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CODICE BINARIO CONVERSIONE A/D CAMPIONAMENTO CONVERSIONE D/A

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(1)

CODICE BINARIO – CONVERSIONE A/D – CAMPIONAMENTO – CONVERSIONE D/A

(2)

ARGOMENTI:

– Il codice binario;

– Conversione A/D di un segnale;

– Campionamento;

– Conversione D/A di un segnale.

Il codice binario

(3)

Introduciamo ora i principali metodi di codifica per l’elaborazione dei segnali, questi ci serviranno a comprendere in che modo i calcolatori, e più in generale i sistemi di acquisizione dati, riescano ad elaborare e trasmettere le informazioni.

Il codice binario

(4)

In generale, un dato è una parte dell‘

informazione a cui è associato un determinato significato.

E’ possibile considerare l'informazione costituita da tre elementi:

• il valore (il dato);

• il tipo (carattere, numero intero, stringa);

• il significato da associare al valore.

Il codice binario

(5)

E’ possibile definire l’unità elementare del codice binario.

Il BIT , BInary digiT , ovvero cifra binaria come:

l’unità elementare di informazione codificabile

Il codice binario

(6)

Attraverso una sequenza di 0 e 1, è possibile codificare:

• numeri

• caratteri

• immagini

• suoni

• video

Il codice binario

(7)

Rappresentazione binaria dei numeri

Per rappresentare un numero in codice

binario, il primo passo è quello di stabilire il sistema di numerazione che si intende utilizzare.

Il codice binario

(8)

Rappresentazione binaria dei numeri

I sistemi di numerazione più utilizzati sono:

• Base 10;

• Base 2;

• Base 8.

Il codice binario

(9)

Rappresentazione binaria dei numeri

I sistemi di numerazione oggi in uso sono detti posizionali, in essi tutte le cifre

vengono ordinate in modo che ognuna abbia peso minore rispetto alla precedente.

Il codice binario

(10)

Rappresentazione binaria dei numeri

In generale, ogni numero è espresso come la somma dei prodotti di ciascuna cifra per la base, elevata all’esponente che rappresenta la posizione della cifra.

Il codice binario

(11)

Rappresentazione binaria dei numeri

Esempio rappresentazione in

base 10

Rappresentazione di 532 532 = 5x10²+ 3x10¹+ 2x10º

Il codice binario

(12)

Rappresentazione binaria dei numeri

Esempio rappresentazione in

base 2

Rappresentazione di 532

5322 = 5x2²+ 3x2¹+ 2x2º= 2810

Il codice binario

(13)

Rappresentazione binaria dei numeri

Esempio rappresentazione in

base 8

Rappresentazione di 532

5328 = 5x8²+ 3x8¹+ 2x8º= 34610

Il codice binario

(14)

Rappresentazione binaria dei numeri

Più in generale, è possibile convertire ogni numero da una qualsiasi base N a una

qualsiasi altra base M.

Il codice binario

(15)

Rappresentazione binaria dei numeri

A partire dal principio di conversione appena visto, è possibile affermare che ogni numero è convertibile in un

sistema numerico binario posizionale in base 2

.

Il codice binario

(16)

Rappresentazione binaria dei numeri

Se ho a disposizione n bit riesco a codificare 2n numeri decimali.

Considerando l’esistenza dello 0 nella

numerazione decimale, i numeri totali che riesco a codificare vanno da 0 a 2n - 1.

Il codice binario

(17)

Rappresentazione binaria dei numeri Esempio

8 =

23 con 3 bit codifico:

0 0 0 = 0

0 0 1 = 1 0 1 0 = 2 0 1 1 = 3 1 0 0 = 4 1 0 1 = 5 1 1 0 = 6 1 1 1 = 7

Il codice binario

(18)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Per introdurre la codifica dei caratteri, diamo la definizione di byte.

1 byte è caratterizzato da una sequenza di 8 bit.

Il codice binario

(19)

Rappresentazione binaria dei caratteri

A partire dalla rappresentazione dei dati alfanumerici, si pone il problema della codifica dell’informazione in una forma diversa da quella numerica.

Il codice binario

(20)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Dalla prima era della codifica, si è stabilito che con 8 bit fosse possibile coprire i

simboli utilizzabili nella scrittura di messaggi e documenti.

