Corso di Laurea in
Lingue e Letterature Orientali
Tesi di Laurea
Profilassi e medicina moderna in Cina:
una prospettiva storica
Relatore
Prof. Laura De Giorgi
Laureanda
Francesca Dore
Matricola 767616
Anno Accademico
2014/2015
前言
这篇论文的题目是在中国 的近代防疫制度引进和推广, 从19世纪初到中华人民共和国的成
立。
两百世纪以前,中国和欧洲的国家没有防疫及保健制度因为最大的细菌学发现没有发生过。
在19世纪时期著名的医师,比如 爱德华·琴纳 (Edward Jenner)、 路易·巴斯德 (Louis
Pasteur)、亞歷山大·耶爾森 (Alexandre Yersin)、北里·柴三郎 (Shibasaburo Kitasato)、罗伯 特·科赫 (Robert Koch)、 发现了最害傳染病的致病菌 . 这些科学发现引起了病原学上的革命。新细菌学的道理在防疫上展现出新的科学远景。在中 国最广泛的傳染病是痘疹,比如天花,痲疹或者疹子,风疹和食物或飲水传染病, 比如癨 亂,溩痧症,伤寒和別的巨大传染病: 鼠疫。 这些疾病的傳染都不同,第一种的傳染是空气傳染,第二种最常见的感染原因是食用被病人 粪便污染过的水。 中国最早知道用種痘来预防天花。中国醫生充分认识到"防病重于治病"及"良醫常治無病之病 "的道理。 18世纪天花在欧洲广泛流行,死于此病者达亿万人以来。18世纪末(1793),爱德华·琴纳证 实对人接种牛痘苗族能便人获得对天花的永久免疫能力, 换救了无数科学生命。他的成功 还为人类开辟了一个新的领域:免疫学。他是在科学基础上征服传染病的先驱。爱德华纳·琴 纳的近代牛痘苗于一八〇三年到达中国。这是一起重要的历史事件因为它代表第一个近代防 疫器具引来中国。 爱德华纳·琴纳 的牛痘苗技术和種痘的技术是很像,所以中国人民没有问题对新的牛痘苗技 术。 两百年以前欧洲和中国的城市没有卫生设备, 比如下水道,导水管,等等 。19世纪中期在
德国和英国一些著名醫生約翰·斯諾 (John Snow) 和佩滕科弗(Max von Pettenkofer),为了世 界上第一次认为食物或飲水传病的传染与水和土壤条件有关。 在1854年約翰·斯諾用检查,统计方式找到霍亂来源被认为是流行病学的开创者之一。他原 来就是不相信当代主流的沼气之類秽之空气引起霍亂,黑死病等流行疫的说法 (就是古希腊 时期开始的 teoria dei miasmi,细菌致疫的疾病细菌学说,是1862 巴斯德的实验才确立)。 約翰·斯諾和佩滕科弗在城市里引进了一些卫生设备:下水道的健设,饮用水的检查和环境污 染的检查。 在上海和別的居留地当局采取近代保健应对措施,包括下水道的健设、环境污染的控制、污 水抗和公共厕所的检查, 颁布新的衛生法规。 在19世纪末和20世纪初的時期在中国发生了两个鼠疫大流行。1894年、19101911年的广东 和北滿的大流行是对这两个省人口生存的威胁与挑战,也是公共卫生事业的压力和促进。在 鼠疫傳染的时期,从1894到1911,发生了最大的卫生行政进步。在台弯、香港,英国和日
本殖民地,最早的衛生處出现及通过警察的管制近代的防疫制度完全有实行。在这些英国和 日本殖民地管理人员决定了建立传染病醫院,行预防注射的运动,衛生检查和清洁堆满垃圾 的房屋。 19世纪末期港英政府的看法在于公共政策。早在1883年,港英政府成立了专门的卫生局。 1894年卫生局被赋予相当广泛的权利,包括对私人居所的检查,清洁堆满垃圾的房屋,將傳 染病人移至隔离的醫院等等。19世纪英国的医学界并不相信病菌学说。环境卫生医学的思想 对英国及其殖民地的医学影响至深,1894年的鼠疫流行给公共卫生理论的应用提供了一个机 会,疫病的发生似乎证明了公共卫生家的正确性质原来,疾病首先出现在拥挤、肮脏的环境 中、特别发生在香港穷人的居住区中。当亞歷山大·耶爾森、北里·柴三郎 各自独立地在香港 分离出鼠疫桿菌(yersinia pestis)的時候,西方医学界还没有认识到腺鼠疫是一種鼠蚤转播的 疾病。他们还认为这些危险的微生物与中国人的生活环境和生活习惯有关。英国的当局觉得 鼠疫是一种肮脏原始的疫病,与染病者的不文明程度有关。 19101911年发生在中国东北的鼠疫,给中国北方人民的生命则产造成了巨大灾难。面对灾 难、省份政府及各地方当局采取各种防疫应对措施,包括组建各级防疫组织, 颁布各种防 疫法规、推行火葬、制定严格的疫情报告制度和查验隔离制度。清政府加强与世界各国的防 疫合作、召开国际防疫研究会 (萬國會) 和建设东三省防疫事務處。 在民国成立之后, 民国的政府设立近代的一些卫生處、局和一个市区衛生事務所:京師警察 廳試辦公共衛生事務所。 这个行政是全国现代化规划的一部分及19101911年的北满大流行防疫方法的承认。 当时北京是中国的政治、经济和卫生制度的中心。北京的卫生机关除了內務部衛生司全国最 高的行政中区,包括別的中央、市政、警察领导的衛生机构。 京師警察聽衛生處分三科: 办理清道路,埋葬,检验牲畜,取締食物药品,管理医士医院。 京師警察聽衛生處关于防疫行动化验,检查体格和別的事略作检验娼妓。它还有一个附社外 成官醫院。 京都市政公所行政處衛生科:这个市政公所行政處行便监督衛生只能; 它领导京都市政公所行 政處衛生科附社的傳染病醫院和內成de官醫院;分傳染病和普通病症的诊治 中央防疫處:分总务疫務机术三科:办理各项衛生,防疫,检查製造,事務,疫务科的检诊室 ,专代大家都的醫士醫院,施行细菌学 和血清学的原理和寄生虫学 的检查。中央防疫處的 技术科制造各项血清 和 疫苗为了防治疫病。 內務部衛生实验所: 化验各项飲食物及药品,一次地方官廳 的监督。 民國十五年,1925年,在北京奉京市警察廳前朱总监深令社立京師警察廳試辦公共衛生事務 所。以试办地方公共衛生为宗旨。第一任所長方擎接洽由央防疫處和北京協助和醫學校,协 助办理,暂以內左二区为了试斑区域。这个城市区域內的居民是五萬八千人的。京師警察廳 試辦公共衛生事務所设立在內務部街。京師警察廳試辦公共衛生事務所的衛生行政承京師总 监之命,该會由董事会协助施行,市政公所行政處處長,和別的协助机关的代表组织这个衛
生行政制。京師警察廳試辦公共衛生事務所內分了三科: (一)衛生科掌理一般衛生, 检查飲 食物品,飲水,等,(二)统计兼防疫科掌理生死疫病统计,调查死亡原因,施行预防注射 (三)保健科掌理学校和工厂的衛生,而且设有衛生诊疗所,及公共衛生看护为了增援人民的 健康。 除了述的职责以外, 京師警察廳試辦公共衛生事務所有两个大的特征: (一) 採取治病与防病 联合的方針,一面竭力推行公共衛生施设,一面又设诊疗所随时施醫 (二)京師警察廳試辦公 共衛生事務所為造就人才起见,欢迎醫學生,及看护生来所实地练习,和予以種種机会 以 资深造焉。 在京師警察廳試辦公共衛生事務所內边很多北京協和醫學校的醫学生直接体验地方治防的问 题,他们当中有一些將来公医行政處長,比如刘瑞恒,國民党的第一位衛生部部长。 在國民党的时期推广一个新的衛生方針根据民国衛生和国家的加强是紧紧地连在一起。在这 个历史时期国民党的政府设立中央公醫行政机关。这个中央公醫行政机关包含中央,市政, 地方衛生行政机关。衛生部是中央衛生行政机关的最高行政中枢,它分了五行政司:總務司 ,醫政司,保健司,防疫司和統計司。 醫政司分三科:第一科管理地方衛生行政,第二科办理醫一般行医和取缔药品,第三科管理 衛生教育。保健司也有分了三科: 第一科管理学校衛生,保護孕產婴孩 等事项, 第二科掌理 工厂衛生,第三科查验飲食物品及飲水等。 防疫司分了三科: 第一科管理傳染病的檢查,第二科检查牲畜,第三科掌理防疫病和办理傳 染病醫院。 衛生部还掌理衛生處(省份政府的衛生處),衛生局(市政衛生局外),中央衛生試驗所,中央 防疫處,中央政府衛生設施試驗所和助產教育委員會。 一九二八年八月中央衛生委員會公布一条衛生规定。这条衛生规定的结构是为了將來的市政 ,市镇,县,乡的衛生行政的基础。 首次,在国民党时期,在农村理现来了衛生事務所出来。在河北省定县,陈志潜医生实现定 縣實驗(定县实验),第一门社区医学实验。他建立农村的县、乡、村、三分级保健网并从村 庄中挖掘来自村民的卫生工作者一一他是本村人,少量的基本培训,一个急救套装盒,几种 基本药品,工作時接受村卫生站的指导 这位乡村的衛生試驗是很重要因为应用了近代科学知识及近代保健制度在农村。在定縣衛生 人员採取了治病于防疫联合起來的道理。 定縣實驗分三地位: 县城衛生局,区衛生事務所,乡镇衛生单位。县城衛生局有一个医院和 衛生实验所,掌管衛生行政,办理一共衛生和保健,防疫病,平民学校教育,地方医务人员 的教育和发育。区衛生事務所管理医务人员的检查、平民衛生教育、施行預防注射。比如破 傷風預防注射,牛痘苗,霍亂疫苗行滅虱运动。乡镇衛生单位掌理生死统计及急救站行了天 花種痘。 这个公共卫生模型是中华人民共和国卫生制度的基基础。
Indice 前言 p.1 Introduzione p. 6 Capitolo 1. L’introduzione in Cina del primo metodo di prevenzione moderna: la vaccinazione di Jenner 1.1. La variolizzazione p. 11 1.2 Le epidemie di vaiolo e la variolizzazione come prima forma di prevenzione p. 12 1.3 La tecnica della variolizzazione p. 16 1.4 La diffusione della pratica della variolizzazione p. 19 1.5 Il vaccino di Jenner e la sua introduzione in Cina p. 20
