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La destruccion de todas las cosas: analisi e traduzione di un romanzo fantascientifico di Hugo Hiriart

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Academic year: 2021

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INDICE

Introduzione p. 2

Capitolo Uno: La fantascienza in America Latina p. 4

1.1 Influenza anglo-sassone e affermazione di una tradizione autoctona p. 4

1.2 Breve storia della fantascienza in America Latina p. 9

1.3 Caratteristiche e temi p. 12

1.4 Studi sul genere p. 16

Capitolo Due: Critica sociale e politica nella fantascienza messicana: p. 19 dalle origini a Hugo Hiriart in La destrucción de todas las cosas

2.1 Dalle origini all'età contemporanea p. 20

2.2 Corrente apocalittico-trascendentale p. 27

2.2.1 Il genere apocalittico nella tradizione letteraria p. 27 2.2.2 La destrucción de todas las cosas: la fantascienza incontra la storia p. 30 2.2.2.1 Scenari apocalittici e politici nella riscrittura della Conquista p. 30

2.2.2.2 La morte e l'identità messica p. 40

2.2.2.3 Conclusioni p. 49

Capitolo Tre: Testo e traduzione p. 50

Capitolo Quattro: Riflessioni sulla traduzione del romanzo p. 186

4.1 Livello stilistico p. 190

4.2 Livello lessicale p. 197

4.3 Livello morfo-sintattico p. 212

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INTRODUZIONE

L'obiettivo di questa tesi è presentare un'analisi con annessa proposta di traduzione di alcuni capitoli di La destrucción de todas las cosas (1992), romanzo fantascientifico dell'autore contemporaneo messicano Hugo Hiriart. La fantascienza è un campo letterario innovativo, che offre ai suoi autori la possibilità di esplorare diversi ambiti d'interesse, nonché di sperimentare le più disparate forme d'espressione, mescolando generi di natura eterogenea. La fantascienza è “narrativa dell'ipotesi” – dice Umberto Eco – “è gioco scientifico per eccellenza, dato che ogni scienza funziona per congetture, ovvero per abduzioni”1. Ma la fantascienza non è solo questo: è speculazione sullo sviluppo della realtà, eseguita tramite l'inserimento di un elemento fantastico, per quanto verosimile; è esplorazione dei problemi che affliggono il genere umano, degli spazi più profondi e reconditi della mente; è ricerca dell'identità individuale o di una comunità. E la fantascienza latinoamericana è un esempio lampante del carattere sperimentale e analitico che distingue questo genere letterario:

la así llamada ciencia ficción es, en rigor, la literatura más adecuada para reflexionar acerca de nuestro tiempo. No por el hecho de que la sociedad actual, como se ha aducido en ocasiones, esté marcada por los adelantos científicos. Sino porque, en un tiempo de vacío ideológico y desesperanza, las herramientas prospectivas deberían ser vistas como el camino más lógico – mucho más que la introspección o el experimentalismo, por decir dos opciones hoy casi imprescindibles– para que la literatura diseccione hoy nuestra sociedad, señale lo errado de algunos de nuestros caminos y medite sobre opciones alternativas

afferma Julián Díez2 in proposito.

Il primo capitolo si incentra sul ruolo della fantascienza nel panorama letterario dell'America Latina. In quest'area, il genere non ha ancora ottenuto il dovuto riconoscimento, seppure negli ultimi anni l'interesse accademico per tale ambito di studi sia aumentato notevolmente.

Il secondo si focalizza sulla fantascienza in Messico, dove si è da sempre distinta come strumento di critica sociale e politica, sviluppando caratteristiche e tematiche autoctone: i paesaggi futuristici, utopici o distopici, e delle volte apocalittici che popolano le pagine dei testi fantascientifici messicani sono lo specchio di un'identità, di un'epoca e di una cultura specifica. In tale contesto si inserisce la figura di Hugo Hiriart che in La destrucción de todas las cosas ripropone in chiave futuristica e apocalittica un evento determinante della storia della nazione: la conquista degli spagnoli. L'opera tratta inoltre due concetti fondamentali della tradizione letteraria messicana, la morte e la ricerca dell'identità, entrambi argomentati in questa sede.

1 https://www.fantascienza.com

2 J. DÍEZ, “Prólogo”, in F.Á. MORENO, Teoría de la Literatura de Ciencia Ficción: Poética y Retórica de lo

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Nella terzo capitolo della tesi vengono presentate le parti del capitoli tradotti, ossia il primo, il quarto, il sesto e alcune sezioni dell'ottavo, che sono quelli in cui si descrivono gli eventi più salienti del romanzo: nel primo capitolo del libro il narratore e protagonista, in questa fase anonimo, delinea l'ambientazione degli eventi, una Città del Messico del futuro distrutta dall'arrivo di conquistatori alieni (nel libro chiamati Ellos, los Otros, Cabezones), da cui lui si sta rifugiando insieme alla moglie e al figlio; nel quarto avviene il primo incontro tra gli alieni e le forze politiche del governo messicano; nel sesto il narratore si presenta al lettore come Esteban Lima, anticipando quali saranno i suoi ruoli durante la guerra contro le forze oppressive; nell'ultimo sono narrate le vicende successive all'arrivo degli extraterrestri, la violenza subita dal popolo, la fame, le epidemie, la morte e la distruzione. Durante il corso della traduzione, in alcuni casi si è ricorso alle possibilità offerte dal web, tra cui riviste letterarie e siti di articoli accademici, che hanno facilitato la resa di elementi culturali specifici del romanzo.

Infine, l'ultimo capitolo della tesi contiene delle riflessioni di ordine linguistico e traduttologico sulle difficoltà affrontate nel corso della traduzione; in particolare, ci si sofferma sul livello stilistico, lessicale e morfo-sintattico del libro.

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LA FANTASCIENZA IN AMERICA LATINA

1.1 Influenza anglosassone e affermazione di una tradizione autoctona

Fin dagli inizi, la cultura anglosassone ha lasciato una grande impronta nella determinazione e nella categorizzazione del genere fantascientifico. Vista l'egemonia che il mondo inglese, già in passato predominante nei settori economico e politico, esercitò, per lungo tempo la critica ha ignorato la ricca e brillante produzione di altre regioni, tra cui quelle dell'America Latina, considerate la periferia della fantascienza. I maggiori creatori e fruitori di questo genere apparterrebbero, secondo un'opinione ormai consolidata, all'area anglo-americana. Per quanto triste, quest'immagine non può sorprendere molto neanche i lettori che non hanno una grande conoscenza nel campo. La fantascienza è infatti comunemente associata ai paesi fortemente attivi nell'ambito dello sviluppo e della ricerca scientifica e l'America Latina è apparsa da sempre più come consumatrice, se non vittima, della tecnologia. Si oserebbe dire, come fanno provocatoriamente Andrea L. Bell e Yolanda Molina-Gavilán, che “la fantascienza parla inglese”3 e che tutti gli esempi provenienti da aree diverse ne siano una stentata imitazione. È pur vero che gli autori dei paesi latino-americani non hanno mostrato un impegno e un interesse nel genere su vasta scala e che non esiste qui una tradizione fantascientifica coesa. Mentre nell'area anglo-americana si è data priorità all'analisi e alla stabilizzazione della genealogia della fantascienza fin dai suoi albori4, questo processo in America Latina non è avvenuto prima della fine degli anni Sessanta e non è ancora stato portato a termine5.

Tuttavia, sebbene non si possa negare il suo legame con il mondo anglo-sassone, la fantascienza latino-americana ha una sua fertile storia: in queste zone il genere è stato coltivato per secoli, tanto che i suoi precursori si ritrovano nel lontano Settecento (v. cap. 2). “Seguimos descubriendo textos todos los tiempos, no solo los recientes publicados ahora, pero los del pasado del siglo XIX y antes”6, afferma entusiasta Rachel Haywood Ferreira durante un'intervista, in cui la studiosa affronta la tematica, tenendo ben presente l'aspetto lacunoso che tuttora caratterizza questi studi. La 3 A.L. BELL, Y. MOLINA-GAVILAN, “Introduction”, in Cosmos Latinos: An Anthology of Science Fiction from

Latin America and Spain, Wesleyan University Press, Middletown: CT 2003, p. 1.

4 Hugo Gernsback usò per primo il termine scientification per descrivere il tipo di opere che avrebbe pubblicato sulla rivista da lui fondata nell'aprile del 1926, Amazing Stories, appartenenti secondo lui a una stessa tradizione: “By scientification I mean the Jules Verne, H.G. Wells, and Edgar Allan Poe type of story – a charming romance intermingled with scientific fact and prophetic vision […] Not only do these amazing tales make tremendously interesting reading – they are always instructive”. Questo termine, con cui si delineano già i caratteri propri di questo genere, si è poi diffuso nella forma inglese science fiction e tramandato in modi diversi, a seconda della lingua (ciencia-ficción in spagnolo, “fantascienza” in italiano, science-fiction in francese, ecc.).

