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Rassegna storica salernitana. N.s. A.16, n.1(1999). [Estratto]

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(1)
(2)
(3)

. SOCIO-ECONOMICA CILENTANA DEL XIX SECOLO

Tra i frutti

più

comuni dell' antichità vi era senza dubbio il

fico,

che veniva

mangiato

frescoosecco,formando il nutrimento occasionale

più impiegato

in

qualunque

momentodella

giornata:

Ficosecco,che scrive si anche

congiuntamente Ficosecco,

dicesiil.

Fico

che,

sbucciatoono,

intero,

o

aperto

per lo

lungo,

èstato

prosciu­

gato

al

sole,

etalora in

forno,

per

mangiarlo,

come

frutta,

nell'inverno.

Serve anche,in

ispecie

presso il

popolo,

afar decozionil

Ifichi secchi venivano chiamati anche

caricæ, perché

si rite­

neva fossero

originari

della

Caria,

ed in taluni

luoghi

venivano

usati al

posto

del pane, tantocheCatone nel Dere rustica consi­

glia

addirittura di diminuire ai braccianti la razione di pane nella

stagione

deifichi. Il ficoera unodei frutti caratteristici di

Atene,

chenelimitòanche

l'esportazione;

celebrieranopure per la loro grossezza

quelli

di Olinto. Le buone

varietà,

il sicomoroo

ficus

sicomorusela

ficus Aegypti'

furono introdotte tardi presso i Ro­

manima,

rapidamente,

divennerounfruttomolto

apprezzato

so­

prattutto

in

tempo

di

carestia,

in

quanto questa pianta,

per sua natura, fruttifica anche in condizioniavverse.

Equantunquetuttii cibi autunnali dianoai

campi

poco nutrimen­

to, i fichi nondimenonedanno

più degli altri.'.

lFicosecco:in VocabolariodegliAccademici dellaCrusca,Quintaimpressione,

Val.X,inFirenze,nellaTipografiaGalileianadi M. CelliniE.C., 1866,p. 36.

2«Ficod'Egitto,oegizio,odi Faraone. Sorta di alberograndissimo,le cuifoglie

sonosimili aquelledel moro,eifrutti comequellidelfico, salvochénascono,non

presso lefoglie,masoprapiccolirami,raccolti insiemeamododigrappolo.Illegnodi

esso,nonduro,maamaro,eperciònonrosodaitarli,bastalunghissimamente,egli Egizianise neservivano per far lecassede'morti. Dicesi ancheSicomoro,ed èlaficus

sycomorusdeiBotanici». (VocabolariodegliAccademici dellaCrusca,p.35).

3MattioI.Disc. l,311,in VocabolariodegliAccademici della Crusca..., p. 34.

SISOOllill�llllìlll�lllllll

00002121

i���llil r

(4)

Indispensabili

divenivanoifichi secchi ancheperlaantichis­

simamedicina erboristicadeltempo

poiché:

Contr'all'asma antica, per umorviscoso, si dia il vino, dove sia

cottasenapeefichisecchi".

I fichi forniscono un alimento gradevole, nutritivoe salubre. La lorodecozioneèraccomandatanellemalattiedipettoenelleirritazioni gastro-enteriche. Si

adoprano

anche con vantaggio sotto forma di

cataplasma'

oppure

chiàepreso tossicooveleno,ossia ch' abia feritatossicata,

dàgli

a mangiaredelenociede lifichisecchi"

De' fichi cotti nel vinosi faimpiastro, aggiuntoviassenzio?

Le

foglie

di questoalberosonostateconsideratecomedetersivee

maturative, ed il latte che stilla dal

gambo

delle

foglie

eda incisioni

fatte allacorteccia suolsiadoperaredal

volgo

perdistruggerei

porri

e

le volatiche",

Per la sua diffusione, ricordiamo che l'isola di Rodi ne era particolarmente ricca. A Romail suo uso

indispensabile

lorese oggetto di unculto eminentementeromano e

patriottico, legato

alle

origini

di Roma, ai due

gemelli,

Romolo e Remo, i

quali,

secondol'antichissima

leggenda,

eranostatiallattatidal latte sgor­

gantedallerume,cioè dallemammelledi questaDivinità-Albe­

ro,dacui vieneilnomediFicus RuminaoFicusRomulia.Tutto

4 CrescoAgrie. volgo261,inVocabolariodegliAccademicidellaCrusca, p. 36.

5VocabolariodegliAccademicidella Crusca...,p.773.

6Niccol. Cost. Med.Z.182,inVocabolariodegliAccademicidellaCrusca,p.36.

7Montig.Discor.volgo63,inVocabolariodegliAccademicidellaCrusca, p.34.

8VocabolariodegliAccademicidellaCrusca,fico,Firenze XIXsecolo, p.773.

