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APPENDICI APPENDICE A

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Academic year: 2021

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APPENDICI

APPENDICE A

Intervista all’ex Dirigente dell’Agenzia Comunicazione

del Comune di Bergamo, Dott. Roberto Cremaschi

Bergamo, 16 aprile 2010

Tema: l'organizzazione

Trova che le sue dimissioni obbligate, dopo l’elezione del nuovo Sindaco, rientrino nel fenomeno dello spoil system?

Assolutamente sì, era previsto. Non ho comunque dato dimissioni, è soltanto scaduto il mio contratto con il Sindaco: io infatti ero un dipendente regionale in aspettativa, chiamato dal Sindaco Bruni per un contratto di 5 anni legato al suo mandato. Se quindi lui si fosse dimesso decadeva anche il mio incarico. Valuto positivamente questa pratica, anzi ritengo che la possibilità per un amministratore pubblico di avere dei collaboratori con la sua stessa consonanza politica e che lavorano per il suo programma, sapendo che durano per determinato periodo, dovrebbe esser allargata e facilitata.

Quali erano i progetti o gli auspici sul futuro dell'ufficio prima che il suo contratto si concludesse?

Qui qualche problema c’è stato. Ovviamente per l’apparato civico cinque anni di amministrazione sono sempre corti: nessuna Amministrazione fa in cinque anni tutto quello che vorrebbe fare. Ogni Amministrazione però deve concludere o portare avanti il lavoro di quella precedente: è quindi importante mantenere la continuità dell’amministrazione.

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Per questo sono molto critico sul fatto che l’Amministrazione comunale di ora abbia cestinato la testata “Bergamo Città & Cittadini” che era la testata del Comune di Bergamo da diverse amministrazioni prima di Bruni. Tutte le amministrazioni avevano continuato questo progetto, mentre ora si è scelto di adottare un’altra testata che è proprietà del gruppo editoriale Sole24Ore, non è quindi proprietà nemmeno del Comune. Ciò è avvenuto con indifferenza verso l'importanza della continuità dell’amministrazione in tutti i settori. I progetti che avevamo in corso noi erano un completo rifacimento del sito Internet, che già avevamo rifatto: quando siamo arrivati l'avevamo trovato piuttosto scarso e l'avevamo riprodotto attraverso una gara per la fornitura esterna. L’idea era quella di farne un rilancio alla luce del fatto che la tecnologia e l’utenza continuano a evolversi. Invece per ora l'attuale Amministrazione ha prodotto un restyling grafico e niente di più.

L’intenzione di fondo quindi era quella di radicare ulteriormente gli strumenti di comunicazione. Io mi sono accorto di un aspetto fondamentale in questi cinque anni, cioè che la differenziazione che c’è nella cittadinanza è tale che ormai nessuno strumento di comunicazione è sufficiente. Non basta contattare solo l’Eco di Bergamo, come lo ricordavamo ai nostri amministratori succubi di questo, e nemmeno solo la stampa perché sono tanti quelli che non leggono i giornali. Oggi gli strumenti di comunicazione sono molti, plurali per generi, e noi siamo riusciti a attivarne molti. Son molto orgoglioso perché forse siamo stati uno dei primi comuni ad entrare su Facebook, ad andare su Youtube, a creare un servizio SMS. Abbiamo svolto attività molto avanzate insieme anche a quelle classiche come scrivere lettere per i cittadini o per qualche giornale.

Quindi riguardo all’esperienza di questi anni l'ho trovata molto interessante, istruttiva e divertente per me che partivo da zero: non ero mai stato dirigente e non ero mai stato in una realtà pubblica con il ruolo di comunicatore. Oggi continuo a fare quest’attività perché mi piace e la considero importante.

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Che ruolo attribuisce alla comunicazione all'interno del sistema Comune?

La comunicazione è oggi ancora, in gran parte del Comune, poco sentita. Gli amministratori la sentono come qualcosa molto legato alla politica e alla visibilità quando non è sempre giusto valutarla in questi termini. I dirigenti e i dipendenti la vivono come un fastidio. In realtà la comunicazione è fondamentale perché la macchina comunale è per i cittadini e quindi deve comunicare perché se un servizio non lo comunichi non esiste. L’accesso ai servizi se non è comunicato non è facilitato e se invece è facilitato alleggerisce anche il lavoro del dipendente. Per cui è fondamentale, l’importante è che sia trasversale, in capo al Sindaco o centralmente organizzata, ponendosi in una situazione di “staff” con tutte le altre funzioni dell'amministrazione. Concepivo l’Agenzia Comunicazione come un servizio con gli altri.

