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Stress traumatico e sintomi somatici

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(1)

Stress traumatico e sintomi somatici

Dott.ssa Maria Puliatti Psicoterapeuta,

psicotraumatologa Membro direttivo SISST

Corso per Comando dei carabinieri Bologna, Puliatti-2021

1

Introduzione

“Un’esperienza che nei limiti di un breve lasso di tempo apporta alla vita psichica un incremento di stimoli talmente forte che la sua elaborazione nel modo usuale non riesce”

Freud 1915

(2)

EVENTI CRITICI (CRITICAL INCIDENT)

Improvvisi ed inaspettati

Travolgono la nostra sensazione di controllo Percezione di una

minaccia

Comprendono perdite emotive e/o fisiche

3

Risposte

psicofisicologiche

in generale

Mobilitazione

fisica

Mobilitazione

mentale

(3)

MOBILITAZIONE FISICA

Puliatti-2021

Aumento dei battiti e della pressione

Aumento della glicemia

Aumento degli acidi nello stomaco

Aumento di sostanze sanguigne ai muscoli

Innalzamento del tono muscolare

Aumento ritmo respiratorio

5

Contrazione dei capillari ed aumento dell’afflusso sanguigno agli organi interni per nutrirli La parte del cervello responsabile del controllo cosciente dei muscoli ha la precedenza

L’udito si affina

La vista si acuisce

(4)

Puliatti-2021

Comportamenti automatici

Distorsioni percettive Incremento di pensieri Preoccupazioni

7

Cenni di neurofisiologi

a di risposta ad una minaccia

• Quando si percepisce una minaccia, ci si orienta verso la stessa, attraverso i cinque sensi e questo è facilitato dal corpo, quindi dai muscoli del collo. Le informazioni passano dall’amigdala e all’ippocampo.

• L’amigdala, anche detta organo della paura, determina molto velocemente se c’è una minaccia o no. L’amigdala mette in azione l’ippocampo che è

responsabile delle risposte di

orientamento, attacco, fuga,

congelamento.

(5)

• L’ipotalamo mette in funzione il sistema muscolare verso i comportamenti di lotta/fuga, quando sono impraticabili, l’ipotalamo inibisce il sistema muscolare per permettere la

risposta di congelamento(freezing, morte simulata).

• In una persona già traumatizzata l’amigdala è sproporzionatamente attivata anche da stimoli più piccoli, perfino quando il cervello dice di calmarsi rimane attivata.

9

Risposte di difesa

• Il nostro sistema nervoso risponde allo stress e al pericolo secondo un’organizzazione gerarchica che corrisponde agli stadi che abbiamo attraversato nel corso dell’evoluzione: Immobilizzazione, mobilitazione,

ingaggio sociale.

• Immobilizzazione: è la via reattiva difensiva più antica che si attiva in situazioni percepite come di pericolo estremo causando l’immobilità del

nostro corpo. Possiamo rispondere con immobilizzazione con iperattivazione (come se dentro ci fosse una bomba ad orologeria pronta ad esplodere) o con immobilizzazione con spegnimento (morte

simulata) congelamento, impotenza, disperazione, fino allo spegnimento emotivo.

(6)

Cont.

• Mobilizzazione:. In questa attivazione rispondiamo prevalentemente con il sistema nervoso simpatico, cioè ci mobilizziamo di fronte a un pericolo

collettivo percepito e reagiamo o con risposte “mobili” di cosiddetto attacco o fuga, che attiviamo sempre quando sentiamo di dover garantire la nostra sopravvivenza. Risposte di attacco possono essere

aumento del bisogno di controllo, irritabilità fino ad arrivare a rabbia eccessiva. Risposte di fuga, possono essere quelle che vi fanno

“fuggire” da casa, aumenta il vostro bisogno di muovervi, come un animale in trappola che cerca di scappare dalla gabbia.

11

Cont.

• Ingaggio sociale: descrive la reazione più

evoluta del nostro sistema nervoso e si manifesta quando siamo in uno stato di sicurezza e di connessione con gli altri e con

il contesto. L’ingaggio sociale permette di sentirci ancorati e in comunicazione con gli

altri. [SISST, 2020].

