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L ITALIA DIMENTICATA. La tragedia delle foibe e dei profughi istriani e dalmati

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Academic year: 2022

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(1)

L’ITALIA DIMENTICATA

La tragedia delle foibe e dei profughi istriani e dalmati

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Una memoria per lungo tempo negata

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Una memoria per lungo tempo negata

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Una memoria per lungo tempo negata

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Principali mistificazioni storiche sulle foibe

1 Le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono italianizzate con la forza, perché in realtà erano a maggioranza slava (croata e slovena).

2 La violenza delle foibe scoppiò come inevitabile conseguenza della dittatura fascista, che aveva calpestato l’identità locale jugoslava.

3 Nelle foibe furono gettate solo le persone legate, più o meno direttamente,

alla dittatura fascista

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Principali mistificazioni storiche sulle foibe

1 Le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono italianizzate con la forza, perché in realtà erano a maggioranza slava (croata e slovena).

2 La violenza delle foibe scoppiò come inevitabile conseguenza della dittatura fascista, che aveva calpestato l’identità locale jugoslava.

3 Nelle foibe furono gettate solo le persone legate, più o meno direttamente, alla dittatura fascista

FALSO – La costa orientale dell’Istria, la città di Fiume e le città del litorale

dalmata erano legate alla cultura italiana e veneziana fin dal Medioevo.

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Principali mistificazioni storiche sulle foibe

1 Le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono italianizzate con la forza, perché in realtà erano a maggioranza slava (croata e slovena).

2 La violenza delle foibe scoppiò come inevitabile conseguenza della dittatura fascista, che aveva calpestato l’identità locale jugoslava.

3 Nelle foibe furono gettate solo le persone legate, più o meno direttamente, alla dittatura fascista

FALSO – La costa orientale dell’Istria, la città di Fiume e le città del litorale dalmata erano legate alla cultura italiana e veneziana fin dal Medioevo.

FALSO – La popolazione italiana aveva sperimentato le medesime vessazioni

durante la dominazione asburgica (con il beneplacito degli slavi) eppure non vi fu

alcun infoibamento attuato dagli italiani ai danni degli slavi nel Ventennio.

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Principali mistificazioni storiche sulle foibe

1 Le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia furono italianizzate con la forza, perché in realtà erano a maggioranza slava (croata e slovena).

2 La violenza delle foibe scoppiò come inevitabile conseguenza della dittatura fascista, che aveva calpestato l’identità locale jugoslava.

3 Nelle foibe furono gettate solo le persone legate, più o meno direttamente, alla dittatura fascista

FALSO – La costa orientale dell’Istria, la città di Fiume e le città del litorale dalmata erano legate alla cultura italiana e veneziana fin dal Medioevo.

FALSO – La popolazione italiana aveva sperimentato le medesime vessazioni durante la dominazione asburgica (con il beneplacito degli slavi) eppure non vi fu alcun infoibamento attuato dagli italiani ai danni degli slavi nel Ventennio.

FALSO – Le eliminazioni degli italiani in Istria, in Dalmazia e a Fiume furono

attuate anche ai danni di numerosi antifascisti, uccisi per la loro nazionalità.

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«Non soltanto Fiume non fu mai croata, ma al contrario, era italiana nel passato e italiana rimarrà nell’avvenire»

(Andrea Ossoinack, deputato di Fiume alla Camera di Budapest, 18 ottobre 1918)

Istria, Fiume e Dalmazia

Le terre italiane oltre Adriatico

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Pola - tempio di Augusto

Pola – arco dei Sergi

Tergeste Humagum

Parentium Ruginium

Pietas Julia

Cartografia della REGIO X VENETIA ET HISTRIA in età augustea (secc. I a.C.-I d.C.)

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VENEZIA

Pola Trieste

Fiume

933 – Venezia ottiene il privilegio di navigare lungo la costa istriana.

1535 – Massima estensione del dominio veneziano in Istria.

