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L'INGEGNERIA SANITARIA ,

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(1)

Anno III. TORINO, Settembre J892. N. 9.

L'INGEGNERIA SANITARIA ,

Pe riodico n1 e nsile teeni co - igi e nico illu stra to

Tem~io Crematorio, Came re o'osservazione STAZIONE DI DISINFEZIONE

\no~·i

ed ifici annessi al C imite ro di Torino

( \"eggasi l"cmnessa Ta~:ola lX).

I gt ·andi :\fu nici pì d'Italia . pet' in ta nto pitt tar·di anche i picco li, non deY ono sol ta nto limit ar·."i a pt·one-

det·e il ca mpo pe r le inuma zioni e pet' le iumul az ioni dc i cadaYCI 'i, pt·es. C I ' itto da i Hcgola menti goYei·natiYi , ma debbono anco r a og-gi gio m o dispon·e di

un

Tempio C,·e,iwlo;·io, di Sl n:ioni di disinfe:::ioJ1e, di Came;·e cl'osscn ·a:irme de i cadaYCI ' i, di J, aumde1 ·ia a vap or·e c di alt ri anne ssi e:lifici per· completa re tutt i i serri zii che il pt·ogr ·esso de lla ig iene e la sc ienza sugger·i-

co no pe r · combattet·e i mot·bi infct liYi, cioè le ma- lattie C\'it abil i.

Dobbiamo alla cor·tesia <le ll'Cfficio municipale de i LaY or i Pubblici di Tot·i no, se siam o in gt·ado di pr esentat ·e ai nostr·i lettori i di5 eg ni de i nu ovi edifici ot ·a ult imat i pr·esso il Cimi tero di Toi· in o.

Va nno an zitutto t t· ibutati s in cct ' i elogi al :\lunicipio che opportunamente decre tò somm e ri leYanti pet· at·- richi t·c la città di stabi lim enti co nso ni ai tempi c che po ssono co mpet ere con quell i delle più gr·andi capi- tali d'Eu t •o p:l.

Pei ma in Italia, Tot ·i no diede il saluta1 ·e es empio (l).

Il nostt ·o Municipio asseconda ndo il concetto già estl'in- secato dalla popolazione, che cio ti le Autot·ità de Y ono PI'O tegge t·e la sal ute dci cittad ini clal contagio, non altt·imenti della

pr·opr·iet~t

e dell a mot·al ità, s'accime a trarlui'I'e in atto le g iu ste aspiraz ioni de i suoi con- cittadi ni.

La peopos ta di eri get·e ques ti nuovi ed ifi ci comu- nali, fu p:)s ta Inna nzi e \·alo t·osamente caldeggiata

(l) Anche il Municipio di ;'\lilauo, nelle sedute dei :\!aggio di quest'anno fe,..e app1·oyao·e dal Consiglio la spesa di Lio·e Yentimila, ed app1·ovò il regolamento di pro\·a pel servizio delle disinfezioni pubbliche.

In :Milano lo stabilimento per le clisinfezioooi, provvisto di apparecchi e vapore, è annesso alla g1·andiosa Lavanderia Co- munale già in funzione, facente pa1·te degli edifici (pu1· rima- nen~o diviso ed indipeudeute) del oouovo Ospedale pei conta- goost a Derganiuo fuori di Porta Comasina.

Prog~tto e disegni di questo grandioso stabilimeooto per La·

~·a.udeJ•ta e disinfezioni .ci fu ron.o genti l meute rimessi dali' U (- fìcJO Tecnico_ C~munale di l\lilano, e noi quanto _prima ne. f<ì- remo Hna pubblocazioLe, che ~periamo riesci l'i• di molto inte1·es:se.

rlall"ex .\ ssesSO I'e pee r Igien e' P l'Ofessot·e Sena- tor e P acch iott i, sempt·e inspi ra t0 da igieni co e n tu- siasmo e da affe tt o cittadino. In appresso se ne occupò con am ot·e l' attuale ben em et·i to _ - \.ssessoee pee l'Igiene Dot to1· Tacco ni s.

Le costruzioni fut·ono proge t tate da l Yalente _ \t·- ch it. caY . 1' . P 1·in etti, ora Jn geg nct•e capo del Mu ni cipio di To1 ·in o,

assi~tito

dall'egt· eg io Mid ana ingeg nel'e all o stesso ufficio. D'acco rdo cogl i

ing~net·i,

con ti·ibuieono efficace ment e all a lodeYoli ssima r iuscita dell' opet· a,

"pecialm ente per· quanto t•iguarda le im po l'tanti esi- genz e del l'i giene, l'at tivissimo nos tro be nemer·ito

·~Iedico-c:1po

de l

~'lunicipio,

Co mm endatO I'e Ra mello.

ed il ch ia1 ·o P rofe so t ·e Bor· don i "Cifi·eduzzi, dir·ettot ·c del Labo rato ri o mun icipa le di batteri olog ia.

TE>IPIO

CRDI.\TOP. IO.

(._\ueslo elegante e mn estoso faub1 ·icato,

~ebbene

facc ia.

pute dell'assieme degli edifici in parola, (regga si la pian la sull a p lanimelria dell'a n wssa Ta v. IX) fu

et'etlo e solennemente inaugurato il 17 giu gno l 888r per ini ziati Ya pr iYata àella stes sa Societa p c;· la.

c i'P!)I(l::ione in T orin o, composta di beneme riti cit- ta r lini , co n a pt'esidente l'ill ustre Pr of.

Sen>~.tore

Fa- bretti , ed a Segret ario, l'attir o eù indefesso Signor

Cesa1'~

Goldmann, an im a cleli a pt'O Y Yida isti tuzi one.

11 Municipio co ncesse geatui tame nlc alla Società di Ct·emazione l'area confinante col cimitero generaler e diede un concorso di L. ì 300 a fond o pet 'du to, ed il compianto r\.t'chitett o

~Iat·ini

ne compilò i

disegn~

e dit'esse da filantropo tutti i laY oi·i di costru zione . Da lla stat istica delle crem azioni eseguite si pu ò- l" ilevare, com e anche a Torino, l'idea rlella crem azione facc ia st t·ada (l ); infatti nel 1880 si eseguirono 12 a emazioni, e nel 1891 raggiunse_ I o il numero di 28.

La societa

so~tiene

le

~pese

el i eset·cizio e di ma-

(l) .\ questo proposto ci piace ripo1·tai·e qui quanto rile- v:tmmo ioo <JU<!Sti giorni sulle gazzette tedesche.

« Il magist1·atc eli Berlino ha presentato al ministo·o prus- siano degli Interni un memoriale con cui domanda venga. con- cessa in Pn1ssia la co·emazione facoltativa e au~orizzato il co- mune di Berlino ad erigere un forno co·ematol·io nel cimitero comunale "·

~ Il .memoriale, olt1·e le ragioni igieniche fatte valeo·e dai fauto1·i della cremazione, sostiene ch'essa non contl·aria ne p1·incipii religiosi nè moo·ali, mentre procurerebbe rilevanti economie sulla spesa. eli acquisto e manutenzio.ne di cimiteri ai comuni cd alle comunità 1·eligiose •.

« Cons ata poi, che in seguito acl un'inchiesta fatta negli ultimi anni, la g1·an maggioranza delle f..;miglie di Berlino è ÙIYoreYole alla crem:izione :. .

(2)

130 L ' L\

GEG

NERIA SA:\ITAI\

TA

Iso-:: , 1\' . n.

nulenzione, pet·cepisce dai so ci una piccola tassa di L. 25 una Yolta tanto

;

dagl i

~lsleanci

L. 100 per ogni ceemazi one.

Pei po\·eri, la cr emazione è gmtu ita, e gli operai possono fa rsi insc1·iyere fra i soci pagando solta n

to

lire un

a a

l mese du r ante dodici m

e

si.

Tutti gli altei edifici indicati in pianta s ulla pla ni- meteia geneeale (Vegga si l'annessa Ta v. IX), sono di pt·oprietà esclusiva del :Municipi o, e funzionano

sol

to la sua diretta sot·veg:ianza

;

essen

zialmente con

-

sis

ton

o

nei fabbt·ic

ati

seguent i :

l

0 ·- C.UIERA lJI OSSER\' A ZIO :-lE PEI C AD.-\. \'ERI KON INFETTI.

