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Football Hooliganism: un profilo storico

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DI PISA

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Corso di Laurea Specialistica in Storia e Civiltà

Tesi di Laurea in Storia Contemporanea

Football Hooliganism: un profilo storico

Relatore: Prof. Gianluca Fulvetti

Correlatore: Prof. Arturo Marzano

Candidato: Dott. Nicola Vannucci

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Football Hooliganism. Un profilo storico

INDICE

INTRODUZIONE pag. 4

CAPITOLO 1 - Nascita del movimento calcio in Inghilterra pag. 11

o L’età vittoriana: contesto storico sociale pag. 11 o Breve storia del calcio inglese e la sua evoluzione pag. 14 nel XIX secolo-1950

CAPITOLO 2 - L’INGHILTERRA TRA ANNI 60-90 pag. 38

o Gli anni ’60 pag. 38 o Gli anni ’70 pag. 47 o Gli anni della Thatcher (1979-1992) pag. 55

CAPITOLO 3 - FOOTBALL HOOLIGANISM pag. 80

o Football Hooliganism definition pag. 80 o Primi disordini allo stadio e prodomi di Football Hooliganism pag. 85

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3 o Football Hooliganism 1946-1969 pag. 99 o Football Hooliganism 1970/1990 pag. 99 o Politiche contro il football hooliganism pag. 139

CAPITOLO 4 - ULTRAS: IL CASO ITALIANO pag. 154

O Storia del movimento pag. 154 O Politiche contro gli ultras pag. 185

CONCLUSIONE pag. 196

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Introduzione:

Who are the football hooligans and why do they behave as they do? An examination of some popular and academic explanations of the phenomenon of football hooliganism in Britain will start to shed light on these issues. In Britain, five main popular explanations of football hooliganism have been proposed, each of them espoused by the media, politicians and members of the general public. These explanations – some of them at least partly contradicting the others – are that football hooliganism is ‘caused’ by: excessive alcohol consumption; violent incidents on the field of play or biased and incompetent refereeing; unemployment; affluence; and ‘permissiveness’. Available evidence does not show that any of these factors plays any deeper, more enduring part in generating football hooliganism. This does not mean, of course, that they cannot be an element in a more complex explanation.1

È possibile che vi sia un collegamento tra il fenomeno degli hooligans all’apice della loro storia e le crisi socio-politiche ed economiche che attraversarono la Gran Bretagna, e in particolare l’Inghilterra nei medesimi anni, ovvero tra la fine degli anni ’60 e l’inizio di ’90? Questo domanda me la sono posta quando, dopo l’ennesimo caso di disordini provocati in Italia dagli Ultras, si è invocato il modello inglese come soluzione per risolvere il problema, con un forte richiamo alle politiche adottate dall’ex Premier Margareth Thatcher2. È stato proprio questo richiamo quasi ossessivo, da parte dei giornalisti e politici italiani, ai metodi duri della Lady di Ferro a far sorgere in me questo quesito. Dai miei precedenti studi infatti sapevo che quelli erano stati decenni di

1 Eric Dunning, Patrick Murphy e Ivan Waddington, Towards a sociological understanding of football

hooliganism as a world phenomenon, in Eric Dunning, Patrick Murphy, Ivan Waddington e Antonios E.

Astrinakis, Fighting Fans, Football Hooliganism as a World Phenomenon, University College Dublin Press, Dublino, 2002, p.11

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5 importanti trasformazioni sociali nel Regno Unito ma non gli avevo mai collegato i due fenomeni. Per questo, parlando con il relatore della mia tesi di triennale, il professor Gianluca Fulvetti, abbiamo deciso di proseguire sul solco del rapporto tra calcio e storia politica-sociale. Il mio elaborato di tesi triennale infatti era inerente un episodio di sollevazione popolare, durato 3 giorni, a Viareggio nel 1920. Il casus belli fu un derby calcistico tra la formazione locale e la rappresentativa di Lucca, alla fine del quale i viareggini accusarono l’arbitro di aver favorito la Lucchese e da lì scoppiò una rissa che provocò la morte del guardalinee di Viareggio Augusto Morganti a causa di un colpo di pistola sparato dal carabiniere Cesare De Carli. La notizia della morte fece il giro della città in poco tempo e questo portò alla sollevazione popolare, in un contesto di grandi tensioni politiche ed economiche a livello nazionale. La rivolta infatti si inserisce nel periodo del biennio rosso e alle soglie della nascita del fascismo. Per migliorare le mie conoscenze riguardanti il football hooliganism, ho effettuato un tirocinio per tesi (traineeship), tramite il programma Erasmus +, presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Leicester in Inghilterra. Il mio supervisore è stato il Senior Lecture John Williams, uno dei sociologi più importanti del Regno Unito nel settore degli studi sul calcio. Durante il soggiorno presso la struttura inglese, ho fatto ricerche su libri e articoli, sia in formato cartaceo che digitale, presenti presso la biblioteca della Leicester University. Il professor John Williams mi ha fornito molte interessanti e nuove informazioni sul football hooliganism in Inghilterra e mostrato un approccio metodologico diverso sull'argomento, ovvero quello sociologico. Il Dipartimento di sociologia di Leicester è stato, ed è tutt’ora, uno dei centri di ricerca più importanti in

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6 Inghilterra, e non solo, riguardanti il football hooliganism tanto da essere conosciuti come la Leicester School3 e come ci ricorda Shaun Best4 in un articolo a loro dedicato

I selected The Leicester School because their approach is generally well respected, both theoretically and empirically, and in terms of the relationship between theory and data collection. As Bairner explains, the School ‘has made an important contribution at every one of these levels to the analysis of the English hooligan phenomenon’. Moreover, King goes further and argues that the Leicester School’s research is ‘exemplary’ because of ‘an awareness of sociological theory and procedure’.As Bairner suggests: it is hard to imagine any academic researcher in this area simply ignoring what Dunning and his colleagues have written over the course of the past 20 plus years. Indeed it is worth noting that even some of the hooligans themselves have come to recognize the Leicester School as a voice of some considerable authority.5

Anche se il mio punto di vista era / è prevalentemente un punto di vista storico, la prospettiva di studio che ho incontrato in Inghilterra mi ha permesso di allargare gli orizzonti del fenomeno studiato con temi e problematiche che mi hanno dato la possibilità di inquadrare il Football hooliganism in una cornice dove erano presenti e delineate le modalità di comportamento dei “tifosi” e anche le loro cause di varia natura, che vanno dalla crisi economica, alla crisi d’identità e alla ricerca di un modo alternativo di affrontare i problemi della società inglese del loro periodo. Ho trovato quindi, molto utile e per me positivo, il connubio delle due prospettive, storica e sociologica, per delineare

3 Tra gli esponenti più importanti possiamo annoverare oltre al professor John Williams, i professori Eric

Dunning, Patrick Murphy e Ivan Waddington, tra i loro più importanti saggi possiamo citare “The Roots

of football hooliganism, Football on Trial, Hooligans Abroad, Fighting fans.

4 Shaun Best è Senior Lecter presso The University of Winchester, in Education Studies. 5 Shaun Best, The Leicester School of Football Hooliganism: an evaluation, Soccer & Society

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7 la narrazione della mia tesi. La sociologia si è dimostrata una materia molto utile per lo studio e l’analisi del Football Hooliganism in quanto ci permette di capire e comprendere quanto il calcio fosse, ed è ancora, prepotentemente radicato ed importante nella nostra società. In particolare, la sociologia ha approfondito lo studio di gruppi, di varia natura, all’interno dei quali interagiscono gli individui. Un famoso sociologo americano, Neil J. Smelser6, nel suo classico manuale, ci aiuta ad inquadrare il problema

[…] un gruppo è costituito da varie persone che interagiscono secondo determinati modelli, che provano sentimenti di appartenenza nei confronti del gruppo e che vengono considerati parte del gruppo dagli altri esponenti.7

Continuando il discorso, Smelser, individua due caratteristiche dei gruppi

La prima caratteristica fondamentale del gruppo è l’interazione dei modelli che ha luogo tra i componenti: i membri […] sono sempre insieme, programmano le loro attività insieme e spesso in segreto, sono pronti a proteggersi l’un l’altro, se attaccati, e via di seguito. […] . La seconda caratteristica fondamentale dei gruppi è il senso di appartenenza. […] l’appartenenza ad una banda è spesso indicata simbolicamente da un segno esterno, come un anello all’orecchio, o un fazzoletto di un certo colore, e dai membri ci si aspetta che abbiano profondi sentimenti di lealtà neri confronti del gruppo e di profondo odio nei confronti delle altre bande.8

6 Neil Joseph Smelser (29/07/1930 –2/10/2017) è stato un’importante sociologo americano e professore

emerito di sociologia presso l’Università della California.