1.6 Da Occidente ad Oriente: il Variola virus come causa, il vaccino come cura p. 21 1.7 La tecnica della vaccinazione e la sua accettazione tra la popolazione cinese p. 25 1.8 Il ruolo dei mercanti, dei vaccinatori e delle Istituzioni Caritatevoli p. 27 nella prevenzione del vaiolo 1.9 La diffusione della vaccinazione e il ruolo dei medici missionari p. 33 1.10 La diffusione della vaccinazione di Jenner nelle maggiori città cinesi p. 37 Capitolo 2. Medicina preventiva, salute pubblica in Cina all’alba della fondazione della Prima Repubblica 2.1 Le premesse p. 44 2.2 La rivoluzione batteriologica, il movimento igienista e la Cina p. 45 2.3 L’urbanizzazione e le condizioni igienico sanitarie delle maggiori città cinesi p. 50 in relazione alla diffusione delle epidemie 2.4 L’introduzione di un moderno sistema di prevenzione: Shanghai e p. 57 l’organizzazione sanitaria nelle Concessioni straniere Capitolo 3. La peste: una nuova amministrazione della malattia 3.1 L’epidemia di peste bubbonica nel sud della Cina p. 70 3.2 Medicina cinese, eziologia e prevenzione della peste p. 74 3.3 L’epidemia di peste e l’introduzione delle moderne misure di profilassi p. 76 3.4 La terapia profilattica: il vaccino contro la peste p. 84 3.5 L’organizzazione sanitaria nei porti cinesi in seguito all’epidemia di peste p. 91
Capitolo 4. Il XX secolo: l’amministrazione sanitaria moderna 4.1 La creazione delle prime amministrazioni sanitarie moderne all’interno p. 96 dei Dipartimenti di Polizia 4.2 L’epidemia di peste polmonare in Manciuria: amministrazione sanitaria e p. 98 profilassi 4.3 La Conferenza Internazionale contro la peste e l’istituzione del 东北防疫處 p. 108 4.4 Il periodo repubblicano e la responsabilità governativa in materia sanitaria p. 113 4.5 L’istituzione del 中央防疫處: il Dipartimento Nazionale contro le epidemie p. 115 4.6 Organizzazione sanitaria nelle Municipalità: la creazione dei Dipartimenti p. 118 sanitari 4.7 Pechino e l’istituzione della 京師警察聽試辦公共衛生事務所 p. 121 Conclusioni 5.1 Un nuovo modello di sanità pubblica p. 126 5.2 Salute e prevenzione nelle campagne p. 129 5.3 La profilassi e la produzione dei vaccini p. 131 5.4 Il futuro p. 132 Bibliografia p. 132 Sitografia p. 144 Immagini Fig.1: trasporto dei liquami attraverso le giunche p.53 Fig.2: recipienti per il trsporto dei liquami p. 54 Fig.3: 水夫 mentre prelevano l’acqua contaminata dalle rive del fiume p. 56 Fig.4: Hong Kong, agosto 1894: truppe inglesi mentre distruggono i rifiuti delle p. 80 abitazioni cinesi infette Fig.5: Hong Kong: vetreria dismessa adibita a ospedale temporaneo p. 81 Fig.6: medici cinesi mentre praticano la vaccinazione contro la peste p. 87 Fig.7: Manzhouli, 1910: baraccopoli in cui vivevano gli operai cinesi durante p. 99 l’epidemia di peste Fig.8: interno delle baracche p. 100 Fig.9: equipe medica pronta per eseguire le ispezioni sanitarie durante l’epidemia p. 103 di peste del 19101911. Fig.10: mappa delle strutture sanitarie presenti a Pechino nel 1928 p. 124
INTRODUZIONE
Obiettivo di questa ricerca sarà quello di affrontare il tema dell’introduzione e della diffusione delle moderne pratiche di profilassi in Cina in un arco temporale che va dagli inizi del XIX secolo alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
La costituzione di un sistema di prevenzione primaria fu un processo complesso che vide il coinvolgimento di attori diversi, il governo, la società, gli individui, i malati, i medici, e che mise in campo saperi e pratiche che fino agli inizi del 1800 erano sconosciuti sia in Oriente che in Occidente.
Inizialmente questa ricerca cercherà di dimostrare come, sia la Cina che l’Europa e l’intero Occidente, agli inizi dell’ottocento, fossero sprovviste di nozioni scientifiche che avrebbero permesso l’elaborazione di un conseguente e necessario sistema di prevenzione che inizialmente si svilupperà in Europa e successivamente in Cina, grazie alla maggiore velocità degli scambi di informazioni internazionali resi possibili dai moderni mezzi di trasporto.
In realtà, la variolizzazione, prima pratica di prevenzione conosciuta al mondo, era praticata in Cina già dal X secolo d.C., tuttavia, ad essa e non è possibile ricondurre lo sviluppo di un conseguente modello di prevenzione moderna.