Questo

edificio isolato, ad un solo piano, co nsta di un

g

r·ande salone a, con annesse stanze pet· le autoeiUt, pet• ì medi ci e cust~di , è destinat

o

a tenet·e in osser- yaz io ne i

cadaY~ei

delle

persone

mor te di malattie non infettive. E munito d i Yentilatori

,

s fi

a

tatoi e campanelli eletteici, i quali accusano qua lunque m

o-

vimento de i

COi"[Ji

in

osseerazione

pel caso che la morte fosse

soltanto

appat·ente. Tutti gli angoli so no s mus sati, le pat·eti Yer·ni

ciate,

i vavimenti in cement

o

battuto onde

ottener·e così

una pe t-fetta pu li zia .

1

- - - -- -

2°. -

CAMERA DI OSilER\'AZ

IO :"i

E PEJ CADA \'EIU

!l'il" ETTI.

Q uesto cdi

fìc

io anche ad un

~olo

piano,

co

nsta pi·i

n- c

ipalmente di due saloni a, a,

cu

i

so

no

annes~;i

un local

e

c pet· le autopsie, un

gabinetto

l

pct

· le oss e rYa-

zioni

mict·oscor:iche

e

due sta

nzet

te pel

custode

. Anch

e

qui

s

i è cerca to di o ttenere

ur.a g

l'an de ,· enti lazi

ono

pe e mezzo di ampie fine

stre, par·ape

tli tt·a for at i, wasi-

sta~, canne

di Yentil

az

ione negli angoli e sfia tatoi ne i soffitt i. Tutte le pal'eti son

o pe

t· un

a

ce r·ta altezza r

e

r- niciate co lla Yemi

ce

Pi x - Yaletina, res istente a lara-

wee

a

r::c!te ac idulate, mentre il parimento, tutto d

i ce

mento battuto, tende

con unifo

rm

e

pe ndenza ad u

n

s ifone centrale, do nd e Yengono

e~pol'lale

a ll'cste l'l1o le acque dt laYatur·a . L'illuminazione dei locali è p1·oy vis

ta

pet· o t·a col ga

z,

l'acqu

a è

potabile, ...-i

so

no in

oltre

gli aYYisatoei e lettt·ici .

Nella sala

delle

a

utopsie il taYolo

a

nato mico è d i gdòs s maltato gieevole in tutti i sensi, sostenuto da

u

na colo nna d i fet·ro \· uoto, ne

l

cui inter·no passano i li

qu

idi

che da ap

pos ito can a

le

s

ottos

tanto m uni

to

di

sifone Ye

ngou

o scat·icati fuori

del locale.

Fig

o

-

Prospetto deii'A ppareccùio o Stufa di disinfezicne Oeneste H erschN' o

3". -

STAZIONE DI D!S!~FEZIONE.

Questo fabbricato è il più importante pel suo scopo e per· gli apparecchi affatto modemi che racchiude, consistenti essenzialmente in due stufe od apparecchi di disinfezione (Veggasi figu· re 1 e 2 inte1·calate)

della Casa Geneste Herscher di P a rigi, e di due cal- daie a Yapor·e della Ditta Schlaepfel' e Comp. (l).

Il locale ' diviso completamente in due par·ti distii1te non aventi fl'a l ol'O comunicazione diretta che attnt- Yerso le stufe; nello scompar·to g si riceYono gli og-

(l) La Ditta Schlaepfer con fonderia ed officina meccanica i

t:

:rorì~o, eostruisce anche lodevolmente gli apparecchi per le dtstnfcztom del sistema-Geneste Herscher. · ·

getti da disi nfe ttare, in ris i

d

ispongono sul carrello e s'intt·oducono nell

a

stufa, nell'altro h passa no gli oggetti d is infettati. Il personale di senizio n

on

p uò accedet·e nei locali g, g' , senza passare pee tee stan- zette, la prima 1, des tinat a a

spogliatoi

o, la seconda 2 quella centeale,

a

lle lavature, la ter·za 3, ad indossaee le tuniche d'uso.

Le due caldaie

a

vapot·e sono cilindeiche, ver·tica li, a focolat·e intel'no, del tipo Field, e possono pmdmTe un a pl'essione effettiYa di 4 atmosfet·e, somministrando .il ,

-

apore occot·t·ente pee le due stufe di disinfezione

(fig. 1 e 2) alla tempéeatura di 117° centigt·. circa.

Le due stufe consi-;tono in recipienti cilindrici di lamiera ·di feno del diàmete

o

di m. 1,30 e della '!un-

i

189:?. ~. 9

L'INGEG-N ERIA

S

AN ITARIA 131

hezza di m.

2,'2;) con fe ndi di

fe

no a cal

otta, che pos- 8ono ap

t·it·si pet· l'intt·od uzio nc e la successiY a estt·a-

zio

ue dal la to opp

osto

degl i

oggett

i da disinfetta t ·si.

Ques

ti appa t·ecchi

sono

in oltre muniti

a

ll

'interno

d i

u

n tu

bo

di toame

h

ucheeell

ato

pet· l'intt·ocht

zione

del ...-apo r·e e eli un a serie

d

i t ub i put·e di r am e pel ri scalda-

-me

nt

o

a

secco.

C

n catTello sco!Tevole s

u gu ide in fet•t·

o

facilita

l' intt·od uzi

o

ne c !'estt·az io ne deg li

ogge

tti in-

fetti

nelle

stufe, O\'e vengono dis

infettati ed ess iccat i

p

t·ima

d

i esso ee e

stt·atti,

col r·i scaldamento a

sècco; meglio

della suind icata de

sct·izio

ne

ser

Yi t·a nn

o a fm·

c<)mp

rende t

·e

la dispos izione del sistema G enes tc He l'-

ch

et•, le figut·e l e 2

qui intet·cala

te.

Tutto

il locale, come le camere di

ossen·azio

ne, è

cost

t

·

utto in m odo òa

ottenere

13 mass ima Y

e

ntila-

zione

e pulizi

a

.

Pig

o

2. -

Sezione

4ù . -

LA\' A:'\D

EIUA .

Il

sito in dicato

sulla

plan imel t·ia colla lettera

11,

è

des

tinato alla layanderia la ']na ie conte rTà yasche

pet• disinfezioni

chimiche, laY at ut·e e risciaquature

; : sciugato

i pce l'itwet·no,

slenJaggi pct•

l'e s tate, ecc.

3". -

LOC.-\.LE PEL PE:-:SOX"-\.LI-: DI SERnZIO.

Ques

to locale capace at

tua

lmente di d: u· a llogg io

a

5 famiglie, I 'acchiude altt·esì una scude1· ia con so-

pt·asta

nte fie nile, cd un a rimessa poi ca rri d i ti ·as-

pol'to

delle

mat~r·ic

infette.

V

i

sta

in

oltr·e

a nne ssa

una

te ttoia chiusa per· depos ito di b:u·elle a ma no, catTi, ecc.

. .

s~ o~sena infine

che una. ci nta tt·asversa le sépara.

:<flatto 1

due recinti, pet· gli

oggetti

infe tt i e non infetti,

1 quali hann

o caduno un

o

speciale ingees

so

dall

'e- s

ter·n

o,

e ne

ssuna co

municazio ne i n teJ'tHI.

Telefo

ni

, s

uone1·t

c

e

campanelli elettt·ici sono

de-

s

tipati

a

J'e ndere più

age

r

ol

e e pronto il

se

rvizio, me

n

tre apposi li ca t · t·i

sen-o no a

tt•a,;;

po

dare

gl

i

og- ge

tti inft:Jtti e Jisinfettati.

I!

cos

to di tutti ques ti

fab

beicati,

compre~i

i mUI·i

d

i cinta

e

tutte le opet·e accesso eie, snpe1·edt le lire

cen

tomi la, ( l ) Pl'esel·cizio dell' impi anto di

disinfezione

n

on

sa dt cel'to infet·ioJ•e a

lle

lir·e - lO mi

la a

nnue; m

a

pet•

o

t·a null

a

s i può dire di pos iliY

o

pel'cbè l' eser·- cizi

o

noemale non

cominciet·à che

fea

qualche set-

timana.

1 :\pei · zòr:e. - Lo esper-ienze fHtc, pct·

accet·la

t·e la

po

te nza di

dis

infezio ne

d·~lle stufe Gcnestc Heeschei', fu

t·o no

condo t

te dal pt

·o

f.

Bo

rd

oni

l ' ffredu

zzi,

assisti t o dal do tt.

_

\.bba dell'Ufficio d'igien

e

municipale

;

ebbe1·o risultato fa\·

o

t·ey

ole nel senso che l'a~ione del

Yap ot·e

so

pt•at·i

scaldato

e ci t·colante

s

i most;roò efficace ad uc-

cide

t·e

qualunque piLt res

iste nte miCI'organ is mo in

t

utti i punti de ll'in te 1·no dell'apparecchi

o.

