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E.L.F. e precessione degli ioni, introduzione al Seqex

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SEQEX

E.L.F. e precessione degli ioni, introduzione al Seqex

La seguente trattazione è stata evinta dalla documentazione messa a disposizione dalla Sistemi di Trento, azienda produttrice del Seqex:

Storia del moto di precessione degli ioni anche detto “moto ciclotronico”: Liboff

Dai primi anni ottanta, in molti laboratori scientifici, si è osservato come, in determinate condizioni, campi magnetici variabili di bassissima frequenza, ed in presenza del campo magnetico terrestre, creano moti di risonanza ciclotronica negli ioni affacciati alle membrane cellulari e nei liquidi organici che le circondano.

I primi studi in tal senso furono prodotti da un biofisico di nome Liboff, il quale osservò che gli ioni calcio adiacenti alle membrane di culture cellulari poste a temperatura ambiente ed immerse nel campo magnetico terrestre (0.45mT), se irradiati da deboli campi pulsati ad una frequenza di 35.8 Hertz e paralleli alla direzione del campo statico entrano in risonanza, e sormontano le barriere costituite dalle membrane cellulari.

35.8 Hz è la frequenza di ciclotrone (o di precessione) (Fc) di uno ione calcio immerso in un campo magnetico d'intensità pari a quella del campo magnetico terrestre.

Il fenomeno di moto ciclotronico degli ioni è noto alla fisica classica fin dall’inizio del secolo scorso, esso è denominato con la sigla “IPR” (ionic paramagnetic resonance). Infatti, per effetto delle forze Lorentziane, teoricamente un campo magnetico statico fa precedere lo ione intorno al suo asse (precessione di Larmor) con una frequenza angolare costante pari a (1/2 ) * Q/m * B0, in cui B0 è l’intensità del campo magnetico statico cui esso è sottoposto, m è la massa dello ione, Q è la carica da esso posseduta (Fig. 1).

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Fig. 1 Lorentz Forces

Se al campo statico si sovrappone un campo pulsato parallelo avente frequenza Fc pari a quella di precessione, per la legge di Langevin allora lo ione abbandona la sua orbita per assumere una traiettoria lineare di fuga (Fig. 2).

Fig. 2

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Prendendo com'esempio lo ione calcio, la cui carica è 2+ e la massa è 40, per un valore del campo magnetico B0 uguale a 0.45 Gauss, Fc = 1/ 2 (6,28 )* 2/40 * 0.45 che dà per risultato 35.8 Hz.

In definitiva se uno ione calcio immerso nell’acqua extra cellulare in una cultura è investito da un’onda elettromagnetica che abbia una frequenza d'oscillazione di 35.8 Hz assumerebbe un moto verso la membrana e, superandone la barriera, diverrebbe uno ione intracellulare.

E' stata usata l'espressione "assumerebbe un moto" poiché nell’ambiente sperimentale in funzione della temperatura, gli ioni sono sottoposti ad altre forze che contrastano sia i moti IPR, sia i moti di risonanza, forze cui ora si parlerà.

Alla temperatura corporea dell’uomo (circa 37 gradi), l’acqua circostante lo ione non sta ferma, le sue molecole vibrano disordinatamente (Stocasticamente) con un’energia d'intensità K*T, T è la temperatura assoluta espressa in gradi Kelvin (37° centigradi = 310° Kelvin) e K è una costante d'energia chiamata "costante di Boltzmann".

Questi moti sono noti come moti Browniani, dal nome dello scienziato che li scoprì, la forza stocastica con cui si agitano le molecole d’acqua alla temperatura corporea è di 10–14 Newton.

Anche la forza di moto ciclotronico che tende ad agitare gli ioni è misurabile, nel caso dell’intensità del campo magnetico statico usato da Liboff, essa è di circa 10-

23 Newton dunque, per chi non abbia troppa confidenza con la matematica, una forza approssimativamente un miliardo di volte meno intensa di quella dovuta ai moti Browniani (Fig. 3).

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Fig. 3

Poiché uno ione in movimento rotatorio deve contrastare gli urti delle molecole d’acqua, agitate dai moti termici che lo circondano, la scoperta di Liboff sembrava un paradosso: è come se un moscerino riuscisse a farsi largo in un branco di elefanti che danzano!

L’informazione che debolissime onde elettromagnetiche, a condizione che esse abbiano la giusta frequenza ed intensità, possono produrre un aumento del flusso degli ioni verso le membrane cellulari fu di estremo interesse oltre che per la biologia e la medicina, anche per la fisica.

Ciononostante le esperienze di Liboff, (per quanto ripetute e confermate in altri laboratori che hanno verificato l’esistenza di moti ciclotronici a membrana anche per altre specie ioniche), a causa dell’inspiegabile paradossalità dei fenomeni osservati, non aprirono il campo alle ricerche, soprattutto mediche, che meritavano.

Per spiegare il fenomeno osservato da Liboff, si cercò in ogni modo di ipotizzare

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della materia, nulla osterebbe al libero ruotare degli ioni sollecitati dalle forze del campo elettromagnetico.

L’esperimento di Zhadin

L’ipotesi non reggeva e a smentirla definitivamente ci pensò uno staff di ricercatori guidati da un fisico di nome Zhadin.

Zhadin nel 1998 osservò, infatti, l’insorgenza di moti ciclotronici e gli effetti di frequenze di risonanza ciclotronica in un sistema sperimentale molto semplice e controllabile.

Descriviamo brevemente l’esperienza. In una celletta schermata da una camera di moumetal che la protegge dal disturbo di campi elettromagnetici esterni, celletta contenente acqua e acido glutammico, aminoacido notoriamente presente nel corpo umano, fu creato con l’aiuto di un generatore, una differenza di potenziale agli elettrodi di 80 mV (valore simile al potenziale medio di polarizzazione delle membrane cellulari).

La provetta fu immersa in un campo magnetico statico di 25 microT (micro Tesla) prodotto artificialmente e sottoposta anche ad un campo parallelo pulsato di frequenza variabile e di intensità variabile da 10 a 90 nT (nano Tesla), pari quindi a circa 1/1000 del valore del campo statico presente.

Non appena la frequenza raggiungeva il valore di frequenza di ciclotrone tipica dell’elettrolita in questione, allora e solo allora, un amperometro inserito nel sistema registrava un picco di crescita di circa il 30% della corrente ionica, determinata dalla differenza di potenziale tra i due elettrodi (Fig. 4).

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4 Schermo in Moumetal 1 Vaschetta

2-2’ Elettrodi

7 Amperometro + f.e.m

3-3’ Circuito per creazione Ac e DC 5 e 6 Alimentatori di circuito AC e DC

Fig. 4

Il fenomeno appariva dunque ancora più inspiegabile poiché non solo avveniva in un sistema semplice, esente cioè dalle complicazioni presenti nel mondo biologico, ma anche perché inaspettatamente si estingueva non appena l’intensità del campo pulsato superava la soglia di 80 nT oppure scendeva al di sotto di 20 nT.

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Domini di coerenza dell’acqua

Nel 1999 un gruppo di ricercatori costituito da due fisici teorici: Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice; un elettrochimico, il Prof. Martin Fleischmann ed un ricercatore di Biofisica dell’università di Padova, Getullio Talpo, attualmente direttore scientifico della Sistemi di Trento, spiegarono teoricamente il fenomeno.

Due anni più tardi, nell’ottobre del 2001, lo stesso staff sperimentale (purtroppo privato del contributo del Prof. Preparata nel frattempo deceduto), cui si erano aggregati altri ricercatori, ripeté l’esperimento presso i laboratori scientifici dell’ENEA di Frascati, mettendo inoltre nelle soluzioni altri aminoacidi, soprattutto ottenendo risultati ulteriori previsti dalla teoria elaborata e di cui non si farà cenno in questo scritto (Fig. 5).

