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Ottimizzazione fluidodinamica dello scafo di una barca a vela

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Academic year: 2021

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(1)

Fa oltà di Ingegneria

Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale

Corso di Laurea Spe ialisti a in Ingegneria Aerospaziale

Tesi di Laurea Spe ialisti a

Ottimizzazione uidodinami a dello

s afo di una bar a a vela

Relatori: Candidati:

Prof. Ing. Giovanni Lombardi Mar o Ba aro

(2)

1 Introduzione 6

2 Generalità sulle bar he a vela 8

2.1 Forze aerodinami he . . . 8 2.2 Andaturadi poppa . . . 10 2.3 Andaturadi bolina . . . 11 2.4 Forze idrodinami he . . . 12 2.5 La deriva . . . 13 2.5.1 Il bulbo . . . 14 2.5.2 La lama . . . 14

3 Parametrizzazione della geometria 16 3.1 Denizionedella geometria di riferimento . . . 18

3.2 Implementazionedelsoftware perlavariazioneparametri adella geo-metria . . . 19

3.2.1 Parametrizzazionedello s afo . . . 19

3.2.2 Parametrizzazionedeltimone e della lama . . . 22

3.2.3 Parametrizzazionedelbulbo . . . 23

3.2.4 Denizione deiparametri diottimizzazione . . . 24

3.3 Implementazione delsoftware perla modi adella geometria . . . 24

4 Stima del galleggiamento 26 4.1 Condizione digalleggiamento . . . 26

4.2 Pro edura di al olo . . . 27

(3)

5 Simulazioni CFD 29

5.1 Fasidell'analisiCFD . . . 29

5.2 Importazione della geometria delmodello e delbox . . . 30

5.2.1 Generazione della mesh. . . 32

5.3 Settaggio del solutore e impostazione delle ondizioni iniziali e al ontorno . . . 38

5.4 Esportazione deireports delle forze . . . 43

6 Pro edura di ottimizzazione 44 6.1 Inputs della pro edura di al olo . . . 46

6.2 Pro edura iterativadi al olo . . . 47

6.3 Analisidettagliata della pro eduraimplementata nell'ottimizzatore . 52 6.3.1 Impostazionedelle variabilidi ottimizzazione. . . 53

6.3.2 Denizione deipunti ausiliari . . . 54

6.3.3 Impostazionedel modello CAD e della ma ro VBs ript . . . . 56

6.3.4 Denizione delset difamigliainiziale: DOE (Design of expe-riment) . . . 58

6.3.5 Impostazionedell'algoritmo diottimizzazione(S heduler Node) 60 6.3.6 Impostazionedelle ma ro.java . . . 62

6.3.7 Nodossh: onnessione al Cluster remoto . . . 64

6.3.8 Impostazionedel nodoTransfer le . . . 65

6.3.9 Selezione dei le di output . . . 67

6.3.10 NodoMatlab per il al olo dell'angolo diimbardata . . . 68

6.3.11 Denizione dellafunzione Obiettivo . . . 70

7 Analisi dei risultati 72 7.1 Caratterizzazione delworkow . . . 72

7.2 Criteriodi arrestodella pro edura diottimizzazione . . . 79

7.3 Confrontodimensionalefral'imbar azioneoriginariaequella ottimiz-zata . . . 80

7.4 Confronto delle aratteristi he aerodinami he delledue ongurazioni 87 7.4.1 Inttimento della grigliadi al olo . . . 87

7.4.2 Confrontofra lesimulazioni uidodinami he . . . 90

(4)

7.4.4 Confrontofra le ongurazioniin aso di angolodi rollioe di

imbardatanulli . . . 103

8 Con lusioni e sviluppi futuri 107 8.1 Con lusioni . . . 107

8.2 Sviluppi futuri. . . 109

A Software per la variazione dei parametri 110 A.1 Corpoprin ipale delsoftware . . . 110

A.2 Fun tions . . . 119 A.2.1 Linea A . . . 119 A.2.2 Linea B . . . 120 A.2.3 Linea C . . . 120 A.2.4 Linea D . . . 120 A.2.5 Linea E . . . 120 A.2.6 Linea F . . . 121 A.2.7 Linea G . . . 122 A.2.8 Linea H . . . 122 A.2.9 Linea I . . . 122 A.2.10 Linea L . . . 122 A.2.11 Linea M . . . 123 A.2.12 Linea N . . . 123 A.2.13 Linea O . . . 123 A.2.14 Linea P1 . . . 123 A.2.15 Linea P2 . . . 124 A.2.16 Linea P3 . . . 124 A.2.17 Linea Q . . . 124 A.2.18 Linea R . . . 124

B Ma ro per la variazione della geometria 126 C Software per la simulazione 159 C.1 Ma ro per lasimulazione a

1

diimbardata . . . 159

C.2 Ma ro per lasimulazione a

3

diimbardata . . . 172

(5)

D Settaggio dei omandi

CAT IA V 5R19

197

Elen o delle gure 201

(6)

Il presente lavoro di tesi si pone l'obiettivo di ottimizzare la forma esterna di una

bar a aveladalpuntodivista uidodinami o,ovvero di ri er arela ongurazione

diottimorelativo he minimizziunadatafunzioneobiettivo,entrolimitiprestabiliti

dalle esigenze operativedell'oggetto daprogettare.

L'obiettivodel presentelavoro èla minimizzazionedella resistenza.

La pro edura he siutilizza onsistenel reareun modelloparametri o della forma

dellabar a, he vieneaggiornatodaunsoftware appositamentes ritto,allos opodi

avere un insiemedi ongurazioniall'internodelquale ri er are quella he soddisfa

al meglio il requisito. Per la valutazione delle aratteristi he uidodinami he degli

elementidiquesto insieme,siri orreadun simulatore,ovvero unsoftware di

uido-dinami a omputazionale (CFD: Computational Fluid Dynami s). La pro edura è

(7)

Introduzione

Ilprimopassodelpresentelavoro onsistenel ostruire unageometriadiriferimento

(non essendo questastatafornita), davariarepoinellapro eduradiottimizzazione.

Si prende dunque in onsiderazione uno s hizzo diun'imbar azione della lasse

TP 52-1 e si realizza un modello 3D (tridimensionale) in ambiente

CAT IA

r

. A

partire da tale modello, si ottiene,attraverso delle opportune funzionalità del

soft-ware utilizzato, un insieme di punti (punti di Bezier) attraverso i quali è possibile

ri ostruire lageometria. Medianteun apposito software si salvano quindi le

oordi-nate di talipuntiin un le ditesto.

Il passo su essivo della pro edura onsiste nella reazione di un software, in

am-biente

MAT LAB

r

, he aggiorna il le di testo di partenza: variando una serie di

parametridenitiall'internodelsoftware stesso,questovariale oordinatedeipunti

in modotale he questi ultimi orrispondano aduna geometria diversa daquelladi

partenza. In us ita a questa fase si ha un nuovo le di testo, he viene letto da un

altroappositosoftware,ilqualeimportaipuntiinambiente

CAT IA

r

,aggiorna osì

la geometria e al ola laposizione della bar a relativaall'a qua, ilsuo bari entroe

i relativimomenti diinerzia.

Si haquindi l'opportunitàdiavere a disposizioneuna moltitudinedi ongurazioni

della geometria al variare dei parametri suddetti. Queste geometrie vengono poi

analizzate dal simulatore uidodinami o, he valuta delle opportune grandezze di

interesse in diverse ondizioni operative dell'imbar azione. Quest'ultimo passo è

possibile grazieadun ulterioresoftware he importale geometrieall'internodel

so-lutore CFD:

ST AR CCM+

r

(8)

L'intera pro edura des ritta è automatizzata inambiente

MODE F RONT IER

r

,

all'interno del quale è possibile denire il ampo di variazione dei parametri di

denizione della geometria e la funzione obiettivo da estremizzare, ostruita sulla

basedelleesigenze operativedell'imbar azioneedipendentedallegrandezze

uidod-inami hevalutatedalsimulatore. Nelpresentelavoroditesi omefunzioneobiettivo

da minimizzareè stata s elta laresistenza.

In us ita dall'intero i lo di ottimizzazione si ha quindi la geometria he,

limi-tatamente all'insieme di quelle onsiderate, soddisfa al meglio le aratteristi he

(9)

Generalità sulle bar he a vela

Unabar aaveladeveessereingradodioperaree a ementee,sepossibile,

e ien-temente, nellediverse andature rispettoalvento,nellequaliène essario l'equilibrio

tratutte leforzeagenti, ome, adesempio,leforzeaerodinami he he interessanoil

pianoveli odell'imbar azione(lapartesuperioredellos afo)eleforzeidrodinami he

he interessano prin ipalmenteladeriva (laparte inferioredello s afo).