7 Neil Joseph Smelser, Manuale di sociologia, Società editrice il Mulino, Bologna, 2000, p. 133 8 Ivi

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8 I sociologi, nello specifico del nostro argomento, studiano le motivazioni di carattere sociale, ovvero i legami con movimenti di subcultura9 tipo i teddy boys e altri movimenti simili e il fatto che i giovani si sentissero esclusi da una società che passava dal fordismo al settore terziario, che richiedeva personale con qualifiche professionali sempre più specializzate. La mancanza di queste ha fatto sì che moltissimi giovani fossero attratti dal mondo hooligans e dal teppismo che da esso derivava. Nel tentativo di dimostrare la mia tesi ho suddiviso l’elaborato della mia tesi in cinque capitoli. Il primo capitolo è un breve focus sulla situazione del Regno Unito a cavallo tra il XIX secolo e il XX secolo, utile per inquadrare il clima dentro il quale nasce il movimento calcistico inglese. Il secondo capitolo è una breve analisi socio-politico-economica della Gran Bretagna dei due decenni da noi presi in considerazione ovvero tra 1970 e 1990. Nel Regno Unito in questo lasso temporale avvenne una vera e propria trasformazione nel Paese che lo porterà da essere una potenza economica basata sul settore secondario ad una basata sul terziario con tutto quello che ne concerne dal punto di vista sociale, ovvero ingenti perdite di posti di lavoro nei vecchi settori chiave, in particolare nel settore minerario, che saranno alla base di uno dei più grandi scioperi della storia della Gran Bretagna. Questo sciopero vide contrapposti i lavoratori del carbone, appoggiati dal loro potente sindacato contro il governo conservatore di allora presieduto da Margareth Thatcher, che riuscì ad ottenere una importante vittoria, ridimensionando da quel momento il potere contrattuale delle Trade Unions (la lega dei sindacati inglesi). Il terzo capitolo è quello centrale per la mia tesi poiché vi analizzo l’evolversi del movimento hooligan, con un piccolo focus sulla presenza di episodi di violenza legata al mondo del calcio precedenti agli anni da me

9 In tutte le società sono presenti in gran numero sottogruppi con valori culturali e tradizioni diversi. Un

insieme di norme e di valori che distinguono un gruppo da una società più ampia è noto come subcultura. In Smelser, Manuale di sociologia, cit., p. 57

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9 analizzati. In questo capitolo noteremo come il suddetto movimento vedrà aumentare sempre di più la violenza praticata fino ad essere causa di immani tragedie (le 39 persone decedute prima della finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool nel 1985 all’Heysel ne sono un triste esempio). osserveremo inoltre come questa violenza sempre più marcata sarà usata soprattutto dai giovani (infatti quasi tutto il movimento è formato da giovani e giovanissimi) cercherà di affermarsi nella società o di sfogare le proprie delusioni, frustrazioni e paure negli episodi di teppismo che caratterizzarono gli hooligans. Il quarto capitolo, nella sua brevità, ci è utile per analizzare il modus operandi con il quale il governo, ma soprattutto la società inglese, hanno affrontato e sostanzialmente vinto la loro battaglia con il football hooliganism. Per individuare meglio gli orientamenti normativi e le indicazioni delle soluzioni proposte dalle politiche pubbliche nel settore del calcio, saranno analizzati brevemente alcuni rapporti e leggi approvate fino al 2000. L’ultimo capitolo invece sarà inerente il caso degli ultra in Italia così da porlo in confronto con il caso inglese, cercando di comprendere il perché uno si possa considerare come un’esperienza chiusa (hooligans) e l’altro sia tutt’ora presente e come questo sia stato possibile. Faremo anche una brevissima analisi della legislazione italiana nei confronti degli ultras. Per la stesura del mio lavoro mi sono avvalso di diverse tipologie di fonti: quelle primarie come leggi o rapporti di studio commissionati da vari Ministeri o autobiografie di ex hooligans, secondarie come saggi o manuali. Ho consultato inoltre gli archivi digitali di due dei più importanti giornali italiani, La Stampa e la Repubblica, oltre che di altri siti web. Essendo la tesi concentrata principalmente su fatti avvenuti nel Regno Unito, la maggior parte della mia mia bibliografia è in lingua inglese. Una mancanza che ho riscontrato durante il mio lavoro è l’assenza di testi di storici del calcio o del fenomeno degli hooligans. Infatti, quei pochi saggi di natura storica

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10 trovati sono ad opera di storici che non si occupano principalmente di questo settore, ma che vi hanno scritto per passione personale. Altra difficoltà incontrata nella realizzazione di questa tesi è la scarsa, se non inesistente, esistenza di fonti, specialmente saggi o articoli accademici, che trattano l’iter politico- amministrativo che le varie leggi o relazioni hanno avuto nei parlamenti prima di essere approvati. Le fonti analizzate, infatti, si concentrano maggiormente sugli aspetti sociali e giudiziari che questi provvedimenti hanno avuto ma non si occupano di come questi siano stati dibattuti o di quali posizioni siano state prese dai partiti, senza riuscire quindi a cogliere pienamente il clima politico che ha portato a tale decisioni. Ricordiamo infatti, che è nel procedimento legislativo, cioè nella formazione delle leggi, soprattutto nelle commissioni parlamentari, che si manifestano le posizioni, le richieste dei vari soggetti interessati (ad esempio le società di calcio, la federazione, le forze dell’ordine, tifosi più o meno organizzati) attraverso l’esposizione delle loro istanze e l’attività (più o meno trasparente) di lobbying. L’unica notizia trovata riguarda un commento espresso dalla Thatcher, riguardante alcune conclusioni del Taylor Interim Report10. Secondo la Lady di ferro bisognava dar risalto alla parte in cui si incolpava gli hooligans e tralasciare quella in cui si faceva riferimento a strutture fatiscenti ed errori commessi dalle forze dell’ordine. La tesi è inoltre corredata da un’appendice, pubblicata in un tomo a parte, comprensiva di normativa inglese, comunitaria e italiana più altre tipologie di documentazione trattate nell’elaborato.

10 Il Taylor Interim Report è un rapporto commissionato dal Secretary of State for the Home

Department, dopo la tragedia avvenuta presso lo stadio di Hillsborough il 15/04/1989 dove persero la vita 96 persone. Questo avvenimento sarà trattato nel capitolo 3. In appendice sarà possibile trovare il testo completo del rapporto.