5 R. HAYWOOD FERREIRA, “The First Wave: Latin-American Science Fiction Discovers its Roots”, Science

Fiction Studies, vol. 34, n. 3, On Latin American SF, 2007, p. 432.

6https://www.uasb.edu.ec/web/spondylus/contenido?la-ciencia-ficcion-latinoamericana-tiende-a-la-hibridez&s=ENTREVISTA

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fantascienza latino-americana è infatti un campo di ricerca realativamente nuovo, ma sta trovando riscontri sempre più favorevoli tra scrittori, critici e lettori.

Si tratta di una svolta all'interno del panorama letterario mondiale, se si considerano gli inizi turbolenti che il genere ha avuto. Associata al fumetto e alle riviste pulp7, dunque a una letteratura

di consumo, la fantascienza diventava normalmente sinonimo di frivolezza e semplice mezzo d'intrattenimento di massa. Era vista come una produzione letteraria di “basso” livello, soprattutto se paragonata alla narrativa realista che si occupa di problemi sociali e politici. Certo, viaggi nello spazio, mondi paralleli o utopici, apocalissi, forme d'esistenza non umane sembrano la ricetta perfetta per una lettura d'evasione, che permetta al pubblico lettore di allontanarsi per un po' da quella realtà che a volte risulta tanto oppressiva. “L'arte è questo: scappare dalla normalità che ti vuole mangiare”8 scrive Stefano Benni in Margherita dolcevita. Una prospettiva semplicistica non è però la giusta metodologia per affrontare un genere che, per quanto privo di riferimenti culturali contemporanei tangibili9, rivela spesso, in maniera volutamente celata, una profonda preoccupazione per aspetti socio-politici della società dalla quale attinge. In ciò, la fantascienza non si discosterebbe molto dagli altri generi letterari. A tal proposito, faccio appello alle parole di Pablo Capanna, tra i più influenti teorici di fantascienza latino-americana, il quale, con il proposito di difenderne il valore e l'importanza, attesta che “toda literatura, aun comprometida, es una forma de evasión, más o menos noble. El erudito que se recluye en la torre de marfil en compañía de sus clásicos está también en cierta forma huyendo del mundo que lo rodea: todo depende de la finalidad con que lo haga”10.

Nell'intervista sopra citata, Haywood Ferreira sfiora anche una delle questioni più dibattute in questo campo: l'ibridismo che caratterizza la fantascienza latino-americana. “Así que algunas de las cosas que los estudiosos decimos de la ciencia ficción latinoamericana es que tiene una tendencia más hacia la hibridez, que con otros géneros, tal como lo fantástico, el horror, el realismo mágico, que otras ciencias ficciones en el norte. Aunque esto es debatible, pero es una de las tendencias que se va notando”, dice, chiamando in causa la tendenza comune a identificare la fantascienza latino-americana con i generi limitrofi.

Nel tentativo di legittimare una modalità di produzione che, apparentemente, non si fissava nei 7 Il nome pulp, derivato dalla qualità scadente della carta con cui venivano stampate le riviste (ottenuta dalla polpa dell'albero e non dalla corteccia), si riferisce a un genere letterario di fantasia ed evasione, che si affermò negli anni Novanta negli Stati Uniti. Il prezzo modico delle riviste fu un fattore determinante nell'affermazione del genere. Eroi straordinari, belle ragazze, luoghi esotici, cattivi strani e misteriosi popolavano le pagine di queste riviste, che erano ampiamente diffuse anche tra le classi meno abbienti della società.

8 S. BRENNI, Margherita Dolcevita, Feltrinelli Editore, Milano 2005, p. 149.

9 A.J. BROWN, M.E. GINWAY (a cura di), Latin American Science Fiction: Theory and practice, Palgrave Macmillan, New York 2012, p. 1.

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modelli culturali e lettari folkloristici e nativi, le radici della fantascienza venivano ricercate nella letteratura fantastica11, in particolare nel “realismo magico”. In un clima di confusione concettuale, i vari esempi di narrativa fantascientifica e speculativa erano erroneamente inseriti in questi due filoni, forse perché non si pensava che l'America Latina avesse mai contribuito concretamente allo sviluppo della fantascienza come genere globale. È quanto emerge, ad esempio, dalle parole di James Gunn: “Latin America’s major contribution to science fiction and fantasy (and literature itself) has been magic realism”12. È pur vero che i confini del genere fantascientifico non sono mai stati nettamente delineati e la fantascienza è incline a liberarsi dalle forme prestabilite, creando modalità di pensiero e riflessione sulla politica a partire da problemi filosofici ed etici13. Miguel Ángel Fernández, uno dei maggiori teorici della fantascienza messicana, però, riconduce il giudizio, o meglio pregiudizio, di Gunn al risultato dell'applicazione di metodologie sbagliate nella ricerca sul genere fantascientifico: la critica ha deliberatamente sminuito la produzione fantascientifica latino-americana, subordinandola ai modelli delle aree europea e nordamericana14. James Gunn non è comunque il solo a ribadire il concetto, che è infatti radicato ormai nelle società dei paesi occidentali più sviluppati, laddove, secondo la critica tradizionale, il genere sarebbe nato e avrebbe trovato la sua massima espressione.

In realtà, i generi non sono strettamente connessi: più del realismo magico, infatti, la fantascienza permette ai suoi autori di adottare un atteggiamento di riflessione critica, così da avere un'analisi meno passionale di una realtà che “magical as it may be, has its own rationality and its own profound strenghts”15. Si potrebbe dire che la fantascienza non è parte del realismo magico, bensì una visione alternativa della letteratura e della cultura latino-americane e fornisce un quadro più curato e complesso di questa realtà. David W. Foster ci ricorda che:

11 Uno studio interessante sulle problematiche legate a come definire precisamente la fantascienza e la letteratura fantastica è stato proposto da Carlos Abraham. L'autore usa l'espressione “literaturas de lo insólito” per riferirsi all'insieme di generi letterari che presentano elementi e situazioni inesistenti nel mondo reale, o così insolite che la loro condizione di realtà può essere messa in dubbio. Da queste letterature si distinguo le “literaturas de lo normal”, che presentano invece elementi e situazioni esistenti nel mondo reale e abbastanza comuni, cosicchè la loro condizione di realtà può non essere ritenuta certa. Alla prima categoria appartengono la letteratura fantastica, la fantascienza, lo strano e il meraviglioso; alla seconda invece il romanzo rosa, la letteratura d'avverntura, la “literatura de vaqueros” e il poliziesco. Il normale e l'insolito non sono però categorie fisse, ma concetti legati alla sfera socio-culturale. Per un quadro completo, si rimanda all'articolo: C. ABRAHAM, “Las literuras de lo insólito. Una tipología”, Revista Iberoamericana, vol. LXXXIII, n. 259-260, 2017, pp. 283-304.

12 J. GUNN, “Spain and Latin America”, The Road to Science Fiction. Volume 6: Around the World, vol. 6, Clarkston, GA: White Wolf 1998, pp. 480-83.

13 S.KURLAT-ARES, “La ciencia-ficción en America Latina: entre la mitología experimental y lo que vendrá”,

Revista Iberoamericana, vol. LXXVIII, n. 238-239, 2012, p. 19.

14 M.Á. FERNÁNDEZ, “Discurso sobre un Nuevo Método para el Estudio de la Ciencia Ficción Latinoamericana”, Ciencia Ficción Mexicana, Textos, Ensayo, 2005; <http://cfm.mx/?cve=12:11>. L'autore segue: “Es curioso que nadie se haya percatado de que el estudio de la ciencia ficción ajustándose a los modelos europeo y estadounidense, crea un marco conceptual que niega, ex hipothesi, a Latinoamérica. Así se comprende, por otro lado, que las aportaciones de esta región se consideren sumamente escasas”.

15 R. HAYWOOD FERREIRA, The Emergence of Latin America SF, Wesleyan University Press, Middletown: CT 2011, p. 9.

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the primacy of magical realism for Latin American cultural production is hardly dominant when one examines the bibliography of this production and when one is able to move away from the quite seriously distorting image of Latina American literature provided by what gets translated into english (i.e., what satisfies the English-reading public's tastes) and what gets studied by foreign scholars […] Thus, if one was likely to have had the opportunity to read some Latin American science fiction writing in English, it is more likely to have been for reasons other than because it was specifically marked as science fiction: Borges because he is Borges, for example16.

