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Eventi culturali ed impatto turistico. Il caso della Biennale d'Arte e della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

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Academic year: 2021

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Ringraziamenti

Un ringraziamento speciale è rivolto al Professore Alberto Bianchi per la cortesia e la professionalità dimostratemi durante la stesura della tesi, e per essere stato sempre disponibile a chiarire ogni mio dubbio.

Ringrazio la mia famiglia per avermi saputo trasmettere, anche a distanza, l’aiuto e il sostegno di cui avevo bisogno e per aver creduto in me dandomi la possiblità di realizzare ogni mio desiderio.

Desidero ringraziare tutti i miei amici, vecchi e nuovi, per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato e per l’aiuto che mi hanno fornito in questi anni, per essere al mio fianco nei momenti più difficili.

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Indice

Introduzione ... 5

I CAPITOLO: Venezia da Repubblica Marinara a dimora della Biennale Internazionale d’Arte ... 8

1.1 Excursus storico della città di Venezia ... 8

1.1.2 La navigazione fluviale e l’evoluzione commerciale ... 14

1.1.3 L’espansione marittima e in terraferma ... 18

1.1.4 Il declino e la ripresa: Venezia dei secoli XVII- XVIII ... 21

1.1.5 Uno sguardo su Venezia dall’annessione al Regno d’Italia alla fine dell’anno mille... 24

1.1.6 Venezia oggi ... 29

1.2 Sviluppo del turismo nella Serenissima ... 32

1.2.1 Il turismo a Venezia ... 32

1.2.2. Gli operatori turistici ... 37

1.2.3 L’impatto economico del turismo ... 45

1.2.4 Turismo sostenibile... 48

1.3 Esposizioni Universali: La Biennale Internazionale d’Arte ... 50

1.3.1 Storia del termine Biennale ... 50

1.3.2 Organizzazione, luoghi e nomi della Biennale ... 52

II CAPITOLO: Lido di Venezia e Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica... 55

2.1 Storia del Lido di Venezia ... 55

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2.3 Il marketing del festival ... 65

2.4 Venezia e Lido di Venezia: numeri e cifre della Biennale d’Arte e del Festival del Cinema ... 67

III CAPITOLO: La Biennale Internazionale d’Arte e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a confronto ... 72

3.1 Analisi dei segmenti turistici nella Regione Veneto ... 72

3.2 Evoluzione del movimento turistico mondiale: cambio della geografia estera ……….77

3.3 Biennale d’Arte e Biennale del Cinema a confronto ... 82

3.3.1 Analisi del Centro Storico in riferimento alla Biennale d’Arte ... 82

3.3.2 Sviluppo del comparto alberghiero ed extralberghiero di Venezia ... 87

3.3.3 Stima delle presenze e dell’impatto economico del Lido di Venezia in riferimento al Festival del Cinema ... 89

Conclusioni ... 94

Bibliografia ... 99

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Introduzione

Questo elaborato presenta uno studio del settore turistico del Veneto ed in particolare analizza i flussi che si riversano nella città di Venezia durante due eventi culturali, storicamente riconosciuti a livello nazionale e globale. Si tratta della Biennale d’Arte e della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si svolgono rispettivamente ogni due anni a partire dal 1895 a Venezia e, annualmente dal 1932 a Lido di Venezia.

L’obiettivo principale della tesi è capire se i due eventi culturali hanno un effetto impattante sui flussi turistici, come hanno inciso e indicono sulla gestione dei servizi forniti dagli organizzatori dell’evento e, infine, apprendere le modalità attraverso cui vengono decise le strategie messe a punto dalle varie strutture ricettive in occasione di queste manifestazioni, in particolare dagli alberghi. Il fenomeno degli eventi ha conosciuto sin dal passato e continua a conoscere una crescita notevole che contribuisce allo sviluppo di alcune destinazioni e al rilancio di altre. Un altro obiettivo della tesi è appunto studiare quei fattori che incidono su questo progresso e quali altri fattori si aggiungono al valore della città scelta per accogliere l’evento. Si mette in risalto quanto sia importante l’unione tra le istituzione pubbliche e private che avviano una collaborazione “verticale” e, talvolta,“orizzontale”, mettendo a disposizione degli attori che intervengono nell’organizzazione le proprie conoscenze. Se, del fenomeno turistico beneficiano gli attori che fanno parte di tale settore, altrettanto non si può dire per i residenti delle destinazioni turistiche che per non soccombere ai “troppi turisti” decidono di allontanarsi dalla città in cui hanno sempre vissuto. A tal proposito nel tempo sono state condotte numerose indagini tra le popolazioni dei luoghi diventati mete turistiche. In questa sede si espone il problema prendendo come riferimento Venezia, in particolare il suo Centro Storico nel quale ormai è difficile trovare dei residenti o per lo meno dei residenti che non abbiano a che fare con il turismo. Fanno da contraltare le istanze di coloro che richiedano invece alla politica turistica una soluzione per riprendere le redini della propria città, piuttosto che far passare l’invasione dei turisti come una

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normalità. Si ricordi che il Veneto è la regione italiana con più affluenza turistica straniera e l’analisi dei dati turistici fornisce sicuramente le basi per un ripensamento del movimento turistico mondiale rimodellando la stessa geografia turistica.

Il presente lavoro è strutturato in tre capitoli in cui vengono presentati differenti argomenti legati dagli obiettivi prefissati. Il primo capitolo presenta un excursus storico della Laguna, a partire dalle origini la cui veridicità presenta ancora dei dubbi, fino ai giorni nostri; epoca in cui Venezia è considerata una tra le più importanti città non solo in Europa, ma nel mondo. Accennando, poi, all’epoca della Serenissima come potenza navale si capisce come i viaggi e il contatto con le altre culture abbiano rappresentato una crescita culturale e motivo di attrazione dettato dalle bellezze artistiche che da sempre la città vanta. La particolarità territoriale che fa di Venezia una destinazione unica rappresenta anche un problema dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Venezia ha recentemente abbracciato quelli che sono i principi del turismo sostenibile, sensibilizzando le istituzioni e i turisti stessi, in modo da salvaguardare il patrimonio artistico della città che con il tempo rischia di perdere valore. Il secondo capitolo inizia riprendendo i temi del precedente, focalizzando l’attenzione sulla Laguna come patria dei due eventi culturali esaminati nel presente elaborato. In questo capitolo l’analisi riguarda in modo particolare il Festival del Cinema, diventato negli anni esempio per altre città quali ad esempio Cannes e Berlino che hanno una tradizione cinematografica a partire dal 1938 l’una e 1951 l’altra. Inoltre, si vedrà come ciò che accomuna i due Festival veneziani, che come si evince dai dati fanno più da “vetrina” per le proprie destinazioni piuttosto che da veri centri catalizzatori, sia il motivo per il quale nascono ovvero l’esigenza di permettere agli artisti di esprimere i propri pensieri attraverso il linguaggio cinematografico ed artistico, esigenza che diventa più forte soprattutto dopo la II Guerra Mondiale. Infine, in terzo capitolo presenta un’analisi definitiva dei dati che si riferiscono sia alla Biennale d’Arte che alla Mostra Cinematografica. Il filo conduttore dei tre capitoli è stata l’analisi dei dati a disposizione, dati che hanno permesso di analizzare la varietà dell’offerta turistica del Veneto facendo

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riferimento alla spesa dei turisti e all’evoluzione del turismo stesso, analisi che sono risultate essere importanti anche per indagare possibili soluzioni per ridurre l’impatto negativo provocato da consistenti flussi turistici nella città lagunare.

