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EMILIO SALA, Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella "Traviata", Torino, EDT, 2008

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Academic year: 2021

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(1)Musica Docta. Rivista digitale di Pedagogia e Didattica della musica, pp. 87-88. EMILIO SALA, Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella “Traviata”, Torino, EDT, 2008 («Biblioteca di cultura musicale. Improvvisi», 23), 167 pp. È stata più volte sottolineata l’importanza del teatro popolare parigino di metà Ottocento per la comprensione storica della drammaturgia verdiana. Durante il primo soggiorno a Parigi (1847-1849) Verdi frequentò assiduamente i teatri di boulevard, dov’è probabile che abbia assistito alle prime rappresentazioni della Dame aux camélias di Alexandre Dumas fils, la fortunatissima pièce (tratta dal romanzo omonimo) che costituì poi la fonte principale per La traviata. Nel suo saggio Il valzer delle camelie. Echi di Parigi nella “Traviata” Emilio Sala, professore associato di Drammaturgia musicale nell’Università Statale di Milano, mostra quanta linfa il capolavoro di Verdi abbia assimilato proprio da questo contesto sociale e musicale. L’opera è interpretata alla luce del ricco «sistema di rappresentazione» (p. 4), non solo musicale, che le preesiste e che proprio nei teatri popolari parigini vede codificate molte delle costanti che la caratterizzano: la figura di Violetta Valéry (incarnazione del mito parigino della lorette, la cortigiana elegante, raffinata e avvenente, che secondo Sala si può intendere come un’evoluzione aristocratica della grisette, alla maniera di Musetta che, nella Bohème, inizia la sua “carriera” come grisette nel Quartiere Latino e poi si trasforma in lorette aristocratica della Rive Droite), i ritmi da ballo più diffusi (la polka e il valzer), la couleur espagnole allora in gran voga, il frastuono della festa come antidoto per il mal de vivre, l’esibizione della contemporaneità e del ‘moderno’ (ossia di quanto è legato alla moda), l’uso di “motivi di reminiscenza” per significare musicalmente la morte. A testimoniare l’interesse di Verdi spettatore per quel contesto metropolitano e cosmopolita, il primo capitolo del libro analizza i titoli teatrali più apprezzati dal compositore: Le chiffonnier de Paris di Félix Pyat (musiche di Adolphe Vaillard), Le chevalier de Maison-Rouge e Monte-Cristo di Alexandre Dumas padre (entrambi con musiche di Alphonse Varney). Nel secondo capitolo l’analisi s’incentra sulle funzioni che in quei lavori assume la musica di scena, composta dal cosiddetto chef d’orchestre (che normalmente era anche il primo violino) e impiegata come strumento di intensificazione emotiva, di spettacolarizzazione e di memoria interna. Nel caso specifico della Dame aux camélias l’autore della parte musicale fu Édouard Montaubry, di cui Dumas lodò il “motivo di reminiscenza” collegato alla morte per tisi della protagonista Marguerite Gautier. Viene poi ricostruito il sistema rappresentativo alla base di tre soggetti molto apprezzati nei primi anni ’50 dell’Ottocento che mettono in scena – seppur con alcune varianti – il topos della morte d’una giovane malata di tisi: Manon Lescaut, La vie de bohème e appunto La dame aux camélias. Guardando al di là del caso specifico della Traviata, ciò che emerge dallo studio di Emilio Sala è l’idea della complessità e pluridimensionalità del melodramma, la cui comprensione non può che giovarsi della costruzione di nessi relazionali e contestuali con discipline diverse: la musicologia, la storia del tea-. http://musicadocta.cib.unibo.it ISSN 2039-9715 © 2012 CIB - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

(2) 88. Nicola Badolato. tro, le lingue e letterature italiana e straniere, la storia sociale, l’iconografia. Della pluridimensionalità dell’opera è opportuno tener conto anche in sede di programmazione didattica, soprattutto nella ricerca delle più efficaci strategie d’approccio all’oggetto melodramma, che può essere analizzato (come in questo caso) ad esempio sotto il profilo scenico-rappresentativo: la messinscena, il rapporto testo/musica/scena. Tanto il docente di Musica quanto quello delle Lingue e Letterature potranno trovare nel saggio di Emilio Sala numerosi spunti di riflessione e materiali utili all’elaborazione di percorsi didattici interdisciplinari che mirino da un lato a una comprensione il più possibile allargata e integrata del melodramma (di quello verdiano in particolare), e dall’altro all’approfondimento di un tema – il mito della courtisane amoureuse – centrale nella cultura europea del secolo XIX. NICOLA BADOLATO Bologna. Musica Docta, II, 2012 ISSN 2039-9715.

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