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L'evoluzione del turismo a Barcellona: dal turismo d'affari ai nuovi turismi urbani

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Academic year: 2021

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(1)

U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I P I S A

F O N D A Z I O N E C A M P U S

Corso di Laurea Magistrale in

Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici Mediterranei

TESI DI LAUREA

L’evoluzione del turismo a Barcellona: dal turismo d’affari ai nuovi turismi urbani

Relatore

Chiar.mo Prof. ALBERTO BIANCHI

Candidato

ELENA MARSILI

(2)

INDICE INTRODUZIONE ... 1 1. STORIA DI BARCELLONA ... 3 1.1. Età antica ... 3 1.2. Medioevo ... 6 1.3. Età moderna ... 13 1.4. Età contemporanea ... 18

2. EVOLUZIONE DEL TURISMO A BARCELLONA ... 23

2.1. Dal prototurismo alle Esposizioni Universali ... 23

2.2. Il turismo di massa ... 26

2.3. Dagli anni Ottanta al 2010 ... 28

2.4. Anni recenti e piani per il futuro ... 32

3. COMPETENZE IN MATERIA TURISTICA ... 40

3.1. Legislazione e competenze turistiche in Spagna ... 40

3.2. Legislazione e competenze turistiche in Catalogna ... 44

3.3. Barcelona Turisme ... 47

4. I MEGAEVENTI ... 51

4.1. I megaeventi e il loro impatto sulle destinazioni ... 51

4.2. L’Esposizione Universale del 1888 ... 54

4.3. L’Esposizione Internazionale del 1929 ... 57

4.4. La XXV Olimpiade del 1992 ... 59

4.5. Il Forum Universale delle Culture del 2004 ... 64

5. IL TURISMO URBANO ... 67

5.1. Top 10 attrazioni ... 72

5.2. Siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO ... 76

(3)

5.3.1. El Raval ... 81

5.3.2. El Barri Gòtic ... 84

5.3.3. La Barceloneta ... 86

5.3.4. Sant Pere, Santa Caterina i la Ribera... 87

5.4. L’Eixample ... 90

5.5. Sants – Montjuïc ... 93

5.6. Gràcia ... 95

5.7. I distretti periferici ... 97

5.7.1. Sarrià – Sant Gervasi e Les Corts ... 97

5.7.2. Horta Guinardò e Nou Barris ... 99

5.7.3. Sant Andreu e Sant Martì ... 101

5.8. Gastronomia ... 103

5.9. Folklore ... 104

5.10. La domanda ... 106

5.11. L’offerta ... 108

6. ALTRE TIPOLOGIE DI TURISMO ... 110

6.1. Il turismo MICE ... 110

6.1.1. L’offerta di servizi per il turismo MICE ... 112

6.1.2. L’evoluzione della domanda ... 114

6.2. Il turismo crocieristico... 119

6.2.1. Evoluzione del settore crocieristico a Barcellona ... 119

6.2.2. Domanda ... 121

6.2.3. Offerta ... 122

6.2.4. Statistiche ... 122

6.3. Il turismo giovanile ... 125

6.3.1. L’andamento del turismo giovanile ... 127

6.3.2. Il turismo studentesco – l’Erasmus e gli scambi universitari ... 130

6.3.3. L’offerta ... 132

(4)

CONCLUSIONI ... 149 APPENDICE 1 – VISITE AL TEMPLE EXPIATORI DE LA SAGRADA FAMILIA 2002-2012 ... 151 APPENDICE 2 - VISITE ALL’AQUÀRIUM DE BARCELONA 2002-2012 .. 152 APPENDICE 3 - VISITE AL MUSEU F.C. BARCELONA 2002-2012 ... 153 APPENDICE 4 - VISITE AL POBLE ESPANYOL DE BARCELONA 2002-2012 154

APPENDICE 5 - VISITE AL CASTELL DE MONTJUÏC 2002-2012 ... 155 APPENDICE 6 - VISITE AL PARC ZOOLÒGIC DE BARCELONA 2002-2012

156

APPENDICE 7 - VISITE AL CAIXAFÒRUM BARCELONA 2002-2012 ... 157 APPENDICE 8 - VISITE AL MUSEU PICASSO 2002-2012 ... 158 APPENDICE 9 - VISITE ALLLA FUNDACIÓ CATALUNYA – LA PEDRERA 2002-2012 ... 159 APPENDICE 10 - VISITE AL COSMOCAIXA BARCELONA 2002-2012 ... 160 BIBLIOGRAFIA ... 161 SITOGRAFIA ... 171

(5)

INTRODUZIONE

Barcellona è una delle destinazioni turistiche più frequentate ed apprezzate in Europa e nel mondo e, nel 2013 ha superato la soglia dei 7,5 milioni di arrivi turistici e quasi raggiunto quella dei 16,5 milioni di presenze. Fino agli anni Novanta la situazione era però molto differente, con gli arrivi che, nel 1993, non raggiungevano i 2,5 milioni e le presenze che superavano di poco i 4 milioni.

La presente tesi ha l’obiettivo di indagare, partendo dalla storia della città, i fattori che hanno portato a questo eccezionale sviluppo del settore turistico in un arco di tempo relativamente breve. Questa analisi verrà effettuata attraverso lo studio di avvenimenti storici, politiche pubbliche e attrazioni turistiche.

Il lavoro si articola in sette capitoli, che intendono approfondire diversi aspetti riguardanti la città, la sua storia, l’evoluzione del turismo e le tipologie di turismo e di turisti che vi si possono trovare.

Il primo capitolo introduce la storia di Barcellona poichè l’analisi del passato è fondamentale per capire come si è arrivati alla città odierna e come le testimonianze di altre epoche siano giunte fino a noi e si siano trasformate in attrazioni turistiche. Se oggi Barcellona è dunque un centro culturale visitato da innumerevoli turisti è perché la città ha avuto un’importante storia.

Il secondo capitolo studia l’evoluzione del turismo a Barcellona: dalla partenza ritardata rispetto al resto d’Europa, allo sviluppo come destinazione di turismo d’affari e, infine, all’esplosione del turismo urbano degli ultimi vent’anni.

Il terzo capitolo si occupa di esaminare la legislazione turistica e la suddivisione delle competenze del settore tra tre livelli di governo: quello dello Stato centrale, quello della Comunità Autonoma della Catalogna, e quello locale, rappresentato dal consorzio Turisme de Barcelona. È importante analizzare il quadro normativo entro il quale gli operatori turistici devono muoversi, per capire meglio le opportunità e i punti di debolezza dell’ordinamento, anche in comparazione con il sistema giuridico italiano.

(6)

Il quarto capitolo analizza i grandi eventi che hanno caratterizzato lo sviluppo urbanistico e turistico della città. A Barcellona, infatti, le istituzioni hanno spesso utilizzato i megaeventi come motore per rilanciare l’immagine della città a livello mondiale e per realizzare opere di recupero urbanistico. Nonostante a Barcellona, a partire dalla fine dell’Ottocento, si siano tenuti moltissimi eventi importanti, il presente lavoro si sofferma sui i quattro che hanno rappresentato dei punti di svolta per la città, ovvero: l’Esposizione Universale del 1888, l’Esposizione Internazionale del 1929, le Olimpiadi del 1992 e il Forum Universale delle Culture del 2004. Tutti e quattro questi eventi hanno contribuito a realizzare migliorie urbanistiche, il recupero di aree degradate e il rilancio dell’immagine della città. A nostro avviso i Giochi Olimpici del 1992 hanno avuto gli effetti più dirompenti ed hanno portato ad uno straordinario sviluppo infrastrutturale tuttora visibile nella città.

I successivi due capitoli si occupano delle diverse tipologie di turismo che vengono praticate a Barcellona.

Il quinto capitolo tratta del turismo urbano, nelle sue diverse declinazioni, e delle attrattive turistiche presenti in città, suddivise nei vari distretti e quartieri. Nel sesto capitolo vengono invece trattate altre tre tipologie di turismo che sono fondamentali per la capitale catalana: il turismo MICE (Meeting,

Incentive, Conference, Exhibition), il turismo crocieristico e il turismo

giovanile. Questa suddivisione è dettata dalle motivazioni che spingono i turisti a scegliere la città come destinazione turistica, in quanto diversi sono i servizi richiesti a seconda delle necessità. La domanda influenza quindi l’offerta, e le sue manifestazioni hanno ripercussioni economiche diverse sulla città, a causa di livelli medi di spesa pro capite e permanenze medie variabili da una tipologia di consumo turistico all’altra.