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I CAPITOLO: Venezia da Repubblica Marinara a dimora della

Biennale Internazionale d’Arte

1.1 Excursus storico della città di Venezia

Fra le tante città create dall’uomo Venezia appare simbolo di bellezza e di un capitalismo controllato dalla comunità. La singolare forma del suo territorio fa sì che essa sia considerata una delle città più belle dotata di un inconsueto fascino1. Riguardo le origini della città, le fonti non solo dicono poco, ma molto spesso mescolano realtà e leggenda, e ad oggi risultano oscure anche le origini delle prime popolazioni; l’unica cosa certa è che Venezia nacque bizantina. Fu chiamata Venetia la "X Regio", quando nel 300 venne annessa all'Impero Romano in seguito all’alleanza nella guerra contro i Cartaginesi2. Durante la pax romana furono conseguiti interventi idraulici tra cui la realizzazione delle vie di navigazione che risultarono essere la prima fonte di sviluppo per il commercio. Nacquero diversi centri, tra i quali i più importanti erano Ravenna e Aquileia e l’antica Venezia era costituita dai territori che oggi conosciamo come le regioni del Veneto, Friuli e Trentino, e dal territorio dell’Istria. La storia della città e della popolazione veneziana si svolge nel corso di dodici secoli, dal secolo VI dell’era cristiana al secolo XVIII, secoli questi, in cui la vita dei veneziani è divisibile in tre periodi: fino all’anno 1000 i veneziani furono barcaioli, dopo l’anno 1000 diventarono commercianti e infine Venezia diventò una città di artigiani e aristocratici. Il patrimonio culturale della città testimonia la presenza di diverse culture che hanno influenzato quella veneziana.

La città sarebbe stata fondata in un luogo deserto, disabitato e paludoso3, quando, nel 452, gli Unni di Attila conquistarono Aquileia, Concordia e Altino. È probabile

1

F. Lane, Storia di Venezia, Torino, Einaudi, 2015.

2 Le guerre puniche furono una serie di tre guerre combattute fra Roma e Cartagine tra il II e III secolo a.C., che si risolsero con la totale supremazia di Roma sul mar Mediterraneo.

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che le popolazioni di questi centri vicino Venezia attaccati e distrutti i loro territori, videro imminente il pericolo di morte e decisero di rifugiarsi nella zona lagunare perché la Laguna era difficile da attaccare per chi non conosceva la zona e i lidi sabbiosi costituivano una buona protezione da eventuali attacchi provenienti dal mare. Alcune fonti, alla luce di ricerche e studi circa la storia delle origini della città, affermano che in verità questo sia stato un racconto il cui scopo era mettere in luce l’aspetto drammatico della vicenda in modo da nobilitare l’origine della città. La realtà è che nelle zone lagunari erano presenti già degli insediamenti di barcaioli e battellieri che, con piccoli natanti, percorrevano le lagune, i fiumi e i canali; gli abitanti vivevano della pesca e della produzione del sale. «Questi barcaioli si impongono alla nostra attenzione come i primi veneziani: i primi che trovarono il modo di campare in quella mescolanza di fango, acqua e sabbia tipica delle lagune […] voi abbondate soltanto di pesce, -scrive Cassiodoro, - ricchi e poveri vivono insieme in eguaglianza»4. La modifica della struttura sociale veneziana che già esisteva e il processo di creazione di Venezia come organizzazione che oggi conosciamo inizia nel 568, quando prese piede in Italia l’invasione longobarda che causò nella regione veneta un’ondata migratoria degli abitanti delle città di terraferma verso la Laguna, decisi, questa volta a stabilirvisi. La leggenda vuole che l’attacco fu programmato dal capo dell’esercito bizantino Narsete per vendicarsi del suo esonero dall’impero avvenuto nel 565 con l’accusa di corruzione. Una conseguenza importante di questi attacchi fu la decisione di uomini facoltosi, di autorità civili e religiose di spostare la loro residenza nella laguna portando con sé familiari, servitù e quanto più poterono dei loro averi. Le famiglie ricche che possedevano proprietà private in terraferma si ritrovarono a convivere con le famiglie ricche che avevano la proprietà delle migliori zone di pesca e delle saline. Molti entrarono in possesso di territori nei quali costruirono le ville che ad oggi sono accessibili alle visite dei turisti, sono utilizzate per mostre o eventi culturali e perciò

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tutelate e conservate dall’Istituto Regionale Ville Venete5. Anni più tardi la villa divenne una moda, oltre ad essere l’abitazione dei grandi signori e della servitù, era dimora di lussuose e sfarzose feste che ospitavano le ricche famiglie di Venezia e dei dintorni, facendo sì che la città divenisse simbolo di lusso, di eleganza, di ricchezza e di bellezza.

I rifugiati dalla guerra del 568 si diffusero per una ampia zona lagunare che era quella che oggi chiamiamo Venezia, all’epoca era una distesa di acqua con un gruppo di isolotti lontani ed indipendenti tra di loro, difatti, gli insediamenti non si poterono considerare come unità urbana fino ad almeno il secolo IX. In particolare, in quella Venezia si stabilì la maggior parte della popolazione, con a seguito Malamocco, il cui porto rappresenta il principale ingresso dei mercantili diretti a Marghera e al Porto di San Leonardo. Malamocco ospita il Palazzo del Podestà, di realizzazione gotica, divenuto sede delle esposizioni di reperti archeologici risalenti al Medioevo e alle altre tradizioni del Lido. Le opere esposte sono di diversa provenienza, di diversa tecnica di creazione e di diversa epoca e questa diversità fa sì che il visitatore venga attratto dalla storia di un territorio ricco di testimonianze del passaggio di diverse culture che, nel tempo hanno influenzato l’originaria cultura veneziana6. Malamocco, dai più interessati visitatori è definita come la vera Venezia, uniche differenze sono l’assenza di folle che si ammassano per le vie dell’isola e un numero annuale minore di flussi turistici. Un segmento turistico particolare che sceglie come destinazione Malamocco è quello costituito da quei turisti che hanno un reale interesse nel fare esperienza del luogo perché legato al nome del fumettista Hugo Pratt, autore che si trasferì nel Borgo per scrivere le sue opere, ispirato dalla Laguna e dalla sua bellezza; perciò i turisti visitano questi posti per rivivere le emozioni di Pratt e in particolare del suo Corto Maltese7.

5 IRVV, D.Lg. 22 gennaio 2004 n° 42. 6

www.insula.it

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Altro centro era Torcello che, se all’epoca era uno dei centri più affollati dai migranti, oggi è uno dei luoghi più silenziosi della laguna in cui si può essere colpiti da un’atmosfera di calma e serenità. I turisti si ritrovano immersi nell’arte bizantina e possono visitare, tra i più importanti, il Museo dell’Estuario o la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Attrazione principale di Torcello è il ponte del Diavolo il cui nome trae origine dalla leggenda che racconta delle apparizioni del Diavolo ogni notte.

Tabella 1: Totale visitatori di Torcello

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gennaio 267 248 232 203 190 179 143 184 173 Febbraio 385 243 187 242 193 165 153 188 256 Marzo 510 553 364 467 402 395 440 451 465 Aprile 575 565 585 476 372 455 616 612 726 Maggio 750 739 647 455 467 450 631 728 687 Giugno 604 446 454 343 390 588 575 555 528 Luglio 629 508 498 394 460 510 437 612 599 Agosto 776 500 576 550 492 479 663 756 625 Settembre 520 713 692 447 475 588 551 824 702 Ottobre 533 740 651 558 395 640 493 730 637 Novembre 323 315 274 267 192 305 235 344 250 Dicembre 276 231 178 271 175 191 172 213 232 Totale 6.148 5.811 5.338 4.673 4.203 5.035 5.109 6.197 5.880 Gratuiti 5.001 5.600 8.374 9.440 8.939 7.366 6.592 8.190 7.242 TOT. Visite 11.149 11.411 13.712 14.113 13.142 12.401 11.701 14.387 13.122

Fonte: Ufficio Turismo della Curia Patriarcale di Venezia.

La tabella riporta i dati dei flussi turistici, il cui totale viene diviso tra i visitatori paganti e quelli gratuiti, che si sono recati nell’isola di Torcello dal 2008 e si può osservare una crescita costante nei primi anni con un picco nel 2011 per poi avere anche un calo costante fino al 2016. Nonostante la crisi economica iniziata nel 2008 Torcello ha registrato un’ottima performance. Da notare l’ottima prestazione nel 2015 che si presenta con il numero più alto di visitatori in questi nove anni.

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L’attacco di Narsete8, oggi, è considerato un evento epocale, evento destinato a cambiare la storia, poiché da un lato ebbe come conseguenza la frammentazione politica del territorio italiano, durata poi per secoli e dall’altro fu la causa determinante dell’origine di Venezia, che senza questo episodio forse mai sarebbe esistita.