_

-\d

a

lcune esper·ie nze ass istemmo a nche uo i, esse

cons

istettet·o specialmente in ciò:

Il p1·of. Dot·ioni

Uffreduzz

i pr·ep: w

ò

enl1·o tub i

d

i

Y

etr·

o

a paeeti

sottili e

chi us i co n

or

atta del le listc- r-elle d i car·ta bibul

a

p1·ima ster·ilizzate e poi impt·e- gnate di spot·e di carbo:1chio, che a detta dei batte- roiologi, so no le più res is te n ti a tutti

gl

i age nti fìs it:i, chimici e teemici

.

Di que s ti tubi alcuni disponcra

so

pra i m

atcmss

i od appendeva al car·eello dell'ap parecch io, in modo

che

dut·,mt

e

le disinfezioni

ess

i fosse1·o di1·etta mente avvolti da l vapoee:

a

ltr·i disponeva froa i mate t·assi, ed alt1·i finalmente intm·naY

a

nella lana dei mate- t·ass i stessi.

In al

t

t·i tubi poi racco lse della

teera che, per

espe - l'ienze fatte pl'ima

, si

s a.pcr

a

con tene re i bacilli de ll'edema maligno e del teta no,

ol

tre

una qua

nti Ut

rli fot·me

bacilla t·i l'es is tenti, com e

s

i tr

ovano

abitual- mente ne i tet·1·eni.

_

-

\.n chc

questi t

ubi dis pose

co

me

quell

i con

te

nen ti le

spor·e di

cru·bo nchio.

Ot· bene tanto le

bendet·e

lle di

cada impt·egnate di

spo re carbonchiose, quanto ht tet•t•a e

sposta

nell'a

p-

pa t·ecchi o pel tempo 1·ich iesto pee una disinfezio ne, c

s

tt·atto, coltivate n ei mezzi artificiali

d

i coltul'a ed in

oculat

e ne i co mnni

a

nimali da és pe1·imen

to, si mostra-

l'O no

completamente s

pente, Yalc a

d

it•e il

yap

or·e avcYa ucciso tutte lo fol' me bacilla t ·i e le spor

e

con - te nute nei tubi.

Queste csper·ienzc ful'o no ripetute pal'e

cchic

Y

olte

(l) Sin dall'anno 1883 il ~lunicipio di Torino a,·eva già ese- guito l'impianto di una -tazione di disinfezione nel locale de!

Gottolengo. II costo di questa Stazione modestissima provvista d'uua stufa ad aria calda della Ditta G. Bnscaglione, non su- pe,·ò allora le lire

IO

mila, ed il costo annuo d'esercizio, com- preso il pel'Sonale, si mantenne nel limiti di circa L 25 mila.

annue.

(3)

132 L' E\GEG~ERIA SA~lTARfA 189~. ì\.

O.

nell'una e nell'altra st u fa ; i termometl·i a mass 1ma c he si intr·oducevano co i tubi entro i materassi se- g naeono semp re tempe eatu1·e oscillanti ft·a 11 2 e 111 C.

Con a pposi ti appa1·ecchi fina lme nte il p1·of. Bor·doni- Ufft·edu zz i a nali zzò l'tu·ia che viene spos tata da l Ya- pol'e ini ettato nell 'appa t·ecchio al c omin cia1·e dell' o- pel'azione di di sinfez ione, e tt·ovò che essa è da prima ri cca di batter·i comun i dell'a1·ia, ma che dopo dieci mi- nuti di e ntr·ata di vapor·e essa esce pel'fe tta mente ste1·ile.

--\. completal'e qu es ti cenni, trasct•iYiam o qui sotto le 'isteuzion i (1 ) seg ui te n el la Stazione di disinfezione eli

" ro r ino, dettate dal nos tt·o ufficio d'ig iene muni cipale.

LA DJREZJ0:\1,;,

Ufficio d 'Igiene del Municipio d i Tori no

Oisinfe:zione pubblica -- Istruzioni per il personale

P1·escrizioni 11er gli age nti.

Gli agen ti incaricati dell'introduzion e degli oggetti inf et ti negli apparecch i di disi nfez ion e devo no atten~rs i stret tamente allo seguenti p re- scr izioni perso nali :

a) Entrand o n ella sta zione dm·ono passare p er un prim o cam erino in eu i deporranno i pro- pri i abiti e qu indi, att ra versando un secon do camerino, passe1·ann o in un terzo, do ve ind os -

emnn o un o spc_ ciale accappatoio .

b) 'l'ermina te le operazion i, od il turno d i se rv izio, 1~ri ma di uscir e, deY on o ripassare pel te rzo ca merin o, deporre' l'accappatoio cd en- trare n el seco ndo d O \'C devono laY ar si o disin- fettars i.

La disinfezione delle mani si opera n ettan - dole dapprima acc urat amen te con acqua cald a o sapon e, ft·egandolc in pari tempo con u na

~pazzola ru de e laY andol e infine col la sol uzion e di sublim ato al 2 p er ìn il le . De\·ono pu re lavars i la faccia cd il co llo con acqua e sapone.

Finn.lrr1en te riprendono i proprii abi t i nel primo ca merino cd escono scn z'altro dal recinto · d ella stazione.

- L e port e d ei ca merini devono sempre es- ere chiuso .

Introduzione d eg li oggetti infetti n ell 'avparcccltio di di s in fez ione.

Appena la prc sione n ei t ubi interni dell'à p- parecchi o disinf ttante sarà giunta al pun to

(l) In nn elegante voi umetto contenente anche parecchie nozioni e disegni diversi, furono pubbJicatP, e si ninrlono a.l prezzo di Lire Una, le NORME DI PROFILASSI CONTRO -LE MALATTIE INFE1'TIVE e le ISTRUZIO~U PER LE

DlSINFEZIONC adottate dal lUunicipio di Torino.

- - - -

stabilito: in com incieran no le oper·azvìn 1 p er la di sinf ezione dez

v

li oQ·zetti.

v v

A ta l uopo gli agenti apr iran no la po r ta·

antel' iorc d ell' apparecchio , che ab itualme nte deve restare chiu sa, r.o1lochera nno in sito le o·uide cd cstrarrn nno il cai' rello destinato a

" ricen we g-li oggett i da di ::.infetta re.

Quest i oggetti, c specialm ente i materassi, d ovra nn o esser e coll ocati in po sizione Y erticale, per modo che nc n sien o compressi gli uni con tro gli altri, ma che t ra di essi po sa cir- colare liberam ente il Yapore.

Ciò filtto gli agenti spin gerann o dentro il carrell o, rialzEranno le g uide, chiuderanno er- mrti cn nwnte la p orta cd av \·er tirann o il mac- chinista, att raY erso il fin estrino fi sso eli vetro o per mezzo doll'a ni satore elettri co, chr ogm cosa è p r on ta .

~ ell a sala d egl i oggetti infett i Yi è un t ino contenen te oluzion e acida di SI!Llimato al 2 per mill e ; in esva i immergeranno le bian- cherie macchiate di angu e, di pus o di ma- teri e fecali.

Que ste l Jian ch erie, dopo u.n' ora eli perma- n en za ncì bag n o, de r ono esse re est mtte, e · m e-- so in "lmcato.

Gl i oggetti . d i cu oio, le pelli, le pclli ccie si laYerann o con E'o lu zione d i aci do fe ni co al 5 per cento. in d i si far anno asclU_ g are

~

i r esti- t uirann o senz 'altro.

J;'unziouam cuto degli :11JP:ll'ccchi di disinfezione.

11 macch ini st<1 destina to a so n ·egliare l'an- damen to dell'a pparecch io eli di infezio ne, non de ,·o m ettere i n co municazione la cald aia con l' appaeccchio, prima èi aYer av uto a n ·i o dal fuochis a. che la pre.ssione in q uella ha rag- g iu n to le - 1 atmosfere .

Qu an do q uesb p ression e: . ari raf:tgiunta, lo stc.:;so macchini sla, dopo ar er ch iu so ermeti- cùmente la po r ta po teri orr dell'apparecchio aprirà. il r obinetto che permette a1 vap ore el i passar e dalla caldaia n i tuù i interni d i ri- scaldame nto.

Quando ilmano mett·o rela tiYo a qu esti tubi .seg nerit chilog-r. 3,5, i l mac hini sta: a traYor so il fines rino di ' et ro, o per m ezzo del campa- n e l~ o elettrico avvi crà gli agenti di intro- du r r, ~ g li oggett i infetti n ell'appare cch io ed essi c eg u iranno le man ovro d i cu i al n . 6 .

