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RISOLUZIONE 1. A `e vera. Infatti, essendo f0(

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(1)

RISOLUZIONE

1. A `e vera. Infatti, essendo f 0 (x) strettamente crescente con f 0 (0) = 0, avremo che f 0 (x) > 0 per ogni x > 0 e f 0 (x) < 0 per ogni x < 0. Ne segue allora che f (x) f (0) per ogni x 2 R.

In alternativa, si osservi che essendo f 0 (x) strettamente crescente, la funzione risulta convessa in R e per ogni x 0 , x 2 R avremo f(x) f (x 0 ) + f 0 (x 0 )(x x 0 ). In particolare, essendo f 0 (0) = 0, avremo f (x) f (0) per ogni x 2 R.

B `e vera. Infatti, per quanto provato in A , f 0 (x) 6= 0 per ogni x 6= 0 e x = 0 `e punto di minimo. Essendo la funzione derivabile in tutto R, non esisteranno altri punti stazionari per f (x) in R e quindi, dal Teorema di Fermat, deduciamo che f(x) non ammette punti di massimo in R.

In alternativa, si osservi che essendo f 0 (x) strettamente crescente, la funzione risulta strettamente convessa in R e per ogni x 0 6= x avremo f(x) > f(x 0 ) + f 0 (x 0 )(x x 0 ). Se per assurdo esistesse x 0 2 R punto di massimo, dal Teorema di Fermat avremo f 0 (x 0 ) = 0 e dunque f (x) > f (x 0 ) per ogni x 6= x 0 , una contraddizione.

C `e falsa. Infatti la funzione f (x) = x 2 `e derivabile con derivata strettamente crescente e f 0 (0) = 0 ma sup

x 2R

f (x) = lim

x !+1 f (x) = + 1.

2. A `e falsa. Ad esempio la funzione f (x) = log x `e funzione strettamente convessa in (0, + 1) ma risulta inf

x2(0,+1) f (x) = 1.

B `e falsa. Ad esempio la funzione f (x) = x 2 `e strettamente convessa in ( 1, + 1) ma non risulta strettamente monotona in ( 1, + 1).

C `e vera. Infatti, dal Teorema di Fermat abbiamo che se x 0 2 (a, +1) `e punto di minimo relativo per f (x) allora f 0 (x 0 ) = 0. Poich`e f (x) risulta strettamente convessa, dai criteri di convessit` a si ha che f 0 (x) risulta strettamente crescente in (a, + 1) e quindi che f 0 (x) 6= 0 per ogni x 6= x 0 . Dal Teorema di Fermat otteniamo allora che f (x) non ammette altri punti di minimo relativo.

3. A `e falsa. Ad esempio la funzione f (x) = log x `e funzione strettamente convessa in (0, + 1) ma risulta inf

x2(0,+1) f (x) = 1.

B `e falsa. Ad esempio la funzione f (x) = x 2 `e strettamente convessa in ( 1, + 1) ma non risulta strettamente monotona in ( 1, + 1).

C `e vera. Infatti, dal Teorema di Fermat abbiamo che se x 0 2 (a, +1) `e punto di minimo relativo per f (x) allora f 0 (x 0 ) = 0. Poich´e f (x) risulta strettamente convessa, dal primo criterio di convessit` a si ha che f 0 (x) risulta strettamente crescente in (a, + 1) e quindi che f 0 (x) 6= 0 per ogni x 6= x 0 . Dal Teorema di Fermat otteniamo allora che f (x) non ammette altri punti di minimo relativo.

4. La funzione f (x) = (x 1 4 )e

1x

risulta definita e continua in R \ {0}, risulta positiva in ( 1 4 , + 1),

(2)

La funzione ammette asintoto obliquo per x ! ±1, infatti

x !±1 lim f (x)

x = lim

x !±1 e

x1

= 1 e

x !±1 lim f (x) x = lim

x !±1 (x 1 4 )e

1x

x = 3 4 .

Infatti, ponendo y = 1 x e usando il limite notevole e y 1 ⇠ y per y ! 0, otteniamo

x !±1 lim (x 1 4 )e

x1

x = lim

y !0

e y 1 y

e

y

4 = 1 1 4 = 3 4 . Dunque y = x + 3 4 `e asintoto obliquo per x ! ±1.

