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L … animali e football

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Academic year: 2022

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29 e cronache calcistiche del nostro Paese, così importanti visto il numero di giornali che se ne occupano quotidianamente, hanno registrato in questo campionato un insolito fermento paraspor- tivo dovuto a una iniziativa della dirigenza della S.S.

Lazio presa con l’intento di galvanizzare la sua tifoseria prima del fischio di inizio nelle gare casalinghe allo sta- dio Olimpico: un’aquila battezzata col nome di Olimpia per alcuni minuti sorvola il campo di gioco in segno d’au- spicio per il risultato favorevole alla squadra di casa ma anche, a dire dei dirigenti laziali, per rappresentare, ini- ziando dal nome, gli ideali che ispirarono i fondatori della società biancoceleste. L’iniziativa ha destato scal- pore, consenso tra i tifosi, ma anche numerose polemiche animaliste che hanno denunciato la presunta violazione del regolamento comunale sulla tutela degli animali.

Comunque l’aquila, seppure stilizzata, dagli anni ottanta, era già presente nello stemma della squadra e figure di animali spesso compaiono in quella che possiamo defini- re la “araldica sportiva”: sempre un’aquila compare

anche nello stemma del Palermo, del Catanzaro, della Cavese e dello Spezia.

L’A.S. Roma da sempre ha adottato nel suo stemma la lupa capitolina che, in epoca di merchandising sportivo, vista l’impossibilità di registrarla come marchio, vide adottare lo stilizzato lupetto con l’occhio rosso. Il simbo- lo civico del toro è presente nello stemma di ambedue le squadre di Torino; l’appellativo di zebre degli juventini, ricavato dai colori della loro divisa di gioco, per qualche anno fu riprodotto (una zebra rampante) anche nell’em- blema della squadra, abbandonato dopo qualche tempo.

Ma a volte la spiegazione è più lambiccata e si adden- tra in simbologie antropo- logiche: è il caso della squadra di Bari che doven- do scegliere la mascotte portafortuna, a seguito di un vero e proprio referen- dum, tra il pettirosso e il galletto, vide prevalere il secondo perché, vivace e battagliero e meglio si identificava con il caratte- re dei baresi e della loro squadra cittadina. Di certo questa lettura antropologi- ca aiuta a spiegare perché il Napoli è rappresentato da un asinello che sostituì

il cavallo (simbolo della città partenopea durante il Regno delle Due Sicilie) per decisione, dotata di autocri- tica e autoironia, degli stessi tifosi napoletani quando il primo campionato disputato dalla squadra terminò scon- solatamente all’ultimo posto della classifica.

a cura diVitantonio Perrone

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