Per la Venezia di terraferma, nella prima metà del ‘700 si concludeva il processo storico iniziato con l’invasione longobarda e si presentava la nascita di una nuova realtà lagunare con un’amministrazione bizantina a capo di una federazione di isole destinate a dar vita alla futura città di Venezia9, e rappresentava l’avvio della separazione dall’impero longobardo. A capo di questa federazione c’era un dux (Doge) di cui i cronisti veneziani riferirono che fosse scelto dalla comunità delle lagune, ma che ricevesse ordini dall’impero bizantino. La disgregazione tra i due imperi, Bizantino e Longobardo, venne confermata da una seconda suddivisione, questa volta ecclesiastica: il patriarca di Aquileia, Paolino, oltre alla sua residenza trasferì a Grado anche le insegne del potere pastorale e le reliquie dei santi e dei martiri fondatori della prima comunità cristiana veneta. I longobardi, invece, a Cividale nominarono il loro patriarca longobardo. La suddivisione era ormai netta. Nel 751, le truppe longobarde con il re Astolfo, conquistarono Ravenna ponendo fine all’esarcato bizantino. Tuttavia, ribadendo il decreto di Liutprando, Venezia

acquistò una maggiore autonomia di governo e di commercio. Inoltre, nulla ottennero ancora i longobardi contro i bizantini quando, sotto il controllo di Pipino, nell’810 l’esercito prese d’assalto e saccheggiò Malamocco, l’allora capitale, volendo anche conquistare le isole. Poco dopo, tra Carlo Magno e Bisanzio si stipulò un contratto di pace che riguardava in particolare il ducato veneziano. Il territorio che venne poi chiamato «dogado» faceva parte formalmente dell’impero bizantino, ma si avviò all’indipendenza pur mantenendo un forte legame con l’impero,

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Generale bizantino. Nacque in Persia nel V secolo, ma crebbe a Costantinopoli. Noto per aver portato a termine, nel 553 la ricostruzione dell’Italia, e per averla governata fino alla decisione di rimuoverlo dall’incarico nel 568. Narsete morì a Roma nel 574.

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accadde così che la sovranità dell’imperatore bizantino andò svanendo. La nuova sede del governo, sotto il Doge Participazio si spostò a Rivoalto, attuale Rialto. Qui furono costruiti un primo Palazzo Ducale e la prima Basilica di San Marco. La Basilica è il simbolo della città dal momento che qui è riposto il corpo di San Marco, la tradizione vuole che due mercanti avessero trafugato il corpo del Santo da Alessandria d’Egitto portandolo nella città e nominandolo patrono e protettore. «Da questo tempo incomincia l’illustre Venezia».10 Il palazzo Ducale è la più importante meta turistica, realizzata in Piazza San Marco accanto alla Basilica, riassume tutte le vicende storiche della città di Venezia, dalla politica all’arte; il Palazzo, oltre ad essere stato la sede del governo, era l’abitazione del Doge e della famiglia. Il secolo e mezzo di storia a partire dalla metà del XII secolo fino alla fine del XIII secolo individua quella che viene definita come l’età del comune. Depositari del potere pubblico erano il Duca rappresentante il primato sul piano interno ed internazionale e il popolo che, oltre ad eleggere il Duca, ne doveva approvare l’operato. La struttura, quindi, vedeva a capo il Doge, a seguito i Primates e i Sapientes e infine il Populus. Importante, all’interno del Palazzo Ducale è la presenza di statue e decorazioni che hanno lo scopo di mostrare al mondo la ricchezza e la potenza della città. L’architettura orientale e la struttura in livelli di ornamenti fanno capire il legame che c’era tra Venezia e l’Oriente, il Palazzo Ducale rappresenta infatti il capolavoro gotico realizzato in Italia. Questi due simboli sono mete obbligatorie per i turisti che si riversano quotidianamente a Venezia.

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14 Tabella 2: Totale visitatori San Marco

Fonte: Fondazione Musei Civici Venezia.

In Piazza San Marco si stimano, negli ultimi cinque – sei anni, tra i 23 e i 25 milioni di visitatori annuali e la spesa raccolte dalle attività commerciali intono alla Piazza è di circa 2,5 miliardi all’anno. In dieci anni questi flussi si sono mantenuti costanti con una crescita più evidente per i paesi extra-europei. La tabella riporta le singole performances del Palazzo Ducale dal 2008 al 2016 in cui si nota un picco nel 2011.

1.1.2 La navigazione fluviale e l’evoluzione commerciale

Fin tanto che i veneziani furono un popolo di barcaioli, fra i loro interessi e quelli dell’impero bizantino, non ci fu alcun conflitto. L’isola di Torcello si inseriva nel sistema commerciale di Bisanzio come emporio e sbocco per le merci bizantine. Dopo la conquista araba della Siria, del Nord Africa e della Spagna, i musulmani crearono un sistema commerciale che si estendeva a est e a ovest attraverso il Mediterraneo1. La competizione tra bizantini e arabi fece sì che Venezia poté

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accrescere la propria importanza come sbocco commerciale diventando la porta dell’Europa aperta sul Levante. I veneziani avevano cercato e ottenuto profitto, potenza e arte facendo da intermediari fra Oriente ed Occidente. «Le merci scorrono per quella nobile città come l’acqua dalle sorgenti […] da ogni luogo giungono merci e mercanti, che comperano le merci che preferiscono e le fanno portare al loro paese»2. La supremazia dei mercanti veneziani era dovuta al fatto di essere quelli forniti dei migliori prodotti d’Oriente, prodotti quali spezie, incenso e sete ed inoltre, trasportavano anche il panno purpureo di cui l’imperatore bizantino ambiva il monopolio e l’impiego per i doni imperiali. L’autorità commerciale in terraferma era in mano ai sovrani occidentali che concedevano ai veneziani la navigazione solo pagando una somma per il pedaggio e garantivano il risarcimento nel caso fossero depredati. Tutte le navi veneziane erano soggette ai regolamenti del governo, dovevano presentarsi a determinati posti di controllo per verificare che tutto fosse in regola, pena delle sanzioni. Non si poteva vendere ai musulmani, caricare da porti esteri per vendere in altri luoghi al di fuori di Venezia. Nessun carpentiere o calafato poteva lavorare in altri luoghi diversi da Venezia senza il permesso della Signoria e soprattutto, le navi dovevano avere determinate dimensioni poiché potevano anche essere utilizzate come navi da guerra. Infine, erano stati messi a punto restrizioni ed obblighi per chi guidava le navi e per gli uomini di bordo, essi dovevano prestare fedeltà ad un giuramento di salvaguardia dei materiali e del proprio equipaggio. Il commercio marittimo interessò un numero sempre crescente di persone, alcuni di essi facevano parte delle famiglie dell’alta società, mentre altri vi costruirono la propria fortuna. Furono costruite le prime botteghe nelle quali i bottegai veneziani vendevano stoffe, gemme, pellicce e tessuti preziosi che i mercanti importavano dall’Oriente.

Un’altra fonte di ricchezza era il legname da traffico e da guerra e anche la compravendita degli armamenti per le navi. Essendo materiale bellico, il traffico del

2

M. da Canal, Les estoires de Venise. Cronaca veneziana in lingua francese dalle origini al 1275, Firenze, A. Limentani, 1972. p. 4.

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legname fu proibito dall’impero e dal papato, come anche quello degli schiavi, ma i mercanti veneziani consideravano il commercio più importante delle norme ecclesiastiche o imperiali. Questi due tipi di compravendite erano importanti mezzi per ottenere oro e argento, utilizzati per comprare le merci di lusso a Costantinopoli e vederle nel mercato in Occidente. Grazie al commercio, la città di Venezia già nel IX secolo vantava una struttura e un’attività economica che posero le basi per quello che è considerato il periodo di massimo splendore3.

