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Ricordo di Marcel Le Glay

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L'Africa

romana

Atti del X convegno di studio

Oristano, 11-13 dicembre 1992

a cura di A ttilio M astino e Paola Ruggeri

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L'Africa

romana

Atti del X con vegn o di studio

Oristano, 11-13 dicembre 1992

a cura d i A ttilio M astino e Paola Ruggeri

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Attilio M astino

Ricordo di Marcel Le Glay

L o svolgim ento di questo decim o C onvegno de “L’A frica R om ana” avviene proprio a ll’indom ani della scom parsa - avvenuta a Senan il 14 ag o sto 1992 a ll’e tà di 72 anni - di M arcel Le G lay, ch e era stato il pioniere di questi nostri incontri fin dal lontano 1983.

C i è sem b rato op p o rtu n o rico rd arlo brevem ente alla p resenza di tanti Suoi collaboratori ed amici e della stessa M .m e B iondine Le Glay, che ci ha fatto l ’onore di essere presente con noi qui ad Oristano.

N a to ad A rle u x (N o rd ) il 7 m a g g io 1920, a l l ’in d o m a n i d e lla seconda guerra m ondiale ha conseguito la sua agrégation en H istoire nel 1945 e si è dip lo m ato l ’anno su ccessiv o p resso l ’École P ratique des Hautes É tudes di Parigi con una tesi sulla colonia di D ura Europos. Fin dal 1946 tenne dei co rsi alla S o rb o n n e, p er poi in se g n are p resso la Facoltà di Lettere di A lgeri a partire dal 1949, prim a com e “chargé de c o u rs ” , p o i (dal 1952) co m e A ssiste n te ed in fin e (dal 1960) com e “m aître de conférences” . Nel frattem po aveva trascorso due anni (1947- 4 9 ) p re s s o l ’É c o le F ra n ç a is e de R o m e. D al 1955 al 1961 fu v ice d ire tto re del S erv ice des A n tiq u ités d e ll’A lg eria, paese co n il q uale m antenne un singolare rapporto positivo di collaborazione anche dopo la proclam azione d e ll’indipendenza: basta vedere l’am m irazione e l ’affetto di ta n ti su o i a llie v i a lg e r in i, tra i q u a li ric o rd e rò s o lta n to N a c é ra Ben.seddik. Tra il 1953 ed il 1961 diresse la rivista Lihyca.

Passato alla Facoltà di Lettere di Lione nel 1%1, nel 1966 sostenne la sua tesi di dottorato, discutendo quello che rim ane il suo capolavoro, Saturne africain (pubblicato poi in tre tomi: Monuments, I-II, 1%1 e 1966; Histoire, 1966). Per dieci anni (tra il 1963 ed il 1972) fu direttore archeologo delle Antichità della Regione Rhône-Alpes, riuscendo a pubblicare nel 1970 il volu­ me su Les Gallo-Romains, nella Histoire de la France diretta da G. Duby.

P a ssa to q u in d i ad in se g n a re a p a rtire dal 1970 a lla F a c o ltà di L ettere di P aris X -N a n te rre , dal 1983 fu p ro fe sso re tito la re p resso l’Istituto di Storia d e ll’arte e di archeologia della U niversità di Paris IV - Sorbonne e quindi professore em erito nel 1987.

N el 19 8 8 o r g a n i z z ò n e lla s e d e d e l l ’ I n s t i t u t d e F r a n c e le m anifestazioni per il centenario de L ’A nnée É pigraphique, che diresse a

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partire dal 1964, un anno che aveva segnato veram ente una svolta ed un 1 rilancio della rivista.

T ra g li in carich i più p re stig io si c o n sid e ra v a q u ello di se g re ta rio | generale d e ll’Association Internationale d ’Épigraphie grecque et latine; fu ' anche creatore nel 1967 del Centre d ’Études rom aines et gallo-rom aines di Lione, m em bro e poi dal 1987 presidente della Com m ission de l ’Afrique du N ord del C om ité des travaux historiques et scientifiques; consigliere del M inistro delle Università a partire dal 1986; mem bro della Société Nationale d es A n tiq u a ire s de F ran ce; co m p o n e n te del co m ita to di re d a z io n e di num erose riviste: Archaeologia, A ntiquités A fricaines, G allia, Karthago; c re a to re assiem e ai p ro fe sso ri L id io G a sp erin i, C lau d e N ico let, S ilvio Panciera, Charles Pietri e G iancarlo Susini delle Rencontres d ’Épigraphie la tin e fra n c o -ita lien n e s. M ed a g lia di b ro n zo del C entre N atio n al de la Recherche Scientifique nel 1966, gli è stata conferita la laurea honoris causa d all’U niversità di Bologna nel 1988.