Il settimo capitolo è incentrato sullo studio dei dati statistici relativi alla domanda e all’offerta turistica della città. Tali dati sono stati forniti dal consorzio di promozione turistica Turisme de Barcelona, e riguardano il periodo che va dal 1993 al 2013.

(7)

1. STORIA DI BARCELLONA 1.1. Età antica

Una leggenda racconta che Barcellona sarebbe stata fondata dai Cartaginesi, tanto che si ritiene che il suo nome derivi dalla famiglia punica dei Barca; non sono però mai state trovate prove a supporto di questa ipotesi. È più probabile che, come asserito da Strabone1 nella Geografia,

nella piana di Barcellona e sulla montagna di Montjuïc fossero stanziati i Laietani, una popolazione iberica.

Dal momento che sulla montagna di Montjuïc sono stati ritrovati un campo di silos e i resti di un villaggio iberico, alcuni studiosi hanno speculato sull’esistenza di una città vicina a Montjuïc, chiamata Laie, però non esistono indizi che confermino questa ipotesi. Alcuni storici hanno parlato di una possibile coesistenza tra la città iberica e quella romana, per un tempo piuttosto lungo, durante il quale la prima sarebbe andata decadendo, mentre la seconda si sarebbe sviluppata.

L’Imperatore Romano Augusto2 è considerato il ‘padre’ di Barcino, una

colonia fondata nell’anno 10 a.C. per accogliere i veterani delle Guerre Cantabriche3. La città fu fondata nell’ambito di un progetto di pianificazione

territoriale del nord est della penisola iberica, ideato da Agrippa4. Il nome

romano della città era Colonia Iulia Augusta Faventia Paterna Barcino.

La Barcino romana, che si trovava in una posizione strategica per controllare le spiagge del LLobregat, era una piccola città ed ebbe la funzione di centro amministrativo e religioso.

1

Strabone (Amasea, 63/64 a.C.-23 d.C.) è stato un geografo greco, celebre per aver scritto la Geografia, un’opera in 17 volumi che ci è pervenuta per intero.

2

Giulio Cesare Ottaviano Augusto (Roma, 63 a.C. – Nola 14 d.C.) fu il primo imperatore romano

3

Le Guerre Cantabriche furono combattute dai Romani contro i Cantabri e gli Asturi tra il 29 e il 19 a.C. I condottieri di queste guerre furono Ottaviano Augusto e Marco Vipsanio Agrippa. La vittoria portò al completamento della conquista della Spagna da parte dell’Impero Romano.

4 Marco Vipsanio Agrippa (Arpino, 63 a.C. – Campania, 12 a.C.) è stato un politico e militare

(8)

La città viene citata, già nel 44 d.C. da Pomponio Mela5:

«Da qui fino a Tarragona si incontrano le piccole città di Blanes, Matarò, Badalona, Barcellona, Sitges e Martorell; [si incontrano] i piccoli fiumi a Badalona, il Llobregat vicino al monte di Giove sulla costa di Barcellona, tra Sitges e Martorell6»

Poco tempo dopo troviamo un’altra citazione nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio7:

«Ora l’intera provincia è divisa in sette distretti, Cartaginese, Tarragonese, Cesaraugusto, Cluniense, Asturia, Lucense, Bracaro. Si aggiungono le isole, con menzione separata di queste la stessa provincia oltre le 293 comunità aggregate alle altre contiene 179 città, fra cui 12 colonie, 13 città dei cittadini Romani (diritto romano), 18 dei vecchi Latini (antico diritto latino), una dei federati, 135 tributarie […] Sulla costa poi la colonia di Barcino col soprannome di Favenzia8»

Barcino era situata a Mons Taber, una collina dove oggi sorgono il Municipio

e la Generalitat de Catalunya, e seguiva la struttura tipica del castrum (accampamento militare): circondata da mura che contenevano una rete di strade organizzate intorno ad un foro centrale, dove si trovava il Tempio di Augusto (alcune parti di questo tempio sono sopravvissute fino ad oggi). Nel foro, che corrisponde all’attuale Plaça de Sant Jaume, confluivano le strade principali della viabilità urbana: il cardo (corrispondente agli attuali Carrer del

5

Pomponio Mela è stato un geografo e uno scrittore romano. Della sua vita sappiamo solo che è vissuto durante il I secolo d.C. e che nacque ad Algeciras, in Spagna. La città di Barcino viene citata nell’opera Chorographia, il più antico trattato di geografia in lingua latina, nel II dei 3 volumi.

6

Pomponio Mela, Chorographia, volume II, paragrafo 90 (traduzione propria)

7

Gaio Plinio Secondo (Como, 23 d.C. – Stabia, 79 d.C.) è stato uno scrittore romano. L’unica sua opera giunta fino a noi è la Naturalis Historia, un’opera in 37 volumi. Le origini della Barcino romana sono trattate nel III volume dell’opera.

8

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, volume III, paragrafo 18-22. (traduzione tratta da

(9)

Call e Carrer de la Llibretería)e il decumano (corrispondente agli attuali Carrer del Bisbe e Carrer de la Ciutat).

La ricchezza della città era garantita da un terreno fertile, risorse minerarie e abbondanza di prodotti del mare. Ad essa si aggiungevano le ricchezze derivanti dal controllo del porto del LLobregat, al tempo caratterizzato da un intenso traffico.

La superficie della città all’epoca era di circa tredici ettari ed era abitata approssimativamente da duemila abitanti.

Nella II metà del II secondo d.C., come è noto, i popoli germanici, e in particolare franco-germanici, fecero numerose incursioni ai confini dell’Impero Romano, evidenziandone la debolezza. Apparentemente Barcino non fu toccata da tali invasioni, ciò è dimostrato dal fatto che, tra il 269 e il 305 d.C., il Senato cittadino, invece di pensare alla fortificazione della città, ordinò di erigere nel foro monumenti a diversi imperatori.

Fu circa un secolo dopo, a metà del IV secolo, che la popolazione di Barcino cominciò a mostrare preoccupazione nei confronti di eventuali invasioni, tanto che le mura furono nuovamente fortificate.

Nel frattempo si erano verificati dei cambiamenti consistenti soprattutto nella vita religiosa della città, in quanto il cristianesimo era divenuto la religione principale, dopo che, nel IV secolo, il vescovo Paciano9 aveva convertito la

città in un centro episcopale.

Sotto gli Imperatori Diocleziano10 e Costantino11 si manifestò un diffuso

disinteresse dei notabili della città nei confronti dell’esercizio degli incarichi municipali.

Nel V secolo i Visigoti12 irruppero in Spagna, portando un’epoca di instabilità

politica e, in alcuni casi, di vera e propria anarchia. Il loro intento era quello di raggiungere l’Africa, all’epoca considerata il ‘granaio di Roma’.

9

Paciano di Barcellona fu vescovo di Barcellona nel IV secolo

10

Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio (Salona, 244 d.C. – Spalato, 311 d.C.) è stato un Imperatore romano che ha governato tra il 284 d.C. e il 305 d.C.

11

Flavio Valerio Aurelio Costantino (Naissus, 274 – Nicomedia, 337) è stato un Imperatore romano dal 306 fino alla sua morte.

(10)

Il condottiero che li guidava era Ataulfo13, che aveva preso in ostaggio Galla

Placidia, figlia dell’Imperatore Romano Teodosio I14. I Romani riuscirono a

bloccare il passaggio in Africa, e Ataulfo si trovò intrappolato nella Spagna Tarragonese. Nel 414 scelse quindi Barcellona come sua capitale, scelta che portò alla decadenza della città di Tarragona, e sposò Galla Placidia15. La

nascita del figlio Teodosio, di origine mista romana e visigota, fece sperare nella possibilità di unire i due popoli, però il periodo di avvicinamento con i Romani fu breve, perché il bambino morì poco tempo dopo la nascita. Nel 415 Ataulfo fu poi assassinato da Sigerico che, dopo aver vinto la lotta per la successione al trono, nel 416 divenne re. Il suo regno fu molto breve, solo sette giorni, prima che il re venisse a sua volta ucciso.

Il successore al trono fu Vallia16, che fece diventare il Regno Visigoto uno

stato vassallo dell’Impero Romano. Con questo patto i Visigoti si impegnavano, in cambio della possibilità di tornare in Gallia, a combattere in nome dei Romani contro gli Svevi, i Vandali e gli Alani e a riconsegnare all’Impero tutti i territori che avessero conquistato con queste guerre. Vallia stabilì come sede del regno Tolosa, e quindi i Visigoti lasciarono Barcellona. Vi fecero ritorno solo nel 472, sotto il regno di Eurico17.

