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Nero di lutto, nero di morte

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Academic year: 2021

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Nero di lutto. Nero di morte.

Le donne in lutto vegliano l’agonia della Selva di Chiaiano.

Il suo corpo è ancora verde. Di un verde lussureggiante. E le sue labbra sono ancora di rosso ciliegie.

Eppure giace morente. Lì nel Parco delle Colline dei Camaldoli condannata dall’indifferenza dei suoi figli.

Quella stessa indifferenza che ha consentito ai cacciatori di tufo di sfregiarla. Quella stessa

indifferenza che ha assistito inerme agli stupri delle ecomafie che avvelenavano la loro madre terra. Ma gli stupri della camorra non possono giustificare l’oltraggio dello Stato a quel corpo morente: una discarica di monnezza tal quale!

Le donne di questo territorio vegliano ancora quel corpo in agonia, sperano di poterlo salvare, sottrarlo alla condanna emessa dallo Stato.

Uno Stato che non ha esitato ad inviare l’esercito per spegnere con le armi la speranza.

La speranza non è morta, né morirà. Non morirà perché noi, gente di Chiaiano e di Marano, siamo legati insieme da quel filo spinato srotolato dai militari per occupare la nostra terra.

Gli aculei di quel filo spinato piagano i nostri corpi e ci fanno piangere dal dolore, ma ci ricordano che siamo ancora vivi!

Quel filo spinato costituisce il legame d’acciaio che ci tiene insieme… uniti indissolubilmente fino alla fine. E alla fine vinceremo. Vinceremo perché i nostri interessi prevarranno sui loro interessi. Le donne in lutto piangono per la morte della libertà. Piangono la morte della democrazia.

Le donne e gli uomini di Chiaiano e di Marano non chiedono la vostra solidarietà. Non abbiamo bisogno del vostro aiuto per difendere la vostra terra!

Sappiate, però, che gli inutili inceneritori e le inutili discariche renderanno, fra qualche anno, l’intera città di Napoli invivibile per tutti i cittadini.

I tumori provocati dai miasmi e dalle polveri non conoscono i confini dei quartieri tracciati dalle carte topografiche.

Fra qualche anno di donne in lutto ce ne saranno molte in questa città. L’indifferenza uccide più della camorra e più del cancro.

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