1797 – Caduta di Venezia e annessione dell’Istria al Regno d’Italia napoleonico.

1814 – Annessione dell’Istria e della Dalmazia all’Impero d’Austria.

1918 – Annessione dell’Istria e di Zara al Regno d’Italia.

804 – Prime indicazioni sulla presenza di gruppi slavi nell’entroterra istriano.

SLAVI (secc. VII-IX)

Cartografia Repubblica di Venezia tra i secolo XV e XVIII

Lussino

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«Noto fazo mi Zuan Batista da Conegian, dipintor abita in Venissia in la contrada de San Lucha come semo romasi dacordo con mis. Alvise Grisoni citadin de Chavodistria (…)»

(Contratto tra il pittore veneto Cima da Conegliano e il procuratore del convento di S. Anna di Capodistria, sec. XV).

«Devo avvisare Sua Eccellenza che in Pirano si fanno sempre più manifeste le simpatie per l’Italia (…) dando a temere che la bandiera repubblicana verrà qui inalberata il giorno in cui cade la festa di San Marco. Tutti i giovani portano al petto una croce, come simbolo della Crociata Italiana. La scorsa settimana, sotto la presidenza del delegato comunale Fragiacomo e dell’avv. Venier risuonarono molte acclamazioni alla Libertà, all’Italia e a San Marco»

(Informazione inviata l’11 aprile 1848 al governatore austriaco dell’Istria).

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«Opporsi risolutamente all'influsso dell'elemento italiano e provvedere alla germanizzazione o slavizzazione, a seconda delle circostanze, delle zone in questione con tutte le energie e senza alcun riguardo, mediante un adeguato affidamento di incarichi a magistrati politici ed insegnanti, nonché attraverso la stampa in Tirolo meridionale, Dalmazia e Litorale adriatico»

(Ordine di Francesco Giuseppe d’Austria al Consiglio dei Ministri del 12 novembre 1866).

Trieste

Pola

Fiume Umago

Parenzo

Rovigno

Lussino

Veglia Albona

«Nel 1946 organizzammo in Istria la campagna anti-italiana.

Si trattava di dimostrare alla commissione alleata che quelle terre erano jugoslave e non italiane. Non era vero, perché in realtà gli italiani erano la maggioranza nei centri abitati, anche se non nei villaggi.

(Milovan Gilas, intervistato nel 1991 da Panorama).

Distribuzione degli italofoni in Istria nel 1880

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L’Unificazione incompiuta

L’irredentismo Italiano

in Istria, a Fiume e in Dalmazia

(1848 - 1918)

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L’Italia di Napoleone (1796-1814)

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Rep. Cispadana Rep. Cisalpina Rep. Italiana Regno d’Italia

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La Restaurazione

(1815 -1859)

Con la caduta di Napoleone, nel 1815 i vincitori (Austria, Russia, Prussia e Inghilterra) si riuniscono alla Corte di Vienna per ridisegnare gli stati europei. Il potere austriaco si estende su gran parte dell’Italia, oltre che sull’Europa orientale e sui Balcani.

Contro l’Austria si svilupperanno molte ribellioni, che avranno come obbiettivo l’Unità nazionale dei popoli sottomessi.

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Il Risorgimento

(1821 -1870)

La Presa di Roma (1870)

La conclusione naturale della Seconda Guerra d’Indipendenza coincide con la liberazione dell’Italia del Sud, grazie ai Mille di Garibaldi che conquistano il Regno delle due Sicilie. Nel 1860 la Penisola è quasi del tutto unificata, con le sole eccezioni del Lazio, del Veneto, del Trentino e della Venezia-Giulia.

Istria

Dalmazia Trento

Corsica

(19)

Irredentismo

La data di nascita ufficiale dell’azione irredentista è fissata al 1877, anno in cui il politico e patriota Matteo Renato Imbriani salutò gli italiani giunti dalle province asburgiche dell’Adriatico come

‘’fratelli irredenti’’. Nello stesso anno venne fondata l’associazione ‘Pro Italia Irredenta’, seguita dalla ‘Pro Patria’

(1885) e infine dalla ‘Lega Nazionale Italiana’ (1891).