Tra i suoi più noti scavi archeologici ricorderò quelli d e ll’accam pa­ m en to d e lla seconda coorte di Sardi a R a p id u m in M au retan ia C esa- riense, pubblicati a partire dal 1951: una ricerca, questa, che lo aveva poi avvicinato per la prim a volta a G iovanna Sotgiu ed alla Sardegna.

N on è possibile qui soffermarmi sulla produzione scientifica di Marcel Le G lay, ch e è co m u n q u e e strem am en te am pia, c o m p re n d e n d o alcune centinaia di titoli, fino agli ultimi straordinari volum i di sintesi, com parsi quasi sim ultaneam ente con un ritm o quasi prodigioso: Villes, tem ples et sanctuaires de iO r ie n t romain (1986), L ’empire romain in collaborazione con J. Le Gali (1987), Rom e, grandeur et déclin de la République (1989) e G ra n d e u r e t d éc lin de iE m p ir e (1 9 9 2 ), La relig io n ro m a in e (1991; riedizione del volum e 1972); e infine il m anuale di H istoire rom aine in collaborazione con Y. Le Bohec e J. L. Voisin (1991).

Proprio Voisin, l ’allievo prediletto, in una lettera recente nella quale r ic o r d a il g ra n d e m a e s tr o , o s s e r v a c h e , d o p o a v e r a f f r o n t a t o le prob lem atich e orientali (D ura F u ro p o s), Le G lay preferì d ed icarsi con passione scientifica e civile ai luoghi nei quali visse: l ’A lgeria innanzi tutto e poi la Francia, in particolare la Gallia Lugdunense, la regione di Lione, territori che visitò in lungo ed in largo, che cercò di conoscere in tutti i dettagli ed in tutti i cam pi della storia antica. In occasione del recente Congresso intem azionale A IFG L di Nîm es (ottobre 1992), abbiam o tutti potuto vedere quale indimenticabile ricordo M arcel Le G lay abbia lasciato a Lione, tra i suoi collaboratori e tra i suoi allievi. Lo splendido m useo di Lugdunum , che Le Glay progettò negli anni sessanta con una straordinaria intuizione, resta un m odello di m useo aperto, efficiente, m od ern o , una finestra singolare sulle rovine della colonia romana.

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Storico prim a di tutto, infaticabile organizzatore, a partire dal 1964 Le G lay si dedicò a ll’epigrafia latina con un taglio originale, portando in q uesto c am p o l ’esp e rie n z a p reced en te e so p rattu tto le c u rio sità d ello storico delle religioni: i tem i preferiti furono quelli della vita religiosa, d e l l ’e v e r g e tis m o , d e lle re la z io n i tra c u ltu r e d if f e r e n ti a H ’in te m o d e ll’im pero rom ano, d e ll’esercito, ma si dedicò con passione anche alle in d a g in i p r o s o p o g r a f ic h e e d o n o m a s tic h e , a lla p u b b lic a z io n e di iscrizioni inedite, a ll’archeologia, sem pre con u n ’ap ertu ra su lla sto ria generale.

C hiarezza, precisione, capacità di sintesi rendevano le sue lezioni ed i suoi corsi universitari e parauniversitari illum inanti, com e quelli che io stesso seguii p er qualche tem po nella splendida cornice del B eit al H ikm a di C artagine nel lontano 1982, dove ancora aveva sede l ’institut N ational d ’A rchéologie et d ’A rt. Tanti giovani ricercatori tunisini oggi presenti ad O ristano lo ricordano con me.

A vviatosi orm ai verso lavori di sintesi, si dedicò poi ad indicare prospettive storiche più am pie, sostenendosi sem pre su esem pi concreti.

