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LA FAMIGLIA DI DIO E IL REGNO DI DIO

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Parola della Grazia - Palermo

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LA FAMIGLIA DI DIO E IL REGNO DI DIO

Date : 14 Giugno 2020

Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, Efesini 2:19

Il messaggio odierno tratta un tema molto importante “la famiglia di Dio ed il regno di Dio” ed è oltremodo edificante per ciascuno, prendere consapevolezza del nostro ruolo di appartenenza e nel contempo di responsabilità. E in Efesini 2:19 Voi dunque non siete più forestieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. L'amore di Dio ci dà stabilità . Noi siamo nel mondo, ma non siamo del mondo, la nostra cittadinanza è nei cieli. Anche se hanno cercato di tapparci la bocca nella decade della bocca, noi dobbiamo aprirla per annunciare con forza e determinazione la parola di Dio al mondo. Siamo membri della famiglia di Dio, e questo si riferisce alla Chiesa, e concittadini dei santi, che invece si riferisce al Regno. Noi, in qualità di gentili, eravamo estranei ai patti ed alle promesse, ma il sacrificio della croce, ci ha permesso di entrare nel patto.

Siamo in primo luogo membri della famiglia di Dio. C'è un continuo attacco alla famiglia, perchè il nemico sa perfettamente che è nella famiglia che si riceve identità; la forza di ciascuno risiede nella propria identità, il cognome lo ereditiamo dal padre, non lo abbiamo scelto, in famiglia impariamo chi siamo. Nasciamo nella famiglia, ma poi siamo chiamati a fare qualcosa (vocazione naturale) nella società, oltre che nella chiesa. Non nasciamo per rimanere inattivi, bensì per adempiere un proposito (l'opera). Il lavoro lo impariamo in casa, ma lo svolgiamo fuori casa. In famiglia impariamo chi siamo, mentre fuori facciamo quello a cui siamo chiamati. Infatti dopo la nuova nascita ci sono delle opere preparate per noi, affinchè le compiamo; e di questo siamo chiamati a rendere conto; se non compiamo le opere, rimaniamo comunque figli, ma non risultiamo utili alla causa del Regno. La famiglia punta sull'”essere”, il regno sul “fare”. Il mondo non ha identità perchè si è staccato da Dio;

nel mondo le persone si identificano con quello che fanno, per questo motivo c'è la corsa continua alla posizione, si cerca l'identità nel servizio; per il mondo siamo quello che facciamo, ma quello è il lavoro; dev'essere la nostra identità a determinare il servizio e non viceversa il servizio a determinare l'identità. Non saremo giudicati per l'identità, ma dovremo rendere conto del compimento delle opere, da cui sorgerà il diritto a percepire dei premi. Le persone si rifiutano di svolgere alcuni lavori, magari considerati, meno appaganti di altri, perchè convinte di potere intaccare la loro identità; la motivazione sta nel fatto che trovano identità in quello che fanno e non in quello che sono: chi è disposto a fare qualunque lavoro è perchè sa che l'identità non cambia in relazione a ciò che

facciamo. Abbiamo l'esempio di Gesù; Signore e maestro che ha svolto un lavoro da schiavo, senza per questo cambiare la sua identità.

Noi, come nati di nuovo, ci troviamo contemporaneamente inseriti nella famiglia di Dio, cioè la Chiesa e nel Regno di Dio. Il nostro obiettivo non deve fermarsi alla salvezza ed all'aver acquisito l'identità di figli, ma dobbiamo desiderare e realizzare di poter vedere il Regno ed entrarvi.

Occorre a questo punto conoscere la differenza tra chiesa e regno:

CHIESA REGNO

La casa di Dio Il governo di Dio La famiglia Il Lavoro

Nato nella famiglia Chiamato al lavoro Valutato come figlio Formazione, qualifiche Diritto di eredità Premi guadagnati Relazioni familiari Relazioni di autorità Crescere, maturare Diventare un produttore Sempre parte della famiglia Può essere squalificato Rimane parte della famiglia Può essere licenziato

1) La chiesa è la casa di Dio - il Regno è tutto ciò che è governato da Dio in tutto l'universo.