Nel 1796 Edward Jenner, nel suo laboratorio di Londra isolò il batterio causa del vaiolo, il
Variola virus , e attraverso il materiale contenuto nelle lesioni provocate dal vaiolo bovino, una forma attenuata del virus, fu in grado di produrre il vaccino contro il vaiolo. Nella pratica le due forme di immunizzazione dalla malattia seguivano una tecnica simile, una l’inoculazione e l’altra la scarificazione utilizzando entrambe il materiale contenuto nelle pustole. La sostanziale differenza che renderà Jenner universalmente conosciuto come padre dell’immunologia fu la sua capacità di identificarne la causa, di isolarla e nominarla stabilendo, quindi, il concetto di contagio, fino ad allora sconosciuto, e il suo ruolo nella trasmissione delle malattie, aprendo in questo modo la strada a quella che sarà definita la rivoluzione batteriologica che porterà all’isolamento e all’identificazione entro la fine del XIX secolo dei batteri patogeni della maggior parte delle malattie infettive più temute: il colera, il tetano, la rabbia, la tubercolosi, e infine la peste.
La storia della sanità pubblica e delle misure di profilassi da essa adottate si intreccia con la malattia e il suo controllo sia che essa sia presente in forma epidemica o endemica.
Essa, inoltre, declina le misure da adottare per la prevenzione delle malattie infettive in base alla linea del contagio. La trasmissione delle malattie di origine orofecale, come colera, il tifo, le febbri tifoidee e le altre malattie gastrointestinali, avviene per ingestione di cibi o bevande contaminati da particelle fecali e l’endemicità di tali malattie è legata alle condizioni igienico
sanitarie domestiche ed urbane, mentre per le malattie il cui contagio avviene per via aerea, come il vaiolo, morbillo, e altre malattie esantematiche, la profilassi è legata essenzialmente all’interruzione della catena del contagio da persona a persona e di conseguenza la prevenzione è strettamente collegata non solo ai comportamenti personali, ma anche alla somministrazione di un’adeguata terapia profilattica, come il vaccino.
Nel primo capitolo di questo studio ho cercato di analizzare il tema dell’introduzione del vaccino di Jenner, da me considerato lo strumento attraverso il quale il primo metodo di prevenzione moderna mosse i primi passi in Cina, per poi passare all’analisi delle condizioni sanitarie presenti nelle maggiori città cinesi, necessaria a mio avviso per comprendere l’urgenza dell’introduzione di nuove misure igienico sanitarie per contrastare non solo le epidemie già indicate, ma soprattutto quelle di peste che si verificheranno durante l’ultimo decennio del XIX secolo nel sud e alla fine del primo decennio del XX secolo nel nord della Cina.
Il legame con l’Occidente sarà decisivo, a mio avviso, nell’elaborazione dei nuovi piani urbanistici che all’interno della costituzione di un nuovo assetto urbano prevedeveno l’adozione di moderne misure di profilassi come la costruzione di fognature, il controllo delle latrine, dei canali discolo, dei pozzi neri e la gestione dei rifiuti organici e inorganici.
Il modello di amministrazione sanitaria adottata all’interno dell’Insediamento Internazionale di Shanghai sarà adottato non solo nelle altre Concessioni, ma anche dai governi municipali e provinciali, inizialmente nel nord della Cina, dove dopo il 1903, iniziarono a sorgere le prime amministrazioni sanitarie moderne.
Shanghai diverrà il prototipo di ammistrazione sanitaria urbana moderna in Cina, e concentrerà in sé tutti I progressi verificatisi nel campo della profilassi e dell’epidemiologia in Europa nella metà dell’ottocento. Verso la metà del XIX secolo era sorto in Germania il movimento igienista, il cui fondatore, Max von Pettenkofer, identificò nel terreno inquinato dai rifiuti e dai liquami il terreno fertile per la propagazione e la diffusione delle malattie come il tifo e il colera la cui trasmissione per via orofecale era strettemente collegata all’ingestione accidentale di particelli derivanti da materiale fecale. Ulteriori progressi in questo campo furono compiuti da John Snow, che nel 1854 realizzò il primo studio epidemiologico sul colera, monitorando la città di Londra durante l’epidemia e collegando la sua diffusione alla distribuzione di acqua contaminata da quello che sarà nel 1881 identificato da Pasteur come
vibriocholerae vibrione causa del colera.
Questi studi furono determinanti nello stabilire i veicoli di contagio: acqua contaminata, terreno contaminato e quindi cibo contaminato e resero possibile la strutturazione del sistema di prevenzione moderna che sarà applicato prima nelle città europee e poi introdotto in Cina dai medici occidentali impiegati nelle Concessioni e nelle Dogane. I report sanitari stilati dai medici
impiegati presso i treaty ports hanno costituito una fonte preziosissima di dati e informazioni riguardo all’endemicità delle malattie, alla loro classificazione (che molto spesso era ancora legata alle teorie miasmatico umorali de fine settecento e inizi ottocento), ai metodi di prevenzione sottolineando le differenze esistenti tra la città cinese e le Concessioni straniere. Il rafforzamento delle misure igienico sanitarie e l’introduzione di un nuovo sistema medico, fu accolto con sospetto e ritrosia dal popolo che vedeva questo come un’ulteriore sopraffazione del potere imperialista.
La pandemia di peste che dai porti della Cina meridionale si diffonderà in quasi tutti gli scali del mondo, sarà il terreno in cui verranno sperimentate nuove forme di terapia profilattica e 1 attuate nuove forme coercitive di controllo da parte delle potenze straniere, che si avvarranno di un corpo di polizia sanitaria al fine di gestire l’epidemia, introducendo una nuova amministrazione della malattia che si declinerà in azioni di polizia che aumenteranno il rifiuto e i contrasti da parte della popolazione cinese verso il potere imperialista. Nei treaty ports sorgeranno in questo periodo i primi Uffici Sanitari, verranno costruiti ospedali per l’isolamento e stazioni sanitarie di quarantena.
Desiderio della mia analisi sarà quello di far emergere le similitudini esistenti tra l’impianto organizzativo sanitario sorto sia nelle concessioni britanniche che nelle colonie giapponesi e quello delle amministrazioni sanitarie moderne che sorgeranno inizialmente nel nord della Cina, nella provincia dello Zhili e in Manciuria, per poi estendersi alle altre municipalità.
La gestione dell’epidemia di peste in Manciuria, che vide schierati nella lotta contro di essa sia le autorità cinesi che straniere, diede prova dell’efficacia dei metodi di prevenzione di stampo occidentale aprendo la strada all’istituzionalizzazione delle stesse creando il North Manchurian Plague Prevetion Service il primo organo statale di produzione dei vaccini. I progressi in campo medico e preventivo di questi anni vanno inseriti all’interno di un contesto più ampio di volontà di modernizzazione del paese che continuerà con la fondazione della Prima Repubblica Popolare Cinese e con il governo del Guomindang.
Alla luce dei progressi intercorsi in ambito sanitario la parte conclusiva tenterà di analizzare gli avvenimenti che succederanno alla fondazione della Prima Repubblica e che indurranno il governo nazionalista a elaborare il primo sistema di sanità pubblica statale.
1 Lo Yersinia pestis, batterio causa della peste sarà isoato ad Hong Kong nel 1894 da due scienziati
quasi contemporaneamente, Alexandre Yersin, batteriolo francese, e Shibasaburō Kitasato, batteriologo giapponese.
