Per poter analizzare i dati con tecniche statistiche é necessario che sia le domande , sia le risposte siano standardizzate, cioé siano organizzate sulla base di uno schema di classificazione comune a tutti i soggetti. La matrice dei dati viene prodotta a conclusione della rilevazione e rappresenta la base di tutte le sucessive elaborazioni statistiche.

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Le domande aperte28 non hanno delle risposte predefinite per cui il l’intervistato può rispondere liberamente ed in maniera del tutto personale. Questo accade o quando il ricercatore non conosce tutte le possibilità di risposta ,oppure , quando si vogliono cogliere delle sfumature soggettive considerate salienti nella ricerca. Spesso si pensa che questo tipo di risposte sia vantaggiosa perché permette la libertà di espressione. Ma presenta invece degli svantaggi perché in questo caso per rendere compatibili i risultati, una volta che vengono analizzate le risposte, queste ultime vengono chiuse e codificate ex post. Per cui una volta registrate le risposte, si è ancora a metà nella costruzione della matrice dei dati.

Le domande semiaperte29 si hanno quando al termine di una classificazione prestabilita di risposte si aggiunge il termine ‘’altro’’, chiedendo all’intervistatore di specificare. Questo tipo di domande servono per avere maggiori informazioni sulla risposta fornita oppure per agevolare il soggetto qualora non scelga nessuna delle risposte fornite, ma presenta per lo più degli svantaggi in quanto l’intervistato nella maggior parte dei casi sceglie le risposte fra quelle proposte , difficilmente un intervistato sceglie l’opzione ‘’altro’’ a meno che non abbia un’idea ben chiara sull’argomento ed una ferma posizione in merito.

Un aspetto molto importante nella costruzione di un questionario é l’ordine delle domande30. Le domande chiuse devono essere poste all’inizio di un questionario, mentre le domande aperte è preferibile che occupino la parte finale di un questionario. Questo perchè le domande aperte richiedono una riflessione maggiore e tempi più lunghi per formulare una risposta. Per cui è meglio porre le domande socio-anagrafiche all’inizio del questionario in quanto sono più semplici e riguardano dei dati sui quali l’intervistato non deve riflettere. Successivamente si possono introdurre domande relative a delle opinioni o ad atteggiamenti. Le domande devono seguire un ordine logico. Occorre anche introdurre delle domande che poi verranno approfondite in un secondo momento con altre domande più specifiche su quell’argomento. Si deve pertanto formulare un questionario che sia abbastanza discorsivo in modo da non annoiare l’intervistato.

Poiché si deve interloquire con un individuo, allo scopo di raccogliere i dati necessari all’indagine, la formulazione delle domande deve seguire delle regole ben precise. Il modo in cui è formulata una domanda può influenzare la risposta. Anche i minimi cambiamenti di espressione verbale delle domande possono

28

Cfr.Ivi

29Cfr.Ivi 30

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produrre sensibili variazioni nelle domande. Pertanto, le regole da seguire da seguire sono31:

1) la semplicità del linguaggio. Dal momento che le domande sono standardizzate, quindi uguali per tutti, occorre impiegare un linguaggio semplice ed accessibile a tutti ;

2) la lunghezza delle domande. Le domande devono essere brevi e coincise per mantenere sempre alta l’attenzione sul focus della domanda e il ricordo dell’intervistato.

Le domande lunghe possono essere utilizzate solo in caso di problematiche complesse in quanto ne facilita il ricordo e dà all’intervistato più tempo per rispondere;

3) numero delle alternative di risposta. Nelle domande chiuse le altrenative di risposta non possono essere troppo numerose. Se vengono presentate a voce non dovrebbero essere più di cinque. Nei casi in cui le alternative di risposta prevedano un numero superiore, occorre presentare all’intervistato un cartellino nel quale le risposte sono riportate in forma chiusa;

4) espressioni in gergo. È meglio non utilizzare espressioni in gergo perché potrebbero irritare l’intervistato o essere considerate ridicole;

5) definizioni ambigue. Occorre fare molta attenzione a non utilizzare termini che non abbiano un significato ben definito;

6) parole dal forte connotato emotivo. È meglio evitare i termini carichi di significato emotivo, soprattutto quelli negativi;

7) domande sintatticamente complesse. La domanda deve avere una sintassi lineare e semplice. Evitare le doppie negazioni o evitare di sottoporre all’intervistato una domanda in forma negativa. Meglio utilizzare sempre affermazioni positive;

8) domande con risposta non univoca. Vanno evitate le domande multiple , cioé quelle che all’interno di una domanda ne includono anche altre ;

9) domande tendenziose. Il ricercatore deve evitare di costruire una domanda nella quale l’aggettivazione utilizzata , gli esempi o l’accostamento delle parole influenzi e orienti la risposta dell’intervistato. Il ricercatore deve formulare le domande in modo equilibrato ;

10) l’effetto memoria . Questo può avvenire in diversi modi. Nel caso di

un questionario non autocompilato l’intervistatore legge la domanda e le alternative di risposte al suo interlocutore. Se la domanda è lunga e viene formulata in modo complesso l’intervistato potrebbe distogliere la propria

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attenzione e perdersi un passaggio importante nel quesito che gli viene posto. Inoltre, le domande relative a fatti e comportamenti avvenuti nel passato provoca difficoltà dovute ad incompletezza o distorsioni nel ricordo. Occorre collocare la domanda in un breve arco temporale ;

11) sequenza delle domande. Bisogna tenere presente le dinamiche che si

instaurano tra l’intervistatore ed un suo intervistato. Il rapporto che si instaura è di tipo asimmetrico. Da una parte c’è l’intervistato che ha dimestichezza con la situazione di intervista , per cui ne conosce le modalità e le finalità. Dall’altra parte c’é l’intervistato che non sa perché viene intervistato, non capisce perché è stato scelto proprio lui o ha paura di dare delle risposte sbagliate. Per cui occorre mettere a suo agio l’intervistato e fargli capire come funziona l’intervista. Si devono porre prima delle domande semplici che hanno lo scopo di rassicurare l’intervistato. Bisogna saper tenere alto l’interesse ed evitare la stanchezza dell’intervistato. L’attenzione e l’interesse dell’intervistato seguono una curva crescente fino a metà dell’intervista, poi decresce. Per cui si devono porre le domande più impegnative nella parte centrale del questionario, lasciando alla fine le domande più noiose che non richiedono molta attenzione.

2.3 Le tecniche di somministrazione di un questionario

Esistono diverse modalità di somministrazione di un questionario che si possono suddividere in due tecniche : la paper & pencil (P&P ) e le C.A.S.I.C.32.

Il metodo paper & pencil si suddive in tre tecniche di somministrazione del questionario: quella face to face che è una delle modalità più utilizzate nella survey. Prevede la presenza di un’intervistatore che ha il compito di leggere le domande all’intervistato in modo standardizzato . L’intervistatore deve leggere le domande allo stesso modo e nello stesso ordine per tutto il campione. Questa è una tecnica utilizzata preferibilmente nelle indagini su temi sensibili che suscitano una profonda riflessione da parte dell’intervistato. L’intervista face to face può avvenire in home , cioé in un luogo familiare all’intervistato, ad esempio in casa, in ufficio, ecc.. , oppure può avverine in hall , cioé in un luogo pubblico , ad esempio in ambulatori, scuole, ecc.. . Nel caso in cui l’intervista avvenga in home è necessario che l’intervistatore fissi un appuntamento con l’intervistato. Questa tecnica ha un vantaggio perché un’intervistato essendo in un luogo più familiare è 32

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