Le su e s in te s i p a rtiv a n o d a lla c re s c e n te c o n s a p e v o le z z a d e lla c o m p le ssità d el fe n o m e n o d e lla ro m a n iz z a zio n e : nel m a g g io 1988, concludendo il colloquio in m em oria di A ttilio D egrassi, M. Le G lay ha fornito un giudizio im portante sui nostri studi, che trattano di un im pero rom ano non u n ifo rm e (com e era apparso al M om m sen), m a retto da istitu z io n i a rtic o la te , so tto p o ste ad un d iritto p u b b lic o n o n se m p re o m o g e n e o . Di q u i l ’im p o rta n z a d eg li stu d i re g io n a li, l ’e s ig e n z a di accertare il ruolo dei diritti tradizionali nella loro integrazione e nei loro ra p p o rti co l d ir itto ro m a n o , la n e c e s s ità di s c o p rir e il ru o lo d e lla tradizione, degli usi e costum i provinciali. Partendo d alla c o m p lessità delle istituzioni m unicipali, dalla concezione di un diritto ro m an o più flessibile ed articolato, M. Le G lay concludeva, parafrasando u n ’e sp re s­ sione del D egrassi: «soyons dans nos réunions toujours co n scien ts de n ’être pas des ‘sto ric i’, ni m êm e des ‘ep ig rafisti’, mai seulem ent ‘degli storici d e ll’an tich ità’».

Nella sua prodigiosa attività di ricerca restano alcuni progetti che non sono stati purtroppo portati a term ine: la sua riflessione sulla m agia nel m ondo antico, alla quale aveva dedicato due articoli su “L ’A frica R o m a n a ”, d o v e v a a p p ro d a re n elle sue in te n z io n i alla s te s u ra di un v o lu m e di s in te s i. A P a m p lo n a n e ll’a p rile 19 8 7 , in o c c a s io n e d el Convegno suH’epigrafia giuridica. Le G lay form ulò poi nei dettag li il progetto di un co llo q u io d e ll’A IE G L sulla Tabula B a n a sita n a e sulle p ro c e d u r e d e lla c o n c e s s io n e d e lla c itta d in a n z a p r im a e d o p o la co n stitu tio A n to n in ia n a , o tten e n d o il co n sen so di G éza A lfö ld y e di

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A lv aro D ’O rs. U n progetto a lungo v agheggiato e m ai realizzato, un c ru c c io p e r Le G lay, fu la m an cata p u b b licazio n e del terzo e q u arto volum e (con gli indici) delle Inscriptions Latines de l ’A lgérie di H.-G. P f la u m , d a te m p o p ro n ti p e r la s ta m p a . D e s id e ro in q u e s ta se d e rinnovare l ’appello perché q u e st’opera fondam entale venga pubblicata al più presto, con l ’accordo delle autorità nazionali algerine.

V orrei p erò lim ita rm i og g i a ric o rd a re l ’a ttiv ità di Le G lay in Sardegna.

H o c e rc a to nei g io rn i sc o rsi n e ll’a rc h iv io del D ip a rtim e n to di S to ria deH ’U n iv ersità di Sassari le testim onianze di q u esto interesse e di q u e sta attenzione: ho trovato decine e decine di lettere, con le quali m a n ife s ta v a so steg n o , in c o rag g iam en to ad alcuni n o stri p ro g ram m i, c o n fe rm a v a il patrocinio d e ll’A ssociation In tern atio n ale d ’E pigraphie G re c q u e e t L a tin e p e r i n o stri C o n v e g n i, a su o g iu d iz io d iv e n u ti “ u n ’is titu z io n e ” , perché en trati n ella tra d izio n e, lo d a v a la reg o la rità n ella p u b b licazio n e degli Atti: «si le rendez-vous annuel de d écem bre v en ait à d isp a raître - ha scritto sul VI volum e de L 'A fr ic a R o m a n a -, q u e lq u e c h o s e d ’im p o r ta n t n o u s m a n q u e r a it e t m a n q u e r a it à la scien ce» . H o tro v ato interventi ripetuti per segnalare il nom e di questo o q u e llo stu d io so da contattare e d a coinvolgere; ho tro v a to co n sig li e su g g erim en ti, che sono stati fondam entali per noi, soprattutto n ella fase in iz ia le , p e r ev itare errori ed in co m p ren sio n i so p rattu tto nei rap p o rti

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is titu z io n a li. Le G lay ha su g g e rito l ’in c lu sio n e n e lla c o lla n a d elle p u b b licaz io n i del D ipartim ento di S to ria di alcuni volum i, com e qu ello d i L e B o h e c s u l l ’e s e r c ito ro m a n o e la S a rd e g n a . H a p r o p o s to il p a ssag g io , a partire dal decim o C onvegno de “L’A frica R o m an a”, ad una ca d e n z a biennale, ritenendo i ritm i attuali tro p p o faticosi p e r noi. Ci ha seg u ito insom m a in questi anni con am icizia sin cera, fino agli u ltim i m esi, q u an d o progettava di scriv ere un a rtico lo p e r il v olum e S a rd in ia a n tiq u a in om aggio a P iero M eloni.