Capitolo 1 . L’introduzione in Cina del primo metodo di prevenzione moderna: la vaccinazione contro il vaiolo
Il XIX secolo fu per l’Occidente il secolo delle grandi scoperte nei campi scientifici dell’immunologia e della batteriologia. La scoperta del virus del vaiolo da parte di Jenner , 2 l’identificazione e l’isolamento dei batteri patogeni da parte di Pasteur , Koch e Yersin 3 4 5 rappresentarono un fondamentale momento di svolta nel paradigma eziologico occidentale che si baserà su un diverso approccio e concezione della malattia. Il metodo scientifico, fondato sull’osservazione e sulla sperimentazione, portò ad un progressivo superamento della teoria dei miasmi e della generazione spontanea che fino ad allora erano ritenute causa e 6 spiegazione dell’emersione e della diffusione delle malattie infettive.
La teoria dei miasmi non si discostava molto da quella che in Cina, sempre nello stesso periodo, attribuiva l’emersione delle malattie infettive all’opera di esseri demoniaci che, assumendo la forma di parassiti, entravano nel corpo . Neppure le cause eziologiche legate 7
2 Nel 1796 Edward Jenner scoprì che l’immunità al vaiolo poteva essere ottenuta inoculando al paziente
materiale ricavato dalle lesioni provocate dal vaiolo bovino, malattia virale causata dallo stesso ceppo del virus del vaiolo.
3 Louis Pateur (18221895) è considerato il fondatore della moderna microbiologia. A lui si deve la vera
scoperta in ambito clinico dei vaccini, 1881 vaccino contro il colera dei polli e 1885 prima applicazione del vaccino contro la rabbia. Importatanti furono le ricerche relative alla diffusione dei microbi patogeni, sulla sepsi e antisepsi, che saranno applicate in ambito chirurgico dal medico inglese Joseph Lister durante gli anni ‘70 dell’800.
4 Robert Koch (18431910), medico biologo e microbiologo,considerato insieme a Pasteur fondatore
della moderna batteriologia e microbiologia. Nel 1882 isolò il Mycobacterium tubercolosis (conosciuto anche come bacillo di Koch), agente eziologico della tubercolosi ,sviluppandone l’antigene: la tubercolina.
5 Alkexandre Yersin (18631943), medico svizzero, nel 1894 ad Hong Kong scoprì il bacillo della peste
(Pasteurella pestis) contemporaneamente al medico giapponese Shibasaburō Kitasato. L’gente eziologico della peste sarà in seguito ribattezzato Yersinia pestis in suo onore.
6 La dottrina miasmatico umorale era una teoria diffusa in campo medico che spiegava l'origine delle
malattie infettive attraverso la diffusione nell’aria dei cosiddetti miasmi e delle particelle velenose che provenivano da essi e che venivano a contatto con l’uomo. Tra il XVIII e il XX secolo il concetto di contagio non era ancora legato alla consapevolezza di catene epidemiologiche fra agenti patogeni. Faceva invece riferimento al suo significato etimologico di contatto con le particelle velenose diffuse nell'aria che, per la loro natura "appiccicaticcia", potevano attaccare l'uomo. Dai miasmi, oltre alle febbri malariche, si pensava potesse originarsi una delle malattie più temute di quei tempi e causa di sterminio: la peste. La dottrina miasmaticoumorale, dunque, era strettamente connessa con la teoria della generazione spontanea che, per alcuni millenni, aveva dominato in modo incontrastato il pensiero scientifico, attribuendo la causa delle malattie agli umori corrotti, considerati frutto della divina volontà punitiva, delle influenze degli astri. Il manifestarsi di parassiti visibili, non veniva quindi considerato causa di malattia ma, conseguenza legata ad un processo di autogenerazione. Per un approfondimento sull’ argomento rimando a Cipolla, Carlo M.,Bologna, Il Mulino, 1989.
7 Hendrics, T.J., “ New Geographies of Chinese Medicine ”, Osiris, 2nd Series, Beyond Joseph
Needham: Science, Technology and Medicine in East and Southeast Asia, 1998:13:287325
all’insorgere del vaiolo sembrano essere molto diverse fra loro: in Occidente per secoli si era ritenuto che il vaiolo fosse causato da “un seme innato” che si ereditava attraverso il sangue della madre ed era destinato ad erompere nel fiore del vaiolo quando le condizioni si fossero rivelate favorevoli; anche in Cina il vaiolo, 天花 tianhua, fiore del paradiso, era collegato alla teoria del 胎毒 taidu “veleno del grembo materno”, teoria secondo la quale il vaiolo era causato da un veleno trasmesso dalla madre al feto e che prima o poi si sarebbe manifestato nel bambino attraverso il vaiolo; teorie talmente simili che sembra quasi impossibile non siano esistiti contatti fra queste due civiltà nei tempi antichi. 8
Tuttavia, la rivoluzione batteriologica di fine ‘800 porterà alla scoperta degli agenti eziologici di quasi tutte le malattie epidemiche . Dal punto di vista epidemiologico le malattie infettive 9 possono avere diverse vie di diffusione. Ci sono malattie molto contagiose, come il vaiolo, 10 altre che lo sono meno. In base alla suscettibilità della popolazione e alla circolazione dei batteri patogeni una malattia infettiva può essere trasmessa in modo diretto o indiretto e manifestarsi in forma sporadica, endemica, epidemica o pandemica.
L’epidemia è innanzitutto la diffusione incontrollata di una malattia infettiva, ma essa stessa è anche un fenomeno sociale che inizia in un dato momento e procede attraverso stadi definiti e limitati nello spazio e nel tempo, seguendo una “trama” di tensione crescente che porta ad una crisi di carattere individuale e collettivo per poi volgere alla fine. Le epidemie di peste, colera e tifo sono state nel tempo associate ad un immaginario di morte e desolazione in virtù del loro carattere violento che inevitabilmente scatenava le più ataviche paure.
Una vera epidemia è un evento che costringe le comunità a riaffermare valori e modelli di interpretazione anche attraverso un processo di attribuzione della colpa che così ci svela le strategie messe in atto per difendere il patto sociale. 11 Le epidemie attraversano in modo trasversale l’intera società e nel loro passaggio rispecchiano particolari configurazioni di forme istituzionali e di presupposti culturali. Allo stesso modo di un drammaturgo, ogni società costruisce la propria rappresentazione e la propria reazione alle epidemie e quindi anche alle malattie. 12
8 Needham, Joseph, China and the Origins of Immunology, Centre of Asian Studies, University of Hong
Kong, 1980.
9 Tognotti, E., Il mostro asiatico. Storia del colera in Italia. Ed. Laterza, Bari, 2000, pp. 78
10 Atkinson W., Hamborsky J., McIntyre L., Wolfe S. (eds), “ Smallpox” in Epidemiology and Prevention
of VaccinePreventable Diseases (The Pink Book), Washington DC, Public Health Foundation, 2005, pp.81306
11 Douglas, M., Purezza e pericolo. Un’analisi dei concetti di contaminazione e tabù. Il Mulino, 2003. 12 Rosenberg, Charles E., “What is an Epidemic? AIDS in Historical Perspective” Daedalus. Living with
AIDS. 1989:1:2:117.
Osservando la Cina del XIX secolo essa appare come una nazione non solo attraversata da ricorrenti focolai di epidemie, ma continuamente minacciata dalla presenza di malattie infettive endemiche che stagionalmente si presentavano sottoforma di epidemie. La vulnerabilità del13 14 popolo cinese alle malattie era molto alta e ciò era dovuto ad una promiscuità igienico sanitaria diffusa sia nelle aree urbane che nelle zone rurali.
Essendo la malattia, la cura, la guarigione parte di un sistema culturale all’interno del quale processi di produzione di sapere collettivo definiscono la loro essenza e caratterizzano la loro evoluzione, quello che è necessario analizzare è quanto la malattia, la cura, la guarigione in Cina saranno influenzate dall’introduzione delle nuove scoperte avvenute in Occidente in campo scientifico.