2.1 Forze aerodinami he

Le forze aerodinami he he un'imbar azione a velapuò generare sono strettamente

legate all'angolo formato dalla direzione dell'asse longitudinale della stessa on la

direzione delvento: levele, dunque,sonosoggette aduna omponentedellavelo ità

del vento, he dipendedalla velo ità di avanzamentodella bar a.

Si onsidera un sistema diriferimentosso rispetto a terra esi pone:

• V

AW

: velo ità apparentedel vento.

• V

B

: velo ità dell'imbar azione.

• V

T W

: velo ità delvento reale.

Si può quindi s rivere laseguente relazione:

V

AW

= V

T W

− V

B

(10)

Figura 2.1: Velo ità del vento.

Alvariaredella direzione e delverso della velo ità delvento rispetto allabar a,

si possono avere diverse andature, ome riassunto in gura 2.2. Per brevità, si

onsiderano soltantoledue andature limite: quelladi poppa e quelladibolina.

(11)

2.2 Andatura di poppa

L'andatura di poppa diuna bar a a velaè s hematizzatain gura2.3.

Figura2.3: Andatura di poppa ideale.

In questo aso la forza propulsiva alla quale è soggetta l'imbar azione è data

dalla resistenza aerodinami aagentesulle vele, il uimoduloè ri avabileattraverso

la seguente formula:

F

P

=

1

2

ρ

aria

V

2

AW

S C

D

dove

C

D

è il oe ientediresistenza relativo allasuper iedi riferimento

S

e

ρ

aria

è ladensità dell'aria.

Quello rappresentato in gura 2.3 è in realtà un aso di andatura di poppa ideale,

nella prati a è onveniente manteneresempre un angolotra ladirezione delmoto e

quella del vento. Supponendo infatti di voler mantenere le due direzioni allineate,

poi hé la velo ità del vento rispetto alla bar a e quelladi avanzamento della bar a

stessasono legatedalla relazionepre edentementeesposta, all'aumentaredella

velo- ità dell'imbar azionesipotrebbeandarein ontroadunavelo itàrelativadelvento

in ontinua diminuzione on onseguente riduzione della forza propulsiva.

L'anda-mento reale di poppa sarà dierente da una sempli e linea retta; un esempio di

(12)

Figura 2.4: Andaturadi poppareale.

2.3 Andatura di bolina

Nell'andaturadibolina,ladirezione delventoequelladelmotoformano sempreun

angolo inferiore a

90

, in questo modo, si di e he la bar a è in grado di`risalire il

vento'. Fa endo riferimento allagura 2.5, è possibile notare he in questo aso la

forza aerodinami a

F

A

, espressa mediantelarelazione:

F

A

=

1

2

ρ

aria

V

2

AW

C

S

S

( on

C

S

= C

L

sin γ − C

D

cos γ

), può essere s omposta nella direzione della

ve-lo ità relativa del vento (

V

AW

) ed in quella ad essa ortogonale, ottenendo osì le

omponenti:

• D

: resistenza.

(13)

Figura2.5: Andaturadi bolina.

Considerando la s omposizione della

F

A

se ondo la direzione della velo ità della

bar a

V

B

e se ondo quellaad essa ortogonale, siottengono le seguenti quantità:

• F

P

: forzapropulsiva responsabile delmoto dell'imbar azione.

• F

LAT

: forza lateraleresponsabiledello sbandamento dell'imbar azione.

Il ompito prin ipale delle vele è quellodi produrre una omponente propulsiva la

quale non può essere ottenuta senza la generazione della forza laterale.

General-mente, inandaturadibolina,la

F

P

èapprossimativamente ompresa tra

1/4

ed

1/3

della

F

LAT

: quest'ultima deve quindi essereequilibratada un opportunosistemadi

forze.

2.4 Forze idrodinami he

Considerando una bar a he si muove di moto rettilineo uniforme on velo ità

V

B

,

al ne di avere l'equilibrio globale, la forza aerodinami a

F

A

dev'essere uguale e

(14)

dev'essere equilibrato deettendo il timone dell'imbar azione. Fa endo riferimento

alla gura 2.6, he ragura l'imbar azione vista da dietro, è possibile notare he

le due forze sono appli ate in due punti dierenti e sono equivalenti alla seguente

oppia sbandante:

M

S

= F

A

· h

a

Figura2.6: Rappresentazione delleforze e dei momentiagentisul pianotrasversale.

2.5 La deriva

La deriva deve equilibrare la omponente delle forze aerodinami he generate dalla

(15)

ontra-stando ilpiù possibilela oppiasbandante. Una sua rappresentazione s hemati a è

riportata ingura 2.7.

Figura2.7: Rappresentazione s hemati a della deriva.

2.5.1 Il bulbo

Generalmenteall'estremitàdelladerivasitrovailbulbo,funzioneprin ipaledelquale

èquelladiabbassare ilbari entroaumentandoilmomentoraddrizzantedovutoalla

propria forza peso. La sua presenza produ e i seguenti eetti sul omportamento

idrodinami odell'imbar azione:

aumenta laresistenza d'attrito;

inuenza la resistenza d'onda, modi ando il treno d'onde rilas iato a valle

dalla bar a;

ridu e la resistenza indotta della lama, modi ando la uidodinami a

al-l'estremità della stessa.

2.5.2 La lama

(16)

bilan iail ari oaerodinami oprodottodallevele. Lasuaposizionerelativarispetto

albulboèspesso dettatadari hiestedella spe i a,altrimentivienes elta inmodo

(17)

Parametrizzazione della geometria

Alnediavereun insiemedigeometrieall'internodelqualeri er arequella he

sod-disfa al meglio il requisito, si ostruis e un modello CAD parametri o della forma.

Ovverosi readapprima,inambiente

CAT IA

r

,una ongurazionediriferimentoe

poisiimplementaunapro eduraautomati alaquale, alvariarediun ertonumero

di parametri, vari la geometria entro dei limiti imposti. Un punto fondamentale

di questo passo è he nell'insieme delle geometrie he derivano da questo

pro edi-mento non i siano (oalmeno e ne siano il minor numero possibile) formea priori

ina ettabili. La presenza di al une di queste non omprometterebbe il buon esito

dell'ottimizzazione, inquanto queste risulterebbero senz'altro uidodinami amente

ine ienti e verrebbero quindi s artate, ma determinerebbe un aumentodei tempi

di al olo,dovuto alfatto didoverle analizzare.

Entro i limiti suddetti, la geometria deve variare ol massimo numero di gradi di

libertàe onintervallidivariazioneilpiùstrettipossibile,alnediavereuninsieme

più vasto e densoall'interno delquale er are l'ottimo. Per questo motivola forma

è stata denita on un elevato numero dipunti diBezier: 244 per metà modello(si

sfrutta poi la simmetriarispetto al piano longitudinale), he sono rappresentati in

gura3.1. Allaposizionediquestipuntièasso iatalageometriadell'oggetto,

rapp-resentata ingura3.2nella sua ongurazione dipartenza. Nonsarebbe omunque

una buonaidea sfruttaredirettamentelavariazionediquesti alne diottenere una

parametrizzazione del modello, poi hé, essendo il loronumero elevato, risulterebbe

di ileassegnarelorodellevariazionitalida onservare delleformesu ientemente

(18)

Figura 3.1: Visualizzazione dei puntidi Beziersu metà geometria.

Figura3.2: Visualizzazione della ongurazione di riferimentodella geometria.

Sis egliedis riverequindiunappositosoftware heleghileposizionideipuntidi

Bezieradun limitatonumerodiparametri, variandoiqualiall'internodelsoftware,

(19)

3.1 Denizione della geometria di riferimento

Non avendo una geometria dipartenza a disposizione,ilpunto dipartenza è quello

di ri ostruirne una plausibile, mantenendo per quanto possibile le proporzioni, a

partire dauno s hizzo reperito in internet all'indirizzo

http://www.sailinganar hy. om/ YD/2 005/ ima ges/ pag2 %20- %20T P52a .jpg

relativo adun'imbar azionedi tipoTP 52-1.

La ri ostruzione3D delmodellosi eettua inambiente

CAT IA

r

.

Relativamentealla ostruzionediognipartedell'imbar azione, isilimitaadenirne

metà, tenendo onto he si può sfruttare poi la simmetria per denire la restante

parte.

Il primo passoè quellodi ostruire un modello tridimensionaledello s afo, a questo

s oposièutilizzatol'ambienteShape-FreeStyle, helas iaampialibertànella reazione

di forme; si è quindi modellata la forma per linee, on il omando Curva 3D per

Punti di ontrollo;intalmodoèpossibilemodellareunalineaassegnando(inquesto

aso arbitrariamente) i punti di ontrollo e poi salvare questi ultimi. Sidenis ono

11 linee trasversali, omposte da 19 punti di Bezier ias una, fatta e ezione per

quelladi arena,denitada18punti;dunque sihannointotale 208 puntidiBezier

per los afo.