La distorta associazione dei due termini verrebbe in primis dal mondo anglo-americano, dove il realismo magico è la forma di scrittura ispano-americana più conosciuta (lo stesso si evidenzierebbe per il “fantastico”, un genere che è maggiormente consolidato in America Latina17). Tuttavia, non bisogna tralasciare una questione di natura prettamente economica e commerciale: la fantascienza locale non sembra costituire ancora un mercato vantaggioso per le case editrici. Per questo forse le sezioni fantascientifiche delle librerie in America Latina sono fornite principalmente di traduzioni in spagnolo o in portoghese dei classici europei e nord-americani.

Ad ogni modo, l'egemonia del realismo magico e della letteratura fantastica nel dibattito letterario ha complicato la definizione delle strutture e delle caratteristiche proprie della fantascienza latino-americana, un genere che già di per sé sfugge a categorizzazioni rigide18. Le difficili condizioni di reperimento e divulgazione dei materiali e dei testi contribuiscono ulteriormente al quadro d'indeterminatezza in cui il genere si inserisce.

Negli ultimi secoli lo scenario sembra essersi però modificato: lo spirito positivista che ha portato avanti la valutazione del genere nelle aree europea e nord-americana si è diffuso anche in America Latina, seppur a livelli minori. Studiosi e letterati si sono impegnati in una serie di ricerche riguardo la natura e l'estensione di tale ambito, favorendone la fruizione nel contesto universale. Il sussidio da loro offerto si rivela nell'elaborazione di bibliografie, antologie e opere critiche (v. par. 1.4). Divulgati con l'obiettivo non soltanto di dar forma a un corpus di materiali, ma anche di analizzare le operazioni della fantascienza e le relazioni con altre produzioni culturali19, questi

16 BELL, MOLINA-GAVILÁN, cit. “Introduction”, pp.1-2.

17 Si ricorda in questa sede che, mentre nell'area anglo-americana con fantastic si identifica qualsiasi forma di espressione umana che non sia realistica, “literatura fantástica” nell'area latino-americana indica un corpus di testi più limitato. Nel già citato articolo di Abraham, i due generi vengono identificati come parte dell'insólito, ma con una differenza sostanziale: mentre la fantascienza s'interessa del “natural tecnológico”, ricorrendo alla scienza e alla tecnologia per creare l'evento insolito, la letteratura fantastica fa parte del “sobrenatural problematizado”, cioè presenta in forma problematizzata gli avvenimenti soprannaturali.

18 A proposito delle difficoltà sulla definizione del genere, lo scrittore Samuel R. Delany ha affermato che la fantascienza ha “lo stesso status ontologico di un unicorno”. Pertanto definirla come un enere potrebbe essere problematico e moltri critici preferiscono parlare di una modalità di produzione e di lettura. La citazione si trova in Delany, S.R., Shorter Views: Queer Thoughts & the Politics of the Paraliterary, Wesleyan University Press, pubblicato da University Press of New England, Hanover, NH 1999, p.148.

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lavori offrono uno sguardo ravvicinato a quelle che sono le caratteristiche distintive della fantascienza latino-americana.

Dai testi fantascientifici latino-americani emergono delle prospettive differenti, che denunciano aspetti e problematiche che gli scrittori di altre culture non affrontano. Lo scrittore e critico argentino Claudio Omar Noguerol direbbe che “Anglo-Saxon science fiction explores in one way: the way in which Anglo-Saxon think and feel. Latin American science fiction explores as only a person immersed in the turbulence of Latin America can do it”20. Per quanto sia stata forte l'influenza della fantascienza anglo-americana, nella produzione locale giocano poi un ruolo importante anche le tradizioni fantastiche indigene e quelle dei tempi coloniali, così come un desiderio di prendere le distanze dalla cultura inglese.

Fin dal principio, i teorici del genere hanno stimato in che percentuali la fantascienza latino-americana dipendesse realmente dai modelli anglo-americani – tuttoggi il tema continua a essere vivamente dibattuto e ha interessato non solo scrittori e studiosi, ma anche il pubblico di lettori21. A tal proposito, studi condotti di recente22 hanno portato in superficie i cambiamenti che negli anni si sono susseguiti sia nella produzione e nel pubblico di lettori, sia nella percezione del legame col nordamerica e nel ruolo della scienza nell'immaginario nazionale. In particolare, gli scrittori di fantascienza latino-americani degli ultimi secoli, con lo scopo di allontanarsi dai modelli fino ad allora vigenti, hanno cercato i loro precursori direttamente nella tradizione letteraria locale o continentale. Da questo processo ancora inconcluso trapela il desiderio di dimostrare che l'America Latina ha sempre partecipato attivamente nell'ambito fantascientifico come genere globale, offrendo prospettive e possibilità narrative nuove e singolari23. Nel 1985, Capanna affermò l'indipendenza che la fantascienza ispano-americana stava acquisendo nei confronti dei modelli anglo-americani; nel 2000, poi, lo scrittore e critico messicano Gabriel Trujillo Muñoz riproponeva questa visione e sottolineava che il lettore messicano era sempre più incline a identificarsi col genere, che era diventato “un género popular, una literatura propia, cercana, comprensible”24. Si tratta di un tentativo da parte di questi scrittori di trovare la propria voce, non tanto negando le relazioni con la cultura anglo-sassone, quanto ricriminando l'idealizzazione dei suoi modelli, tendenza ampiamente diffusa tra gli autori latino-americani del XIX secolo.

20 J. CLUTE, P. NICHOLLS (a cura di), The Encyclopedia of Science Fiction, St Martins Press, Londra 1993, p. 693.

21 La tecnologia ha apportato un iuto rilevante, promuovendo la valutazione e la difesa del genere fantascientifico e della sua identità latino-americana anche attraverso portali web e fanzines.

22 Si vedano ad esempio: R. HAYWOOD FERREIRA, “The First Wave: Latin-American Science Fiction Discovers its Roots”, Science Fiction Studies, vol. 34, n. 3, On Latin American SF, 2007, pp.432-462; “Back to the Future: The Expanding Field of Latin-American Science fiction”, Hispania, vo. 91, n. 2, 2008, pp. 352-362; The

Emergence of Latin American Science fiction, Wsleyan University Press, Middletown: CT 2011.

23 HAYWOOD-FERREIRA, cit. “The First Wave”, pp. 432-433. 24 ID., “Back to the Future”, p. 352.

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Nell'Ottocento, nonostante molti scrittori di fantascienza latino-americani s'impegnassero attivamente nella creazione e nell'affermazione di un corpus letterario nazionale, i lavori provenienti dai vicini del nord e dall'Europa erano ancora predominanti. In quegli anni le caratteristiche politiche, economiche, culturali e persino raziali delle nazioni europee (in particolare di Germania, Francia e Gran Bretagna) e nordamericane erano infatti il modello per eccellenza del progresso e della civilizzazione nelle nazioni emergenti in America Latina25. Anche il discorso scientifico, che Roberto González Echeverría definisce come “linguaggio autoriale della conoscenza, della conoscenza di sé e della legittimazione”26, era strettamente legato all'influenza euro-americana.

Si può dunque concludere che nel XIX secolo nel discorso scientifico quanto in quello letterario il rapporto con il nord non era avvertito ancora come una minaccia e le opere scritte in questo periodo non erano viste come pedisseque imitazioni dei modelli letterari imperialistici. Tutt'altro: gli autori latino-americani descrivevano il presente con l'autorità del discorso scientifico. Tuttavia, questa sorta di dipendenza non sarebbe durata molto. Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, lo sviluppo delle nazioni latino-americane favorirono l'affermazione e la promozione di opere di fantascienza locale.

1.2 Breve storia della fantascienza in America Latina

Sebbene si siano trovati esempi di letteratura fantastica già nel Settecento, la nascita di un corpus fantascientifico si colloca nel XIX secolo, con la pubblicazione di Viaje maravilloso del señor Nic-Nac (1875) dell'argentino Eduardo Ladislao Holmberg, quasi unanimamente considerato come primo vero romanzo fantascientico dell'America Latina. Allo stesso anno appartengo anche Historia de un muerto del cubano Francisco Calcagno e O Doutor Benignus del brasiliano Emilio Augusto Zaluar. Queste opere, insieme alla più recente Desde Júpiter: Curioso viaje de un santiaguino magnetizado (1878) del chileno Francisco Miralles, esibivano già alcune caratteristiche del genere fantascientifico – uno scienziato affascinato dalla vita su un altro pianeta e una critica sulla società in tono altamente didattico – e segnarono l'inizio di una nuova forma espressiva nella letteratura latino-americana. Tuttavia, dagli inizi del genere fino agli anni Cinquanta del secolo successivo, non ci furono dei veri e propri modelli autoctoni: gli scrittori latino-americani erano influenzati fortemente dalla tradizione fantascientifica europea e nordamericana, sotto l'imporonta visibile di Jules Verne, Emilio Salgari, H.G. Wells. I tentativi di questo periodo si limitano a pochi autori che “had no particular commitment to the genre”27, la cui attitudine era usare questa nuova modalità per

25 ID. “The First Wave”, p. 433.

26 Ibid.; traduzione mia. Per maggiori informazioni si consiglia di consultare il testo: R. GONZÁLEZ

ECHEVERRÍA, Myth and Archive: A Theory of Latin American Narrative, 1990, Durham, NC: Duke UP, 1998. 27 BELL, MOLINA-GAVILÁN, cit. “Introduction”, p. 4.