Questi processi che si declinano in un continuum di azioni di negoziazione e rinegoziazione mutandoli nel tempo, coinvolgono vari attori: lo stato, la società, gli individui.
Come saranno coinvolti questi soggetti nella prevenzione e nell’interruzione delle catene epidemiologiche?
A cavallo tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX secolo, nell’area urbana della città di Canton, sarà introdotto il vaccino di Jenner.
Quali saranno i protagonisti che agiranno per permettere l’introduzione del vaccino in Cina? Sarà accettato dal popolo cinese, oppure continuerà ad affidarsi a quello che per secoli è stato metodo indigeno di prevenzione dal vaiolo: la variolizzazione?
Durante la stesura della prima parte del capitolo cercherò di affrontare il tema della prevenzione attraverso l’analisi della variolizzazione, intesa come modello cinese di pratica preventiva popolare ante litteram.
Nella seconda parte mi dedicherò allo studio dell’introduzione e della diffusione del vaccino di Jenner in Cina e alla nascita dei primi Dipartimenti per le vaccinazioni nelle più importanti città.
1.1 La variolizzazione
Le malattie esantematiche sono malattie particolarmente contagiose, in particolare la rosolia, il morbillo, il vaiolo e riconoscono l’uomo come unico ospite. Si sono perpetuate attraverso la
13 Una malattia si considera endemica quando l’agente l’agente responsabile è stabilmente presente e
circola in una popolazione, manifestandosi con un numero di casi più o meno elevati, ma uniforme nel tempo.
14 L’epidemia si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona ede il numero di casi
della malattia aumenta rapidamente e in breve tempo. L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti suscettibili. Spesso si usa questo termine di fronte ad un aumento del numero di dei casi oltre l’atteso, in una particolare area o in uno specifico arco temporale.
storia dell’umanità attraverso il contagio da persona a persona, tuttavia tale trasmissione avviene solo se gli individui non ne sono immuni.
Il vaiolo e la sua prevenzione hanno una storia lunga secoli all’interno della cultura medica cinese e per questa ragione dedicherò ad esso maggiore attenzione. Il vaiolo è una grave malattia infettiva, contagiosa e spesso fatale. E’ causato da due varianti del Virus variola , il Variola maior e il Variola minor. 15 Per quanto riguarda la modalità di trasmissione esso si trasmette per via aerea, attraverso l’inalazione di goccioline contenenti virioni prodotti dalla mucosa orale, nasale o faringea di un individuo infetto. Si trasmette da una persona all’altra attraverso il contatto diretto, solitamente entro una distanza pari a due metri, anche attraverso oggetti contaminati. Il vaiolo non è particolarmente contagioso durante la sua fase prodromica e la sua trasmissione avviene di solito dopo l’inizio delle manifestazioni cutanee. Il virus può essere trasmesso per tutta la durata della malattia, soprattutto durante la prima settimana di
rash, quando la maggior parte delle lesioni cutanee è intatta. La fase infettiva termina settedieci giorni dopo la formazione delle croste, ma il malato rimane infettivo fino alla caduta dell’ultima crosta. 16
La variolizzazione ( zhongdou 種痘), è stata la prima procedura utilizzata nella prevenzione del vaiolo. Consisteva nell’inoculare nel soggetto da immunizzare del materiale prelevato da lesioni vaiolose o dalle croste di pazienti non gravi. Era una delle più antiche pratiche popolari di protezione esistenti in diverse parti del mondo, prima della scoperta del vaccino di Jenner. Per comprendere a fondo l’impatto sociale che ebbe l’introduzione del vaccino all’inizio dell’800, è necessario, dal mio punto di vista, soffermarsi sulla pratica dell’inoculazione che da secoli era conosciuta in Cina e rappresentava una prima azione verso la riduzione del tasso di mortalità e morbilità legato al vaiolo, presente sia in forma endemica che epidemica.
1.2 Le epidemie di vaiolo e la variolizzazione come prima forma di prevenzione
In Cina, tra le teorie eziologiche, non era compresa quella di contagium vivum o contagium inanimatum, che in Occidente era annoverata tra le cause dell’origine delle malattie. Nella 17 costruzione dell’immagine dell’epidemia legata al sapere popolare, le epidemie erano interpretate come il risultato del malcontento degli dei, degli stregoni o degli spiriti ( gostly
15 Ryan KJ., Ray CG (eds), Sherris Medical Microbiology, 4th , Mc Graw Hill, 2004. pp. 525528. 16 Ibidem.
17 Teoria attraverso la di quale sisbagliate. sarebbe sviluppata la “teoria di germi” nel XVIII secolo.Fu il
Trattato “ De Sympathia et Antipathia Rerum, Liber Unus: De Contagione et Contagionis Morbis et Curatione. Libri Tres. di Girolamo Fracastoro (14781533) pubblicato nel 1546 ad introdurre in Occidente questa teoria eziologica.
magic) oppure, molto più comunemente, le persone credevano che esse venissero inflitte dagli dei come mezzo di punizione per le azioni sbagliate. 18
La prima testimonianza scritta riguardo allo scoppio di un focolaio di vaiolo si trova all’interno del Zhouhou beiji fang 肘後備急方 “Prescrizioni per le emergenze”, testo risalente al IV sec. d.C. e redatto da Ge Hong (281361 d.C.) che ne descrive in questo modo l’origine e la causa: “ Questa (epidemia ) è dovuta ai malefici veleni che si trovano nell’aria (bad poisonous air). La gente dice che essa sia stata introdotta durante il regno di Chien Wu mentre era in guerra contro gli Unni a Nan Yang. Il termine “Peste degli Unni” ( luchuang 虜瘡19) fu usato per definirla”. 20
Il vaiolo, quindi, fu introdotto attraverso i confini occidentali durante il venticinquesimo anno di regno di Chien Wu, attorno al 49 d.C., mentre era in guerra contro i barbari e un numero elevato di soldati, incluso il generale Ma Yuan, morirono a causa dell’epidemia. Per secoli in Cina si ricondusse la causa originaria del vaiolo alla teoria del “veleno del grembo materno”,
taidu 胎毒, una forma di contagio embrionale attraverso il sangue materno. 21
天花 tianhua era il termine che in Cina indicava il vaiolo e che significava “fiore del Paradiso”, per questa ragione la metafora della pianta che fiorisce era molto diffusa per indicare il manifestarsi della malattia. Essa si sarebbe presentata attraverso lo sbocciare del fiore del vaiolo qualora le condizioni si fossero dimostrate favorevoli e ciascun individuo era destinato a svilupparlo nel corso della propria esistenza. Era come se esistesse qualcosa di sinistro, qualcosa di simile al “peccato originale” insito in ogni persona che lottava per emergere o che necessitava di essere espulso. 22
L’agente patogeno scatenante la malattia era dunque interno, e la sua “innata presenza” si pensava fosse collegata ad un eccesso di piacere provato nell’atto del concepimento o, più naturalisticamente, che fosse dovuta ad un coagulo di sangue o ad un “grumo” di meconio non propriamente rimosso dalla bocca del neonato al momento della nascita.
18 Benedict, Carol, “Bubonic Plague in NineteenthCentury China”, Modern China, 1998:14:2:107155. 19 Wong, K.C., “Smallpox in China”, The China Medical Journal, 1919:33:1:5357.
20 Ibidem, p.53
21 letteralmente veleno del feto, tossina fetale.