(20)

Irredentismo

Con l’ingresso del Regno d’Italia nella Triplice Alleanza (insieme a Germania ed Austria) il processo di Unificazione si interruppe, e gli Asburgo mantennero il controllo delle terre italofone di Trento, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Il governo di Vienna era divenuto alleato dell’Italia (almeno formalmente), e la lotta patriottica contro l’occupazione austriaca diventava semi-clandestina.

G. Oberdan (1858-1882)

C. Battisti (1875-1916)

N. Sauro (1880-1916)

D. Chiesa (1894-1916)

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Irredentismo

Con l’ingresso del Regno d’Italia nella Triplice Alleanza (insieme a Germania ed Austria) il processo di Unificazione si interruppe, e gli Asburgo mantennero il controllo delle terre italofone di Trento, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Il governo di Vienna era divenuto alleato dell’Italia (almeno formalmente), e la lotta patriottica contro l’occupazione austriaca diventava semi-clandestina.

G. Oberdan (1858-1882)

C. Battisti (1875-1916)

N. Sauro (1880-1916)

D. Chiesa (1894-1916)

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La sconfitta nella II Guerra Mondiale (1943-1945)

Le foibe e l’esodo degli italiani

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TRIESTE

POLA

FIUME GORIZIA

Il crollo dell’esercito italiano (8 settembre - 2 ottobre 1943)

13 settembre 1943 – A seguito del crollo dell’esercito italiano le truppe partigiane jugoslave occuparono quasi tutta l’Istria e ne proclamarono l’annessione alla Jugoslavia. I militari di Tito mantennero il controllo del territorio per un mese: durante il quale provvidero all’arresto di molte centinaia di italiani, che vennero poi uccisi e gettati nelle foibe in tutta l’Istria. Le cose tornarono alla normalità solo con l’arrivo dei tedeschi.

(25)

Cos’è una foiba?

Le foibe sono cavità naturali tipiche del terreno carsico. In queste voragini, nell’autunno 1943, furono gettati molti italiani dell’Istria (circa 600) fatti prigionieri dai partigiani di Tito. La stessa modalità di esecuzione fu attuata anche contro gli italiani di Trieste e di Gorizia nel maggio 1945, con l’occupazione jugoslava.

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I primi infoibamenti

Le foibe sono cavità naturali tipiche del terreno carsico. In queste voragini, nell’autunno 1943, furono gettati molti italiani dell’Istria (circa 600) fatti prigionieri dai partigiani di Tito. La stessa modalità di esecuzione fu attuata anche contro gli italiani di Trieste e di Gorizia nel maggio 1945, con l’occupazione jugoslava.

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Il recupero dei corpi

«Più volte, nel rientrare a Pola fui bersagliato dai colpi di mitragliatrice sparati dai partigiani comunisti slavi (…) che cercavano con tutti i mezzi di impedire il recupero delle salme dalle foibe».

Memoriale di Arnaldo Harzarich, Vigile del Fuoco che recuperò 250 corpi dalle foibe nel 1943.

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Fascisti nelle foibe?

ESEMPIO – Foiba di Terli (Barbana - Istria, 25 corpi).

Nicolò Carmignani (comunista).

Pietro Gonan (antifascista).

Severino Gonan (fratello del primo).

Aldo Lazzaris (18 anni, ucciso insieme al padre).

Fosca Radecchi (17 anni, flirtava con i soldati italiani) Caterina Radecchi (19 anni, flirtava con i soldati italiani)

Albina Radecchi (21 anni, incinta, flirtava con i soldati italiani)

In un’altra foiba fu trovato il corpo di don Angelo Tarticchio, sacerdote di 36 anni, arrestato a Villa di Rovigno dai titini il 16 settembre 1943, e poi seviziato, ucciso e infoibato.

