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Comune di Ceppaloni. (Provincia di Benevento)

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Comune di Ceppaloni

(Provincia di Benevento)

Lavori per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati al miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio, da

realizzare in Ceppaloni capoluogo e nelle frazioni San Giovanni e Beltiglio Progetto Preliminare

STUDIO DI PREFATTIBILITA’ AMBIENTALE

(artt. 17 e 20 DPR n. 207 del 5 ottobre 2010)

PREMESSA

Finalità ed obiettivi dello Studio di Prefattibilità Ambientale

Lo studio di prefattibilità ambientale è uno strumento introdotto dalla legge Merloni (n°109 11 febbraio 1994) con lo scopo di individuare già a livello di progetto preliminare tutte quelle le eventuali criticità del territorio in cui risulta localizzato il progetto, nonché quelle criticità derivanti dall’interazione tra l’assetto costruito previsto dall’intervento progettuale (edificato, infrastrutturazione, ecc.) ed il contesto ambientale di riferimento, valutato in rapporto ai differenti sottosistemi ambientali di ordine biofisico, microclimatico ed antropico. A differenza di quanto accade con lo Studio di Impatto Ambientale, che va a considerare ed analizzare nel dettaglio tutti gli impatti sul territorio per una data opera che è già stata progettata, lo Studio di prefattibilità ambientale permette di acquisire una conoscenza del territorio e delle caratteristiche delle mutue interazioni tra ambiente e assetto di progetto, prima che si arrivi alla definizione del progetto

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emergere e si evidenzino problematiche rilevanti e tali da indurre ad una rielaborazione parziale o addirittura totale del progetto in esame. Con lo studio di prefattibilità ambientale è possibile pertanto contenere il rischio del verificarsi di tali situazioni negative e predisporre soluzioni e strategie correttive e/o alternative ad eventuali soluzioni urbanistiche, architettoniche, tecniche e tecnologiche che dovessero presentare problematiche di scarsa compatibilità ambientale.

Ai fini dell’elaborazione del presente studio si fa riferimento a quanto espresso dall’articolo 20 del D.P.R. 05 ottobre 2010 n. 207, che costituisce il regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici.

Pertanto lo studio si pone come obiettivo quello di dare risposta ai cinque punti indicati dal sopra citato articolo 20 come fondamentali ai fini di “ricercare le condizioni che consentano un miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica del contesto territoriale” :

• la verifica, anche in relazione all'acquisizione dei necessari pareri amministrativi, di compatibilità dell'intervento con le prescrizioni di eventuali piani paesaggistici, territoriali ed urbanistici sia a carattere generale che settoriale;

• lo studio sui prevedibili effetti della realizzazione dell'intervento e del suo esercizio sulle componenti ambientali e sulla salute dei cittadini;

• la illustrazione, in funzione della minimizzazione dell'impatto ambientale, delle ragioni della scelta del sito e della soluzione progettuale prescelta nonché delle possibili alternative localizzative e tipologiche;

• la determinazione delle misure di compensazione ambientale e degli eventuali interventi di ripristino, riqualificazione e miglioramento ambientale e paesaggistico, con la stima dei relativi costi da inserire nei piani finanziari dei lavori;

• l'indicazione delle norme di tutela ambientale che si applicano all'intervento e degli eventuali limiti posti dalla normativa di settore per l'esercizio di impianti, nonché l'indicazione dei criteri tecnici che si intendono adottare per assicurarne il rispetto.

• funzione delle scelte progettuali.

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INQUADRAMENTO TERRITORIALE

BILANCIO DI IMPATTO

I fattori che sono considerati dallo studio di prefattibilità ambientale sono:

ƒ atmosfera: qualità dell’aria

ƒ suolo

ƒ salute pubblica

ƒ rumore e vibrazioni

ƒ paesaggio e patrimonio culturale

ƒ flussi di traffico.

ALTERAZIONI VISUALI E PAESAGGISTICHE

L’inserimento di nuova opera e/o la modificazione dell’esistente inducono riflessi sulle componenti del paesaggio. La loro valutazione richiede la verifica degli impatti visuali, delle mutazioni dell’aspetto fisico delle immagini e delle forme del paesaggio, nonché di tutti quegli effetti capaci di

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paesaggio, costituisce la parte che si occupa degli effetti più immediatamente visibili e leggibili, di più facile riscontro analitico e quindi più facilmente comprensibile anche dai non addetti ai lavori.