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fare critica sociale e promuovere idee e programmi politici nuovi. L'ascendente morale cistiano era molto evidente, così come la preoccupazione per l'inarrestabile progresso scientifico, a cui questi autori accreditavano l'insorgere delle guerre mondiali.

Il Novecento fu inaugurato con la diffusione del Modernismo, movimento estetico caratterizzato dal gusto per l'esotico, che segnò una svolta nello sviluppo del genere fantascientifico in America Latina. Spinti dall'ammirazione per Verne ed Edgar Allan Poe, Rubén Darío, Leopoldo Lugones, Amado Nervo e Horacio Quiroga furono tra i primi a indirizzarsi verso questa tendenza, di cui condividevano l'esaltazione del progresso scientifico e allo stesso tempo la sua atmosfera macabra: l'incontro tra il bizzarro e il soprannaturale delle loro opere sarà elemento fondamentale per la creazione di una branca di fantascienza strettamente legata all'horror. Nella prima metà degli anni Venti, a dedicarsi alla letteratura speculativa ci furono anche scrittori prominenti come Macedonio Fernández e Santiago Dabove.

Anche se negli anni Trenta il genere fantascientifico in America Latina non ebbe lo stesso sviluppo di cui godette negli Stati Uniti (le produzioni di questo decennio si limitano a una serie di testi stravaganti, reputati intellettualmente e artisticamente inferiori alle tendenze realistiche dominanti), alcune opere significative vennero pubblicate durante la prima metà del XX secolo. Tra queste ricordiamo Mi tío Juan (1934) del messicano Francisco L. Urquizo, che trattava un tema molto comune nel genere fantascientifico: la sperimentazione scientifica tesa al raggiungimento della propsperità e della pace nel mondo. Il genere è stato poi coltivato da alcuni dei nomi più ricosciuti della letteratura ispano-americana: Leopoldo Lugones, con Las fuerzas extrañas (1906) esercitò una grande influenza sugli scrittori successivi; Luis Borges conferì una connotazione ironica e idealista alla fantascienza argentina e in El Aleph (1945) combinava la scienza con gli elementi della metafisica e il fantastico letterario; La invención de Morel (1940) di Adolfo Bioy Casares è considerato un classico del genere28.

Questi autori diedero visibilità e popolarità alla nuova forma di scrittura che si stava diffondendo. Tuttavia, come si può notare dalle traduzioni di numerosi testi di Isac Asimov e Arthur C. Clark, negli anni Cinquanta l'influenza anglo-sassone era ancora forte: ciò portò l'argentino Sergio Gaut a parlare di una perdita di “purezza”, in riferimento agli autori latino-americani che si 28 Y. MOLINA-GAVILÁN, “Science Fiction”, in Encyclopedia of Latin American Literature, a cura di V. Smith, Fitzroy Dearbon Publishers, Londra 1997, pp. 1398-1401. La studiosa spiega che l'opera di Casares un uomo – si rifugia su una terra apparentemente disabitata, dove incontra una serie di persone; queste si riveleranno poi degli ologrammi prodotti dall'invenzione di Morel, una macchina del tempo attivata dalle maree – e più in generale la fantascienza latino-americana, è stata classificata da alcuni come un esempio di letteratura fantastica, poiché allegorie e parabole etiche sono la forma di espressione maggiormente rilevante. Questi critici comparano la produzione latino-americana con quella dei paesi anglo-sassoni: mentre quest'ultima è incentrata su descrizioni dettagliate di fantastiche macchine, la prima si focalizza sulle conseguenze che tali macchine hanno sugli umani. Quest'asserzione risulta oggi troppo estremista, dal momento che esiste un cospicuo numero di opere di fantascienza anglo-sassone in cui si affrontano tematiche psicologiche e sociali.

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approcciavano a questo campo sulla base di una formazione didattica di matrice anglo-americana. Gli anni Sessanta e Settanta del Novecento si possono considerare un'“età d'oro” per la fantascienza latino-americana, poiché si ebbe la più profiqua produzione, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Fattori determinanti in questo fenomeno furono sicuramente l'accesso facilitato alle traduzioni di testi europei e statunitensi e la sensibilizzazione verso le scienze sociali e umanistiche; inoltre, la pubblicazione di riviste nazionali e internazionali divenne regolare e vennero fondate case editrici specializzate nel genere29. Nel panorama letterario di questo periodo, Carlos Olvera, col romanzo Mejicanos en el espacio (1968) ed Eduardo Goligorsky, col racconto “En el último reducto” (Adiós al mañana, 1967), ricoprirono un ruolo centrale: le loro trattazioni esprimevano un desiderio di denuncia contro l'ingiustizia e l'angoscia scaturita dalle difficoltà politiche e sociali del momento. Gli esempi più numerosi e rappresentativi si concentrarono soprattutto in Argentina, Messico e Cuba30; solo per citarne qualcuno (oltre gli autori appena segnalati): i cubani Miguel Collazo, Manuel Herrera e Angel Arango, il messicano Alfredo Cardona Peña, gli argentini Angélica Gorodischer e Alberto Vanasco. In questo periodo apparvero anche le prime analisi critiche sul valore e sulla funzione della fantascienza latino-americana31, tra cui quella di Capanna, El sentido de la ciencia ficción (1966), più volte ripresa e aggiornata.

Nel decennio successivo, l'iniziale sviluppo della fantascienza latino-americana subì l'effetto inverso: l'instabilità politica, sociale ed economica, i prezzi stellari a cui gli editori dovevano far fronte e, in alcuni casi, i regimi autoritari causarono dei crolli nella produzione fantascientifica locale. In tal clima restrittivo, alcuni scrittori smisero di pubblicare le loro opere, o decisero di farlo altrove. Il genere comunque non sparì del tutto, ma restò attivo nel campo della ricerca e della critica, grazie anche all'attività svolta da riviste come El Péndulo (1979; 1981-1982; 1986-1987) e Minotauro (1983-1986). Dunque a metà degli anni Ottanta l'“età d'oro” della fantascienza latino-americana era ormai giunta a termine.

L'età contemporanea ha infine riportato il genere alle sue passate glorie. Nonostante la crisi economica, la fantascienza si è continuata a sviluppare con rinnovata energia e ottismo. Spiccano i nomi di autori altamente qualificati, vincitori di premi letterari per la fantascienza istituiti a partire dagli anni Ottanta32: Mario José Schwarz e Gerardo Porcayo in Messico; Daína Chaviano, Félix Lizárraga, Rafael Morante e María Felicia Vera a Cuba; Eduardo Carletti, José Altamirano e 29 Secondo Molina-Gavilan anche il fatto che il continente si trovasse sotto regimi burocratici e autoritari contribuì alla diffusione del genere.

30 Lo stesso fenomeno avviene nella fantascienza contemporanea.

31 Anche per quanto riguarda la produzione critica le aree più prolifere sono state e continuano a essere l'Argentina, il Messico e Cuba. Oltre a Pablo Capanna, Mario Langer ed Eduardo Goligorsky sono tra i più importanti in questo campo.

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Claudia De Bella in Argentina. Questo nuovo incremento nella produzione fantascientifica è stato sicuramente incoraggiato anche dallo sviluppo tecnologico (in particolare i mezzi elettronici e la pubblicazione digitalizzata). L'avvento di Internet ha sostenuto quest'ondata di positività nell'ambito fantascientifico, non solo attraverso i siti Web, ma anche attraverso la creazione di forum dove fan di qualsiasi parte del mondo possono creare circoli di discussione sul genere.

Anche le convenzioni finanziarie costituite dai governi e dalle università sostengono la crescita della fantascienza in America Latina, indirizzando gli autori emergenti verso un futuro promettente nel mercato nazionale e internazionale. La diffusione della produzione fantascientifica latino-americana a livello mondiale, argomento energicamente dibattuto tra autori, critici e fan del genere, trova ancora alcune difficoltà legate alla traduzione dei testi. Tra le idee e le iniziative proposte, la creazione di un sito Web in cui accedere gratuitamente alle opere di fantascienza internazionale tradotte si è rivelato un aiuto efficace per la fruizione di questa letteratura in continua affermazione.