22 La teoria del “seme innato” del vaiolo era supportata da molti medici occidentali del XVIII secolo e
presentava delle analogie molto forti con la teoria del taidu 胎毒, del “veleno del grembo materno”. Anche in questa teoria dell’ereditarietà si presupponeva che esistesse una forma di contagio ereditato attraverso il sangue materno, qualche virus, veleno o fermento latente nel corpo che era destinato a manifestarsi attraverso l’erompere del fiore del vaiolo qualora le condizioni fossero favorevoli e ciascun individuo era destinato a svilupparlo nel corso della propria esistenza. Era come se esistesse qualcosa di sinistro , qualcosa di simile al “peccato originale” lottasse all’interno di ogni persona per emergere o che necessitasse di essere espulso; molti medici ritenevano che questa tendenza fosse aggravata da una vita lussuosa e da una dieta troppo ricca
Oltre ad una spiegazione di tipo genetico esisteva anche una spiegazione di tipo ambientale, esterno che poteva attribuirsi all’aria o alla stagione a volte malsana altre mortalmente velenosa.
Il gesuita Cibot affermò che, secondo un antico testo di medicina conservato presso L’Università di Medicina (Istituto Superiore di Medicina) il tai yiyuan 太醫院, a Pechino, il vaiolo era conosciuto in Cina da almeno tremila anni. 23
Liu An, 劉安,(179 a.C.122a.C.) nel “ Discorso sulle Montagne ” contenuto nello Huainanzi, 淮 南子, scrive:
良醫常治無病之病 liang yi chang zhi wu bing zhi bing24
L’azione degli antichi medici cinesi era volta innanzitutto a contrastare una malattia che non era ancora comparsa, e questa concezione medica era dettata dalla convinzione che la medicina preventiva fosse la migliore. 25
Il corpus Ippocratico cinese costantemente sottolinea lo stesso punto:
防病重于治病 fang bing zhong yu zhi bing26
In questo contesto culturale sembra quasi naturale che la Cina sia la nazione in cui si trovano le prime testimonianze dell’inoculazione, intesa come prima forma di prevenzione e quindi di immunizzazione.
L’idea stessa di inoculazione deve aver trovato origine nelle antiche considerazioni popolari che osservavano come nessuno fosse colpito dal vaiolo più di una volta nella vita. Nelle regioni in cui si presentava in forma endemica tutti dovevano contrarlo almeno una volta.
Rappresentava uno dei “passaggi” della vita ( kuan 關) che i bambini e a volte gli adulti dovevano attraversare. 27 Di conseguenza, in un sistema medico fondato soprattutto sul
23 Wong, K. Chimin, Wu, LienTeh, History of Chinese Medicine. Being a Cronicle of Medical
Happenings in China from Ancient Times to the Present Period . Shanghai, China, National Quarantine Service, 1936. p. 273; Cibot, PierreMartial (et autres auteurs), Mémoires concernant l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, les usages des Chinois, par les missionnaires de Pékin. P., Chez Nyon 1776.
24 Il medico virtuoso cura la malattia quando non ci sono ancora i segni della malattia, in questo modo
essa non comparirà.
25 Needham, Joseph, China and the Origins of immunology, op.cit., p.2
26 E’ più importante prevenire le malattie piuttosto che curarle quando si sono manifestate.
27 Joseph Needham, in China and the Origins of Immunology , riporta che durante un sopralluogo nei
templi scavati nella roccia di Chien Fu Tung, vicino Dunhuang, fu scoperta una grotta nella quale la gente di campagna aveva affisso dei pezzatti di carta gialla lungo un percorso processionale circolare che si sviluppava attorno al gruppo centrale di statue lungo il quale i monaci passavano cantando i sutra; ogni pezzetto di carta conteneva il carattere kuan 關, passaggio, e riportava anche il nome della malattia ala quale si riferiva, ad esempio: colera,varicella, pertosse e naturalmente il vaiolo.(...) Senza
concetto di prevenzione, per alcuni medici taoisti si dimostrò piuttosto naturale “instillare” o “innestare” la malattia artificialmente e in forma lieve, poiché essa si sarebbe sviluppata in28 una forma moderata, in modo tale da essere superata permettendo che quel “passaggio” della vita fosse affrontato con successo. Coloro che applicarono inizialmente la pratica della variolizzazione erano inconsapevoli del fatto che stavano muovendo i primi passi verso la costituzione del concetto di immunità attiva alle malattie infettive che sarebbe stato sviluppato 29 molti secoli dopo attraverso la produzione da parte degli immunologi di vaccini vivi e attenuati, di sieri e antisieri.
Quale fu la ragione per cui questo accadde con il vaiolo e non con altre malattie infettive? La risposta risiede nel fatto che il vaiolo produce delle papule contenenti un abbondante contenuto di linfa infetta immediatamente utilizzabile per essere inoculata in altri soggetti e, quando queste si fossero rotte, il corpo del soggetto infettato si sarebbe ricoperto di pustole ricche di particelle di Variola virus , che a loro volta avrebbero potuto essere utilizzate come serbatoio del virus. 30 31
Molto prima che in altre parti del mondo la pratica dell’inoculazione iniziò ad essere documentata in Cina durante la Dinastia Ming. In realtà era già presente la tradizione che 32 essa fosse stata praticata per la prima volta verso la fine del X secolo d.C. da un guaritore errante taoista proveniente dalle montagne dello Emei, nel Sichuan. 33
Joseph Needham sostiene che “this tradition have to be taken seriously”. E aggiunge:
“From the earliest days of medicine in China, there was “forbidden prescriptions”, 34 “confidential remedies and tecniques”, which are handed down from master to apprentice, among the physicians as well as the alchemists, and sometimes sealed with oats of blood”. 35
dubbio i bambini venivano portati lì e camminavano seguendo il percorso circolare fermandosi in ogni stazione dove il monaco taoista avrebbe recitato le preghiere rituali.
28 Innestare il vaiolo, specialmente in passato, significava inoculare il siero antivaioloso mediante
scarificazione cutanea del braccio o della gamba. In Treccani.it. Vocabolario Treccani online. Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
29 Viene attribuita a E. Jenner la prima descrizione del fenomeno dell’immunità in forma scientifica. 30 Il vaiolo è una malattia infettiva causata da due varianti del Virus Variola , la Variola maior e Variola
minor; in Ryan KJ, Ray CG (editors), Sherris Medical Microbiology, 4th, McGraw Hill, 2004, pp. 525–8.
31 Needham, J., China and the Origins of immunology, op.cit., p.3. 32 Ibidem.
33 Diverse sono le narrazioni che accompagnano l’introduzione della pratica della variolizzazione, per
approfondire questa questione rinvio a : Wong e Wu, pp 215216 e pp 274275; Needham, J., op.cit., p.6.
34 禁方 (jin fang)
Nei tempi antichi esistevano dei forti elementi di tabù riguardo alle jinfang 禁方, alle “prescrizioni proibite”, accompagnati dalla convinzione che una loro divulgazione imprudente avrebbe reso la medicina inefficace.