Fig.5

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L’azienda SISTEMI srl di Trento è produttrice di un apparato terapeutico costruito su tali principi denominato SEQEX. Giuliano Preparata, già noto al mondo scientifico per i suoi decisivi contributi alla Teoria Standard, la teoria che unifica tutti i fenomeni della fisica dei campi quantistici, ha sviluppato a partire dagli anni 90 una rivoluzionaria concezione della materia condensata (liquidi e solidi). Oltre a fornire la spiegazione a molti fenomeni, fino ad allora non sufficientemente esplorati, in un suo libro denominato “QED coherence in Matter”, Giuliano Preparata dimostra come, ad esempio, alla temperatura corporea, il 40% dell’acqua dell’organismo umano si organizza in modo che le sue molecole si aggregano in insiemi costituiti da circa 1.200.000 molecole d’acqua, insiemi della dimensione di circa 500 A° (Angstrom), che interagiscono in maniera coerente con un campo elettromagnetico da essi stessi prodotto per fluttuazione del campo elettromagnetico prodotto dal loro “stato fondamentale“

(Fig. 6).

Fig. 6

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Water

Water structure structure

Copyright © 2003 Regumed Institut für Regulative Medizin, D-82166 Gräfelfing

Hydrogen bonding Water molecule H O2

(H O)22

Simple

Cluster model (H O)102

Figura esemplificante la struttura della molecola d’acqua, il legame idrogeno fra due molecole e un semplice cluster (insieme) di molecole d’acqua

Questi aggregati sono chiamati “insiemi coerenti (o domini di coerenza) dell’acqua” e possiedono stupefacenti proprietà delle quali una in particolare è importante per la comprensione degli effetti di deboli campi elettromagnetici pulsati operanti sulle cellule e quindi sull’organismo degli esseri viventi.

Nei “domini di coerenza” la materia si trova immersa in un campo elettromagnetico coerente simile a quello posseduto da un fascio di luce laser, all’interno del quale tutti i fotoni si muovono alla stessa frequenza e in fase.

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Nella figura si mostra che il fascio laser rimane “compatto” perché l’onda luminosa è monocromatica e in fase, tutti i fotoni oscillano insieme.

Sono note le proprietà di un fascio laser, si ricorda solamente che esso può diffondersi all’infinito conservando la sua linearità, può in definitiva percorrere lunghe distanze senza disperdere la propria energia e la propria forma come avviene per la normale luce.

Il restante 60% dell’acqua non essendo dominata dal campo elettromagnetico coerente, è dal punto di vista fisico un sistema che risponde alle leggi dei gas ed è denominata “frazione incoerente”. Per motivi connessi alle leggi generali della teoria dei campi quantistici i domini di coerenza dell’acqua non sono penetrabili da alcun oggetto fisico, come ad esempio dagli ioni soluti nella frazione incoerente dell’acqua, se non a spesa di notevoli energie.

Fanno eccezione a questa impenetrabilità gli ioni in soluzione che si trovano in un’area nell’immediata vicinanza del dominio di coerenza: se immaginiamo il dominio come avente la forma di una sfera, l’area di penetrabilità sarà delimitata dallo spazio interposto tra la superficie del dominio stesso e quella di una sfera concentrica avente un raggio di 40 A° maggiore.

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Oxygen atom hydrogen atom +ion (cation)

La struttura della rete del Cluster è differente per ogni sostanza. La rete avvolge in uno spazio più grande una particella positivamente carica portatrice di informazione.

Ogni particella ha quindi un proprio Cluster o Dominio di coerenza che la identifica.

Reference:

G. Resch and V. Gutmann in

„Scientific Basics of Homeopathy “, 2. Printing, O-Verlag, Berg in Munich

Copyright © 2003 Regumed Institut, D-82166 Gräfelfing

Rete di un Cluster d‘acqua o Dominio di coerenza attorno ad una sostanza portatrice di informazione

Infatti, a causa di lenti fenomeni diffusivi, possono entrare in tale area solo gli elettroliti deboli cioè quelli caratterizzati da un basso rapporto di dissociazione.

Una volta entrate in tale spazio le sostanze ionizzate (polari) non sono disturbate dai moti termici della materia circostante né, qualora la soluzione sia sottoposta ad una differenza di potenziale, risentono delle forze elettromotrici; esse possono però produrre lavoro sotto l’effetto di forze magnetiche anche debolissime cui siano eventualmente sottoposte e quindi entreranno in rotazione ciclotronica attorno all’asse delle linee di forza del campo statico, ad esempio quello terrestre cui esse sono sottoposte.

Altra proprietà dei Domini di coerenza è che mantengono la struttura che si era formata attorno alla particella anche quando questa non c’è più, perché scalzata.

Questa proprietà è importantissima perché rappresenta l’”effetto memoria”

dell’acqua che può quindi essere “programmata” o “informata”, proprietà usata per lo più nell’omeopatia e da alcuni macchinari, che verranno presentati, capaci di usare direttamente onde elettromagnetiche per creare Domini di coerenza

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nell’acqua stessa. L’acqua “informata” introdotta nel corpo umano, data la coerenza dei Domini andrà ad informare per risonanza l’altra acqua presente che rappresenta il 60-70% in peso del corpo e il 99% del numero di molecole presenti.

Questo consente la trasmissione di informazione dall’esterno all’interno corpo e l’aumento della sua coerenza perché altre molecole di acqua tenderanno a vibrare per risonanza come quelle introdotte. E’ pertanto comprensibile come sia importante la “qualità dell’acqua” cioè l’informazione che in essa è contenuta.

Nella Medicina cinese infatti si usano infusi per “informare” l’acqua e questa prima deve essere bollita per distruggere i possibili precedenti Domini di coerenza presenti che potrebbero essere non benefici per l’organismo, avere memorie di vibrazioni nocive o semplicemente differenti da quelle che vogliamo inserire. Il procedimento è simile alla formattazione dei Cluster dell’hard disk di un computer o di un cd riscrivibile. E’ altresì ovvio come i cibi abbiano acqua informata da Madre natura e per questo è importante che siano il più possibile come Madre natura li ha fatti perché contengono l’informazione compatibile col corpo umano e che diventa terapeutica in corpi che hanno perso coerenza.

La struttura della rete del Cluster in cui non è più presente la particella portatrice di informazione

Sauerstoffatom Wasserstoffatom

Anche se la particella non c’è più la struttura del Cluster con

l’informazione

“modulata” permane

Reference:

G. Resch and V. Gutmann in

„Scientific Basics of Homeopathy “, 2. Print, O-Verlag, Berg in Munich Oxygen atom

Hydrogen atom

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Concentriamoci per un attimo sulla Fig. 7 che rappresenta l’elettrodo immerso nell’acqua della soluzione elettrolitica studiata da Zhadin, per motivi qui troppo lunghi e complessi da spiegare in questa sede la quasi totalità della superficie di contatto tra il liquido e l’elettrodo appartiene alla frazione coerente.

Fig. 7

Apparirà a questo punto chiaro che dal punto di vista della modellistica più ristretta nessuna differenza compare se assimiliamo l’elettrodo presente nella soluzione alla membrana cellulare, la quale separa l'acqua interna da quell'esterna stabilendo tra i due ambienti una differenza di potenziale media di 80 mV e quindi spiegando l’esperienza di Zhadin spiegheremo anche quella effettuata da Liboff.

Se una delle specie ioniche che normalmente si trovano nelle vicinanze dell’elettrodo è sottoposta ad un campo elettromagnetico pulsato parallelo al campo magnetico statico e avente la medesima frequenza della precessione ciclotronica che la muove, allora e solo in questo caso la specie ionica smetterà di ruotare attorno al proprio punto di equilibrio e sottratta dalle forze di Langvin al

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ristretto spazio in cui era confinata, uscirà dai bordi del dominio di coerenza ed essendo divenuta sensibile alle forza di gradiente elettrico, affluirà all’elettrodo (la membrana) aumentando così la raccolta di carica misurata.

Come evidenziato in Fig. 7 se l’intensità del campo pulsato è troppo debole gli ioni non avranno la forza di fuggire dallo spazio protetto dal dominio di coerenza, se è troppo elevata essi avranno una linea di fuga tale da sfuggire alle linee di forza del campo elettrico esercitato dall’elettrodo e si disperderanno nel labirinto della parte non coerente dell’acqua. Nel caso in cui la forza esercitata sia nella ristretta finestra di intensità corretta, gli ioni affluiranno all'elettrodo su cui fornendo ad esso delle cariche aggiuntive a quelle che producono il campo stazionario. È' palese che quest’ultimo fenomeno è possibile solo per i domini di coerenza dell’acqua che “bagnino” l’elettrodo poiché tutti gli altri ioni così liberatisi affluiranno nella parte ”gassosa” non coerente contribuendo solamente a temporanee variazioni del pH e della conduttività.