Su essivamente si denis e il timone, osa molto sempli e in quanto è su iente

disegnare due proli, uno all'estremità e uno internamente allo s afo, ias uno dei

quali denitoda5 puntidi Bezier.

Perquantoriguardalalama,lasuadenizioneèanalogaaquelladeltimone,mentre

il bulbo è denito da 3 linee longitudinali: quella superiore, quella inferiore e una

laterale, ias una denitada6 punti,di ui uno però omune alle3 linee,per uiil

bulbo èdenito intotale da16punti.

Riassumendo,si hanno: 208puntiperlos afo, 10periltimone,10perlalamae 16

per ilbulbo, perun totale, ome detto, di244.

Nella generazionedella forma,si tralas ia ladenizione di al uniparti olari, ome,

ad esempio,i ra ordi all'intersezionefra il timone e los afo, fra la lama e los afo

e fra la lama e il bulbo. Il motivo di questa s elta è he l'introduzione di questi

(20)

Grazie ad una ma ro a disposizione, è stato possibile esportare le oordinate dei

punti diBezierin ambiente

EXCEL

r

e salvarle inun le di testo.

3.2 Implementazione del software per la variazione

parametri a della geometria

Al ne di poter variare agevolmente lageometria, si s eglie di s rivere un software,

in ambiente

MAT LAB

r

, in grado di modi are le oordinate dei punti di Bezier

in modotale daavere le modi he ri hieste e salvare poi le oordinatedei puntidi

passaggio orrispondenti in 3 les di testo: uno per le as isse, uno per le ordinate

e uno perle quote, in modo he questi les possano essere sfruttati da un'apposita

ma ro he importa ipunti in

CAT IA

r

.

Cambiare direttamente le oordinate dei punti di Bezier porterebbe l'esigenza di

legaremoltoa uratamentelamodi adiogni singolovaloreatutti glialtri, alne

di non avere geometrie insigni anti aini del problema. Per ovviare a tale

in on-veniente si s eglie di legare in modoopportuno lo spostamento dei punti di Bezier

allavariazionediun erto numerodi parametri, denitiall'interno delsoftware.

Sis eglie poidiimplementarean he una pro edura he, apartiredaipuntidi

Bezi-er, dia i punti di passaggio, per poi importare questi in

CAT IA

r

. Nel fare iò si

sono ostruite analiti amentelevarie linee deniteper punti diBeziere sisono poi

estrapolati20 punti di passaggio per linea. Tale software è riportato in appendi e

B.

3.2.1 Parametrizzazione dello s afo

Si pone innanzituttolaquestionedi parametrizzarela fomadello s afo, peril quale

l'uni a grandezza ssata èla lunghezza di

72 f t

.

Si s eglie in questo aso di legare lo spostamento dei punti di Bezier a quello di

al uni puntittizi. Siassegnano 18diquesti punti,posizionandoliinmodotale he

6 abbiano lamassima inuenza sulla linea di arena equesti si fanno spostare solo

lungo la verti ale; 6si assegnano in mododaavere lamassima inuenza sulla linea

diestremitàdellos afoesifannovariaresoloindirezionetrasversale;6siassegnano

(21)

e si spostanoan h'essi soloin direzione trasversale.

Levariazionideigradidilibertàdiquestipuntisileganoaquelledeglialtripunti(se

un punto ttizio si sposta lungo una direzione, inuenza lo spostamento dei punti

di Bezier soloin quelladirezione) se ondo una dipendenza gaussiana, in modo tale

he ipuntidiBeziermaggiormenteinuenzatisianoquellipiùvi inialpuntottizio

onsiderato. Lavarianzadella gaussiana diognipuntosidàinmododainuenzare

i puntidi Bezierno alladistanza voluta.

La variazionesi assegna ome des ritto diseguito:

Si al olano le distanze fra la posizione di riferimento del punto di ontrollo

ttizio onsiderato e tutti i punti di Bezier dei quali questo deve inuenzare

lo spostamento(

d

i

).

Si er a fraqueste distanze quellaminima (

d

min

).

Si denis e una distanzanormalizzata

d

n

i

=

d

i

− d

min

d

min

Si al ola perogni punto un oe iente diinuenza (

CI

i

), se ondo un

anda-mentogaussiano rispetto alla distanzanormalizzata:

CI

i

=

1

σ

2 π

e

(d

n

i )

2

2 σ2

Si al ola la variazione della oordinata

x

i

del generi o punto di Bezier in

funzione dello spostamento (

∆x

) di un punto di ontrollo ttizio al quale il

punto onsiderato è legato:

(22)

Figura3.3: Tabelladei oe ientidella linea di riferimento.

Siusanopoiglia orgimentidisvin olareipuntidellalineadi arenadall'inuenza

dei punti ttizi he sispostano lungo la direzione trasversale (altrimentisi avrebbe

un'apertura sul fondo della bar a) e di svin olare i punti della linea d'estremità

(23)

un pianosuperiore della bar a inesso).

Regolando la varianza delle gaussiane si ries e a variare la distanza no alla quale

a una variazionedella posizione di un punto di ontrollo ausiliario orrisponde uno

spostamentosigni ativodeipuntidiBezier; bastapoimoltipli arelegaussianeper

un opportuno oe iente al ne di regolare quantitativamente tale spostamento.

Perattuarequesto pro edimentoèdiaiuto ontrollarelastruttura dellamatri edei

oe ientid'inuenzaalvariaredelleduegrandezzesuddette. Siriportaingura3.3

l'esempio della matri e dei oe ienti d'inuenza della linea di riferimento: si può

notare ome ias unodei6puntiabbiaun'inuenzasigni ativasolosudeterminati

gruppidi punti diBezier. Per rius ireadinterpretarepiù agevolmentelamatri esi

pensi he i punti da 1 a 19 rappresentano la linea d'estremità, mentre quelli da 20

a 38 rappresentano la linea longitudinale appena sottostante a quella d'estremità;

sia i punti di Bezier relativi a queste due linee, sia i 6 punti di ontrollo ausiliari

onsiderati, sono ordinatidalla poppa verso la prua.

3.2.2 Parametrizzazione del timone e della lama

Il timone è denito sempli emente da due proli. La sua parametrizzazione si

eettua ome segue:

Si assegna uno stesso parametro di traslazione verti ale a tutti i punti he

denis ono il proloall'estremità, inmododa ontrollare la lunghezza.

Siassegnauno stessoparametroditraslazionelongitudinaleatuttiipunti he

denis onoiltimone,per ontrollarnelaposizione(longitudinale)rispettoallo

s afo.

Siassegnauno stessoparametroditraslazionelungitudinaleatuttiipunti he

denis ono il proloall'estremità, inmododa ontrollore la fre ia.

Siaperilproloall'estremitàsiaperquello he sitrovaall'internodellos afo,

he sono deniti da 5 punti ias uno, si lega lo spostamento longitudinale

di tutti i punti he ostituis ono il prolo, e etto i 2 punti posti al bordo

d'atta o, allo spostamento longitudinale del punto posto in orrispondenza

(24)

Per quanto riguardagli altrigradi dilibertà sulla forma dei proli stessi, si s eglie

di agire direttamente sulle oordinatedeipunti diBezier, essendo questi soltanto5

per prolo.

Perassegnare il grado dilibertàdi rotazione deltimone, sipro ede ome segue:

Si traslano longitudinalmente tutti i punti he denis ono il timone di una

quantità tale he l'origine del sistema di riferimento della bar a si trovi in

orrispondenzadelpuntoattornoalqualesivuole he iltimoneruoti. Questo

punto può fa ilmente assegnarsi, in quanto il parametro s elto è un valore in

per entuale della orda del prolo superiore, he individua il punto a partire

dalbordo d'atta o espostandosi verso ilbordo d'us ita.

Si assegna una rotazione di tutti i punti he denis ono il timone, attorno

all'asse verti ale.

Si traslano di nuovo longitudinalmentetutti i punti he denis ono il timone

in modo he il punto attornoal quale si è fattoruotare il timone si trovi alla

oordinatalongitudinale dipartenza.

L'in idenza del timone è ssata,per esigenze legate al lavoro inoggetto, a

4

.

Perlalamasiimpostaunaparametrizzazioneanaloga,senzaperòassegnare ilgrado

di libertà dirotazione.