La funzione risulta derivabile in ogni x 2 R \ {0} con f 0 (x) = x 2 x + 1 4

x 2 e

1x

= (x 1 2 ) 2 x 2 e

x1

Poich´e f 0 (x) 0 per ogni x 2 R \ {0} e f 0 (x) = 0 solo per x = 1 2 , avremo che f (x) risulta strettamente crescente in ( 1, 0) e in (0, +1) ma non risulta strettamente crescente in R \ {0}.

Infine, la funzione risulta derivabile due volte in ogni x 2 R \ {0} con f 00 (x) = 2x 1

4x 4 e

1x

e dunque risulta convessa in ( 1 2 , + 1), concava in ( 1, 0) e in (0, 1 2 ) e x = 1 2 risulta punto di

flesso con tangente orizzontale y = f ( 1 2 ) = e 4

2

(3)

5. La funzione f (x) = x

e

|x2 1|

`e definita e continua in tutto R essendo e |x

2

1| > 0 per ogni x 2 R.

La funzione risulta dispari e potremo limitare lo studio all’intervallo [0, + 1), dove la funzione risulta positiva eccetto che in x = 0 dove si annulla. Abbiamo che f (0) = 0 e dalla gerarchia degli infiniti si ha che lim

x!+1 f (x) = 0. Ne deduciamo che y = 0 `e un asintoto orrizzontale per f (x). Osservato che

f (x) = ( x

e

x2 1

se |x| 1

x

e

1 x2

se |x| < 1 la funzione risulta derivabile in R \ {±1} con

f 0 (x) =

( 1 2x

2

e

x2 1

se |x| > 1

1+2x

2

e

1 x2

se |x| < 1

Essendo 1 2x 2 < 1 < 0 per ogni x 2 R, avremo f 0 (x) < 0 per ogni x 2 (1, +1) mentre, essendo 1 + 2x 2 > 0 per ogni x 2 R avremo che f 0 (x) > 0 per ogni x 2 (0, 1). Quindi f(x) risulta strettamente decrescente in [1, + 1) e strettamente crescente in [0, 1]. Ne segue che x = 1

`e punto di massimo assoluto con f (1) = 1.

La funzione non `e invece derivabile in x = 1 (e quindi nemmeno in x = 1) dato che

x lim !1

+

f 0 (x) = lim

x !1

+

1 2x 2

e x

2

1 = 1 mentre lim

x !1 f 0 (x) = lim

x !1

1 + 2x 2 e 1 x

2

= 3

da cui segue che la funzione ammette derivata destra e sinistra diverse (g) , e dunque che x = 1 risulta un punto angoloso.

La funzione risulta inoltre derivabile due volte in R \ {±1} con

f 00 (x) =

( 2x(3 2x

2

)

e

x2 1

se |x| > 1

2x(3+2x

2

)

e

1 x2

se |x| < 1

Otteniamo quindi che, per x 2 [0, +1) \ {1}, f 00 (x) > 0 per x 2 (0, 1) [ ( q

3

2 , + 1), f 00 (x) < 0 per x 2 (1, q

3

2 ) mentre f 00 (x) = 0 per x = 0 e x = q 3

2 . Ne segue che la funzione risulta convessa nell’intervallo (0, 1) e ( q

3

2 , + 1), concava in (1, q

3

2 ), x = 0 risulta punto di flesso con tangente y = x e , x = q

3

2 `e punto di flesso con tangente y = q

3 2e p 2

e

x q

3 2

⌘ .

(g)

volendo applicare la definizione per valutare la derivata destra occorre invece calcolare il limite

lim

x!1+

f (x) f (1)

x 1 = lim

x!1+ x ex2 1

1

x 1 = lim

x!1+

x e

x2 1

(x 1)e

x2 1

= lim

x!1+

x (1 + (x

2

1) + o(x

2

1))

x 1 = lim

x!1+

x(1 x) + o(x 1))

x 1 = 1

(4)

6. La funzione f (x) = log |x + 1| + x 2

2

`e definita e continua in R \ { 1}. Osserviamo che f(0) = 0 ma nulla possiamo ancora dire riguardo all’esistenza di eventuali altri zeri e al segno. Abbiamo che lim

x !1

±

f (x) = 1 e lim x

!±1 f (x) = + 1. Inoltre

x !±1 lim f (x)

x = lim

x !±1

log |x + 1|

x + x

2 = ±1

quindi la funzione non ammette asintoti obliqui a ±1 mentre x = 1 risulta asintoto verticale.