Qualora permanga costante la forza elettromotrice responsabile della differenza di potenziale esistente tra gli elettrodi, poiché la forza di attrazione dell’elettrodo è superiore alle forze diffusive che muovono gli ioni dalla parte non coerente dell’acqua verso il dominio di coerenza, una volta che la superficie del dominio di coerenza sia stata svuotata della specie ionica risonante, gli ioni così perduti non potranno essere rimpiazzati.

Ritornando alle cellule, tenendo presente che nel corpo della specie umana esse sono miliardi, il risultato al netto sarà macroscopico e misurabile anche da strumenti non raffinati.

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L’impedenzimetria

Rappresentiamo ora il corpo umano, dal punto di vista elettrochimico come un contenitore composto di una massa d’acqua in cui sono disciolti degli ioni (non solamente atomi privi di uno o più elettroni Ca++, Na+, K+, Cl- etc.), ma anche strutture organiche di piccole dimensioni, enzimi, ormoni, proteine polari, aminoacidi in soluzione etc.) i quali sono quasi sempre degli elettroliti deboli.

Nello stesso contenitore sono presenti le cellule che, per effetto delle pompe ioniche stabiliscono una diversa concentrazione di carica tra la doppia membrana lipidica che separa l’ambiente intra da quello extra cellulare.

Con meccanismi non ancora del tutto spiegati dalla biologia, nel caso di passaggio transmembrana di elettroliti deboli la cellula fa transitare dal suo interno al suo esterno e viceversa, un certo numero di elementi carichi elettricamente, tutto ciò serve ad essa non solamente per il proprio metabolismo, ma anche per mantenere una ben determinata polarità di membrana e per scambiare informazioni con tutto l’ambiente circostante (l’intera gamma delle funzioni è denominata omeostasi).

Il continuo scambio attraverso membrana di elettroliti deboli presenti in concentrazione diversa nei liquidi intra ed extra cellulari, produce dei fenomeni omeostatici molto complessi. Tali fenomeni sono tutti caratterizzati dal fatto che in corrispondenza ai transiti transmembrana il potenziale elettrico cellulare si modifica in continuazione, essendo sia la membrana sia gli elettroliti deboli carichi elettricamente.

Per tale ragione la cellula, che altrimenti si squilibrerebbe, tende a riassumere sempre il proprio caratteristico equilibrio bioelettrico modificando il regime di funzionamento delle pompe proteiche addette al transito transmembrana degli elettroliti forti (pompe sodio potassio, cloro, etc).

La scienza che correla il comportamento elettrico di un organismo vivente attraversato da una corrente alternata di bassa intensità ad alcuni dei suoi parametri fisiologici si chiama impedenzimetria.

Tale scienza sviluppatasi con grandi successi medico-diagnostici a partire dagli anni settanta, presuppone la collaborazione tra scienziati di cultura fisica e medica di seguito si espongono succintamente i fondamenti:

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Una corrente elettrica attraversando il corpo umano passa attraverso i liquidi e le cellule che lo compongono secondo percorsi diversi. In termini di modello ciò significa che il corpo è un circuito elettrico in parallelo, in esso le cariche che si muovono sono costituite dagli ioni liberi presenti.

La conduttività di un organismo vivente, cioè la resistenza maggiore o minore che esso oppone ad una corrente elettrica che lo attraversa è dovuta:

- alle diverse concentrazioni degli ioni e dei radicali liberi (cioè dei componenti elettricamente non neutri presenti in soluzione nei liquidi organici);

- alla dissociazioni ionica operata dal solvente stesso sulle specie molecolari, (nel caso l’acqua con la sua concentrazione variabile di pH);

- alla loro mobilità;

- alla temperatura.

Se una corrente continua, la cui intensità è cioè costante nel tempo, attraversa il volume di un conduttore di lunghezza (L), di sezione (A) e di resistività ( ), la sua resistenza (R) si ricava dall’equazione 1) R = L/A.

Se la corrente che attraversa il volume è alternata, cioè varia periodicamente di intensità nel tempo, allora al termine R si sostituisce Z ed è denominata impedenza.

L’impedenza è la grandezza fisica che quantifica la variazione del valore di picco di una corrente sinusoidale, dopo aver attraversato un conduttore. I valori Z come R sono espressi in ohm.

L’organismo umano è dal punto di vista geometrico un volume di forma molto complessa, di conseguenza, allo scopo di realizzare misure semplici ed agevoli per approssimarne la conduttività, è stato indispensabile sviluppare nel tempo una modellistica che colleghi altezza e peso alla sezione media del corpo umano.

L’equazione (1) descrive il comportamento di un conduttore composto unicamente di elementi resistivi, mentre nel corpo umano sono presenti anche gli elementi capacitivi (condensatori).

Un condensatore è costituito da due elementi conduttivi separati da un’armatura

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continua, purché essa non superi una certa soglia di intensità (rottura del dielettrico). Esso è in grado di accumulare cariche elettriche e mantenere una differenza di potenziale elettrostatico tra le due armature.

Il corpo umano è costituito da circa dieci miliardi di cellule che si comportano come dei condensatori la cui parte conduttiva è costituita dai liquidi intra ed extra cellulari, mentre il dielettrico è rappresentato dal doppio strato lipidico della membrana che li separa.

Le cellule stabiliscono tra la loro membrana interna e quella esterna, una differenza di potenziale elettrico medio variabile a seconda del soggetto in buon stato di equilibrio bioelettrico, di circa 70- 90 millivolt (mV).

Con linguaggio appropriato si può quindi affermare che il corpo umano è un circuito R. C., (Resistenza, Capacità) in cui come affermato all’inizio del capitolo, gli elementi conduttivi costituiti dalle acque intra ed extra cellulari e quelli capacitivi, dalle membrane cellulari, sono tra di loro in parallelo.

Se un circuito R. C. è attraversato da una corrente alternata, la resistenza varia l’intensità del segnale mentre la capacità ne cambia la fase.

Il corpo umano con i suoi miliardi di cellule è un conduttore caratterizzato da un grandissimo numero di capacitori che si comporta come un circuito in cui è presente un condensatore unico del quale è possibile misurare la capacità totale, il cui valore uguaglia il contributo della molteplicità dei condensatori.

Anche la resistenza è unica e può essere determinata dalla somma dei valori dei molteplici resistori presenti.

In un organismo vivente è possibile misurare la diminuzione in intensità (resistenza) e la variazione in fase (reattanza) di una debolissima corrente alternata che lo attraversi (Fig.8) tramite uno strumento chiamato

“Impedenzimetro”.

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Fig. 8

L’ analisi e l’elaborazione dei dati ottenuti permette di ricavare, attraverso calcoli matematici, informazioni sulla quantità degli idrolisi dispersi in esso e sull’attività del meccanismo responsabile dello squilibrio esistente tra le cariche ioniche affacciate alle membrane cellulari, cioè la pompa sodio/potassio. Ulteriori dati generali ottenibili con tale tecnica riguardano la composizione corporea: la quantità totale di liquidi, la loro distribuzione all’interno o all’esterno delle cellule, la massa totale di esse, il consumo calorico richiesto per mantenere l’attività minima dell’organismo e, grazie alla debole conduttività che lo caratterizza, la quantità totale di grasso posseduta dal corpo. Infine si possono ricavare informazioni sulla ripartizione tra spazi occupati dalle cellule e quelli occupati dai liquidi loro circostanti, il cui rapporto può essere, se falsato, indice di processi catabolici od edematici ( Fig.9).

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Fig. 9

Descriviamo sommariamente un’apparecchiatura biomedicale, il “SEQEX” che, sulla base delle considerazioni teoriche e sperimentali sin qui svolte, produce una terapia di Ionorisonanza Endogena da Frequenza Ciclotronica (IEFC). Un paziente giace su una stuoia, nella quale sono immerse delle bobine di Helmoltz in grado di produrre campi magnetici E.L.F. (Extreme Low Freqency) variabili, attraverso comandi prodotti da un computer dedicato. I campi sono modulabili per frequenza, ed intensità; le frequenze spaziano nel range dei valori dei periodi delle precessioni ciclotroniche dei vari ioni presenti nell’organismo(0-100 kHz). Le intensità sono confrontabili con valori di frazioni del campo magnetico terrestre.