(7)

Reazioni post traumatiche

Reazioni psicologiche ad un evento traumatico, possono essere estreme e provocare sofferenza, ma

generalmente non diventano problemi cronici.

La maggioranza delle persone si riprende pienamente in un arco di tempo compreso tra i 3 -6

mesi.

13

…ma alcune esperienze negative, più di altre, sono difficili da digerire, in funzione

- dell’età, - del tipo di evento, del momento di vita,

dei propri fattori protettivi e della presente di una rete di incidenti

traumatici

(8)

Evoluzione di una

risposta di difesa

Evento

Reazione acuta Se non rientra

Sistema nervoso rimane sollecitato Terreno favorevole per i disturbi post traumatici

15

Fattore di rischio: rete degli

incidenti traumatici

|Spesso i clinici si trovano a

fronteggiare il riemergere di traumi

precedenti, poiché le persone che

hanno subito un trauma e che hanno

già avuto esperienze traumatiche

possono essere particolarmente

soggette a problemi di adattamento.

(9)

Persone a Rischio

Sono state sottoposte a richieste emozionali intense da parte dei superstiti sconvolti

Hanno già avuto problemi psicologici in passato Hanno subito perdite importanti recenti

17

Genitorialità come fattore di rischio

Una persona quando è genitore può essere più vulnerabile quando negli

eventi sono coinvolti bambini.

Un genitore è più vulnerabile

perché deve controllare le sue

risposte da stress traumatico

affinché non influenzino i figli.

(10)

Come si fa a sapere se una persona ha “superato”, completamente

rielaborato un’esperienza traumatica?

19

Bisogna chiederlo al suo

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(11)

Livelli di elaborazione

Sensomotorio

Emotivo

Cognitivo

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21

Trauma come fattore di

rischio 1

Gli eventi vissuti come traumatici sono diversi per tutti.

Per molti di noi, eventi stressanti o traumatici non evolvono mai in malattie croniche. I sintomi

possono manifestarsi solo una volta e poi risolversi completamente, e mai riapparire o svilupparsi in una malattia cronica.

Questo perché siamo tutti progettati per recuperare, adattarci e guarire in seguito esperienze dolorose o travolgenti. Proprio come siamo progettati per guarire dai tagli, ferite e ossa rotte.

(12)

Cont.

• Quando ci sono pochi eventi o quando il recupero avviene dopo un trauma il vulcano si ritira verso il fondo

dell'oceano.

• È solo quando una frequenza, intensità o gravità sufficienti di eventi irrisolti si verifica che viene raggiunto un punto di svolta e un fattore di stress o un trauma finale fa il si che il vulcano cresca oltre un punto critico. È quando la punta di questa montagna attraversa la linea di galleggiamento e diventa visibile che gli effetti del trauma si fondono completamente in malattia cronica o un altro gruppo di sintomi.

• Questo è ciò che accade con l'evento stressante o

traumatico che scatena l'insorgenza di una malattia cronica.

È anche il motivo per cui l'insorgenza dei sintomi può verificarsi così all'improvviso e inaspettatamente a seguito di un evento stressante di troppo.

23

Fattori di rischio che rendono vulnerabili

• Eventi cumulativi stressanti/traumatici in ambito lavorativo

• Eventi traumatici pregressi in età precoce

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(13)

Effetti del trauma 1

Il trauma altera la nostra capacità di adattarci al momento presente.

Cambia il modo in cui funziona il nostro cervello.

Gli eventi traumatizzanti ci mantengono in stati di sopravvivenza - lotta, fuga e congelamento - molto tempo dopo che la minaccia è

scomparsa. Questo è uno dei modi critici in cui il trauma differisce dallo stress.

25

Effetti del trauma 2

Questa percezione di mancanza di sicurezza si verifica a un livello molto al di fuori della nostra coscienza

consapevolezza. A volte siamo

consapevoli di questo senso di minaccia o pericolo, ma soprattutto spesso non lo siamo.

Il trauma impedisce il ritorno agli stati iniziali di agio e calma, riposo e

recupero e la sensazione che sia finita,

anche dopo che il pericolo, lo stress o la

minaccia sono svaniti.

