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Funzioni simmetriche Maurizio Cornalba

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Academic year: 2021

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(1)

Funzioni simmetriche Maurizio Cornalba

9/3/2012

Sia A un anello commutativo, e siano X 1 , X 2 , . . . , X n indeterminate su A. Per ogni multiindice J = (j 1 , . . . , j h ) poniamo

X J =

h

Y

i=1

X i j

i

= X 1 j

1

X 2 j

2

· · · X h j

h

Il grado del monomio X J ` e P j i . Ogni polinomio nelle X a coefficienti in A si scrive in modo unico sotto la forma

X

J

a J X J

dove gli a J sono elementi di A, tutti nulli salvo che per un numero finito di multiindici J . Il grado di un tale polinomio ` e il massimo dei gradi dei monomi X J tali che a J 6= 0.

Un polinomio P ∈ A[X 1 , . . . , X n ] si dice simmetrico se

P (X τ (1) , X τ (2) , . . . , X τ (n) ) = P (X 1 , X 2 , . . . , X n )

per ogni permutazione τ ∈ S n . I polinomi simmetrici vengono chiamati anche funzioni simmetri- che. ` E chiaro che somme e prodotti di polinomi simmetrici sono simmetrici; dunque le funzioni simmetriche costituiscono un sottoanello di A[X 1 , . . . , X n ]. I seguenti polinomi sono simmetrici e vengono chiamati funzioni simmetriche elementari:

σ 0 (X 1 , . . . , X n ) = 1 σ 1 (X 1 , . . . , X n ) = X

j

X j

σ 2 (X 1 , . . . , X n ) = X

j

1

<j

2

X j

1

X j

2

. . . σ i (X 1 , . . . , X n ) = X

j

1

<j

2

<···<j

i

X j

1

X j

2

· · · X j

i

. . .

σ n (X 1 , . . . , X n ) = X 1 · · · X n

Lemma 1. Siano α 1 , . . . , α n elementi di un anello commutativo B e sia X una indeterminata su B. Allora

n

Y

i=1

(X − α i ) =

n

X

h=0

(−1) h σ h (α 1 , . . . , α n )X n−h

in B[X].

Dimostrazione. Svolgendo il prodotto Q(X − α i ) si ottiene una somma di prodotti di n termi-

ni, l’i-esimo dei quali ` e X o −α i . In altre parole, Q(X − α i ) ` e somma di termini del tipo

X n−h (−α i

1

) · · · (−α i

h

) = (−1) h X n−h α i

1

· · · α i

h

con i 1 < · · · < i h . Da qui la tesi.

(2)

Teorema 1. L’anello delle funzioni simmetriche in A[X 1 , . . . , X n ] ` e A[σ 1 , . . . , σ n ]; in altre parole, ogni funzione simmetrica ` e un polinomio nelle funzioni simmetriche elementari, e viceversa. Inoltre σ 1 , . . . , σ n sono algebricamente indipendenti su A.

Dimostrazione. ` E chiaro che ogni elemento di A[σ 1 , . . . , σ n ] ` e una funzione simmetrica. Viceversa, sia F una funzione simmetrica. Dobbiamo mostrare che F ` e esprimibile come un polinomio in σ 1 , . . . , σ n . Scriviamo F = P F h , dove F h ` e la componente omogenea di grado h di F , cio` e la somma di tutti i monomi di grado h che compaiono in F . E chiaro che gli F ` h sono polinomi simmetrici. Nella dimostrazione possiamo quindi supporre che F sia omogeneo, cio` e somma di monomi tutti dello stesso grado. Se I = (i 1 , . . . , i n ) e J = (j 1 , . . . , j n ) sono multiindici diremo che I ` e maggiore di J , e scriveremo I > J , se c’` e h tale che i ` = j ` per ogni ` < h e i h > j h . In questo caso diremo anche che il monomio X I ` e maggiore di X J e scriveremo X I > X J . Notiamo che, se X H ` e un altro monomio, X H X I = X H+I > X H+J = X H X J . Ne segue che, se X K > X H , allora X K X I > X H X J .