Sul corpo del paziente agisce inoltre un campo magnetico statico avente direzione piedi - spalle, contemporaneamente un impedenzimetro di precisione collegato mediante quattro elettrodi al corpo del paziente (Fig. 10) ne misura due volte al secondo i valori bioelettrici.

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Fig. 10

Se una delle frequenze E.L.F. applicate coincide con la frequenza Ciclotronica di uno o più componenti elettricamente non neutri presenti nell’organismo del paziente, si produrranno variazioni delle mobilità e delle concentrazioni ioniche extra ed intra cellulari della specie eccitata, producendo in tal modo modificazioni nella resistenza dei liquidi organici e nella capacità delle cellule del paziente.

Attraverso la misurazione e la rappresentazione grafica di tali variazioni (dipendenti dalla frequenza in uso tra le molte producibili con l’apparato), si potrà capire se abbiamo indotto nell’organismo una qualche risonanza ionica di frequenza di ciclotrone ( Fig. 11).

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Fig. 11

Lo strumento in questione ha la possibilità di fornire 30 impulsi elettromagnetici di forma diversa e, solo apparentemente, strana (Fig. 12).

Fig. 12

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La teoria dei fenomeni ondulatori prevede che quando un’onda diverge dalla sinusoide per modalità di forma di salita, ciò avviene attraverso la produzione di una molteplicità di altre sinusoidi dette armoniche. Le armoniche sono caratterizzate dall’avere intensità minori e frequenze diverse da quelle con cui si ripete nel tempo la salita totale del fronte d’onda la cui frequenza è denominata in matematica “fondamentale”. Nei fenomeni acustici ad esempio, la frequenza di

“do” prodotta da un violino si differenzia dalla stessa frequenza prodotta da un pianoforte per il numero delle “sotto frequenze” contemporaneamente prodotte, chiamate in acustica i “colori del suono”.

L’analisi matematica di un’onda di forma complessa ci può fornire la frequenza e l’intensità di tali armoniche.

Nella prassi terapeutica un paziente disteso sulla stuoia è irradiato da campi magnetici pulsati di forma complessa prodotti dal SEQEX. Se la frequenza di una delle armoniche prodotte è la stessa con cui uno ione od una proteina carica precede ai confini dei domini di coerenza dell’acqua intorno al campo magnetico terrestre e se la sua intensità è compresa nel ristretto range descritto dalle quazioni di QED prima accennate si innescano una serie di effetti, fondamentalmente ciò produce che:

-per il meccanismo di risonanza ICP lo ione fugge dalla propria orbita circolare;

-per fenomeni fisiologici si crea un’accelerazione delle specifiche sequenze omeostatiche ad esso connesse;

si modificano i parametri bioelettrici del paziente.

Le variabili connesse alle variazioni impedenzimetriche rilevate attraverso gli elettrodi posti sul corpo del paziente, numero e specie polare degli ioni che hanno attraversato la barriera di membrana e conseguenti variazioni del suo potenziale, sono presentate al medico in forma grafica sullo schermo di un PC.

Le forme d’onda sono state costruite con equazioni matematiche in modo tale da produrre un numero elevatissimo di armoniche, in termini figurati, sono una rosa

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di pallini sparati da un fucile con cui si investe la moltitudine dei componenti polari disciolte nei solventi fisiologici.

L’acqua dei domini di coerenza adiacente a singoli segmenti del doppio strato lipidico della membrana cellulare, presenta stati più o meno eccitati degli elettroni i quali, in tali domini e similmente a quanto avviene per i metalli, ruotano come gli ioni in orbite periferiche al dominio stesso.

La maggiore o minore velocità di rotazioni e quindi il loro diverso stato di eccitazione, produce, come noto alle leggi conosciute dalla fisica classica, un campo magnetico statico B1 di intensità variabile, che si sovrappone al campo magnetico terrestre, per cui nell’applicare la formula di frequenza di ciclotrone per uno ione adiacente ad un determinato setto di membrana cellulare dovremo usare la formula 3):

3) FC = (1/2 ) * Q/m * BV (BV =B0 + B1)

Il valore BV varia seguendo i cicli bioritmici dell’organismo, oppure può assumere valori scorretti a causa di una patologia, perciò non sapendo mai con esattezza il suo valore esatto e per ottenere la risonanza ciclotronica di una determinata specie polare bisognerà comportarsi come quel cacciatore che volendo colpire uno stormo di uccelli in volo, sa che dovrà calcolare per esperienza la velocità ed il percorso dello stormo, per cui sparerà nel tempo rose di pallini nei punti successivi in cui pensa si troverà lo stormo stesso.

Al fine di ottenere maggiori successi nella prassi terapeutica con la Ionorisonanza Ciclotronica Endogena, similmente all’esempio di prima vi sono delle variabili da tenere in considerazione:

- la grandissima quantità di specie polari attive nel nostro organismo;

- la variazione nel tempo del numero di esse;

- la variazione nel tempo loro indice di attività;

- le modificazioni dei valori di risonanza ciclotronica dovute ai cicli “bioritmici”

dell’organismo.

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Per poter “centrare” meglio il suo “bersaglio ionico” il terapista sarà aiutato dalla possibilità dell’apparecchiatura di fornire informazioni sul numero di ioni, sulla loro carica e sulla loro provenienza intra od extra cellulare, le osservazioni cliniche già codificate che associano le molte combinazioni così prodotte con variazioni fisiologiche e cliniche del paziente forniranno ulteriori elementi di scelta (Fig. 13).

Fig.13

Come già dimostrato, l’effetto delle onde elettromagnetiche nel corpo del paziente si può rilevare mediante le variazioni dei suoi valori impedenzimetrici.

Vi sono tuttavia modificazioni fisiologiche che possono essere rilevate con l’ausilio di altri strumenti di indagine atti a misurare ad esempio: la variazione del ritmo cardiaco, quella della temperatura locale di alcune parti del corpo o della pressione arteriosa ecc.

La domanda che insorge a questo punto della trattazione è ovvia: i possibili parametri in movimento nel corpo del paziente sono tanti e tali che, non potendo

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Nel SEQEX l’intensità dei campi magnetici generati è sufficientemente bassa da non portare mai gli elettroni dei domini di coerenza dell’acqua allo stato eccitato, di portare cioè l’organismo a risposte patologiche. Inoltre una cellula sana è in grado di regolare il proprio valore di BV in maniera tale che le frequenze di ciclotrone degli ioni indesiderati in una certa fase del suo ciclo bioritmico, non coincidano con l’intervallo di frequenze e di intensità dei campi E.L.F. prodotti dal SEQEX che irradiano il paziente.

La teoria fondamentale sui campi magnetici ( CM ) in medicina

Il prof. Emilio Del Giudice, fisico e membro della scuola di Fisica Teorica dell’Università di Milano con il fratello Nicola, medico omeopatico, in un bellissimo libro dal titolo “Omeopatia e Bioenergetica: le medicine alternative dalla stregoneria alla scienza”, hanno esposto i loro studi che estendono alla materia vivente la grande scoperta nel campo della fisica sub-nucleare effettuata dal compianto Prof. Giuliano Preparata di cui era stretto collaboratore.

Mediante l’uso del SEQEX l’apparecchiatura già nominata, sono stati prodotti importanti riscontri sperimentali alla teoria.

Gli autori descrivono il corpo umano come una grande rete di calcolatori elettronici ognuno dei quali costituito da componenti organiche organizzate secondo “Domini Coerenti”: piccoli laser capaci di trasmettere informazione elettromagnetica.

L’acqua, che nel corpo dei viventi tutto connette, ha la proprietà di lasciarsi informare nella sua parte organizzata e conseguentemente è in grado di produrre fenomeni di ICP delle singole specie polari, modulando di conseguenza le proprie caratteristiche ricetrassmissive, veri e propri messaggi che informano, in maniera diversificata a seconda del ricettore, l’intero essere vivente.