(14)

Il ruolo della disregolazione

• Il ruolo della disregolazione del sistema nervoso autonomo nei pz traumatizzati è noto e sappiamo essere il

responsabile dei vari sintomi clinici presenti

• LA DISREGOLAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO può scatenare una risposta alterata del sistema immunitario andando a creare processi infiammatori nel sistema.

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27

Il trauma nel corpo:

azioni bloccate

Orientamento Attacco

Fuga

(15)

Cont.

• Le risposte ad un trauma possono rimanere bloccate nel corpo.

• Sintomi spesso riflettono schemi di disregolazione del sistema nervoso e stati di lotta, fuga e / o congelamento

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29

Fattori di protezione mediano gli

effetti del trauma

(16)

Fattori di protezione

contesto in grado di limitare il coinvolgimento nel rischio.

Capacità di autoregolazione Risorse di autoefficacia Comunicazione /ascolto

Valore al piacere e al tempo libero Relazioni familiari e sociali positive Futuro come obiettivo

Ambiente di lavoro soddisfacente

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Sindromi post traumatiche

• PTSD

• Traumatizzazione vicaria

• Stress traumatico secondario

• Disturbi dell’adattamento

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(17)

Disturbo Post Traumatico da Stress

Nota: i dati seguenti si applicano ad adulti, adolescenti, e bambini sopra i 6 anni. Per i bambini di 6 anni e per quelli più piccoli vedi i criteri corrispondenti slides precedente.

A. Esposizione a morte effettiva o minacciata, grave danneggiamento, o violenza sessuale in uno (o più) dei seguenti modi:

1. Esperienza diretta di eventi traumatici.

2. Assistere, di persona, a eventi mentre accadevano ad altri.

3. Apprendere che un evento traumatico è capitato a un membro stretto della famiglia o a un amico stretto.

Nei casi di morte effettiva o minacciata di un membro della famiglia o di un amico, gli eventi devono essere stati violenti o accidentali.

4. Sperimentare un’esposizione ripetuta o estrema a dettagli avversi dell’evento traumatico (ad es. rispondere per primi raccogliendo resti umani; ufficiali di polizia esposti ripetutamente ai dettagli dell’abuso di un bambino).

Nota: il Criterio A4 non si applica all’esposizione attraverso media elettronici

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B. Presenza di uno (o più) dei seguenti sintomi di intrusione associati all’evento traumatico, che iniziano dopo che questo si è verificato:

1. Ricordi dolorosi ricorrenti, involontari e inopportuni dell’evento traumatico.

Nota: nei bambini al di sopra dei 6 anni, può verificarsi un gioco ripetitivo in cui vengono espressi le tematiche o gli aspetti dell’evento traumatico.

2. Sogni ripetitivi angoscianti nei quali il contenuto e/o l’affetto del sogno sono correlati all’evento traumatico.

Nota: nei bambini, potrebbero esserci sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile.

3. Reazioni dissociative (ad es. flashbacks) in cui l’individuo prova delle sensazioni o agisce come se l’evento traumatico si stesse verificando nuovamente. (Tali reazioni potrebbero verificarsi in un continuum, con una completa perdita di consapevolezza dell’ambiente presente come espressione più estrema).

Nota: nei bambini, potrebbe verificarsi nel gioco la ricostruzione specifica del trauma.

4. Un malessere psicologico prolungato o intenso durante l’esposizione a indizi interni o esterni che simbolizzano o assomigliano ad un aspetto dell’evento traumatico.

5. Reazioni fisiologiche marcate a indizi interni o esterni che simboleggiano o assomigliano ad un aspetto dell’evento traumatico

(18)

C. Elusione persistente degli stimoli associati all’evento traumatico, che inizia dopo che questo si è verificato, come evidenziato da uno o entrambi dei seguenti:

1. Elusione o tentativo di evitare i ricordi, i pensieri, o le sensazioni angoscianti circa l’evento traumatico o strettamente associati ad esso.

2. Elusione o tentativo di evitare sollecitazioni esterne (persone, posti, conversazioni, attività, oggetti, situazioni) che fanno sorgere ricordi, pensieri, o sensazioni angoscianti circa l’evento traumatico o strettamente associati ad esso.