P e r q u a n to p o i mi rig u a rd a p e rs o n a lm e n te , h o se m p re v iv o il ricordo d e ll’affettuosa accoglienza, nel 1984, a Parigi, presso L ’A nnée É p ig ra p h iq u e, durante un lungo soggiorno nel corso del quale lavorai per la m ia ricerca sui rapporti tra A frica e Sardegna ed avviai gli articoli di aggiornam ento bibliografico sulla ricerca epigrafica in A lgeria ed in M arocco, partendo dal 1974, cioè proprio d a ll’anno fino al quale erano arrivate le rassegne che M arcel Le G lay e Noël D uval avevano curato per “C h iro n ” e per i “M EFRA”, rispettivam ente jjer l ’epigrafia pagana e cristian a : in q u e ll’occasione Le G lay fu largo di inform azioni, suggeri­ m enti, indicazioni bibliografiche anche recentissim e, com e la m essa a disp o sizio n e di tesi di dottorato.

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C apirete perciò le ragioni per le quali abbiam o considerato il dolore dei suoi fam iliari, il dolore di M .m e Le G lay e dei suoi allievi, com e il n o stro dolore. C apirete dunque che questo sentim ento è legato al ricordo di un m aestro che ha seguito con attenzione i nostri studi e le nostre attività e che è stato per noi, com e per tanti altri studiosi, un punto di riferim en to ed un grande incoraggiam ento a continuare: ciò anche se a c c a n to a Lui ed in p a rte g ra z ie a L ui si s o n o a g g iu n ti n e g li anni ta n tis s im i a ltri a m ic i, ch e o g g i c a m m in a n o a ssie m e a n o i. G ià nel d icem bre d e ll’anno scorso, pur essendosi riprom esso di partecipare al C o nvegno di N uoro, dove avrebbe dovuto p resentare l ’ottav o volum e degli A tti, era orm ai gravem ente am m alato, ricoverato in ospedale da ^ qualche giorno, com e ci scrisse la signora con un breve m a com m ovente m e ssa g g io . P a rte c ip ò poi ai lav o ri d e l l ’a n n u a le R e n c o n tre fra n c o - italien n e di R om a nel giugno di q u e s t’anno, m a una lettera di M .m e D ondin Payre dei prim i di agosto già ci inform ava d e ll’aggravam ento im provviso delle sue condizioni e delle preoccupazioni degli allievi, che I tem evano il peggio da un m om ento a ll’altro.

A m a r g in e d e i n o s tr i C o n v e g n i M a r c e l L e G la y s v o ls e tr e conferenze: a Sassari, nella sala della C am era di C om m ercio, nel 1983, in occasione del prim o convegno, sulla vita religiosa deH’A frica rom ana (Les religions de l ’A frique rom aine au He siècle d ’a près A p u lée et les i inscriptions); ancora a Sassari nel 1988, n e ll’aula m agna deH’U niversità, in occasione della seduta inaugurale del sesto C onvegno, sulle deviazio- ■; ni della religione rom ana n e ll’età di M arco A urelio (D ’A hón o u teich o s à S a h ra th a , les d é v ia tio n s d e la re lig io n r o m a in e au te m p s d e M a rc A u r è le ). A C a g lia ri nel 1990 n e lla sa la d el B an c o di S a rd e g n a , in occasione d e ll’ottavo C onvegno, sul sincretism o religioso nella colonia di T ham ugadi, con riferim ento ai culti della dea A frica, di E sculapio e di Serapide nel santuario AeW'Aqua Septim iana (U n centre de syncrétism e I in A frique: T ham ugadi de N um idie). Tutti testi che poi ha regolarm ente c o n s e g n a to a lle sta m p e e ch e c o m p a io n o n e i v o lu m i de “L ’A fr ic a R o m a n a ”, assiem e a ll’articolo dedicato alla rilettura di quattro iscrizioni africane, da C aesarea, Fum os M aius e L am baesis, pubblicato sul quinto volum e (A p ro p o s de quelques textes a frica in s). In tutte q u este occa­ sioni, Le G lay presiedette le sessioni di lavoro e partecipò attivam ente al dibattito.