Per quanto riguarda le vie del commercio, nei lidi c’erano tre aperture dette bocche o porti: a sud il porto di Chioggia e al centro quello di Malamocco, ma il nucleo del commercio era il Bacino di San Marco, che si estendeva dalla banchina antistante Palazzo Ducale, ovvero il Molo, fino all’odierna Punta della Dogana. Per secoli non ci fu una vera e propria dogana centrale, le navi scaricavano direttamente nei depositi dei palazzi dei mercanti oppure attraccavano al Molo dopo che il capitano della nave aveva mostrato un permesso. Le rive del Bacino erano utilizzate anche come cantieri per le riparazioni per cui i detriti che si depositavano sull’acqua rischiavano di colmare il canale ostacolando di conseguenza la viabilità delle navi. Nel 13334 questi cantieri dovettero essere spostati altrove lasciando libere le rive dalle quali oggi i turisti possono ammirare i palazzi del quartiere residenziale che fu realizzato in quell’epoca. Gli spazi dedicati al mercato del pesce, le botteghe dei macellai e altri punti vendita furono utilizzati per l’alta finanza e per le trattative commerciali: l’attività industriale stava lasciando spazio all’affermarsi della vita economica. Mentre sulle isole sparse per la laguna erano edificati altri cantieri, Chioggia fu specializzata per la produzione del sale e l’isola di Murano fu specializzata per le fabbriche di produzione del vetro, in modo da diminuire il pericolo d’incendio a Venezia 5. Si ritiene che l’arte della lavorazione del vetro a Murano sia nata sotto l’influenza asiatica ed araba nel periodo del VIII secolo in Venezia era un importante porto commerciale. Le attività commerciali turistiche dedicate alla vendita o

3 G. Luzzatto, Storia economica di Venezia dall’XI al XVI secolo, Venezia, Marsilio Editore, 1995. 4

F. Lane, Storia di Venezia, (cit. nota 1). 5 Ibidem.

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esposizione delle composizioni realizzate in vetro sono molto presenti nell’isola e i turisti oggi comprano i vari prodotti considerati materiali pregiati e simbolo ancora una volta di ricchezza, visto il costo elevato, e simbolo di bellezza.

Tabella 3: Totale visitatori Museo del Vetro

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gennaio 4.988 4.439 5.324 5.796 5.790 4.903 6.591 Febbraio 6.800 7.667 7.938 8.949 8.702 7.324 7.592 9.809 Marzo 8.856 9.356 12.698 11.858 13.483 10.077 11.040 13.923 Aprile 15.805 18.814 19.235 22.062 17.816 15.971 19.265 15.541 Maggio 14.279 14.344 15.571 16.807 18.132 14.302 15.363 16.687 Giugno 10.821 12.145 14.216 12.488 13.235 11.124 13.213 13.952 Luglio 12.763 13.801 14.391 15.801 14.799 13.487 14.425 14.296 Agosto 15.400 17.257 17.073 18.346 16.521 15.675 16.952 17.017 Settembre 12.891 13.251 13.637 14.663 13.938 12.761 14.218 14.366 Ottobre 14.061 15.785 17.207 15.273 14.647 13.864 15.635 19.995 Novembre 7.163 7.267 7.583 8.837 6.126 5.432 7.282 8.200 Dicembre 5.366 5.285 7.226 6.492 6.551 1.547 7.870 8.600 TOTALE 129.193 139.411 152.099 157.372 149.740 126.467 142.855 161.977

Fonte: Fondazione musei civici di Venezia.

I dati raccolti dal Museo del Vetro a Murano rappresentano i flussi più alti in questi anni rispetto a gran parte dei musei presenti in Laguna. Si nota un incremento importante nei mesi di aprile e maggio e un calo nei mesi estivi, tranne nel mese di luglio degli anni 2011-2012 e 2013 in cui le prestazioni hanno una crescita che poi continuerà anche in agosto, che è il mese in cui si registra un picco in tutti gli anni. Altra isola è Burano, i visitatori sono attratti dai colori delle case che si riflettono nelle acque dei canali. Le origini dell’uso dei colori ancora non è molto chiara, la tradizione vuole che ogni colore rappresenti semplicemente il simbolo della famiglia che viveva in quella casa, mentre una realtà più fondata dice che i colori servivano ai barcaioli per trovare la propria casa durante i periodi di nebbia.

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18 Tabella 4: Totale visitatori Museo del Merletto

2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gennaio 930 1.055 982 1.167 1.482 Febbraio 1.544 1.553 1.528 1.790 2.412 Marzo 2.532 2.382 2.665 2.413 3175 Aprile 3.674 3.626 4.105 4.358 5.032 Maggio 3.662 3.407 4.229 3.355 4.405 Giugno 371 3.018 2.785 2.945 3.027 3.349 Luglio 2.692 2.635 2.722 2.907 2.818 3.097 Agosto 3.396 3.649 3.145 3.582 3.587 3.525 Settembre 2.788 3.348 3.221 3.422 3.660 3.620 Ottobre 3.088 2.829 2.854 3.114 3.513 3.997 Novembre 1.284 1.574 1.348 1.220 1.585 1.751 Dicembre 1.196 967 1.059 984 1.552 1.668 TOTALE 14.815 30.362 29.157 31.683 32.825 37.503

Fonte: Fondazione Musei civici di Venezia.

Specifica è l’attività commerciale dedicata alla vendita e alla realizzazione a mano dei merletti. Passeggiando tra calli e viuzze si arriva all’unica piazza presente: Piazza Galuppi dove si trova il Palazzo del Municipio e il Museo del Merletto. La tabella riporta i dati dei flussi per il Museo del Merletto per il quale si può notare come ci sia stata una crescita importante a partire dal 2012, anche se in tutti gli anni i mesi estivi registrano delle presenze importanti.

1.1.3 L’espansione marittima e in terraferma

Alla fine del XI secolo, la flotta veneziana che fino ad allora era stata utilizzata per difendere l’impero bizantino e per il commercio nell’Adriatico, si spinse oltre facendo sentire la propria potenza in tutto il Mediterraneo: era l’epoca delle Crociate, l’epoca di guerre che ebbero una risonanza non solo a livello religioso, ma anche economico, politico e sociale. Chi partecipava sapeva che avrebbe avuto la possibilità di conquistare territori in Oriente, di allargare o creare i propri commerci. «In Venezia le Crociate non trovarono entusiasmo, ma neppure indifferenza1». Lo scopo di Venezia era quello di rafforzare il proprio potere marittimo per

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l’espansione commerciale nel Mediterraneo Orientale. Nelle prime tre Crociate Venezia ebbe l’occasione di aumentare notevolmente le proprie ricchezze, ma fu solo nella IV che diede prova di sé inserendosi tra le potenze marittime. Presero parte alla Crociata i grandi Feudatari di Germania, Italia e Francia. A Venezia fu negoziato il trasporto in Terrasanta: il governo veneziano doveva procurare mezzi di trasporto e viveri per la durata di un anno per circa 35.000 uomini ed erano richieste 200 navi. Venezia procurò quanto pattuito e la spedizione partì nell’estate del 12022. In cambio i veneziani avrebbero dovuto avere 85.000 marchi d’argento, ma ne riuscirono ad avere solo 51.000. Il tutto era stato negoziato dal Doge Enrico Dandolo e da Filippo di Svevia, che avevano forse previsto quello che accadde in conseguenza al fatto che gli inviati avrebbero sopravvalutato i loro averi. Infatti, per il pagamento del debito, il Doge Dandolo spinse i debitori a saccheggiare Zara e poi andare alla volta di Costantinopoli e fare altrettanto. Nella divisione dei territori, il governo veneziano si assicurò di avere quei territori necessari per il controllo marittimo. Gli itinerari commerciali dei veneziani erano due: uno diretto a Costantinopoli che attraversava la Romania, e l’altro verso Acri e l’Oltremare. La supremazia veneziana, a partire dal 12503 fu messa a dura prova dalla minaccia rappresentata dalla Repubblica marinara di Genova. Per il commercio dei genovesi di fondamentale importanza era il Mediterraneo Occidentale, ma con le Crociate si offrì loro l’opportunità di arrivare nell’Oltremare. «Come Venezia era il centro monopolistico di tutto l’Adriatico settentrionale, Genova mirava a esserlo per tutta la costa compresa fra il Rodano e la Toscana4». La vittoria di Venezia fu schiacciante, ma le guerre contro i genovesi costarono molto ai veneziani la cui flotta fu gravemente indebolita e la posizione commerciale di privilegio di cui essi godevano a Costantinopoli e nell’impero latino fu ridimensionata. Il secolo successivo i veneziani presero a commerciare alla Tana che era il punto più nordorientale dei mercati italiani e la cui supremazia apparteneva ai genovesi, così la guerra riprese.