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CAPITOLO 1

Nascita del movimento calcio in Inghilterra

L’età vittoriana: contesto storico sociale

Per epoca vittoriana si intende il lungo periodo della storia inglese in cui regnò la Regina Vittoria, dal 20 giugno 1837 fino alla sua morte il 22 gennaio 1901. L’epoca Vittoriana viene ricordata come un periodo di pace, prosperità, stabilità economica ed espansione commerciale e coloniale. Altra caratteristica era rappresentata da grandi e profondi cambiamenti sociali e politici. L’età vittoriana è altresì associata all’idea di una società puritana. Il Regno Unito in questo periodo storico era la più grande potenza mondiale dal punto di vista militare, economico e commerciale. La sua flotta mercantile era pari alla metà di quelle di tutti gli altri paesi europei, era il più grande produttore di carbone e ferro a livello mondiale ed era il punto di riferimento finanziario globale. Inoltre dal punto di vista politico istituzionale poteva contare su una stabilità oramai secolare che in questo momento storico si stava evolvendo in senso liberale in ogni suo aspetto: sono questi gli anni in cui in tutta Europa e specialmente in Gran Bretagna, il movimento operaio inizia a prendere coscienza di sé e a lottare per i propri diritti. In Inghilterra nacque il cartismo, un movimento di operai inglesi che redassero un testo, la Carta del Popolo, da cui prese appunto il nome. Essi chiedevano una riforma del sistema rappresentativo ed elettorale in maniera così da essere più equo e rappresentare veramente la voce dei cittadini.11 La loro

11 Alberto Mario Banti, L’età contemporanea, Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo, Gius.

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12 petizione fu sottoposta due volte al voto della Camera, 1839 e 1842, ma entrambe le volte fu bocciata. Allora il movimento provò con azioni di forza. Ma senza successo. , in quanto

[…] il dominio delle classi dirigenti in Inghilterra era troppo forte, e il movimento si esaurì in un decennio, fino alla sua ultima fiammata del 1848, determinando così una sconfitta politica che paradossalmente avrebbe tagliato fuori la classe operaia inglese, la prima e la più importante del mondo, dalla nascita del movimento socialista.12

Dal punto di vista politico, l’età Vittoriana vide come protagonisti principali William Ewart Gladstone, prima tra i conservatori e poi, dopo la scissione, leader dei liberali, e Benjamin Disraeli, leader dei conservatori, e molto gradito alla regina Vittoria. Tra il 1848 e il 1866 a governare furono in maniera quasi ininterrotta i liberali, che trasformarono sempre di più il sistema politico istituzionale inglese in un sistema parlamentare, dove la vita dei governi dipendeva dalla fiducia delle camere. Queste erano la Camera alta, o dei Lords che quindi era accessibile solo agli aristocratici, e la Camera bassa o camera dei Comuni. Anche qui però erano pochissimi a potervi accedere e il numero degli elettori era ristretto poiché la legge elettorale vigente prevedeva un suffragio su base censitaria elevata. Nel 1866 il governo Gladstone cadde su una riforma elettorale non approvata. Il governo successivo, presieduto da Disraeli riuscì nel 1867 a varare una riforma elettorale (Reform Act) che alzava la percentuale degli aventi diritto al voto dal 4% all’8% della popolazione maschile (quasi un milione di persone in più). Nel 1868 tornò al potere Gladstone, che rimase in carica fino al 1874. In questo lasso di tempo varò

12 Paolo Viola, Storia moderna e contemporanea, vol. III, L’Ottocento, Giulio Einaudi editore S.p.A., Bari,

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13 importanti riforme. Una delle più importanti fu quella scolastica (Education Act) con la quale furono istituite le scuole elementari pubbliche, che dal 1876 saranno obbligatorie fino all’età di 10 anni. Inoltre bandì per legge la compravendita dei gradi all’interno dell’esercito e nel 1872 rese il voto nei seggi elettorali segreto, nel tentativo di eliminare il pilotaggio delle elezioni. Nel 1874 tornò al potere Disraeli che cercò di consolidare i possedimenti coloniali ad oriente, facendo proclamare la regina Vittoria imperatrice dell’India. Continuò anche lui con un’azione di politica sociale rivolta alle classi meno abbienti, come eliminare molte restrizioni agli scioperi che stavano rendendo ancor più ostico duro il lavoro per le Trade Unions. 13 Nel 1880 tornò al governo Gladstone che fece approvare nel 1884 una nuova riforma elettorale che ampliò nuovamente la base degli aventi diritto al voto. Gladstone dovette affrontare anche la questione riguardante l’Irlanda che cercò di risolvere tramite l’Home Rule, ovvero concedendo al territorio irlandese una sorta di autogoverno. Il progetto fallì a causa del voto contrario dei conservatori e della scissione all’interno del partito liberale, capeggiata da Chamberlain con il suo movimenti degli unionisti.

Tra il 1897 e il 1905 furono varate leggi che stabilivano la responsabilità degli

imprenditori in materia di infortuni sul lavoro, aumentavano i finanziamenti per le scuole

elementari e medie e prevedevano alcune misure atte a favorire il collocamento dei

lavoratori disoccupati.14

13 Giovanni Sabbatucci, Vittorio Vidotto, Il mondo contemporaneo, Dal 1848 a oggi, Gius. Laterza & Figli

Spa, Bari, 2008, p. 87

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14 Questo periodo di siffatti cambiamenti politici e sociali è ricordato anche come età puritana: la donna era considerata come un essere puro che doveva pensare esclusivamente ai compiti casalinghi e alla riproduzione. Infatti le donne non lavoravano, non avevano diritto al voto né alla proprietà. La dote, infatti, una volta sposati, restava al marito anche in caso di divorzio e nei casi in cui la donna fosse stata una lavoratrice lo stipendio ricevuto era anch’esso di proprietà del marito, come a lui solo spettava la patria podestà sui figli. La stessa regina Vittoria fu un esempio di questa concezione di donna: madre di 9 figli, delegò molte volte i suoi impegni istituzionali al marito fino alla morte di questo, avvenuta nel 1861, e anche dopo preferì la vita privata a quella pubblica, facendosi ritrarre spesso in atteggiamenti di semplicità familiare mentre svolgeva il suo ruolo di madre e moglie, come una normale buona donna inglese. La regina Vittoria dirà:

«di giorno in giorno mi convinco sempre di più che noi donne, se vogliamo essere brave, femminili, affabili e casalinghe, non siamo adatte a regnare.»15

Breve storia del calcio inglese e della sua evoluzione nel XIX secolo-1950

When did football in Britain begin? […] Determining a precise moment of origin for a sport such as football is a tricky, some would say futile, endeavour. […] In this case of association football, the foundation of the FA in 1863 serves as a convenient starting point but it is debatable whether it should be regarded as the date when a new game was created.16

15 Banti, L’età contemporanea, cit., p. 254

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15 Sin dal medioevo si sono praticati varie tipologie di sport nel Regno Unito che possono essere accostati al termine inglese Football. La parola in questi casi, però, non sta a significare il calcio come lo intendiamo noi oggi, ma sport nei quali era compreso l’utilizzo di un pallone. Esempi possono essere il Rugby, il calcio Australiano o Gaelico, o anche altri sport che adesso non sono più praticati.17

Il football cominciò a svilupparsi intorno alle Public School18, in quanto era visto come un modo per incoraggiare gli studenti dell’ultimo anno a prendersi delle responsabilità. Questi ragazzi erano considerati il futuro del paese e dovevano essere abituati al comando.19 Ad Eton, Westminster, Harrow, Shrewsbury, Winchester e Charterhouse, che sono alcune delle più importanti Public School dell’epoca, si hanno notizie di formazioni già nel periodo 1747-49.20 Un ruolo importante nella creazione di clubs lo ebbe anche la chiesa, sia quella anglicana che cattolica. Molte squadre infatti nacquero come squadre della chiesa locale, tra queste molte hanno fatto la storia del calcio inglese come nel caso Aston Villa, Fulham e Everton. Nel calcio scozzese la componete religiosa sarà alla base della divisione tra Glasgow Rangers (anglicani) e il Celtic (cattolica). Nonostante queste due siano le formazioni scozzesi più conosciute non furono le prime ad essere fondate. La prima squadra scozzese fu il Queen’s Park, fondata nel 1867 dai membri della Young Men’s Christian Association (YMCA). La prima squadra cattolica scozzese fu, invece, l’Hibernian fondata nel 1875 presso la chiesa di San Patrick a Edimburgo dalla CYMS, l’equivalente cattolica della YMCA. Molte squadre furono fondate anche dagli operai sui posti di lavoro (Arsenal e West Ham per esempio). Uno dei problemi principali di questo

17Ibid., p.19

18 Eric Dunning, The Development of Modern Football, in A.A.V.V., The sociology of sport, Frank Cass and

Company Limited, London, 1976, p. 134

19 Cfr Ibid, p. 141

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16 periodo fu che ogni scuola o città aveva regole diverse su come si dovesse giocare, anche regole molto diverse. Infatti fino a quel periodo non c’era stata una netta separazione col Rugby. In molti posti per esempio si poteva tenere la palla in mano e non si potevano fare passaggi in avanti. Queste diatribe portarono al primo tentativo di codificazione di leggi sul gioco del calcio, che venne realizzato a Cambridge nel 1848.