2) La Chiesa è la famiglia di Dio - il Regno è il lavoro, le opere innanzi preparate; (Gesù a 12 anni, quando Maria e Giuseppe lo hanno dimenticato a Gerusalemme, alla loro richiesta di spiegazioni rispose che doveva occuparsi degli affari del Padre).

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3) Nasciamo nella famiglia – Nel regno siamo chiamati al lavoro.

4) Nella famiglia siamo valutati, indipendentemente da quello che facciamo o faremo – nel Regno per servire, occorre essere formati, acquisire abilità.

5) Nella famiglia abbiamo diritto all'eredità, che non dipende dal merito,bensì dalla posizione- -nel Regno occorre trafficare per ottenere premi, dipendenti dalla lealtà, dalla perseveranza etc..

6) Nella famiglia si instaurano relazioni familiari – nel Regno prestando attività lavorativa, ci si sottomette all'autorità (datore di lavoro).

7) Nella chiesa si cresce e si matura, ma si rimane consumatori – nel Regno occorre produrre, anche per benedire gli altri.

8) Nella chiesa si rimane sempre parte (diritto acquisito per nascita) – nel Regno si può essere squalificati.

9) Nella famiglia se sbagli ti perdonano, non si può essere licenziati come figli – nel Regno se si commette qualcosa di grave, si può essere licenziati.

Occorre ribadire il concetto che l'identità non mi viene attribuita da ciò che faccio, ma dalla famiglia in cui sono nato. Dobbiamo fare una transizione da orfani a figli.

In famiglia impariamo tante cose, attitudini, abilità (certamente sapremo fare bene, ciò che abbiamo visto fare ai nostri genitori); se proveniamo da una famiglia, dove l'etica era bassa, si potrebbe considerare normale ciò che invece non lo è. Nella famiglia si trova sicurezza. Però arriva il tempo in cui un figlio andrà a lavorare fuori dalla famiglia, divenendo produttore; creerà una propria famiglia e provvederà autonomamente per sè e la sua famiglia.

Questi stessi principi si applicano a noi anche spiritualmente.

Impariamo a crescere nella Chiesa. Impariamo il carattere, la lealtà, la fedeltà, la disciplina, e ad apprezzare il cuore del Padre Celeste. Nella Chiesa impariamo come operare nei doni e nella chiamata di Dio.

Esistono 4 tipi di doni:

1) Doreà;

2) Motivazionali;

3) Carismatici;

4) Domata.

La differenza tra doni motivazionali e carismatici risiede nella finalità diversa che perseguono:

I doni motivazionali determinano la funzione;

I doni carismatici determinano l'edificazione del corpo.

In Romani 12:4-8 Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l'uno dell'altro. 6 Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; 7 se di ministero (diakonia), attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all'insegnamento; 8 e colui che esorta, attenda all'esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà, le faccia con gioia.

Mentre tutti possiamo profetizzare, non tutti sono profeti. Facciamo parte del corpo di Cristo, la chiesa. Ogni membro del corpo, anche a volte microscopico, assolve ad una funzione determinante, non meno importante di quella svolta da un organo apparentemente più in mostra o più consistente.

Non tutti hanno la stessa funzione, ma se tutti funzionano, tutto il corpo funziona. Per la salute del corpo occorre che ogni organo funzioni nel posto giusto, facendo la propria parte. Come corpo siamo parte di un insieme e non possiamo isolarci, bensì dobbiamo relazionarci gli uni con gli altri.

Ci sono doni diversi, ma non sono doni naturali, vengono dati per grazia, non dipendono da abilità naturali, ma per grazia divina conferita. Al verso 6 si parla di “profezia”, ma intendiamo bene che non si riferisce, né al dono carismatico di profezia, che è dato per l'edificazione della chiesa, né

tantomeno al “PROFETA”(dono domata o ministeriale) che produce rivelazione ed oltretutto è soggetto a chiamata divina. In questo contesto ci si riferisce ad un dono di funzione (diaconia), che equivale a servizio pratico; possiamo definirla “personalità profetica”: si tratta di persone che vengono a scoprire ciò che rimane nascosto dietro le mascherine, che devono cadere; è un dono di funzione che ha lo scopo di mantenere il corpo nelle sante motivazioni. Questi doni di funzione comunque dipendono dalla fede, sono soprannaturali. Tra questi viene indicato anche “il dottore”

che ricopre la funzione di produttore di insegnamenti; l'esortatore, che vigila su chi rischierebbe di

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allontanarsi, magari perchè ferito o scandalizzato e lo incoraggia a tornare nel proposito; dono di generosità (persone pronte sempre a donare); ricordiamo Abramo che ebbe la rivelazione del dare;

dono di guida (persone chiamate alla leadership, guidano altri ed hanno seguito). Dio ci dà una veste caratteriale, che esprime il carattere intero di Cristo e la distribuisce al Corpo, affinchè nella funzione possiamo rappresentare Cristo.