2 F. Lane, Storia di Venezia, (cit. nota 1). 3

Ibidem. 4 Ivi. pag. 87

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Si combatté nel febbraio 1352 al Bosforo. Fu una battaglia memorabile poiché combattuta durante una tempesta invernale; persero la vita molti combattenti tra cui anche ufficiali, fu un massacro. La vittoria era dei genovesi in conseguenza al fatto che i veneziani e i catalani si erano ritirati. Alla fine, Genova riconobbe la signoria di Venezia sul suo Golfo, mentre, Venezia riconobbe la supremazia di Genova sulla riviera ligure.

I veneziani decisero di espandere il proprio controllo nell’entroterra, interessati alle vie terrestri della Lombardia attraverso le quali raggiungere i mercati Orientali per acquistare tessuti, metalli e vendere le spezie. Per la Germania meridionale si potevano percorrere quattro o cinque vie che attraversavano le Alpi, mentre due o tre vie per la Francia mediante la Lombardia. Il tutto era gestito secondo una forte ambizione: acquistare nuovi poteri significava avere possibilità di ampliare i propri possedimenti. Era come se il progetto di espandere i confini di Venezia verso l’entroterra fosse spinto dall’interesse personale dei cittadini. Nel 1423 l’Italia settentrionale era formata da tre potenze principali Milano, Firenze e Venezia, al centro c’era lo stato pontificio e al sud il regno di Napoli. Un momento di tensione ci fu all’inizio del ‘500 quando la Francia invase l’Italia per conquistare Napoli. Venezia chiamò a sé tutte le forze italiane ed anche europee per creare una lega contro la Francia. I veneti pensavano che questa potesse essere la volta buona per quello che era il loro obiettivo da un secolo, ovvero, la conquista del Mediterraneo e dell’Italia Settentrionale. Iniziarono a stringere varie alleanze: con i Pisani contro Firenze e con lo stesso Re francese Luigi XII contro Milano che a sua volta difendeva Firenze; conquistò la Puglia che era una importante risorsa per il commercio nell’Adriatico e nello Ionio.

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1.1.4 Il declino e la ripresa: Venezia dei secoli XVII- XVIII

Grazie al numero elevato della popolazione, la Serenissima era considerata una delle città più grandi, la crisi che all’inizio del 600 colpì Venezia fu portata dalla Morte Nera, che si impose per molti anni sull’andamento demografico della città. La peste nera si presentò in due forme: la polmonite e la forma bubbonica e dominò tutta l’Europa fino al 1700. La diffusione di queste malattie era dovuta alle pulci dei ratti che provenivano con le mercanzie che arrivavano nelle città. Questo periodo vide al centro i fenomeni dell’immigrazione e dell’emigrazione: i cittadini si spostavano dalla città ad una sola voce di peste nera, per poi farvi ritorno quando le voci erano taciute, ma gli abitanti che facevano ritorno erano accompagnati dai fuggitivi delle epidemie che reprimevano a loro volta i loro territori. In questo modo Venezia fu in grado di ripopolarsi continuamente e mantenere alto il numero della popolazione: numero grazie al quale fu considerata sempre una città-stato o nazione-stato1. Le guerre e la pestilenza diedero un duro colpo anche al commercio e alle costruzioni navali, ma mentre il primo settore si riprese verso la fine del 1500, per le costruzioni la situazione era più complicata. Fintanto che i veneziani lavoravano per riprendersi dalla crisi, gli olandesi e gli inglesi si occupavano di rivoluzionare l’industria mercantile con metodi nuovi e con l’impiego di materiali molto economici. Venezia acquistava queste navi per il proprio commercio, ma gli equipaggi ebbero molte difficoltà iniziali perché non possedevano le capacità tecniche proprie, invece, di olandesi e inglesi. Tuttavia, Venezia vanta una tradizione di costruzioni navali invidiabile da molti, il luogo della memoria di questo vanto si trova nel Museo Storico Navale.

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22 Tabella 5: Totale visitatori Museo storico navale

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Gennaio 2.212 1.527 1.558 1.673 2.198 1.900 2.183 3.756 2.512 Febbraio 3.060 2.529 2.595 2.462 2.369 2.279 2.729 4.146 3.449 Marzo 5.191 4.282 4.088 4.565 3.833 5.052 4.362 5.736 3.558 Aprile 7.149 5.555 6.735 6.751 6.618 6.826 6.314 10.090 7.753 Maggio 5.933 5.611 5.424 5.209 5.470 6.797 6.855 6.926 6.317 Giugno 2.675 2.945 3.973 4.049 11.194 3.565 3.974 4.953 6.739 Luglio 3.330 3.526 3.659 3.700 3.576 3.561 5.009 5.238 5.409 Agosto 3.961 4.179 4.674 4.264 3.991 4.778 6.855 6.717 7.536 Settembre 4.024 3.850 4.049 3.693 4.227 3.924 5.891 5.656 6.083 Ottobre 4.617 4.263 4.429 4.656 4.320 4.671 6.990 3.139 7.870 Novembre 2.072 2.247 2.547 2.475 2.845 2.617 3.791 3.366 4.135 Dicembre 1.439 2.123 1.825 2.259 1.522 2.147 3.566 3.511 4.448 TOTALE 45.663 42.637 45.556 45.756 52.163 48.117 58.492 63.234 65.809

Fonte: Museo storico navale.

La tabella riporta i dati del Museo Navale che registra negli anni una crescita costante con un risultato considerevole nel 2012, risultato ancora maggiore che si avrà poi negli ultimi tre anni. Il Museo Storico Navale è il più importante in Italia nel suo genere, sono esposte le navi in scala, con le spiegazioni delle varie tecniche messe appunto dai costruttori veneziani.

Tutta l’Europa continentale nel 500 era impegnata nella stabilizzazione dell’economia e nel consolidamento dell’assolutismo monarchico per cui la forma repubblicana di Venezia era minacciata, ma il governo non era pronto a schierarsi contro la potenza monarchica spagnola, francese o austriaca anche perché temeva che combattendo in quei territori, i turchi tornassero a combattere in occidente e costituire un pericolo per i commerci veneziani. Così, si dichiararono neutrali e decisero di fortificare la città e le basi d’oltremare facendo tesoro delle nuove tecniche dell’ingegneria militare. I settori in crescita erano l’agricoltura e l’industria, mentre gran parte della popolazione si dedicava alle attività manifatturiere. I veneziani stavano lavorando ad un progetto di un futuro basato sulla pace piuttosto che sulla guerra. Aumentarono le importazioni dal Levante, come anche quelle di seta e di cotone da Cipro e da Smirne mentre il commercio delle spezie dal Mar Rosso raggiunse livelli mai raggiunti prima. Tutti ammiravano Venezia per la pace interna e per la giusta amministrazione, per la sua libertà e il modo di affrontare le

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problematiche in modo civile e rendendo partecipi i cittadini, attraverso il voto e i dibattiti, nella ricerca della soluzione democratica.