Il paesaggio, per proprie capacità di assorbimento, è in grado di accettare quasi qualunque tipo di intervento, purché ciò avvenga secondo linee di comportamento calibrate. L’impatto sul paesaggio di qualsiasi opera può essere mitigato o azzerato dalla qualità dell’intervento. L’analisi dell’impatto visivo si deve infatti occupare di tutte le opere architettoniche e di sistemazione ambientale che costituiscono fisicamente l’intervento, deve analizzarne le qualità formali e i caratteri dimensionali in relazione al paesaggio circostante.

EFFETTI DERIVANTI DALLA REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

Gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati al miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio rappresenta esternalità positiva valorizzando e recuperando proprio l’aspetto del paesaggio costruito. Rimangono da valutare qualitativamente gli effetti per gli altri soggetti: quelli non direttamente coinvolti dalla realizzazione del progetto. Senza dubbio la riqualificazione estetica delle aree, tende a rendere più redditizie e appetibili le attività già in essere. Gli altri operatori economici quindi beneficeranno dell’intervento come una “esternalità positiva al consumo” con conseguente aumento del valore di “rendita di posizione” delle loro attività. In sintesi la mancata realizzazione del progetto vedrebbe tutti i soggetti economici (a parte la collettività come in precedenza definita) indifferenti alla realizzazione del progetto: le risorse potrebbero essere investite altrove dai privati generando comunque effetti positivi.

Sempre nell’ipotesi 0 (quella che la letteratura definisce do-nothing ovvero di non intervento) la collettività vede, nel protrarsi del tempo, un possibile effetto negativo legato al deterioramento estetico delle aree e degli immobili e dunque, in ultima istanza del paesaggio costruito cittadino.

RISCHI LEGATI ALLE INTERFERENZE DI CANTIERE Interferenze con la rete dei sottoservizi presenti nell’area.

Dalle indagini effettuate risultano essere presenti nell’area i seguenti sottoservizi:

- linea elettrica media e bassa tensione;

- rete idrica e fognaria;

- linea telefonica/dati;

- adduzione gas metano;

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Le interferenze dell’intervento nei confronti della rete dei sottoservizi risultano minime limitando all’indispensabile le operazioni necessarie ad eventuali sistemazioni e spostamenti dei sottoservizi.

Analisi preliminare dei rischi connessi alle attività di cantiere e alle fasi lavorative

La pianificazione delle fasi di lavoro consentirà di identificare le misure di sicurezza che meglio si adattano alle diverse situazioni e attuata mediante la redazione di un piano di sicurezza e coordinamento (PSC) che consideri le fasi esecutive secondo lo sviluppo del lavoro, valutando anche e soprattutto le possibili interferenze con la viabilità ordinaria e le aree abitative adiacenti.

Il PSC sarà strutturato analizzando ed individuando per tipologia ed attività lavorativa, i possibili interventi di prevenzione e le procedure necessarie a perseguire gli obiettivi di sicurezza prestabiliti.

I lavori coinvolgono aree collocate all’interno del centro urbano e pertanto il PSC dovrà valutare le interferenze con la normale viabilità, i rischi connessi, e prevedere adeguati sistemi di parzializzazione di aree ed impianti tali da consentire la definizione di un’area di cantiere ben definita. L’area di cantiere comprenderà quindi, oltre agli spazi necessari alla realizzazione delle opere, anche gli spazi necessari alla sicurezza delle persone che vivono e operano nelle aree circostanti e di conseguenza dovrà essere lasciato il necessario spazio per il loro passaggio.