Appena questi agenti a\Tan no fatt o cenno ch e tutto è pronto, il m;;tcchinista ap ri rit il r o-

inetto d'uscita ·dell'arin, . dall' interno dell'ap - par ecchio · "e chiudérà quèHo d1o soì·ve· a· ·dare

1892. N.

JJ

L'INGEGNERIA SANITARIA

e ito al vapo r e da1l'inter1_1o del~' ~pl parb~cclt1~0 5;tesso: ciò fatto aprirà adagw ada.gw

1

ro me ~o ' he permette al vapore di p assare dalla cald aia

~ell' intern o d ell'appar ecchio di disinfez ion e.

A llorquando il termom etro ap~li c ato al_ f~J ro d'uscita dell 'ar ia segne rà 100° C. , 1l macchm1 sta ch iuder à il rob inetto relativo a~ esso ed os - erverà i movim enti della frecc ia del mano- metro ch e è in rapporto coll'interno dell'a ppa- r ecch io ; qua nd o esso starà per segn are 8 et- toO' r. il macch :nista diminu erà l' en trat~ del va-

po ~e e la rego lerà _po i in modo che la pres- io ne di 8 ettogr. sm m antenuta costante.

Il periodo ut ile p_ er b d is,i~f ez i on e inc,omin- cia quando la pressiOn e nel! 1_n t~rno cl ell _ appa- recchio segna 8 ettog r. Perc1 ò _il ma chi~ tsta, notata )' ora, manterrà tale presswn c per cmque m inuti. indi chiuderà il ro binetto d'en trata del apore' ed ap ri rà t1uello che dà ~s ito al_ v.apore

. " tes o dall' in tm· no dell' apparecchiO. Apn ra co n-

tem poraneamen te la Y alvola di spurgo dell'ac- qu a di cond en sazione.

Appena l'ago del ma n om etro ~arà. giunt~

fra l e O si ri chiuderanno i t re r obmett 1 ape rti c i riaprirà quello ch e conduc_e il vapore dalla caldaia in m odo da otten ere d1 nuovo la pres- :,ione di 8 ettogr.

Le ma novre descritte al num. 13 si ripete- ranno p er altre due volte di seg uito, dopo di che la di sin fezione è finita.

Terminato il terzo periodo dell'operazion e si ch iude il robinetto d 'ent rata del v apor e, si apre quell o ch e dà es ito allo ste so dall 'interno del . - l'apparecchio ed a p oco a p oco q uello ch e da e ito all'aria.

Quando la colonna del termom etro applicato a questo robinetto comince rà a discendere da 100° C., e l'ago del manometro segner à

~ero,

si p otrà proced ere al prosciu gamento degh og- getti disinfettati.

A questo

SCO}lO

si apre la. port a_ po terior~

e si lascia socchiu sa, men tre nell' mterno dei tub i di riscaldamento si m anterr:i la pressione di chilog rammi 3,5 ed il r obinetto d'uscita del vapore dall'interno dell 'apparecchio resterà a- perto.

Trascorsi ven t i minuti si sp lan ch erà la porta socchiusa, si caler anno le g uide, si estrarrà il carretto e si traspo r ter anno gli oggetti d isinfet- tati n ell'apposita sala dove ve rranno sciorinati i materass i su lle sba rre di legno e le coperte, le l0nzuola, O'li abiti, ecc ., sui fili m etallici ivi

. "

es istenti.

Quando c 1uest i oo'O'ett i saranno co mpleta -

"" d l '

mente asciutti verranno caricati sul carro , eg

1

og!Ietti di

~infettati

e restit uit i ai sin goli

pro-~

p rieta ri.

Dispos izioni generali.

L 'ed ifi cio della stazione di disinfezione è d i- viso in du e parti per m ezzo . d i n ·u r_i :. n eli~

parte an te riore si ad_u nan o g lt oqgetti m feth e tutto c iò ch e ha attmenza con essi, n ell a pa rte posteriore gli oggetti disinfettat i.

. ~l personitle ch e è. adde~~o a questi ?u~ s~r­

VIZl

n on deve, n e puo n ell m terno dell ed 1 fi zw, avere in siem e comunicazione di sorta su non att raverso il fin estrino di vetro fisso o p er mezzo dell'avv isator e elettrico.

Gli a o'en t i ch e attender anno al se r viz io n ella par te an teriore,_ cioè_ c! e~li og$ett i i~ fctti, son o

tenu ti a lamrs1 e d1smtettarst, ogm volta ch e p er un m otiYo qualunq ue d evono u eire, colle- no rm e sopra indi cate.

Le· sale ed i camerini d ella parte a n te- riore dell' edifizio devo no essere sett im anal- m ente disinfettati colle re gole prescr itte per la di sin fez ione de o·li ambient i, sp ruzzando cio è le pareti o lav~ndo i pavimen t i ed i mobili con soluzione d i sublim ato al 3 p or mille.

I car ri che traspor tano alla Stazione g li oo·o 'etti infetti non devono venire assolutam ente

a "~o n tat.to co n quelli ch e tra portan o gli og-

O'etti d isinfettati a domicilio ; tanto meno de-

~on o esse re scambiati o·li uni con gli altri ; a.

"

.

tal uopo le due specie di carri saranno t mte cnn co lori diversi.

Anch e il personale ch e res titu isce gli

o~­

O'etti di sinfettati· deve esser e assolutamente dt-

~tinto da quello ch e traspork't gli oggetti infetti.

Tu tte le di sinfez ioni ed i p eriodi di que- ste ven o 'Òno seo'nati automati camen te su appo- sito c ili~dro r egistrato re ; è qu indi do~e r~ d el

Capo-ser vizio di curare che esso fun zwm r e- O'Olarmente e di invi are gio rn almente a ll' Uf - fic io d' iO' ien e i fo O'li colle di sinfezioni registrate,.

" o

nonchè un rapporto sull'andam ento gen 8rale- del se r vizio.

fo:NATURA nr J oRrN o

Xuovo aumento di spesa Jlresunto dallTificio liuuicipale per Ja canalizzazione UJlica .

Tea le molte sm•prese che ci preparò l'Assessore dei lavori pubblici nella sua Relazione

(l)

al Consiglio Com_uoale,~

una ve n'hasorprendentissima che merita uno speciale ed accurato esame.

(l) Veggasi l'Ingegneria Sanilm·ia, pag. 81, ~- 6, 1892:

(4)

13i L'Il\"GEGNERIA SANITARIA 1802.

ì'l.

~)

Egli stabilisce nella pag. 5 un parallelo tra le spese occorrenti ai due progetti ad unico e doppio canale per dimostrare, secondo i calcoli-dell'Ufficio tecnico pel pro- _getto di canalizzazione unica dal medesimo allestito, che

questa deve costare 13,000,000 di Lire, mentre bastano pet' la duplice 10,400,000. Quindi una enorme economia .pet· questa.

Sovra codE.sta questione della spesa é necessario impe- diee la ditt'usione di gra1·i errori. Ecco lo scopo di questo .articolo.

Dietro un ordine del giorno emesso

dall'~;nanime

Con- siglio Comunale la Giunta incaricò l'illustre Ing. Bechmann -di un progetto completo di canalizzazione unica colla re-

·lativa Fpesa, come egli ne aveya poc'anzi compiuto un altro bellissimo per Messina.

Tutti sanno con quanto ingegno, coscienza e foetuna

~gli abbia eseguito il difficile mandato. Egli chiese le ncces- arie informazioni al nostro Ufficio tecnico per seguire

·esattamente gli ~tessi principii nello stabilire i calcoli della -spesa. Egli addottò la medesima area della citta, la stessa popolazione, gli stessi prezzi unitari per la costruzione e manutenzione dei canali, e la spesa da lui presunta risultò -di L. 10,100,000 da spcndersi in dodici o quindici anni.

La luce era fatta. Quella enorme economia che si spe- -rava, che si prometteYa dall'Ufficio tecnico, quando fosse preferita la doppia canalizzazione, ad un tt•atto spari1·a. 'La differenza tra l'uno e l'altro sistema era di 300,000 lire, a Yantaggio della canalizzazione unica.

Inde

ù·cte. Ma Yenne il giorno della ri,·endicazione per l'Ufficio tecnico.

Ed ecco ·come esso seppe cogliere la palla, al balzo. La Commissione presieduta dall'illustre Ing. Betoccl1i, mentre approvava il peogetto Bechmann all'unanimità, Yi peoponevaalcnne modifìcazioni e raccomandava alla Giur,ta di trasmettere all'Ufficio tecnico lo studio di quei pochi punti che doveano essere tradotti nella esecuzione dei laYOl'i.

Allora nelle alte sfere si pensò: Ordiniamo all'ufficio tecnico la compilazione di un intero; completo e nuoyo .progetto di canalizzazione unica. Detto, fatto.