Doni carismatici:

1Corinzi 14:1-5 Desiderate l'amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare,

2 perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo comprende, ma egli in spirito proferisce misteri. 3 Chi profetizza, invece, parla agli uomini per edificazione,

esortazione e consolazione. 4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso, ma chi profetizza edifica la chiesa. 5 Io vorrei che tutti parlaste in lingue, ma molto più che profetizzaste, perché chi profetizza è superiore a chi parla in lingue a meno che egli interpreti, affinché la chiesa ne riceva edificazione.

Come leggiamo, è molto importante cercare l'amore; infatti in tutto ciò che facciamo, dobbiamo avere la stessa motivazione di Dio, perchè se agiamo con motivazione diversa da quella di Dio è manipolazione.

Profetizzare è parlare sotto l'ispirazione dello spirito. Anna e Caiafa hanno parlato sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, senza neanche saperlo. Il dono di profezia porta a parlare parole, che vengono dal cielo, parole che portano positività, non parole di sventura. Il dono di profezia produce

edificazione, consolazione, aiuta a crescere corpo, anima e spirito.

Parlare in altre lingue edifica sè stessi, porta al proprio benessere; certamente è importante, perchè se non edifichiamo prima noi stessi, non saremo in grado di edificare gli altri.

I doni di funzione e i doni carismatici sono diversi, ma entrambi prodotti dalla grazia.

Doni di funzione: ricevi la funzione della persona.

Doni carismatici portano edificazione alla chiesa.

Doni di funzione sono 7;

Doni carismatici sono 9.

Comprendiamo che doni di funzione e carismatici sono per tutti. Tutti dovremmo averne almeno uno di ciascuna categoria. Nel corpo non c'è inutilità; per fruirne non occorre chiamata.

1Corinzi 12:29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti dottori?

I doni domata o ministeriali avvengono per chiamata divina. Tutti possono profetizzare, ma non tutti sono profeti. I profeti hanno doni di rivelazione in continua manifestazione: parola di sapienza, di conoscenza, discernimento degli spiriti. Ci si chiede se attualmente ci sono ancora apostoli. La domanda può nascere dal fatto che molti credenti aspirano ai ministeri. Chi si sente orfano si

gratifica nel titolo e sicuramente troverà chi glielo offre, anzi troverà chi lo attira proponendoglielo; in tal modo si rischia di trovare il titolo, accantonando il proposito, che invece è quello di avere una funzione, non un titolo.

Non tutti sono apostoli. Il significato della parola è " chi è inviato ", un delegato, un ambasciatore, un messaggero. L'apostolo è chiamato e inviato da Dio con una missione precisa. Ci sono 3 tipi di apostoli:

L'apostolo del Padre, venuto sulla terra per mandato del Padre;

Apostoli dell'agnello, chiamati da Gesù;

Apostoli post ascensione. Mattia fu eletto prima della Pentecoste, per sostituire Giuda; Paolo dopo la Pentecoste; altri sono stati chiamati successivamente. E sono presenti sino ad oggi e lo saranno sino al rapimento della chiesa. Qual è il compito di un apostolo?

2Corinzi 5:20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro, e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio.