(5)

ciò viene

confermato

da alcune

iscrizioni presenti

sumonetedel

III secolo a.C. e da un

celebre

passo di

Ennio":

Fici

dulciferæ

lactantes

ac ubere

toto",

Pianta

antichissima, dunque, diffusa praticamente

sututtala

terra

(ne

sonostate

distinte

oltre

seicento specie),

il fico

più

co­

mune viene

chiamato

dai botanici

ficus

carica

latina,

che è la

specie

senzadubbio

più

notae

legata indissolubilmente

alla sto­

ria della

umanità. È

unalbero di

mediocre grandezza

concortec­

cia

liscia, cenerina,

rami

tortuosi, foglie ampie

e

produce

unfrut­

to

commestibile

sia

fresco

che conservato.

È

la

specie più nordi­

cadel generee senzadubbio èuno

degli

alberi

più

noti e

diffusi

delle aree

più

calde del

Mediterraneo,

dove si trova da

tempo

immemore.

Le

buone specie coltivate,

si

ritiene,

siano

originate

nell' Asia

occidentale,

da dove

furono importate

nel

Mediterra­

neomolti secoli

prima

della nascita di

Cristo.

Nei

paesi tempera­

ti caldi è

pianta resistentissima,

si adatta ad

ogni specie

diterreno

ma

preferisce quelli freschi,

non vuole

particolari

cure, non ne­

cessita

di

concimazione

né di

potatura;

nei

paesi più

freddi si

alleva a

ceppaia,

che nell' inverno si copre di terraper

ripararlo

dal

gelo.

Può

riprodursi

per

semi,

per

margone",

per

talee",

per

innesto,

ma

solitamente

si

moltiplica

permezzodei

rigetti basali già

radicati.

9Perquestanuova

interpretazione

del mitoromano,U.TODINI, Taccuinolatino, GueriniStudio,Milano1992,pp. 11-9.

IOI lattanti algrandesenodel dolcefico... secondo

l'interpretazione

filologica

di alcuni studiosi diquestodiscussopassoenniano;secondo altri Ifichi dolciferistil­

lanti dalturgidoseno;per entrambe le traduzioni vedasi TaccuinoLatino, cit.,pp. 11- 9

IlTipicaforma di

riproduzione

agamica (cioè asessuata)dinumerosissimepiante

coltivateeconsiste nelpraticaresuunramoun'incisione ditipoanulare,intorno alla

qualesi poneuncontenitorepienodi terriccio.Quandoilramohamessoleradici,si recide laporzione superioreche vive cosìautonomamente.

12Parte diunapiantastaccatadalfusto, ramo,radiceofogliache, inopportune condizionidiambiente,è capace dimettereradiceedi

germogliare, permettendo

così

la

riproduzione

di moltepiantecoltivate.

(6)

Numerosissime sono le varietà coltivate che si

distinguono

fra loro per la

forma,

il

colore,

la

grandezza

e

l'epoca

di

maturazione dei frutti e che sono denominate con nomi

locali,

main cui

predominano specialmente

il ficoDottatoeil

Brogiotto.

Talune razze, dette un

ife

re,

producono

frutti una sola volta al­

l'anno,

chenasconosuiramettidell'annata

precedente

ematura­

no da

agosto

ad

ottobre;

altre razze, dette

bifere,

oltre a

questi

frutti ne

producono

anche altri che nascono alle cicatrici delle

foglie

dell'anno

precedente

e maturano in

giugno-luglio:

sono i

cosiddetti

fio

roni.

Letestimonianze esistenti sullafichicolturaper l'etàmoder­

na sonoinnumerevolie,traletante,sipossono citareforse

quelle

che

meglio

illustranoil

fenomeno;

valeadirei

Certificati

di

fede

per diversi

Portolani, responsales

per regnumconservatipresso l'ArchiviodiStatodi

Napoli

nel fondo

Regia

CameradellaSom­

maria;

Dipendenze

dellaSommaria:

Noj Regj

Portulanoet Credenzieroin Salerno facimofede a3 di dicembre 1601

Gioseppo

diMasso,

hajmmesso

inSalernoconlabarcha di Marsilio Scottoladi Salerno fico cantara IO comecosta fede dalli officialidi

Agropoli

a27 dinovembrepassatodisseroconmandatodel

logotenente

del Mandamento

spedito

a 13 dinovembre 1601 delre­

stante acomputodeclarònonservirsenein Salernoadi 15 di

gennaio

1602 Bartolo Bonello

Regio

Portulanodi Salerno.

Mag. Regio

Portolanoin

Agropoli

Si fa fede permeGio.AndreaCesaro,

Regio

Portolanoin la città della Cava, Marina di

Vietjri

creato per Gio. Andreadi Pialli

Regal

Portulano di questa

provincia

di

principato

Citra come

Gasparro

di

Mauro della Cavaal 9 didicembre 1601 haimmessoinquestaMarina di

Vietjri

da

Agropoli

cò labarchade Salvatore del Siano di

Agropoli

fico cantara 30 per mandamento del

logotenente

et

spedita

a il dì 9

novembre 1601 et del

più

dice volersene servire

più

come costaper

fededelIiofficialidi

Agropoli

et

spedita

al20 didicembre 1601. Et in

_ fedenehabiamofatta ....

jl.