Fu un abuso di potere. Il Consiglio Comunale non chiese mai un secondo progetto, dopo ctuello del Bechmann. 1\'é l'ufficio tecnico, che dal 1884 sempre difese coll'Ing. Ye- lasco e soste n ne la canalizzazione doppia, era addatto a presentare un buon progetto dell'unica da lui tanto in1·isa.

Che avvenne? Ciò che

e

insito nella natum umc:.na, la .quale coglie tutte le occasioni per far teionfare le proprie convinzioni. Perciò nel calcolo della spesa pel nuo1·o pro- getto dell'unico canale, tanto s'adoprò coll'elasticita del- l'aritmetica che questo giunse a costare circa 3 milioni -di più di quello di Bechmann.

Quindi l'Assessore pei lavori pubblici conchiLrde: «Nella

« relazione tecnica é istituito un chiaro confronto dei

« calcoli di spesa dei due progetti. Il progetto ad unica

« canalizzazione importa

L.

13,000,000

-« Quello a doppia . » 10,400,000

« Onde una ditrerenza di L. 2,600,000 Questo 6 il solito metodo di spaventare gli incerti, i -dubbiosi per ridurli a Yotare contro l'unica canalizzazione. Ma non basta. Siccome si affeema dall'Ufficio tecnico che a noi manca l'acqua, e che per acquistarla é neces- . saria una nuova spesa di 2 m-ilioni, così_ l'Ing.. Riccio, porta la spesa non più a soli 13 milioni, ma bensì a 15!!! _ (pag. 5 e tl, Deliberazioni della :Giunta, 8 Giugn?,1 892).

Gia provar tn alcuni articoli pubblicati nella.

Gaz=etia del Popolo

che noi abbiamo la fortuna di possedere fiu d'ora per la nostra fognatura assai maggiore quan"ita- d'acqua che non ne abbiamo altre maggiori citta, e che non é necessal'ia r1uesta ipotetica spesa di due milioni. E già basta.

Ma i n torno a cosi intricata questione io sentii la neces- sita di portare la luce meridiana in mezzo agli uomini più competenti e sapienti, ai quali certo non basta va una mia affermazione. Perciò pregai un eminente Ingegnere di studiat·e il lavoro dell'Ufficio tecnico e di esporre i l suo saggio ed imparziale parere.

Ed ecco ora il risultato del suo lunQ'o esame intorr.

al progetto compilato dall'Dfficio tecnico paragonato con quello dell'Ing. Bechmann.

Confronto del progello dell'Ufficio Tecnico Municipa le

PEL CANALE UNICO

col pro5etto J3EC::S:J)A;~NN _

lo - Emissario.

Progetto dciiTltìrio ~lunicipalc

M. 6800 L. 1.400.000

Progello BECIH!AY'i .M. 2.400 L. 558.000 Sta bene che l'ufficio abbia aggiunto altro emissario, ma esso gli fa percorrere un giro Yizioso allungandolo di 400 metri - Inoltre il diametro viene diminuito.

Cosicché concedendo pure all'ufficio quanto progetw si può dire che l'i è una eccedenza di J .... 100.000.

2o - Collettori generali. (l)

Progcllo dell'~rticio Municipale

l _

Progello BE~IHL\.'i~. _

M. 14430L. I;:>l,50L.2190000 i\J.81tOaL. l60 L. l.32t.OOO Sta bene l'aggiunta di metri 3200 pel collettoi·e di Yia \'enti Settembre, ma non era neces ario aggiungere un collettore sulle sponde della Dora di :SìOO m. di lunghezza, il quale fa duplicato con quello del corso R. Mru·ghei·ita. - i'ìella rela- zione Bettocchi non Yi è alcun accenno pet· duplicare i collet- tori. - Sopprimendo questo collettore inutile, anzi danno o, si tolgono L. 550.000.

3o - Collettori seco1:rlari dei bacini. Progello deii'LfGcio }ltmiripalc

l

Pro;;ello BECLUI.-\.:U M. 21.01-1 a L. 96 L. 2.02ì.OOO :\L 1-1.500 a L. 86 L. 1.260.000

Avendo aggiunto il collettore di Yia XX Settembre di 3200 m. di lunghezza, pare che i collettori dei bacini dovrebbero diminuire in lunghezza. J\la iin·ece essi crescono a dismisura.

Se riteniamo anche tutta la lunghezza stabili/a da Bechmann, si potrà risparmiare almeno L. 767.000.·

4o - Canali secondarii e canali adacquatot·i.

Pro~cno dei!Tffirio )lunicipalc M. 74.200 l

6_ L. 4.823.000

» 28.738 J. .J L. 1.885.000

» 10292 L. 6.70 '.000

Progello CECRllA~!ì

l\ I. l 00.000 L. 55 L. 5.500.000

Qui le lunghezze ono pressochè uguali sebbene sia mag- giore in quella dell' fficio. Ma sopratutto si nota la differenza di prezzo fra L. 65 dell'Ufficio a L. 55 di Bechmann, tuttochè

(l) l Cullcllori generali sona portali pc! progcllo dcii'Utncio Teenko o L r;;1,;;o il metro lineare, mentre !JUCI!i del Bcchmann sono a L. J8,i,OO. Ecco la spiegazione di questa lJiffcrellla.

J. collciiori del ilcchnmnn hanno ~ loonrhine. quelli rlcll'lilncio 'rcrniro tma ,oJa.

J J)rimi sono più grandi d'ass:li, allczza 3,':!0 per ~.GO di larghezza, mcntr~ i secondi sono più piccoli, cioè 2,80 per 1.80.

... l: ·_U(fiLio tecnico ha ridOno "hcnst il preuo. ma non ancora. abh~·slanza in ron- lronlo dciii Sezione. Cosicc(1è anche per qncslo articolo il, rotiio e gonfi.~to ~i 15Q •

!09 Rlil• 'lire: - · · ·

l 9?, N. 0.

L' INGEGNERIA SANITARIA 135

- - d- ]U'Si'ultimo sieno maggiori. Infatti il tipo E di

le ~eztoni 1 • " .

l ha 111 1 SO

X

per 0,90 con banchwa, e quella

Bee 1m:wn ' · • . . . _ .

dell'Ufficio m. 1,60

X

0,80 senza banch1na. Qm~d1 s1 _sa1_':~

molto larghi ammettendo il prezzo di L. 55 per 1 canah .p1u 1,iccoli p1·ogettati dal Municipio, e così anche sop1·a quest ar- ticolo è di tl'oppo L. 1.158.000. - - '> ---

Raccoo-liendo le diverse somme SI ha un totale d1 L. -.::J/;>.000 c!te l'l fflcio Tecnico ha aggiunto senza giustificazione al pro-

etto. Togliendo adunque .dall'ammontare d?ll'Ufficìo Tecnico che è di . . . L. 13.000.000

Ja somma di . » 2.57;>.000 . resta la somma di . L. 10.425.000

>Cr i 1 costo del progetto a canale unico quale avrebbe dovuto

~ sser

modificato dall' l.'ffici o l\luniei)

aie~·

co1 do le 1 01 n·t C:ella Commissione dei 5. - Tale ammontare essendo eguale a quello del progetto a canale unico, cessa qualunque preferenza in via fiuanziaria in favore del canale doppio.

Dunque è necessaria una t·evisione dei calcoli. Chi la farà 1 G. PACCHJOTT!.

N. d. D. - Il Progetto di Fognat ura. - È

sotto questo medesimo titolo che rilevammo con piacere un notevo- lissimo a1·ticolo comparso sulla

Gazzella del P opolo

di Torino, del 26 e 27 scorso Settembre, firmato semplicemente colle iniziali

I. G.

1'.

Pel modo chiaro e persuasivo cui é informato l'articolo .

r

autore, dev'essere persona tecnica molto competente in ma- -teria di fognatura, ed assai bene informato della questione.

L'A. ei maraviglia altamente, ed a giusta ro.gione. che dopo gli elogi prodigati nella Relazione (Veggasi nell'In-

{l egneria Scmitaria , N. 6. 1892,

le

d eliberazioni della ·

Giw~ta dell'8

Giug no

1892) dall'Assessore Relatore, al progetto di

fog natura a canale un ico,

testé ultimato dal- l'Ufficio municipale dei Lavori Pubblici, la. Giunta venga ora proporre al Consiglio l'approvazione dell'altro vecchio progetto della

dopp ia canali:::zaz ione ,

tanto dibattuto e respinto anche dalla CommissionP. esaminatrice!