Ovviamente gli eventuali scavi saranno realizzati all’interno dell’area di cantiere ed opportunamente protetti contro la caduta dall’alto. Gli eventuali ponteggi, (art. 133 D.Lgs. 81/08) saranno realizzati seguendo uno specifico progetto e sarà comunque fornito il Pi.M.U.S. (piano di montaggio, uso e smontaggio). Le attrezzature di cantiere saranno dislocate in una sede tale da garantire la copertura dell’area di cantiere e senza interferire con la viabilità pedonale. Nel definire l’organizzazione degli accessi al cantiere nonché la sua viabilità interna, si dovrà prestare attenzione nell’ingresso e nell’uscita da detta area, a causa dell’immissione su viabilità pubblica; il PSC dovrà analizzare i rischi di interferenza e definire le misure di prevenzione e protezione più significative.

La viabilità ed i percorsi pedonali di accesso al cantiere o di collegamento tra aree di cantiere non contigue, dovranno essere opportunamente studiati al minimo le possibili interferenze con le aree adiacenti. Pertanto, ai fini delle attività di cantiere, tutti i mezzi d’opera dovranno utilizzare esclusivamente la viabilità che sarà opportunamente indicata ed eventualmente tracciata con adeguati sistemi di innesto sulla viabilità principale. In via preliminare si individuano i rischi a cui si possono trovare esposte le persone estranee all’attività di cantiere. Tali soggetti sono riconducibili agli abitanti delle zone adiacenti ed in generale alla presenza di persone e autoveicoli in transito sulla viabilità circostante. Per la gestione di questi rischi il Coordinatore per la Sicurezza in fase di

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Esecuzione (CSE) dovrà rapportarsi con i vari datori di lavoro delle Aziende operative in merito ai rischi e alle misure di prevenzione da intraprendere per una sicura gestione delle attività lavorative.

In via preliminare si evidenziano i seguenti rischi:

- Presenza di persone e traffico veicolare nelle immediate vicinanze delle aree di cantiere;

- Inquinamento da polveri ed acustico;

- Presenza di sottoservizi nella fasi di scavo e di impianti attivi durante le varie fasi di lavoro;

- Gestione dei rifiuti di cantiere.

In relazione a quanto sopra descritto sarà necessario disporre quanto segue:

Le parti destinate alla attività di cantiere dovranno essere opportunamente protette sia dalla caduta di materiali che dalla possibilità di accesso da parte di persone non addette ai lavori;

Gli accessi al cantiere dovranno rimanere costantemente chiusi anche durante le ore lavorative;

Ogni attività che si giudichi scarsamente compatibile con la presenza delle abitazioni circostanti dovrà essere organizzata in modo tale da rendere minimi i relativi disturbi; in particolare si dovrà provvedere a mettere in opera opportune modalità operative ed apparecchiature di protezione in relazione alla produzione di polveri;

Le lavorazioni dovranno essere svolte adottando ogni precauzione per i livelli di rumore generato;

Gli accessi al cantiere dovranno essere coordinati e regolamentati informando i conducenti dei mezzi d’opera, i tecnici operanti ed i fornitori dei pericoli connessi alla presenza di viabilità ordinaria e pedonale;

In relazione alla possibile presenza di sottoservizi nelle zone oggetto di scavo e di impianti attivi nel corso di altre attività di demolizione, saranno accuratamente valutate tali possibilità, facendo ogni indagine preliminare per escluderne l’esistenza. Il Coordinatore per la Sicurezza in fase di Progettazione assumerà ogni informazione necessaria a tale valutazione e indicherà obblighi specifici di sorveglianza e controllo a carico del Coordinatore per l’Esecuzione;

I rifiuti di cantiere dovranno essere opportunamente gestiti con caricamento e trasporto degli stessi in discarica; materiali di scarico di altro genere dovranno essere temporaneamente stoccati in aree tali da non costituire pericolo o intralcio al traffico e in condizioni tali da minimizzare la diffusione di polveri od altri agenti inquinanti.

EMISSIONI SONORE LEGATE ALLE OPERAZIONI DI CANTIERE

Tra le attività più rumorose tra quelle previste vi è sicuramente la movimentazione di terra che risulta maggiormente significativa per la presenza di residenze prossime al cantiere. Questa attività

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occupa tuttavia uno periodo di tempo limitato, comunque nelle fasi di progettazione più avanzate sarà eseguita una valutazione di impatto acustico in fase di cantiere ed in caso si verifichi il superamento dei limiti secondo quanto prescritto dalla vigente normativa in materia, saranno realizzate opere di mitigazione al fine di contenere le emissioni sonore delle attività rumorose.