Come vede ora l’Agenzia Comunicazione e i dipendenti che la compongono all’interno dell’organigramma della nuova Amministrazione?

So poco della situazione dell'ufficio perché ormai non me ne interesso più. [Aggiornamento sulla situazione del personale: neoassunti e cambi]

Non entro nel merito delle persone: quello che è certo è che l’attuale Amministrazione Tentorio e i suoi esponenti avevano criticato l’Amministrazione Bruni perché aveva speso molto per la comunicazione ma ora stanno spendendo di meno non perché risparmiano, ma perché fanno di meno. Stanno facendo meno, e oso dire abbastanza male, le stesse cose che facevamo noi prima. Non vedo cose nuove e quindi non vedo un progetto. Vedo la continuità di alcune iniziative che ovviamente mi gratifica perché vuole dire che erano positive, però vengono realizzate tutte con minore investimento.

Quindi vengono realizzati meno progetti, con minor vigore, con minor efficacia. Non è vero che così si risparmia perché la quota in più del costo del giornale affidato al Sole24Ore è pari a metà del mio stipendio! Hanno quindi esternalizzato degli investimenti per un prodotto che è la metà di quello che

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facevamo noi e hanno così rinunciato alle risorse umane, che mi sembrano fondamentali. Tanto iniziative infatti venivano prodotte proprio dal lavoro di persone, venivano cioè fatte perché c’era qualcuno che parlava con gli uffici: se si comprano i servizi dal fuori si risolve tutto.

Per capire le loro intenzioni basta considerare il solo fatto che ora non ci sia un coordinatore dell'Agenzia Comunicazione, nonostante l’impegno di Simona che stimo moltissimo ma che non trovo abbia l'autorità e l'autonomia per fare il lavoro che facevo io. Io lo facevo però adesso non c’è nessuno che lo fa: è questo il problema.

Tema: il potere

Come si deve porre la politica di fronte alle iniziative di comunicazione istituzionale dell’Ente?

Su questo io devo dare atto al sindaco Bruni e alla stragrande maggioranza dell’Amministrazione comunale precedente di aver trattato la comunicazione in maniera molto corretta. La distinzione tra comunicazione politica, del Sindaco, e comunicazione istituzionale era altissima: io facevo questa seconda, dell’Ente. Io lavoravo per l’azienda comunale: non a caso la legge 150 prevede il portavoce, che c’era ed era un’altra persona. Su questo non ho mai avuto problemi e se le opposizioni a volte si sono lamentate, ritengo che la nostra comunicazione fosse su ciò che il comune faceva, sui suoi servizi. Allo stesso modo la politica si è mossa, per mia esperienza, in maniera positiva (col portavoce).

Non è necessario che chi gestisce questa comunicazione decada insieme al Sindaco, però in generale quando un Sindaco viene eletto ha il diritto-dovere di portar avanti il suo programma. Non può avere una macchina comunale che gli rema contro perché non è democratico: mi pare legittimo che quindi possa avere delle persone che lavorano con lui sul suo progetto. In America se cambia il Presidente vanno via cinque mila persone, al Comune di Bergamo siamo andati via in sette o otto. Per questo la comunicazione è un

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ambito delicato: non è detto che debba cambiare sempre il responsabile, ma è uno dei settori più delicati dove ci deve essere sintonia con l’amministrazione. Per questo mi sentirei in difficoltà a lavorare col programma di Tentorio.

Tema: l'innovazione

Innovare nella PA vuol dire risparmiare?

Investire vuol dire spendere e solo a lungo andare vuol dire risparmiare sotto vari aspetti, non solo quello economico, ma anche in termini di relazioni e processi. Io credo però che nell’innovazione della PA oggi ci siano progetti inutili, come Poliscomuneamico. È infatti una macchina complessissima e costose, allo scopo di permettere al cittadino di avere il certificato online quando in realtà può farne a meno o si deve presentare comunque se poi serve un bollo. Quindi non è tutto oro quel che luccica. Tendenzialmente penso che l’innovazione punti anche ad un risparmio di tipo economico.

Tema: le riforme

La riforma Brunetta della PA contiene concetti come trasparenza, semplificazione, dematerializzazione. Partendo da dove li renderebbe validi anche all’interno del Comune di Bergamo?