CJon giuo;te considerazioni l'A. combatte la tesi, afl'er- mata e non dimostrata dal Relatore, che cioé, sia neces- saria una miuor qua::Jtità d'acqua per la

canalizzazione doppia,

al confronto

dell 'unica.

Ciò possiamo asserire, é affatto assurdo, nessun trattatista osò annunciare un'as-

ioma .>imile, le applicazioni fatte comproverebbero il con- trario! Se non vi é acqua disponibile per le lavature dei canali, dice l'A. sara sempre uno sconcio

semplice

pet' la canalizzazione unica, mentre diverrà uno sconcio

doppio

per la doppia canalizzazione.

In quanto poi all'altra ragione decisiva affermata dal Relatore, cioé della maggior spesa per

l' unica,

l'A. con- fe~ma che l'aritmetica. non é

un'opinione,

poiche ammessa anche la necessita di certe opere ·confutabili. é cosa certa che coll'e"tende!'Si delb canalizzazione

unica

si avrebbe in r.s1·enir·e un ri~parmio di circa un milione e mezw in confronto d-1 sistema a doppio canale (l). Rilen l'A. che la ~pesa minore d'e ercizio riescirà senza discussioce in favore dell'unicJ.; aggiungasi anco1·a la gr·and'e complica- zione per l'intrigata e complessa rete di canali bianchi e nqri cile s'intet·cettano in tntli i 5ensi, e h~ maggioe spesa

]1Ci proprietaei di casa obbligati a fare dne distinti canali.

Infine concliiuse L-\.., e noi ci lusin.~hiamo con lui, che il Consiglio Comunale, completamente illuminato, voterà per· la integmle esecuzione del progetto compila o dal- l' Uffi,io tecnico col sistema dell'unico

ca nale .

('l) \'edi Relnz. 'Ricio Tecnico mun., Giuo-ool89:?, p~g. ?4.

RISPOSTA

nel nna c•·itica suHa • IGIENJ<~ DELLE A BIT AZIONI~

Il signor E. P. onora d'un lungo articolo CI'itico nell'/ìd.ili.oùv Mode1·Jw del giugno SCOI'SO, l'opera mia suli'Irticne delle abi- tazioni. Ed io lo rìng1·azio sia perchò si è dato il fastidio di..

esaminare un lavoro di quella mole, sia pe1·chè il suo esame spregiudicato, 1·iesce a me, cui piace piLt la critica che la lode.- oltremodo gradito. Non cerchet·ei quiudi di l\Hta1·eggiare il..

sacro dovere impostasi dal critico verso i suoi lettori, ed ac-·

cetterei col be1!e anche il male detto del mio lavoro, se non- si trattasse di difendermi da alcune espressioni e dr. alcuni giudizi, che troppo si discostano dalle idee pt·opuguate e dai.

metodi seguiti nel lavoro stesso, e per scagionai·mi nelle parti- in cui la c1·itica accenna a diventat• puerile.

E poichè la critica acquista tanto maggiore importanza quant~

più il critico si fa ragione dell'opera in esame, e ne scruta.

il tema che la ispira, e ne vede in armonia le parti tutte che a quel tema si coordinano, cosi io comincio a domandarmi se veramente in tale condizione si è posto il signor E. P. Ma mi.

pare possa facilmente dimostrarsi che il signor E. P. non si.

è messo e forse non si poteva mettere in tale condizione.

Dotato di facolti1 più spiccate per l'analisi che pet· la sintesi.,.

quando si tratta di riassumere il suo giudizio scambia la tesi.

per il movente o pat· la ragione della tesi, e quando si tratia.

di distinguere e classificare un libro che si presenta unico- soltanto nella copertina, s'impressiona della massa, come si.

presenta.

Sicché ne esce fuori 'luesta sentenza; « L'opera dell'Igiene.

« delle (!bita:::ioni come Tepe1·1o1·io di guida per ulte1·iore rin--

« tt·acciamento alle opere e memo1·ie speciali citate è ottima,

• come oper·a di coltura tecnica generale con riferimento al-

• l'igiene è alquanto squilibrata. »

Ora se c'e un giudizio che io non possa acccettare è appunto·

questo p<tragone della r:1 i a opera ad un repertorio, quando in,·ece et'lt nelle mie intenzioni di fare un'opera ragionata,.

sotto un concetto costante, che Yenisse sviluppandosi dalla.

prima all'ultima pagina di ogni volume. Ed a proval'e questo- mi pe1·metto fat·e la storia dei volumi pubblicati.

L'uomo è figlio delle circostanze in cui svolge la sua atti- Yità. Nel l 87 io m i troyava più inclinato a trattare l'igieae p1·ivata e quindi concepii tm'opera sulla Igiene delle abitazioni, sti·ettamcnte legata al titolo, in cui svolte le condizioni di.

ubicazione, di costruzione, di disposizione, di ventilazione e riscaldamento. si venisse eli poi a t1·attare della fognatura e- della distribuzione delle case. Di tutti r1uesti argomenti pre- ft!rii cominciaPe con quello delht fogn"'tura, a cui avrebbe- dovuto subito seguire un altro Yolume sulla distribuzione del- l'acqua nelle case. Intanto ·appena comparso il volume ,ulla.

fognatura domesti.!a, una rivoluzione improvvisa avveniva nel' campo igienico. :\Ientt·e oramai non si contava che nell'inizia-. ti,-a pt·iyai.a pex· il prog1·esso dell'igiene, e le Società d'Igiene a quella s'indirizza1·ano, riuscendo Yane le sollecitazioni vers() lo Stato, tutto ad un tratto lo Stato assumeva con leggi spe- ciali la responsabilità dell'igiene pubblica e la. promuoveva.

con disposizioni peciali. Ed ecco gl'igienisti più attratti Yerso l'igiene pubblica, ed io con gli altri subii l'evoluzione.

li oggetto della dist1·ibuzione dell'acqua nelle case mi si_

p1·esentò non più limitato strettamente al titolo, ma nella sua ragione più Yasta.

Come dice benissimo il c1·itico, sicccme le modalit>1 dei- pronedimenti, (per la pt'0Hista dell'acqua) nella edilizia con- sueta, sono per la quasi totalità dei casi dipendenti dalle d1s-·

posizioni d'ordine collettivo che la t1·adizione, l'autorità o le cit·costanze-locali impongono, così io mi tl'ovai ridotto a ti~at-­

tare l'argomento ab origine. La stessa ragione, a dir vero., avrebbe potuto presiedere per la fognatura do~estica, _f<'wen-

(5)

136

L' Il\"GEGNERIA A 'l'l'ARIA

1892,

N~

9.

- - - -

. -<ione un capitolo ·della fognatura cjltadina; ma sia che già per qutsta si a1·evano molte pubblicazioni, sia per le circo- stanze di cui sopr·a è detto, sia perchè effettiYamente la fo- :gnatura domestica è un'opera privata, io non seg-uii questo -sistema. E però il \'olume della fognatura domestica è diverso ,.er metodo e per trattazione dai seguenti; esso fa un tutto speciale da sé; ad esso si r·i ferisce quanto è detto nella dedica

·e nella pr·efazione; dove<·a esso di fatti most~are il pr·ogresso fatto uella ingegneria in quel ramo dell'igiene delle abitazioni, specialmente per quanto riguarda lo studio dei sifoni, degli .apparecchi di disinfezi<'ne, ecc., in cui l"ingegneria giù tr·o,·ant il modo di difendersi dai micror·gani mi, prima ancora che c1uesti e le loro relazioni con le malattie infettive fossero scoperte.

Questo YOlume 'per·tanto non doYe1·a essere gr,ida sicgra alta soluzione delle quistioni complesse riguardanti la fognatura

·Cittadina, che SOlO incidentalmente venne trattata: ma non è nemmeno « un repertorio utile per· le notizie in esso riportate c: e più per l'indicazione delie fonti a cui ricor•·ere per dilu-

« cidazioni. »Basta r·iguardare al concetto che informa il libro a. pag. 15, 01·e sono riassunte le condizioni cl"una buon;t f,,gna-

tura domestica e al modo come tale concetto è s1·oito. fino .alle modalità per· l"attuazione dei proHedimenti i•wocati per·

convincersene. Del resto per· !]uesto YOlumc è più che benevolo il giudizio det·critico, cioè che « pei molti dettagli relati1·i

« ai si temi diversi di chiusu•·a. e giunzione dei tubi, ecc. ecc.

« può tornare utile anche nella edilizia diretta delle abitazioni

« particolari •, ed io posso accertarlo che è pr·oprio tornato utile, perchè ebbe speci::lle difl'usionc, cd uYunque, presso gli art: h i tetti· costl'u t tori.