L’organismo è percorso da una moltitudine di segnali codificati, emessi in primario ordine gerarchico dal sistema nervoso centrale e periferico,

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decodificando il contenuto dei quali alcuni suoi sotto insiemi deputati a funzioni gerarchicamente inferiori, operano delle decisioni decentrate ma coordinate.

Il meccanismo di modulazione di emissione e di ricezione dei codici in un tale sistema avviene per fenomeni di interferenza d’onda tra segnali.

Questi fenomeni si producono in cascata gerarchica, per cui alla fine dell’intero processo e dopo un periodo discreto di tempo, il tutto si traduce in una ricodifica generale dei segnali emessi dai molteplici operatori. Dunque attraverso un meccanismi di “feedback”, si attivano i sottoelementi del sistema corporeo necessari a porre in atto le reazioni elettrobiochimiche loro deputate.

Ecco, in definitiva, un'originale reinterpretazione del meccanismo dell’omeostasi, che affida ai campi elettromagnetici pulsati, il ruolo di fornire il sincronismo alla molteplicità dei processi fisiologici.

Se in una rete di processori si introducono dall’esterno dei segnali, questi possono essere in molti casi avvertiti come dei disturbi; ciò avviene se essi non sono codificati e in tal caso costituiscono quello che nella teoria della misura si chiama

“rumore di fondo”.

Il “rumore di fondo” pone il problema del confronto della sua intensità con quella del segnale, se il rapporto tra le due grandezze è alto, allora è ostacolata una buona lettura dei dati utili, e si può quindi produrre una distorsione nell’interpretazione di segnali “formati”, quelli cioè in possesso di un significato valido per gli operatori semantici dedicati a decodificare il linguaggio così prodotto.

Tra i vari tipi di effetti dei campi magnetici sulla materia vivente è importante considerare quelli di risonanza che più di tutti gli altri si adattano per spiegare la similarità tra magnetoterapia e medicina biologica (omeopatia, agopuntura, EAV o Elettro-Ago-Puntura, ecc.).

Questi effetti che oggi attirano grande interesse scientifico, prendono origine da due ordini di conoscenze, relative da un lato alla materia vivente come sorgente di radiazione elettromagnetica, dall'altro alla teoria dell’informazione e alle sue basi fisiche riconducibili alla modulazione di un'onda elettromagnetica.

L'argomento è troppo impegnativo per svilupparlo adeguatamente in questa sede pur tuttavia è necessario accennarvi perché questo modo interazione tra campi

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magnetici e materia vivente assume importanza primaria sul piano clinico, per i suoi risvolti patogenetici, terapeutici e di prevenzione.

Secondo i più recenti studi sull’argomento, delle quattro interazioni fondamentali oggi riconosciute: (forte, elettromagnetica, debole, gravitazionale), solo quella elettromagnetica, dovuta a carica elettrica e momenti magnetici, sarebbe da prendersi in considerazione nei meccanismi di comunicazione intracellulare di un sistema vivente.

In tali studi è operata una distinzione tra fotoni virtuali (non rilevabili con detettori e agenti a breve raggio fra singole cariche, come ad esempio le forze coulombiane) e fotoni reali o liberi, rilevabili a mezzo di fotomoltiplicatori.

Mentre i primi regolerebbero la reattività biochimica di un substrato, i fotoni sarebbero i vettori dell'informazione intra e intercellulare.

I sistemi biologici, veri e propri generatori di oscillazioni EM emettono in un ampio spettro, da pochi Hz sino a alla banda dell’ultravioletto; emissione che ha consentito da parte della moderna elettronica biomedica lo sviluppo di tecniche diagnostiche non invasive: termografia all'infrarosso, radiometria e termografia a microonde, rilevazione biomagnetica SQUID di segnali E.L.F. cerebrali e cardiaci.

Effetti di risonanza possono quindi manifestarsi nei sistemi biologici, in tutta l'ampiezza spettrale, ogniqualvolta vi sia coerenza tra gli impulsi incidenti e la situazione infomazionale del sistema stesso.

Per comprendere la possibilità di tale coerenza, o risonanza occorre ricordare che le onde EM usate in terapia sono prodotte nelle frequenze non ionizzanti e non ipertermizzanti e sono onde modulate.

Ciò significa che l'onda sinusoidale originale è trasformata in onda periodica a modulazione di ampiezza e di frequenza e che, come tale agisce da onda vettrice di molteplici segnali opportunamente codificati, partecipando in pieno alle caratteristiche che sono alla base della teoria dell’informazione (vedi la spiegazione del perché le onde emesse dal “SEQEX” sono di forma così complessa)

Certamente questo è solo un aspetto della tematica degli "effetti coerenti", tuttavia e’ fondamentale per capire, che gli stessi effetti hanno una base reale di esistenza

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ed anche per renderci conto delle numerose contraddizioni sperimentali riscontrabili in magnetobiologia.

Sull’altro versante del problema sta il substrato biologico, che riceve l’informazione sotto forma di segnale modulato e che potrà rispondere più o meno intensamente a seconda di molteplici condizioni.

Non tutto, infatti, si esaurisce nella trasmissione di un segnale a un organismo vivente, in quanto il significato stesso di un messaggio elettromagnetico potrà essere diverso a seconda del soggetto che lo riceve.

Considerazione del resto valida anche per gli altri tipi di messaggi interagenti con un organismo vivente, dal messaggio chimico di un farmaco sino al messaggio di cronaca relativo a un evento catastrofico, indifferente per molte persone ma drammatico o anche esiziale per un determinato soggetto.

Questi due poli del problema, oscillazione EM della materia vivente in un ampio spazio di frequenze, e trasmissione di segnali in codice da parte di onde elettromagnetiche modulate, sono sicuramente importanti, non solo per le interazioni fra campi E.L.F. e sistema nervoso centrale, ma più in generale fra tali sorgenti e attività fisico chimica di cellule, tessuti e organi.

Membrana cellulare e campi magnetici

Prima di valutare gli effetti clinico-terapeutici dei CM è fondamentale approfondire l'interazione tra C. M . e membrane cellulari.

Si farà riferimento in particolare a processi di membrane cellulari influenzate da campi magnetici pulsanti a bassa frequenza (sino a 100 kHz) e di bassa intensità (sino a 1 gauss) parametri che permettono di attribuire a tali campi la sigla E.L.F.

(Extreme Low Frequency).

La preferenza per la Trattazione delle membrane cellulari quale sede di azione dei campi magnetici è data da due ordini di osservazioni:

1. i campi magnetici sono capaci di modificare la distribuzione degli ioni ai due

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2. i processi flogistici (infiammatori) nei quali è caratteristica l'alterazione della distribuzione degli ioni ai due lati della membrana sono processi che più favorevolmente risentono dell'azione terapeutica dei campi magnetici.

Le cellule dei tessuti possiedono quindi corredi strutturali (membrane, mitocondri, lisosomi) che sono "in comune" a tutti i tessuti, esse possiedono anche una parte differenziata, nel senso che un certo patrimonio (tipo di fibre, ioni, enzimi specifici, messaggeri chimici) è presente nelle cellule di alcuni tessuti, ma non in quelle di altri.

Ciononostante, l'efficacia dei campi magnetici è stata documentata su cellule appartenenti a tessuti tra loro molto diversi pertanto è ragionevole ritenere che il luogo d'azione dell'energia magnetica possa essere ricercato negli elementi "in comune” delle cellule tessutali.

Di tali elementi in comune, la membrana cellulare, appare una struttura che per le sue funzioni di trasporto bene si presta, come vedremo, a costituire almeno uno dei bersagli dei campi magnetici pulsati.

Numerosi sono i processi di membrana influenzabili da C. M .

Il delicato e complesso meccanismo che provvede alla distribuzione degli ioni sui due lati delle membrane cellulari è senz'altro uno dei più importanti.

Ioni di Cl , K , Na e anioni proteici danno vita grazie alla loro distribuzione intra ed extra cellulare ad un potenziale di membrana pari a 70-90 mV. il cui valore deve essere mantenuto costante per il corretto funzionamento del metabolismo cellulare.

I flussi ionici sono dovuti in parte a diffusione passiva per effetto dei diversi gradienti osmotici, in parte a trasporto attivo per azione di pompe ioniche (vedi Na/K).