Domandone. Sulla semplificazione io credo che moltissimi dei procedimenti che hanno condizionato (in questi anni, ndr) i cittadini, singoli o imprenditori, potrebbero tutti avere una semplificazione maggiore. La chiave sta qui: troppo spesso chi lavora nell’amministrazione pubblica sulla semplificazione, sulla trasparenza, sul rapporto coi cittadini ci lavora sempre dal punto di vista dell’amministrazione. Bisognerebbe creare una commissione di cittadini o persone che hanno avuto a che fare con il Comune, come gli artigiani, architetti, ecc, per ragionare su questo. Finché la logica è guardare la semplificazione dal punto di vista del Comune non si ottiene molto. Per

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l’impiegato comunale la semplificazione deve essere chiara: non mi fa lavorare di più, delimita le mie responsabilità. Per me cittadino deve essere un'altra cosa: devo andare in un posto solo, fare tutto in un solo momento, la risposta mi deve arrivare completa e non devo essere informato dopo venti giorni che manca un documento per quell'istanza.

Se la partecipazione dei cittadini non fosse soltanto la possibilità di dire la propria su un parco, ma anche quella di incidere sui processi sarebbe qualcosa di più interessante.

Sulla dematerializzazione posso dire che è una battaglia su più fronti: si vive ancora di carta. E’ proprio un aspetto della burocrazia e della mentalità di una parte dei dipendenti: non tutti, molti sono innovativi, ma altri sono davvero succubi della carta. Equivale per il Comune, come per altre istituzioni: non vedo comunque particolari emergenze a Bergamo.

Tema: il personale

Con lo scenario attuale, come si crea nella PA quella professionalità richiesta da una sempre più elevata differenziazione funzionale?

La formazione seria è importante e le amministrazioni la sottovalutano molto. Inoltre non credo sostituiscano abbastanza il personale in uscita. Un’altra aspetto che ritengo rilevante è lo scambio di esperienze tra amministrazioni e all’interno dell'amministrazione, che si realizza molto raramente. Dalla mia esperienza mi sono convinto che il personale non deve stare nello stesso posto per molti anni. Per i dirigenti ruotare dovrebbe essere una regola, ma anche gli altri dipendenti dovrebbero farlo: è vero che il rischio è perdere professionalità, ma c'è anche quello di fossilizzarsi e di diventare proprietario dell'ufficio. E ciò non va bene!

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Qual è la strategia migliore per introdurre un nuovo elemento, una volta assunto, all’interno di un gruppo di lavoro come quello dell’Agenzia Comunicazione?

Sulle persone che iniziano un lavoro credo che l'accompagnamento umano e professionale sia la scelta migliore. Non so dare ricette, posso dire che col vantaggio di avere un ufficio piccolo il contatto è più facile. Nel mio caso, io ho cambiato lavoro e sono andato in un nuovo ufficio: professionalmente non mi hanno spiegato nulla e posso anche accettarlo, ma non dirmi nemmeno dov’è la macchinetta del caffè e come fare la parte amministra del mio lavoro umanamente disorienta e mortifica.

In alcuni settori, come la Camera di Commercio, è stato introdotto un processo di inserimento della persona nuova. Una progetto futuro che avrei concretizzato all'interno del Comune era proprio un processo di accompagnamento dei nuovi assunti, fatto di formazione e comunicazione, da intitolare “Benvenuti ai nuovi assunti”. Il progetto è stato frenata dalle poche assunzioni: nella PA ci sono più persone che vanno verso la pensione che nuovi.

Per cui dal punto di vista del piccolo ufficio ci può essere un rapporto più personale, ma per la macchina comunale va creato un processo d’accompagnamento ben realizzato.

Il tirocinio che ho svolto presso l’Agenzia Comunicazione del Comune di Bergamo, come tanti altri studenti universitari hanno fatto, che importanza ha per lei che dirigeva quest’ufficio?

Lo stagista deve partecipare a tutte le fasi del processo di inserimento accennato prima. Nel mio ufficio lo stagista non entrava per guardare o far fotocopie, ma entrava per fare il lavoro degli altri. Con un progetto delimitato nel tempo in modo che lo stagista si sentisse un po’ gratificato, sempre accompagnato da altre persone, in modo che capisse la nascita della comunicazione.

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da seguire dalla nascita alla fine, accompagnamento umano e professionale. Simona mi ha aiutato molto in quest'attività, avvantaggiata del gruppo di lavoro piccolo.

Degli stagisti sono sempre stato soddisfatto: mi hanno deluso solo le esperienze troppo brevi. I risultati son stati tra alti e bassi: soprattutto le ragazze mi hanno colpito per capacità e determinatezza. Dal punto di vista operativo facevate un chiaro lavoro, molto rilevante.

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