La funzione risulta derivabile nel suo dominio con f 0 (x) = 1

x + 1 + x = 1 + x + x 2

x + 1 , 8x 6= 1

e dato che risulta x 2 + x + 1 > 0 per ogni x 2 R otteniamo che f 0 (x) > 0 per ogni x > 1 mentre f 0 (x) < 0 per ogni x < 1. La funzione risulta quindi strettamente crescente in ( 1, + 1), strettamente decrescente in ( 1, 1) e non ammette punti n´e di massimo n´e di minimo relativo.

Dal Teorema di esistenza degli zeri e dalla monotonia stretta possiamo allora concludere che la funzione ammette due soli zeri, il primo x 0 2 ( 1, 1), il secondo x 1 = 0 in ( 1, + 1), risulta positiva in ( 1, x 0 ) [ (0, +1) e negativa in (x 0 , 1) [ ( 1, 0).

La funzione risulta inoltre derivabile due volte con f 00 (x) = 1

(x + 1) 2 + 1 = x(x + 2)

(x + 1) 2 , 8x 6= 1

abbiamo quindi che f 00 (x) > 0 per ogni x 2 ( 1, 2) [ (0, +1) mentre f 00 (x) < 0 per ogni

x 2 ( 2, 1) [ ( 1, 0). La funzione risulta pertanto convessa in ( 1, 2) e in (0, +1), concava

in ( 2, 1) e ( 1, 0), x = 2 e x = 0 sono punti di flesso con tangente rispettivamente y =

2 3(x + 2) e y = x.

(5)

7. La funzione f ↵ (x) = p

x |x ↵ | `e definita e continua in [0, +1) per ogni ↵ 2 R. Riguardo al segno osserviamo che risulta f (0) = 0 per ogni ↵ 2 R e f ↵ (x) > 0 per ogni x > 0 se ↵  0, mentre f (↵) = 0 e f (x) > 0 per ogni x > 0 con x 6= ↵ se ↵ > 0. Abbiamo poi

x !+1 lim f (x) = lim

x !+1

p x(x ↵) = + 1.

Essendo inoltre

x!+1 lim f (x)

x = lim

x!+1

p x(x ↵)

x = 1

e

x !+1 lim f (x) x = lim

x !+1

p x(x ↵) x = lim

x !+1 x ⇣q

1 x 1 ⌘

= lim

x !+1 x · 2x = 2 ne deduciamo che per ogni ↵ 2 R la funzione ammette come asintoto obliquo la retta y = x 2 . Se ↵  0, essendo in tal caso |x ↵ | = x ↵ per ogni x > 0, la funzione risulta derivabile in ogni x 2 (0, +1) con

f 0 (x) = 2x ↵ 2 p

x(x ↵)

Se invece ↵ > 0, la funzione risulta derivabile in ogni x 2 (0, +1) \ {↵}, infatti per x = ↵ si ha

h lim !0

±

f (↵ + h) f (↵)

h = lim

h !0

±

p (↵ + h) |h|

h = p

↵ lim

h !0

±

p |h|

h = ±1.

(6)

Ne deduciamo che se ↵  0, la funzione risulta strettamente crescente in [0, +1) e dunque che x = 0 risulta punto di minimo assoluto per f ↵ (x).

Se ↵ > 0, si ha invece che la funzione risulta strettamente crescente in [0, 2 ] [ [↵, +1) e stretta- mente decrescente in [ 2 , ↵]. Ne segue che x = 0 e x = ↵ sono punti di minimo assoluto mentre x = 2 risulta punto di massimo relativo.