Un altro processo di membrana che riveste notevole importanza fisiologica è quello che si svolge tra recettori di membrana e sostanze come gli ormoni, i neurotrasmettitori e altre sostanze attive, che hanno il compito di stimolare ovvero di inibire determinate funzioni cellulari.

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Il recettore ha il compito di accogliere il proprio ormone formando un complesso, il complesso ormone-recettore, i cui partecipanti devono presentare un altissimo grado di complementarietà reciproca. Ovvero, meno frequentemente esso può accogliere ogni altra molecola che abbia dimensioni e struttura complementari a quelle del recettore, come si verifica per il recettore dell'insulina al quale può legarsi anche la molecola del talco: è il principio della chiave e della serratura adottato già nel campo dell' enzimologia.

Fatta questa promessa sulla fisiologia della membrana cellulare, è opportuno valutare il modello di meccanismo fisiopatologico che interviene allorquando una membrana biologica è colpita da uno stimolo flogogeno, in questo modo risulterà più facile ipotizzare attraverso quale meccanismo la magnetoterapia agisca nelle varie situazioni cliniche.

La reazione di una membrana cellulare di fronte ad uno stimolo infiammatorio è caratterizzata da un notevolissimo incremento del consumo di ossigeno rispetto a quello che può osservarsi in condizioni fisiologiche.

Tale incremento del consumo di ossigeno è di breve durata, avviene cioè sino a quando fanno comparsa, nella sede del processo infiammatorio, i leucociti polimorfonucleati.

In seguito il consumo di ossigeno diminuisce notevolmente, in quanto in questa successiva fase i monociti, le cellule epiteliali e i fibroblasti in attiva proliferazione utilizzano la via metabolica della glicolisi dalla quale ha origine una considerevole quantità di acido lattico.

Inoltre l'acido iarulonico e l'acido condroitinsolforico, componenti importanti della sostanza fondamentale del connettivo, aumentano in misura notevole.

L'accresciuta presenza in sede infiammata degli acidi lattico, iarulonico e condroitinsolforico determina in ultima analisi un'accentuata idrogeno iperionia (acidosi locale).

Durante il processo flogistico il primo squilibrio ionico ai lati della membrana cellulare è dunque promosso dagli ioni idrogeno, molto verosimilmente ne consegue un'alterazione della pressione osmotica locale e della permeabilità della membrana, una fuoriuscita di potassioioni dalle cellule verso l'interstizio ed un accumulo di sodioioni nell'interstizio medesimo.

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L'accumulo nell'interstizio di diversi ioni, in eccesso rispetto alla norma, esercita un richiamo osmotico di acqua e da qui la formazione di edema.

Questo naturalmente è l'aspetto più generale che sia possibile descrivere per il processo infiammatorio, infatti, in base alla natura del tessuto colpito, alla natura e alla durata dell'agente flogogeno, si potrà parlare di infiammazione eritematosa, di infiammazione sierosa, purulenta, fibrinosa ecc.

Dopo queste considerazioni di Ordine fisiopatologico, è possibile affermare che i dati sperimentali finora raccolti riguardo le interazioni tra campi magnetici E.L.F.

e membrane biologiche fanno ritenere che:

1. i campi magnetici pulsati influenzano molti sistemi enzimatici intra cellulari e di membrana e i processi di rigenerazione epatica;

2. i campi magnetici pulsanti influenzano i rapporti fra antigeni e anticorpi;

3. I campi magnetici modificano la permeabilità della membrana cellulare e quindi l'equilibrio ionico ai due lati della membrana medesima. Infatti, in molte condizioni morbose il potenziale di membrana è alterato rispetto alle condizioni fisiologiche: questa osservazione potrebbe indicare un'alterazione della struttura o ell’organizzazione lipoproteica della membrana cellulare in modo tale che la distribuzione ionica ai due lati della stessa è quanto meno differente rispetto alle condizioni fisiologiche. Nelle condizioni più semplici, le membrane potrebbero presentare un'accentuazione della loro normale polarizzazione per la presenza di un numero maggiore di cariche negative all'interno o positive all'esterno; questo equivale a dire che saranno più difficilmente eccitabili, come vorrebbe il concetto fisiologico di iperpolarizzazione delle membrane.

4. In taluni casi, i campi magnetici pulsati provocano effetti del tutto simili a quelli ottenuti mediante variazione attraverso via esogena della concentrazione extracellulare di ioni calcio, sodio e potassio su alcuni processi intranucleari, come ad esempio nella differenziazione di globuli rossi nucleati di rana.

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5. I campi magnetici pulsati influenzano il flusso netto di ioni attraverso la membrana; per ciascuna velocità di detto flusso ionico sembra essere specifica o quasi una determinata frequenza.

6. I campi magnetici pulsati influenzano l'attività del tessuto intestinale liscio nell'uomo e nella cavia. L'osservazione clinica che l'applicazione terapeutica dei campi magnetici pulsati in territorio addominale rimuove del tutto il dolore riferito nell’ipocondrio sinistro e lo stato di spasmo colico nella sindrome del colon irritabile è accompagnata dalla verifica sperimentale nella cavia. In questa, l'intestino crasso, studiato come organo isolato, presenta un'attività motoria che sotto d'azione dei campi magnetici pulsati si regolarizza, presentando onde di contrazione sincronizzate di bassa ampiezza e di frequenza leggermente accresciuta. Tali effetti sono analoghi a quelli che nel medesimo preparato si ottengono riducendo la concentrazione degli ioni calcio nel liquido nutritizio del preparato. Le modificazioni dell'attività motoria si prolungano per 3-4 ore per effetto di un'applicazione di campo magnetico di 30-40 minuti. Questi risultati lasciano intravedere un meccanismo di membrana.

Risultati clinici

Grazie alla collaborazione del Dott. Nicola Bianchi, dell’azienda ospedaliera di Brescia si sono potuti raccogliere i primi risultati clinici di seguito esposti.

Riferire in questo ambito su tutti i risultati clinici ottenuti con le terapie di Ionorisonanza Ciclotronica Endogena utilizzando i metodi più diversi e con informazioni su materiali e metodi spesso lacunosi, è impresa disperata e poco utile. E' piuttosto importante in questa sede indicare le applicazioni, cliniche sulle quali esiste una documentazione attendibile.

Sulla base degli effetti biologici dei C. M . ampiamente verificati da diversi sperimentatori ed ormai ben validati, l'azione terapeutica dei campi E.L.F. può Essere grossolanamente sintetizzata nelle sue due componenti principali:

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1) antiflogistica, antiedemigena;

2) stimolante la riparazione tessutale.

Questi termini si possono utilizzare oggi sulla base di ben precise documentazioni sperimentali, le quali depurano la magnetoterapia di un certo alone magico che ha accompagnato talvolta gli inizi della sua pratica clinica. Su questa base risulta evidente l'ampiezza delle indicazioni dei C. M . su:

a. Effetti sull'apparato vascolare

Nei riguardi del sangue i C. M . inducono una forza che si esercita perpendicolarmente alla direzione del campo magnetico stesso: pertanto i processi di diffusione degli ioni immersi in tale mezzo liquido sono modulati da questa forza.

I C. M . attraversando il corpo, incrociano nervi e vasi in direzioni diverse secondo il loro tragitto. Nei punti o nelle regioni in cui la direzione dei campi magnetici è ad essi parallela, le cariche elettriche proprie delle microstrutture restano immodificate, mentre in assenza di parallelismo fra onde e strutture si determinano variazioni ( i campi magnetici prodotti da eventuali cariche in movimento non lineare in tali strutture sono quindi paralleli ai campi E.L.F.

quando essi sono perpendicolari ad esse).

Nel caso di un flusso pulsante, quale la colonna sanguigna in movimento endovasale, e di C. M . pulsanti, si determina un'onda di compressione, quest' ultima influenza soprattutto le doppie strutture, il potenziale circolatorio, la viscosità l'aggregazione, le forze di taglio.

Un altro importante elemento è costituito da fatto che i C. M . pulsati inducono oscillazioni nelle diverse strutture, di cui l'ampiezza e la frequenza sono funzione della capacità di risonanza delle strutture stesse.

sono in corso approfonditi studi per verificare l'ipotesi di modificazioni spaziali delle ultrastrutture delle pareti capillari sotto l'influsso dei C. M . In queste

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condizioni sono esaltati i processi ossidativi; il relativo maggior fabbisogno di ossigeno si copre mediante un'aumentata irrorazione e una neoformazione vasale.