1.2. Medioevo

Nel 507 i Visigoti, guidati da Alarico II18, combatterono contro i Franchi per

cercare di fermarne l’ingresso in Gallia, ma subirono una pesante sconfitta

12

I Visigoti furono popoli di origine scandinava, più precisamene della tribù dei Goti. Furono, insieme agli altri popoli barbari, una delle cause della crisi e della caduta dell’Impero Romano d’Occidente

13 Ataulfo (374 d.C. – Barcellona, 415 d.C.) fu re dei Visigoti dal 410 d.C. alla sua morte 14 Teodosio I (Coca, 347d.C. – Milano, 395 d.C.) fu Imperatore Romano dal 379 d.C. alla

sua morte

15

Elia Galla Placidia (Costantinopoli, 388/392 d.C. – Roma, 450 d.C.) fu un’Imperatrice Romana, figlia dell’Imperatore Teodosio I

16 Vallia dei Balti (…-418 d.C.) fu re dei Visigoti dal 416 d.C. al 418 d.C.

17 Eurico dei Balti (440 d.C. – Arles 484 d.C.) fu re dei Visigoti dal 466 d.C. alla sua morte. 18 Alarico II dei Balti (458 – Vouillè, 507) fu re dei Visigoti dal 484 alla sua morte

(11)

nella battaglia di Vouillè, durante la quale morì lo stesso re. Gesalico19, suo

figlio illegittimo, fu eletto come successore al trono, usurpando il regno al figlio legittimo Amalarico20. Il re ostrogoto Teodorico il Grande21 era contrario

a questa scelta, perché avrebbe preferito che salisse al trono Amalarico, suo nipote.

Il nuovo re continuò la guerra contro i Franchi, ma fu costretto a ritirarsi, fino ad arrivare a Barcellona, che divenne la capitale del regno per tre anni.

Tra il 508 e il 510 riuscì ad avere buoni rapporti con il regno ostrogoto di Teodorico il Grande. Nel 510, però, decise di allearsi con i nobili anti-ostrogoti e quindi Teodorico mandò Ibbas, uno dei suoi generali, a combattere contro di lui. Gesalico fu sconfitto e Amalarico (di soli 9 anni) fu eletto nuovo re dei Visigoti, sotto la protezione di Teudi22, un nobile

ostrogoto.

Il vero governatore del regno fu comunque Teodorico finchè, nel 522, Amalarico fu confermato re dei Visigoti. Nonostante questi fosse ufficialmente il re, il potere rimase nelle mani di Teudi. Alla morte di Amalarico, nel 531, Teudi divenne re e mantenne il trono fino alla sua morte, nel 548. Dopo la morte di Teudi, la capitale fu spostata da Barcellona, a Siviglia, poi a Mérida e infine a Toledo.

Nonostante Barcellona avesse perso il ruolo di capitale, mantenne una posizione rilevante grazie alla celebrazione dei concili ecclesiastici, che continuarono a svolgersi nel palazzo episcopale. Continuò anche ad essere un centro del potere civile grazie alla presenza del comes civitatis, un delegato reale che rappresentava lo stato nella città e aveva poteri in materia militare, fiscale, giudiziaria e di governo. Il potere religioso e quello civile furono all’origine dei cambiamenti urbanistici che portarono la Barcino romana a trasformarsi nella Barchinona medievale. Una delle caratteristiche della nuova organizzazione è la conformazione del palazzo reale. Leonardo

19 Gesalico dei Balti (… - Borgogna, 512) fu re dei Visigoti dal 507 al 510 20

Amalarico dei Balti (502- Barcellona, 531) fu re dei Visigoti dal 510 alla sua morte. Era figlio di Alarico II e di Teodegota, figlia del re ostrogoto Teodorico il Grande

21

Teodorico il Grande (Pannonia, 454 – Ravenna, 526) fu re degli ostrogoti dal 474 e re d’Italia dal 493

(12)

Benevolo, nel suo libro Le città nella storia d’Europa, sostiene che nell’Alto Medioevo a Barcellona, come nelle altre città sedi dei re barbarici (Ravenna, Verona, Pavia, Bordeaux, Tolosa, Toledo, Aquisgrana e Worms), la residenza urbana dei re fosse una corte conchiusa, ad imitazione dei palazzi antichi23.

Nel VII secolo il regno visigoto si indebolì a causa di lotte intestine, gravi dissesti economici e cataclismi. La guerra civile che scoppiò nel 710 aprì le porte alla conquista musulmana della penisola.

Grazie alla resistenza del re Ardo24 la città di Barcellona rimase in mani

visigote fino al 720, ma in quell’anno cadde definitivamente sotto l’offensiva dei mori.

I mori regnarono per circa ottanta anni, durante i quali la città ebbe la funzione di guarnigione militare e fu governata da un ‘valì’, termine usato dagli Arabi per indicare il governatore di una provincia. Il dominio musulmano della città fu troppo breve perché essa potesse assumere i caratteri di una città islamica e, a differenza di molte altre città in Spagna, non rimangono quasi testimonianze architettoniche di questo periodo.

Il breve dominio islamico terminò nell’801, quando i Franchi di Ludovico Pio25, conquistarono la città dopo un lungo assedio.

Barcellona entrò a far parte della cosiddetta ‘Marca Hispanica’ una zona cuscinetto realizzata dai Franchi nei territori conquistati ai musulmani, per proteggere il proprio regno da nuove incursioni. Questa zona era inizialmente costituita da guarnigioni ma, più tardi, esse furono sostituite da contee. Barcellona divenne la contea più importante tra quelle della Marca Hispanica e col tempo cominciò ad inglobare le contee vicine, fino a che, con le contee di Gerona e Osona, dette origine a quella che più tardi venne identificata come la regione della Catalogna.

22 Teudi (… - Toledo, 548) fu re dei Visigoti dal 531 alla sua morte

23 Benevolo Leonardo, Le città nella storia d’Europa, Roma - Bari, Editori Laterza, 2008, p.

31

24 Ardo (… - Narbona 721) fu l’ultimo re dei Visigoti dal 714 al 720

25 Ludovico I, detto Ludovico il Pio o Luigi I ((Casseuil-sur-Garonne, 778 – Ingelheim am

(13)

La contea, pur essendo sostanzialmente indipendente, era in rapporto di vassallaggio con il regno dei Franchi.

Nel 985 i mori riuscirono ad entrare in città e a saccheggiarla. Il conte di Barcellona, Borrell II26, aveva richiesto invano l’intervento dei Franchi in difesa della città. Quindi, una volta riacquistato il controllo di Barcellona, si rifiutò di rinnovare il vassallaggio al nuovo re dei Franchi, rendendo indipendenti i territori sotto il suo controllo e dando inizio all’epoca dei ‘conti di Barcellona’.

Sotto il governo di Ramon Berenguer I27, la città di Barcellona fu scossa da

rivolte nobiliarie e da tentativi di instaurazione di un sistema feudale, però nello stesso tempo fu anche un periodo caratterizzato da prosperità economica e dalla proliferazione di mercati e fiere.

Il Benevolo afferma che, dopo l’ultimo saccheggio operato dagli arabi nel 985, Barcellona fosse diventata uno scalo commerciale importante del Mediterraneo orientale, e che avesse conosciuto un notevole sviluppo, simile a quello delle Repubbliche Marinare italiane e di Marsiglia. Egli sostiene inoltre che la struttura della città mantenesse l’impianto romano, pur con alcune modifiche apportate dagli arabi, e che occupasse una superficie di circa cento ettari.28

Dopo il 985, infatti, i flussi d’oro in entrata vennero utilizzati per la ricostruzione, poi più tardi invece furono usati per l’evoluzione urbanistica della città e dei suoi territori. Verso la metà dell’XI secolo la città conobbe uno sviluppo urbanistico sia dentro che fuori dalle mura.

Il conte Ramon Berenguer IV29, conte di Barcellona a partire dal 1131, ebbe

inizialmente degli scontri col vicino regno d’Aragona di Alfonso I30.

Successivamente però, gli fu promessa in sposa Petronilla31, figlia del nuovo

26 Borrell II (… – 993), , fu conte di Barcellona, Girona e Osona dal 947 fino alla sua morte 27

Ramon Berenguer I (1023- Barcellona, 1076) fu conte di Barcellona e Girona dal 1035 fino alla sua morte

28 Benevolo, Le città nella storia d’Europa (cit. nota 23) , p. 61

29 Ramon Berenguer IV (1113 – Borgo San Dalmazzo, 1162) fu conte di Barcellona, Girona,

Osona e Cerdagna e principe d’Aragona

30 Alfonso I (Jaca, 1082 – Huesca, 1134) re di Aragona e re consorte di Castiglia e León 31

Petronilla di Aragona (Huesca, 1136 – Barcellona, 1174) fu contessa di Barcellona e poi reggente per il figlio della contea di Barcellona e del regno di Aragona

(14)

re di Aragona Ramiro II32 e, all’abdicazione del re nel 1137, il conte di

Barcellona divenne di conseguenza anche Principe di Aragona.