All’inizio del 600 gli inglesi e gli olandesi crearono una situazione di equilibrio con la Spagna tanto che le navi potevano attraversare senza pericolo lo stretto di Gibilterra. Queste potenze si volsero verso Venezia per utilizzarla come base meridionale per i loro commerci verso il Levante. Il Governo affermò la politica tradizionale secondo cui gli stranieri erano i benvenuti solo se importavano merci dal loro paese a Venezia e non per altre destinazioni, lo scopo era quello di favorire l’insediamento di nuovi marinai nella flotta, ma la proposta venne bocciata1 e di fronte a questo atteggiamento protezionistico gli stranieri si rivolsero altrove e il volume del commercio che passava per Venezia subì un calo del 40%. La Serenissima non era più uno dei maggiori punti di incontro dei traffici commerciali, ma era sicuramente il mercato metropolitano di un’area ricca e popolata e molte erano le potenze che si riferivano alle industrie veneziane per costruire le proprie navi. Da questo momento Venezia conobbe un periodo di pace che durò fino alla fine 1700. Ci fu un incremento demografico, l’economia cresceva stabilmente e importante erano anche i prodotti nel campo della musica, delle belle arti e della letteratura. I canoni estetici si ispiravano all’Oriente, la Basilica di San Marco, il Ponte degli scalzi che da accesso alla stazione ferroviaria e che definisce la parte iniziale del Canal Grande. Il Ponte dei Sospiri ancora è una delle attrazioni turistiche più importanti, il nome deriva dai racconti secondo i quali i prigionieri attraversando questo ponte per andare nelle prigioni, sospirassero perché sapevano che probabilmente non avrebbero più rivisto il paesaggio che ad oggi è il soggetto di molte fotografie o video dei turisti: la Laguna e l’Isola di San Giorgio. La Serenissima era diventata uno dei centri della cultura europea, ed era da sempre stata centro di attrazione per i viaggiatori. In questi secoli, i turisti erano per lo più appartenenti alle classi sociali aristocratiche. Molti arrivavano a Venezia poiché faceva parte del Gran Tour e rappresentava una tappa fondamentale del percorso formativo dei

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giovani aristocratici del nord Europa. Nel 1637 fu inaugurato il Teatro San Cassiano, il primo teatro d’opera pubblico aperto ad un pubblico pagante. Le scene portate sul palco erano divise tra idilli pastorali, battaglie o naufragi, lasciando spazio nel 700 ad opere in prosa. In poco tempo le tecniche per la costruzione di macchinari da scena divenne una specialità veneziana, molti ingegneri veneziani portarono le loro capacità anche a Parigi o Vienna. Venezia immersa in un’economia di scala mondiale viveva di una vita propria, attenta alle situazioni dei mercati internazionali. I due elementi che costituivano la base della struttura veneta erano la presenza di un grande capitale e l’essere policentrici. L’economia dello stato era in questo periodo un apparato capace di permettere il recupero del deficit provocato dalle varie guerre permettendo anche livelli alti di stabilità e sicurezza. Importante era anche il settore agricolo che registrò diverse trasformazioni tanto da consentire l’autosufficienza alimentare dello stato e la promozione di investimenti rivolti all’espansione della superficie da coltivare. Per quanto riguarda il commercio appariva anch’esso trasformato. Il rapporto fra esportazioni e importazioni favorì queste ultime; molto importanti erano le esportazioni di manufatti verso Milano e la crescita dei traffici con i mercati esteri. Grazie al passaggio in terraferma si rafforzarono di molto i legami tra i cittadini.

1.1.5 Uno sguardo su Venezia dall’annessione al Regno d’Italia alla fine

dell’anno mille

Con la spedizione militare condotta da Napoleone Bonaparte a capo dell’esercito della Francia rivoluzionaria, Venezia fu invasa alla fine del 1700. Le truppe francesi arrivarono nella Laguna passando per la terraferma, mentre il Doge e i Magistrati deponevano le insegne del comando, il Maggior Consigliò decretava la fine della Repubblica. Nel trattato di Campoformio2 del 1797 firmato da Napoleone, la Francia

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divise il nord - Italia con l’Austria alla quale fu assegnata Venezia con i suoi territori che di conseguenza perse l’indipendenza e fu annessa al Regno Lombardo sotto il dominio austriaco. Durante il 1848, anno dei moti risorgimentali contro la dominazione austriaca di cui Venezia fu una dei protagonisti con a capo Manin3, venne instaurata nuovamente la Repubblica chiedendo l’unione con il Regno di Sardegna, anche se la forma che si instaurò con Manin era molto lontana da quella che era l’antica Repubblica di Venezia ereditata dall’impero bizantino. Nel 1866 il Regno d’Italia strinse un’alleanza con la Prussia per unire Venezia e Trento al proprio territorio rifiutando la proposta austriaca di cedere i territori a Napoleone che a sua volta li avrebbe ceduti all’Italia. Si combatté la terza guerra d’indipendenza questa volta tra Italia e Austria che si concluse nella richiesta di tregua da parte dell’Italia fino a che non si arrivò all’armistizio di Cormons nell’agosto del 1866, ponendo fine alle guerre tra Austria e Prussia e decretando che l’Austria avrebbe dovuto cedere i territori Veneti alla Francia, territori che restituì a Vittorio Emanuele II. Il governo italiano presentò a Vittorio Emanuele II una relazione che iniziava con un preambolo che affermava che il Regno d'Italia «crebbe e si ingrandì con il consenso spontaneo dei popoli ansiosi di dare all'idea nazionale una forma, che ne assicurasse lo svolgimento, e fosse all'Europa una guarentigia di ordine e di civiltà»4. Nell’ottobre dello stesso anno, il sovrano convocò un plebiscito: ci furono le votazioni i cui risultati di effettiva annessione al Regno d’Italia furono portati a Firenze che era l’allora capitale. Tuttavia, secondo alcune fonti, Venezia venne ceduta direttamente dall’Austria al Regno d’Italia. «Questa mattina in una camera dell'albergo Europa si è fatta la cessione del Veneto5»

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13 maggio 1804-22 settembre 1857. 4

La Relazione del Presidente del Consiglio e del Ministro di grazia e giustizia e dei culti a S. M. il Re intorno di plebiscito delle Provincie Venete.

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A. Mocellin, Il Veneto nel 1806 non è mai stato ceduto all’Italia, Padova, Il Mattino, 10 ottobre 2011.

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All’inizio del 900, Venezia non era pronta per diventare una città industriale e portuale ed era incapace di concorrere con gli altri centri, che a sua differenza avevano luoghi idonei allo sviluppo dei vari settori industriali. Nel 1917 fu instituito il Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel porto di Venezia, venne incaricato l’ingegnere Enrico Coen Cagli che realizzò un progetto per Bottenigo di un porto commerciale, un’area industriale e un quartiere residenziale. Più tardi venne instituita la Società Porto industriale di Venezia per svolgere i lavori6 del Porto di Marghera. Nel 1933 venne costruito il Ponte della libertà che collega il centro storico di Venezia alla terraferma. I primi anni del 1900 furono dedicati ai numerosi interventi che cambiarono la geografia della città rendendola totalmente nuova. Nel 1905 fu istituita anche l’ACNIL, l’Azienda comunale per la navigazione interna lagunare per rendere la laguna accessibile.

Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Venezia si impose come una delle città protagoniste sia nella fase in cui lo stato era diviso tra interventisti e non interventisti sia nelle battaglie che durarono fino al 1918, in questo lasso di tempo la città fu evacuata quasi del tutto. Questa guerra provocò sin da subito il declino del commercio e delle varie attività industriali che si stavano creando e creò una popolazione afflitta dalla miseria e dalla disoccupazione. Il dopoguerra vide un’ondata migratoria in terraferma facendo sì che nella laguna rimanessero solo i militari poiché tanti erano gli abitanti che dopo la disfatta di Caporetto avevano temuto una dominazione austriaca. La città di terraferma in cui ci fu un incremento demografico importante fu Mestre, incremento che vide la sua massima espansione negli anni ’60 e ‘70 e che avvenne in modo molto confusionario: i primi a lasciare Venezia furono i più ricchi potendo permettersi di pagare il viaggio e vivere con i propri averi7 e solo in un secondo momento si riuscì a spostare il resto della popolazione. Con l’avvento del fascismo, Venezia si differenziò dal resto delle città

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Società anonima fondata dal conto Giuseppe Volpi di Misurata il 12 giugno 1917. Il 23 luglio il presidente del Consiglio Paolo Boselli, il sindaco di Venezia Filippo Grimani e lo stesso Volpi firmarono la convenzione.