1.3 Caratteristiche e temi

Si è già più volte ribadito il legame che la fantascienza latino-americana ha col mondo anglo-sassone per quanto concerne temi e aspetti stilistici. In questa sede, l'elaborato si propone di argomentare le differenze tra le due tradizioni, con l'obiettivo di evidenziare quali sono le caratteristiche proprie della produzione fantascientifica dell'America Latina.

Nel chiedersi quale sia la specificità della fantascienza che si produce in queste regioni si potrebbe presentare un ventaglio di risposte, nessuna delle quali completamente esaustiva – si ricordi quanto accennato sopra: si tratta di un campo nuovo, perciò da un certo punto di vista i teorici non sono ancora del tutto preparati in materia. Le questioni riguardanti il grado di originalità e di influenza sono una costante nel discorso sulla fantascienza latino-americana33 e gli autori di tali zone hanno sempre usato questa forma di espressione per registrare le tensioni legate all'identità nazionale. Si potrebbe richiamare la metafora che M. Elizabeth Ginway ha utilizzato per descrivere la fantascienza nell'area brasiliana, “a barometer to measure attitudes toward technology while at the same time reflecting the social implication of modernization in Brazilian society”34, ed estendere questa stessa funzione alla fantascienza latino-americana.

Già nel XIX secolo le opere fantascientifiche partecipavano alla costruzione dell'identità nazionale degli stati latino-americani, anche se per farlo si servivano spesso di strumenti e tropi letterari estratti dalla tradizione anglo-sassone. Riadattandoli ai loro scopi e alle loro prospettive, se 33 Nel frontespizio della biografia che Luis Holmberg scrisse su suo padre Eduardo Ladislao Holmberg, l'autore riflette precisamente su questo tema: “I am Argentine” – dice – “and I love my country, my country which is so beautiful and so prosperous but which has until now gone begging to Europe when she had in her bosoms models of her own, sufficient for all the world” (Haywood-Ferreira, cit. The Emergence, p. 218).

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ne servivano per discutere di argomenti che forse non avrebbero potuto affrontare in altri modi. Nei testi latino-americani la nazionalità, la razza e la classe sociale dei personaggi acquistano dunque un significato fondamentale. Quella che ci viene data in questi testi è in un certo senso un'immagine identitaria dell'America Latina, anche se al suo interno le singole nazioni si distinguono per le loro specificità storiche, geografiche, sociali e politiche35. Inoltre, nei testi gli autori fanno spesso riferimento alle relazioni internazionali, immaginando nuove alleanze politico-economiche tra nazioni e sollevano questioni sulla sovranità.

Molti studiosi reputano che in America Latina l'opera fantascientifica mostri più spunti di riflessione politica che nelle aree europea e nordamericana. Per comprendere questa distinzione a prima vista avventata – se si pensa, ad esempio, a opere del calibro di 1984 (1949) di George Orwell, Brave New World (1932) di Aldous Huxley o Farheneit (1953) di Ray Bradbury – bisogna tenere conto del clima d'instabilità che per secoli ha caratterizzato la storia di questi posti. Fin dal XIX secolo, la fantascienza in America Latina ha prestato molta attenzione alla situazione politica che ha attraversato il continente nel corso dei secoli. Gli scrittori erano interessati allo sviluppo delle nazioni che stavano sorgendo e vi partecipavano attivamente, usando questo genere emergente per presentare al pubblico non solo un quadro della realtà in cui viveva, ma anche le loro idee per la costruzione di un futuro migliore.

In quel periodo nascevano i personaggi che sarebbero poi diventati gli stereotipi del genere fantascientifico: da un lato, lo scienziato, l'assistente dello scienziato, la guida in un luogo extraterrestre, che nei lavori latino-americani erano chiare rappresentazioni di identità nazionali, razziali, sociali e professionali; dall'altro, la figura nemica dell'anti-scienziato, che si opponeva al progresso sociale, scientifico e politico del paese, e per questo doveva essere convertito o sconfitto dall'eroe della storia. Anche i personaggi che nella fantascienza europea o nordamericana simboleggiavano lo strano, l'alterità, l'esotico, in America Latina erano caricati di spessore politico e rispecchiavano le idee dell'autore sulle dinamiche del potere nazionale e internazionale. Inoltre, tipicamente il Nord Europa e gli Stati Uniti identificavano l'autorità, il sapere scientifico, il vertice dell'arte e della cultura; al contrario, l'America Latina incarnava l'arretratezza sotto ogni aspetto. Seppur a livelli inferiori, queste differenze appartengono anche alla produzione contemporanea e molti testi latino-americani presentano programmi politici e sociali, facendo riferimento a ideologie di pensiero quali il marxismo, il femminismo, il nazionalismo36.

Allo stesso modo, le difficili condizioni politiche che hanno caratterizzato i secoli XX e XXI, 35 Ibid.; considerando il caso del Brasile, si riscontra anche una barriera linguistica.

36 D'impronta chiaramente marxista è, ad esempio, il racconto del messicano Mauricio-José Schwarz “Destellos en vidrio azul”, della raccolta Más allá no hay nada (1996). Si tratta di una distopia capitalista ambientata in un clima di degenerazione urbana, dove la letteratura popolare (in questo caso il poliziesco) non solo offre una via d'evasione, ma potrebbe anche essere l'unica opportunità per sovvertire lo status quo.

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passando per le crudeli dittature della seconda metà del Novecento e le conseguenze economiche del neoliberalismo, hanno fatto da sfondo ai testi fantascientifici di queste regioni. J. Andrew Brown e M. Elizabeth Ginway riconducono a questo quadro di frammentarietà, squilibrio e aggressività politica la particolare violenza della fantascienza in America Latina:

[…] we suggest that concepts such as “fragmentation” as seen in the use of tropes of time warps, alternate histories, and the erosion of the canon – “divergences” – as exemplified by Latin America's brand of sexualized or embodied cyberpunk and apocalyptic violence distinguishing it from Anglo-American forms – and “unlikely combinations” – as found in the mix of social realism with mutants or zombies or the merging of dissonant genres such as SF humor, and horror – prove fruitful in the study of Latin American SF.37

Secondo Andrea Bell38, in quest'area la fantascienza divenne un mezzo di resistenza indiretta. La critica allegorica, ironica e satirica comunemente riscontrata nella fantascienza latino-americana degli anni Settanta e Ottanta contro le dittature, si ritrova nella produzione contemporanea, applicata a problemi quali l'ingiustizia sociale, le relazioni tra le classi, questioni legate alla razza, la sessualità, la religione, la criminalità e il narcotraffico e la degradazione della vita nelle grandi città. Questa caratteristica contribuisce alla delineazione di un'identità latino-americana, nonostante le tendenze all'omologazione che la cultura globalizzata esercita sulle individualità nazionali o regionali39.

Riprendendo la visione borgesiana di fantascienza come letteratura “«inteligente» que lee lo real políticamente”40, Capanna direbbe che “más allá de toda la parafernalia futurística y galáctica, trata siempre acerca el presente […]; es lo que hace de la rama más realista de lo fantástico. Baste fechar las historias más imaginativas del genero y considerar el contexto cultural de sus autores para descubrir las vetas politicas sociales [...]”41. In questo senso, la fantascienza latino-americana si allontanerebbe dalle caratteristiche del pulp, con cui inizialmente era stata associata, oltre che da quella che il mondo anglo-sassone della Golden Age aveva definito fantascienza “hard”. Infatti, alcuni teorici sostengono che la produzione dell'America Latina non miri alla plausibilità scientifica, bensì, appunto, all'analisi di tematiche strettamente vincolate con alcune componenti delle scienze sociali – in particolare la sociologia, la filosofia, la politica e la psicologia–, propendendo verso le sfumature “soft” del genere. Ciò nonostante, numerosi esempi di opere in cui la scienza, la tecnologia, l'informatica ricoprono un ruolo contrale nello sviluppo della trama 37 M.E. GINWAY, J.A. BROWN, “Introduction”, in Latin-American Science-fiction: Theory and Practice, Palgrave Macmillan, New York 2012, p. 2.

38 BELL, MOLINA-GAVILÁN, cit., “Introduction”, p. 7: “The political realities in Latin America brought about both a desire to protest injustice and a prudent need to disguise such criticism”.

39 E. LEDESMA, “Ciencia ficción digital iberoamericana”, Revista Iberoamericana, vol. LXXXIII, n. 259-260, 2017, p. 308.

40 HAYWOOD-FERREIRA, Cit., “La ciencia-ficción en America latina”, p. 15. 41 Ibid.

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confuterebbero questa teoria42.