3.2.3 Parametrizzazione del bulbo

Tutti ipunti hedenis onoilbulbosonoparametrizzatiinmodo he restiinvariata

la posizione del bulbo rispetto al prolo inferiore della lama e sono poi legati ad

un altro parametro di traslazione longitudinale, tale da permettere di posizionale

longitudinalmenteil bulbo rispetto allalama. Un altro grado di libertà è dato poi,

analogamente ai proli visti prima, sulla orda del bulbo: si lega lo spostamento

longitudinale di tutti i punti he ostituis ono il prolo, e etto i 3 punti posti al

bordo d'atta o, allospostamento longitudinaledei3 punti postiin orrispondenza

del bordo d'us ita; questo serve avariare agevolmente la orda delprolo. Sempre

in modoanalogoa prima,si rimandaad una variazionedirettadelle oordinatedei

(25)

3.2.4 Denizione dei parametri di ottimizzazione

La forma esterna dell'oggetto risulta dunque funzione di una serie di parametri,

he sono tuttavia innumero e essivo peressere gestiti on la potenza di al olo a

disposizione per il presente lavoro, per ui nas e l'esigenza di ridurre questi a 4, la

variazionedei qualideve garantire lamassima libertà dideformazione.

Si s eglie di las iare invariate la forma e la posizione del timone, della lama e del

bulbo e di variare inve e soltanto la forma dello s afo. Si blo ano i parametri di

variazione relativi alla linea di riferimento, mentre si fanno variare quelli relativi

alla linea d'estremità e alla linea di arena, in funzione di due parametri per la

linea d'estremità e altri due per la linea di arena, alla variazione dei quali i 6

parametri originariamente s elti per ogni linea, variano attraverso dei rapporti di

proporzionalità. In questo modo si er a di apire qual è la forma di massima

he va ad estremizzare la funzione obiettivo, in mododa dare un'indi azione della

forma di riferimento a partire dalla quale ri er are in modo più a urato quella

ottima, quando le risorse omputazionali onsentiranno tale studio. In parti olare,

questi 4parametri hanno il ompitodi ontrarre o dilatare,indirezione verti ale(i

due relativi alla linea di arena) e in direzione trasversale (i due relativi alla linea

d'estremità), lapoppa e la pruadello s afo.

Sistabilis onopoiivaloriestremalidiquesti 4parametrieillorostep divariazione;

dalle s elte fatte risultano 1512 possibili ongurazioni, fra le quali va ri er ata

quella ottima.

3.3 Implementazione del software per la modi a

della geometria

A partire daido umentidi testoin us itaal software perlavariazioneparametri a

della geometria, serve ora un altro sofware in grado di appli are tali variazioni

ad un modello CAD giàdenito e salvato in do umentodi tipo

CAT part

. Questo

onsisteinunama rodi

CAT IA

r

, hemodi ale oordinatedeipuntidipassaggio

nel do umento salvato, ostruis e il box di ausilio alla simulazione uidodinami a

e esporta un le .igs, he viene poi importato dal simulatore CFD. Il box è un

(26)

50 m

sopra e

50 m

daambo i lati. Dalle gure 3.4 e 3.5 si può avere un'idea delle proporzioni fra labar a e ilbox. Tale software (riportatoin appendi e B) è s ritto

in linguaggioVBs ript, he è quelloletto da

CAT IA

r

he lo esegue.

Figura3.4: Rappresentazione del box.

(27)

Stima del galleggiamento

L'obiettivo di questa fase del lavoro è quello di determinare l'assetto in a qua

dell'imbar azione.

4.1 Condizione di galleggiamento

Posta in a qua, la bar a tende ad assumere una determinataposizione, esprimibile

in termini di angolodi be heggio e di altezza delpiano di galleggiamentorispetto

alla ongurazione dipartenza, he in ondizioni stati he è quellatale he la spinta

diAr himedebilan iilpesototaledell'oggetto. Talivalorinonsono identi iaquelli

orrispondenti alle ondizioni dinami he nelle quali si svolge l'analisi (nelle qualila

super ie dell'a qua non è piana), ma si valutano qui al ne di avere una stima

plausibile daporre ome ondizione in ingressoalla simulazioneuidodinami a. In

parti olare, si assume ssato il rollio a

30

, he dinami amente sarà garantito dal

sistema diforzeagentisul orpo,in luse quelle agenti sulle vele, he non sono state

modellizzate in questo lavoro.

laposizionediequilibrio he siri er aèdunquequellain orrispondenzadella quale

la massa d'a qua orrispondente al volume della bar a he si trova sotto al piano

di galleggiamento( onsiderato orizzontale) siapari al peso totale dell'imbar azione

stessa eil bari entro della bar a sia allineatoin direzione verti ale on quello dello

(28)

4.2 Pro edura di al olo

Al ne di determinare i due parametri in oggetto, si denis e una pro edura di

arattere iterativoall'internodi quellagiàimplementataperlavariazionedella

for-ma sul modello CAD. Tale pro edura onsiste in un primo i lo he determina la

posizione del piano di galleggiamento entro una ssata tolleranza, alla quale segue

un i lo simile he determinal'angolodibe heggiotale dagarantirel'allineamento

dei bari entri suddetti. Al termine di queste due fasi, il livello dell'a qua non è

più ne essariamente pari da garantire l'uguaglianza delle masse, per ui segue un

terzo i lo he itera i due pre edenti, ombinandoli, al ne di garantire entrambe

le ondizioni entro tolleranze he si s elgono più strette di quelle già usate. Al

ter-mine del al olo, la dierenza fra le due masse onsiderate è inferiore a

5 kg

e il

disallineamentodeibari entriè inferiorea

5 cm

. Siriportano,rispettivamentenelle

gure 4.1e 4.2, una vistafrontale e una lateraledella ongurazione diriferimento

della bar a nella posizione digalleggimento.

(29)

Figura 4.2: Vistalateraledella bar a posta in a qua.

4.3 Ruolo di questa fase nella pro edura

omplessi-va

Perogni ombinazionedeiparametridiottimizzazione,quindi,sivarialageometria

dell'imbar azioneesi determinanole ondizioni digalleggiamento,lequali,insieme

aidati inerziali della ongurazione inoggetto, vengono usati omedati iningresso

(30)

Simulazioni CFD

In questo apitoloverràillustratala pro edura dianalisiCFD daeseguire

all'inter-no di ogni i lo di ottimizzazione per ias un modello generato, al ne di ottenere

le aratteristi he uidoinami he dell'imbar azione stessa. Le valutazioni sono state

eettuatemedianteil solutoreuidodinami o

ST AR CCM+

r

, he sibasa

sull'uti-lizzo di un odi e di al oloRANS.

5.1 Fasi dell'analisi CFD

La sequenza dellefasi he si susseguono durante l'analisiCFD èla seguente:

importazione della geometria delmodello e delbox;

generazione della mesh;

settaggiodel solutoree impostazione delle ondizioni inizialied al ontorno;

al olo del usso;

esportazione deireports delle forze.

Poi héinogni i lodiottimizzazionedevono essereripetutequestefasi,ène essaria

la reazione di un'opportuna ma ro.java per l'automatizzazione della pro edura,

riportata in Appendi e C. Le ma ro.java sono di sempli erealizzazione all'interno

di

ST AR CCM+

r

,bastainfattiregistrareisettaggi ompiutiestopparealtermine

(31)

5.2 Importazione della geometria del modello e del

box

Lageometriadelmodelloed ilbox vengonoimportatiin

ST AR CCM+

r

omeles

.igs e sono rappresentati ome un insieme di super i. Il omando di importazione

viene registrato all'internodella ma ro.java relativamenteaduna parti olare

on-gurazione he in quelmomentoè oggettodilavoro. Poi hé durantel'ottimizzazione

saranno generate diverse ongurazioni, la ma ro deve essere più generale

possi-bile. A talne viene an ellato ilper orsoseguitodurantel'importazione, he, osì

fa endo, avverrà non più nella artella dipartenza manella stessa artella in uiil

programma è aperto.

La stringarelativaal per orso viene modi ata ome mostratoin gura 5.1.

Figura5.1: Modi ada apportarealla ma ro perl'importazione del modello.

Per primi vengono importati due volumi, uno relativo all'imbar azione e uno

(32)

Figura5.2: Modelloparametri o e box all'interno delsimulatoreCFD.

Attraverso l'operazione di`sottrazione', si ridu etutto adun uni ovolume

rap-presentante il volume di ontrollo, he ontiene al suo interno lageometria

dell'ele-mentodaanalizzare. Questoèindispensabilepoi héène essariorealizzareunamesh

tuttointornoallabar a,per uiilvolumedi ontrollohalafunzionedirenderenito

lo spazio esterno. Per sempli ità, si è s elto di utilizzare ome volume di ontrollo

un parallelepipedo di dimensioni su ientemente elevate da non interferire on la

formadelleondeinprossimitàdell'imbar azione,inmododaevitare errorinei

risul-tatinali.

Unavoltarealizzatoildominiodi al olo,vengonorinominatelesuper iinmaniera

taledaessere hiaramenteidenti abilinell'assegnazioneautomati adelle ondizioni

al ontorno. Inparti olarmodo,alnedimigliorarelaqualitàdella mesh,

attraver-so il omando ombine, si sono raggruppate le diverse super i he ostituis ono

l'imbar azione importata,neidiversi sottogruppi:

BulboSopra;

BulboSotto;

(33)

Lama;

Timone;

S afo Destro;

S afo Sinistro;

S afo Sopra;

S afo Dietro.