Per quanto riguarda l’introduzione delle “tecniche e dei rimedi segreti” ai quali si riferisce Needham, Wong K. Chimin ipotizza che ebbero origine in Persia e India, dove questa pratica di prevenzione era conosciuta da tempi antecedenti al X secolo d.C. Dato che il vaiolo fu introdotto dagli Unni e che le Montagne dello Emei si trovano lungo il confine con l’India è molto probabile che questo metodo sia stato introdotto in Cina attraverso le rotte commerciali con l’India. 36
A partire dal XVI secolo nacque una letteratura specializzata i cui libri sono facilmente identificabili poiché i loro titoli spesso iniziano con le parole zhong dou , 種痘, “trapianto del vaiolo”, invece di douzhen, 痘疹, che indicava le malattie esantematiche come “vaiolo, morbillo, varicella” . La segretezza delle prescrizioni proibite fu così svelata e la tecnica iniziò a diffondersi anche tra la famiglia imperiale e questo accadde appena due secoli prima della diffusione dell’inoculazione in Europa. 37
1.3 La tecnica della variolizzazione
Come già espresso in precedenza, la variolizzazione era considerata soprattutto un metodo di prevenzione e non di cura. Il trattamento in fase acuta avveniva sia attraverso l’agopuntura, la moxa, la dieta, i bagni, lo stesso Ge Hong consigliava lo sfregamento del corpo con del miele puro, oppure con della actaea spicata macerata nel miele, è consigliato come cura, 38 sia attraverso attraverso rituali apotropaici come l’uso di amuleti ed incantesimi, oltre alla somministrazione dei farmaci. . 39
La tecnica dell’immunizzazione attraverso l’inoculazione è illustrata nello “ Specchio d’oro della pratica medica Commissionato per Volere Imperiale ” ( Yuzhi Yicong jinjian 禦制醫宗金鑑),40 testo pubblicato nel 1742, che ne riporta quattro tecniche: la prima, definita 水苗 (shui miao ) consiste nell’occlusione del naso con un la polvere ricavata dalle pustole del vaiolo polverizzate e poste su un batuffolo di cotone. Questo è il metodo raccomandato: per un bambino di un anno vengono utilizzate venti pustole, per un bambino più grande trenta. Le pustole venivano
36 Wong e Wu, op.cit., p. 216. 37 Needham, J., op.cit., p.7
38 K.C.Wong, “Smallpox in China”, The China Medical Journal,1919:33:1:5355. 39 Ibidem.
40 Lo Yuzhi Yicong jinjian fu l’unico trattato medico che uscì dall’Ufficio Stampa Imperiale durante la
Din. Qing. Per approfondimenti a riguardo, rimando a Hanson, Marta, “The Golden Mirror in the Imperial Court of the Qianglong Emperor, 17391742” , Special Issue ed. by Catherine Jami on Science and State Patronage in Early Modern East Asia, Early Science and Medicine 2003: 8:2:111147.
poste in un mortaio di porcellana pulito e ridotte in polvere con un pestello di salice; al composto venivano aggiunte poche gocce d’acqua per facilitare la somministrazione. In primavera si aggiungeva acqua tiepida, mentre in inverno era necessario utilizzare acqua calda. Dopo essere state debitamente polverizzate venivano poste in un pezzo di cotone e arrotolate per fare in modo che assumessero la forma di una piccola pietra. Un pezzetto di corda veniva legato attorno ad esso a circa cinque cm dall’estremità libera e lasciato pendere all’esterno mentre il sacchetto contenente la polvere veniva introdotta nel naso. Normalmente si consigliava di tenerlo nella cavità nasale per circa sei ore. La seconda tecnica, 旱苗 ( han miao), era più comoda ma meno efficace. Le pustole di vaiolo polverizzate venivano poste all’estremità finale di un tubicino di argento di lunghezza che variava dai 15 ai 18 cm e ricurvo nella parte finale superiore. Le pustole venivano inalate. La terza, 痘衣 ( dou yi ), consisteva nel far indossare gli indumenti intimi di un bambino affetto da vaiolo ad un bambino sano per due o tre giorni. Il risultato di questo metodo risultava piuttosto insoddisfacente. La quarta, 痘浆
(doujiang), consisteva nel porre un pezzo di cotone a contatto con il fluido secreto dalle vescicole per poi imbottirne il naso. I medici cinesi condannarono questa pratica come inumana e come probabile via di contagio per il bambino che vi si sottoponeva. Anche le balie che avevano già allattato bambini malati di vaiolo venivano impiegate per favorire l’immunizzazione dei neonati. Questa era la procedura più costosa e solo le famiglie più abbienti potevano averne accesso.
Nello Yuzhi Yicong jinjian 禦制醫宗金鑑 furono introdotte da Liu Lan le dieci regole dell’inoculazione e consistevano nell’assicurarsi, da parte del medico, che non fossero presenti delle malattie nel soggetto da inoculare, che fossero scelti il giorno e la stagione più adatta,41 che fosse evitata qualsiasi forma di eccitamento e che il bambino fosse lasciato calmo e tranquillo. Erano presenti inoltre precetti sanitari rispetto al luogo nel quale la variolizzazione sarebbe stata effettuata; doveva essere una stanza pulita, arieggiata e ben illuminata. 42
Attenzione particolare doveva essere posta verso le vescicole da inoculare, lo 禦制醫宗金鑑
Yuzhi Yicong jinjian raccomandava che fossero grandi, spesse, di colore cereo o di colore bluastro. Da evitare erano le croste prelevate da di pazienti che avevano sviluppato il vaiolo a causa di un’epidemia, poiché ritenute troppo pericolose e causa di trasmissione della forma più temibile, il Variola maior. Esse erano denominate 時苗 shimiao.
41 L’undicesimo e il tredicesimo giorno della luna dovevano essere evitati, così come la stagione fredda
e quella calda.
42 Per una lettura completa delle regole dell’inoculazione rinvio a Ball, Dyer J., Being Notes on various
Il ceppo virale preferibile da inoculare era quello definito puro, 纯苗 chunmiao, fornito da un paziente già sottoposto all’inoculazione. 43
Se tutte queste norme fossero state rispettate l’operazione avrebbe avuto decorso favorevole allo sviluppo della malattia che si sarebbe presentata, in forma lieve, con la comparsa della febbre e delle prime pustole simili al vaiolo sul viso del bambino, chiamate “ sin miau ”44 (promessa del contagio), ed erano l’evidenza che il veleno stava iniziando ad essere efficace. 45 Da quanto si evince le Regole d’Oro dell’Inoculazione contengono precetti medico sanitari, come la visita del paziente prima dell’operazione di inoculazione per stabilirne le condizioni fisiche, precetti igienici come la pulizia e l’aerazione della stanza, e precetti legati alla superstizione e alla cultura popolare come la scelta del giorno propizio e la stagione adatta. La principale ragione per cui l’inalazione divenne il metodo di variolizzazione dominante era legato alla giusta intuizione che il tratto polmonare fosse la principale via di contagio attraverso la quale avrebbe successivamente raggiunto i cinque organi interni e circolare al loro interno. I cinque organi colpiti in questo modo, considerati impregnati da una sostanza tossica innata avrebbero, in circa sette giorni, rilasciato una tossina e prodotto segni esterni visibili come la febbre e le vescicole. I sintomi della malattia sarebbero gradualmente diminuiti così come il veleno sarebbe stato debitamente liberato attraverso la sostanza inoculata, in circa venti giorni. Si credeva che l’eliminazione di questo veleno dal corpo avrebbe reso la persona immune alla malattia. Il metodo utilizzato in Cina dell’ “impianto” del contenuto delle pustole nella cavità nasale di un bambino sano e più spesso l’inalazione dell’estratto delle pustole ridotte in polvere, individuava nella mucosa nasale il punto d’entrata del virus. Questo dimostra un grande acume da parte dei medici cinesi nell’aver ritenuto che il tratto respiratorio fosse la via naturale di infezione, mentre nelle culture tra la Cina e l’Occidente, così come in Africa, la 46 scarificazione e l’introduzione della linfa attraverso l’epidermide si dimostrarono essere il metodo più praticato. 47 48
43 Needham, J., op.cit., p.13.
44 Il solo riferimento in mio possesso è questa definizione contenuta in J. Dyer Ball, op.cit, p.644, in cui
sin è quasi sicuramente il carattere 新 xin, nuovo e miau dovrebbe indicare il carattere miao 苗, nella sua accezione di germoglio, xin miao 新苗, nuovi germogli. Per la discussione sul carattere miao 苗, rinvio a Needham, Joseph in China and Origins oh Immunology, op.cit, pp. 1213.