Ricordiamo che:

28 = 256 combinazioni binarie

Il codice binario

(21)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Per renderci conto delle informazioni

immagazzinabili in termini di caratteri e simboli da varie unità a disco, si riporta la tabella di seguito.

Il codice binario

(22)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Il codice binario

(23)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Ora passiamo al ‘come’ avviene la codifica dei dati alfanumerici.

La fase di codifica permette la corrispondenza biunivoca tra un insieme di caratteri o simboli ed un insieme di sequenze costituito da bytes.

Il codice binario

(24)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Il codice binario

Insieme dati

alfanumerici

Insieme di bytes

(25)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Le codifiche standard più utilizzate sono:

• ASCII, 8 bit per carattere, rappresenta 256 caratteri;

• UNICODE, 16 bit per carattere.

Il codice binario

(26)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Il codice ASCII, American Standard Code for

Information Interchange, è nato come codice a 7 bit.

Furono sufficienti infatti 7 bit, quindi 128

combinazioni di 0/1, per rappresentare tutti i caratteri dell’alfabeto inglese, le cifre da 0 a 9, i simboli e alcuni caratteri “non stampabili”.

Il codice binario

(27)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Nel 1960 si passò dalla codifica ASCII alla

codifica ASCII estesa con l'aggiunta di un bit che permise di raddoppiare il numero di

caratteri codificabili (da 128 a 256) e la codifica di alcuni caratteri non presenti nell’alfabeto inglese.

Il codice binario

(28)

Rappresentazione binaria dei caratteri

L'estendersi delle comunicazioni tra paesi ha comportato la necessità di ampliare ancora l'insieme dei simboli da codificare.

Il codice binario

(29)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Per questo motivo si è arrivati alla diffusione del codice UNICODE, che associa ad ogni

carattere 16 bit, quindi permette la codifica di 216 = 65536 dati alfanumerici diversi.

Il codice binario

(30)

Rappresentazione binaria dei caratteri

In generale, non tutti i bit del codice sono

dedicati alla codifica di un dato alfanumerico, infatti alcuni bit sono usati per assicurare la corretta trasmissione e ricezione dei dati.

Il codice binario

(31)

Rappresentazione binaria dei caratteri

Ne è un perfetto esempio la codifica ASCII, in cui i caratteri da 0 a 127 sono così distribuiti:

• I primi 32 (numerati da 0 fino a 31) sono

“caratteri di controllo” non stampabili;

• I successivi 95 (numerati da 32 fino a 126) sono caratteri stampabili;

• Il 128-esimo è ancora un “carattere di controllo” non stampabile.

Il codice binario

(32)

Rappresentazione binaria dei caratteri

A titolo di esempio, si riporta in seguito la tabella con codifica dei primi 127 caratteri, simboli,

caratteri non stampabili e caratteri di controllo del codice ASCII.

Il codice binario

(33)

Il codice binario

(34)

Rappresentazione binaria delle immagini

Anche i dati multimediali quali immagini,

suoni e video possono essere elaborati purché opportunamente caratterizzati attraverso

sequenze di 0 e 1.

Il codice binario

(35)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il punto è trovare il modo di codificare quello che è un insieme di colori, linee, forme, sfumature

che combinate tra loro rappresentano un'immagine.

Il codice binario

(36)

Rappresentazione binaria delle immagini

Questo processo prende il nome di

digitalizzazione dell’immagine, e ci permetterà di trasformare le caratteristiche dell’immagine stessa in una sequenza binaria.

Il codice binario

(37)

Rappresentazione binaria delle immagini

Si tratta quindi di passare da una grandezza analogica ad una grandezza digitale, discorso

che abbiamo in parte affrontato nella precedente lezione.

Il codice binario

(38)

Rappresentazione binaria delle immagini

Tra le tecniche di elaborazione dell’immagine, la più utilizzata consiste nel collocare l’immagine all’interno di una griglia costituita da righe e colonne delle stesse dimensioni.

Il codice binario

(39)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il codice binario

(40)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il singolo quadrato che costruisce la griglia prende il nome di pixel (picture element) Ogni pixel può essere codificato in binario attraverso delle regole standard.