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D. Alterazioni negaEve nelle cognizioni e nell’umore associate con l’evento traumaEco, che iniziano o peggiorano dopo che questo si è verificato, come evidenziato da due (o più) dei seguenE:

1. Incapacità di ricordare un aspeMo importante dell’evento traumaNco (dovuto Npicamente all’amnesia dissociaNva e non ad altri faMori come una ferita alla testa, alcol, o droghe).

2. Convinzioni o aspeMaNve su se stessi, gli altri, o il mondo, negaNve persistenN ed esagerate (ad es. “Sono caQvo”, “Non ci si può fidare di nessuno”, “Il mondo è assolutamente

pericoloso”, “TuMo il mio sistema nervoso è rovinato in maniera permanente).

3. PersistenN cognizioni distorte circa la causa o le conseguenze dell’evento traumaNco che ha portato l’individuo a biasimare se stesso o gli altri.

4. Persistente stato emoNvo negaNvo (ad es. paura, orrore, rabbia, colpa, o vergogna).

5. Interesse in o partecipazione ad aQvità significaNve marcatamente diminuiN.

6. Sensazioni di distacco o separazione dagli altri.

7. Persistente incapacità a vivere emozioni posiNve (ad es. incapacità nel provare felicità, soddisfazione, o senNmenN d’amore).

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E. Marcate alterazioni nella stimolazione e nella reattività

associate con l’evento traumatico, che iniziano o peggiorano dopo che questo si è verificato, come evidenziato da due (o più) dei seguenti:

1. Comportamento irritabile e scoppi d’ira (con poca o alcuna provocazione) espresso tipicamente come aggressione verbale o fisica verso persone od oggetti.

2. Comportamento spericolato o autodistruttivo.

3. Ipervigilanza.

4. Risposta di allarme esagerata.

5. Problemi di concentrazione.

6. Disturbo del sonno (ad es. difficoltà nell’addormentarsi o nel continuare a dormire, o sonno agitato).

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F. La durata del disturbo (Criteri B, C, D e E) è più di 1 mese.

G. Il disturbo provoca un malessere clinicamente significaEvo o un handicap nell’area sociale, professionale, o in altre importanE aree di funzionamento.

H. Il disturbo non è aOribuibile agli effeQ fisiologici di una sostanza (ad es.

medicine, alcol) o a un’altra condizione medica.

Specificare se:

Con sintomi dissocia.vi: i sintomi dell’individuo incontrano i criteri per il disturbo post traumaNco da stress e, in aggiunta, in risposta al faMore stressante, l’individuo prova sintomi persistenN o ricorrenN di qualunque dei seguenN:

1. Depersonalizzazione: esperienze persistenN o ricorrenN di senNrsi distaccaN da, e come se uno fosse un osservatore esterno dei propri processi mentali e del corpo (ad es. senNrsi come se si fosse in un sogno;

provare una sensazione di irrealtà di se stessi o del corpo o del tempo che si muove lentamente).

2. De-realizzazione: esperienze persistenN o ricorrenN di irrealtà di ciò che ci circonda (ad es. il mondo intorno all’individuo viene vissuto come irreale, simile a un sogno, distante o distorto).

Nota: per usare questo soMoNpo, i sintomi dissociaNvi non devono essere aMribuibili agli effeQ fisiologici di una sostanza (ad es. blackouts, comportamento durante un’intossicazione da alcol) o a un’altra condizione medica (ad es. parziali crisi complicate).

Specificare se:

Con manifestazione ritardata: se non vengono incontraN i pieni criteri diagnosNci fino ad almeno 6 mesi dopo l’evento (sebbene l’inizio e la manifestazione di alcuni sintomi siano immediaN).

(20)

Traumatizzazione Vicaria (VT)

dal coinvolgimento empatico con il materiale traumatico del paziente.

• Questi effetti sono cumulativi e permanenti, e sono evidenti nella vita professionale e personale del terapeuta.

• Per definizione, gli effett del VT sull’individuo assomigliano a quelli dell’esperienza traumatica.

Questi includono rotture importanti nel proprio senso di significato, connessione, identità, e veduta del mondo; e anche della propria tolleranza emotiva, bisogni psicologici, convinzioni su di sé e sugli altri, relazioni interpersonali, e memoria sensoriale, incluso l’immaginario.”

