Molla con attrito viscoso
Marco Incagli - INFN Pisa November 9, 2016
Abstract
Appunti scritti per il corso di Fisica 1 presso la facolt`a di Fisica a Pisa nell’anno accademico 2015/2016. Ringrazio tutti gli studenti che, con i loro commenti e la loro attenzione ai dettagli, hanno migliorato (e continueranno a migliorare) la qualit`a di questi appunti.
1 Molla con attrito viscoso
Sia dato un corpo di massa m attaccato ad una molla di costante elastica k e lunghezza a riposo nulla a sua volta immersa in un liq- uido caratterizzato da una forza di attrito viscoso laminare F = −βv.
Vogliamo descrivere il moto nell’ipotesi che avvenga lungo un asse.
L’equazione del moto `e:
m¨x = −β ˙x − kx (1)
che riscriviamo come segue:
d2
dt2x(t) + 2ηd
dtx(t) + ω20x(t) = 0 (2) con
η = β 2m e
ω02= k m .
L’equazione differenziale risultante `e del secondo ordine, a coeffici- enti costanti ed omogenea. Questa si risolve trovando le soluzioni del polinomio caratteristico associato:
z2+ 2ηz + ω02= 0 (3)
cio`e risolvendo un problema algebrico invece che differenziale.
Le soluzioni di questa equazione sono:
z = −η ± q
η2− ω02 (4)
Si possono avere tre diverse situazioni.
1
1.1 Sistema sovrasmorzato
Se η > ω0l’eq.4 ha due soluzioni reali distinte z1,2= −η ±
q η2− ω02 Risulta z1,2< 0 e |z2| > |z1|.
Introduciamo i tempi di smorzamento: τ1 = −1/z1 e τ2 = −1/z2, con τ2< τ1. Le due funzioni che formano la base dello spazio vettoriale che comprende tutte le soluzioni della equazione differenziale (2) sono:
x1(t) = ez1t= e−t/τ1
x2(t) = ez2t= e−t/τ2 (5) La soluzione pi`u generale `e data da:
x(t) = Ax1(t) + Bx2(t) (6) Ad esempio supponiamo di lasciar andare la molla da una distanza x0 a velocit`a iniziale nulla. Allora A e B si trovano risolvendo:
A + B = x0
−τA
1 −Bτ
2 = 0 (7)
Da cui:
A = x0 τ1
τ1− τ2
B = −x0 τ2 τ1− τ2
(8)
La soluzione generale `e, quindi:
x(t) = x0
τ1
τ1− τ2
e−t/τ1− τ2
τ1− τ2
e−t/τ2
(9) Come si vede immediatamente, questa funzione `e sempre positiva e monotona decrescente, per t > 0, tendendo rapidamente (= in maniera esponenziale) a zero. La soluzione viene detta sovrasmorzata.
1.2 Smorzamento critico
Se η = ω0, l’eq.(3) ha due soluzioni reali coincidenti: z1= −η = −ω0. In questo caso, le due funzioni di base sono:
x1(t) = ez1t= e−ω0t= e−t/τ
x2(t) = tez1t= te−ω0t= te−t/τ (10) con τ = 1/ω0.
In Appendice si trova una dimostrazione esplicita del fatto che queste sono le autofunzioni della eq.(2). Naturalmente si pu`o anche fare la prova diretta e sostituire x1(t) e x2(t) in (2).
La soluzione generale `e, quindi:
x(t) = Ae−t/τ + Bte−t/τ (11)
2
Applicando le condizioni iniziali del caso precedente:
x(t) = x0e−t/τ
1 + t
τ
(12) Questa soluzione si chiama smorzamento critico ed `e una soluzione che tende a 0 in maniera pi`u lenta rispetto al caso precedente, ma comunque non consente nessuna oscillazione. Gli ammortizzatori delle auto utilizzano questo tipo di smorzamento, o comunque consentono oscillazioni smorzate rapidamente.
1.3 Oscillazioni smorzate
Se η < ω0l’equazione 3 non ammette soluzioni reali, ma due soluzioni complesse coniugate:
z1,2= −η ± iω (13)
con ω2= ω20− η2> 0.
Scriviamo le due funzioni di base, o autofunzioni, come esponenziali complessi:
x1(t) = e−ηteiωt
x2(t) = e−ηte−iωt (14)
Le autofunzioni sono complesse ma la soluzione dell’equazione deve essere reale, per cui `e necessario combinare le due funzioni di base moltiplicando per due numeri dei quali uno `e il complesso coniugato dell’altro. Cio`e:
x(t) = U e−ηteiωt+ ¯U e−ηte−iωt (15) Con U = α + iβ e ¯U = α + iβ. Come abbiamo gi`a visto, le soluzioni possono anche essere espresse in termini delle funzioni trigonometriche:
x(t) = A cos(ωt) + B sin(ωt) (16) Il legame fra i parametri `e:
A = 2 Re U
B = −2 Im U (17)
Imponendo le condizioni iniziali si verifica che risulta:
x(t) = x0
2 e−ηt (1 − iωη)eiωt+ (1 − iηω)eiωt
= x0e−ηt
cos(ωt) + η
ωsin(ωt) (18)
La soluzione pu`o scriversi anche in un altro modo ancora:
x(t) = Ce−ηtcos(ωt + φ) (19) Imponendo le condizioni iniziali, si trovano la ampiezza C e la fase φ introdotta in questa ultima espressione:
x(0) = C cos φ = x0
˙
x(0) = −ηC cos φ − ω sin φ = 0 (20)
3
Da cui:
C = x0
pω2+ η2 ω tan φ = −η
ω
(21)
Questa soluzione descrive una oscillazione di periodo T = 2π/ω, talvolta chiamata pseudoscillazione, avente una ampiezza che varia nel tempo secondo un esponenziale la cui costante di tempo `e τ = 1/η. Si tratta di una oscillazione smorzata.
A Due soluzioni coincidenti
Nel caso in cui η = ω0 si pu`o riscrivere l’equazione differenziale (2) come segue:
d2
dt2x(t) + 2ω0d
dtx(t) + ω20= 0 d2
dt2x(t) + ω0
d
dtx(t) + ω0
d
dtx(t) + ω20= 0 d
dt
d
dtx(t) + ω0x(t)
+ ω0· d
dtx(t) + ω0x(t)
= 0 d
dtg(t) + ω0g(t) = 0
(22)
avendo definito:
g(t) = d
dtx(t) + ω0x(t) (23)
La soluzione di generale della ultima equazione di (22) `e:
g(t) = Ae−ω0t (24)
con A costante da determinare applicando le condizioni iniziali.
Sostituendo in (23):
d
dtx(t) + ω0x(t) = Ae−ω0t (25) Questa equazione differenziale si pu`o risolvere trovando la soluzione generica dell’equazione omogenea associata ed una equazione parti- colare dell’equazione differenziale completa. Tuttavia possiamo usare un “trucco” per semplificare l’espressione e risolvere immediatamente.
Moltiplico per il termine esponenziale cambiato di segno e noto che:
eω0td
dtx(t) + eω0tω0x(t) = d
dteω0tx(t) = A (26) La soluzione di questa equazione `e:
eω0tx(t) = At + B (27)
dove B `e una seconda costante da determinare con le condizioni iniziali.
Si ricava, quindi, la soluzione generale di (22):
x(t) = e−ω0t(At + B) (28)
Cio`e x(t) `e, effettivamente, la combinazione lineare delle due auto- funzioni in eq.(10).
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