Sotto il suo regno Barcellona attraversò una fase di splendore e sviluppo e la città, che alla fine dell’XI secolo copriva un raggio di trenta ettari, un secolo dopo aveva raddoppiato la sua superficie.

Verso la metà del XII secolo Barcellona conobbe un nuovo periodo di sviluppo urbanistico grazie alle ricchezze portate dagli ordini militari che si insediarono in città.

Il re Jaime I33 intraprese campagne di conquista per ampliare i territori del

regno di Aragona con le Baleari e Valencia. Inoltre attuò delle modifiche nella politica interna della città, con la creazione del ‘Consiglio dei cento’, un consiglio di centro personalità appartenenti a tutti gli ordini sociali, considerato il primo parlamento d’Europa. Questo organo doveva eleggere tre consiglieri incaricati del governo della città. Un’altra istituzione fondata da Jaime I fu il ‘Consolato del Mare’, un tribunale mercantile creato nel 1248. Il ‘Consolato del Mare’ fu molto importante per la grande espansione catalana durante i secoli del Medioevo, resa possibile dai mercanti, dagli armatori e dai commercianti. Il ‘Consiglio dei Cento’ conferì a questa istituzione il potere di dotarsi di consoli in diverse città straniere.

Durante il regno di Jaime I, giunsero in città anche diversi ordini religiosi come i dominicani, i francescani, i carmelitani e le clarisse. Questi ordini portarono in città lo stile gotico, che prese il sopravvento nella costruzione degli edifici religiosi, molti dei quali sono visibili anche ai giorni nostri, come il Monastero di Pedralbes, fondato dalla Regina Elisenda34 e dall’ordine delle

clarisse circa un secolo più tardi.

32

Ramiro Sanchez, detto Il monaco, (1080 – Huesca, 1157) fu re di Aragona dal 1134 al 1137

33

Jaime I (Montpellier, 1208 – Valencia 1276) fu re d’Aragona, conte di Barcellona, re di Valencia e di Maiorca, signore di Montpellier e del Carladès, oltre che di altri feudi in Occitania

34 Elisenda di Montcada (1292 – Pedralbes 1364) fu regina consorte di Aragona tra il 1322 e

(15)

Sotto il regno di Pedro il Grande35, figlio di Jaime I, la città si dotò di una

nuova cinta muraria nella quale furono inclusi la Rambla e i nuovi quartieri fino a dove si trova attualmente il Parco della Ciutadella.

Nello stesso secolo la città fu dotata di una nuova istituzione politica, la ‘Corte General’, un organo consultivo al quale partecipavano il monarca e i rappresentanti dei sudditi.

Per ampliare ulteriormente il Regno, dopo la conquista del Regno di Valencia e del Regno di Maiorca, Pedro il Grande decise di puntare alla Sardegna e alla Sicilia, dando origine ad un conflitto internazionale con Genova e con la casata degli Angiò, che già possedevano la Provenza, Napoli e la Sicilia. Nonostante la difficile situazione internazionale, Barcellona continuava a crescere, anche grazie all’arrivo di forestieri, ai quali col tempo venne concessa la cittadinanza.

La popolazione era suddivisa in classi sociali, quella dei ‘cittadini onorati’, composta da proprietari terrieri e mercanti, che si stabilirono principalmente su Carrer de Montcada, dando alla zona un carattere residenziale, e quella popolare composta da artigiani e artisti, che popolarono il quartiere del

Raval, e marinai e pescatori, che iniziarono a popolare la zona nella quale

sorse il quartiere della Ribera.

Sotto il regno di Pedro il Cerimonioso36 Barcellona fu dotata di molti nuovi

edifici politici e religiosi, che in gran parte sono arrivati fino a noi, e che dettero alla città il caratteristico aspetto gotico che è rimasto prevalente fino al XIX secolo. Tra le altre opere realizzate in questo periodo, le più rilevanti furono la fortificazione e l’ampliamento della cinta muraria, per includere il quartiere del Raval, la conclusione della costruzione dei cantieri navali (Drassanes Reials, oggi sede del Museo Marittimo di Barcellona) e l’edificazione del Palazzo Reale Minore.

35 Pietro III di Aragona (Valencia, 1239 – Vilafranca del Penedès 1285) fu re di Aragona e di

Valencia, conte di Barcellona e re di Sicilia

36

Pietro IV di Aragona (Balanguer, 1319 – Barcellona 1387) fu re di Aragona, Valencia, Sardegna e Corsica e Maiorca e conte di Barcellona

(16)

Nello stesso periodo furono costruite, da parte degli organismi religiosi, anche la Cattedrale, la Chiesa di Santa Maria del Mar e il già citato Monastero di Pedralbes.

Nel Basso Medioevo il potere politico e militare di Barcellona aumentò, grazie all’associazione con piccole città o villaggi che si mettevano sotto la sua protezione, estendendone l’area di influenza.

Barcellona in questo periodo non era solo un centro commerciale, ma anche produttivo: i prodotti principali erano il corallo, il vetro, il ferro, il cuoio, l’argento e i panni di lana.

Durante il regno di Pedro il Cerimonioso, la città, che da una parte stava vivendo un periodo positivo per quanto riguarda lo sviluppo urbanistico, dall’altra fu scossa da una serie di cataclismi: a partire dal 1333 ci furono diversi terremoti e una crisi alimentare, nel 1348 apparve in città la Peste Nera, mentre erano in corso una guerra contro Genova e delle sollevazioni popolari in Sardegna. Come conseguenza di questa fatti, si parla della scomparsa di circa un quinto degli abitanti di Barcellona. Altra conseguenza fu la scarsità di manodopera e la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi. Questo problema permase fino al secolo successivo, quando fu ulteriormente aggravato da una crisi della produzione dei tessuti.

Quando Martino l’Umano37, l’ultimo re della Casata di Barcellona, morì senza

eredi nel 1410, iniziò un interregno di due anni, che si concluse con l’ascesa al trono di Ferdinando I38.

A metà del XV secolo, sotto il regno di Alfonso il Magnanimo39 (che mostrò

maggiore interesse nel governo del regno di Napoli e lasciò quello del Regno di Aragona nelle mani della moglie, Maria di Castiglia), si formarono due partiti che si contendevano il governo della città, la Busca, il partito popolare,

37

Martino I di Aragona (Girona, 1356 – Barcellona, 1410) fu re di Aragona, Valencia, Sardegna e Maiorca, re titolare di Corsica e conte di Barcellona, fu l’ultimo re della casata dei conti-re di Barcellona

38 Ferdinando di Trastamara (Medina del Campo, 1380 – Igualada, 1416) fu re di Aragona,

Valencia, Sardegna e Maiorca, re titolare di Corsica e conte di Barcellona dal 1421 al 1416

39

Alfonso V di Aragona (Medina del Campo, 1394 – Napoli, 1458) fu re di Aragona, Valencia, Sardegna e Maiorca, re titolare di Corsica, Gerusalemme e Ungheria, conte di Barcellona e re di Napoli (il primo del ramo aragonese)

(17)

e la Biga, quello dei ricchi oligarchi. Nel 1453 la Busca, grazie ad un colpo di stato realizzato dal Governatore Generale di Catalogna Galceran de Requesens40, ottenne il governo della città e cercò di attuare riforme

democratiche, andandosi a scontrare però con i rappresentanti della Biga che continuavano a prevalere nel Palazzo del Governo e nelle Corti. In questo panorama di contrapposizioni divenne re, nel 1454 , Juan II41. I suoi

conflitti con il figlio Carlos de Viana42, legittimo erede di Navarra appoggiato

dai nobili, e la sua predilezione per la fazione popolare, portarono a dieci anni di guerra civile. Solo nel 1472, con la ‘Capitolazione di Pedralbes’, fu posto fine al conflitto.

Nel 1479 ascese al trono di Aragona Ferdinando il Cattolico43, figlio di Juan II.