• Traumatizzazione Vicaria si riferisce all’impatto cumulativo del lavoro di trauma sull’individuo.”

• (Pearlman, Saakvitne)

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Stress traumatico

• Il termine “Stress Traumatico Secondario” (STS) si riferisce e una serie di sintomi psicologici che imitano il disordine da stress post-traumatico, ma che è acquisito tramite

l’esposizione alle persone che soffrono degli effetti del trauma, piuttosto che agli eventi traumatici stessi.

• Le persone presentano i sintomi elencati nei criteri PTSD ma non comprendono tutti i criteri sintomatici necessari per assegnare una diagnosi di PTSD.

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Disturbo dell’Adattamento

A. Lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in risposta ad agenti di stress identificabili che si verificano entro 3 mesi dall’inizio degli agenti stressanti.

B. Questi sintomi o comportamenti sono clinicamente significativi, come evidenziato da uno o entrambi dei seguenti:

1. Un malessere marcato che è fuori proporzione rispetto alla serietà o intensità dell’agente stressante, prendendo in considerazione il contesto esterno e i fattori culturali che potrebbero influenzare la gravità e la presentazione del sintomo.

2. Handicap significativo nell’area sociale, professionale, e in altre importanti aree di funzionamento.

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C. Il disturbo correlato allo stress non incontra i criteri per un altro disturbo mentale e non è soltanto un’esacerbazione di un disturbo mentale preesistente.

D. I sintomi non rappresentano un normale luOo.

E. Una volta che l’agente stressante o le sue conseguenze sono terminaE, i sintomi non persistono per più di altri 6 mesi.

Specificare se:

309.0 (F43.21) con umore depresso: sono predominanN umore basso, tristezza, o sensazioni di disperazione.

309.24 (F43.22) con ansia: sono predominanN irrequietezza, preoccupazione, nervosismo, o ansia da separazione.

309.28 (F43.23) con ansia unita a umore depresso: è predominante una combinazione di depressione e ansia.

309.3 (F43.24) con disturbo di condoEa: è predominante il disturbo di condoMa.

309.4 (F43.25) con disturbo delle emozioni unito a disturbo della condoEa: sono predominanN sia i sintomi emoNvi (ad es. depressione, ansia) sia un disturbo di condoMa.

309.9 (F43.20) imprecisato: per le reazioni mal adaQve che non sono classificabili come uno dei soMoNpi specifici del disturbo dell’aMaccamento.

(22)

Disturbi correlati allo stress traumatico

• Disturbi del comportamento (comportamenti a rischio)

• Disturbi da dipendenze (disturbi del comportamento alimentare, alcool, abuso di stupefacenti)

• Disturbi d’ansia

• Disturbi da panico

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Il corpo come mediatore del trauma

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(23)

PTSD e sindromi somatiche

• Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è associato a

• (1) sindromi somatiche "mal definite" o "non spiegate dal punto di vista medico", ad es. vertigini inspiegabili, tinnito e visione offuscata e sindromi che possono essere classificate come disturbi somatoformi (DSM-IV-TR);

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45

Cont.

• (2) una serie di condizioni mediche, con una

preponderanza di disturbi cardiovascolari, respiratori, muscolo-scheletrici, neurologici e gastrointestinali,

diabete, dolore cronico, disturbi del sonno e altri disturbi

immuno-mediati.

(24)

Cont.

• Le comorbilità(due o più patologie che coesistono simultaneamente) mediche frequentemente riportate con PTSD in vari studi includono malattie

cardiovascolari, in particolare ipertensione, e disturbi immuno-mediati.

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47

Cont.

• Il disturbo da stress post-traumatico è associato a instabilità limbica e alterazioni negli assi midollari ipotalamo-ipofisi-surrene e simpato-surrene, che

influenzano le funzioni neuroendocrine e immunitarie, hanno effetti sul sistema nervoso centrale con

conseguenti sintomi pseudo-neurologici e disturbi della regolazione sonno-veglia, e provocare una

disregolazione del sistema nervoso autonomo.

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(25)

Cont.

• L'ipervigilanza, una caratteristica centrale del disturbo da stress post-traumatico, può portare a stati di "sonno locale" o di eccitazione regionale, quando il paziente è parzialmente addormentato e parzialmente sveglio e si manifesta come comportamenti motori e / o verbali complessi in uno stato parzialmente cosciente.