Purtroppo queste regole non sono pervenute fino a noi. La prima testimonianza scritta che ci è giunta è stata la modifica di queste regole avvenuta nel 1856. 21

I went up to Trinity College, Cambridge. In the following year an attempt was made to get up some football in preference to the hockey that was then in vogue. But the result was dire confusion, as every man played the rules he had been accustomed to at his public school. I remember how the Eton men howled at the Rugby men for handling the ball. So it was agreed that two men should be chosen to represent each of the public schools, and two who were not public school men, for the ‘Varsity. G. Salt and myself were chosen for the ‘Varsity. I wish I could remember the others. Burn of Rugby, was one; Whymper of Eton, I think, also. We were 14 in all I believe. Harrow and Eton, Rugby, Winchester and Shrewsbury were represented. We met in my rooms after Hall, which in those days was at 4.pm.; anticipating a long meeting, I cleared the tables and provided pens, ink and paper. Several asked me on coming in whether an exam was on! Every man brought a copy of his school rules, or knew them by heart, and our progress in framing new rules was slow. On several occasions Salt and I, being unprejudiced, carried or struck out a rule when the voting was equal. We broke up five minutes before midnight. The new rules were printed as the “Cambridge Rules”, copies were distributed and pasted up on Parker’s Piece, and very satisfactorily they worked, for it is right to add that they were loyally kept, and I never heard of any public school man who gave up playing from not liking the rules. […] Well Sir, years afterwards someone took these rules, still in force at Cambridge, and with a very few alterations they became the Association Rules22

21 Vd testo in appendice

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17 Come si evince dalla conclusione di questa lettera scritta da H.C Malden, che era uno dei firmatari, l’importanza giuridica di questo codice fu tale da essere ripresa nel 1863 quando venne costituita la Football Association. La Football Association (FA) fu fondata il 26 ottobre 1863 quando si riunirono a Londra 11 formazioni universitarie e scolastiche.

The clubs represented were: Barnes, War Office*, Crusaders, Forest (Leytonstone), No Names (Kilburn), Crystal Palace**, Blackheath, Kensington School, Perceval House (Blackheath), Surbiton, Blackheath Proprietory School and Charterhouse.

*Civil Service FC, who now play in the Southern Amateur League’s Senior Division One, are the only surviving club of the eleven who signed up to be FA members at that first meeting in 1863, when they were listed as the War Office. Civil Service FC are also celebrating their 150th anniversary in 2013.

**This club has no connection with the present Championship club 23

La Charterhouse mandò un delegato per osservare lo svolgimento ma non aderì all’associazione. Il Blackheat uscì poco dopo dalla FA, a causa di divergenze sul regolamento che le società si erano date e con altri club formarono nel 1871 la Rugby Football Union, che è tutt’ora la federazione inglese del rugby. Qui proponiamo una foto del Cambridge rules originale

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La creazione della prima associazione locale dopo quella di Londra di FA fu quella di Sheffield nel 1867. Bisogna aspettare invece una decina di anni e arrivare al 1875 per quella di Birmingham, che fu la seconda sezione locale. Questo lungo lasso di tempo fu causato dalla forte concorrenza del rugby e della non accettazione da parte di molti clubs delle regole redatte nel 1863. Ma nel giro di un decennio dalla fondazione della FA di Birmingham si ebbe una vera e propria esplosione di associazioni locali, Steffordshire nel 1877, Lancashire nel 1878, Liverpool e Nottinghamshire nel 1882, Berkshire nel 1878, Essex nel 1883 e Suffolk nel 1885 sono solo alcuni degli esempi di come nel giro di dieci anni tutta l’Inghilterra vide la nascita di sezioni locali della FA.

24https://en.wikipedia.org/wiki/The_Football_Association#/media/File:Original_laws_of_the_game_186

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19 During the 1870’s, the new models of football forged in the public schools ceased to be monopolised by the middle and upper classes. With the gradual shortening of working hours, members of the urban working classes, at first mainly in the North and Midlands, began to form clubs, too25.

Inoltre furono fondate sul modello della FA la Scottish Football Association (SFA) nel 1873 e la Football Association of Wales (FAW) nel 1876 e la Irish Football Association (IFA) nel 1880.26

Come accennato sopra, il calcio inglese è sempre stato in competizione con il rugby e fino al 1880 come riportato dal Times

The players of the Rugby Union game are probably twice as number as those of the Association27

Un momento decisivo per lo sviluppo della FA e della sua affermazione può essere trovato nella finale della FA Cup del 1883. Prima di parlare della partita e del perché fu così importante l’epilogo di quel match facciamo un piccolo excursus sulla nascita della FA Cup. Questa competizione, che tutt’ora si svolge e ne fa la competizione calcistica più antica del mondo, fu proposta dall’allora segretario del FA W.C Alcock il 20 luglio 1781 e accettata dalla commissione della federazione. Il torneo che partì nel novembre del medesimo anno vide al via la partecipazione di 15 clubs, 13 erano di Londra ad eccezione dell’Old Etonians e della Oxford University.

25 Dunning, The sociology of sport, cit., p. 147 26 Cfr. Taylor, The Association Game, cit., p.39 27 Russell, Football and the English, cit., p.18

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20 The rules of the new competition were subsequently drafted and the entries of these 15 clubs were accepted: Barnes, Civil Service, Crystal Palace, Clapham Rovers, Hitchin, Maidenhead, Marlow, Queen’s Park (Glasgow), Donington Grammar School (Spalding), Hampstead Heathens, Harrow Chequers, Reigate Priory, Royal Engineers, Upton Park and Wanderers.28

La finale ebbe luogo il 16 marzo 1872 ed a vincere furono i Wanderers col punteggio di 1-0 contro la Royal Engineers. L’anno seguente le squadre erano 37.

Riprendendo il discorso precedente nel 1883 si trovano ad affrontarsi in finale l’Old Etonians e il Blackburn Olympic. Le due compagine erano di estrazione sociale completamente diverse, infatti l’Old Etonians era una delle squadre storiche delle Public school inglesi, il Blackburn, invece, era una squadra di lavoratori. Il Blackburn già in semifinale aveva eliminato la Old Carthusians, altra storica squadra delle Public school. Questa partita fu definita uno scontro tra patrizi e plebei.29 La finale vide prevalere il Blackburn per 1-0. Un giornale locale, il Blackburn Times scrisse riguardo alla finale:

The meeting and vanquishing, in a most several trial of athletic skill, of a Club composed of sons of some of the families of the upper class in the Kingdom… as the Old Etonian Club is, by a Provincial Club compose entirely, we believe, of Lancashire Lads of the manual working-class, sons of small tradesmen, artizans, and operatives.30

28 http://www.thefa.com/about-football-association/what-we-do/history 29 Cfr Taylor, The Association Game, cit., p. 43

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21 La vittoria quindi dei Blackburn ha dunque un grosso valore simbolico e farà da traino allo sviluppo successivo del calcio.

In 1871 the F.A Cup, the first football competition to be operated on a national level, was founded. At first, the public school old boy clubs reigned supreme but in 1883, Blackburn Olympic, a team of Lancashire mill workers, defeated Old Etonians in the final by two goals to nil. This marked the end of the public schools and their old boys’ teams as significant agents in the game’s development. The transition to the modern situation where the game is dominated by professional clubs playing to vast paying audiences was soon to follow.31

Ma questa vittoria fu soprattutto importante perché il Blackburn ricevette un sostegno economico di 100 sterline, messo a disposizione da due tifosi della squadra, per preparare al meglio la coppa. In questo periodo bisogna ricordare che il football era ancora uno sport amatoriale, anche se questo non vuol dire che non ci fossero già stati dei contributi economici per le squadre.