Il codice binario

(41)

Rappresentazione binaria delle immagini

Codifica di un pixel:

• Il simbolo 1 viene utilizzato per la codifica di un pixel corrispondente ad un quadrato in cui il bianco è predominante.

• Il simbolo 0 viene utilizzato per la codifica di un pixel corrispondente ad un quadrato in cui il nero è predominante.

Il codice binario

(42)

Il codice binario

(43)

Rappresentazione binaria delle immagini

E’ immediato intuire che la qualità

dell’immagine riprodotta sarà proporzionale al numero di bit impiegato per la codifica

dell’immagine.

Il codice binario

(44)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il numero di pixel in cui si suddivide lo schermo prende il nome di risoluzione dell’immagine,

mentre la quantità di pixel per unità di misura prende il nome di definizione dell’immagine.

Il codice binario

(45)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il codice binario

(46)

Rappresentazione binaria delle immagini

Per codificare immagini con diversi livelli di grigio si usa una sequenza binaria.

Il colore viene generato dall’uso dei tre colori primari: Red, Green, Blue (RGB)

Ad ogni colore primario è associata una

sfumatura mediante una relativa sequenza di bit.

Il codice binario

(47)

Rappresentazione binaria delle immagini

Il codice binario

(48)

Rappresentazione binaria dell’audio

Anche il suono è una grandezza analogica, è un’onda caratterizzata da una determinata ampiezza, una frequenza misurata in Hertz e una durata temporale.

Il codice binario

(49)

Rappresentazione binaria dell’audio

Il codice binario

(50)

Rappresentazione binaria dell’audio

La conversione analogico-digitale di un suono consiste nel trasformare l'onda (segnale

analogico) in un serie di valori rilevati in istanti di tempo distinti all'interno di un

intervallo, e codificare ciascun valore con un numero.

Il codice binario

(51)

Rappresentazione binaria dell’audio

Anche in questo caso il meccanismo di codifica è legato ad una griglia costituita da una

sequenza di bit, ma questa volta si tratta di una griglia temporale e non spaziale.

Il codice binario

(52)

Rappresentazione binaria dell’audio

Il segnale originale viene trasformato in una sequenza di misure, che costituiranno numeri rappresentabili in codifica binaria.

Il codice binario

(53)

Rappresentazione binaria dell’audio

Per una buona qualità di codifica del segnale acustico occorrono 16 bit per ogni singolo campione (quindi 65.536 livelli distinti di ampiezza) e una frequenza di campionamento di 44 kHz (44000 campioni/s) utilizzata per una qualità CD (compact-disk).

Il codice binario

(54)

Rappresentazione binaria dell’audio

Le codifiche standard per i formati audio sono:

• WAV

• MIDI

• MP3

Il codice binario

(55)

Rappresentazione binaria dell’audio

Il codice binario

(56)

Rappresentazione binaria dei video

La digitalizzazione di un video può essere interpretata come una combinazione dei

processi di digitalizzazione dei suoni e delle immagini visti in precedenza.

Il codice binario

(57)

Rappresentazione binaria dei video

La qualità del video dipende, oltre che dalla corretta digitalizzazione della singola

immagine e dell’onda sonora, dal numero di fotogrammi, o frames, acquisiti durante la digitalizzazione.

Il codice binario

(58)

Rappresentazione binaria dei video

Il codice binario

(59)

Rappresentazione binaria dei video

La codifica deve essere effettuata tenendo

conto del fatto che l’occhio umano è in grado di distinguere il singolo fotogramma per un

numero minore di 16 frames/s.

Il codice binario

(60)

Rappresentazione binaria dei video

I più diffusi formati video sono:

– Mpeg;

– Avi;

– Divx;

– 3gp (cellulari).

Il codice binario

(61)

La conversione da analogico a digitale

consente di trasformare un segnale continuo in ampiezza e in tempo in un segnale discreto

codificato, quindi elaborabile dal calcolatore.

Conversione A/D di un segnale

(62)

Finora abbiamo visto nel dettaglio come

vengono definite le grandezze analogiche e digitali, come avviene la trasformazione dal

dominio del tempo al dominio della frequenza e come avviene la codifica di un’informazione in alfabeto binario.