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49

La dissociazione somatoforme

Esempi: anestesia, ipoestesia, dolore, sensazioni “strane”,

sensazioni di “sporco”.

“Un insieme di risposte somatoformi da uno stato dissociativo che non possono essere spiegate secondo una

prospettiva medica”

(26)

Cont.

La dissociazione somatoforme cambia la modalità di esperire le sensazioni corporee

I sintomi dissociativi somatoformi riconoscono un comune deficit integrativo di tipo bottom-up, causato dalla mancata integrazione dei dati provenienti dai centri nervosi inferiori, sedi delle afferenze e delle memorie somatoviscerali (bottom), con le capacità rappresentazionali e riflessive della coscienza (up).

La dissociazione somatoforme comporta alterazioni della normale integrazione tra coscienza, memoria esplicita, schemi somatoviscerali e percettivo motori che costituiscono la base per la percezione corporea

51

Disturbi da dolore

La dissociazione somatoforme può manifestarsi

tipicamente con

la comparsa di

dolori acuti e

cronici.

(27)

Psicofisiologia del dolore:

cosa

sappiamo?

Fattori psicologici possono causare iper- reattività muscolare nei confronti di uno stress psicologico.

Sebbene questo fenomeno non possa essere considerato un indicatore diretto del dolore, tuttavia l’iper-reattività muscolare allo stress psicologico può contribuire allo spasmo muscolare e pertanto all’aumento dell’effetto

nocicettivo e all’esarcebazione del dolore.

53

Cont.

Il SNS aiuta il corpo a prepararsi per l’azione.

Regola l ’ eccitazione, aumenta l ’ attività nei momenti di stress ed eccitazione, sia positiva che negativa. Si attiva quando c’è un’allerta.

Un evento traumatico può portare ad una ipereccitazione del SNS, portando la nostra fisiologia a rispondere come se la minaccia fosse costante, senza che avvenga la normale risposta di rilassamento dopo una minaccia.

Un sistema nervoso sano ha infatti continui cicli di carica/scarica, tensione/rilassamento

(28)

La somatizzazione dolorosa, sembra essere una conseguenza

del cambiamento dei meccanismi di regolazione biologica riscontrata nei pazienti

affetti da trauma.

L’inibizione del CRH (Corticotropin Releasing Hormone ), dovuta all’eccessivo

arousal del Sistema Nervoso Simpatico (d’ora in poi SNS), produce una carenza di oppioidi

endogeni nei pazienti PTSD, riducendo la loro capacità di far

fronte alle sensazioni dolorose.

I sintomi persistenti di aumento di arousal aumentano la predisposizione dell'individuo al

dolore cronico, riducendo la capacità di fronteggiare gli

eventi

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55

Meccanismi psicofisiologici

di insorgenza

Puliatti-2021

(29)

Dolori temporo- mandibolari

La difficoltà di regolazione della rabbia è un elemento centrale.

I disturbi temporo-mandibolari sono causati da problemi dei muscoli o delle articolazioni della mascella o del tessuto fibroso che li collega.

I sintomi possono essere cefalea e

dolorabilità dei muscoli masticatori oppure si può udire uno scatto sonoro/uno

schiocco delle articolazioni della mascella.

57

Dolori lombari

• Esiste una netta correlazione tra

instaurarsi della malattia e la presenza di eventi psicologici significativi.

• Ipercontrollo

• Difficoltà di modulazione delle emozioni

(30)

Cefalea muscolo-tensiva

Stimoli emozionali intensi e ripetitivi possano portare ad un

deficit del sistema antinocicettivo con conseguenza dell’iperalgesia e

dolore.

In generale il sistema antinocicettivo è stimolato

dalle emozioni che lo potenziano ed elevano la soglia

del dolore.

Nei pazienti cefalgici il sistema antinocicettivo non verrebbe

adeguatamente attivato e l’abbassamento della soglia del

dolore faciliterebbe il meccanismo causale attraverso

il quale le emozioni possono provocare cefalea

Puliatti-2021

59

Altri disturbi e sindromi

correlate al trauma

(31)

Ipercotisolismo

• L'insufficienza surrenalica secondaria è un'ipofunzione

surrenalica dovuta a una carenza di ormone adrenocorticotropo. I

sintomi comprendono affaticamento, debolezza, perdita di peso, nausea, vomito e diarrea.

