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LIMITI ALLA TRASCRIZIONE GIUDIZIARIA

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Academic year: 2022

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LIMITI ALLA TRASCRIZIONE GIUDIZIARIA

Andrea Paoloni

Fondazione Ugo Bordoni pao@fub.it

1. SOMMARIO

Una serie di trascrizioni dubbie presentate in casi penali svoltisi presso la Corte di Assise di Roma, il Tribunale di Reggio Calabria e il Tribunale di Palermo hanno evidenziato l’urgenza di quantificare l’accuratezza di una trascrizione. Obiettivo principale del presente lavoro è valutare la possibilità di fissare una soglia di qualità al di sotto della quale il segnale audio debba essere dichiarato “non trascrivibile”. Poiché i magistrati chiedono spesso ai loro consulenti di trascrivere segnali molto degradati, è divenuto necessario concordare una procedura che consenta di valutare la possibilità o meno di operare con quel tipo di segnale.

La tradizionale misura del rapporto segnale rumore (o meglio segnale/disturbo1) può essere di difficile esecuzione o fornire risultati fuorvianti quando il rumore disturbante è costituito da un altro segnale vocale. Anche la banda passante e il tempo di riverberazione sono parametri assai difficili da valutare. Una soluzione semplice ma efficace consiste nel misurare la dinamica del segnale, magari suddividendolo in opportune bande critiche e dichiarare non trascrivibile un segnale che presenti una dinamica troppo ridotta.

Un’ altra possibile soluzione è quella di eseguire il sonogramma del segnale e basare sulla sua lettura il limite richiesto. Al fine di dare una dimostrazione della difficoltà legate alla trascrizione di segnali molto degradati si è eseguito un esperimento limitato ma significativo. A un gruppo qualificato di esperti è stato chiesto di trascrivere tre brevi segnali (voce A ; voce I ; voce P2) ai quali è stato aggiunto rumore rosa, filtrati in banda telefonica con un riverbero. Gli esperti (12) hanno fornito trascrizioni in parte differenti e in parte eguali e quando successivamente è stato chiesto loro di valutare se le tre trascrizioni seguenti: Voce “A”: Che era stato ammazzato dalla mafia nel settantacinque; Voce “P2”:Il ventidue , ventinove, ventisette;Voce “I”:Quando torni? Quando torno non me lo ricordo; potessero essere o meno le frasi realmente pronunciate hanno risposto SI con le seguenti proporzioni: Voce A (ARABO) 50%, Voce P2 (ITALIANO) 10%, Voce I(Ronzio) 20%.

Ora è necessario specificare che i segnali mascherati erano, per la voce A, una frase in arabo, per la Voce P2:

vorrei sapere il numero di telefono del Signor Scolio e per la voce I un semplice ronzio interrotto a cadenza di sillaba.

Alla luce delle osservazioni sopra elencate, si pone la necessità di normare la valutazione della trascrivibilità del segnale, indicando la tipologia della misura dell’intelligibilità e proponendo una formula o un metodo per verificare la

“verosimiglianza” dei testi trascritti.

2. PREMESSA

Trascrivere i segnali audio frutto di intercettazioni viene considerato un compito che richiede essenzialmente una buona pratica di dattiloscrittura e conseguentemente assegnato a dattilografi e stenotipisti.. Questo assunto è stato messo in discussione quando alle intercettazioni dei segnali telefonici si sono affiancate sempre più frequentemente le intercettazioni ambientali perché il segnale risultava spessori difficile comprensione.

La ragione principale di questa difficoltà è che mentre nelle comunicazioni telefoniche (e in genere in tutte le comunicazioni a distanza) gli interlocutori devono comunicare tra loro con il solo ausilio della voce e pertanto hanno cura di non fare riferimento ad oggetti non visibili o, se ciò avviene, a fornirne la descrizione; tendono a regolare il livello della voce per rendersi reciprocamente udibili, si segnalano eventuali problemi di comunicazione (ripeti, non ho capito, ecc.), nelle intercettazioni ambientali (così vengono chiamate quelle effettuate da un microfono nascosto) tutto ciò non avviene. Inoltre il microfono viene molto spesso piazzato in un angolo poco visibile, ad esempio nella presa del telefono o in una presa di corrente, mascherandolo alla vista ma anche alle onde acustiche, conseguentemente il segnale è soggetto a forti variazioni di livello in funzione della distanza tra il microfono e le persone che parlano, accade che più voci si sovrappongano e che vengano utilizzate informazioni esterne al segnale (vedi questo lo ha detto lui, ecc.).

Un ulteriore problema, nelle trascrizioni delle conversazioni ambientali, è l’attribuzione delle voci. Se ci sono solo due interlocutori e se per un colpo di fortuna, si tratta di un uomo e di una donna, tutto è facile, ma se sono presenti 3 o 4 persone del medesimo sesso è difficile procedere nella trascrizione senza operare una qualche forma di riconoscimento del parlante. Una prima persona parla, e posso indicarla come V1, una seconda risponde (V2), ma il terzo intervento? E’ la risposta di V1 a V2 o un intervento di V3? Se per non incorrere in errori si attribuisce ad ogni frase un simbolo diverso (V1, V2, V3...V128...) la trascrizione diventa incomprensibile e quindi inutilizzabile, se invece si cerca di attribuire, dall’ascolto, ciascuna frase alla voce che l’ha pronunciata, si possono verificare errori di attribuzione.

1 Con il termine generico di disturbo si denotano i rumori eventualmente presenti, le voci di conversazioni che non interessano, le canzoni e qualsiasi suono diverso da quello di interesse.

