Tema d’Esame del 31 ottobre 2018 – Parziale di Algebra Lineare
Anzitutto, scriviamo gli insiemi assegnati come chiusura.
𝑈 = 〈(1; 2; 0; 1); (0; 0; 1; 1)〉
𝑊 = 〈(1; 2; 0; 1)〉
Si noti che 𝑊 ⊆ 𝑈, quindi
𝑈 ∪ 𝑊 = 𝑈 = 〈(1; 2; 0; 1); (0; 0; 1; 1)〉 ≤ ℝ4(ℝ) ed è sottospazio vettoriale di ℝ4(ℝ), poiché esprimibile come chiusura.
Una sua possibile base è data da
ℬ𝑈∪𝑊 = ((1; 2; 0; 1); (0; 0; 1; 1)) .
𝐴𝑘 = (1 −1 𝑘 𝑘 − 2
1 −1 2 0
1 2 − 𝑘 0 0
) 𝐵𝑘= ( 0
0 𝑘 − 2
) 𝑋 = (
𝑥 𝑦 𝑧 𝑡
)
𝐴𝑘𝑋 = 𝐵𝑘
• Considerata la matrice
(𝐴𝑘|𝐵𝑘) = (1 −1 𝑘 𝑘 − 2 0
1 −1 2 0 0
1 2 − 𝑘 0 0 𝑘 − 2
) ,
studiamo la compatibilità del sistema al variare di 𝑘 ∈ ℝ. Ricordiamo che un sistema si dice compatibile quando rg(𝐴𝑘) = rg(𝐴𝑘|𝐵𝑘), ossia quando il vettore 𝐵𝑘 è esprimibile come combinazione lineare dei vettori colonna che costituiscono la matrice 𝐴𝑘.
Studiamo quindi i ranghi delle matrici 𝐴𝑘 ed (𝐴𝑘|𝐵𝑘).
det (1 𝑘 𝑘 − 2
1 2 0
1 0 0
) = −2(𝑘 − 2) ≠ 0 ⟹ 𝑘 ≠ 2
∀𝑘 ≠ 2 ∶ rg 𝐴𝑘 = 3
Ne segue che ∀𝑘 ≠ 2 ∶ rg(𝐴𝑘|𝐵𝑘) = rg 𝐴𝑘 = 3, quindi in questo caso il sistema è compatibile e ammette ∞𝑛−𝑟 = ∞1 soluzioni.
Consideriamo ora il caso 𝑘 = 2, per il quale
(𝐴2|𝐵2) = (1 −1 0 0 0 1 −1 2 0 0
1 0 0 0 0
) .
In questo caso avremo
det (1 −1 2 1 −1 2
1 0 0
) = 0 ⟹ rg 𝐴2 < 3
det (1 −11 0 ) ≠ 0 𝑘 = 2 ⟹ rg 𝐴2 = 2 rg(𝐴2|𝐵2) = rg 𝐴2 = 2 .
Anche nel caso 𝑘 = 2 il sistema è compatibile e ammette ∞2 soluzioni. In definitiva il sistema è compatibile ∀𝑘 ∈ ℝ.
• Consideriamo ora il caso 𝑘 = 3, in cui
(𝐴3|𝐵3) = (1 −1 3 1 0 1 −1 2 0 0 1 −1 0 0 1
) .
Risolvendo il sistema associato, abbiamo
{
𝑥 − 𝑦 + 3𝑧 + 𝑡 = 0 𝑥 − 𝑦 + 2𝑧 = 0
𝑥 − 𝑦 = 1 ⟹ {
1 + 3𝑧 + 𝑡 = 0 1 + 2𝑧 = 0
𝑥 − 𝑦 = 1 ⟹ {
𝑡 =1 2 𝑧 = −1 𝑥 = 1 + 𝑦2
𝑦 = 𝑦 da cui segue l’insieme delle soluzioni
𝑆 = {(1 + 𝑦; 𝑦; −1 2;1
2) ∈ ℝ4 ∶ 𝑦 ∈ ℝ} = 〈(1; 1; 0; 0)〉 + (1; 0; −1 2;1
2) .
• Essendo la chiusura di 𝑆 data da
ℒ(𝑆) = 〈𝑆〉 = 〈(1; 1; 0; 0); (1; 0; −1 2;1
2)〉 = 〈(1; 1; 0; 0); (2; 0; −1; 1)〉 , una sua possibile base è
ℬ〈𝑆〉= ((1; 1; 0; 0); (2; 0; −1; 1)) .