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italiane con la messa in atto del progetto che fu definito la «Grande Venezia» con a capo Giuseppe Volpi, ministro di Mussolini. Questo progetto vide l’annessione di Murano, Burano, Mestre e altri centri al comune di Venezia. L’idea di Volpi consisteva nel creare una Venezia con vocazione artistica e turistica che era la Laguna, e una Venezia commerciale e industriale all’estremità della laguna, le due mete sarebbero state collegate da un ponte percorribile con le automobili. Molti terreni vennero edificati dallo Stato e con la SADE che forniva l’energia vennero costruite le centrali idroelettriche. Grazie al Ministro, Venezia conobbe un periodo di grande splendore che, probabilmente, senza l’alleanza con Mussolini non avrebbe raggiunto. La Serenissima era una città del tutto fascista i dirigenti, i cittadini si piegarono alla forza politica di Volpi. Tuttavia, dal 1940 i tempi si fecero duri e con l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno il pericolo di distruzione delle case, delle costruzioni e dei monumenti che abbellivano la città era molto alto. Furono anni duri perché Venezia era fragile dal punto di vista militare e la sua posizione la esponeva a molti pericoli. L’Italia nel 1945 perse la guerra, ma aveva conquistato la democrazia che si impose, almeno a Venezia, con non poche difficoltà. Volpi morì nel 1947, ma il suo indirizzo continuò ad essere seguito nonostante il cambiamento delle maggioranze politiche comunali. A sostenere la continuazione della politica di Volpi fu l’esuberanza da parte della popolazione che soffriva, tra le altre cose, anche la disoccupazione, anche se il principale motivo per cui si sostenne questo progetto fu il blocco esteso di interessi economici: alla fine della prima metà del XX secolo Venezia aveva diverse zone industriali e si progettava di far diventare Marghera il massimo centro commerciale di tutto il Veneto e uno tra i più importanti d’Italia. Ci fu un grosso impatto non solo a livello commerciale, ma anche sociale perché il futuro stesso di Venezia si basava sul futuro dell’industria; si basava sull’intenzione di non abbandonare ciò che era stato costruito a Venezia in molti anni e con molte difficoltà e si basava, infine, sulle nuove tecniche di lavoro e sulla costruzione di edifici con uno stile moderno. In

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genere si ricorreva a professionisti privati per la realizzazione di opere pubbliche, tra gli altri il nome che più ricorre è quello dell’ingegnere Eugenio Miozzi8 legato alla costruzione del Ponte della Libertà, del Teatro la Fenice nonché alla realizzazione del Casinò municipale del Lido. In questo periodo di splendore, un momento drammatico per Venezia fu il 1966 quando il 4 novembre fu travolta da una alluvione che oggi è conosciuta come “acqua granda”. Per difendersi da questi pericoli, era stato istituito il Magistrato delle acque, che si occupava di svolgere lavori di idraulica per difendere la città dall’acqua alta. Questo è ancora oggi un problema che affligge la città e il pericolo è maggiore nei periodi in cui tirano i venti di scirocco soprattutto nei periodi autunnali e primaverili. A tal proposito sono presenti degli studi che descrivono il fenomeno.

Tabella 6: Livello acqua alta

Livello Marea Area di Venezia allagata

+150 cm 70%

+160 cm 77%

+170 cm 82%

+ 180 cm 85%

+190 cm 88%

Fonte: Istituzione centro previsioni e segnalazioni maree.

Con l’alluvione si ebbe timore che Venezia potesse scomparire definitivamente e fu a questo punto che lo sviluppo di una terza zona commerciale che avrebbe dovuto affiancare la zona di Marghera subì una battuta di arresto perché si temeva l’impatto negativo che l’industria avrebbe potuto avere sull’ambiente. Una nuova visione ambientalista fece si che vennero realizzati molti investimenti per salvaguardare Venezia, investimenti per un nuovo sistema idrologico e per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile. Una somma pari a 120 miliardi di lire fu messa a disposizione del Magistrato delle Acque per ristrutturare primo fra tutti beni demaniali distrutti dalla guerra oppure dalle maree9. Si lavorava per estendere il sistema idrico in tutte le case veneziane, sistema che all’inizio potevano

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Vissuto tra il 16 settembre 1889 e il 10aprile 1979.

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Cinquantenario del Magistrato delle Acque di Venezia, 1907-1957, Venezia, Officine grafiche di Carlo Ferrari, 1957.

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permettersi solo i più ricchi viste le alte tasse; ben presto il lavoro fu affidato alla “Compagnia generale delle Acque” così da abbassare le tariffe. Ben presto tutti i progetti furono realizzati con grande successo.

Per quanto riguarda la cultura, nel ‘900 nella Serenissima appare articolata grazie alla varietà di uomini illustri che soggiornavano costantemente nella città: artisti, letterati e uomini di cultura sedotti dal modo di vivere della popolazione e della bellezza della stessa città rinomata come fonte di ispirazione per molti registi e scrittori. Sicuramente la potente macchina culturale di Venezia era fatta di biblioteche, archivi e musei, ma il motore era l’Università Co’ Foscari10 nata nel 1868 quando venne istituita la prima Scuola Superiore che si occupava dell’insegnamento delle discipline dell’economia e del commercio e negli anni successivi anche dell’insegnamento delle lingue estere, la futura facoltà di Lingue e Letterature straniere11. Nel corso dei secoli, l’università di Venezia ha acquisito numerose sedi e aumentato i corsi. Ad oggi gli insegnamenti coprono quattro aree didattiche: economica, scientifica, umanistica e linguistica; vari dottorati e Master.

1.1.6 Venezia oggi

Venezia nei secoli si è mostrata come una città viva, protesa al rinnovamento ed oggi è una delle città più turistiche e più affascinanti d’Italia, ma anche a livello mondiale è tra le mete preferite e punto di riferimento per molti artisti e romantici. I più dicono che una volta arrivati a Venezia si sprofonda in un’altra epoca, molto lontana da quella in cui viviamo. Un ruolo fondamentale è esercitato dal comune, soggetto molto attivo nel realizzare e portare a termine i vari progetti che vengono creati in seguito alle opportunità che si presentano. Al fianco del comune importanti sono anche le molte aziende sia pubbliche che private che sono in grado di creare

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www.turismovenezia.it 11 www.insula.it

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un progresso civile e uno sviluppo economico. Venezia è costituita dal centro storico lagunare, dalle isole e dalla città di terraferma e non era facile inizialmente una convivenza senza qualche conflitto portato dal fatto che si favoriva la terraferma e l’isola del centro storico piuttosto che tutte le altre isole, ma le varie organizzazioni creano piani strategici per ogni zona, piani volti allo sviluppo sempre crescente dell’insieme. Ciò che fa di Venezia una città unica nel suo genere è sicuramente la sua posizione e la singolarità del suo ambiente geografico, ma questo è anche ciò che la rende in difetto se considerata in un contesto regionale. Sono molti i disagi per i residenti: arrivare sull’isola, spostarsi tra le stesse isole o fare ritorno in terraferma crea disagi che si fanno più presenti con l’acqua alta. I flussi turistici sono in continuo aumento e se agli albergatori, ristoratori e chi vive di turismo trovano questo fenomeno del tutto positivo, il contrario è invece per chi ci vive. A causa dei molti turistici che affollano la città durante tutto l’anno, Venezia viene considerata un “non-luogo” che sta perdendo la propria identità. I residenti si stanno spostando sulla terraferma a Mestre, sia per problemi logistici che per il caro vita. Un problema fondamentale è dato dal passaggio delle navi da crociera che viaggiano sempre più vicino all’isola, la popolazione si fa sentire per risolvere questa situazione e ci sono vari progetti che rimangono ancora sulla carta. Venezia è il primo home-port del Mediterraneo, undicesimo al mondo e terzo in Europa.

Il comitato “No grandi navi-Laguna Bene comune”, sostiene che bisognerebbe abolire questo passaggio per avviare delle operazioni di recupero idrodinamico e morfologico. Il presidente del comitato “Cruise di Venezia”, Massimo Bernardo, sostiene invece che bisogna far passare le navi perché il terminal rappresenta un’area di interscambio tra sbarchi e imbarchi ed è utile in quanto crea migliaia di posti di lavoro.

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31 Tabella 7: Totale turisti di crociera

Anni Crociere Traghetti Aliscafi Totale TC Pax TC Pax TC Pax TC Pax 2007 510 1.003.529 432 340.970 441 113.497 1.183 1.457.996 2008 535 1.215.088 417 388.605 462 116.293 1.414 1.582.883 2009 543 1.420.980 394 357.664 435 109.127 1.372 1.976.483 2010 629 1.617.011 395 357.813 412 100.351 1.426 2.075.175 2011 654 1.786.416 341 350.596 403 111.441 1.398 2.248.453 2012 569 1.757.297 223 157.785 396 105.395 1.280 2.039.124 2013 548 1.815.823 213 138.648 334 92.984 1.225 2.073.953 2014 488 1.733.839 159 81.217 328 91.125 1.063 1.922.883 2015 521 1.582.481 130 68.749 297 85.564 1.024 1.755.355 2016 529 1.605.660 137 58.263 339 93.501 1.101 1.776.094 Var % 15-16 1,50% 1,50% 5,4 -15,30% 14,10% 9,30% 6,20% 1,20%

Fonte: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, VTP.

