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Guarda Introduzione | Studi Urbinati, A - Scienze giuridiche, politiche ed economiche

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Academic year: 2021

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Introduzione 21

Vorrei limitarrni a qualche breve considerazione preliminare, che magari sarà oggetto di approfondimento nel prosieguo dei lavori. Già nel titolo di questo importante seminario organizzato dal pro f. Castaldo mi pare siano racchiusi ì due profili più interessanti: la necessità dì una tutela pena-le dell'attività bancaria e l'esperienza comparata come base per la costru-zione di un sistema unitario.

Quanto al primo aspetto, l'evoluzione normativa ci mostra come il legislatore abbia da sempre scommesso sull'alternativa penale in funzione dì controllo dell'impresa bancaria: la legge bancaria, un coacervo di dispo-sizioni di non semplice coordinamento, conteneva una serie dì ìllecìtì pe-nali destinati a rimanere pressochè inalterati nel tempo.

Anzi, l'esperienza storica dimostra come la tendenza all'impiego dello strumento penale non si sia successivamente invertita, ma abbia addi-rittura incrementato la sua estensione.

Un incoraggiamento in tal senso è venuto del resto dal processo di integrazione europea: le direttive comunitarie in materia non hanno infatti rinnegato l'opzione criminalizzante.

D'altra parte, l'emersione macroscopica del fenomeno del riciclaggio di capitali sporchi nel circuito economico-finanziario ha comportato consequenzialmente l'esigenza di rafforzare la tutela penale della traspa-renza del mercato.

L'attuale quadro si presenta dunque caratterizzato dali' assorbente presenza dell'opzione penale: dal momento dell'ingresso (abusivismo ban-cario e finanziario) a quello dell'attività concreta (conflitto di interessi), dalla rappresentazione non veritiera di dati inerenti l'attività bancaria alla mera omissione di comunicazioni, il legislatore penale segue la strada della penalizzazione.

Sia pure a fatica, mi sembra quindi che sia possibile parlare di un protosistema di diritto penale bancario: i relativi reati sono infatti caratte-rizzati -sul piano oggettivo- dalla rinuncia alla tipizzazione di un evento, arretrando la soglia della punibilità allo stato di pericolo; sotto il profilo soggettivo, l 'interesse per il dolo specifico lascerebbe intendere la volontà di rafforzare la proiezione psicologica del comportamento.

Se mi è consentito un rilievo critico, vorrei sottolineare come la fiducia riconfem1ata al diritto penale mal si concili con la sostanziale disapplicazione di alcune figure di reato, sopravvissute più nella m annalistica

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22 Alfonso M. Stile di riferimento che nelle aule giudiziarie.

Si è perduta quindi un'occasione storica quanto meno per un'ope-razione di scrematura che avrebbe permesso di focalizzare l'attenzione sul-le condotte più risul-levanti in termini di offensività.

E' difficile dire se tale mancata procedura di maquillage sia dovuta a mera inerzia o se invece nasconda l'intenzione di lanciare messaggi sim-bolici all'opinione pubblica, ai fini della stabilizzazione sociale, attraverso nonne destinate all'ineffettività.

Ed altrettanto difficile è pronosticare il futuro della applicazione delle nuove nonne -o addirittura dei nuovi reati- introdotti nella prassi. Del resto, la realtà del mondo bancario si presenta ancor'oggi sfuggente nelle sue implicazioni criminologiche per poter individuare con sufficiente cre-dibilità la tendenza del domani.

Quanto al secondo profilo che connota queste giornate di studio -l'approccio di diritto comparato - ritengo che in esso possa rinvenirsi la chiave per risolvere i nostri problemi.

E' anzitutto da sottolineare come la dimensione ultranazionale del mercato economico e deH' impresa bancaria, la circolazione transfrontaliera dei capitali rendano inevitabili una metodologia investigativa di ricerca che privilegi l 'analisi ed il confronto con Paesi dalla cultura giuridica similare. Ma è soprattutto dalla prospettiva comparata che si può arrivare alla co-struzione di un modello omogeneo di diritto penale bancario europeo, fina-lizzato alla lotta al crimine organizzato, la cui struttura internazionale è oramai pacifica.

E ciò al fine di approntare -e così idealmente il cerchio si chiude- un modello punitivo efficace e credibile, selezionato quanto a tipologia del-l' offesa, ed in grado dunque di evitare l 'inflazione del deterrente penale conflittuale con il principio dell' extrema ratio.

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