Ad ogni modo, le due tendenze non devono necessariamente escludersi a vicenda. Fernando Ángel Moreno si riferisce alla fantascienza come “ficción proyectiva basada en elementos no sobrenaturales” o “literatura no realista basada en elementos no sobrenaturales”, definizione in cui rientrano elementi di “disciplinas tan distintas como la física (Benford 1980), las matemáticas y la genética (Crichton 1990), la informática (Stephenson 1992), la sociología (Brunner 1968), la psicología (Ballard 2000) o incluso la historia (Willis 1992) o la lingüística (Delany 1966)82”43. A tal proposito, Joana Russ afferma che:

standards of plausibility –as one may apply them to science fiction– must be derived not only from the observation of life as it is or has been lived, but also, rigorously and systematically, from science. And in this context "science" must include disciplines ranging from mathematics (which is formally empty) through the "hard" sciences (physics, astronomy, chemistry) through the "soft" sciences (ethology, psychology, sociology) all the way to disciplines which as yet exist only in the descriptive or speculative stage (history, for example, or political theory)44.

Non si è ancora trovata una risposta che metta d'accordo l'intero panorama critico; si potrebbe però proporre che la fantascienza in America Latina, così come altrove, varia in accordo con le tendenze letterarie territoriali e universali, gli sviluppi tecnologici e scientifici, lo status nazionale e internazionale del periodo.

La tensione tra tecnologia e religione trova ampio spazio nella produzione fantascientifica latino-americana. Un'altra caratteristica distintiva è infatti l'uso di motivi e simboli cristiani, ambientati nel contesto di altre mitologie occidentali (quella greco-romana o quella anglo-sassone). Il potere della fantascienza si rivela in questo caso nella capacità di demitizzare le credenze religiose e la fede opponendo a esse la ragione e la scienza. Così, ad esempio, l'autore peruviano José B. Adolph adopera una satira pungente nella critica sul ruolo della religione nella società moderna, sostenendo che il monoteismo ha dato vita all'intolleranza religiosa e che non importa di che divinità si parli, poiché l'idolatria è stata sempre praticata dagli esseri umani: pagani e non pagani, persino la società consumistica, tutti hanno bisogno di idoli religiosi, cinematrografici o politici45.

42 Molti scrittori recenti si sono interessati al cyberpunk, sottogenere in cui il mondo è dominato dalla presenza del computer e da un'atmosfera controculturale, decadente. Tra questi, spiccano Gerardo Horacio Porcayo, Bernardo Fernández, Gerardo Sifuente e José Ramírez in Messico; José Miguel Sánchez (Yoss), Ariel Cruz e Michel Encinosa a Cuba.

43 F.Á. MORENO, Teoría de la Literatura de Ciencia Ficción: Poética y Retórica de lo Prospectivo, PortalEditions, Spagna 2010, p. 71.

44 J. RUSS, “Towards an Aesthetic of Science Fiction”, in Science Fiction Studies, vol. 2, n. 6, 1975; <http://www.depauw.edu/sfs/backissues/6/russ6art.htm>.

45 La tecnologia della realtà virtuale e il cyberspazio diventano in tal modo il paradigma di esperienze mistiche e viaggi astrali nello spazio digitale. Per maggiori informazioni sull'autore si rimanda all'articolo: T. LOPEZ-PELLISA, “El síndrome del misticismo agudo en la ciencia ficción peruana: La verdad sobre Dios y JBA: novela esotérica y

Un ejército de locos. Novela lunática de José B. Adolph”, Revista Iberoamericana, vol. LXXXIII, n. 259-260, 2017,

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Temi ricorrenti sono anche la sessualità e l'omosessualità, oltre ad aspetti legati al sessismo, al maschilismo e a questioni di genere46. I discorsi e i temi descritti sono spesso affrontati con umorismo, allegoria e satira, attraverso cui gli autori celano l'ansia e la paura verso le realtà politiche e sociali dell'America Latina, in modalità uniche e peculiari. Ciò permette di identificare la tradizione fantascientifica propria di questi posti.

Nonostante stia acquisendo un interesse sempre maggiore in campo letterario, in America Latina, contrariamente a quanto succede nell'area anglo-americana, la fantascienza resta ancora quasi completamente esclusa dall'ambito accademico. A parte alcune eccezioni, sono pochi i corsi che esplorano questo genere all'interno dell'area di lettere: esso appare generalmente confinato alle scienze della comunicazione o alle scienze politiche, dov'è studiato come fenomeno commerciale o di comunicazione di massa. L'associazione della fantascienza alla letteratura di massa è comunque tra i più significativi spunti di critica universali. Una corrente di pensiero reputa che la letteratura di massa sia un prodotto culturale di basso livello, commerciale e di puro intrattenimento47. Tuttavia, come si è mostrato nelle pagine precedenti, sono molteplici i tentativi da parte degli studiosi di difendere l'aspetto di popolarità attribuito al genere (cfr. Capanna, 1966).

La critica contemporanea ha quindi cercato di opporsi all'atteggiamento di diffidenza e indifferenza sopra indicato, partecipando alla definizione di questa modalità d'espressione. Il boom letterario che ha accompagnato l'ultima produzione fantascientifica in America Latina ha incrementato l'interesse di molti teorici, i quali, con la pubblicazione delle loro ricerche, antologie e bibliografie, hanno contribuito alla legittimazione e alla crescita del genere.

1.4 Studi sul genere

La produzione critica e accademica sulla fantascienza latino-americana scritta prima degli anni Novanta si limita a una serie di dissertazioni e articoli occasionali, pubblicati per lo più su antologie di fantascienza nazionale o regionale. I dati bibliografici ivi menzionati sono spesso poco precisi e affidabili e si concentrano su alcuni dei pregiudizi attribuiti alla fantascienza latino-americana: la sua dipendenza dal mondo anglo-sassone e l'inesistenza di una vera e propria tradizione in queste zone. Alcuni casi che si discostano da questa tendenza appartengono soprattutto all'area argentina: Los argentinos en la luna (Goligorsky, 1968), che cerca di tracciare e ripubblicare i primi esempi di

46 I testi di molte scrittrici di fantascienza rompono con i modelli maschilisti, mostrando mondi alternativi in cui il debole diventa potente e le protagoniste femminili, centrali nello sviluppo della trama, sono dotate di grande complessità psicologica. Seppure in America Latina la produzione fantascientifica relativa a scrittrici donne è in netta minoranza, emergono esempi rilevanti come l'argentina Angélica Gorodischer, la cubana Daína Chaviano e le messicane Carmen Boullosa e Laura Esquivel.

47 Nel suo saggio del 1964 Apocalittici e integrati,Umberto Eco affronta il tema: l'autore sostiene che la valutazione negativa della letteratura di massa deriva da una concezione aristocratica della cultura, secondo cui la cultura di massa è l'anticultura e i mezzi di comunicazione di massa sono di seconda cateoria.

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fantascienza locale; Los universos vislumbrados (Sánchez 1978, II ed. 1995), che presenta dati storici e bibliografici e, nelle note, offre una cronologia della fantascienza argentina; La ciencia-ficción en la Argentina (1985) di Marcial Sauto, in cui l'autore risponde a domande sulla nascita, su influenze e altre questioni del genere fantascientifico.

Tra gli anni Cinquanta e Settanta la produzione letteraria fu supportata da numerose riviste48 e da alcune opere di critica significative: El sentido de la ciencia ficción (1966) di Pablo Capanna, in Argentina, e Introducao ao estudo da “science fiction” (1967) di André Carneiro, in Brasile, sono gli esempi maggiori, sebbene nessuno dei due studiosi sia riuscito ad analizzare in maniera approfondita la produzione fantascientifica nei rispettivi paesi. Nel 1977 Ross Larson scrisse Fantasy and Imagination in the Mexican Narrative, in cui citava alcuni dei primi scrittori di fantascienza latino-americana, ma il punto centrale d'interesse erano i testi fantastici. Un importante studio più recente si trova nel manuale Latin American science fiction Writers: An A-Z Guide (2004), pubblicato da Darrel B. Lockhart, dov'è presente materiale biografico e bibliografico.

I lavori più significativi in quest'ambito si sono pubblicati a partire dall'anno 1992: nel 1993 uscì la seconda edizione di The Encyclopedia of Science Fiction, con una nota sull'America Latina scritta da Mauricio-José Schwarz, autore, editore e critico messicano, e Bráulio Tavares, scrittore e critico brasiliano; nel 2000, un'equipe composta da Yolanda Molina-Gavilán, Miguel Ángel Fernández Delgado, Andrea Bell, Luis Pestarini e Juan Carlos Toledano mise insieme la Cronología de cf latino-americana: 1775-1995, pubblicata in spagnolo sul giornale “Chasqui”; lo stesso gruppo, con l'aiuto di M. Elizabeth Ginway, ha poi aggiornato il lavoro nella sua versione inglese A Chronology of Latin American Science Fiction: 1775-2005, pubblicata sulla rivista “Science Fiction Studies” nel 2007. Per quanto poco esaustive, tali bibliografie dimostrano che questo campo di studi si sta sviluppando a vista d'occhio.