.. Tiberio Cioffo

Regio

Credenziero Gio. Andrea Cesaro Portolano.

(7)

Magnifico Regio

Portulano in

Agropoli

Sifa fede permeGio Andrea Cesaro Portulano...comeGio.Matteo

Gagliardo

al 9 didicembre1601 haimmessoin

questa

Marinadi

Vietjri

dallo

Agnione

conbarchadiVincentioFerrone di

Agropoli

ficocantara

60, oglio

stara4et del restodisse di volersene servire perordine del

logotenente

et

spedita

à 9 di novembre

1601,

sin come costaper fedi delliofficiali dello

Agnione esposto

a4 didicembre 1601.

Vietjri

28 di

agusto

1602.

Magnifico Regio

Portolanoin

Agropoli.

Si fa fede permeGioAn­

dreaCesaro

Regio

Portolano...come

Gregorio

DeSimoneadì di 22 di dicembre 1601 haimmessoda

Agropoli

conla barca diGio. Dominico VollarodiAtranificocantara50etlardocantara4 permandamentodel

logotenente

et

spedita

à 5novembre 1601edelrestodisse dinonvoler­

seneservire

più

comecostaperfedideniofficialidi

Agropoli

e

spedita

à 20 di dicembre 1601. Et in fedene habiano fatta la

presente

io e il

Regio

Credenziero scrittaetsottoscrittadenostra

propria

mano

sigilla­

tadel miosolito

sigillo

data in laMarinadi

Vietjri

ali 2 digennaro 1602.

Magnifico Regio

Portolano in

Agropoli.

Si fa fede per me Gio.

Andrea Cesaro

portulano

...come

Gregorio

DeSimoneal 31 didicem­

bre 1601haimmessoda

Agropoli

conlabarchadeSalvatoreDelSiano de

Agropoli

fico cantara 50 et lardo cantara 4 per mandamento del

logotenente

et

spedita

a20didicembre 1601etdell'

oglio

dicevolerse­

neservire

più

come costaper fededelli officiali di

Agropoli

et

spedita

a24 di dicembre 1601.

Vietjri

adì Il di

giugno

1602.

Noj RegjPortulano

etCredenziero inSalerno facimo fede adì 13 difebbraro1602

Felippo

PendellahaimmessoinSalernoconlabarcha di SabatoNiervi ficocantara

8,

et

passi

cantara

4,

et fiche cantara

4,

lardo rotola

80, oglio

9

orci;

due

expediti

dalli officialidi

Agropoli

a12

del

presente

mesedi

febbraro,

dissero extrahernopermandamento del

logotenente

delmandamento

expedita

à 30digennaro

passato

1602al

quale

hadato fedeinSalernoil 24

giugno

1602. Bartolo Bonelli

Regio

Portulano.

Noj Regio

Portulano et Credenziero di

questa

fidelissimacittà di N

apoli

facciamofede al

magnifico

DionisodeMaria

Regio

Portulano

(8)

diTerradiLavore comeal dì 12 difebraroil

sig.

Salvatoredello Siano diAgropoli havediscaricato dasuabarchain

Napoli

fico cantara60

quale

dissehaverleextratted'Agropoli

AmbrosiodiMaurode laCava

necostalapresentefatta dalli

reggi

officialididetti lochi

spedita

adì 8 del presentemese.Disse della bottemezzade

oglio

d'haversenevolu­

to servire etin fede havemo sottoscritta la presente di nostra mano

Neapoli

die 13 febraro 1602.

Marcaurelio Pecoraro

Regio

Generale

Credenziero Joannes Paulo Palumbo

Regio

Portulano Neapoli. De

Ambrosiode Mauro ficoet

oglio

daAgropoli8 difebraro!'.

I documenti fornisconosenzadubbionotizie di

prima

mano

sulla vastità dellafichicolturainCilento,sullesuedirettricicom­

mercialiesullesue

misure,

sui suoi

operatori

esulle loroscelte,

tutto al fine ditestimoniare la realeed effettiva esistenzadi un fervido commercio interregionale di un così antichissimo pro­

dotto.

Nel Cilentointernoecostiero, laBadiadi

Cava,

chevantava

su

quest'ultimo

il controllo della giurisdizione

spirituale

ed il

possessodi

cospicue proprietà

immobiliarioltre chesvariati

tipi

di

censi,

aveva

imposto

su tale commercio una vera e

propria

tassadi carolenorum 6pro

singulis

locis Ci/entipro

ficubus

et

vino adMonasterium Cavensem

apportandis

anno 163114•

Continuandoadelencarelenumerosetestimonianzeesistenti circalarealeesistenzadiuna

cospicua produzione

ediuna con­

seguentecommercializzazionedei fichi secchiintuttoilCilento,

nonsipossonotenerecertamente

nascosteletantissimemanife­

stazionidiinteresseelenumerosissimelodi scritte dai

più

auto­

revoli letteratidel

Regno

di

Napoli:

13ArchiviodiStatodi Napoli(d'orainpoiASN), fondoRegiaCamera della Sommaria;Dipendenzedella Sommaria:,IISerie b.99:Certificati difedeperdiversi Porto/ani, responsa/esperregnum,commerciodifichi secchi daAgropoliperCava, Salerno,Napoli

14Archiviodella BadiadiCava(d'orainpoiABC),serie Index Chartarum, f.