Ora sia X K , K = (k 1 , . . . , k n ), il massimo monomio che compare (con coefficiente non nullo) in F . Dato che F ` e simmetrico, in F compaiono anche tutti i monomi X K

τ

, dove τ ` e una permutazione e K τ = (k τ

1

, . . . , k τ

n

). Quindi k 1 ≥ k 2 ≥ · · · ≥ k n . ` E chiaro che il massimo monomio che compare in σ i ` e X 1 · · · X i . Il massimo monomio che compare in σ 1 d

1

· · · σ n d

n

` e il prodotto dei massimi monomi dei fattori, ed ` e quindi X J , J = (j 1 , . . . , j n ), dove j i = d i + d i+1 + · + d n . Se poniamo d 1 = k 1 − k 2 , d 2 = k 2 −k 3 , . . . , d n = k n , allora d i +· · ·+d n = k i , e quindi il massimo monomio che compare in σ d 1

1

· · · σ d n

n

` e X K . Ne segue che il massimo monomio che compare in F −a K σ 1 d

1

· · · σ n d

n

` e strettamente minore di X K . Iterando questo procedimento si conclude che F ` e una combinazione lineare di monomi nelle funzioni simmetriche elementari, cio` e un polinomio nelle funzioni simmetriche elementari. Questo dimostra la prima delle affermazioni del teorema.

Ora mostriamo che le funzioni simmetriche elementari sono algebricamente indipendenti. Ra- gioniamo per assurdo supponendo che ci sia un polinomio non nullo P (X 1 , . . . , X n ) = P a I X I tale che P (σ 1 , . . . , σ n ) = 0. Per ogni multiindice D = (d 1 , . . . , d n ) definiamo un altro multiindice K(D) = (k 1 , . . . , k n ) ponendo k i = d i + · · · + d n . Il massimo monomio che compare in σ d 1

1

· · · σ d n

n

` e X K(D) . Notiamo che se K(D) = K(D 0 ) allora D = D 0 . Sia D il multiindice, tra quelli per cui a D 6= 0, per cui X K(D) ha grado massimo ed ` e massimo. Per quanto si ` e osservato, il monomio X K(D) compare in P (σ 1 , . . . , σ n ) con coefficiente a D , il che ` e assurdo.

Definiamo nuove funzioni simmetriche p 1 , p 2 , . . . ponendo

p k (X 1 , . . . , X n ) =

n

X

i=1

X i k .

E importante osservare che, come del resto le funzioni simmetriche elementari σ ` i , le p i godono della propriet` a che p i (X 1 , . . . , X h , 0, . . . , 0) = p i (X 1 , . . . , X h ).

Proposizione 1 (Identit` a di Newton). Per ogni intero k > 0

k−1

X

i=0

(−1) i σ i p k−i + (−1) kk = 0 .

Dimostrazione. Per k = n basta sommare, al variare di j, le identit` a

n

X

i=0

(−1) i σ i (X 1 , . . . , X n )X j n−i = 0 .

(3)

Per k > n ci si riduce al caso precedente ponendo X n+1 = · · · = X k = 0 nell’identit` a di Newton per k = n. Resta da trattare il caso k < n. Ci serve la seguente osservazione.

Lemma 2. Sia f (X 1 , . . . , X n ) una funzione simmetrica omogenea di grado k tale che f (X 1 , . . . , X k−1 , 0, . . . , 0) = 0 .

Allora f ` e un multiplo di σ k .

La dimostrazione del lemma ` e semplice. Per il teorema 1, f = hσ k +P (σ 1 , . . . , σ k−1 ), dove P ` e un polinomio. Quindi 0 = f (X 1 , . . . , X k−1 , 0, . . . , 0) = P (σ 1 (X 1 , . . . , X k−1 ), . . . , σ k−1 (X 1 , . . . , X k−1 )).

Dato che le funzioni simmetriche elementari sono algebricamente indipendenti, sempre per il teo- rema 1, questo implica che il polinomio P ` e nullo.

Possiamo ora concludere la dimostrazione della proposizione 1. Poniamo f = P k−1

i=0 (−1) i σ i p k−i . L’identit` a di Newton per n = k − 1 ci dice che f (X 1 , . . . , X k−1 , 0, . . . , 0) = 0, e quindi il lemma appena dimostrato ci assicura che f ` e un multiplo di σ k . La costante di proporzionalit` a ` e (−1) k−1 k, come risulta dall’identit` a di Newton per k = n, che d` a

f (X 1 , . . . , X k , 0, . . . , 0) = (−1) k−1k (X 1 , . . . , X k , 0, . . . , 0) .

Osserviamo che l’identit` a di Newton, al variare di k, permette di esprimere ricorsivamente le p i

in funzione delle σ i e viceversa. Per esempio abbiamo p 1 = σ 1

p 2 = σ 1 p 1 − 2σ 2 = σ 2 1 − 2σ 2

p 3 = σ 1 p 2 − σ 2 p 1 + 3σ 3 = σ 1 3 − 3σ 2 σ 1 + 3σ 3

e reciprocamente

σ 1 = p 1 σ 2 = 1

2 p 2 1 − 1 2 p 2 σ 3 == 1

6 p 3 1 − 1

2 p 1 p 2 + 1

3 p 3

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