1.3. Età moderna

Le nozze tra Isabella di Castiglia44 e Ferdinando d’Aragona, avvenute nel

1469, segnarono l’inizio dell’unificazione spagnola sotto il regno congiunto dei due sovrani. I due monarchi si concentrarono soprattutto sul governo della Castiglia, la regione più ricca e popolosa. La Catalogna mantenne una forte autonomia grazie alle cortes (rappresentanze del clero, della nobiltà e delle città), molto efficienti. Ferdinando il Cattolico dovette, fin dall’inizio del suo regno, attuare una politica di riforme per risolvere le tensioni ereditate dal suo predecessore. Le riforme portarono ad una maggiore presenza

40

Galceran de Requesens (1400 – Valencia, 1465), fu un nobile e politico Catalano, oltre che Governatore Generale di Catalogna

41

Juan II di Aragona (Medina del Campo, 1398 – Barcellona, 1479) fu re di Navarra, Aragona, Valencia, Sardegna, Sicilia e Maiorca

42 Carlos de Viana (Castiglia, 1421 – Barcellona, 1461)

43 Ferdinando II di Aragona (Sos del Rey Catolico, 1452 – Madrigalejo, 1516) fu re di Sicilia,

Castiglia, Aragona, e Napoli

44

Isabella di Castiglia (Madrigal de las Altas Torres, 1451 – Medina del Campo, 1504) fu regina consorte di Sicilia, regina di Castiglia, regina consorte di Aragona, Sardegna, Maiorca e Valencia, regina titolare di Corsica e contessa consorte di Barcellona e delle contee catalane

(18)

aristocratica negli organi di governo e ad una minore partecipazione popolare.

Nel 1516, alla morte di Ferdinando, la corona spagnola fu ereditata dal nipote, Carlo d’Asburgo45

, dato che Giovanna, la figlia di Ferdinando e Isabella non era in grado di regnare. Carlo I (come re di Spagna, più conosciuto come Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero) soggiornò in Spagna per 16 anni, sui 40 totali del suo regno, gran parte dei suoi notabili furono spagnoli e, sebbene sui castigliani ricadessero gran parte degli oneri finanziari derivanti dalle sue guerre, essi furono anche coloro che ottennero i maggiori benefici dal suo regno.

Durante il XVI secolo la città perse il ruolo centrale che aveva avuto fino a quel momento nel settore dei commerci marittimi, dal momento che il commercio mediterraneo aveva perso importanza, sostituito da quello atlantico, e che Barcellona non aveva l’autorizzazione per commerciare con le Americhe. L’economia di Barcellona rimase comunque forte, anche se si era passati da una produzione destinata alle esportazioni, tipica del Medioevo, ad una destinata al consumo in loco. Questa nuova vocazione economica portò alla diffusione delle corporazioni di artigiani.

A Carlo I, in seguito alla sua abdicazione nel 1556, seguì sul trono di Spagna il figlio, Filippo II46, mentre la discendenza imperiale passò a Ferdinando, il

fratello. Sotto Filippo II il potere decisionale fu accentrato nelle mani del re, ma i singoli territori, compresi quelli precedentemente appartenenti al Regno di Aragona, mantennero la propria autonomia e i propri ordinamenti.

Durante il XVI secolo la città mantenne quasi invariato l’aspetto che aveva acquisito nel Medioevo. L’unica novità di questo periodo fu l’apertura verso il mare, con la costruzione del porto, iniziata nel 1598 e la conclusione della costruzione della ‘Muraglia del Mare’, iniziata circa due secoli prima allo scopo di proteggere il quartiere della Ribera.

45 Carlo V d’Asburgo (Gand, 1500 – Cuacos de Yuste, 1558) fu re di Spagna e Imperatore

del Sacro Romano Impero

46 Filippo II d’Asburgo (Valladolid, 1527 – San Lorenzo de El Escorial, 1598) fu re di Spagna,

(19)

Nel XVI e XVII secolo gli esponenti della nobiltà catalana iniziarono a trasferirsi in città, dalle loro residenze di campagna. Questo portò alla costruzione di moltissime case-palazzo, oltre che ad un cambiamento della configurazione urbanistica della città, con la predilezione per la creazione di spazi privati, mentre nei secoli precedenti ci si era focalizzati sulla costruzione di spazi pubblici (piazze, strade etc.).

Nello stesso periodo la città si dovette confrontare con un altro importante cambiamento: la lingua catalana lasciò il posto al castigliano in molti ambiti della vita politica e culturale.

Inoltre nel quartiere del Raval, fino ad allora poco abitato, durante la Controriforma furono costruiti molti conventi. Fu in questo ambito che venne introdotto in città il nuovo stile barocco, seguito per lo più per quanto riguardava le architetture religiose.

Dopo una serie di sconfitte militari che indebolirono il Regno di Spagna, scoppiarono delle rivolte di stampo indipendentista in Portogallo e Catalogna. La Catalogna si considerava infatti una nazione autonoma e distinta dalla Castiglia, con diverse tradizioni linguistiche, culturali e amministrative. Il conte-duca di Olivares47, il favorito – onnipotente di Filippo IV48, nel 1640,

forte della presenza dell’esercito castigliano in loco, convocò le cortes catalane per imporre dei cambiamenti di tipo amministrativo e istituzionale. Ciò scatenò una rivolta della Catalogna che, nel 1641, proclamò la propria unione con la monarchia francese dei Borbone, che le avrebbe permesso di mantenere le proprie istituzioni e leggi.

Dopo il licenziamento del conte di Olivares e grazie ad un cambiamento generale della situazione internazionale, che aveva portato ad un indebolimento della Francia, ed ai timori dell’aristocrazia catalana spaventata dall’acutizzarsi degli scontri sociali, l’esercito spagnolo riconquistò Barcellona nel 1652, dopo quattordici mesi di assedio. A

47

Gaspar de Guzmán y Pimentel Ribera y Velasco de Tovar, conte di Olivares e duca di Sanlúcar (Roma, 1587 – Toro, 1645), è stato un politico spagnolo, fu favorito - onnipotente di Filippo IV e primo ministro tra il 1621 ed il 1643.

48

Filippo IV di Asburgo (Valladolid, 1605 – Madrid, 1665) fu re di Spagna, dei Paesi Bassi Spagnoli, del Portogallo e di Algarve

(20)

Barcellona fu concesso di mantenere le istituzioni del governo municipale, però il Consiglio dei Cento perse il controllo sulla difesa, sull’apparato militare e sulle elezioni.

Dal 1691 i Francesi, impegnati nella Guerra dei Nove Anni con la Spagna, fecero varie campagne militari contro la Catalogna, e Barcellona fu bombardata e assediata. I Francesi occuparono la città fino al 1698, nonostante la guerra fosse terminata mesi prima.

Quando Carlo II49, figlio di Filippo IV e ultimo re della Casata degli Asburgo

morì senza eredi, iniziò la Guerra di Successione, che vide confrontarsi i sostenitori di Filippo di Angiò50, nipote del re di Francia Luigi XIV51 e

successore designato da Carlo II nel proprio testamento, contro Carlo III d’Asburgo52. Filippo di Angiò divenne re nel 1701 con il nome di Filippo V;

inizialmente i Catalani parteggiarono per lui, dal momento che aveva fatto alcune concessioni di natura politica ed economica, permettendo, tra le altre cose, il commercio con le Americhe. Successivamente però, a causa della forte repressione attuata dal nuovo re nei confronti della Catalogna, i Catalani presero le parti di Carlo d’Austria. Ciò indusse alla guerra, che durò dal 1702 al 1715, e che portò ad una divisione della Penisola Iberica, con Filippo V in Castiglia e Carlo III nel Regno di Aragona. Carlo III entrò a Barcellona nel 1705 e la città tornò ad essere sede della corte reale. Nel 1711 però Carlo III fu proclamato, alla morte del fratello, imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Carlo VI. Il re abbandonò quindi la città, lasciandola nelle mani della moglie fino al 1713. Nel luglio dello stesso anno le truppe lasciarono Barcellona. La città continuò a resistere alle truppe di Filippo V, il quale, però, riuscì ad occupare Barcellona nel settembre del 1714. Come rappresaglia per aver parteggiato per Carlo III durante la Guerra

49 Carlo II (Madrid, 1661 – Madrid 1700) fu re di Spagna, dell’Impero d’oltremare di Spagna,

dei Paesi Bassi Spagnoli, di Napoli, Sicilia, Sardegna, duca di Milano e conte palatino di Borgogna

50 Filippo V di Borbone (Versailles, 1683 – Madrid, 1746) fu re di Spagna

51 Luigi XIV di Borbone (Saint-Germain-en-Laye, 1638 – Versailles, 1715) fu re di Francia e

di Navarra

52 Carlo VI d’Asburgo (Vienna, 1685 – Vienna, 1740) fu imperatore del Sacro Romano

Impero, re di Napoli, Sicilia, Sardegna e Spagna, duca di Milano, Parma, Piacenza e Guastalla e conte di Barcellona

(21)

di Successione, la città subì un periodo di repressione politica, sociale e culturale, con la soppressione di tutte le istituzioni di autogoverno.