Mentre per ilbox si sono rinominate:

Laterale destrae lateralesinistra;

Davanti (super ie frontale delbox);

Dietro (super ie posterioredel box);

Fondo (super iesuperiore del box);

Sopra (super ie inferiore delbox).

5.2.1 Generazione della mesh

La realizzazione della mesh (sia di super ie he di volume) passa attraverso la

denizione delle dimensioni aratteristi he delle elle he la ompongono.

L'ot-timizzazione è un pro esso he deve essere in grado si svolgersi in tempi rapidi, di

onseguenza, sia la ostruzione della griglia, osì ome il al olo del usso, devono

avvenire in tempi ragionevolmente tali da non in iare troppo la tempisti a

del-l'ottimizzazionestessa. La griglia di al olo, allora, si trova a dover soddisfare due

requisiti di naturaopposta:

deve essere su ientemente rada dagarantire he la sua generazione avvenga

in tempi ontenuti;

deve essere su ientemente tta in maniera tale da essere in grado di dare

(34)

Sia per la mesh di super ie he per quelladi volume, è ne essario impostare

on-gruenti valori dimensionali dei parametri, al ne di ottenere una mesh valida per

l'ottimizzazione. Per quanto riguarda il tipo di mesh volumetri a utilizzata, si è

ri orso alla Trimmer Mesh, il ui prin ipio è quello di reare una spaziatura

uni-vo a delle elle in maniera tale he la forma dell'onda sia uniforme lungo tutto il

dominio, senza abbassare troppo il valore dell'inttimento. Si seleziona an he

Sur-fa e Remesher, he ri rea la mesh di super ie per migliorarelaqualità dellamesh

di volume e Prism Layer Mesher, he rea una mesh on elle prismati he

ortog-onali nelle vi inanze di fa e di tipo Wall, ome lo s afo, migliorando di fatto la

propagazione della turbolenza.

Data l'estensione rilevante del volume di ontrollo, si è giudi ato opportuno

realiz-zareunameshdibasedidimensionielevate,perpoieettuaredegliinttimentilo ali

in prossimità dell'imbar azione e della linea d'a qua. Questo permette di avere un

numero totale di elle abbastanza ridottoed allostesso tempo una a uratezza dei

dettagli nelle zone riti he superiore rispetto a quella he si potrebbe avere

utiliz-zando una mesh uniforme in tutto il volume di ontrollo. Inoltre, per aumentare

ulteriormenteladenizione dial uni elementidell'imbar azionequali bulbo, deriva

e timone,siutilizzaperessi una ustom mesh onvaloripersonalizzati, inmododa

ottimizzareladimensionedelle ellesenzapeggiorarelaqualitàdeidettagliesi rea

un ulteriorevolume di ontrollo per l'inttimento della mesh nei pressi del prolo

dell'onda.

Perla mesh di super ie:

Base Size: è la dimensione aratteristi a dell'elemento super iale, he viene

utilizzato di default dal meshatore per tutte le super i, qualora non i sia

al una parti olarespe i azione;

Surfa e Curvature: rappresentail numerodi puntiin uiviene divisauna

ir- onferenza di raggio unitario. Il suo valore didefault è 36 e viene onsigliato

unsuo aumentoladdovesianopresentiareedelmodello onmaggiore

urvatu-ra. An he in questo aso, dunque, questo valore può variare a se onda della

super ie inesame;

(35)

Aumen-maggioredi elementi didimensione prossimaa quellasettata e aratterizzata

daun gradiente di res itasuperiore.

Perla mesh di volume:

Tet/Poly Density: sono i parametri he regolanola ostruzione della mesh di

volume apartire daquellasuper iale;

Tet/Poly Volume Blending: è il parametro he regola il passaggio dalla

den-sità di mesh super iale a quella di volume. Un in remento di questo

oe- iente rispetto al suo valore unitario rende più brus a latransizione reando,

di onseguenza, problemiinerenti alladistorsione delle elle.

Alla lu e diquanto detto, siassegnano dunquei parametri per lagenerazione della

mesh per il box eper l'imbar azione riportati rispettivamentenelle tabelle5.1, 5.2

e 5.3. Nel presente lavoro siè optato perla realizzazione diuna mesh più rada sul

boxepiù ttasul orpo,inmanierataledaavere unastimamiglioredellegrandezze

integrali he suquest'ultimo agis ono.

I valori assegnati e di seguito riportati hanno permesso di realizzare una mesh di

ir a 300.000 elle, he rappresenta un buon ompromesso fra i due requisiti sopra

esposti.

Unavoltaassegnati i parametriè possibiledare il viaallagenerazione dellamesh

di super ie he agis e dis retizzando le super i in esame. Su questa stessa mesh

di super ie verrà ostruita lamesh di volume, riportatanelle gure 5.3, 5.4, 5.5e

(36)

Parametri per la ostru- S afo S afo S afo S afo

zione della mesh Dietro Sopra Destro Sinistro

BaseSize (

m

)

3, 5

3, 5

3, 5

3, 5

Surfa e Size

Absulute MinimumSize (

mm

)

0, 08

0, 08

0, 08

0, 08

Absolute Target Size (

mm

)

0, 2

0, 2

0, 2

0, 2

Surfa e Curvature

36

36

36

36

Surfa e Growth Rate

1, 3

1, 3

1, 3

1, 3

Tet/Poly Density

1

1

1

1

Tet/Poly Growth Fa tor

1

1

1

1

Tet/PolyVolume Blending

1

1

1

1

Tabella 5.1: Parametriper la ostruzionedella mesh dello s afo.

Parametri per la ostru- Bulbo Bulbo Bulbo Lama Timone

zione della mesh Dietro Sotto Sopra

BaseSize (

m

)

3, 5

3, 5

3, 5

3, 5

3, 5

Surfa e Size

Absulute MinimumSize (

mm

)

0, 02

0, 02

0, 02

0, 02

0, 02

Absolute Target Size (

mm

)

0, 1

0, 1

0, 1

0, 1

0, 1

Surfa e Curvature

36

36

36

36

36

Surfa e Growth Rate

1, 3

1, 3

1, 3

1, 3

1, 3

Tet/Poly Density

1

1

1

1

1

Tet/Poly Growth Fa tor

1

1

1

1

1

Tet/PolyVolume Blending

1

1

1

1

1

Tabella 5.2: Parametri per la ostruzione della mesh del bulbo, della lama e del

(37)

Parametri per la ostruzione Volume di ontrollo

nell'in-della mesh torno del prolo d'onda

Base Size (

m

)

3, 5

Custom Size (

m

):

Trimmer Anisotropi Size: Absolute

X

Size

3, 5

Trimmer Anisotropi Size: Absolute

Y

Size

3, 5

Trimmer Anisotropi Size: Absolute

Z

Size

0, 2

Tabella5.3: Parametri perla ostruzione della mesh del volumedi ontrollo.

Figura 5.3: Mesh di volumedel box edel volumedi ontrollonell'intornodel prolo

(38)

Figura5.4: Mesh di volumedell'imbar azione.

(39)

Figura5.6: Inttimento della mesh in orrispondenza del timone.

5.3 Settaggio del solutore e impostazione delle

on-dizioni iniziali e al ontorno

Dopo aver reato la mesh di volume, è ne essario impostare le ondizioni del

us-so, an hé

ST AR CCM+

r

sia in grado di poter valutare le forze he agis ono

sul modello. Per poterle impostare è ne essario innanzitutto impostare un set di

parametri relativialle aratteristi he delusso(spe i are ioèiluido in uisista

lavorando)ed inpiù spe i are iltipodisolutore he deve essereutilizzato,i riteri

di onvergenza odi arrestodel al olo.

Quindi dal nodoContinua si selezionaNew Physi s Continuum e si rea un nuovo

nodo hiamatoPhysi s 1. Selezionandomodels oltastodestro e li andosusele t

model, è possibile selezionare tutte le proprietà si he a ui è soggetto il aso in

esame. Le impostazioni da settare vengono riportate in gura 5.7 e riassunte di

seguito.

Three Dimensions;

(40)

al olaleforzeeimomentiagentisul orpolungoqualsiasiternadiriferimento.