Riguardo alla convessit` a, osserviamo che se ↵  0 la funzione risulta derivabile due volte in ogni x 2 (0, +1) con

f 00 (x) = ↵ 2 4(x(x ↵))

32

e quindi la funzione risulta concava in (0, + 1). Se invece ↵ > 0, la funzione risulta derivabile due volte in ogni x 2 (0, ↵) [ (↵, +1) con

f 00 (x) = ↵ 2 4(x |x ↵ |)

32

.

Ne segue che la funzione risulta concava sia in (0, ↵) che in (↵, + 1).

8. Per ogni ↵ 2 R la funzione f ↵ (x) = (1 x) log(1 x) + ↵x risulta definita e continua in tutto ( 1, 1). Osserviamo che per ogni ↵ 2 R risulta f ↵ (0) = 0 ma non `e possibile studiarne segno e esistenza di altri zeri con tecniche elementari, rimandiamo tale studio dopo lo studio della monotonia. Abbiamo

x ! 1 lim f (x) = lim

x ! 1 x 1 x x log(1 x) + ↵ = + 1 e lim

x !1 f (x) = ↵

quindi la funzione non presenta n´e asintoto verticale n´e asintoto orizzontale. Abbiamo inoltre che

x ! 1 lim f (x)

x = lim

x ! 1 1 x

x log(1 x) + ↵ = 1

e quindi la funzione non ammette nemmeno asintoto obliquo.

(7)

La funzione risulta derivabile in ( 1, 1) con

f 0 (x) = log(1 x) 1 + ↵

Risulta che f 0 (x) > 0 se e solo se log(1 x) < 1 ↵ e dunque se e solo se x > 1 e ↵ 1 = x ↵ . Quindi, f (x) risulta strettamente crescente in [x , 1), strettamente decrescente in ( 1, x ↵ ] e x risulta punto di minimo assoluto con x > 0 se ↵ < 1, x = 0 se ↵ = 1 e x < 0 se ↵ > 1.

Inoltre, essendo f ↵ (x ↵ ) = ↵ e ↵ 1 e e x funzione strettamente convessa (da cui e x > x + 1 per ogni x 6= 0) si ha che f ↵ (x ) < 0 per ogni ↵ 6= 1 mentre f(x ↵ ) = 0 se ↵ = 1.

Dal Teorema di esistenza degli zeri e dalla monotonia stretta, tenuto conto che lim

x!1 f ↵ (x) = ↵, possiamo concludere che

• se ↵  0 risulta f ↵ (x) > 0 per x 2 ( 1, 0), f ↵ (x) < 0 per x 2 (0, 1) e x = 0 `e l’unico zero della funzione;

• se 0 < ↵ < 1 la funzione ammette due zeri, x = 0 e ¯x ↵ 2 (x ↵ , 1), e risulta f (x) > 0 per x 2 ( 1, 0) [ (¯x ↵ , 1), f ↵ (x) < 0 per x 2 (0, ¯x ↵ );

• se ↵ = 1 allora la funzione ammette due zeri, x = 0 e x ↵ , e risulta f (x) > 0 per x 2 ( 1, 1) con x 6= 0 e x 6= x ↵ ;

• se ↵ > 1 la funzione ammette due zeri, x = 0 e ¯x ↵ 2 ( 1, x ↵ ), e risulta f ↵ (x) > 0 per x 2 ( 1, ¯x ↵ ) [ (0, 1), f ↵ (x) < 0 per x 2 (¯x ↵ , 0).

Riguardo alla convessit` a osserviamo che la funzione `e derivabile due volte ( 1, 1) con f 00 (x) = 1

1 x

e dunque risulta convessa in tutto il suo dominio.

(8)

9. Per calcolare il limite lim

x!0

x log(1 + x)

x(e x 1) osserviamo innanzitutto che per x ! 0 risulta e x 1 ⇠ x e quindi che

x lim !0

x log(1 + x) x(e x 1) = lim

x !0

x log(1 + x) x 2

Per calcolare il secondo limite possiamo applicare il Teorema di de l’Hˆ opital, ottenendo

x!0 lim

x log(1 + x) x 2

H = lim

x!0

1 1+x 1 2x = lim

x!0

x

2x(x + 1) = 1 2

Osserviamo che non potevano usare i soli limiti notevoli per tale calcolo dato che da questi ultimi l’unica informazione che avevamo riguardo al numeratore `e che x log(1 + x) = o(x) per x ! 0.