Il compito di ogni figlio è di essere un ambasciatore di Cristo e dalla frase “come se Dio esortasse per mezzo nostro” possiamo desumere qual è il compito di un apostolo. È un rappresentante di Dio, fa ciò che Dio farebbe se fosse fisicamente presente. Il significato della parola ‘apostolo’ è " chi è inviato ", un delegato, un ambasciatore, un messaggero. L'apostolo è chiamato e inviato da Dio con una missione precisa. Sono gli apostoli generazionali. Marco 3:13 Poi egli salì sul monte, chiamò presso di sé Quelli che volle; ed essi si avvicinarono a lui. 14 Quindi ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare, 15 e avessero il potere di guarire le infermità e di scacciare i demoni. 16 Essi erano: Simone al quale pose nome Pietro; 17 Giacomo figlio di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerges, che vuol dire: "Figli del tuono"; 18

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Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo, 19 e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Gesù convocò tutti i suoi discepoli. La chiamata è fatta nell'immaturità,viene fatta per far sapere dove Dio vuole portare. Ma occorre un processo, per maturare, prima di essere inviati. La chiamata procede dall'iniziativa di Dio. Non ci si può chiamare da soli. Chi è chiamato deve aderire alla chiamata e quando Gesù chiamò i discepoli, essi si avvicinarono. Egli ne costituì 12, che

corrispondono alle12 tribù d'Israele. Costituire attiene alla Costituzione, che è la legge fondamentale dello Stato e non può essere cambiata. Gesù li chiamò perchè stessero con Lui. Prima si riceve l'identità e poi si va a servire. Nel tempo in cui gli apostoli stettero con Gesù osservavano. Erano sottoposti ad un processo di cambiamento,di rivelazione, di maturazione. I ministeri servono a rappresentare Cristo, ma non si può rappresentare qualcuno con cui non si è in intimità. Occorre essere mandati. La prima chiamata di ciascuno è l'intimità, che è fondamentale per conoscere la chiamata ed il mandato. Furono chiamati nell'immaturità, ma non mandati prima della maturità.

Alcune volte venivano mandati con un mandato trans itorio,ma erano ammaestrati dettagliatamente, su ciò che dovevano fare o dire. Questi erano gli apostoli dell'Agnello o apostoli del fondamento.

Stando con Gesù si viene trasformati. Simone divenne Pietro. Giuda non era traditore, divenne traditore, perchè non voleva essere trasformato. Stando con Gesù non si rimane uguali o ti pieghi e diventi Pietro o ti ribelli come Giuda, di cui conosciamo la fine.

Ci sono 4 stadi dalla chiamata al servizio:

1) Chiamata;

2) Intimità;

3) Mandato;

4) Servizio.

Alcuni iniziano dal servizio e quindi non rappresentano Dio, ma rappresentano se stessi. Efesini 2;20 - Quando Gesù li chiamò avevano il compito di stabilire il fondamento. Gesu è la pietra angolare. Gli apostoli hanno scritto il nuovo testamento ed i profeti hanno scritto l'antico testamento. Gli apostoli dell'Agnello erano 12, dopo il tradimento di Giuda, questi venne sostituito da Mattia, nominato dopo l'ascensione.

Apoc. 21:14 Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.

Costoro sono unici e non ci potrà mai essere un altro tipo di questi apostoli.

L'assegnazione profetica è stata adempiuta.

Il terzo tipo sono gli apostoli nominati nell’ascensione:

Post ascensione Mattia Post Pentecoste tutti gli altri .

Atti 13:1-4 Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo. 2 Or, mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». 3 Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. 4 Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia e di là si imbarcarono per Cipro.

Quando Gesù ascese al cielo diede doni domata agli uomini. Erano riuniti ad Antiochia 5 ministri, e mentre celebravano il servizio al Signore, digiunando e pregando, parlò lo Spirito Santo, forse attraverso i profeti e disse di mettere da parte Barnaba e Saulo, i quali già avevano ricevuto la chiamata apostolica, ma erano immaturi e hanno dovuto subire un processo; ora erano pronti, per essere messi da parte e poi inviati. Occorre essere inviati. Notiamo che ad Antiochia stavano digiunando. Il digiuno mantiene sensibili. È buona norma digiunare. Gesù digiunava, Paolo digiunava, i ministri digiunavano; e proprio nell'atmosfera di digiuno, di preghiera, di ricerca di direzione, lo Spirito Santo e i ministri concordemente imposero le mani, dando il mandato e da profeti e dottori divennero apostoli. A Saulo venne cambiato il nome, si chiamò Paolo, che significa

“piccolo”, che sta a dimostrare che, più grande è la chiamata, più si deve diventare umili.

Atti 14:4 Or la popolazione della città fu divisa: gli uni parteggiavano per i Giudei e gli altri per gli apostoli.