A partire dal nuovo secolo, si sono susseguite diverse trattazioni sul genere nell'ambito accademico. Nel 2002 Yolanda Molina-Gavilán pubblica Ciencia ficción en español: una mitología ante el cambio, in cui l'autrice, con approccio tematico, individua e discute i testi in base al contesto temporale. Inoltre, in Test Tube Envy (2005) J. Andrew Brown percorre il discorso sulla scienza nella letteratura argentina, passando per vari autori, tra cui Borges e Julio Cortázar. Altri importanti contributi alla critica sono: Intermitente recurrencia: La ciencia ficción y el canon literario en Hispanoamerica (2006) di Luis Cano, Postales del porvenir (2006) di Fernando Reati; Cyborgs in Latin America di J. Andrew Brown; The emergence of Latin American Science Fiction (2011) di Rachel Heywood Ferreira.

48 Bisogna, tuttavia, ricordare che molte di queste riviste erano ancora fortemente legate nei loro contenuti all'influenza dell'Europa e dell'America del Nord.

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Nel processo di riconoscimento della fantascienza ispano-americana, le antologie hanno avuto un ruolo centrale. La maggior parte degli elaborati offre uno studio sincronico più che diacronico, focalizzandosi su opere di un determinato periodo o su un tema particolare. Tra le più importanti ricordiamo El cuento argentino de ciencia ficción (1995) di Capanna e Historias futura: antología de la ciencia ficción argentina (2000) di Adriana Fernández, che sono i modelli contemporanei più prorompenti. Nel 2003, poi, esce Cosmos Latinos: An Anthology from Latin American and Spain, a cura di Molina-Gavilán e Andrea Bell49, nella cui introduzione i due autori propongono un quadro panoramico della fantascienza latino-americana, presentandone alcuni testi chiave.

Infine, la ricerca di una tradizione letteraria fantascientifica propria dell'America Latina contribuisce ulteriormente all'espansione del genere. Secondo Haywood-Ferreira, l'anno 1957 è uno spartiacque tra due tendenze opposte: se prima di allora gli autori non leggevano nè attingevano da modelli autoctoni, le cose si evolsero quando si cominciò ad assumere un atteggiamento più positivo verso la ricerca e la fondazione di una genealogia nazionale. Su questa linea, la studiosa ha portato avanti l'accurata analisi di tre testi del XIX secolo (México en el 1970 (1844) di Fósforos-Cerillos, Páginas da historia do Brasil escripta no anno de 2000 (1868-72) di Joaquim Felício dos Santos, Viaje maravilloso del Señor Nic-Nac en el que se refieren las prodijosas aventuras de este señor y se dan á conocer las instituciones, costumbres y preocupaciones de un mundo desconocido: Fantasía espiritista (1875-76) di Eduardo Ladislao Holmberg), primi esempi di fantascienza latino-americana50, da cui ha potuto osservare alcuni dati interessanti. In primis, la relazione con la tradizione fantascientica anglo-americana in quegli anni era ancora forte, ma non costituiva una minaccia per gli autori, tant'è che le opere non erano viste come semplici copie dei loro modelli. I lavori esaminati non sono dei veri punti di riferimento nella costruzione della fantascienza in America Latina, poiché scomparvero per diverse ragioni – furono condannati dall'Inquisizione, pubblicati solo su periodici o in poche stampe di monografie ed erano strettamente legati al contesto locale –, tuttavia negli ultimi tempi sono stati rivalutati in quanto riflessi dell'identità nazionale, della letteratura e della scienza latino-americane. Attestano il fatto che l'America Latina abbia partecipato fin dal XIX secolo all'affermazione della fantascienza come genere globale. In conclusione, le novità offerte alla produzione culturale egemonica attraverso le loro visioni alternative, sono un mezzo efficace per vincere “the incapacity, characteristic of all imperial centers in history, to understand what occurs far from the center of power, or how those who live in the periphery think”51.

49È la prima antologia sulla fantascienza latino-americana disponibile in lingua inglese.

50 Nei suoi due studi (The First Wave, The Emergence), la studiosa definisce i primi esempi del genere fantascientico in America Latina come una “First Wave”, sul modello della tradizione critica anglo-americana.

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CRITICA SOCIALE E POLITICA NELLA FANTASCIENZA

MESSICANA:

dalle origini a Hugo Hiriart in “La destrucción de todas las cosas”

Come nel resto dell'America Latina, anche in Messico la fantascienza è sempre stata definita una modalità espressiva di secondo ordine e ha dovuto percorrere un lungo cammino prima di qualificarsi come genere letterario. Solo recentemente gli sforzi che i vari esponenti hanno messo in atto per valorizzare questa modalità hanno ottenuto un riconoscimento. Fino a qualche decennio fa, infatti, la critica negava l'esistenza di una fantascienza messicana o sosteneva, come fa la studiosa Claudia Sánchez Arce nel suo libro Los temas de la ciencia ficción de Trafalgar (1993)52, che essa fosse talmente “deficiente” e di bassa qualità, da non meritare neanche di essere letta. Durante i secoli XIX e XX, la produzione fantascientifica dovette farsi strada in un clima di quasi totale negatività. L'ostacolo principale per lo studio del genere era, secondo Miguel Ángel Fernández, il problema della classificazione: fino al 1977, anno in cui Ross Larson discusse per la prima volta del tema, gli editori consideravano di cattivo auspicio pubblicare un testo sotto l'etichetta di “fantascienza”53.

D'altro canto, numerosi teorici provarono fermamente a opporsi alle parole dei loro colleghi: così, ad esempio, Fernández, dopo aver letto le opere citate e svalutate da Sánchez Arce, affermò che queste fossero lavori incredibilmente interessanti, certamente “material digno de un estudio profesional”54. Dagli anni Sessanta del secolo scorso, il fermento che ha accompagnato la produzione e gli studi di ricerca ha portato alla rivalutazione della fantascienza messicana. La critica ha raggiunto una conoscenza più ampia di questa modalità letteraria; ha riscoperto le sue remote origini risalenti all'epoca coloniale, per le quali il Messico si impone come una delle regioni fondatrici del genere; è consapevole dei grandi autori che hanno messo la loro penna a servizio di questo genere, dando vita a opere importanti.

Nel corso degli anni, la critica sociale e politica, nonché la definizione dell'identità messicana, sono stati il punto centrale da cui gli scrittori hanno sviluppato le loro trame. Il desiderio di esortare la nazione a liberarsi da un sistema politico corrotto, una chiesa segnata dall'immoralità dei suoi funzionari, un governo inefficace è ciò che più caratterizza e rende unica la fantascienza messicana. 52 G. TRUJILLO-MUÑOZ, Biografías del futuro. La ciencia ficción mexicana y sus autores, Universidad Autónoma de Baja California, Mexicali 2000, pp. 18-19.

53 Molti dei grandi scrittori del paese che hanno coltivato il genere – come Carlos Fuentes, Juan José Arreola, Martín Luis Guzmán, José Agustín – hanno preferito inserire i loro lavori nel filone del “real maravilloso” piuttosto che in quello fantascientifico, temendo che non sarebbero stati, altrimenti, presi sul serio.

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Esprimendo le loro speranze e i timori, le certezze e i dubbi, i sogni e le visioni, gli autori avvertono il lettore attento delle responsabilità che ha di fronte a natura e società, immaginando un futuro migliore per i loro compatrioti. Soffermandosi sugli esponenti principali che hanno dato prova di questa tendenza singolare, il prossimo paragrafo si propone di ripercorrere le fasi significative delle varie epoche letterarie che hanno segnato la storia e l'identità della fantascienza messicana. In seguito l'analisi si soffermerà, più in dettaglio, sugli scenari politi e apocalittici in La destrucción de todas las cosas di Hugo Hiriart.

2.1 Dalle origini all'età contemporanea

Negli anni Cinquanta del XX secolo, lo storico Pablo González Casanova scoprì, tra le pile di documenti impolverati degli Archivi Nazionali di Città del Messico, un'accusa di eresia contro Manuel Antonio de Rivas, frate francescano nato a Mérida, nella pensisola dello Yucatán. A muovere l'accusa era stata l'Inquisizione, a causa di un opuscolo che aveva redatto, intitolato Sizigias y cuadraturas lunares ajustadas al meridiano ne Mérida en Yucatán por un anctítona o habitador de la Luna y dirigidas al bachiller don Ambrosio de Echeverría entonador que ha sido de kyries funerales en la parroquia de el Jesús de dicha ciudad y al presente profesor de logarítimica en el pueblo de Mames de la península de Yucatán; para el año del señor de 1775. Il Sant'Uffizio riteneva che con quest'opera il frate si opponesse alla dottrina cattolica imperante in quelle terre, conquistate dall'impero spagnolo circa due secoli prima.