10. Per calcolare il limite lim

x!0

+

q

1 x 2

2

cos x

arcsin x x osserviamo che non sono sufficienti i limiti notevoli, applichiamo quindi il Teorema di de l’Hˆ opital. Abbiamo

x lim !0

+

q

1 x 2

2

cos x arcsin x x

= lim H x !0

+

x 2

q

1

x22

+ sin x

p 1

1 x

2

1 = lim

x !0

+

1 2

x + 2 q

1 x 2

2

sin x

1 p

1 x 2 ·

p 1 x 2 q

1 x 2

2

= lim

x !0

+

1 2

x + 2 q

1 x 2

2

sin x

1 p

1 x 2 essendo q p 1 x

2

1

x22

! 1 per x ! 0. Per calcolare l’ultimo limite potremo applicare di nuovo il Teorema di de l’Hˆ opital oppure osservare che per x ! 0 risulta 1 p

1 x 2x 2

2

mentre x + 2

q

1 x 2

2

sin x = x + 2(1 x 4

2

+ o(x 2 ))(x + o(x)) = x + o(x) ⇠ x quindi

x lim !0

+

1 2

x + 2 q

1 x 2

2

sin x

1 p

1 x 2 = lim

x !0

+

1 2

x

x

2

2

= + 1

11. Calcoliamo il limite lim

x!0

+

x cosh x sin x e x p

3

1 + 3x utilizzando il Teorema di de l’Hˆ opital, osservato che non sono sufficienti i limiti notevoli. Abbiamo

x lim !0

+

x cosh x sin x e x p

3

1 + 3x

= lim H x !0

+

cosh x + x sinh x cos x e x p

3

1

(1+3x)

2

per calcolare l’ultimo limite potremo applicare nuovamente il Teorema di de l’Hˆ opital oppure utilizzare i limiti notevoli osservato che per x ! 0 risulta

cosh x + x sinh x cos x = 1 + x 2

2

+ o(x 2 ) + x(x + o(x)) (1 x 2

2

+ o(x 2 )) = 2x 2 + o(x 2 ) ⇠ x 2 mentre

e x 1

p

3

(1 + 3x) 2 = e x (1 + 3x)

23

= 1 + x + o(x) (1 2x + o(x)) = 3x + o(x) ⇠ x

(9)

da cui

x!0 lim

+

cosh x + x sinh x cos x e x p

3

1

(1+3x)

2

= lim

x!0

+

x 2 3x = 0

12. Come nel precedente esercizio, per calcolare il limite lim

x!0

x log(cos x) e

x2

cosh p

x osserviamo innanzitutto che dai limiti notevoli per x ! 0 risulta x log(cos x) = x log(1 + (cos x 1)) ⇠ x(cos x 1) ⇠ x 2

3

e quindi che

x lim !0

x log(cos x) e

x2

cosh p

x = lim

x !0

x

3

2

e

x2

cosh p x Utilizziamo il Teorema di de l’Hˆ opital per calcolare l’ultimo limite

x lim !0

x

3

2

e

x2

cosh p x

= lim H x !0

3 2 x 2

1

2 e

x2

2 p 1 x sinh p

x = lim

x !0

3x

52

p xe

x2

sinh p

x

Per calcolare l’ultimo limite dovremo applicare nuovamente il Teorema di de l’Hˆ opital ottenendo

x lim !0

3x

52

p xe

x2

sinh p

x

= lim H x !0 3

5 2 x

32

1 2 p

x e

x2

+ p 2 x e

x2

2 p 1

x cosh p

x = lim

x !0

15x 2 e

x2

+ xe

x2

cosh x . Per calcolare tale limite potremo applicare di nuovo il Teorema di de l’Hˆ opital oppure osservare che dai limiti notevoli risulta

e

x2

+ xe

x2

cosh x = 1 + x 2 + o(x) + x(1 + x 2 + o(x)) (1 + x 2 + o(x)) = x + o(x) ⇠ x da cui

x!0 lim

15x 2

e

x2

+ xe

x2

cosh x = 0.

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