45 Ball, Dyer J.,op.cit, p.644.
46 Il virus si trasmette per via aerea, mediante l'inalazione di goccioline contenti i virioni prodotte dalla
mucosa orale, nasale o faringea di un individuo infetto. Si trasmette da una persona all'altra soprattutto per contatto diretto, solitamente entro una distanza pari a due metri, ma anche tramite oggetti contaminati.
47 Questo aspetto legato alla scarificazione si rivelerà molto importante per il “trasporto”, la
conservazione e la diffusione del Vaccino di Jenner.
1.4 La diffusione della pratica
La tecnica 旱苗 han miao , si dimostrò essere la più adatta durante il processo di diffusione delll’inoculazione nelle aree più remote del paese e anche la più efficace. Le classi agiate della società sembravano essere sensibili alla variolizzazione prima del suo “riconoscimento imperiale” avvenuto durante la metà del XVIII secolo. Tale tecnica, come affermato da esperti variolizzatori del tempo, veniva tramandata di generazione in generazione. La trasmissione dei saperi all’interno della famiglia rafforza la teoria espressa da Joseph Needham che fa risalire l’esistenza della pratica ad un periodo antecedente a quella documentata nelle fonti risalenti al XV secolo. La rapida diffusione della pratica nel corso del XVIII secolo era dovuta alla sua efficacia. Un variolizzatore di quel periodo, Zhang Yan, arrivò a vantarsi del fatto che tra le migliaia di persone che aveva vaccinato ne morirono solo 20 o 30.
Tra i forti sostenitori della tecnica è opportuno citare anche Zhu Chungu, il primo ad esercitare tale metodo di immunizzazione presso la corte imperiale alla fine del XVII secolo affermò che la tecnica non aveva mai fallito. 49
La scelta di dell’Imperatore Kangxi di proteggere la famiglia imperiale atttraverso la variolizzazione promosse la posizione di questa tecnica all’interno dell’ ortodossia medica. Tuttavia, nonostante l’interesse dimostrato da parte della corte mancese, non ci fu mai la volontà politica da parte dell’Imperatore di applicare la variolizzazione come strumento di prevenzione nazionale contro il vaiolo . 50
49 I Manchu, come il popolo mongolo e tibetano, erano più vulnerabili al vaiolo rispetto al popolo cinese,
soprattutto se lasciavano le terre scarsamente abitate dalle quali provenivano per stabilirsi nelle popolate città cinesi come Pechino. Le truppe Manchu morirono a causa del vaiolo in gran numero durante e dopo le guerre di conquista nella prima metà del XVI secolo. Diverse strategie di quarantena furono attuate per proteggere la famiglia imperiale dal contrarre la malattia, anche se non furono in grado di prevenire la morte a causa del vaiolo del primo imperatore Shunzhi nel 1662. L’Imperatore Kangxi (16621722) convocò a corte due famosi esperti variolizzatori provenienti dal Jiangxi (uno di loro era il sopracitato Zhu Chungu) per immunizzare la famiglia imperiale e le truppe mancesi che stazionavano in Manciuria e in Mongolia. Questa politica di prevenzione fu mantenuta anche in seguito alla morte di Kangxi, così come la pratica della variolizzazione tra i figli dei soldati mancesi. Tale prassi è testimoniata dagli elenchi che riportavano i dati dei bambini sottoposti alla pratica durante tutto il XVIII secolo. Alcuni studiosi pensano inoltre che questa pratica possa essere collegata alla diminuzione dei tassi di mortalità infantile nel lungo periodo tra la nobiltà mancese nel XVIII secolo. La scelta di Kangxi di proteggere la famiglia imperiale atttraverso la variolizzazione promosse la posizione di questa tecnica all’interno dell’ ortodossia medica. Studiosi come Lee, Wang e Campbell sostengono che il tasso di mortalità infantile tra la nobiltà mancese diminuì dal 400 per mille degli inizi del XVIII secolo a 100, e che alla fine del XVIII secolo l’aspettativa di vita alla nascita era duplicata dai venti ai quarant’anni, sospettano che la variolizzazione possa aver contribuito a questo cambiamento. in Leung, Angela Ki Che, “ Variolation and Vaccination in Late Imperial China, ca 15701911 ”, Vaccinia, Vaccination and Vaccinology: Jenner Pasteur and their Successors. Plotkin, S., Fantinieds, B., Elsevier, 1996 Paris, nota 7, p. 67.
50 Leung, Angela Ki Che, “Variolation and Vaccination in Late Imperial China, ca 15701911”, Vaccinia,
Vaccination and Vaccinology: Jenner Pasteur and their Successors. Plotkin, S., Fantinieds, B., Elsevier, 1996 Paris.
La variolizzazione infine raggiunse le classi più povere solo all’inizio del XIX secolo, appena prima dell’introduzione del vaccino di Jenner, mentre per quanto riguarda le famiglie più abbienti il tasso di bambini inoculati, durante il XVIII secolo, raggiungeva l’8090%. 51
J.Dyer Ball riporta che nella provincia dello Shanxi il tasso di mortalità da vaiolo nella forma più leggera, causata dal virus Variola minor , fra i non inoculati raggiungeva il 2030%, mentre durante le forme più acute, causate dal virus Variola maior, i tassi di mortalità potevano raggiungere il 5060%, tuttavia dopo l’inoculazione solo l’1% dei casi si dimostrò fatale. 52
1.5 Il vaccino di Jenner e la sua introduzione in Cina
I primi intensi contatti con gli occidentali avvennero nella seconda metà della Dinastia Ming, con l’arrivo dei gesuiti da un lato e l’avvento nel Mare Cinese delle flotte portoghesi, spagnole e olandesi dall’altro. Nel 1683, dopo la conquista di Taiwan da parte dei Qing, i porti lungo la costa sud orientale furono riaperti e il commercio internazionale in tutta l’area rifiorì. Nel 1685, a Canton, fu istituita la dogana marittima sotto il controllo di un sovrintendente imperiale. I più attivi fra gli stranieri si dimostrarono gli inglesi che nel 1699 ottennero il permesso di aprire degli uffici commerciali a Canton. Analogo permesso fu ottenuto dai francesi nel 1728 e dagli Stati Uniti nel 1784. Verso la metà del XVIII secolo alcune corporazioni, con a capo ricchi mercanti della regione di Canton, furono autorizzati ufficialmente a trattare con gli Europei, e nel 1760 nove di esse ottennero il monopolio, prendendo il nome di gonghang, “Corporazioni pubbliche” (Cohong, secondo il dialetto cantonese). Gli Europei (ed in modo preminente la Compagnia delle Indie Orientali fra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo) vendevano tessuti di cotone, stagno e piombo e acquistavano tè, medicine e porcellane, ma il valore complessivo delle merci acquistate era circa sei volte superiore a quello delle merci vendute. 53 L’avvento dell’introduzione della vaccinazione a Canton nel XIX secolo fu contingente alla spartizione degli interessi commerciali e politici dei commercianti britannici e dei mercanti hong
durante il primo decennio del secolo, attraverso l’acquiescenza dei burocrati cinesi. 54
Le attività di sanità pubblica statale sono sempre esistite fin dalla metà della Dinastia Tang, e per quanto riguarda le istituzioni caritatevoli si fa risalire la loro origine alla Dinastia Zhou. 55 Dalla metà della Dinastia Tang, attraverso tutto il periodo della dominazione mongola, il governo imperiale istituì e mantenne istituzioni di salute pubblica attraverso tutto l’Impero. Le
51 Ibidem, p.66
52Ball, J. Dyer, op.cit. p.643.
53 Sabattini, M., Santangelo P., Storia della Cina, Laterza Ed., Bari, 1994.p.594
54 Angela Ki Che Leung, “The Business of Vaccination in Nineteenth Century Canton”, Late Imperial
China, 2008:29:1:739, p.25