𝐴𝑘 = (𝑘 −1 −1
0 0 2
0 4 2
)
• Per determinare gli autovalori di 𝐴𝑘, dobbiamo calcolare le radici del polinomio caratteristico, dato da
det(𝐴𝑘− 𝜆𝐼3) = det (𝑘 − 𝜆 −1 −1
0 −𝜆 2
0 4 2 − 𝜆
) = 𝜆(𝑘 − 𝜆)(𝜆 − 2) − 8(𝑘 − 𝜆)
= (𝑘 − 𝜆)(𝜆2− 2𝜆 − 8) = (𝑘 − 𝜆)(𝜆 − 4)(𝜆 + 2) = 0 , da cui seguono le soluzioni
𝜆 = 𝑘 ∨ 𝜆 = −2 ∨ 𝜆 = 4 .
• Affinché gli autovalori siano distinti e quindi la matrice sia certamente diagonalizzabile, dev’essere 𝑘 ∈ ℝ ∖ {−2; 4}.
• Di certo la matrice è diagonalizzabile ∀𝑘 ∈ ℝ ∖ {−2; 4}. Dobbiamo verificare la diagonalizzabilità nei casi 𝑘 = −2 e 𝑘 = 4.
Per 𝑘 = −2, abbiamo 𝜆 = −2 con 𝑚. 𝑎. (−2) = 2 e 𝜆 = 4 con 𝑚. 𝑎. (4) = 1.
(𝐴−2− 𝜆𝐼3) = (−2 − 𝜆 −1 −1
0 −𝜆 2
0 4 2 − 𝜆
)
Calcoliamo le molteplicità geometriche associate a tali autovalori, ossia le dimensioni degli autospazi relativi agli autovalori considerati.
(𝐴−2+ 2𝐼3) = (0 −1 −1
0 2 2
0 4 4
) rg(𝐴−2+ 2𝐼3) = 1
𝑚. 𝑔. (−2) = dim 𝑉−2= 𝑛 − rg 𝑀 = 2 = 𝑚. 𝑎. (−2)
(𝐴−2− 4𝐼3) = (−6 −1 −1
0 −4 2
0 4 −2
) rg(𝐴−2− 4𝐼3) = 2
𝑚. 𝑔. (4) = dim 𝑉4 = 𝑛 − rg 𝑀 = 1 = 𝑚. 𝑎. (4)
Dato che, per 𝑘 = −2, le molteplicità algebrica e geometrica degli autovalori sono uguali, allora la matrice 𝐴−2 è diagonalizzabile.
Consideriamo infine il caso 𝑘 = 4, dove abbiamo 𝜆 = −2 con 𝑚. 𝑎. (−2) = 1 e 𝜆 = 4 con 𝑚. 𝑎. (4) = 2.
(𝐴4− 𝜆𝐼2) = (4 − 𝜆 −1 −1
0 −𝜆 2
0 4 2 − 𝜆
)
(𝐴4− 4𝐼2) = (0 −1 −1
0 −4 2
0 4 −2
) rg(𝐴4− 𝜆𝐼2) = 2
𝑚. 𝑔. (4) = dim 𝑉4− rg 𝑀 = 1 ≠ 𝑚. 𝑎. (4)
Per 𝑘 = 4 la matrice 𝐴4 non è diagonalizzabile, poiché le molteplicità algebriche e geometriche degli autovalori non coincidono.
In definitiva la matrice 𝐴𝑘 è diagonalizzabile ∀𝑘 ∈ ℝ ∖ {4}.
• Per 𝑘 = 3, gli autovalori della matrice 𝐴3 sono 𝜆 = −2 ∨ 𝜆 = 3 ∨ 𝜆 = 4, quindi una matrice diagonale simile ad 𝐴3 è la matrice
𝐷 = (−2 0 0
0 3 0
0 0 4
) . Una matrice non diagonale simile ad 𝐴3, invece, è proprio 𝐴3.
È sufficiente scambiare l’ordine dei vettori che costituiscono la base canonica.
ℬ = ((0; 0; 1); (0; 1; 0); (1; 0; 0))
Consideriamo il rango della matrice 𝑀 associata ai vettori che costituiscono l’insieme 𝐵.
𝑀 = (
1 0 1
0 3 6
1 1 3
2 −5 −8 )
Essendo
det (1 0 1 0 3 6 1 1 3
) = 9 − 3 − 6 = 0
det (1 00 3) = 3 ≠ 0 , si ha
rg 𝑀 = 2
che non è massimo. Ciò significa che l’insieme 𝐵 è costituito da due vettori linearmente dipendenti, quindi non è possibile completarlo ad una base.
𝐴𝑘 = (−2 𝑘 + 1 0
𝑘 1 2𝑘
2 0 0
)
È sufficiente svolgere il calcolo
(1 0 1) (−2 𝑘 + 1 0
𝑘 1 2𝑘
2 0 0
) ( 1
−1 0
) = 3
(0 𝑘 + 1 0) ( 1
−1 0
) = 3 ,
da cui segue
−𝑘 − 1 = 3 ⟹ 𝑘 = −4 .