Conversione A/D di un segnale

(63)

Da ora in poi vedremo quali sono i processi che ci permettono di partire da un segnale

analogico e arrivare ad avere come risultato un informazione in codice binario.

Conversione A/D di un segnale

(64)

Le operazioni da effettuare sono tre:

1. Campionamento: Discretizzazione in tempo.

2. Quantizzazione: Discretizzazione in ampiezza.

3. Codifica : Rappresentazione del dato quantizzato in formato binario.

Conversione A/D di un segnale

(65)

Conversione A/D di un segnale

(66)

Vediamo graficamente le 3 suddette operazioni effettuate su un segnale analogico di partenza.

Conversione A/D di un segnale

(67)

Conversione A/D di un segnale

Campionamento - Discretizzazione in tempo.

(68)

Conversione A/D di un segnale

Quantizzazione: Discretizzazione in ampiezza

(69)

Conversione A/D di un segnale

Codifica - Rappresentazione del dato quantizzato in formato binario

(70)

Conversione A/D di un segnale

Il campionamento trasforma il segnale analogico x(t) in più segnali impulsivi

costituiti dall’ampiezza del segnale d’origine presa in determinati istanti di tempo.

In pratica, possiamo vedere il segnale

campionato come il prodotto del segnale originario per una serie di delta di Dirac.

(71)

Conversione A/D di un segnale

(72)

Conversione A/D di un segnale

La frequenza di campionamento è definita

come l’inverso del periodo di campionamento, che corrisponde all’intervallo di tempo ogni quale prendiamo un campione di segnale.

fc = 1/ Tc

(73)

Conversione A/D di un segnale

Naturalmente, più campioni di segnale

verranno presi, più sarà fedele la riproduzione del segnale originario. Per questo motivo nel campionamento si fa riferimento al teorema di Shannon, secondo cui:

fc ≥ 2 fo

Dove fc è la frequenza di campionamento e fo la frequenza del segnale originario.

(74)

Conversione A/D di un segnale

Avere una riproduzione del segnale originario senza ‘rumore’ è essenziale per la fedeltà del segnale quantizzato.

(75)

Conversione A/D di un segnale

Il non rispetto del teorema di Shannon può portare a problematiche quali il fenomeno dell’aliasing, ovvero la ricostruzione di una forma d’onda in cui il segnale non è fedele a quello originario per mancanza di un numero di campioni adeguati.

(76)

Conversione A/D di un segnale

(77)

Conversione A/D di un segnale

Di seguito si riportano alcuni esempi; il primo in cui il segnale è campionato con la frequenza limite, cioè pari al doppio della frequenza del segnale d’origine.

Il secondo in cui la frequenza di

campionamento è appena 4/3 di quella del segnale d’origine.

(78)

Conversione A/D di un segnale

(79)

Conversione A/D di un segnale

(80)

Conversione A/D di un segnale

(81)

Conversione A/D di un segnale

Dopo aver campionato il segnale, il secondo passo per la conversione analogico digitale viene detto quantizzazione, che consiste

nell’associare ad ogni campione x[n] ∈ R un valore discreto.

(82)

Conversione A/D di un segnale

Il valore discreto prelevato, viene mantenuto costante fino a che non viene prelevato il

successivo campione a distanza temporale di

un periodo Tc. Per questo motivo, il fenomeno è chiamato ‘sample and hold’, cioè campiona e

mantieni.

(83)

Conversione A/D di un segnale

Il valore discreto prelevato, viene mantenuto costante fino a che non viene prelevato il

successivo campione a distanza temporale di

un periodo Tc. Per questo motivo, il fenomeno è chiamato ‘sample and hold’, cioè campiona e

mantieni.

(84)

Conversione A/D di un segnale

Questo processo è dovuto al fatto che l’operazione di conversione A/D non è

istantanea, quindi è necessario aspettare un

‘tempo morto’ prima di poter prelevare il campione successivo.

(85)

Conversione A/D di un segnale

(86)

Conversione A/D di un segnale

Ovviamente questo comporta un discostamento dalla forma d’onda originaria, perciò si parla di errore di quantizzazione.