4040.

(9)

I dolcissimi fichi bianchi del Cilento che siseccano

dagli

antichisi

denominavano Caricaeesi

riputavano

cibo

degli

Dei. Essi li

salavano,

cosachenonsi

pratica oggi,

masinettanodellascorzae siseccanoal

sole".

Oppure

Moltoestesaè la varietà dei

frutti,

iotratto

principalmente

di

quei

dei

quali

se nefauncommercio. In

primo luogo

sonole fiche.

Queste

siseccanoinmoltissima

quantità.

Il sistema èdi

sospendersi

al solesu .

tale spase fatte di

ginestra.

Se il

tempo

va

piovoso,

si ricorre a forni

fatti per taleuso, maquesteriesconorosse, che si

appellano

Fichi Ro­

sati. Si seccano anche divisi a metà e si chiamano Fichi Pacche. Si

seccano

dopo

averli

montati,

e si chiamano Fichi Mondi.

Questo

è il

commercio

principale.

Ifichi secchi del Cilentoportanonominataan­

che oltremare...16•

Esisteva

quindi

un traffico di fichi secchi trail Cilentoe le

maggiori

areedel

Regno

di

Napoli

edell'intera

penisola

nonché

in campo internazionale. Essi divennero

oggetto

tra la seconda

metàdel 700e

gli

inizi dell' 800 di un

importantissimo

commer­

cio vitale in tutto il

Mezzogiorno. L'essiccamento,

come dice il

Gatti,

veniva fatto al sole

quando

era

possibile,

inforno seilcli­

ma non era caldo-secco

abbastanza,

il che causava una vera e

propria

sfrenatacorsaal

legno combustibile,

in un'area

(appunto

il Cilento

costiero) già

dasecoli

sgombra

dalle antichissime fo­

restee

coperta

ormai solo da ettari di pura macchia mediterranea.

Interessante è

quanto riporta

il De

Giorgi,

in

viaggio

per il

Cilento nel

giugno 1881,

a

proposito

deibuoni fichi cilentani:

Il terrenodel Cilento è fertilissimo e

produce

in

copia olio, vino, fichi, castagne

e cereali. Il fico cilentano è

giustamente

rinomato

pei

suoifrutti zuccheriniabucciateneraeda

polpa bianca,

chesi

prestano

15G.ANTONINI,DiscorsisullaLucania, P.II,DiscorsoIII,p. 213.

16v. GATTI,Memorie Statistiche dei Circondari diCastellabate,PollicaeTorchiara inPrincipatoCiteriore di VincenzoGatti, in L.CASSESE,Il Cilento alprincipiodel secoloXIX,Salerno1956,p. 104.

(10)

benissimoaldisseccamentoe sono unavarietàdei«dottati».

Questa

è

una delle

principali

industrie del Cilento. Il centro di

deposito

e di

esportazione

sonoledue marinedi

Agropoli

ediCastellabate;e

perciò

afine diaccreditarlamerce,

ogni

massadi fichi secchi

proveniente

dal

CircondariodiVallo della Lucaniavasottoilnomedi fichi di

Agropoli.

Ifichisidisseccanocontuttalabuccia,osenza;alcuniliimbottiscono conmandorle tostate, aniciecorteccedilimoneelicuocionoal forno.

Si ha intal modoun gustosodessertperl'inverno: mentrele

qualità più

scadentiper la

grande quantità

dizucchero checontengono si pre­

sentano alladistillazione dell'alcool,operconservare dolci,oper le confezionidi

pastiglie espettoranti 17.

I

fichi,

unavolta

raccolti,

venivano disseccati interiospacca­

ti

longitudinalmente

e

poi

riuniti a

coppie

e

posti

in commercio

scioltio

pigiati

oinfilzaticonfiloo con

stecchi,

acorone,atrec­

ce,a

tavolette,

espesso comedolcisiusavainfarcirli anchecon

altri frutti secchicome mandorleenoci. Ifichi secchi dibuona

qualità

dovevanoessere

interi, grossi, morbidi,

conbuccia sotti­

le e

bianca,

coperta di una efflorescenza zuccherina e con gra­

nelli

piccoli

epoconumerosi.

Questi

venivanoimballati eman­

dati alfiorentemercatodi

Napoli;

ifichidiscarto,

invece,

erano

conservati in barili o in altri

grandi recipienti

edestinati per la

preparazione

di

surrogati

operlafabbricazionedialcoolemedi­

camenti vari.