61

Cont.

• Numerosi studi hanno ora

fornito prove convincenti che la ghiandola surrenale è ipoattiva in alcuni stati legati allo stress.

• Il fenomeno dell'ipocortisolismo è stato descritto principalmente per i pazienti che hanno subito un evento traumatico e

successivamente hanno

sviluppato un disturbo da stress

post-traumatico (PTSD).

(32)

Cont.

• I potenziali meccanismi alla base

includono disregolazioni su diversi livelli dell'asse ipotalamo-ipofisario. Inoltre, fattori come la vulnerabilità genetica, precedenti esperienze di stress, coping e stili di personalità possono determinare la manifestazione di questa anomalia

neuroendocrina.

• Sulla base dei risultati esaminati, proponiamo che una persistente

mancanza di disponibilità di cortisolo in individui traumatizzati o cronicamente stressati possa promuovere una maggiore vulnerabilità per lo sviluppo di disturbi corporei legati allo stress.

63

Sindrome metabolica

• In diversi studi la sindrome metabolica era

considerata presente se tre o più dei suoi parametri componenti (obesità, pressione sanguigna elevata, colesterolo ridotto delle lipoproteine ad alta densità (HDL), trigliceridi elevati e livelli di glucosio

anormali)

• Soggetti con gravi sintomi di disturbo da stress

post-traumatico avevano circa tre volte più

probabilità di avere la sindrome metabolica

(33)

Disturbi cardiaci e aumento della

pressione sanguigna

• L’esposizione a traumi può influire in modo diretto sul sistema cardiovascolare, attraverso vari meccanismi fisiologici, quali ad esempio l’attivazione del sistema simpatico e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.

• L’alterazione dei meccanismi di regolazione dell’asse cuore-cervello, può assumere un ruolo importante nella fisiopatologia delle malattie cardiovascolari in un range di condizioni che spaziano da semplici modificazioni transitorie

dell’elettrocardiogramma (ECG), a condizioni più strutturate e durature quali l’ipertensione essenziale, l’angina pectoris, l’infarto

miocardico, le aritmie maligne, le cardiomiopatie.

65

Sindrome dell’intestino irritabile

• La sindrome dell'intestino irritabile, che una volta veniva definita "colite spastica" o "colon irritabile", si presenta tipicamente con un fastidio o dolore addominale, che migliora dopo l'evacuazione;

l'intestino può essere stitico, diarroico oppure di tipo misto, ossia con alternanza fra stipsi e diarrea.

• Nel complesso, il disturbo da stress post-traumatico

è associato a una maggiore probabilità di IBS.

(34)

Dermatosi

• La mancata regolazione delle emozioni ha un ruolo nelle malattie della pelle

• Orticaria cronica idiopatica (CIU), comorbilità psicologica, stress post- traumatico, repressione e alessitimia.

67

Cont.

• I pazienti con dermatosi presenta livelli più elevati di alessitimia, mancanza di

consapevolezza delle sensazioni corporee e delle emozioni) e meccanismi di difesa rigidi

• Lo stress post-traumatico era associato ad alessitimia e al tipo di meccanismo di difesa.

• Ci sono prove di una relazione tra CIU e trauma. La gravità dei sintomi post-traumatici varia a seconda dei tratti alessitimici e dei meccanismi di difesa utilizzati. La gravità della malattia e la comorbilità psicologica sono influenzate in modo differenziato dalle relazioni tra trauma, tratti alessitimici e meccanismi di difesa.

(35)

Sindrome da fatica cronica

• La Sindrome da Stanchezza Cronica, o Sindrome da

Fatica Cronica (CFS, acronimo di Chronic Fatigue

Syndrome) è un disturbo caratterizzato dalla fatica cronica persistente per almeno 6 mesi.

• Eventi traumatici possono essere fattori predisponenti.

69

(36)

• Capitolo 2 – Teoria e Clinica delle risposte post traumatiche – Maria Puliatti

Puliatti-2021

71

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