(87)

Conversione A/D di un segnale

A questo punto, resta da effettuare la terza operazione, ovvero la codifica del segnale quantizzato.

(88)

Conversione A/D di un segnale

Con N cifre binarie (bit) si ottengono Q = 2n livelli di quantizzazione.

Ad ogni livello si può dunque associare un codice di N bit.

(89)

Conversione A/D di un segnale

Un segnale numerico ottenuto a seguito di campionamento e quantizzazione è una

sequenza di bit.

Le sequenze di bit ottenute potranno essere elaborate e trasmesse dai calcolatori.

(90)

Conversione A/D di un segnale

(91)

Conversione D/A di un segnale

Supponiamo ora di avere il problema inverso, ovvero quello di voler riportare il segnale

digitalizzato in analogico.

Si parla in questo caso di conversione digitale – analogica del segnale.

(92)

Conversione D/A di un segnale

Un tipico esempio è quello di un segnale audio digitale, elaborabile e trasmissibile dal

calcolatore, ma non elaborabile dall’orecchio umano come sequenza di bit.

(93)

Conversione D/A di un segnale

Per questo si introducono i convertitori

digitale-analogico (DAC), che trasformano un segnale digitale a tempo e valori discreti, in un segnale analogico.

(94)

Conversione D/A di un segnale

I componenti principali di un convertitore D/A sono :

• una sezione di pre-elaborazione e filtraggio che agisce sul segnale digitale;

• un circuito elettronico di conversione che

trasforma il segnale digitale in uno analogico;

• un circuito elettronico analogico che effettua la post-elaborazione e il filtraggio e fornisce all’esterno un segnale dall’opportuno livello e impedenza di uscita.

(95)

Conversione D/A di un segnale

Il convertitore elettronico ha il compito di

trasformare una sequenza di bit in ingresso in una serie di impulsi rettangolari di lunghezza prefissata e di altezza relativa alla sequenza in bit.

(96)

Conversione D/A di un segnale

Per fare questo è possibile l’utilizzo di un partitore resistivo come in seguito.

(97)

Conversione D/A di un segnale

Il alternativa, è possibile utilizzare la configurazione sotto riportata.

(98)

Conversione D/A di un segnale

Anche in questo caso, è adottata la tecnica del

‘sample and hold’, ma in direzione inversa.

I livelli di tensione in uscita vengono

mantenuti costanti fino all’elaborazione di un nuovo livello di tensione da parte del

convertitore elettronico.

(99)

Conversione D/A di un segnale

(100)

Conversione D/A di un segnale

I segnali analogici in uscita presenteranno inevitabilmente un andamento discontinuo.

Questo comporta un peggioramento della

qualità del segnale rispetto a quello analogico originario, per cui è necessario intervenire con le tecniche di ricostruzione del segnale.

(101)

Conversione D/A di un segnale

Vediamo quali sono i vari errori cui è soggetto il segnale in uscita dal convertitore elettronico.

(102)

Conversione D/A di un segnale

1. Errore di linearità:

Perché la conversione sia corretta è necessario che tutti i circuiti escano esattamente con la

stessa tensione e che tutte le resistenze abbiano esattamente il valore corretto.

Questo non è possibile e ogni imprecisione causa un comportamento non lineare nel convertitore.

(103)

Conversione D/A di un segnale

2. Errore di passaggio per lo zero:

L’errore di passaggio per lo zero è il

principale ostacolo alla realizzazione di convertitori DA multibit di qualità con un numero elevato di bit.

(104)

Conversione D/A di un segnale

3. Rumore analogico:

Il segnale analogico in uscita è affetto da rumore inevitabile (ad esempio, rumore termico).

Questo fattore limita inesorabilmente la risoluzione in uscita .

(105)

Conversione D/A di un segnale

4. Irregolarità temporali -jitter

Il convertitore DA necessita di un

riferimento temporale stabile e preciso.

(106)

Conversione D/A di un segnale

5. Errore di apertura

L’operazione di Sample/Hold è

un’interpolazione che ha una sua ben

precisa risposta in frequenza, ciò causa un errore detto di apertura.

(107)

Conversione D/A di un segnale

(108)

Conversione D/A di un segnale

(109)

Conversione D/A di un segnale

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