Testimonianze insostituibilidi

questo

fiorentecommerciosono

senzadubbioilistinidei

prezzi

correntidei

generi

alimentaricon­

servati presso l'ArchiviodiStatodi

Napoli,

nelfondoMinistero,

Agricoltura,

Industriae

Commercio'",

in cuiriscontriamo:

Ministero e Real

Segreteria

di Stato

degli

Affari Esteri. 3°

Ripartimento

2449,

Napoli

12

Aprile

1853.

Sig.

Direttoreperl'uso

checrederà

meglio

convenire,le

compiego

unListino denotantei

prezzi

17A. DEGIORGI,notocomeCosimo, (1842-1922),poliedricoautoredi oltretre­

centooperetralibri, articoli scientificiegiornalistici,conferenze, autoredell'opera DaSalernoalCilento,Firenze 1882.

18ASN,fondo MinisteroAgricoltura,IndustriaeCommercio(d'orainpoiASN, M.A.LC.),b.525,a. 1853,BorsadiRoma.

(11)

correnti de' Cereali ne' mercati di Roma unito allaconsuetariduzione di essi con le

misure,

e monete de' Reali

Domini,

di cui mi ha fatto

spedizione

il

Regio

Console Generale in Civitavecchia. L'Incaricato del

Portafoglio

del Ministero

degli

Affari Esteri Carafa.

Sig.

Direttore

del Real Ministero dell'Interno.

Inesso è accluso ancheun

foglio

cherecail titolo:

Prezzocorrente

legale

generi

venduti nella Piazza di Roma dal dì 2

Aprile

al dì 8 detto 1853adì 9

Aprile

1853.Rilasciato Gratis n? 15

.

Articoli Prezzi in

Scudi e Baj Fichisecchi diCalabria 5

Fichi Mondi 15

FichidiCiiiente 5 50

Continuando,

riscontriamo che nel

185419

il prezzo dei

fichi

Ciliente è

quello qui

sotto

riportato:

4 Febbraio1854-11Marzo

18542°,

acantaro

Scudi Baj Scudi Baj

Fichi Secchi di Calabria 7 7 50

FichiMondi 16 50

Fichi Ciliente 7 7 50

25Marzo

185421,

acantaro

Scudi Baj Scudi Baj

Fichi Secchi diCalabria 7 7 50

FichiMondi 15

Fichi diCiliente 7 7 50

19ASN, M.A.LC.,b. 169,a.1854,Borsadi Roma.

20Questolistino è simileaquellodei numeri 5-6-7-8-9-10 chevannoappuntodal 4febbraio all'Il marzo 1854.

21Questolistino vale anche per i fogli 13-14-15-16-17-18-19-20-21-22-23-24- 25-26-27-28-29-30-31-32-33-34-35-36-37-38e39 del 30 settembre 1854: "Visto Il Deputatodi Borsa Antonio Costa".

(12)

18novembre1854,acantaro

Scudi Baj Scudi Baj

Fichi Secchi di Calabria O O O O

Fichi Mondi O O O O

Fichi Ciliente 8 O O O

Per dareunvalore allafichicolturacilentanavaillustratoun

tipico punto

divista

produttivistico

che vedeva

(o

speravadive­

dere?)

nel territorio salernitano le

potenzialità

di una ricchezza

agraria

locale

inespressa,

nella relazione elaborata dal cavalier

Mandrini,

IntendentedellaProvinciadel

Principato Citra,

ed in­

viataaS.E.ilMinistro dell'Interno,datata31

gennaio 181122,

in

cui elenca al Ministro con una certa soddisfazione

personale

i

prodotti migliori

dell'

agricoltura

del

Principato.

Riguardo

al Cilento" dice :

Nonmirestaorachedarle

qualche ragguaglio

sulle

produzioni

del

DistrettodiVibonati, nel

quale

esistono fruttidi

ogni

sorteeduveche

danno

degli

eccellenti

vini, specialmente

neiterritoridiSanza,Casel­

la,

Rocca, Vibonati, Policastro, Roccagloriosa,Pisciotta edaltri, trai

quali quelli

dell'ultimonominatocomune

producono

sopra

degli

altri

il vinoancora

migliore;

lostesso

può

dirsi

ugualmente

dituttoilCilento

econ

particolarità

diCastellabate,VatollaedAcciarolii di cuiterreni dannopure unvino eccellente.Trai fruttila

maggior quantità

sono i fichi, i

quali,

seccati, formano per i naturali un oggetto di loro utile commercio.Leuve

migliori

sono:l'U

glianica

nera,laMoscadellabian­

caenera, la

Sanguinella,

laGuemaccia nera, ela S. Sofia.Eccellenti

22ArchiviodiStatodiSalerno, fondoIntendenza(d'orainpoiASS, Intendenza), serieStatidellecampagne,b. 1755

23Presocomecampioneper larealtàtuttaparticolare qualeeraquelladelCilento

costieroedinterno,privocom'eradibuoni sistemidi comunicazione, dibuonicentri commercialieproduttivio di centriabitatidigrossaomediaimportanza,passibile quindidipoteresserpresocomemodelloper lagranpartedelleregionidelborbonico RegnodiNapoli.