There never was a “pure” amateur game in the sense that playing the game overrode all financial considerations […] The FA’s rule 16, introduced in 1882, allowed for the payment of expenses, including broken time payments, for those involved in FA Cup ties.32

31 Dunning, The sociology of sport, cit., pp. 147-148 32 Russell, Football and the English, cit., p.23

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22 Il conflitto tra pro-professionisti e pro-amatoriali fu un conflitto di classe e quindi anche geografico, in quanto le squadre intorno alla città di Londra o alle università furono a favore del gioco amatoriale, mentre invece quelle del nord, quindi club di città operaie, furono favorevoli al professionismo.

The problem with professionalism in football arose essentially from the offence that the development caused to those mainly upper-middle and upper-class individuals, especially those with public school educations, for whom the threat to the amateur game carried a social and political challenge as much as a sporting one.33

Con professionismo non si intende però solo giocatori che vengono pagati, sotto varie forme, per giocare ma si intende anche giocatori che fanno vita da atleti, dovendosi spostare per tutta l’Inghilterra in vari momenti dell’anno per disputare partite.

We do know of cases where men have received more than legitimate expenses to play for a club. But thought men are not often paid in cash they are in other ways; it is no uncommon thing for influential members of a club to obtain situations for good players as an inducement for them to play with certain clubs. […] Men who can afford to give up business for football, who can travel here, there and everywhere at all times and seasons, men who receive payment for playing in certain matches, men who make a profit out of the game they play, are professionals.34

33 Russell, Football and the English, cit., p.23 34 Taylor, The Association Game, cit., p. 49

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23 Come illustrato precedentemente, vi era una vera e propria spaccatura tra i club londinesi /universitari e quelli del nord industriali sulla questione professionismo. Il primo grosso incidente si ebbe nel gennaio del 1884, quando il London club Upton Park protestò con la FA poiché la sua avversaria, il Preston North End, nel quarto turno di FA Cup schierava dei giocatori professionisti. La FA escluse il Preston dal torneo e poco dopo anche al Burley e al Great Lever fu impedito di partecipare a partite sotto l’egida della FA per il medesimo motivo. Molte squadre del nord allora lasciarono la FA e fondarono la British Football Association.

Some clubs in the north, enamoured with The FA Cup, saw nothing wrong in profit and success or in paying a man for doing his job. It led them away from the concept of amateurism, cherished by clubs in the south, and it forced The FA to formally legalise professionalism in 1885. A year earlier it had seemed that English football was on the brink of chaos, with a ‘British Football Association’ having been formed as a rival to the FA.35

Come si è visto la FA si vide costretta già nel giugno del 1885 a legalizzare il professionismo anche se con molte restrizioni al momento

Clubs were allowed to pay players provided that they had either been born or had lived for two years within a six-mile radius of the ground. In addition, professionals had to be registered annually.36

Lo sviluppo del calcio e il proliferarsi di clubs portò anche ad un naturale aumento di appassionati e di tifosi che seguivano le proprie squadre. Nei primi anni i numeri di

35 http://www.thefa.com/about-football-association/what-we-do/history 36 Russell, Football and the English, cit., pp.25-26

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24 spettatori, se pur contenuti erano di qualche migliaia, quindi comunque una cifra importante, ma nell’ultima parte del XIX secolo si ebbe un vero e proprio boom di tifosi paganti, che portò il calcio ad essere uno sport di massa

During the first eight years of the F.A Cup Competition, for example, the crowd at the final never exceeded 5,000. As the social origin of the players changed, however, and the centre of the game moved north, so the numbers who watched rather than played increased. In 1885, 27,000 saw the cup tie between Aston Vila and Preston. The cup final in 1893 was watched by 45,000 and 80,000 was the average number of spectators over the next ten years.37

L’aspetto economico cominciò ad essere sempre più importante, poiché più una squadra aveva giocatori forti e competitivi, più pubblico pagante c’era a godersi lo spettacolo, e quindi più soldi la squadra incassava. Ma per avere i giocatori migliori dovevi pagarli e non tutte le squadre avevano lo stesso potere economico e facevano fatica a pagare i giocatori rischiando così la bancarotta.

With the onset of economic depression in 1886 and 1887, the financial problems of clubs became even more acute. Attendances fell in manufacturing areas, and clubs struggled to maintain programmes of regular competitive football. As McGregor asserted in his famous letter of 2 March 18888: “Every year it is becoming more and more difficult for clubs of any standing to meet friendly engagements and even arrange friendly matches. The consequence is that al the last moment… clubs are compelled to take on teams who will not attract the public.”38

37 Dunning, The sociology of sport, cit., p. 148

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25 Il crescente numero di tifosi con il conseguente aumento di capitale che circolava nel mondo del football inglese portò le squadre più ricche ad interrogarsi su come difendere i loro interessi ed investimenti cercando nel contempo di aumentare il profitto che questo sport stava cominciando a creare

Encouraged by the numbers of spectators, some clubs began to charge admission. […] With such pickings to be had, a number of clubs formed themselves as limited companies. They became commercial concerns with profit as a major yardstick of success. This implied the need to maintain high playing standards in order to attract the largest possible crowds. the obvious development was to pay players in order to attract and retain those with the highest ability and to free them from the neccessity to work full time so that they could train properly and develop their skills. A further consequence followed in 1888. Twelve leading clubs, six from Lancashire and six from the Midlands, entered an agreement to play one another regularly following a fixed programme and always fielding their strongest sides. they called themselves the Football League.39

William McGregor, membro del comitato dell’Aston Villa nel marzo del 1888 nella lettera precedentemente citata, suggerì la creazione di una lega composta da 10-12 delle migliori squadre inglesi. Questa, come si è visto nella citazione precedente, prese il nome di Football League e fu composta effettivamente da 12 squadre, nessuna delle quali londinese o del sud dell’Inghilterra.

The twelve founder members in other of their placing at the end of the first season were Preston, Aston Villa, Wolverhampton Wanderers, Blackburn Rovers, Bolton Wanderers, West Bromwich Albion,

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26 Accrington, Everton (deemed by many extremely lucky to have been preferred headed of neighbours Bootle), Burnley, Derby County, Notts County and Stoke.40

Il format proposto dalla Football League piacque a tal punto al pubblico che già dall’anno successivo, 1889, vennero create in molte parti dell’Inghilterra, campionati simili. I più importanti erano: la Football Alliance, il Lancashire League, il Midland Counties League, il Northen Football League ed il North Eastern Football League. Tre anni dopo la Football Alliance, che era diventata la più prestigiosa di queste competizioni, fu trasformata nella Football League Second Division.41 La Football League continuò a crescere e nella stagione 1899-1900 presero al via al campionato 16 squadre. Di queste la maggior parte erano squadre provenienti dalle Midland e dal Lancashire. Vi erano squadre però anche del nord e del sud, tra le quali l’Arsenal, che divenne un club professionista nel 1891, interrompendo i suoi rapporti con la FA di Londra.

Arsenal’s decision to adopt professionalism in 1891- the first London club to do so- “brought down the vials of wraths of the London FA on the heads of the Arsenal executive”, leading to the club’s expulsion from the London body and its cup competitions.42

Come si è visto in precedenza nel sud dell’Inghilterra il professionismo ebbe particolari difficoltà ad attecchire, in quanto la maggior parte delle squadre all’epoca erano formazioni delle Public School. Lentamente, il professionismo prese piede anche nelle

40 Russell, Football and the English, cit., p.33 41 Taylor, The Association Game, cit., p. 67 42 Ibid., p. 64

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27 zone di Londra, vedi il caso dell’Arsenal, sopra citato, fino ad arrivare al 1894 quando venne fondata la Southern League, che inizialmente doveva essere composta da una sola divisione ma ci fu una tale richiesta di adesione che la federazione fu costretta a creare due divisioni per un totale di sedici squadre.