Dalle poche notizie pervenuteci, la persona del frate appare piuttosto controversa. Grande studioso dei classici greci e latini, era un appassionato difensore dei nuovi metodi scientifici del suo tempo, come dimostra il suo particolare interesse per la matematica e le leggi della fisica. Libero pensatore, attento ai dibattiti politici e filosofici, non esitava a denunciare le “insensate imposizioni del suo tempo”55, improntando il suo lavoro su una critica socio-politica, che diventerà caratteristica fondamentale della fantascienza. L'immaginario viaggio sulla Luna intrapreso da un fantomatico uomo francese è un semplice pretesto per il frate, ma il suo fine ultimo è chiaramente più mordace: “a livello allegorico”, infatti, “il testo espone alla pubblica derisione la corrotta comunità francescana, ma più in generale si scaglia contro le due grandi strutture egemoniche del tempo: la Corona e la Chiesa”56.

L'accusa a cui dovette far fronte ci rivela qualcosa sulla società messicana dell'epoca: il pensiero speculativo scientifico era ritenuto pericoloso dai detentori del potere politico e religioso, che non potevano accettare l'emergere di una nuova consapevolezza scientifica. Quando nel 1767 il potere 55 A. DI MATTEO, “Dalla Luna all'Inquisizione”, Letterature d'America, Rivista trimestrale, anno XXXVII, n. 166-167, 2017, p. 11.

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della Santa Inquisizione si affievolì a causa dell'espulsione dei Gesuiti dall'America Latina, anche il legame con la corona spagnola e le istituzioni coloniali cominciò a deteriorarsi; contemporaneamente, iniziavano a prendere piede teorie meccaniche che garantivano la continuità della speculazione scientifica. In questo clima, de Rivas accolse, nella stesura della sua storia, l'influenza dei precursori europei del genere fantascientifico, tra cui Tommaso Campanella, Jonathan Swift, Voltaire e Cyrano de Bergerac, ma anche di classici greci e latini come Luciano e Ovidio.

Sebbene non vennero attribuiti molti meriti all'autore, l'esistenza dell'opera riflette i primi tentativi di associazione tra ricerca scientifica e speculazione sociale, intellettuale e culturale. Lo stato di oblio in cui permase per circa due secoli può far pensare che il testo di Rivas esercitò un'influenza piuttosto limitata su scrittori contemporanei e successori. La scoperta del manoscritto avvenne solo nel 1958 da parte dello storico messicano Pablo González Casanova che, nel suo famoso libro La literatura perseguida en la crisis de la colonia, lo menzionò, descrivendolo come “un curioso cuento fantástico”. In realtà, gli studiosi dopo di lui ritengono che questo racconto rappresenti il primo vero esempio di fantascienza in America Latina57. Un'affermazione del genere si rivela particolarmente significativa se si tiene conto del fatto che l'opera fu scritta molto prima che Hugo Gernsback definisse il termine “fantascienza” nel 192658. Tuttavia Sizigias non ricevette una grande attenzione dalla critica letteraria, finchè, nel 1994, Ana María Morales tornò a parlarne. Nel 1995, poi, Miguel Ángel Fernández Delgado pubblicò la prima di numerose ricerche su de Rivas e sul manuscritto.

Le origini della fantascienza messicana risiederebbero dunque nel lontano Settecento. La critica anglosassone, però, ha collocato la nascita ufficiale del genere fantascientifico nel 1818, anno di pubblicazione del Frankenstein di Mary Shelley e ha inserito tutto ciò che era stato pubblicato prima di quell'anno nella categoria di “proto-fantascienza”59. In questo senso, l'opera di de Rivas costituisce un caso singolare, poichè racchiude non solo i tratti della proto-fantascienza, ma anche 57 In particolare Ross Larson, nel suo studio Fantasy and Imagination in the Mexican Narrative (1977), lo descrive come il più antico lavoro di fantascienza messicana di cui si ha conoscenza.

58 Nel primo volume della sua rivista Amazing Stories (1926), Gernsback affermava:

By 'scientifiction' I mean the Jules Verne, H G Wells and Edgar Allan Poe type of story – a charming romance intermingled with scientific fact and prophetic vision [...] Not only do these amazing tales make tremendously interesting reading – they are always instructive. They supply knowledge [...] in a very palatable form [...] New adventures pictured for us in the scientifiction of today are not at all impossible of realization tomorrow [...] Many great science stories destined to be of historical interest are still to be written [...] Posterity will point to them as having blazed a new trail, not only in literature and fiction, but progress as well.

Gernsback non fu però il primo a riconoscere l'esistenza di una tradizione fantascientica; come afferma Di Matteo, infatti, “l'ufficialità nominale del 1926, non fa che dar conto di un genere già ampiamente diffuso ma che tuttavia, almeno fino alla prima metà del XX secolo, occupa le frange periferiche del canone”.

59 Con proto-fantascienza si definiscono tutti quei testi le cui teorie sviluppate dall'autore che non potevano essere confutare dalla scienza del periodo. Si distingue da questa la categoria del “fantastico” o dei “viaggi fantastici”, dove lo scrittore, rifacendosi al sapere scientifico della sua epoca, scrive su qualcosa che sa per certo non potrà accadere.

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quelli della fantascienza contemporana: il tentativo di definire l'uomo e la ricerca della sua posizione nell'universo basata sul progresso della conoscenza scientifica.

Tra la fine del Settecento e gli inizi del secolo successivo, in un'epoca in cui le colonie messicane reclamavano con foga l'indipendenza, la censura applicata dalla stampa costringeva gli scrittori a rivolgere il loro spirito satirico verso generi meno diffusi, tra cui il fantascientifico. Nel 1816 usciva El Periquillo Sarniento di Joaquín Fernández de Lizardi. La sua polemica provocatrice era improntata su fini didattici ed educativi: “la falla, lo dice el Pensador Mexicano una y otra vez, es la falta de una educación que haga que sus compatriotas no vivan de la pasividad del pensamiento, de la improductividad orgullosa de su estirpe, sino que pongan en marcha, por medio de una conciencia a la vez crítica y constructiva, las bases de un México nuevo, capaz de aprender de sus errores para no volver a cometerlos”60. Attraverso una visione utopistica l'autore non cercava solo di salvare la sua società, ma anche di darle gli strumenti basilari e pratici per lottare contro lo stato delle cose. Quella che propone al lettore è l'immagine di una repubblica borghese e democratica, dove la libertà di espressione e pensiero vince sull'ignoranza del popolo e quest'ultimo può raggiungere la dignità, l'istruzione e la conoscenza.

La volontà analitica e la preoccupazione per l'avvenire della società ritorna nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1844 sulla rivista El Ateneo Mexicano Sebastián Camacho Zulueta pubblicò, con lo pseudonimo di Fósforos Cerrillos, il racconto “México en el año 1970”. Il testo comparve in un'epoca di particolare violenza e squilibrio socio-politico, in cui il Messico oscillava tra il semplice caos e l'anarchia totale61. Non ci sono delle vere e proprie descrizioni utopiche o futuristiche, né un reale viaggio nel tempo: più che una premonizione del futuro della nazione, l'autore vuole dare al pubblico locale un'immagine, in chiave satirica, del Messico.

Con la costituzione della repubblica messicana (1857), la nazione cominciò a entrare in contatto con le realtà esterne, favorendo il trionfo dell'industrializzazione e del progresso di scienza, arte e letteratura. Dal 1861 al 1871, scrittori come Juan Nepomuceno Adorno, Nicolas Pizarro e Ignacio M. Altamirano si opponevano all'egemonia della religione sulla scienza. Nelle loro opere, lo scienziato e l'ingegnere, dapprima visti come portatori di teorie e invenzioni astruse, diventavano promotori di un futuro migliore, e le due istanze opposte, ragione e fede, si univano per assicurare il progresso materiale. Adorno spicca in questo contesto: le sue speculazioni metafisiche e romantiche, imbevute di ottimismo utopistico, sono un prospetto del destino della società umana. Sul modello di filosofi francesi quali Charles Fourier e Saint Simon, nel testo Armonía del universo sobre los principios de la armonía física y matemática (1862), dispensa la sua filosofia

60 G. TRUJILLO-MUÑOZ, Biografías del futuro, cit. p. 34. 61 HAYWOOD-FERREIRA, “The First Wave”, cit. pp. 437-439.

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