(13)

sonole pere di Estate denominate

Biancolella, Moscadella, Carmosina,

la

Magna Acqua

o

Zucchero, Inganna Villano, Spina, Giacciola, Pignatello, Boncristiano, Spadona

e

quelle

le di cui

piante producono

due volte

l'anno;

oltrea

quelle,

molte altrevene sonochenon hanno

unafissata denominazione.

Quelle

d'invernosono

Spadona,

Del

Carpio, Buoncristiana, Bergamotta,

Del

Duca, Angelica, Genovese,

Burà di Francia ed altre. Tra le mele vi si ritrovano la

Appia piccola, l'Appia

bianca ed

Appie

Grandi bianche e rosse, Genovese

gialla,

rossa,

S.Nicola, Giacciola,

Limoncello ed altre. Vi sono varie altre sorti di

pomi: Nocipesche

bianche erosse ed

Albicocche; quelli

frutti

ugual­

menteche l'uva

giungono

aduna

perfetta

maturità.

Queste

sonoleno­

tizie che ho

potuto raccogliere

echein esecuzione dei di Lei venerati comandi ho l'onore di

umiliarla,

unitamente

agli omaggi,

i

più

distinti

del mio

rispetto.

CavalierStefano Mandrini.

Mandrini,

come gran

parte

dei

napoleonici",

è ottimista nei confronti della

provincia

che

amministra,

sostiene cheessaha a

disposizione

tutti i frutti che laterra

può donare,

ha un'enorme

quantità

di

produzioni

locali

eccellenti,

trale

quali soprattutto

il

vino,

i

fichi,

le pere, le

mele,

e

quindi

nonsenteil

bisogno

di intro­

durre sul suo territorio colture

straniere, perché

è fiducioso nei confronti di

quelle

locali.

È

convinto cheunbuon

clima,

unaterra

squisita

e unanotevole presenza di acqueedi

piogge

ben distribu­

iteintuttol'arco

dell'anno,

unite aduna

popolazione

molto attiva

e

spigliata,

possano rendere

questa

zonadel

Principato

uno dei

principali

centri

propulsori

del

Regno. Egli più

volte

parla

della

colturadei fichi in termini di

produzione

certamentenondi sus­

sistenzama, si sarebbe tentati di

dire,

alivello intensivo ecom­

merciale. Inunaltro

punto poi

ne

specifica

le

qualità più

diffuse:

Varii ed abbondantisonoi

fichi,

trai

quali degli

eccellentitantodei

primaticci,

non menoche

degli

autunnali. Tra i

primi,

inun

villaggio,

di

24Ariguardodelle illusioni di Mandriniedei riformatorinapoletaniemurattiani

si veda G.INCARNATO,Le "illusioni" del progresso nella societàNapoletanadifine Settecento,Napoli 1992,vol.L

(14)

questocomunediSalerno,denominatoCoverchia,ven'èuna

specie

detta

Melangiani

diuno

squisito

sapore,deisecondii Troiani ed i

Brogiotti

sonoi

migliori,

sebbenedi

questi

ultimiven'è

piuttosto

scarsezza.

Si è inpossessodi unlistinodei

prezzi

dei fichi secchi

prati­

cati nelSalemitano

pochi

anni

dopo

l'unificazionedel

Regno

di

Napoli

alresto

dell'Italia,

dal titolo: Bollettino dei

prezzi

de'ge­

neri nelle

piazze

dei

sottosegnati

Comuni durantela

prima quin­

dicina del mese di marzo 186825• In esso è stabilito che i fichi secchi vadano a

questi prezzi:

Luogo Misura Lire Centesimi

L C

Cantaia 21 25

Campagna

Quintale 23 80

Cantaia 27 60

Vallo Lucania

Quintale 30 90

Il Cilento del resto, seda unlato si ritrova

geograficamente

inserito in un Mediterraneo che si

presenta

come «un ambiente

umano emateriale

degradato

dasecoli»,pur tuttavia

«inquesto

quadro

materialenonesaltante,ma non unicoinEuro­

pa,

perché

lelande brumosee

paludose dell'Europa

delNordnon sono dameno,l'uomo si èsempremossobeneconforzaevivacità. Eccoi

marsigliesi

di Daudet

pieni

di iniziative,

gli

ottusi e tenaci

gallieghi

della

Spagna

sempreinmotoeallavoroal

pari

deivivacicatalani'".

Come

queste popolazioni,

citate nellavorodi

Incarnato,

ave­

vano

portato

avantiunadura

esistenza,

lottandocontenaciacon­

tro

ogni

avversità ambientalee

forgiando

così il lorocarattere,la lorovitalitàed il loro

destino,

cosìingran

parte

delCilentola po­

polazione

non si eradata mai per vinta ed avevalottato sempre

25A.S.S,fondoPrefettura,CameradiCommercio edArtidiSalerno;b.742,f. Il.