Division One Chatham Clapton Ilford Luton Town Millwall Athletic Reading

Royal Ordnance Factories

2nd Scots Guards Swindon Town Division Two Bromley Chesham Maidenhead New Brompton Old St Stephen's Sheppey United Uxbridge 43 43 https://en.wikipedia.org/wiki/Southern_Football_League

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28 Delle 9 formazioni che componevano la prima divisioni ben quattro team erano ancora composte da giocatori amatoriali. In un primo momento le formazioni che parteciparono a questo campionato non furono di livello tanto inferiore ai club della Football League, infatti sia il Southampton che il Tottenham tra il 1898 e il 1902 raggiunsero la prima, una semifinale, il secondo per ben due anni di fila la finale della FA Cup, riuscendo a vincere quella del 1901. La situazione però era destinata a cambiare

However, such equality between the two bodies was shortlived. By 1907 one observer from the south could comment that the Southern League “has been its best days” and that its football was “ping-pong” compared to that practised in the Football League. During the 1900s a number of Southern League members (Bristol City in 1901, Clapton Orient in 1905, Fulham in 1907 and Tottenham Hotspur in 1908) were poached by the senior league. The Southern League’s junior status was underscored by the fact that 18 of its clubs were so anxious to join the Football League in 1909 that they considered being appended en bloc as a new Third Division44.45

La trasformazione del calcio in uno sport professionista non fu però un percorso semplice, soprattutto per i calciatori. Quest’ultimi infatti si sentivano “schiavi dei padroni” e senza diritti come ebbe a dire nel 1912 Syd Owen, segretario della Association Football Players’ and Trainers’ Union (AFPTU)

[…] the professional player is the slave of the club and they can do practically anything they want with him.46

44 La Southern League divenne ufficialmente Third Division nel 1920. 45 Taylor, The Association Game, cit., p. 68

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29 La AFPTU non fu il primo sindacato dei calciatori ad essere creato. Il primo fu Association Footballers' Union (AFU), creato nel 1898, per tentare di trattare con la FA le istanze contrattuali che quest’ultima voleva imporre ai calciatori. La preoccupazione maggiore per i calciatori fu l’idea da parte della federazione di applicare un tetto salariale (maximum wage) pari a 4 sterline a settimana. Il maximum wage fu approvato dalla FA nel 1901 e ciò comportò alla fine della AFU scioltasi nel medesimo anno. L’AFPTU fu costituito il 2 dicembre 1907 presso l'Imperial Hotel di Manchester. Al portiere del Manchester United Herbert Broomfield fu offerto il lavoro di primo segretario sindacale a tempo pieno con un salario di 150 sterline all'anno per tre anni. Scopo del sindacato era

The new union saw its aim as not just financial and contractual freedom, but also the creation of a body that would help all professional footballers no matter what their station, to obtain justice in disputes with their clubs, and restitution in the case of injury and punishment.47

La AFPTU sin dai primi anni della sua fondazione si impegnò con forza nella difesa dei diritti dei propri associati, minacciando anche lo sciopero48 e resistendo alla contro minaccia della FA di squalificare tutti i giocatori aderenti al sindacato. Una prima vittoria fu conquistata nel 1909 anche se a caro prezzo.

47 https://www.thepfa.com/thepfa/timeline

48 I giocatori erano contro il tetto salariale e contro il Retain and transfer system, ovvero un

provvedimento che limitava la loro possibilità di trasferimento in altri club e che dava a quest’ultimi enormi vantaggi in termini contrattuali. Questo sistema venne abolito nel 1963 vd

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30 The case of George Parsonage, a Fulham player suspended from football for life in 1909, was a high-profile case that galvanized his fellow professionals to join the union. On his behalf The union started a petition that eventually drew some 1,322 signatures. Fearing members would resort to strike action, the FA withdrew its support from the union and demanded that every player resign from it or else be banished from the game. Manchester United's players, led by captain Charlie Roberts, refused and were promptly suspended by the club. They became the focal point for a summer-long battle of wills, which culminated in a stand-off at the beginning of the 1909/1910 season. With the League clubs facing the prospect of no games, the FA backed down, and the Manchester 'Outcasts', as they had been dubbed, won a famous victory. The union survived - but just right and at the expense of its wider Trades Union links49

L’idea del sindacato era infatti quella di far aderire l’AFPTU alla General Federation of Trade Unions così da avere un peso sempre maggiore ed essere sempre più riconosciuti come lavoratori. La seconda grande causa nella quale si imbatté il sindacato fu lo scontro in tribunale tra il giocatore dell’Aston Villa Kingaby e il suo stesso club. Il processo divenne famoso con il nome di Kingaby case.

In late 1910, the Union had started helping Herbert 'Rabbit' Kingaby in his struggle to get away from Aston Villa. Kingaby was being held by Villa under the old retain and transfer rule, whereby a club was free to put a ridiculous transfer fee on a player's head, knowing no other club would be willing to pay it. The player then had no alternative but to stay put and accept whatever was offered him. Kingaby took Villa to court and the case was heard in March 1912 before a special jury of the King's Bench Division in London. Though hopes were high that the transfer system would be swept away as 'restrictive' and thus contrary to law, the hearing lasted just two days with the judge ruling that Villa had no case to answer. This was mainly because the lawyer acting for Kingaby and the Union had attacked Villa's motives as 'malicious', rather than

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31 attacking the transfer system itself. It was a mistake that almost bankrupted the Union and it would be another 50 years before they would be in a position to challenge the system again in court. 50

La causa fu persa come si è visto per colpa della linea difensiva scelta dagli avvocati di Kingaby, appoggiati dalla AFPTU. Una sconfitta molto pesante per il sindacato e per i giocatori. Nel 1914 la finale di FA Cup, giocata il 25 aprile a Crystal Palace, un quartiere di Londra, tra Burnley e Liverpool51, ricevette il sigillo reale di approvazione da re Giorgio V che divenne il primo monarca regnante ad assistere di persona ad una partita di calcio.

La monarchia continuò a essere benvoluta anche grazie alla sua capacità di adattarsi, mediante correzioni marginali, alle concezioni della democrazia di massa, e ne costituisce un esempio la partecipazione di Giorgio V all’annuale festival della classe operaia che era la finale di coppa a Wembley.52

L’avvento della Grande guerra provocò un blocco delle competizioni dal 1915 al 1919. La stagione calcistica 1914-1915 invece, nonostante aspre critiche si svolse il più regolarmente possibile.

The FA was widely criticised for permitting the 1914-15 FA Cup competition to run its course after the First World War had begun. The Dean of Lincoln, in a letter to The Times, wrote disparagingly of

50 https://www.thepfa.com/thepfa/timeline

51 La partita si concluse con il punteggio di 1-0 per il Burnley.

52 Kenneth O. Morgan, Storia dell’Inghilterra, da Cesare ai giorni nostri, Tascabili Bompiani, Bergamo,

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32 “onlookers who, while so many of their fellow men are giving themselves in their country’s peril, still go gazing at football”. It was undeserved. The FA had taken advice from the War Office, who agreed that the continuation of football – if only to the end of that season – would boost morale.53

La Southern League nel 1920 divenne la Third Division della Football League, portando così a tre il numero delle divisioni del calcio professionistico inglese per un totale di 88 formazioni. Nel 1923 venne inaugurato lo stadio della FA, il Wembley Stadium, conosciuto anche come Empire Stadium. Questo stadio immenso venne realizzato in soli 300 giorni per un costo di bel 750 000 sterline. Venne inaugurato soli 4 giorni dopo la fine della costruzione con la finale della FA Cup del 1923. Questa partita è ricordata anche con il nome di White Horse Final, poiché lo stadio venne preso d’assalto dai tifosi che riempirono la struttura ben oltre la sua capacità ricettiva, che era comunque di ben 127000 posti. La situazione era critica perché gli spettatori avevano invaso anche il terreno di gioco pur di assistere alla partita rischiando così di dover far annullare la partita. L’intervento della polizia riuscì a risolvere la situazione, facendo arretrare i tifosi in maniera ordinata lungo i confini del campo da gioco. Tra questi poliziotti vi era George Scorey che cavalcava il suo cavallo bianco Billy. (vedi foto)