Atti 14:14 Ma gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si stracciarono le vesti e si precipitarono in mezzo alla folla, gridando e dicendo:

Da notare che profeti, pastori, evangelisti e dottori vengono ordinati; invece li apostoli vengono inviati.

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Efesini 4:8 Per la qual cosa la Scrittura dice: «Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei doni (domata) agli uomini».

Quando Gesù salì in cielo, lasciò i doni domata agli uomini, per rappresentarlo visibilmente. Per rappresentare Gesù occorrono apostoli, profeti; sono apostoli dello Spirito Santo generazionali, a lui affidati per tutte le generazioni sino al rapimento della Chiesa. Dio li ha costituiti e non li ha mai rimossi.

Ma prima di salire al cielo, Gesù discese nell'Ades, dove si trovavano tutti i santi salvati dell'Antico Testamento (nel seno di Abrahamo) e da dove nessuno poteva salire al cielo, se non chi è disceso dal cielo; e nell'Ades andò a predicare, così, come nati di nuovo, poterono essere liberati dalla

prigionia e salire al cielo. Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo,

Gesù è l'apostolo, unico nel suo genere. Nel Regno dello Spirito, se non si è chiamati, si è abusivi;

c'è un solo RE, un solo Signore, unzione autentica, le cose non autentiche sono copie e lui non le riconosce.

Esistono 3 tipi di chiamata:

1) Chiamata naturale;

2) Chiamata per la terra;

3) Chiamata divina.

L'apostolo ha un mandato, nel caso di Gesù non era definitivo; infatti venne mandato come apostolo, divenne agnello sulla croce ed è resuscitato come sommo sacerdote ed è andato a sedersi alla destra del Padre e intercede per noi. I ministri devono rappresentare l'apostolo nella verità. Non ammette imitazioni. Dio ci ha dato l'originale. Sull'originale cè l'unzione.

Giovanni 13:1 Or prima della festa di Pasqua sapendo Gesù che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Giovanni 13:2 E, finita la cena, avendo già il diavolo (messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Giovanni 13:3 Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che egli era proceduto da Dio e a Dio ritornava, Giovanni 13:4 Si alzò dalla cena e Dopo aver messo dell'acqua in una bacinella, cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui era cinto.

È il sommo sacerdote della nostra confessione di fede: Gesù era sincronizzato col calendario del Padre. Egli garantisce quando diciamo ciò che ha detto lui; mette il timbro solo su ciò che ha detto.

Gesù sapeva che doveva morire a Pasqua; sapeva chi era, da dove veniva e dove andava. Gesù, Re dei re e Signore dei signori, diede grande prova di amore e umiltà: si tolse i vestiti di Rabbi della sua funzione e indossò abiti da schiavo, lavando i piedi ai discepoli; Gesù ha potuto fare ciò, perchè sapeva chi era; l'identità è determinata dalla famiglia di appartenenza, non da quello che facciamo.

Pietro si scandalizzò, ma Gesù andò a prendere anche l'acqua; avrebbe potuto farla prendere ai discepoli. Ma Lui è l'acqua della vita, è venuto a lavare e purificare la terra. È la parola vivente. Siamo chiamati a vivere nell'umiltà motivati dall'amore. E Lui ci ha dato l'esempio: Amò i suoi sino alla fine.

Amò Giuda sino alla fine. Lui è amore e non smetterà di amarci anche quando non lo meritiamo.

Gesù lavando i piedi ai discepoli, con atto profetico li lavò per il peccato, che avrebbero commesso di lì a poco, abbandonandolo, tradendolo, rinnegandolo. Li ha perdonati prima. Il suo amore non è razionale, nasce dalla sua onniscienza e non dipende da quanto sbaglieremo. Pietro comprese il gesto, quando dopo essere stato rinnegato, fu riabilitato.

L'obiettivo finale di Dio è riportarci nel proposito e farcelo adempiere pienamente, perché ci ama.

Noi, consapevoli di questo suo amore incondizionato, diamogli la priorità nella nostra vita, impegniamoci a lavorare per il Regno, imitiamo Gesù, cresciamo nell'umiltà, godiamo l'intimità, tendiamo sempre di più a diventare collaboratori instancabili, che si sentono pienamente partecipi del Regno.

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