26G.INCARNATO,Le"illusioni" del progresso,p. 19.

(15)

conforza per la

propria sopravvivenza.

Essaavevadovuto affron­

tare, nel corso dei secoli

precedenti,

le continue

aggressioni

dei

pirati

saraceni o di

truppe

di

invasione,

edavevadovuto lottare controle

grandi

istituzioni feudali per

garantirsi

la

propria

auto­

nomia

ed il

proprio spirito

di

iniziativa,

inunambiente

peraltro

che

presentava

ormai evidenti

segni

di

degrado

ambientale.

Le

passate

dominazioni

(politiche

o

religiose

che

siano)

para­

dossalmente, garantendo

contratti

agrari

favorevolissimi ai colti­

vatori ed unapresenza in loco diun certo

sviluppo economico,

avevanocausatola

quasi

totale scomparsa dell' antichissimomanto

vegetale

alberatoatutto

vantaggio

del seminativo

piano

edi

quel­

loscosceso,la cui notevole presenza convalida ulteriormente l' esi­

stenza di unamillenaria opera dì

diboscamento,

che

soprattutto

nella

prima

metà del '700 avevaricevuto accelerazioni fortissi­

me.Percui:

il

quadro

ambientale

esprimeva già

nellaseconda metà del '700un

degrado

che nel

periodo

successivononfarà cheaccentuarsi...In gran parte conseguenza dell'azione esercitata per secoli dall'uomo. Monti

spogli

o

popolati

dauna

vegetazione già degradata,

conl'alberodi alto

fusto sostituito

quasi dappertutto

daunamacchia mediterranea povera ed

intricata; presenti,

manon

più

come una

volta,

le querceconnaturate allenostrecollinee

purtroppo

ancora

oggi

messe da

parte

a favore di colture arboree

più

veloci nella

crescita,

ma meno adatte alla

ripresa

ambientale...

Questo

fatto messo in rilievo dalla vecchia scuola meridionalistica ed offuscato dalla Rinascita

Idealistica,

nonandrebbe mai

dimenticato'".

Ponendo aconfronto lenumerose

testimonianze

esistenti nei vari archivi

campani

su

quanto

si vuoI sostenere,

prima

di tutto

vatenuto

presente quanto

segue:

L'anno

1840,

il

giorno

14 del mese di

agosto

nel comune di

Castellabate,

innanzi a noi Costabile Farziati sindaco si è

presentato

27G.INCARNATO,Le "illusioni" del progresso, p. 22.

(16)

Filippo

Verrone,il

quale

siritrova nominato

guardaboschi pel

Dema­

nioComunalediquestoComuneconattodel

Signor

Intendentedel29 passato

luglio,

rimesso con lettera del

Signor

Sottointendente del 3

correnteMese.Ilmedesimo nella

qualità predetta

haprestatoil

giura­

mentonellenostremani nel seguentemodo...

28•

Ma il 13 novembre dello stesso anno il Sottointendente di Vallo inviaall'IntendentediSalerno

l'attodecurionalediCastellabate, inordineal soldo del

guardabo­

schi per l'usocheleicrede.

In

margine

dellalettera l'Intendente scrive:

21 detto. Primadi

ogni

altra cosa sarà bene disentirsi

l'Ispettore

Forestale, se sia ineffetti, comesidice, inutile

l'opera

del

guardabo­

schi.

Il Decurionato di Castellabate,

infatti,

aveva

proposto

di li­

cenziarlo:

L'anno 1840,il

giorno

8novembre, nella solita Casacomunaledi Castellabate,avendo redattolo statodivariazione del venturo eserci­

zio,edavendomarcatofra le speseordinarie trovarsicarcatalasomma

diducati36 persoldoalguardaboschi,hacredutoecrede,nell'interesse del Pubblico,

umiliare

all'Intendente permezzo delSottintendenteil presente atto, col

quale

faosservareche ilsoldosi pagasenzachéil Guar­

daboschiprestasse,opotesse prestareverunservizio,

poiché

nelDema­

nioComunalenonesistonoche

pochi cespugli,

immodochévisi citran­

sitaliberamentesenzaché esistesse

pianta

alcunachemeritassecusto­

dia; quindi

ilDecurionato medesimo deliberache ilsoldosia

depennato

per imotivie causeespressedi sopra. E così lasedutasi è sciolta...

La

risposta

vieneil 12dicembre 1840dall'Amministrazione

Forestale, Ispezione

di

Principato Citra, dall'Ispettore

Domenico

Polsinelli,

che scriveall'Intendente dicendo:

28ASS, Intendenza,Guardieeguardaboschi,b. 636.

(17)

Sig.