With an announced crowd of 126,047 – although many believe that perhaps more than twice that many might have been inside the stadium - spectators spilled onto the field, eventually only cleared by the intervention of mounted police and, in particular, George Scorey and his horse, Billy, gradually eased them

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33 back into the surrounds, to allow the game to go ahead. The “White Horse” final remains one of the most iconic moments in world sporting history54

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54 http://www.thefa.com/news/2016/nov/02/history-of-the-fa-cup

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Il principale motivo per cui ci fu una tale massa di persone fu la possibilità di accedere allo stadio gratuitamente. Dopo quanto si verificò fu deciso che dalle edizioni successive l’ingresso sarebbe stato a pagamento onde evitare nuovi casi simili. Nel periodo che intercorre tra le due guerre mondiali il movimento calcistico inglese cresce sempre di più, sia dal punto di vista numerico di squadre associate alla FA, sia come seguito di spettatori ma anche di importanza nella società anglosassone.

In 1927, Charles Clegg was knighted for his services to the game, the first individual to be thus honoured.57

Il numero di spettatori che assistette annualmente alle partite della Football League fu sempre in crescente aumento, tranne che nel periodo della depressione economica dovuta dalla crisi del 1929. Anche in quel lasso di tempo comunque il numero di persone che si

56 http://www.thefa.com/about-football-association/what-we-do/history 57 Russell, Football and the English, cit., p. 118

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35 recarono allo stadio fu considerevole, mai sotto i 21 milioni totali, così da essere considerata più una flessione che un crollo di presenze. Nella prima delle due tabelle che seguono si può vedere i numeri precisi di quanto finora argomentato. La seconda tabella ci illustra invece la quantità di soldi che annualmente spendevano gli inglesi per recarsi allo stadio per assistere alle partite nelle tre diverse categorie della Football League. Anche in questa tabella si nota chiaramente la flessione nel periodo della depressione ma comunque la cifra finale di soldi spesi dagli inglesi in un periodo di forte crisi è ragguardevole e questo ci fa capire come oramai il calcio fosse diventato importante nella vista della società anglosassone. Sempre in questa fase tra le due guerre mondiali cominciarono i tifosi ad organizzarsi in club.58

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Anche i mass media cominciarono ad interessarsi del fenomeno calcistico. In questo periodo storico per quanto riguarda la diffusione sulla carta stampata furono principalmente i giornali locali a dedicare ampi spazi alla Football League. I giornali nazionali invece, almeno per il momento, erano un po' più freddi e dedicarono loro poco

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37 pagine. Il The Times addirittura preferiva dare spazio allo sport amatoriale invece che a quello professionale.60 La BBC invece cominciò a seguire il calcio dal 1927 quando il 22 gennaio trasmisero sui propri canali radio la telecronaca di Arsenal- Sheffield United. Nel 1927 in totale furono 4 le radiocronache, parziali o totali. Nel 1931 furono oltre 100 le partite coperte dalla BBC. Il 13 settembre 1937 la BBC trasmise per la prima volta in televisione il calcio. Non era una partita ma una partita amichevole tra la squadra titolare dell’Arsenal e le loro riserve. Furono trasmessi 15 minuti del match. L’evento fu visibile solo a poche persone che si trovarono vicine ad Alexandra Palace.61 L’anno seguente la

finale di FA Cup tra Preston North End e Huddersfield Town fu trasmessa interamente in televisione. La prima partita ad essere però trasmessa integralmente in televisione fu un match tra la nazionale inglese e quella scozzese del 9 aprile 1938. Per far capire quanto siano importanti queste date basta ricordare che il primo evento trasmesso in diretta nella storia della televisione fu l’incoronazione di Giorgio VI il 10 maggio del 1937. Lo scoppio della seconda guerra mondiale provocò un nuovo stop forzato al mondo del calcio. Finito il conflitto più sanguinario e violento della storia per il movimento calcistico inglese si ebbe il vero e proprio boom come sport di massa.

60 Cfr. Russell, Football and the English, cit., p. 104

61 Infatti questi erano i primi tentativi di trasmissioni televisive in Inghilterra e la potenza del segnale era

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CAPITOLO 2

L’Inghilterra tra anni 60-90

Gli anni ‘60:

In occasione delle elezioni generali del 1959, i conservatori ottennero una discreta vittoria imperniando la loro campagna elettorale sulla prosperità interna (non vi è mai andata così bene”, era lo slogan di Macmillan)62.

Gli anni ‘60 furono preceduti da un decennio di boom economico con importanti conseguenze sociali: bassa disoccupazione, una forte economia e l'aumento del livello di vita di cui la maggior parte della popolazione britannica godette negli anni cinquanta. Il premier Macmillan, o “Supermac” come era stato soprannominato63 , si rese conto

probabilmente tardi della insostenibilità di un tasso di crescita tra i 4 e 5 % come nel biennio 1959-1960. Il governo cercò di intervenire in maniera cauta ma nel 1961 dovette aumentare il tasso di sconto della sterlina del 7%. Venne inoltre creato un comitato per lo sviluppo economico nazionale (National Economic Development Council) composto da rappresentanze dei sindacati, del governo e degli industriali. Per far fronte a questa situazione interna non propriamente favorevole, Macmillan cercò di puntare fortemente sulla politica estera. Le decisioni che il premier inglese prese durante il suo mandato

62 Kenneth O. Morgan (a cura di), Storia dell’Inghilterra, cit., p. 489

63 Nel novembre 1958 il londinese «Evening Standard» stampò una vignetta satirica […] “Era un aereo,

era un Uccello? Era naturalmente «Supermac» […] Fu un’immagine memorabile, una brillante

propaganda: non, come si vede, contro Macmillan ma, con un costante spostamento di opinione in suo favore, decisamente a suo vantaggio. In Peter Clarke, Speranza e gloria, l’Inghilterra nel XX secolo, Società editrice il Mulino, Bologna, 2008, pp.344-345

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39 risulteranno cruciali per la storia della Gran Bretagna. Macmillan infatti cercò di rendere sempre più salda l’alleanza tra Gran Bretagna e Stati Uniti, sia dal punto di vista economico sia e soprattutto militare. Nel 1957 la Gran Bretagna fece esplodere il suo primo ordigno nucleare andando così ad aggiungersi alle potenze militari in gradi di disporre di una simile arma e nel 1962 il premier inglese contrattò con il presidente americano J.F. Kennedy la fornitura dei missili sottomarini Polaris al cui interno la marina militare inglese avrebbe potuto inserire le proprie testate nucleari.64 Questo accordo, come detto, rinsaldò il legame tra le due potenze ma costò alla Gran Bretagna l’ingresso anche se parziale nella CEE. Durante il corso di tutti gli anni ‘50 lo scambio commerciale tra la Gran Bretagna e suoi dominions del Commonwealth andava sempre più a ridursi in favore di una crescente integrazione tra il mercato inglese e quello del vecchio continente. Su queste basi il governo inglese nel 1961 chiese alla CEE la possibilità di entrare a far parte di essa. Contrario all’ingresso nella CEE era il leader laburista Gaitskell che durante il congresso del suo partito nel 1962 affermò che l’ingresso nella Gran Bretagna nella comunità avrebbe segnato la fine di mille anni di storia. Il 29 gennaio del 1963 il presidente francese Charles De Gaulle annunciò il suo veto all’ingresso della Gran Bretagna nella CEE, motivando la sua decisione come un tentativo di proteggere la CEE dall’influenza anglo-americana. In questo periodo in Inghilterra cominciarono a nascere i primi movimenti anti-nucleare che già nel 1960 registrarono importanti sostegni anche tra i laburisti ma non nel loro leader Gaitskell che invece invitava il partito a concentrarsi sulle cose vitali come rimanere all’interno della NATO. Il governo di Macmillan dovette inoltre occuparsi di una delle fasi più delicate della storia inglese, ovvero la decolonizzazione. Supermac ebbe ottimi risultati nell’Africa