Forze di pressione, di taglio e momenti, vengono al olati direttamente sulle

super i. È possibile an he aggiungere solle itazioni esterne. Le forze e i

momenti he agis onosul orpo, sono utilizzatiper al olaresia i movimenti

traslatori del entro di massa del orpo, sia le rotazioni attorno agli assi di

riferimento he determinanol'orientamentodel orpo;

6 DOF motion; è usato nei asi di non stazionarietà ed è una des rizione

lagrangianadelmoto. Lagrigliadi al olosimuovesolidaleal orpoinmaniera

rigida;

Impli ity unsteady: è l'uni o modello non stazionario utilizzabile on usso

separato o modellienergeti i diusso separato. Èutilizzatonei asi diregimi

non vis osi elaminari;

Multi-Phase Mixture: permette di avere diverse fasi si he (aria e a qua).

DalnodoEulerianMultiphase èpossibile rearelefasi diinteresseimponendo

le aratteristi he del modello. Il programma in automati o ri onos e aria e

a qua. L'uni o valore modi ato è quello della densità dell'a qua, he viene

impostato pari a

1024 Kg/m

3

;

Volumeof Fluid(VOF):èun sempli emodellomultifase hebensiadattaalla

simulazionediussidiuidiimmis ibilisugrigliedi al olo apa idi al olare

l'interfa ia fra levarie fasi;

Turbulent;

K-Epsilon Turbulen e;

Segregated Fluid Isothermal Model: è un modello he mantiene ostante la

temperaturaall'interno del volume di ontrollo. Con questa opzione si ha un

notevolerisparmio omputazionaleinquantol'equazioneordinariaditrasporto

dell'energia non viene risolta;

(41)

Figura 5.7: Modello si o utilizzato nel aso in esame.

Sidenis onoquindile aratteristi hedel orpo heos illanelmotoondoso

attraver-so la nestra 6 DOF Bodies illustrata in gura 5.7. Nel sottomenu Free Motion è

possibileselezionare i gradi dilibertà he si vogliono impostareallo s afo.

Sipassapoialladenizionedelle aratteristi hedell'onda, selezionando, oniltasto

destro, sotto il menù tools, una nuova onda, VOF waves, ome mostrato in gura

(42)

Figura 5.8: Denizionedell'opzioneVOF Waves.

Perprima osasi denis e ilpuntoin uifar iniziareilmotoondoso; nel asoin

esame si s eglie ome oordinata

Z

l'altezza del piano di galleggiamento,ottenuta

dal i lo eseguitonella ma ro. atvbs e si las iano invariate le altre due oordinate.

Si denis e la direzione verti alee si inseris ono i valoridivelo ità della orrentee

delvento, dipendentidall'angolodi imbardatadella bar a.

Si pro ede, dunque, on l'impostazione delle ondizioni iniziali, utilizzando le

fun-zioni di ampo denite dall'onda, ome illustrato in gura 5.9. La pressione e la

velo ità si denis ono ome funzioni di ampo piuttosto he ome ostanti. Per

quanto riguarda la pressione si va a s egliere Hydrostati Pressure of Head Wave;

per la velo ità si s eglie Velo ity of Head Wave. Dal menù Volume Fra tion si

se-leziona Composite; si reano due sottomenù, uno per l'a qua e uno per l'aria. Si

s eglieeldfun tion perentrambierispettivamenteVolumeFra tionofHeavyFluid

of Head Wave perl'a quaeVolume Fra tionof LightFluidof Head Wave perl'aria.

(43)

Figura 5.9: Condizioni iniziali.

Sipro ede poi on l'impostazionedelle ondizionial ontorno ome segue:

Bulbo sopra, Bulbo sotto, Bulbo dietro, S afo destro, S afo sinistro, S afo

sopra, S afo sotto, Lama, Timone: ondizione al bordo diWall;

Dietro: ondizione al bordo diPressure Outlet;

Laterale destro, Laterale sinistro, Davanti: ondizione al bordo di Velo ity

Inlet;

Fondo, Sopra: ondizione al bordo diSimmetry Plane.

A questo punto, o orre impostare il risolutore. Andando sotto Impli ity unsteady

(44)

un passo e l'altro della simulazione e si pone pari a

0.05 s

. Le altre impostazioni

si las iano uguali a quelle di default. Per de idere no a he punto si vuole far

proseguire la simulazione si ri orre al menù Stopping Criteria e si impostano il

numero massimo di iterazioni, Maximum Inner Iterations, all'interno del singolo

Time Step. Si s eglie10. Siimpone, quindi, il Physi alTime pari a

30 s

.

5.4 Esportazione dei reports delle forze

Dal momento he per ogni i lo di ottimizzazione si vogliono onos ere le forze di

portanza e diresistenza he agis onoin ias una ongurazione, diventa ne essaria

la loro esportazione in un le di testo. Bisogna ri ordarsi, dunque, quando si sta

registrando lama ro, di impostarela registrazionedeireports.

Allastessa manieradi omesi èpro edutoperl'importazionedelmodello, an he in

questo aso ène essario an ellare ilper orsodiesportazione, inmanieratale he il

software eettui questa operazione nella stessa artella in ui stalavorando.

Al terminedi ias unasimulazione,vengonoper iòsalvatidue les informato . sv,

unorelativoallaforzaindirezione dell'asse

X

el'altrorelativoallaforzaindirezione

dell'asse

Y

, i quali, attraverso la onos enza dell'angolo di imbardata, onsentono

(45)

Pro edura di ottimizzazione

L' ottimizzazioneèstata svoltainambiente

MODE F RONT IER

r

, he permette

una fa ile gestione grazie ad una sempli e interfa ia gra a sotto forma di

dia-gramma di usso. Il funzionamento delprogramma si basa sull'utilizzo di appositi

nodi, he permettono di ollegareesso stesso ai vari softwares he si utilizzanoper

lo sviluppo della pro edura.

Ilsoftwarediottimizzazione

MODE F RONT IER

r

presentatreambientidilavoro,

(46)

Figura6.1: Interfa ia gra a dell'ottimizzatore

Workow: all'internodi questo ambientesi denis e il vero e proprio i lo di

ottimizzazione, in ui i si avvale di appositi nodi, opportunamente ollegati

tra loro, he rappresentano i singoli steps in ui è suddivisa la pro edura. In

ias uno diessièpossibiledenireirispettiviparametri aratteristi iaprendo

le relativenestre didialogo.

(47)

ia- ostituis e unindividuodella popolazione he sistagenerando. Inquesto

am-bienteèpossibilevederequalidesigns non hannoavutobuon esitoe onos ere

la ausa del loro man ato ompletamento, al suo interno è dunque possibile

seguire lapro edura nella sua evoluzione.

Design Spa e: ra oglietutte le informazioni inerenti ai designs ompletati e

permette un'interpretazione dei risultati della pro edura attraverso una serie

di strumenti utili al post-pro essing, onsentendo di analizzare l'inuenza dei

singoliparametrisullafunzioneobiettivo. Una olorazionedellarigadierente

da quella di default del design spa e, permette di individuare quelle

ongu-razioni he, per in ongruenza on i vin oli imposti, non sono state realizzate

dall'ottimizzatore.

Risulta di grande aiuto sottolineare n da adesso he si è in grado di svolgere

un'ottimizzazione soloquando siabbiano ben hiari iseguenti 3 punti:

1. Gliinputs della pro edura di al olo;

2. la pro eduraiterativa di al olo;

3. la funzioneobiettivo daestremizzare.

Si va adesso adesaminare nello spe i o lapro edura diottimizzazioneseguita.

6.1 Inputs della pro edura di al olo

Per poter denire gli inputs di questa pro edura, basta individuare gli elementi

ne essari perdare inizio all'ottimizzazione:

Realizzazione diun CAD parametri oopportuno: èuno deipunti più

impor-tantidella pro edura, se non addiritturailpiù importante. Sipuò omin iare

la realizzazione parametri a solo quando si abbiano ben hiari quali siano i

parametri he si è intenzionati ad usare per poter far variare il CAD. Il suo

buon funzionamento è dunque di vitale importanza, in quanto dovrà essere

possibilegenerare divoltainvoltanuove geometrie,pertuttelepossibili

om-binazionideivalorideiparametriassegnati. Potrà veri arsi he, per

(48)

S elta delle variabili diottimizzazione: strettamente legate alla realizzazione

delCAD parametri o,essenonsonoaltro he iparametrigeometri i he fanno

variare il modello e he sono leggibili all'interno dell'albero genealogi o del

modellatoreCAD, sotto la vo e parametri. Di questi dovranno essere deniti

in

MODE F RONT IER

r

un valoreiniziale,un limite superioreed un limite

inferiore. Questi ultimi due possono essere opportunamente ambiati qualora

vadano ad in iarelarealizzazione delle nuovegeometrie.

CFD: Viene eettuata attraverso il solutore aerodinami o

ST AR CCM+

r

.

E' un nodo estremamente importante he risolve per ogni i-esima

ongura-zionegeometri aottenuta,ilproblema uidodinami o. Poi hé lapro eduradi

ottimizzazionedeve avvenireinmodoautomati o,saràne essario,per ias un

aso in esame, introdurre una ma ro (in formato .java) he setti, per ogni

nuovageometria importatain

ST AR CCM+

r

, le aratteristi he della mesh,

le ondizionidi simulazionee he dial'avvio al al olodelusso.