Intendente,risultada di lei comandi ricevuti col pregresso fo­

glio

del dì 21 passato novembre relativamente alla proposta del Decurionatodi Castellabate di

sopprimersi

la

piazza

di

guardaboschi

addetto a

quella

compresa, avendo

alI'oggetto

consultato il Guardia

Generale di

Vallo,

lo stesso è venuto di

riferirmi,

con

rapporto

del 4 andante,diquanto segue, e che inriscontro del sullodato di lei

foglio,

la prego di

ritenere, riportandomi

intutto epertuttoalrapportostesso

pel

chiestomi avviso.

«Signore, porgendo

riscontro al

grato foglio

di

lei del 21 novembre, mi onoro manifestarle che il Comune di Castellabate non

possiede

altro che il bosco

appellato Montagna

di

Licosa dell'estensione di 660

moggia,

cosìportatonella vecchia stati­

stica,

popolato

di querce, ed

elci,

esi bene nella medesima

figura

240

moggia

di alta

cima,

e420 dimezzo

fusto,

pur tuttavoltaesso nonè che

unafoltissima macchia di dette

piante,

nonmenoche di

eriche, spine,

ed altre

piante selvatiche,

non osservandosi in tutta l'estensione che

poche piante

di alto e medio fusto di querce raramente sparse sulla

superficie

diesso. Inquestostatolotrovai

quando

venni

qui destinato,

son ormai 14 anni. Il Comune

predetto

ha una

popolazione

di circa

3.000

abitanti,

e

perciò

ha molto

bisogno

dicombustibile,

precisamen­

tedifascine neltempodella

seccagione

di fichi nella

propria stagione, maggior prodotto

del

ripetuto Comune; maggior bisogno dunque

è

quel­

lo di conservare il bosco

gelosamente

ed al mio credere, anzichéto­

gliersi

il

guardaboschi,

uopo sarebbecresceme un altro,per far fronte aduna

popolazione

di 3.000 abitanti che

penuria

assolutamente di le­

gna. Ilprogettodel Decurionato nonènatoche dal vedere

l'impegno

col

quale

il novello

guardaboschi

si è dato per la conservazione di

quel

fondo boscoso.

Io,

per vederlo

migliorato, più

volte ho insinuatoa

quel Corpo Municipale

di chiedere al

Sig.

Intendentela divisione in sezioni di

quel bosco,

e così diradandosi in

ogni

announa sezione dituttele

piante

inutili

selvagge,

edi

quelle

malvenute,e rosicchiate

dagli

ani­

mali,

tutte le

altre,

nella

specie

di elcie querce,

qualunque

nefosse il

numero si rimarrebbero

intatte,

e

gelosamente custodite,

affine di ri­

prodursi

unboscodi buone

piante fruttifere,

enel

pari tempo

provve­

dersi il Comune del necessario combustibile ...»29.

29ASS, Intendenza,Guardieeguardaboschi,b. 636.

(18)

Sempre

a

riguardo

il sottintendente di Vallo il 19 febbraio 1841 inviaunaletteraall'Intendentenella

quale

sostiene:

Signore.

La

soppressione

del guardaboschi del Comune di

Castellabateè

inopportuna,

io mi uniformoalpareredel GuardiaGe­

nerale,cui faeco

l'Ispettore

Forestale della Provincia.

Quel

Comuneè

scarso di combustibile, e tra

pochi

anni ne sarà affatto

privo

ove si

abbandonila

popolazione

direciderea

capriccio gli

alberi,esecondare

lesue

voglie

senzaalcun freno.

Aggiungasi

che perunatalcausa,oper l'usocomune,ilbasso

popolo

addentale

ceppaie degli

elci,deimirti,e

de' lentischi, ed ove tal cosa dovesse

progredire,

si ridurranno

quei

naturalia

tagliare gli

alberi fruttiferiper

quindi

rimaneresenzafuoco,

senza

proprietà

e senzaindustria. Sono

perciò

di parere cheil

guarda­

boschi debbaconservarsi,edebba

sorvegliarsi perché adempia

esatta­

mente al suo dovere.

Rassegno

tutto ciò per

quelle disposizioni

che

crederàdarenelladi lei

saggezza".

Ed in

risposta

a

margine

l'IntendentediSalerno:

Al dìdettosi

preghi

di far ciòsentirealSindaco,ealDecurionato diCastellabate;

disponendo

pure cheil

guardaboschi

badialsuo

impe­

gnoeai suoi

propri

dovericonla

debita

esattezza;eche inconclusione nonsifacci novità

sull'oggetto.

Addì3 marzo1841.

Veniva così sospesa, da

parte

delleamministrazioni centrali

salernitane,

la

sbrigativa

edeleteria decisionedelDecurionatodi Castellabatedivoler annullarela

piazza

delguardaboschi,

dappoiché

dalmedesimononsipresta si

può

prestarealcun servizio...

Dai documenti esaminati emerge il

quadro generale

di un

bosco ridotto ormai allo stato dimassimo

deperimento.

Esaminiamo

meglio

le condizioni dei boschi demaniali di

Castellabate,

rifacendoci ad un verbale di verifica dello stato del

30ASS,Intendenza,Guardieeguardaboschi,b. 636.

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