Barcellona subì anche delle modifiche in ambito urbanistico come l’abbattimento di gran parte del quartiere della Ribera per far spazio ad una nuova cittadella militare che aveva lo scopo di controllare la popolazione. Altre modifiche furono la costruzione del quartiere della Barceloneta e, a fine secolo, la trasformazione della Rambla nella passeggiata principale della città.

Durante tutto il XVIII secolo Barcellona conobbe un periodo di crescita economica, accompagnato da un’importante crescita demografica. In particolare sorse un’importante industria cotoniera, che portò alla costruzione di fabbriche nel quartiere del Raval, fino a quel momento caratterizzato da zone coltivate e da edifici religiosi.

A partire dal 1765, Barcellona ricevette nuovamente l’autorizzazione a commerciare con le Americhe, anche se non fu realmente realizzata fino al 1778. Inoltre, dal 1785, poté cominciare ad avere rapporti commerciali anche con l’estremo oriente. Da questo momento in poi Barcellona tornò ad avere un ruolo molto importante, che durò fino al 1898, quando la Spagna perse le ultime colonie in America Latina.

A partire dalla fine del XVIII secolo Barcellona e la Catalogna furono scenario di diversi conflitti internazionali nei quali la Spagna si confrontò con la Francia e l’Inghilterra. La Spagna tra il 1808 e il 1814 fu occupata dalle truppe napoleoniche, per tornare indipendente si alleò con Portogallo e Regno Unito, a fianco dei quali combatté la Guerra d’Indipendenza Spagnola. La guerra si concluse con la liberazione della Spagna, ma da questo momento cominciò per il Paese un periodo molto difficile, caratterizzato prima dal ritorno alla monarchia assolutista, e poi da una serie di guerre civili.

(22)

1.4. Età contemporanea

La città di Barcellona fu uno dei punti nevralgici per la rivoluzione liberale della prima metà del XIX secolo. Tale rivoluzione constava nella lotta delle classi borghesi per uno Stato moderno e contro la monarchia assoluta. Tra il 1810 e il 1812 si erano tenute le ‘Cortes de Cadiz’, un’assemblea costituente che aveva portato all’emanazione della prima Costituzione Spagnola. Quando, nel 1813, Ferdinando VII53 tornò al potere, la Spagna

tornò ad un governo assolutistico e la Costituzione fu abolita. Questi fatti portarono i liberali a lottare contro il potere assoluto della monarchia e ad instaurare, nel corso del secolo, vari periodi costituzionali. Alla morte di Ferdinando VII, cominciò poi un periodo di rivoluzioni.

Nello stesso periodo Barcellona subì molte modifiche, con il sequestro dei beni ecclesiastici e gli incendi nei conventi da una parte, e la costruzione della Plaça Reial, del Mercado de la Boqueria, e la riorganizzazione del centro storico intorno dalla piazza di Sant Jaume, dall’altra.

Nel 1840 a Barcellona ebbe luogo la detronizzazione della regina Maria Cristina54, moglie di Ferdinando VII e reggente del trono per la figlia. Dopo

questo avvenimento divenne reggente del trono di Spagna Baldomero Espartero55, un conte liberale, comandante dell’esercito. Due anni più tardi

questi ordinò che Barcellona fosse bombardata dal Castello Di Montjuïc, in risposta alle proteste popolari contro la sua politica fiscale, inimicandosi in questo modo liberali e progressisti.

Tra il 1844 e il 1854, la Spagna conobbe un periodo di governi moderati, seguito da un nuovo biennio rivoluzionario.

Nel frattempo il paesaggio urbano di Barcellona si modificava, a causa delle nuove industrie, in particolare legate alla lavorazione delle tele di cotone, che sorgevano in tutta la città, e in particolare nel Raval, nella Ribera e nella

53

Ferdinando VII di Borbone (San Lorenzo de El Escorial, 1784 – Madrid, 1833) fu re di Spagna

54

Maria Cristina di Borbone (Palermo, 1806 – Le Havre, 1878) fu principessa del Regno delle Due Sicilie, regina consorte di Spagna e, successivamente, regina reggente di Spagna

55

Baldomero Espartero (Granatula de Calatrava, 1793 – Logroño, 1879) fu un generale e politico spagnolo

(23)

Barceloneta. Questa situazione andò avanti finchè, nel 1846, non venne

proclamato il divieto di aprire nuove fabbriche all’interno della cinta muraria. Le nuove industrie vennero quindi aperte negli altri paesi della piana di Barcellona.

Pochi anni dopo, nel 1854, vennero abbattute le mura medievali, per permettere un nuovo sviluppo urbanistico.. Fu quindi realizzato, secondo il cosiddetto ‘Plan Cerdà’, un ampliamento della città, chiamato ‘Eixample’ (che in catalano significa, appunto, ampliamento), che collegasse il nucleo storico della città al paese di Gracia. La caratteristica preponderante di questo piano urbanistico è l’ortogonalità delle strade, insieme alla realizzazione di isolati di edifici con perimetro quadrangolare e con gli angoli smussati, per facilitare la viabilità, e con uno spazio aperto nel centro di ogni isolato. Fu inoltre soppressa la cittadella militare.

Il Benevolo, confrontando le città europee del periodo, sostiene che esse tendevano a disperdere e distruggere il proprio patrimonio storico, musealizzandone le principali testimonianze. Egli afferma altresì che la città di Barcellona abbia rappresentato un’eccezione rispetto a questa regola generale, grazie alla separazione tra la città antica e la città nuova, resa possibile dalla creazione del nuovo distretto dell’Eixample.56

Nel 1897, grazie all’annessione dei comuni della piana, Barcellona si trasformò in una città metropolitana. I nuovi confini comprendevano quelli che erano stati i comuni di Les Corts de Sarrià, Gràcia, Sant Andreu del

Palomar, Sant Martí de Provençals, Sant Gervasi de Cassoles, che si

tramutarono nei nuovi quartieri della città. Barcellona, che solo mezzo secolo prima contava 175.000 abitanti, arrivò, dopo queste annessioni, a contarne mezzo milione.

Nel 1888 Barcellona fu portata al centro delle cronache internazionali grazie all’Esposizione Universale, il primo grande evento della storia contemporanea della città. Fu in occasione di questo evento che, a Barcellona, iniziò a manifestarsi un nuovo stile architettonico, il Modernismo, che durò circa un quarto di secolo e che era strettamente legato alle istanze

(24)

autonomiste della Catalogna. Di questo periodo, seppur breve, ci sono rimaste moltissime testimonianze architettoniche, che hanno dato alla Barcellona contemporanea il suo particolare carattere. Le architetture moderniste sono concentrate principalmente nel quartiere dell’Eixample, ma alcune sono state frutto di ristrutturazione di palazzi borghesi nel centro storico.

Il primo decennio del ‘900 fu caratterizzato dalla vittoria elettorale dei ‘Republicanos Catalanistas’ che portarono ad un notevole sviluppo urbanistico della città, oltre che ad una sconfitta irreversibile dei partiti monarchici. Tra le varie novità in ambito urbanistico, particolarmente rilevante fu l’urbanizzazione della montagna del Tibidabo.

Alla fine del decennio la città sperimentò un momento di crisi, con problemi politici, scandali, corruzione e violenza, dal quale si risollevò a partire dal 1914, con la costituzione della Mancomunidad de Cataluña, ovvero una libera associazione di comuni.

Con la Prima Guerra Mondiale, alla quale la Spagna non partecipò, Barcellona conobbe un periodo di sviluppo economico, durante il quale le fu concesso lo status di porto franco, furono costruite molte scuole, fu urbanizzata la montagna di Montjuïc e si iniziò ad organizzare la seconda Esposizione Internazionale. Fu però anche un periodo di grande violenza, tanto che si calcolano circa 226 assassinii nelle strade di Barcellona tra il 1916 e il 1923.

Nel 1923 il capitano generale della Catalogna, il generale Miguel Primo de Rivera57, attuò un colpo di stato militare. Durante la dittatura instaurata dal

generale furono sciolte tutte le istituzioni di governo autonomo di Barcellona e della Catalogna e fu proibito l’uso pubblico della lingua catalana.

Fu durante gli anni della dittatura, nel 1929, che si tenne la seconda Esposizione Universale, in occasione della quale fu attuata per la prima volta una politica di promozione turistica della città.