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Norma Cossetto

Nelle foibe istriane del 1943 viene gettato anche il corpo di Norma Cossetto (23 anni), figlia del podestà fascista di Visinada e studentessa della Università di Padova. Norma fu arrestata il 27 settembre 1943: rifiutò l’adesione alle forze di Tito; venne stuprata e poi gettata viva nella foiba di Villa Surani.

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Le uccisioni a Zara

La città di Zara venne occupata dai titini il 1 novembre 1944. I partigiani jugoslavi uccisero molti dei più importanti zaratini italiani: ad esempio, i due imprenditori Pietro e Nicolò Luxardo, o il farmacista Pietro Ticina con la sua intera famiglia (moglie, suocera e figlia bambina). Dopo l’arresto furono legati a grosse pietre e gettati in mare ancora vivi, lasciando che annegassero.

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TRIESTE

POLA

FIUME GORIZIA

L’occupazione e la Resistenza (2 ottobre 1943 - 5 maggio 1945)

(32)

1 maggio-12 giugno 1945 – Le truppe del maresciallo Tito occupano Trieste (Pola fu occupata il 3 maggio e Fiume il 3 maggio).

Le forze jugoslave arrestarono e uccisero moltissimi italiani, soprattutto gli esponenti delle Istituzioni civili e militari: tra questi anche molti antifascisti che avevano lottato contro i tedeschi e i repubblichini di Salò.

L’occupazione jugoslava di Trieste nel 1945

I corpi di queste vittime furono dispersi nelle foibe del territorio carsico circostante; solo la foiba di Basovizza conserva circa 250 mc di corpi umani che vi furono gettati dopo il 1945: tra questi anche un centinaio di militi della Guardia di Finanza di Trieste, che solo pochi giorni prima avevano combattuto le truppe tedesche di stanza a Trieste.

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1 maggio-12 giugno 1945 – Le truppe del maresciallo Tito occupano Trieste (Pola fu occupata il 3 maggio e Fiume il 3 maggio).

Le forze jugoslave arrestarono e uccisero moltissimi italiani, soprattutto gli esponenti delle Istituzioni civili e militari: tra questi anche molti antifascisti che avevano lottato contro i tedeschi e i repubblichini di Salò.

I corpi di queste vittime furono dispersi nelle foibe del territorio carsico circostante; solo la foiba di Basovizza conserva circa 250 mc di corpi umani che vi furono gettati dopo il 1945: tra questi anche un centinaio di militi della Guardia di Finanza di Trieste, che solo pochi giorni prima avevano combattuto le truppe tedesche di stanza a Trieste.

L’occupazione jugoslava di Trieste nel 1945

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Partigiani italiani eliminati dalle truppe jugoslave

Mario Blasich (Fiume 3 maggio 1945)

Pino Budicin

(Rovigno 10 febbraio 1944)

Nevio Skull

(Fiume 3 maggio 1945)

Angelo Adam

(ebreo e antifascista – Fiume, dicembre 1945).

Luigi Frausin

(partigiano socialista, Medaglia d’Oro della Resistenza – Trieste, 24 agosto 1944).

Licurgo Olivi

(partigiano socialista – Gorizia, 5 maggio 1945).

Rocco Cali

(partigiano comunista – Rovigno, maggio 1945).

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1/5 maggio 1945 – Le truppe jugoslave del maresciallo Tito occupano le città di Trieste, Fiume e Pola. L’Istria viene divisa in due zone: A (sotto controllo alleato) e B (sotto controllo jugoslavo). Gran parte della penisola è zona B, ad eccezione di Pola e Trieste.

TRIESTE

POLA

FIUME

10 febbraio 1947 – Il trattato di Pace di Parigi assegna Pola e la zona B alla Jugoslavia.

Circa 250.000 italiani scelsero l’esilio dall’Istria, da Fiume e della Dalmazia.

A

B

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L’ITALIA DIMENTICATA

La tragedia delle foibe e dei profughi istriani e dalmati

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