In conclu sio n e, desidero un attim o to rn are al prim o co n v eg n o su “ L’A frica R om ana” , svoltosi nel lontano 1983. A causa d ella su a n o ­ m ina a titolare d ella cattedra di A rcheologia rom ana alla S orbonne, Le G lay non aveva potuto m antenere l ’im pegno di venire in S ardegna per una conferenza da tenersi nel m ese di giugno, sul tem a “L a vita religiosa

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o

l:

Fig 1 : Antiquarium Turritano, Porto Torres. L'ara della divinità egiziana Bubastis dedicata nel 35 d.C. dal sacerdote C. Cuspius Felix, in un disegno di Salvatore Ganga (da M . Le Gl a y, Isis et Sarapis sur un autel de Bubastis à Porto Torres (Turris Libisoms), in A. Bo n i n l, M. Le Gl a y, A.

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deH ’A frica rom ana nel II secolo d .C .” . La prom essa fu successivam ente m an te n u ta a dicem bre, con quello che poi fu il prim o dei nostri incontri annuali.

Il venerdì 16 dicem bre 1983 Le G lay presiedette la tavola rotonda e nel p o m eriggio tenne la sua conferenza. Quel giorno si svolse anche la visita al M useo Sanna di Sassari ed ai depositi nei quali Le G lay potè studiare a lungo l ’ara dedicata a B ubastis nel 35 d.C ., scoperta da Ercole C o n tu n e l 1 9 6 7 . A q u e s to m o n u m e n to a v r e b b e p o i d e d ic a to un im portante articolo, sul volum etto Turris Lihisonis colonia lulia scritto in collaborazione con A ntonietta Boninu e con m e, che com parve per le E dizioni G allizzi nel 1984: Isis e t Sarapis su r un autel de Buhastis à P orto Torres (Turris Lihisonis)', la colonia di Turris L ibisonis, con le sue r e la z io n i c o n la C a m p a n ia , e r a d e f in ita c o m e u n a d e lle lo c a lità d e ll’O ccidente nelle quali fu introdotto più precocem ente il culto delle divinità egizie (Serapide, Iside, Bubastis).

S abato 17 dicem bre si svolse la prim a delle escursioni attraverso m u s e i e s c a v i a r c h e o lo g ic i d e lla S a rd e g n a c h e tr a d iz io n a lm e n te concludono i convegni de “L’A frica R om ana”. Vi parteciparono M arcel Le G lay, N aidé F erch io u , Hédi S lim , L atifa Slim , A m m ar M ahjoubi, C inzia V ism ara, R aim ondo Zucca, ed io stesso, che avevam o preso parte alla tavola rotonda inaugurale del C onvegno.

D a Sassari si raggiunse C agliari, dopo aver percorso la C arlo Felice fiancheggiata dai m aestosi nuraghi Santu A ntine di Torralba, Losa di A bbasanta, G enna M aria di Villanovaforru. Q uello, ancorché fuggevole, fu il prim o incontro di Le G lay con le torri preistoriche della Sardegna: successivam ente avrebbe conosciuto Barum ini e Palm avera di Alghero.

A C a g lia ri fu v isitato il M useo A rcheologico N azionale sotto la g u id a di F e rru c c io B a rrec a. Il S o p rin te n d e n te di C a g lia ri sv o lse la presentazione del M useo incentrando il discorso sui culti della Sardegna a n tic a , te m a tic a c h e r is c o s s e la v iv a p a r te c ip a z io n e d i L e G lay , indagatore in faticab ile dei profondi legam i tra religione prerom ana e culti rom ani s u ll’altra sponda del canale di Sardegna.

Seguì la visita alla C ittadella dei M usei, dal cui alto osservatorio si potè am m irare la costa ovest del G olfo degli A ngeli con la penisoletta di Nora, m eta su ccessiv a del viaggio. Lungo la statale p er N ora l ’atten­ zione di Le G lay fu colpita dal m assiccio torrione naturale di Antigori, presso Sarrok, sede di un insediam ento nuragico aperto al com m ercio con i M icenei.

L o scam bio com m erciale fra popoli m editerranei, dai M icenei, ai Fenici, ai Cartaginesi, ai Romani, fu la chiave di lettura della città di Nora. Il centro fenicio si rivelava, nella visione di Le Glay, ancora nella sua

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caratterizzazione urbanistica del periodo ellenistico, dunque ancora punica. Su quel tessuto i Rom ani avevano inserito il loro teatro, l ’anfiteatro, le terme, senza avere la meglio sulla tenacissim a tradizione preromana.