6.2 Pro edura iterativa di al olo

Una volta deniti gli inputs, si denis e lo s hema logi o di funzionamento della

pro edura diottimizzazione, he siarti ola nelle seguenti fasi:

1. Denizione dell'i-esima ongurazione geometri a:

MODE F RONT IER

r

variaiparametrigeometri iall'internodell'intervallo

imposto e denis e, dunque, l'-iesimanuova ongurazione

2. Costruzione dell'i-esima ongurazione geometri a e

posizionamen-to del piano di galleggiamento: attraverso un le .mat si determina la

posizione di ias un punto da ui iniziare la ostruzione della geometria, he

viene eseguitaattraverso un'opportunama ro di

CAT IA

r

, onla qualesiva

an he ad eseguire un i lo peril posizionamentodelpiano digalleggiamento.

3. Generazione della mesh del modello e al olo del usso: on l'i-esima

ongurazione,sientranelsolutoreaerodinami o he,grazieaduema ro.java,

unaperil asoad

1

diimbardataedunaperil asoa

3

, onsentediesportarei

(49)

le ondizionial ontorno,le ondizionidelussoedigenerarelamesh di

super- ieequelladivolumeesudiquestevaarisolvereilproblemauidodinami o.

A questo punto si onos ono le forze di portanza sviluppate dalla

ongura-zione ai due diversi angoli di imbardata. Si ostruis e dunque la urva di

portanza perquella determinata ongurazione e sidetermina l'angolodi

im-bardatareale,entrandointale urva on ilvalorediportanzasviluppatodalla

ongurazione iniziale. Nototale angolosiesegue un'ulteriorema ro.java per

la risoluzione delproblema uidodinami odi interesse.

4. Valutazionedellafunzioneobiettivo: per ias unai-esima ongurazione,

ilsoftware diottimizzazionevalutalafunzioneobiettivosullabasedeglioutputs

provenientidalsolutoreaerodinami o,alne dis eglierela ongurazione he

minimizzatale funzione.

La pro edura di ottimizzazioneè riportata nella gura 6.2, in ui è visibile ome il

tuttosiasvoltoall'internodi

MODE F RONT IER

r

e omel'algoritmodi

ottimiz-zazione interagis a on levariabilidi ottimizzazione he entrano direttamentenella

(50)

Figura6.2: Pro edura di ottimizzazione

Nella gura 6.3 si riporta il workow ompleto per l'ottimizzazione

dell'imbar- azione.

Si possono individuarei seguentinodi:

Input node: imposta le variabili di ottimizzazione unitamente al passo di

dis retizzazione e airelativiestremi divariazione;

Appli ation node di

MAT LAB

r

: seleziona il le .mat da eseguire per

ottenere i puntida uipartire perla ostruzione della geometria;

(51)

gener-•

S heduler node: s eglie il tipo di algoritmodi ottimizzazionee dei relativi

parametri di ontrollo;

Matrix Buer Node: identi a le oordinate dei punti per la ostruzione

della geometria inus ita dal nodo

MAT LAB

r

;

Input template node: rea un le.txt nella working dire tory on i valori

aggiornatidelle variabili;

Transfer le node: rea ileditesto ontenentile oordinatedeipunti he

saranno lette dallama ro di

CAT IA

r

(52)
(53)

Appli ation node di

CAT IA

r

: selezionail modello parametri o da

utiliz-zareeintrodu elama roperlarealizzazionedellageometria,il

posizionamen-todel pianodigalleggiamentoeirelativi omandidiesportazionedelmodello

in formato.igs;

Output Variable Node: legge delle variabili in us ita dalla ma ro. atvbs e

daintrodurrenel nodo

ST AR CCM+

r

;

Input le node: assegnai omandi.java per

ST AR CCM+

r

;

Support le node: assegna il le su ui eseguire i omandi s ritti nelle

ma ro.java;

SSH node: dopo aver impostato i parametri per la onnessione al Linux

Cluster del laboratorio, attraverso le due ma ro, si ostruis ono la mesh per

il aso diangolo diimbardatapari a

1

e a

3

;

Output le node: legge ille direport prodottoda

ST AR CCM+

r

;

Output variable: variabili da introdurre nel nodo

MAT LAB

r

e nel nodo

ST AR CCM+

r

;

Appli ation node di

MAT LAB

r

: selezionaille.mat peril al olo

dell'an-golodi imbardata;

SSH node: dopo aver impostato i parametri per la onnessione al Linux

Cluster dellaboratorio,attraverso lama ro nale, si ostruis e lamesh peril

aso di angolodi imbardatanale;

Output node: estrae il valore dautilizzare dalle di report delle forze;

Design Obje tive: denis e l'obiettivo.

6.3 Analisi dettagliata della pro edura

implemen-tata nell'ottimizzatore

(54)

6.3.1 Impostazione delle variabili di ottimizzazione

Gli inputs del pro esso diottimizzazionesvoltosono:

1. Carena Davanti;

2. Carena Dietro;

3. Laterale Davanti;

4. Laterale Dietro;

Pereettuarel'ottimizzazione,bisognadeniregliintervalliestremidivariazionedi

taliparametri. Saràdunque ne essario dare,perogni variabile,un limitesuperiore,

Upper Bound, un limite inferiore Lower Bound ed il numero di dis retizzazioni in

ui deveessere suddiviso l'intervallodivariazioneDelta Value. A titolodi esempio,

nella gura 6.4, si riporta la nestra di dialogo he si ottiene li ando sul primo

puntoCarena Dietro e he permette dieettuare isettaggi sopra esposti.

(55)

6.3.2 Denizione dei punti ausiliari

Una volta deniti gli intervalli delle variabili di ottimizzazione, si pro ede on la

determinazione del set dipunti ne essari per la ostruzione delmodello geometri o

dell'imbar azione. Nel nodo

MAT LAB

r

è ne essario selezionare il le relativo al

al olodelle oordinatedeipuntidaiqualiinizieràla ostruzionedelCAD

paramet-ri o, ome mostratoin gura 6.5.

Figura 6.5: Finestraper leimpostazionidel nodoMatlab.

Unavoltaottenute le oordinate deipunti ausiliari,vengono ra oltida tre

(56)

Figura6.6: Finestra per leimpostazionidel nodoMatrix Buer.

Si passa, quindi, al nodo Input Template e lo si setta ome in gura 6.7 e in

gura 6.8. Le oordinatedeipunti vengono, inne, ra oltee trasformateinun le

di testo dalnodoTransfer le.

(57)

Figura6.8: Impostazionidel nodo Input Template (2).

6.3.3 Impostazione del modello CAD e della ma ro VBs ript

Nel nodo

CAT IA

r

è ne essario selezionare il le relativo al modello

dell'imbar- azione ompleta parametrizzata ed inoltre introdurre il relativo s ript di modi a

della geometria e posizionamento del piano di galleggiamento. Il

posizionamen-to del piano di galleggiamento verrà eettuato ad ogni i lo, dopo he il modello

geometri o è stato aggiornato e prima he questo si onnetta al nodo su essivo.

An hé

CAT IA

r

(58)

avvieneattraversoilpulsanteedit CATIA driver dallanestra entraledidialogodi

CAT IA

r

,riportata ingura6.9. Levariabilidioutput di

MODE F RONT IER

r

devono essere onnesse oniparametri he sonostatidenitiall'internodelmodello

parametri oin

CAT IA

r

; taleoperazione vieneeettuata on il omando

introspe -tion, s hematizzato omeun bino olovi inoa ias unavariabile,attraverso ilquale

ilsoftware fornis eunelen odituttiiparametri he sonopresentinelmodelloCAD

e ne permette il ollegamento on quelli di

MODE F RONT IER

r

ome

rappre-sentato in gura 6.10. In parti olare è ne essario avere ome output la posizione

del piano di galleggiamento,i momentidi inerzia della bar a e la posizione del suo

bari entro, al ne di introdurre taliparametri nelle ma ro.java.

(59)

Figura6.10: Implementazionedegli input all'interno dell'ottimizzatore.

6.3.4 Denizione del set di famiglia iniziale: DOE (Design of

experiment)

An hé lapro eduraabbiainizio,ène essarioavereadisposizioneunset inizialedi

designs da uiiniziarelari er adellasoluzione ottima. Attraversoilnodos heduler

è possibile non solodenire questa popolazione,ma an he l'algoritmodi

ottimizza-zione.