Recentemente, inoltre, il governatore Zaia in una lettera pubblicata sul Corriere della sera ha dichiarato di voler il numero chiuso dei turisti a causa di un turismo incontrollato, affermando che i flussi devono essere gestiti a Piazzale Roma e la stazione ferroviaria che sono i due punti di accesso. Secondo il governatore, la città non può contenere più di un certo numero di turisti. Zaia lamenta anche la sofferenza riguardo il passaggio delle navi dal bacino di San Marco.

Grafico 1: Presenze e abitanti

Fonte: EBT Venezia.

Nelle zone di Terraferma, Mestre e Marghera si registrano importanti dati per quanto riguarda la presenza di turisti. In particolare, a Mestre in cui si registra una crescita costante dal 2010 al 2016.

Circa 50.000 presenze

giornaliere

Circa 56.000

abitanti

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32 Grafico 2: Presenze in terraferma

Fonte: Assessorato allo Sviluppo del Turismo su dati APT.

1.2 Sviluppo del turismo nella Serenissima

1.2.1 Il turismo a Venezia

“Venezia è globalmente riconosciuta come uno dei più forti attrattori turistici esistenti”1, da sempre è una meta capace di attrarre flussi provenienti da ogni parte del modo. Fin dal 1600 era tappa dei viaggiatori che si spostavano nella laguna dalle vicine città di terraferma durante le vacanze estive. Tappa, inoltre, del Gran Tour, ha ospitato giovani aristocratici attratti anche da molteplici attività ad essi dedicate. Il turismo, per l’economia della città rappresenta una costante che come tale deve essere valorizzata in base alla gestione delle strutture ricettive e in base a quello che la stessa città offre. È possibile dividere in due principali tipologie i flussi turistici: da un lato ci sono quei flussi costituiti dai viaggiatori che pernottano e dall’altro ci sono quei turisti chiamati escursionisti che rimangono nella città per una giornata per

1 D.Di Monte. G. Santoro, Venezia quartiere metropolitano,Venezia Doc. COSES 1032.0, 2008. 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Terraferma

Mestre Marghera

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visitarla oppure semplicemente come sosta, luogo di passaggio verso la destinazione finale del loro viaggio. Nella città si è da sempre riversato un numero elevato di forestieri che arrivavano per vari motivi: i pellegrini che si dirigevano verso i luoghi santi dell’Oriente, i mercanti che dovevano aspettare di imbarcarsi sulle flotte che partivano da Venezia oppure vari altri personaggi che giungevano a Venezia per ragioni politiche o sociali. Questi erano i non residenti che alla luce dell’attuale definizione fornita dall’Organizzazione mondiale del turismo, possono essere considerati a tutti gli effetti “turisti” perché lo spostamento, oltre le ventiquattrore dal proprio luogo di residenza, prescinde dalla motivazione del viaggio.

Come periodo di partenza dello sviluppo turistico viene considerato la fine del ‘700, l’epoca del Gran Tour. I giovani aristocratici del nord Europa viaggiavano per mesi o anni verso le destinazioni italiane per approfondire le loro conoscenze politiche, culturali e artistiche. Lo stile di vita veneziano colpiva emotivamente i viaggiatori, nonostante la crisi economica e politica che opprimeva la città. Molti studiosi di arte e letterati sceglievano la destinazione perché appassionati dei monumenti che abbellivano e che tuttora abbelliscono la città, affascinati dalla struttura originale o attratti semplicemente dai vari spettacoli che si tenevano in onore delle ricorrenze tradizionali. È in questo clima che si inizia a parlare di turismo come tale e come settore produttivo autonomo. Un secolo più tardi, nell’800 si delinea il turismo balneare per via dei molti turisti che affollavano i bacini presenti in San Marco o lungo il Canal Grande, e si sviluppa anche il turismo culturale delle esposizioni universali e successivamente della Biennale fino alla Mostra Internazionale del Cinema al Lido di Venezia. Dal dopoguerra, come in tutta l’Europa si manifesterà il fenomeno del turismo di massa che stiamo tuttora vivendo.

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34 Grafico 3: Arrivi stranieri in Italia

Fonte: UWTO. 13Dicembre 2012.

Il grafico riporta una ricerca realizzata nel 2012 dall’UWTO (World Tourism Organization) in riferimento agli arrivi in Italia da parte dei popoli stranieri studiati in un periodo di tempo che va dal 1950 al 2010. Interessante è che Venezia si posiziona al terzo posto, dopo Roma e Milano come meta preferita dai turisti che si recano in Italia. I primi turisti ad arrivare furono gli Europei seguiti dagli Americani. Solo negli ultimi decenni del XX secolo i flussi si allargarono dapprima con gli Asiatici poi con il Middle-est e i turisti provenienti dall’Africa. Una situazione particolare, ad oggi, si ha per quanto riguarda coloro che furono tra i primi turisti internazionali che scelsero come meta Venezia: gli americani. Fino agli ‘90 del secolo scorso si era registrato un numero pari ad un milione di presenze americani, percentuale che è diminuita del 20% dopo l’attacco del 2001 alle Twin Towers. Si tratta di una perdita di 200 mila persone. Tuttavia, gli studiosi non attribuiscono questo calo all’attacco del 2001, al contrario lo attribuiscono alla crisi economica dell’industria tecnologica dot.com economy1 che ebbe come conseguenza la prudenza negli investimenti degli americani. Per l’Italia le presenze americane sono da sempre state importanti, si

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passa dai 4 ai 10 milioni di visitatori che soggiornano in particolare nelle città d’arte abbassando anche la stagionalità in quanto viaggiano tutto l’anno.

Grafico 4: Partenze dagli U.S.A.

Fonte: Confcommercio imprese per l’Italia, Cernobbio, 19 marzo 2016.

Il grafico riporta la situazione sopra descritta, a partire dal 2001 fino al 2004 gli americani che sono partiti sono diminuiti e le partenze hanno avuto una ripresa a partire dal 2005.

Grafico 5: Arrivi e presenze nelle province di Venezia

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36 Grafico 6: Presenze turistiche a Firenze

Fonte: Elaborazione civica su dati della Provincia di Firenze- Direzione turismo, novembre 2007.

Grafico 7: Arrivi e presenze a Roma

Fonte: Roma e Provincia in cifre-Ente Bilaterale per il turismo di Roma e Lazio, Comune di Roma, 2005.

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37 Grafico 8: Arrivi e presenze a Torino

Fonte: Annuario 2005 dei flussi turistici della provincia di Torino, Torino, 2005.

I dati riportati per alcune tra le più importanti città d’arte italiane fanno notare come Venezia e Firenze siano state quelle più colpite dalla mancanza dei turisti americani, probabilmente perché il numero di presenze americane è molto elevato rispetto a Roma o Torino, città che hanno sofferto di meno il problema.

1.2.2. Gli operatori turistici

Per favorire lo sviluppo del turismo, di fondamentale importanza sono le porte di accesso alla destinazione, Venezia da subito si è interessata a definire un sistema di logistica che è quello presente ancora oggi sia in terraferma che nella laguna. Questo sistema offre posti di lavoro quali quello del battelliere, del gondoliere, di accompagnatori e guide turistiche. Per arrivare in laguna dalla terraferma, durante la dominazione austriaca nel 1846 fu costruito il ponte ferroviario, mentre per spostarsi tra le varie isole si utilizzavano i battelli. Ben presto ci si rese conto che il turismo era un settore promettente e che non ci si poteva far trovare impreparati all’accoglienza dei viaggiatori, fu allora che venne promossa la costruzione di alberghi con a capo persone del settore perché per ospitare i turisti bisognava avere una specifica licenza; l’attività ricettiva era severamente regolata e controllata riguardo i posti letto, riguardo le autorizzazioni ad iniziare e svolgere il lavoro in determinati luoghi e condizioni. Cosa che accadeva anche per i vari ristoranti che iniziavano sempre in questi anni la loro attività: la famiglia del ristoratore ed egli

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