Un altro elemento di grande interesse è costituito da esprimenti condotti sulla circolazione dell'acqua in campo magnetico, quando la direzione del flusso è perpendicolare alla direzione del C.M ., in questo caso le sue caratteristiche fisiche mutano.

Queste modificazioni sono in relazione con l'intensità del C. M. e si protraggono da 24 fino a 30 ore, con una contemporanea modificazione delle reazioni fisico- chimiche.

Si determina in tal modo un cambiamento del valore del pH, della velocità di cristallizzazione, della velocità di sedimentazione e coagulazione dei corpi in sospensione, della concentrazione dei gas in soluzione (soprattutto ossigeno), ecc.

Gli elementi sopra richiamati spiegano in parte la favorevole azione dei C. M . sui vasi sanguigni e il loro contenuto. Uno studio molto approfondito e condotto nel corso di diversi anni da molti ricercatori ci consegna la prova irrefutabile dell'influenza dei C. M . sulla circolazione sanguigna.

Il metodo della teletermografia consente di dimostrare come un C. M . pulsante di debolissima intensità e ridotta frequenza (10-50 Hz) può produrre energia e irradiazione infrarossa nelle estremità.

Di particolare importanza per quanto concerne il meccanismo d'azione, appare il risultato delle Ricerche su di un C. M . centrato sulla nuca, il quale può provocare immediatamente un aumento di irradiazione a livello delle mani.

Malgrado il fatto che dal punto di vista strettamente scientifico, questi risultati non siano sempre riproducibili, ciò nondimeno non bisogna disconoscerne il valore.

Le caratteristiche individuali giocano pur sempre un ruolo predominante: infatti, il rapporto fra l'organismo e i campi magnetici non è comparabile a quello fra l'organis mo e tutte le altre tecniche elettro-fisioterapiche, probabilmente per una particolare importanza assunta, in questa banda di frequenze, dai fenomeni di risonanza.

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b. Effetti sull'apparato osteo-muscolare.

L’ipotesi di stimolare l'osteogenesi mediante l’esposizione della frattura ad un campo elettromagnetico nacque sulla base dell'attività piezoelettrica delle ossa, cioè sull'osservazione che una deformazione, meccanica è in grado di indurre nell'osso differenze di potenziale.

Oggi è noto che la notevole attività elettrica spontanea misurata su animali in corrispondenza della frattura, non è imputabile a cause piezoelettriche. Queste sebbene presenti, sono trascurabili rispetto all’attività elettrica di natura elettrochimica presente nel focolaio di frattura.

Sembra piuttosto ragionevole ipotizzare un'azione della perturbazione, a livello cellulare, attraverso l'alterazione di flussi e concentrazioni ioniche. Secondo questo punto di vista, varie classi di cellule contribuiscono al processo di osteogenesi e, in linea di principio, ciascuna può costituire il bersaglio principale del segnale elettromagnetico. D'altra parte è importante osservare che vi sono numerose evidenze in letteratura circa l’effetto di perturbazioni elettromagnetiche di debole intensità e bassa frequenza, su differenti tessuti, cellule e loro strutture.

La varietà sia nel tipo di cellule, considerate che nel tipo di segnale adottato, suggerisce una prima conclusione: la possibilità di perturbare per via elettromagnetica talune funzioni cellulari è un fenomeno del tutto generale.

Durante l’osteogenesi l'enorme complessità dei fenomeni in gioco è pur sempre riconducibile alle due classi fondamentali di eventi biologici, differenziazione e proliferazione, che riguardano in pratica la totalità dei sistemi biologici.

Alla luce di quanto finora affermato sugli effetti dei C. M . si può ipotizzare che l’effetto del segnale sia quello di riattivare cellule quiescenti. In questo caso i possibili candidati sono le cellule mesenchimali del periostio, i monociti e i fibroblasti, la cui riattivazione innescherebbe nel focolaio di frattura la ripresa dell'attività osteoblastica e osteoclastica.

Mentre è tuttora oscuro quale sia la cellula (o le cellule ) bersaglio, è in un certo senso meglio definita la “ struttura bersaglio".

Infatti, la totalità dei modelli sperimentali portano alla conclusione che l’effetto del campo debba necessariamente esercitarsi a livello della membrana cellulare, dove riorganizzazioni anche modeste di glicoproteine e glicopeptidi (recettori) e

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variazioni di flussi ionici (ad esempio calcio), sono in grado di innescare profonde modificazioni dello stato cellulare e di riattivare cellule quiescenti.

c. Effetti sul tessuto connettivo e microvascolarizzazione

Gli sperimentatori hanno ripetutamente segnalato i favorevoli effetti del trattamento con C.M . nel processo di guarigione delle ferite sperimentali e di ulcere o piaghe torbide. Ciò implica un intervento sulla genesi del tessuto di granulazione, e quindi sulla neofibrillogenesi e sulla angiopoiesi.

Esaminando il comportamento dei fibroblasti nel sottocute di ratti è stato possibile evidenziare un incremento statisticamente significativo nel loro numero con l'applicazione di C. M .

I reperti in vitro sono in linea di massima concordi nel segnalare un incremento della collagenopoiesi, che peraltro va correlata ad un aumento del numero dei fibroblasti presenti in coltura con incremento della loro attività mitotica, o invece ad un aumento della collagenopoiesi intrafibroblastica, oppure infine ad un intervento sulla differenziazione in senso fibroblastico degli stipiti mesenchimali pluripotenti.

Quest'ultima ipotesi sembra la più attendibile, alla luce delle risultanze positive del trattamento con C. M . dei processi riparativi tessutali e delle interferenze positive esplicate dall'acido iarulonico esogeno sulla neofibrillopoiesi e sulla neoformazione vascolare.

Il modello clinico sperimentale più adatto ad una valutazione morfoistochimica delle eventuali interferenze esplicate dai C. M . sulla neogenesi fibroangioblastica è sembrata la sclerodermia in uno stato evolutivo dove la compromissione delle correlazioni micrcovasculotessutali fosse semeiologicamente obiettivabile.

La cellula mesenchimale primitiva pluiripotente può notoriamente differenziarsi in angioblasti e periciti che danno luogo nell'ulteriore processo di differenziazione specifica a tutti i costituenti della parete: endotelio, miociti, connettivo dell'intima e dell'avventizia.

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Tale processo è potentemente stimolato dal principale costituente mucopolisaccaridico della sostanza fondamentale del connettivo giovane, l'acido iarulonico.

Molti sono i punti di contatto tra l'attività farmacologica esplicata dall'acido iarulonico esogeno e quella dei C. M ., nelle stesse condizioni sperimentali.

Una conferma è emersa dalle risultanze emerse sull'angiopoiesi nella sclerodermia: nei casi trattati per via topica con precursori della sintesi dell'acido iarulonico e poi sottoposti a trattamento con C. M ., il dato che ha maggiormente colpito, è la comparsa di numerosi elementi pericitari intorno ai capillari, ectasici e non, del derma patologicamente compromesso.

Un altro importante elemento che si collega all'importanza del periangio nel condizionare la funzionalità parietale dei piccoli vasi, è rappresentato dal reperto di aspetti morfologici denuncianti una neocapillaropoiesi.

Trattando degli effetti dei C. M . sul tessuto connettivo non possono essere tralasciati i fenomeni che accompagnano l'edema e i relativi risultati terapeutici con applicazione di C. M .

Sperimentalmente, l'edema da carragenina nella zampa del ratto costituisce uno dei modelli classici per lo studio dei primi stadi di un processo flogistico, caratterizzato appunto da un'imponente essudazione plasmatica interstiziale per abnorme aumento della permeabilità endoteliale dei capillari e per loro scompaginamento strutturale e fisico-chimico del mesenchima perivascolare.

Sul piano morfoistochimico, la flogosi da carragenina è sostenuta da un edema diffuso, che dissocia sia gli strati superficiali che quelli profondi del derma e della muscolatura sottostante, l'infiltrato infiammatorio è costituito da linfociti, leucociti, elementi monocitidi, da macrofagi e isolati mastociti.

