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Academic year: 2021

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Introduzione

Il tirocinio rappresenta un momento strategico e qualificante nella formazio-ne iniziale relativa a qualsiasi figura professionale. Ciò vale anche per la formazione degli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, lo testimonia anche l’incremento dello spazio dedicato a tale attività nel recente riordino del corso di laurea, da 400 a 600 ore. Il principio formativo che giustifica la centralità del tirocinio richiama l’”imparare facendo”, in particolare quando il traguardo di apprendimento si concretizza in un saper agire complesso, nello sviluppo di una competenza professionale polivalente e articolata. A dispetto di tale centralità l’attività di tirocinio è stata poco considerata nel-la valutazione complessiva dello studente in formazione, Non prevedendo un voto formalizzato secondo i canoni accademici classici, l’apprezzamento del tirocinio è rimasto spesso confinato in un giudizio complessivo formalizzato durante la discussione della tesi, in grado di spostare di un voto o poco più il giudizio complessivo in centodecimi. E’ possibile che l’intero percorso di tirocinio corrisponda ad un centodecimo dell’itinerario formativo complessi-vo?

Tale paradosso, non riferibile alla sola esperienza torinese, risulta ancora più stridente nel quadro di uno spostamento del focus complessivo della valuta-zione degli apprendimenti dall’acquisivaluta-zione di saperi allo sviluppo di compe-tenze, in una prospettiva di apprendimento e in riferimento agli ambiti di educazione formale, informale, non formale. Uno spostamento di focus che acquista particolare valore in un percorso di laurea professionalizzante come quello per gli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, avente addirittura valore abilitante nel nostro paese.

Da qui le ragioni di una ricerca condotta in collaborazione tra alcuni docenti del corso di laurea e il gruppo di supervisori dell’attività di tirocinio, volta a

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Mario Castoldi 2

conferire una formalizzazione teoricamente e metodologicamente più rigoro-sa alla valutazione dell’attività di tirocinio. Sul piano teorico si è fondato l’impianto valutativo sulla competenza professionale dell’insegnare nella scuola di base, fondando l’impianto sulla definizione di un profilo di inse-gnante novizio in uscita dal corso di laurea strutturato in una rubrica valuta-tiva. Sul piano metodologico si è strutturato il disegno valutativo su una pro-spettiva plurifocale, orientata a rilevare la competenza in formazione dello studente da molteplici punti di vista.

Alla messo a punto dell’impianto e degli strumenti è seguita una fase di spe-rimentazione degli stessi da parte di un gruppo di docenti supervisori insie-me ai propri tirocinanti, che ha perinsie-messo di validare l’impianto complessivo e rivedere i singoli strumenti e le loro modalità di impiego. Complessiva-mente il percorso di ricerca ha avuto una durata di due anni e sta proseguen-do in relazione al passaggio del corso di laurea al nuovo ordinamento e alla conseguente ridefinizione dell’attività di tirocinio.

Il volume si articola in tre parti: nella prima viene richiamato lo sfondo cul-turale all’interno del quale ha preso le mosse la ricerca, in relazione al signi-ficato del tirocinio nel percorso formativo degli insegnanti e alla valutazione delle competenze professionali dei docenti; nella seconda viene presentato l’impianto di valutazione e ricostruito il processo che ha condotto alla sua genesi e alla sperimentazione sul campo; nella terza sono documentati i ri-sultati della sperimentazione dei vari strumenti di elaborazione, nella pro-spettiva di una futura rielaborazione e attualizzazione all’interno del nuovo impianto del corso di laurea.

Aldilà degli sviluppi futuri il percorso di ricerca merita di essere documenta-to e valorizzadocumenta-to in quandocumenta-to rappresenta un piccolo e modesdocumenta-to esempio di un nuovo di mettere in relazione saperi teorici e saperi pratici, professionalità orientate verso la ricerca e professionalità orientate verso l’azione formativa nella scuola, la riflessione e l’esperienza. Si tratta di una matrimonio diffici-le, che faticosamente cerca di trovare spazio all’interno di pregiudizi, routine e pratiche consolidate, modelli culturali vecchi di secoli. Questo lavoro, sommessamente e sottovoce, ci dice: Si può fare!

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