DOE: Il nodo DOE permette di denire una popolazione iniziale di

ongurazio-ni, he generalmentesi aggiranointorno al entinaio, e he permette l'esplorazione

dell'interospaziodenitodallevariabilidiinput edailororispettiviintervallidi

va-riazione. Attraverso poi l'algoritmodiottimizzazione,vengonoselezionati idesigns

di DOE onsiderati diinteresse ea partiredaquesti ne vengono reati dinuovi. In

altre parole, l'utilizzo di un nodo DOE inquesti termini hadue vantaggi: il primo

(60)

all'aumentare del numero di ombinazioni generate da

MODE F RONT IER

r

, il

se ondo è he, onl'utilizzodiuna popolazioneiniziale,siries eadindividuarequel

range di intervalli in ui vanno a stabilizzarsi le ongurazioni, da ui è possibile

ripartireperunari er apiùa urataeapprofondita. Questomododipro edereben

si presta aquelle ottimizzazioni aratterizzate da moltepli iparametri. All'interno

del nodoDOE èpossibile s eglierediverse sequenze ome mostratoingura 6.11.

Figura6.11: Sequenzeall'internodel nodo DOE.

Nella pro edura di ottimizzazione ondotta nel presente lavoro, si è usata una

sequenza di tipo Sobol he è un algoritmo di tipo deterministi o simile al random,

salvoilfatto he, a dierenzadiquest'ultimo, oreun ampionamentopiù regolare

(61)

6.3.5 Impostazionedell'algoritmodiottimizzazione (S heduler

Node)

Il pro esso di ottimizzazioneè stato ondotto attraverso l'uso di algoritmigeneti i.

Gli algoritmi geneti i riprodu ono il pro esso evolutivo della spe ie umana.

Par-tendodaunapopolazioneiniziale(denitanelnodoDOE)ilnodoS heduler produ e

nuove generazioni he ontengono glielementimiglioridelle generazioni pre edenti,

muovendosi dunque verso una ondizione di ottimo globale. La soluzione trovata

nonsarà legataaduna ondizionediottimoassoluto,bensìdiottimorelativo

dipen-dente, ome ovvio, dalla popolazione a ui si fa riferimento. La qualità di ias un

individuo, he ompone lapopolazionedelle possibili soluzionidelproblema posto,

è denito attraverso una funzione di tness. La funzione ditness indi a la

apa -ità di adattamento all'ambiente dell'individuo. Gli individui he hanno un'elevata

apa itàdi adattamentosi riprodu onoe ries ono osì atrasmettere ilorogeni alle

generazioni future, e sono quelli, dunque, he presentano la funzione di tness più

elevata. Nel presente lavoro la funzione di tness oin ide on la funzione

obiet-tivo, quindi s opo dell'algoritmo sarà quello di ottimizzare la funzione di tness.

Ogni individuo della popolazione rappresenta un elemento all'interno dello spazio

di ri er a (design spa e). I più importanti operatori di ri er a sono il rossover e

la mutazione: il primo ri ombina i geni in maniera tale he i loro gli abbiano le

aratteristi he di entrambi i genitori, il se ondo reintrodu e nella popolazione

ma-teriale geneti o perduto. L'algoritmo utilizzato nel presente lavoro è l'algoritmo

geneti o MOGA II,(Multi Obie tive Geneti Algortithm), la uis eltaè statafatta

osservando lavori diottimizzazione svolti pre edentemente. Come osservabile dalla

gura 6.12,ène essario settarediversiparametri peravere la ompleta funzionalità

dell'algoritmo:

NumerodiGenerazioni: Apartiredalnumerodiindividuidellagenerazione

di partenza (DOE), l'algoritmo rea ad ogni nuova generazione, un identi o

numero diindividui. Nel presente lavoro èstato posto pari a20.

Probabilità di rossover direzionale: Consentediottenere individui

sem-pre migliori,il suo valore è ompreso tra 0 e 1. Porre un valore di0 signi a

(62)

verran-nuove generazioni ome ombinazione delle ongurazionitra loropiù vi ine.

S egliere un valore troppo alto porterebbe ad avere delle soluzioni di ottimo

he onvergonotutte,moltopresto,verso ongurazionidiminimolo ale,

tut-tavia la s elta di un valore troppo basso allungherebbe dimolto i tempi. Per

il presente lavoro siè s elto un valore di0,5

Probabilitàdiselezione: Generalmentequestovalorevienelas iatougualea

quellodidefault,paria0,05. Questorappresentalapossibilità heunindividuo

ries a a trasmetteretutto ilsuo patrimoniogeneti o qualora sia inseritonella

popolazione su essiva.

Probabilitàdimutazione: An hequestovalorevienelas iatodidefault pari

a 0,1 e rappresenta la probabilità he il patrimonio geneti o di un individuo

venga mutato inmodorandom.

DNA String Mutation Ratio: Rappresenta la per entuale di DNA he

viene modi atadallamutazione. Siès elto,inquesto aso,unvalore di0,05.

Trattamentodeivin oli: Épossibiletrattareivin oliinduemodidierenti:

 penalizzazionedelle soluzioni he violano i vin oliimposti;

 penalizzazione delle soluzioni he violano la denizione di una funzione

obiettivo.

Nel presente lavoro si ès elta la se onda soluzione.

Tipo di Algoritmo: É possibile s egliere tra dierenti tipi di algoritmo,

sulla base dilavoripre edentemente svolti,si èusato il riteriogenerazionale.

Questo tipo di algoritmo aggiorna ad ogni generazione un erto numero di

(63)

Figura 6.12: Algoritmo geneti oMOGA II.

6.3.6 Impostazione delle ma ro.java

In ingresso a ias un nodo

ST AR CCM+

r

è presente una ma ro.java per

l'ese- uzione delle simulazioni uidodinami he. Per sempli ità, si mostrerà solo il le

relativo al primo nodo ssh, tenendo presente he gli altri due les sono del

tut-to analoghi. Nel workow di

MODE F RONT IER

r

, i tre elementi di ui si

spiegherà il funzionamento sono denominati: `Alpha1', `Alpha3' e `AlphaFinale'.

La ma ro.java relativa allarisoluzione delusso perun angolo di imbardatapari a

1

(64)

di gura 6.3, tale nodo ha ome inputs la posizione del piano di galleggiamento,

i momenti di inerzia dell'imbar azione e la posizione del bari entro, he vengono

introdotti nella ma ro li ando sul tasto Edit Input File. Si apre, dunque, una

nestra in ui è visibile il testo della ma ro; selezionando nella nestra in basso

la variabile di interesse e nello s ript la posizione in ui va inserita tale variabile,

li ando on iltastodestrodelmouse es egliendol'opzioneInsert Variable, è

pos-sibile far ri onos ere automati amente a

ST AR CCM+

r

le variabili in us ita da

CAT IA

r

. Lo s ript si presenta ome ingura 6.13.

(65)

6.3.7 Nodo ssh: onnessione al Cluster remoto

Questo passaggio viene fatto avvalendosi delproto ollo ssh (se ure shell), tale

ol-legamento viene eettuatoattraverso un apposito nodo he risiede in

MODE

F RONT IER

r

. É dunque su iente impostare i parametri relativi alla

onnes-sione ed il per orso sul luster del le di avvio di

ST AR CCM+

r

, per onsentire

l'ese uzione del programma. I parametri da impostare per la onnessione del nodo

ri hiedonol'impostazionedelnomedell'host,delnumerodellaportaedellapassword

per la onnessione, ome riportato in gura 6.14. Il per orso del le di avvio ed il

numero dipro essoriutilizzati,viene inve e indi atonello s ript, he viene eseguito

subito dopoaver stabilitola onnessione, omevisibilein gura 6.15.

(66)

Figura 6.15: Impostazionedel nodossh (2).

6.3.8 Impostazione del nodo Transfer le

Il pro esso di ottimizzazione he avviene in

MODE F RONT IER

r

può essere

paragonato ad un insieme di s atole inesi. Durante l'ese uzione del pro esso di

ottimizzazione,infatti, ilsoftware

MODE F RONT IER

r

genera,all'interno della

artella della simulazione in orso, un insieme di sotto artelle, ias una delle quali

orrispondeadundierentedesign generato. Inogni artellaappartenentealdesign

generato, èpresenteunulterioregruppodisotto artelle,dalle qualivengonoavviati

i softwares utilizzati nella simulazione: è ne essario quindi spe i are quali les

debbano essere trasferiti da una artella di lavoro all'altra. Di onseguenza il le

.igs relativo al modello e allesuper i delbox, deve essere opiato dalla artelladi

lavoro di

CAT IA

r

, all'interno della artelladi lavoro di

ST AR CCM+

r

Figura

Figura 2.6: Rappresentazione delle forze e dei momenti agenti sul piano trasversale.
Figura 3.2: Visualizzazione della 
ongurazione di riferimento della geometria.
Figura 5.1: Modi
a da apportare alla ma
ro per l'importazione del modello.
Figura 5.3: Mesh di volume del box e del volume di 
ontrollo nell'intorno del prolo
+7

Riferimenti

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