A Nora volle poi tornare assieme a M .me Le Glay ed a me nel dicembre 1990. Rientrato a Parigi, mi avrebbe scritto: «M a fem m e a été si enchantée de ce séjour à Cagliari que nous envisageons de venir une fois, en été, pour une visite plus approfondie de votre belle île. Elle a découvert q u ’il ne serait pas difficile de traverser la Corse en voiture et de passer en Sardaigne par les “Bocche di Bonifacio”. C ’est un projet! J ’èspere que ce ne sera pas qu’un rêve! ». Un progetto che Le Glay rinnovò in una lettera del febbraio 1991, dove prom etteva di tornare per l ’estate d e ll’anno su ccessivo. M a orm ai questo doveva rim anere un sogno.

A ll’im b ru n ire si rip rese la strad a v erso S assari, to ccan d o S anta G iu sta con la ch iesa rom anica, che Le G lay avrebbe v o lu to rivedere ancora nel 1988.

Ad O ristano, orm ai a notte inoltrata, l ’ultim a ferm ata del viaggio, per visitare l ’A ntiquarium A rborense, sotto la guida appassionata del direttore del M useo, Peppetto Pau. Furono esam inati i tituli tharrensi conservati n e ll’A ntiquario, i num erosi laterizi con bolli urbani di una villa del litorale Sud del G olfo di O ristano, una m assa plum bea iberica proveniente da un relitto tardo repubblicano d e ll’isola di Mal di Ventre.

Ma al di là dei singoli reperti, l’attenzione dei convegnisti fu colpita d a ll’esposizione m useale, d a ll’atm osfera ottocentesca che si respirava nelle sale, un p o ’ anche grazie alla presenza di un p ersonaggio com e P e p p e tto P au : l ’A n tiq u a riu m A rb o re n s e r iv e la v a a n c o ra il v o lto originario della collezione di antichità di Efisio Pischedda, acquistata nel 1938 dal C om une di O ristano p er form are l ’A ntiq u ariu m A rb o ren se, rappresentava cioè la testim onianza storica di un gusto del collezionism o archeologico che proprio ad O ristano tra Settecento ed O ttocento ebbe, in relazione agli scavi nelle necropoli di Tharros, la più am pia diffusione. L ’A n tiq u a r iu m A r b o r e n s e p a r v e a L e G la y u n a s t r a o r d i n a r i a testim onianza storica del collezionism o antiquario: un m useo del secolo passato m iracolosam ente sopravvissuto fino ai nostri giorni.

Le G lay e gli altri studiosi fecero voti - lo rico rd av a del resto il nuovo conservatore R aim ondo Z ucca nei giorni scorsi sulle colonne de “ L’Unione Sarda” - perché il M useo di cui si ventilava il trasferim ento in locali più idonei, non fosse snaturato nel suo carattere originario, ma s o p ra v v iv e s s e c o m e te s tim o n ia n z a d e lla s to ria d e l c o lle z io n is m o archeologico-antiquario sardo.

Quel voto del 1983 ha fruttificato ed è oggi com piuto nella nuova sed e del P alazz o P a rp a g lia , in cu i, m ed ian te un a m p io a p p a ra to d i­

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dascalico, è tracciata la storia della raccolta Pischedda, com e paradigm a­ tica del collezionism o dei ceti nobiliare, ecclesiastico e borghese della Sardegna sabauda. C redo che la visita che noi farem o stam ane a ll’A nti- quarium A rborense avrà anche il senso di un ritorno.

D esidero ora cogliere l ’occasione della presenza qui ad O ristano di M .m e B io n d in e L e G lay , p e r c o n se g n a re u n a ta rg a ric o rd o un p o ’ particolare, che desideriam o dedicare in m em oria di suo m arito. N ella targa abbiam o voluto rappresentare il disegno, pubblicato nel volum etto su T urris Libisonis da A ntonietta Boninu e da M arcel Le Glay, su ll’ara di B ubastis; uno strao rd in ario altare datato con anno consolare al 35 d.C ., sul quale M arcel Le G lay aveva voluto leggere le im m agini ed i sim boli di Serapide, di Iside e di Bubastis, tre divinità egiziane venerate a Turris L ibisonis in Sardegna n e ll’età di Tiberio. È qui con noi oggi il prof. E rcole C ontu, scopritore nel 1967 del m onum ento, che invito a I consegnare personalm ente la targa.

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