Il trattamento con C. M . induce profonde modificazioni sia del quadro macroscopico che di quello morfoistochimico.

Si rilevano modificazioni statisticamente significative del volume totale dell'arto, determinato pletismograficamente, mentre il quadro istologico denuncia una netta diminuzione dello stato edematoso del derma.

Nei controlli, i vasi sanguigni più piccoli e specialmente le venule postcapiliari, sono abnormemente dilatati, ripieni di sangue, con endotelio rigonfio ed aggettante nel lume e talora con aloni perivascolari di necrosi fibrinoide.

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Nei tessuti trattati con C.M . il microcircolo appare molto meno sollecitato dall'evento flogogeno, con assenza di lesioni parietali; nell'interstizio si rileva una diffusa positività per i mucopolisaccaridi acidi.

I fibroblasti e le cellule mesenchimali indifferenziate sono più numerose dagli elementi polimorfonucleati.

I suddetti effetti morfoistochimici hanno fatto ritenere che i C. M . possano esplicare, in determinate situazioni, un effetto protettivo sulle correlazioni microvascotessutali, La presenza di GAG (glucosaminoglicani) istochimicamente dimostrabili sembra possa venire correlata con la ricostituzione del manicotto mucopolisaccaridico pericapillare e quindi con un'inibizione dell'abnorme permeabilità endoteliale, come documentato dai dati pletismograflci sulla diminuzione di volume della zampa del ratto e quindi dell'edema.

La presenza di una quota rilevante di fibroblasti e di cellule mesenchimali indifferenziate produttrici di GAG conferma ulteriormente tale ipotesi.

La risposta microvasculo-tessutale ai C. M . è stata correlata ad una stimolazione indotta dai C. M . sulla sintesi intrafibroblastica dei GAG e specialmente dell'acido iarulonico, che da la maggiore positività al ferro sul piano istochimico;

è noto che questo mucopolisaccaridi è il maggiore costituente del manicotto pericapillare.

L'inibizione dell'edema sarebbe pertanto imputabile a due meccanismi:

- blocco parziale dell'abnorme permeabilità endoteliale da parte dei GAG del periangio, resintetizzati dai fibroblasti;

- stimolazione della differenziazione in fibroblasti GAG-produttori delle cellule mesenchimali primitive pluripotenti.

Per fornire un quadro estremamente sommario all’argomento si qui trattato va aggiunto che molti ricercatori, infatti, hanno ipotizzato che la causa degli effetti terapeutici dei campi E.L.F., fosse da attribuire alla loro azione magnetoelettrica e magnetomeccanica; semplificando il ragionamento che essi svolgono è il seguente:

-Nel corpo umano sono presenti ioni liberi (sodio, potassio, calcio, idrogeno,

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- I campi magnetici variabili inducendo moti su tali cariche (Forze di Lorentz, effetto Hall etc.), produrrebbero le conseguenze osservate e precedentemente esposte.

- L’obiezione presente negli articoli scientifici degli studiosi più attenti, consiste nel fatto che le forze elettriche in gioco nei campi E.L.F. sono troppo deboli per produrre effetti terapeutici come quelli osservati (vedi confronto tra l’intensità delle forze Browniani a temperatura corporea e quelle di tipo Lorentziano operanti alle intensità dei campi E.L.F. utilizzati, le prime superiori in intensità per molti ordini di grandezza alle seconde, il che vale a fortiori per gli effetti magnetomeccanica) inoltre non si è del tutto tenuto conto che gli effetti terapeutici perdurano per molto tempo, fino a dar luogo a vere e proprie guarigioni.

In Appendice C è riportata un’ulteriore ricerca sperimentale eseguita presso l’ospedale di Brescia e un importante articolo pubblicato su “La Medicina Biologica” di Dicembre 2007 di Emilio Del Giudice intitolato “Il ruolo dell’acqua nella materia vivente”, che spiega come l’acqua sia fondamentale nella gestione delle informazioni all’interno del nostro organismo e per informare il nostro organismo dall’esterno, come, ad esempio, con l’omeopatia.

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Al fine di comprendere parte del funzionamento dei prossimi macchinari è indispensabile introdurre l’:

Elettro Agopuntura di Voll o EAV

Questa apparecchiatura diagnostica si basa sulle ricerche fatte dal medico tedesco Reinhold Voll che già nel 1940, scoprì che la pelle umana ha una normale resistenza elettrica che varia dai 2 ai 4 milioni di ohm, mentre sui punti utilizzati dall'Agopuntura la resistenza di una persona sana si aggira intorno ai 100.000 ohm.

Il dott. Voll ideò un'apparecchiatura in grado di misurare tale resistenza e visualizzarne il valore: qualcosa di simile, seppur molto più sensibile, allo strumento utilizzato dagli elettricisti per misurare la corrente domestica. Dopo qualche sperimentazione scoprì che i punti più favorevoli per la misurazione erano localizzati sulla punta delle dita delle mani e dei piedi. Ciò è molto interessante perché la stessa Agopuntura localizza in tali punti l'inizio o la fine dei percorsi energetici definiti meridiani.

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L’immagine fornisce la corrispondenza trovata nella mano destra fra i punti rossi e gli organi descritti. Nei punti rossi si preleva il segnale con il puntale. EAP sta per Elettro Ago Puntura

Il dott. Voll, in più di trent'anni di studi e sperimentazioni, ci ha fornito una mappa con cui possiamo risalire da alcuni punti esterni che agli organi e tessuti del corpo umano. Con tale mappa, ed alcune misure, possiamo conoscere in breve tempo la situazione energetico-funzionale dei vari organi e come essi interagiscano tra loro.

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Apparecchiatura per EAV e le valutazioni diagnostiche

Praticamente parlando, l'apparecchiatura E.A.V. valuta la resistenza di alcuni punti di Agopuntura, resistenza che in una persona sana si aggira intorno ai 95 milaohm. Per fare questa misurazione il medico pone un elettrodo nelle mani del paziente e con un altro elettrodo a puntale applica circa 0.87 volt ad un punto da esaminare. Dopo di ciò legge la corrente che passa in quel punto determinandone la resistenza elettrica e passa a misurare il punto successivo.

Ricordiamo che, come stabilito da Ohm con la sua legge, in un conduttore (in questo caso il punto di Agopuntura) passa tanta più corrente quanto più è minore la resistenza (I = V/R). I valori misurati vengono visualizzati su un quadrante con una scala da 0 a 100 unità, dette US (unità scala). Lo zero indica la massima resistenza (minima conducibilità) ed il 100 la resistenza minima (massima conducibilità).

Se l'organo correlato ad un dato punto è sano, permetterà il passaggio di una

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In presenza di un organo non sano, la corrente non riuscirà a scorrere come dovrebbe. Può allora succedere che lo strumento scenda al di sotto delle 50 US (caduta dell'indice), segnalando così una debolezza funzionale o carenza energetica. Questa disfunzione sarà tanto più seria quanto più il valore si avvicina allo zero. Può anche verificarsi che lo strumento salga al di sopra delle 50 US, in questo caso indicherà intossicazioni e/o infiammazione.

La EAV, viene utilizzata con successo anche nell'elaborazione delle diete personalizzate. Infatti, qualsiasi alimento, non appena viene messo a contatto con il corpo, produce delle variazioni energetiche in alcuni punti di agopuntura, indicando così se la sua assunzione porterà un beneficio all'organismo, sarà neutra o addirittura negativa.

Il modello più perfezionato dell'Elettroagopuntura secondo Voll (EAV) si chiama Computerized Electrodermal Screening (CEDS).

Attenzione! L'EAV è controindicata in caso di gravidanza e portatori di pace- makers.

Note introduttive a Bicom e Qxci/Scio

Di seguito sono quindi introdotti il Bicom e il Qxci/Scio dove il primo integra tutta la strumentazione per l’EAV mentre il secondo la perfeziona perché riesce a leggere i parametri dell’agopuntura senza il puntale, che talvolta, a seconda di come viene usato, della pressione che viene esercitata sulla pelle, dell’umidità della pelle, può dare valori contrastanti e pertanto richiede più letture consecutive al fine di avere la certezza di ciò che si legge.

Riferimenti

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