Ma or·a vengono le dolenti note. All' onor·evole cr·itico non va assolutamente a 1·erso il Yolume che tratta dell'igiene delle .acque, e lo maltratta nel concetto, nella esposizione, magari nella fol'lna. lo lo pr·ego di ascolt<H·e la mia dife a. Astragga -dal vol. l, si metià nei pa•wi delL\. il r,uale deve trattare ab origine della pr·ovvista e depurazione delle acque. Come poteva egli tratta•·e « le nozioni e le viste della scienza rela-

• tivamente a quegli a•·0omenti che appunto alla tecnica e

<( governo dell'acqua si collegano pei riti essi coll'igiene •, senz;,

fare un quadro completo di tutte le circostanze che influiscono a dare un giudir.io definiti1·o sulla potabilità delle <1CfJUe? Tutto quanto è detto nel vol. Il non varrà certo a fa•·e dell' inge- gnere civile, nè un medico, nè un protistologo, nè un chimico, nè un lng gnere geologo: non è ;dfatto questa l'idea del libro,

~he anr.i a ciascuna competenza nwl lasciare libe\'0 campo. ed anzi indica e consiglia di allìdarsi, nei casi speciali, a simili

~ompetcnze, tra cui principalmente gl'lngegner·i geologi, che fuori sono empre chiamati quando si tratta di una condotta, -e che in Italia, influente o no il mio lib:·o, con1inciano ad es-

erto. :\la il libro ha una tesi e questa te~i deYll s1·olgere aY- valcndosi delle cognizioni gener·ali che sono del demanio di

<tualunque ingegnere model'llo.

Il critico non parla affatto, tranne che in quelle poche pa- role sul'l'icordate, d"lla tesi del libro, non Yede la coordina- zione dei fatti epidemiologici. de l valore delle varie an al i si, dei fatti idrc.geolngici riferiti: il tutto gli si presenta ecce -

ivo, isolato, eppure in':!ompleto.

Anche la PerseveraY!za in un autorevole al'licolo, mEntre lodava la p:ule dell'idrografia, tro1·ava eccessive per gl'Inge- gneri le nozioni di chimica riportate. Ma domando io a che torturare tanti poYe•·i giovani e nell'Istituto tecnico, e nella Università con tanta chimica, e con tanti esercizi, tcnendoli per tante ore denti'O a un'atmosfera di cloro e di idrogeno solforato, per non sapere poi all'occorrenza, tro1·andosi in con- -dizioni speciali, !ungi dal chimico, fare da sè l'analisi idroti- .metrica dell'a~qua, o quella somrna•·iamente qualitativa, o rico- noscere soltanto i caratteri fisici dell'acqua, quando i medici

senza avere mai fatto degli esercizi di 0himica docimastica, si as>urne ora che debbono saper fare tutto questo?

lo non h.o riportato nel libro che la parte che più l'inge-

- - - - -.

gnere !Ht occasione di praticare e che effettivamente pratica:

p•·esa dell'acqua alla sorgente, analisi idrotimetic11, analisi qualitati1·a, per (tuanto riguarda l'acido nitroso, l'amrnoniac:l, ecc., che sone gl'indizi dello inquinamento. È mentre si nega all'ingegnere che possa applicare tali nozioni elementari di chimica. sorgono appositi palazzi dentro le Scuole degli lngc- gnHi, destinati alla Chimica!

Tenendo presenti i c1·itc1·i di potabili!à delle acque ho di-·

scusso il valore delle varie analisi, per trarne come conse- guenza la necessità dello studio della Sto1·ia dell'acqua. Eque- sta storia ho intr·apr·esl•, non già come cosa isolata, per insc-

!J1W1'e al tecnico come ((11·c pe;· scoprire delle sorgenti o pe•·

spiegan>G l'o1·i[Jil1c, lo che non farà mai un libro.: ma sibbenc pel' !'accoglic•·e le nozioni generiche accertate coi loro docu- menti ri port~ti, e trarne sempre co1 seg1'enze 1·ispetto all'igiene delle aciJue: cons&guenzc che sono riassunte a pag.

-os,

ecc., sinteticamente . . ·c l'onoreYole c•·itico a ves ·e posto a confronto coi ì\lanuali rl'igiene, italiani ed esteri, questo volume 2° non mc lo anel..be al cedo cosi maltrattato e forse anebbe avuto una c1ualchc parola di compatimento per il tnodo piuttosto .completo col qu~le ho cercato di penet•·armi del soggetto del-

l'igiene delle ;tcque, parola che ntlorosi igienisti non mi

hanno negato.

Riassumendo. anche questo 1·ol. II non può essere un reper- tor·io. un indice. un'enciclopedia: esso parte da un concetto pr·estabilito, lo illustra. lo spiega in tutti i suoi aspetti: ne tira delle conseguenze precise, definite, alla fine. E non olo non è neces:-;ario r·icOl'I'er·e alle fonti, ma i dati, secondo anche il giudizio del critico sono eccessivi, come Eccessi1·i sono pure i documenti riportati in appoggio; che l'A. non volle tralasciare .dopo a1·cdi rilltr;1cciati con sua lunga ed esclusi,·a fatica .

A I]Uesto Yolume Il, che Yiceversa è il [o riguardante LI pron·i ta dell'acctn3. eguono due g•·ossi YOlumi. L'uno ri- guarda gli ~llacciamenti. e li considera sempre dal punto di

\"1 ta dell'igiene. coo•·dinati ad un concetto, che è quello di

proYare la su per·iorità delle acque d i sor·genti rnontane sopra ogni a: tra ac•tua: e quindi lontano dallo studio di tecnica ap- plicati,·a, che per quanto è desiderabile :;ia ccmpletato in Italia, pure non e•a il caso di s1·olgere in simile opera. Per r1uesto 1·olume si accentua la bene,·olenza dell'an. critico, che i sente a suo agio, in una mater:a sua, ch'egli certo tratterà.

nel suo insegnan1ento, completandolo nelle parti non trattate.

E cosi 1·oglio sperare sarà pc•· riuscire di 1>uo gradimento anche il 1·olume che è otto i torchi. Il volume Ili ha anche esso il suo concetto fondamentale che lo informa dalla prima all'ul- tima pagina. come è detto nella pref<izione e tutto è Yag!iato, discus o, sottoposto a critica come sempre, e quindi anche per esso respingo l'espres ione di repertorio, che suona raccolta di nozioni senza capo nè coèa.

L'on. critico si aira eia ancor·a a quella che lui chiama tesi.

ma cl1e piLr propriamente forse (' la •·agione della tesi. Ed i•·o- nicamonte ne pada, accusando me e con me gl'igienisti che domaPdiamo proHedimenti d'igiene, senza preoccuparci dei mezzi finanziari! lo non ribatto l'accusa: siamo di scuola così disparata che non

e

il caso d'una polemica per incidenza. Il critico Yuole sah·ate le finanze anche con sacrifi?.io dell'igiene:

noi crediamo invece che le pese d<>ll'igiene non siano perdute ma rimunerati1·e. La dimostrazione è stata fatta in tutti i congressi del mondo; ripeterla sarebbe ozioso (l).

:Ma intanto è deplorevole che uomini dotati d' ingegno e di collur·a, come l'egregio critico, siano presi da tanto scetticismo; ed è tanto più deplo•·evole. che non facendo mai entire la loro 10cc in r1uestionr oramai riconosciute così vitali per· le popolazioni, hanno lasciato !a capitale mor·ale d'Italia., c1lla coda del prog•·csso moderno. Milano, la città indust•·iale,

(1) l f:t.Ui di .\mbtugo "Tengono a darci w1a so!cnnc vitlori.,. In [HJrhi giorni sono dlt!cmc di milioni pcrduli, migli~ia di morti, migliaia di debilitati: 1\mburgo non filtrava neou~d~c l'a.crp.ta di [iume!

(6)

L:INGEGNERIA SANITARIA N .9,.. Anno 1892-Tm·.I

TEMPIO CREMATORIO- CAM - ERE . D'O· SSERVAZION E-STAZIONE DI DI SI N FEZ IO N E Ecc.