MODIFICAZIONE DELLA STRUTTURA TERRITORIALE

Questa categoria di impatto si riferisce principalmente ai conflitti che possono insorgere tra il progetto proposto e le altre funzioni già presenti sul territorio e alla coerenza tra la nuova proposta e le destinazioni d’uso previste dagli strumenti di pianificazione cogenti sull’area.

CONFLITTI D’USO

Non vi sono da rilevare conflitti con le funzioni attualmente presenti nell’area in quanto il progetto prevede con gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finalizzati al miglioramento delle caratteristiche di stabilità e di sicurezza del territorio, una riqualificazione dell’area stessa.

AUMENTO DEL FLUSSO VEICOLARE

Sensibili sono gli effetti sulla viabilità causati dal movimento degli automezzi in arrivo e in partenza dal cantiere. Il traffico comporta, per i luoghi in cui si manifesta, aumento di rumore, inquinamento e polveri, disagi per la popolazione della zona, ma vale in questo caso la temporaneità del potenziale disagio. Va rilevato però che l’area presenta una buona accessibilità, ed è quindi da ritenere che il flusso dei mezzi da cantiere non provocherà congestioni di traffico.

DEGRADO PAESAGGISTICO IN FASE DI CANTIERE

L’esame delle tipologie di intervento ha permesso di individuare quelle azioni di progetto capaci di generare impatti diretti nei confronti del ricettore paesaggio sia nella fase di cantiere che in quella di esercizio. Sebbene la durata dell’intervento esecutivo sia limitata è proprio la fase del cantiere a generare la maggior parte degli impatti negativi. In particolare per quanto riguarda gli aspetti legati all’integrità fisica del luogo si possono ottenere fenomeni di inquinamento localizzato come l’emissione di polveri e rumori, l’inquinamento dovuto al traffico veicolare, ecc… Tali fenomeni indubbiamente concorrono a generare un quadro di degrado paesaggistico già compromesso dall’occupazione di spazi per materiali e attrezzature, dal movimento delle macchine e dai lavori di

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Le misure precauzionali idonee a mitigare i disturbi comprendono:

ƒ accorgimenti logistico operativi;

ƒ movimentazione dei mezzi di trasporto;

ƒ accorgimenti e dispositivi antinquinamento per i mezzi di cantiere, regolamenti di sicurezza volti a prevenire i rischi di incidenti.

Chiaramente tali misure possono solo attenuare le compromissioni di qualità paesaggistica legate all’attività di cantiere, compromissioni che comunque si presentano come reversibili e contingenti all’attività di costruzione.

CONSUMI DI RISORSE

I consumi di risorse (energia, risorse idriche…) sono principalmente legati al funzionamento delle apparecchiature di cantiere, quindi con consumi limitati, tali da non influire sulla disponibilità locale di tali risorse. In fase di regime (utilizzazione dell’opera) incideranno in minima parte sulle risorse ambientali locali, in quanto è prevista una riqualificazione degli immobili presenti nell’area.

IMPATTI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA

Dal punto di vista degli impatti in fase di realizzazione dell’opera si possono individuare i classici disturbi arrecati da un tradizionale cantiere.

Fattore causale Causa Effetto Componente ambientale

Preparazione del sito Sollevamento e trasporto

polveri

Atmosfera Suolo

Salute pubblica

MISURE DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE

Sulla scorta delle risultanze di quanto sin qui esposto, non sono previste misure di compensazione ambientale, in quanto non necessarie: gli impatti che derivano dalla realizzazione del progetto sono di segno positivo e non v’è dunque necessità di intervenire per mitigarli.

NORME DI TUTELA AMBIENTALE

Concludendo si possono sicuramente ritenere nulli, per le caratteristiche del progetto, gli impatti negativi sull’ambiente naturale e sociale e pertanto si può esprimere un giudizio globale di compatibilità ambientale sicuramente positivo.

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Pertanto non si riscontra la necessità di dettare particolari norme per la fase di messa in esercizio dell’intervento una volta ultimato, atteso che lo stesso presenta, come detto, impatti positivi.

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