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40 occidentale dove il processo di autonomia delle ex colonie funzionò egregiamente senza portare a spargimenti di sangue e in breve tempo Ghana (1957), Sierra Leone, Uganda, Gambia e Nigeria (1960) alla formazione di governi nazionali e indipendenti. Il primo caso spinoso fu il Kenya dove nel 1951 ci fu la rivolta del movimento dei Mau Mau che portò ad una guerra civile nella quale l’Inghilterra si macchiò di crimini di guerra. molti dei quali dovuti a retaggi di stampo razziale. La guerra finì nel 1960 quando la Gran Bretagna concesse l’indipendenza al Kenya riabilitando il Leader dei Mau Mau, Jomo Kenyatta, da terrorista a uomo politico responsabile. Ancora più complessa per Macmillan fu la decolonizzazione nell’Africa centro-meridionale caratterizzata da Stati che praticavano la segregazione razziale (Apartheid). Il più importante era Il Sud Africa, stato indipendente ma membro del Commonwealth. Proprio in Sud Africa, nel parlamento di Città del Capo, Macmillan tenne un discorso diventato oramai famoso sul “Wind of

change”65 che stava investendo l’Africa. Nel 1963 la Federazione centroafricana, creata

nel 1953, fu soppressa e i tre territori che ne facevano parte vennero divisi in Malawi (ex Nyassa), Zambia (ex Rhodesia del Nord) e Rhodesia del Sud che continuò ad essere soggetta all’Inghilterra almeno in via ufficiale. Infatti erano quasi quarant’anni che la colonia aveva un autogoverno a supremazia bianca, molto simile a quello sudafricano. Macmillan non può però essere dipinto come un uomo fermamente convinto dei diritti di autogoverno dei singoli paesi

[…] dal suo diario emerge come un uomo la cui visione del mondo risaliva ad un’era precedente. […] Nessun vento dl cambiamento avrebbe strappato il Sud Africa al Commonwealth multirazziale che era emerso dalla sua politica, se solo esso avrebbe potuto impedirlo.[…] nel 1961 egli rimproverò aspramente

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41 al Canada il suo atteggiamento dissidente verso lo schieramento dei «Bianchi» di fronte alle iniziative per espellere il Sud Africa dal Commonwealth […] Nel Medio Oriente fu la stessa storia, con scarsa comprensione per l’autenticità del nazionalismo arabo, che segnalava la fine delle docili relazioni clientelari con l’ovest (o l’est). […] Egli continuò a dipingere Nasser come un Hitler col fez.66

Macmillan nel 1962 effettuò un robusto rimpasto di governo noto anche come la “notte dei lunghi coltelli” ma nel 1963 si dimise. Al suo posto venne nominano premier Sir Alec Douglas-Home che rimase in carica per un solo anno, poiché nel 1964 i laburisti ottennero la maggioranza nelle elezioni e divenne premier Harold Wilson. Egli ereditò però un paese in forte crisi economica ed avendo vinto le elezioni con pochissimi voti di scarto, nei primi due anni di governo si limitò a cercare di arginare la crisi ma soprattutto usò questo biennio come se fosse una lunga maratona elettorale per poter ottenere nelle elezioni nel 1966 una maggioranza ben più forte. Per fortuna di Wilson e dei laburisti questo avvenne. Il premier laburista dovette affrontare diverse situazioni critiche, sia riguardante la politica interna sia quella estera. Uno dei problemi più gravi, se non il più preoccupante, fu la condizione economica in cui versava il paese. Il grande boom degli anni cinquanta era finito.

La bilancia dei pagamenti risultò essere in una situazione peggiore di quella che i laburisti avevano suggerito nelle loro sparate propagandistiche elettorali: un deficit di quasi 400 milioni di sterline nelle partite correnti del 1964, la cifra più enorme dalla seconda guerra mondiale. Il deficit ammontava in effetti

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42 all’1,3 per cento del Pnl, contro un deficit del 2,4 per cento che i conservatori ereditarono nel 1951 (e un deficit del4,4 per cento nel 1989).67

Una delle soluzioni possibili era la svalutazione della sterlina che però Wilson scartò poiché l’ultima volta (1949) che la Gran Bretagna dovette ricorrere a questa misura economica fu proprio per decisione del partito dei laburisti. La preoccupazione del premier era che il suo partito venisse tacciato di essere il partito della svalutazione. Wilson riuscì a non svalutare la sterlina anche, e soprattutto, grazie all’aiuto americano tramite il sostegno dollaro-sterlina. Gli Stati Uniti, con il presidente Johnson, chiesero però in cambio del loro aiuto un sostegno per la loro guerra in Vietnam ma Wilson riuscì a non inviare soldati inglesi nel sud-est asiatico, pur dovendo comunque sostenere pubblicamente l’intervento americano. Nel novembre del 1964 fu inevitabilmente necessario l’intervento di varie banche, tra cui la più importante la Banca d’Inghilterra, per salvare la sterlina e il governo dovette intervenire con delle misure restrittive: dazi temporanei doganali e innalzamento dell’imposta sul reddito, inoltre la Banca d’Inghilterra dovette elevare il tasso di sconto al 7%. Alla fine del biennio 1964-66 la situazione economica stava lentamente migliorando e questo permise al Labour di vincere le elezioni del 1966, ma a differenza del 1964, riuscì ad ottenere una buona maggioranza per poter governare con più tranquillità. Nel luglio del 1966 la sterlina ebbe un altro momento di crisi ma anche questa volta Wilson si rifiutò di svalutarla e fece varare un pacchetto di provvedimenti però molto duri: tasso di sconto nuovamente al 7%, congelamento dei prezzi e dei salari, tramite il Price and Income Act, tagli alla spesa governativa. Questi accorgimenti non furono però sufficienti e nel 1967 Wilson fu costretto a svalutare la sterlina del 15 % (il cambio dollaro/sterlina passa da 2,80 dollari

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43 a 2,40). Questa decisione si rese necessaria anche a causa del momentaneo cambiamento di atteggiamenti nei rapporti tra UK e USA. Gli Stati Uniti erano infatti sempre più impantanati nella guerra del Vietnam, una guerra sempre più impopolare come dimostravano le contestazioni studentesche nelle università anche inglesi (vedremo tra poco questo aspetto). Wilson sperava e cercava, anche come mediatore, in una pace veloce; ma gli americani non apprezzarono queste iniziative anzi

Un commento registrato in una copia trascritta della Casa Bianca - «non ce ne importa un fico secco di Wilson» - cattura la realtà del «rapporto speciale», che da allora in poi riprese il suo stabile declino.68

Sempre in questo clima la Gran Bretagna chiese nuovamente, nel 1967, la possibilità di entrare a far parte della CEE, ma ancora una volta De Gaulle pose il veto.

Riforme importanti vennero varate dal governo labourista in materia di welfare, diritti sociali e istruzione. Tra 1966 e 1967 venne abolita la pena di morte, legalizzato l’aborto, riformata la legge contro l’omosessualità e l’abolizione della censura alle opere e nel 1969 passò anche la legge sul divorzio (effettiva dal 1971).

Increased funds were allocated to social services during the first Wilson government's time in office. Between 1963 and 1968 spending on housing increased by 9.6%, social security by 6.6%, health by 6%, and education by 6.9%, while from 1964 to 1967 social spending increased by 45%. In terms of the social wage, by 1968, spending on health had gone up by 47%, education by 47%, public sector housing by 63%, and the social security budget by 58%. During the six years of the first Wilson government, spending on social services rose much faster than real personal incomes, and from 1964 to 1969, spending on social services rose from 14.6% to 17.6% of GNP, an increase of nearly 20%. In the years from 1964/65 to

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