57 Miguel Primo de Rivera (Jerez de la Frontera, 1870 – Parigi, 1930) fu un militare e politico

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Quando, nel 1930, Primo de Rivera abbandonò il potere, ci fu un tentativo di restaurare il precedente sistema costituzionale, che culminò nella proclamazione della cosiddetta ‘Seconda Repubblica’. Durante questo periodo Barcellona divenne la capitale politica della Catalogna e raggiunse circa un milione di abitanti.

Già nel 1936 però la nuova situazione di stabilità venne meno, con lo scoppio della Guerra Civile Spagnola, che vide contrapposti i nazionalisti, autori del colpo di stato ai danni della Repubblica, e i repubblicani del Fronte Popolare, fedeli al governo repubblicano. Barcellona fu, durante la guerra, uno dei principali campi di battaglia, fu duramente colpita dai bombardamenti e dalla fame e dovette accogliere circa un milione di rifugiati. La Repubblica, prima di essere definitivamente sconfitta, stabilì nel 1937 la propria capitale a Barcellona ma, nel gennaio 1939 la città fu occupata dalle truppe di Francisco Franco58.

Sotto la dittatura franchista Barcellona conobbe un periodo di forte repressione, politica, sociale e culturale. D’altra parte, però, ci fu anche un rinnovamento urbanistico, con la realizzazione di progetti nuovi, ma anche di progetti precedenti alla guerra che furono più semplici da realizzare a causa delle devastazioni portate dai bombardamenti. In questo periodo fu anche sede di un importante evento internazionale: il XXXV Congresso Eucaristico Internazionale del 1952.

Durante gli anni ’60 Barcellona fu il principale centro economico spagnolo e, nello stesso tempo, uno dei principali nuclei del movimento antifranchista. Fu anche per questo che negli anni ’70 la città si trasformò in uno degli scenari principali della transizione democratica.

Franco morì nel 1975, ma la dittatura non finì subito con la sua morte. Nel 1976 a Barcellona si tennero manifestazioni per la libertà e per l’autonomia che furono però duramente represse dalla polizia di regime.

58

Francisco Franco (Ferro, 1892 – Madrid, 1975) fu un generale e politico spagnolo; instaurò la dittatura in Spagna che durò dal 1939 fino alla sua morte

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Nel 1977, l’11 settembre, in occasione della Festa Nazionale della Catalogna, circa un milione di persone scesero nelle strade in opposizione alla dittatura.

Nel 1978, con la nuova Costituzione, furono concessi ampli margini di autonomia alle regioni e l’anno successivo fu approvato dal re Juan Carlos II lo Statuto di Autonomia per la Catalogna.

Nel 1979 si celebrarono le prime elezioni comunali e furono ristabilite le istituzioni democratiche. Da questo momento iniziò un periodo di trasformazione urbana, caratterizzato dal dialogo tra settore pubblico e privato e dalla partecipazione della cittadinanza.

Il culmine di questa fase di riorganizzazione urbanistica si ebbe con l’organizzazione delle Olimpiadi del 1992.

Nel 2004 si celebrò a Barcellona la prima edizione del Forum Internazionale delle Culture, che comportò una nuova trasformazione urbanistica.

Novità in campo urbanistico si ebbero anche con la costruzione della Rambla

del Raval, il prolungamento fino al mare della Avenida Diagonal, e la

costruzione della Torre Agbar, che è diventata uno dei simboli della Barcellona del futuro.

A partire dal 2008 Barcellona è diventata la sede dell’Unione per il Mediterraneo, un’organizzazione internazionale che riunisce 43 paesi (tutti quelli aderenti all’Unione Europea e tutti gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo) con l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo.

Negli ultimi anni è stato dato sempre maggior impulso al turismo, che si è trasformato in uno dei settori economici più redditizi per la città.

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2. EVOLUZIONE DEL TURISMO A BARCELLONA 2.1. Dal prototurismo alle Esposizioni Universali

La Spagna non fu mai toccata dal fenomeno proto-turistico per eccellenza, il Grand Tour. Invece, nel XIX secolo, in ritardo rispetto al resto d’Europa, ci furono le prime manifestazioni della volontà di fare turismo da parte delle classi più agiate. Gli aristocratici, prima, e la ricca borghesia, poi, iniziarono a frequentare stazioni termali e balneari, seguendo l’esempio delle élites europee e i consigli della medicina igienista, che attribuiva l’origine di tutte le malattie alle cattive condizioni igieniche, e proponeva soluzioni per creare delle condizioni di vita più salubri. Il fenomeno fu comunque molto ristretto rispetto a quanto avveniva nel resto del Vecchio Continente, circoscritto ad un turismo prevalentemente domestico e concentrato sulle coste settentrionali della Penisola, in località come San Sebastián e Santander. Gli stabilimenti spagnoli, sebbene alcuni imitassero quelli di località come Spa e Vichy, non arrivarono mai ad offrire la stessa quantità e qualità di servizi e divertimenti disponibili negli altri Paesi.

In Catalogna la situazione non si presentava diversa da quella del resto della Spagna: questa regione non era mai stata inclusa negli itinerari del Grand Tour, però anche qui si svilupparono stazioni termali e balneari; tuttavia queste ebbero una dimensione ancora più locale rispetto a quelle di San Sebastián e Santander. Queste stazioni per le acque termali o per i bagni di mare si svilupparono nella piana di Barcellona in seguito e in modo complementare allo sviluppo, favorito dal paradigma igienista, di seconde case estive per allontanarsi dalle città insalubri.

La regione, nel XVIII secolo, fu meta di alcuni scienziati illuministi, che vi si recarono per intrattenere relazioni diplomatiche o per studiare l’economia e la società del luogo. Le più famose tra queste personalità, citate da Garay e Cànoves59, furono Antonio Ponz, Francisco de Zamora, Joseph Marshall, Philip Thicknesse, Henry Swinburn, Joseph Townsed e Arthur Young. Buona

59 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

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parte di questi scienziati, durante la loro permanenza in Catalogna, visitarono Barcellona e riportarono nei loro scritti osservazioni oggettive e impressioni personali sulla città.

Antonio Ponz, osservò come Barcellona fosse la città che più contraddiceva le opinioni riportate da alcuni autori stranieri riguardo alla Spagna, che veniva spesso descritta come un paese i cui abitanti erano caratterizzati da pigrizia, negligenza, trascuratezza e mancanza di operosità.60 Inoltre, citando gli studi di Francisco de Zamora, la descrisse come una città in fermento, che stava vivendo un momento di straordinaria crescita demografica. Annotò infatti come la città, che nel 1715 contava 37.000 abitanti, avesse raggiunto una popolazione di 53.000 persone nel 1769, e di ben 111.410 al momento della redazione del resoconto in questione, nel 1788. Fece inoltre notare come alla crescita demografica si fosse accompagnata una proporzionale espansione in campo edilizio, che aveva generato notevoli entrate.61

Thicknesse invece, ammirò la struttura della città, la cittadella militare e il castello di Montjuïc. Descrisse Barcellona come una città grande e ben fortificata, che si estendeva in una larga pianura ed era circondata da un sistema di colline disposte a semicerchio che creavano un paesaggio molto piacevole da osservare. Sostenne che la città fosse generalmente ben costruita, anche se non c’erano edifici di spicco dal punto di vista architettonico. Inoltre, sebbene notasse la carenza di particolari emergenze artistiche o culturali, lodò l’abbondanza e la bellezza della vegetazione in ogni periodo dell’anno e la qualità delle strade di accesso. Confrontò altresì l’indole laboriosa dei barcellonesi con quella pigra e svogliata degli abitanti delle altre provincie spagnole. Infine, analizzò l’offerta ricettiva della città, notando la scarsa qualità del cibo del servizio, ed i prezzi troppo elevati.62 Per quasi tutti gli studiosi illuministi, e anche per i romantici che arrivarono dopo di loro, la Catalogna era una terra di passaggio, per raggiungere la ‘vera Spagna’, rappresentata nell’immaginario collettivo dall’Andalusia.

60

Ponz A., Viage de España..., vol 14, Trata de Cataluña, Madrid, Viuda de Ibarra, 1788, p.6

61

Ponz, Viage de España (cit. nota 60), pp. 8-9

62 Thicknesse P., A year’s journey through France, and a part of Spain, vol 1, London, W.

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Nessuno di loro manca di far notare le differenze tra questa regione e le altre della penisola, e tra la popolazione locale e il resto degli Spagnoli.

Nella II metà del XIX secolo s’iniziò anche sviluppare un turismo giornaliero, e dei fine settimana, proveniente dalle città industriali come Barcellona e Sabadell e diretto verso le località balneari e rurali.