Planimetria generale

ÌJl Scala di f 500

dei nuovi fabbricati presso i 1 -

Cimitero di Torino +

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TEMPIO

CREMATORIO 10

pala · d"tngresso e à n era ri

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PtJdiglione cadave ri no n infetti

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1-2-3 Spogl/atoio e lavabo pel personfJ.Ie .di s er 55 Stufe od fJpparec ch/ per la disìnfezion

P finestra con ban co per la consegna

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degf,· oggetl/ da ·disinfe ttare

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(7)

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189?., N. 0. L' I;'\GEGNERIA SANITARIA

la citta colta, la citta della Galle1·ia, beve ancora acr[lta or- renda e con disagio dei cittadini; Milano è ancora appestata dai pozzi net·i, e più appestata quando se ne fa lo spu•·go coi cosi detti sistemi inodori! E se in questi ultimi anni accenna a risorgere lo è per met·ito di uomini della nostra scuola l

10n posso tenninare senza rispondere a molte punture del critico. Gli paiono ridicole quasi alcune cartine poste nel \'O- lume Il; l'Editore le a~ent già complete ed io ho trovato utile annetterle. a profitto di coloro che non hanno le biblio- teche ed i gabinetti ben fornili del critico. i\li accusa di poca omogeneità. 11 cririco tenga presente la fretta della compila- zione, ma del resto voleva egli la omogenei t a nei dati pluvio- metric·? "\on ho io a,·vertito a più riprese non esse1·e il caso di darvi molta importanza 1 Ed et·a invece il caso di appli- -eani la fr·ase: di otfi-irc una base· esatla eli co_qni~ioni a cui

1·i{erù·e le prop1·ie 1·icerche,- che a ben altro si de,·e rifet·ire 1 È pei tubi di grès non riportava io il parere di una data persona, senza pertanto farlo mio esplicitamente 1 Bene

e

Yet·o:

tubi eli grés perfetti non hanno resistito alla forza di piccole pressioni; così non sono stati pii.t accettati pel Policlinico di Roma: quanto è detto a pag. 20, non devesi natut·alrnente ri- ferire alla resistE',I•za; i tubi di grès e meglio quelli di terra cotta compt·essi possono t·iescire superiori pet· durata, per fa- cilita di deflusso, per resistenza contro l'azione col'l'oditt·ice delle acr1ue, non gia come è natur~le per resiste1ìza a forti pt·essioni o a colpi d'ar·iete.

Per tt·accia di calcolo delle cisterne io avno cl1iaramente detto: badate di pt·endere l ·anno più secco; di poi io era liuet·o di fare un esempio t;on qualunque altr·o anno mi fosse stato più comodo, e mi fu comodo quello scelto. di cui aYe,·o le e- femeridi complete. luvece del solito metodo, del compenso -delle aree, ho Yoluto far conoscere anche il metodo di Finctti,

che ave,·a del nuo,·o.

Per gli appunti sulle applicazioni delle leggi del moto, io dall'egregio critico, che da 20 anni non inte•·t·otti, insegna le idrauliche discipline, accetto le critiche essendo temera•·ia una discussione con lui. ì\li permetta però di dirgli che il

r ..

tto di un sifone anulare del diamett·o di 15 centimetri cit·ca che sca- richi nelle ordinarie n sche Rogers Field, l melt·o cubo d'ac- 'lua in 26 secondi non è fisicamente impossibile; e lo prego

<li leggere a pag. 391 del vol. Ili (l); che nell'uso dell<t for- mula e si trascut·avano le re istenze dei gomiti ecc. (ed era

<letto) non si tene,·a neanche conto del carico va•·iabile dal principio alla fine dello scarico, assumendo itn-ece i l m i n i m o.

Quanto alle idee cambiate nella enata -corrige, mi pare che non sia il caso, perchè ad es. il dire che c'era un dubbio sopra una data cosa nel testo, e definire all'ultimo tale dubbio, non sia cambiare di parere. Una so•·gente è superficiale per la natura della sua ot·igine o per la natura del suo allaccia- mento; l'intet·essato aveva voglia di dimo trat·e che quest'ul- timo era il caso per Tt·eja; uua perizia inYcce ha dimostrato, nel cot·so della compilazione del libr·o, t•·attarsi inYece dell'al- tro caso.

Pei fognoli, pet· quanto la traccia seguita dall'autore pot·- tasse ad usare la stessa formola quando erano pieni e r1uando scorrevano in parte pieni, lo che fa anche il Dupuit quando paragona la velocità nelle varie condotte, pure a scanso di equivoci, in nota, si richiama quella fon11ola che è più adatta al concetto. Non ho trovato a pag. l ì2 del vol. l, l'espressione C; a pag. 172 del vol. Ili, c'è un 5 che invece di essere posto ad esponente il compositot·e rne l'ha messo a fianco del sim- bolo cui si riferisce. E1·a questa la correzione voluta dall'e- gregio critiCo1 Dopo tutto mi pare sia eccessiYa l'ultima parte del giudiziu riassuntivo del critico, che quasi pone in qua-

(1) ~4.nche in Roma sironi del diametro di 2) centimelri s~aric;,no 125 litri al l'' con una diffP.renza di circa l m. tra i due rami del sirone. l sedh'ltoi di metri cu.bi !!,~O M:Vicano cioè in 20" e i ~erbatoi di m. c. '1 in 55''. L.'\ mia !ormola darebbe il di:_- metro di ~O c.cntirnetrL

rantena tutta l'opera trattandosi di tecnica applicativa (?) che non c'è, oJ è in p•·oporzioni tali e in tali condizioni chiarita da aYere gia per sè le cautele richieste.

Da ultimo assicuro l'egregio ct·itico che le copie acquistate dal l\finistet·o di Agricoltura e Commercio sono poche, po- chissime, da nou compensare quèlle tr&.ttenute da altri ~Jiuì­

steri per esame, e non pagate. Ci vuoi· altro ad assicurare la.

riuscita d'un'opera!

Chiudo questa risposta oramai tro,po lunga, col ringraziare l'onorevole critico dell'augur·io d'una nuoya edizione in cui, nella cet·chia delle idee svolte, se sara il caso, accetterò il concetto della riduzione, e senza fallo coneggerò le mende indicate.

Ing. D. SPHARO.

CRONACA DEI CONGRESSI

- - -- - - -

Il l r C on gl'eSSO

~azionale

d'Igiene in Palermo.

(Contin. e fine, veggasi il N. 5, pag. ii)

In SE'duta del giorno maggio r•·erde la parola il nostn) Egt·egio Collaboratore Ingegnere A. Purput·a sul tema, Igiene sll·orlole rlclla citlrì. Stante l'importanza e l'attualità dell'argo-

met~to. crediamo far· co~a grata ai 1~ostri lettori riportare in- tegralmeute f]Ui sotto la Relazione e l'Ordine del giorno ap- p•·oyato all'UI animità.

Dopo la lettura della Relazione sul tema, fatta dai Dottori Giuff'rè e Pernice « Sulla ispe;ione sonitar·ia delle Scuole » il C0ngresso afferma la necessità di stabili•·e ispettori medici nelle scuole.

\·iene quindi mollo applaudito il tema del Professore Sirena

« Resisten~a vitale del bacillo del c01·bonrhio nelle ac2ue, nel le1Teno e nei materiali di pttt?·efa;ione.

Il Professore S. Pagliani dell'Universita di Palermo svol- geudo il suo tema. presenta il seguente ot·dine del giorno che Ye11ne approvalo; Il IV Congresso d'Igiene fit voli che dalle pubbliche amministra~ioni 1:cnga dato il massimo sviltt]J}JO al- l'impicmto della luce elett1·ìca, nei teatri, scuole, ecc., e che il governo provveda con ttna legisla~ionil agli impianti elettrici allo scopo di tutelare la salute pubbliw.

In seduta dei 21 ~Iaggio, l'Ingegnere Scalea, a nome anche del suo collaboratot·e DotlOt' Giorda11o, legge la Relazione

« Sull'Igiene d, i Sol{utm·i » e si appro,·a in mns,-,ima le pro- poste dei Relatori.

!;Ingegnere Pagano pada per conto dell'Ingegnere Cassitit sui corsi d'acqtw sotlermnei delle citto di Palermo, ed il Con- gresso appt'OYÒ le pr'Jposte del Relatore.

Il Professore Doledein di;;corre sul Mercato di Palermo e sulla necessita di Yisilare la vendita del pesce fresco e di co- struire un mercato centrale.

Il Professore i\!attei legge una breve comunicazione iuteres- sante « Sulla M,t/a1·ia » Parimenti il professore Zona, sui climi i11 genere e su quello di Palermo in particolare.

Si faw:o parecchie altre pt·oposte e discussioni e si p011e fine al Congresso proponendo Messina quale sede del futuro Cor.gresso.

Igiene stradale delle Città.

Sig nori,

La qui-tione della igiene stradale delle Città, con ragioae deve preoccupare i eu l tori della igiene, giacchè i recenti e3pe- rimenti fatti dal prof. Manfredi, hanno dimostrato che nelle immondizie stradali si troyano dei microrganismi, che per qua-

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