Il XIX secolo segnò però anche una prima fase del turismo urbano a Barcellona, favorito dai viaggi dei romantici, dallo sviluppo di un’embrionale offerta turistica ed infine da un primo interessamento al tema da parte del Comune, che organizzò l’Esposizione Universale del 1888. Lo scopo dell’Esposizione era quello di promuovere la città e di farla rientrare per la prima volta nel panorama delle principali destinazioni europee63. L’attrattività della città, per i romantici, stava nell’unicità del centro storico medievale; più tardi, dopo la costruzione dell’Eixample, i turisti invece furono attratti dall’idea di vedere come la città si fosse espansa, e quali fossero stati i cambiamenti dovuti all’Esposizione del 1888. È in questo periodo che a Barcellona il fenomeno turistico inizia ad assumere i caratteri del turismo moderno.

Successivamente all’Esposizione del 1888, la borghesia e l’aristocrazia barcellonese iniziarono ad interessarsi al turismo e per questo vennero messe in atto diverse iniziative, come la fondazione della ‘Societat d’Attracció

de Forasters’, dedicata alla promozione della Catalogna e del suo

patrimonio, e di ‘Barcelona Attracció’, la prima rivista periodica spagnola sul tema del turismo, e l’organizzazione dei primi congressi e conferenze sul turismo64.

L’Esposizione Universale del 1929 servì a rafforzare l’immagine di Barcellona, oltre che a svilupparne il rinnovamento urbanistico, le infrastrutture e la monumentalizzazione65. Fu in questa occasione che, al lavoro delle organizzazioni non governative, si affiancò quello della pubblica

63 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

Experience” (cit. nota 59), p. 658

64 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

Experience” (cit. nota 59), p. 660

65 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

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amministrazione nello sforzo di promuovere la città. Inoltre fu in questi anni che l’offerta turistica iniziò ad essere più ampia e strutturata.

Secondo Smith66, Barcellona ha sempre ambito ad essere riconosciuta come una capitale e per questo, nel periodo precedente e contestuale alle due Esposizioni Universali, si è dotata di monumenti che la facessero assomigliare alle altre capitali del XIX secolo. Questa monumentalizzazione della città fu molto utile per la promozione della stessa come destinazione turistica. Fu in occasione dell’Esposizione del 1888, inoltre, che venne messa in atto per la prima volta una campagna di promozione della città, con immagini pubblicate sui giornali di tutta Europa e poster dell’evento in tutte le stazioni ferroviarie. Anche la seconda Esposizione portò all’urbanizzazione di nuove aree e alla costruzione di monumenti e simboli, però questa volta la volontà non era quella di presentare la città come capitale della Catalogna, ma di mostrare la coesione dello Stato Spagnolo.

2.2. Il turismo di massa

I problemi sociali e politici, la Guerra Civile Spagnola e, successivamente, la Seconda Guerra Mondiale, interruppero bruscamente il turismo catalano, ma anche europeo67. Il turismo europeo ricominciò a partire dagli anni ’50. La Spagna, invece, entrò in ritardo a far parte dei Paesi attrattivi per il turismo internazionale, anche a causa delle politiche autarchiche del Generale Franco, che andarono avanti per tutti gli anni ’50. Dagli anni ’60 in poi, però, è sempre stata tra i primi cinque Paesi leader nel ranking mondiale delle destinazioni turistiche. Lo sviluppo, in questi anni, fu dovuto anche alla nuova politica del governo di Franco, improntata, in ambito turistico, al ‘laissez

faire’, che permise anche investimenti speculativi68.

66 Smith A., “Monumentality in ‘capital’ cities and its implications for Tourism Marketing: the

case of Barcelona”, in Journal of Travel & Tourism Marketing, vol 22, n. 3/4 (2007): pp. 79 - 93

67 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

Experience” (cit. nota 59), p. 661

68 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

(31)

La prima colonizzazione turistica in Spagna era situata lungo le coste del Mediterraneo. In particolare in Catalogna si svilupparono la Costa Brava e la

Costa Dorada. La tipologia di turismo preferita dai turisti in visita sulle coste

spagnole era quella tipica del turismo di massa, ovvero il cosiddetto turismo delle ‘quattro esse’ (sun, sea, sand and sex). Le coste spagnole, e anche quelle catalane, furono una delle destinazioni preferite da parte dei turisti del nord Europa negli anni ’60 e ’70, grazie al clima mite, ai prezzi molto contenuti, ai meravigliosi paesaggi e agli hotel edificati direttamente sulla spiaggia. Questo fenomeno, da una parte, si trasformò nel motore dello sviluppo economico spagnolo e catalano, dall’altra causò però molti problemi di tipo ambientale e sociale69.

La situazione a Barcellona invece si presentava diversamente, in quanto la città non è mai stata una destinazione del turismo balneare, anche se negli anni ’60 e ’70 c’erano turisti balneari che vi si recavano per gite giornaliere. Il turismo in città era in gran parte turismo di affari, e Barcellona ospitava congressi e conferenze. Uno degli eventi più importanti ospitati dalla città fu il Congresso Eucaristico Internazionale del 1952. In questa occasione furono attuati piani di rinnovamento urbanistico e di promozione territoriale e fu costruito l’aeroporto de El Prat. Fino a quel momento infatti a Barcellona esisteva un piccolo aerodromo, ma non un aeroporto.

Il patrimonio culturale di Barcellona in questo periodo era scarsamente conosciuto e non veniva promosso adeguatamente.

Nel 1978, con l’emanazione della Costituzione Spagnola, nacquero le Comunità Autonome, tra le quali c’era anche quella della Catalogna, e iniziò un processo di decentramento amministrativo. Nel 1979 la Generalitat de

Catalunya, acquisì competenza esclusiva in materia turistica. Nello stesso

anno si cominciò una promozione della città attraverso specifiche campagne di marketing; in particolare venne promossa Barcellona come destinazione per i fine settimana, sia a livello nazionale che internazionale.

69

Jiménez S. & Prats L., “El turismo en Cataluña: evolución histórica y retos de futuro”, in Pasos – Revista de Turismo y Patrimonio Cultural, vol 4, n, 1 (2006): pp. 153-174

(32)

2.3. Dagli anni Ottanta al 2010

Il turismo a Barcellona comincia ad essere una realtà dalla metà degli anni ’8070. Questo è dovuto in gran parte all’ammissione della Spagna nella

Comunità Economica Europea, nel 1986, e all’organizzazione dei Giochi Olimpici del 199271. Le prime azioni turistiche rilevanti cominciarono ad essere messe in opera in seguito ai Mondiali di Calcio del 1982. In questa occasione molte partite, e in particolare la prima, furono giocate a Barcellona. Seguendo l’onda della popolarità che derivò da questo evento, il Comune di Barcellona, insieme al Patronato del Turismo (creato nel 1981), promosse la città sulla stampa internazionale, focalizzandosi in particolare sul turismo di qualità. Nel 1985 venne poi introdotto un servizio di informatori turistici organizzato dal Patronato e il Comune lanciò una campagna di promozione internazionale con lo slogan: «Barcellona, la grande terrazza d’Europa». In questi anni, inoltre, la candidatura per diventare sede delle Olimpiadi del 1992 fece sì che le campagne promozionali aumentassero esponenzialmente. Questo incremento nella promozione turistica continuò e si intensificò dopo la nomina a sede delle Olimpiadi72.

Barcellona, che durante il franchismo non era stata una destinazione turistica, tranne che per il turismo di affari e per i partecipanti a fiere e congressi, cambiò completamente la sua situazione con i Giochi Olimpici del 1992. La città subì trasformazioni urbanistiche, si aprì verso il mare, interi quartieri furono rinnovati e rivalorizzati, vennero commissionate nuove opere agli architetti più in voga al momento e vennero recuperate le opere di Gaudí, rendendo la città un museo all’aria aperta73

.

Gli effetti delle Olimpiadi del 1992 sul turismo a Barcellona sono efficacemente descritti da Josep Miquel Abad, che spiegò come Barcellona,

70 Palou Rubio S., “La ciudad fingida. Representaciones y memorias de la Barcelona

turistica”, in Pasos – Revista de Turismo y Patrimonio Cultural, vol 4, n, 1 (2006): p. 14

71 Garay L. & Cànoves G., “Life cycles, stages and tourism history. The Catalonia (Spain)

Experience” (cit. nota 59), p. 664

72 López Palomeque F., “La estrategia del turismo metropolitan: el caso de Barcelona”, in

Estudios Turisticos, n. 126 (1995): pp. 119-141

73 Jiménez S. & Prats L., “El turismo en Cataluña: evolución histórica y retos de futuro” (cit.

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