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I problemi di comprensione delle voci registrate sono legati alla struttura del parlato spontaneo, che non rispetta i canoni della grammatica, all’intelligibilità delle parole, legata principalmente al livello del segnale (o meglio al rapporto tra il livello del segnale ed il livello del rumore) e alla banda passante del canale. Un altro problema è costituito dal dialetto (o lingua) utilizzato dagli interlocutori: nella trascrizione del parlato dialettale si deve “tradurre”

in italiano, fornendo così un testo “diverso” da quello che si ascolta, o trascrivere il dialetto (con tutti i problemi legati alla trascrizione degli stessi) fornendo così un testo spesso incomprensibile ai magistrati preposti alla sua lettura? Un ulteriore problema è rappresentato dai suoni extralinguistici, che possono essere variamente interpretati: apertura e chiusura di porte, movimento di sedie, colpi di tosse, colpi di arma da fuoco, silenzi e loro durata, etc. Anche i tratti che non possono essere trascritti perché incomprensibili, o le pause in una conversazione, inseriscono elementi di incertezza nella ricostruzione della scena acustica. Il fatto che due frasi siano riportate in successione nella pagina induce a postulare una connessione tra i due enunciati; tale connessione può non esistere se le frasi sono separate da altre non trascritte (perché incomprensibili) o da una pausa sufficientemente lunga.

In considerazione delle difficoltà ora genericamente riassunte il compito di effettuare una trascrizione di valore peritale dovrebbe essere affidato a persone tecnicamente preparate e non a semplici dattilografi. Il problema della qualificazione dei trascrittori giudiziari, con la creazione di una figura professionale di trascrittore con adeguato bagaglio di conoscenze, è importante e dovrà essere affrontato, ma il problema che viene delineato nel presente documento è diverso: si tratta di proporre una soglia di intelligibilità del segnale al disotto della quale la trascrizione non debba essere effettuata. Così come l'esame del DNA non è attendibile quando il reperto biologico risulta inquinato, così come il confronto di due impronte richiede un minimo numero di punti identificativi (minutiae), così come nel riconoscimento del parlante si è trovato l'accordo di chiedere almeno 10 s e 10 dB di rapporto segnale rumore per procedere all’identificazione, è necessario stilare un protocollo che limiti la trascrivibilità di un testo quando il segnale non raggiunge determinate condizioni minime di “qualità”.

Oggetto del protocollo dovrebbe essere il metodo con cui valutare l’intelligibilità del segnale e le soglie da superare al fine di poter considerare il segnale stesso trascrivibile; è comunque fondamentale un accordo sull’esistenza di registrazioni non trascrivibili nemmeno dopo un opportuno filtraggio.

3. ALCUNI ESEMPI TRATTI DA CASI REALI

Un primo caso che vogliamo ricordare è relativo ad un procedimento svoltsi presso la Corte di Assise di Roma a seguito di un’indagine sul terrorismo islamico. Sull’indagine e sul successivo processo in Corte d’Assise è stato scritto un libro ”Quindici innocenti terroristi” (Stancanelli 2006). Qui ci limiteremo a ricordare che una delle prove più rilevanti era costituita da intercettazioni ambientali effettuate presso la Moschea di via Gioberti in Roma. Quando si è trattato di confermare il contenuto dei brogliacci dei Carabinieri si è constatato che le trascrizioni erano frammentarie e che la maggior parte del segnale risultava incomprensibile. L’ascolto in aula non dava nessun risultato e la perizia, affidata all’autore del presente articolo, non confermava le ipotesi accusatorie.

Un secondo caso è relativo ad una trascrizione di una intercettazione ambientale, effettuata presso un bar: le voci dei protagonisti erano coperte dal vociare degli altri avventori. La trascrizione del consulente del Pubblico Ministero presentava oltre 2500 parole (attribuite ai tre protagonisti) mentre le trascrizioni della difesa non arrivava a 300. La trascrizione ordinata dal GIP non ha potuto confermare, nemmeno in prima approssimazione, la trascrizione agli atti.

In particolare non risultavano presenti gli otre 200 nomi propri contenuti nella trascrizione accusatoria. Il confronto tra la trascrizione del consulente del PM e le altre prodotte dalla difesa e dal Perito del GIP è quasi impossibile, mancando una precisa temporizzazione.

Un terzo caso è relativo ad una trascrizione di una intercettazione ambientale ordinata dal Tribunale di Palermo.

All’ascolto il segnale risultava a tratti intelligibile a tratti incomprensibile; in uno di questi ultimi il perito ha ritenuto di sentire un Nome e Cognome di un noto personaggio politico. Questo nome non solo non era udibile, ma non si riusciva nemmeno a comprendere in quale tratto del segnale il perito lo ravvisasse. Il perito, in aula, ha dichiarato di non conoscere la fonetica e l’ elaborazione del segnale ma di aver trascritto “ciò che sente”; l’ indagine acustica non ha confermato le sue affermazioni. I tre casi riportati sono un chiaro esempio di come alcuni trascrittori tendano a superare i limiti cercando di percepire, da un segnale inintelligibile, un possibile significato. Il fenomeno è analogo a quello di interpretare le forme delle nuvole come disegni di oggetti noti.

4. UN SEMPLICE ESPERIMENTO

Al fine di dare una dimostrazione della difficoltà legate alla trascrizione di segnali molto degradati e degli errori che ne possono derivare, si è eseguito un esperimento limitato tuttavia significativo.

A un gruppo qualificato di esperti è stato chiesto di trascrivere tre brevi segnali:

voce I voce P2

voce A

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I segnali erano, per la voce A, una frase in arabo, per la Voce P2 una frase in italiano (vorrei sapere il numero di telefono del Signor Scolio ) e per la voce I una voce artificiale realizzata a partire da un semplice ronzio interrotto a cadenza di sillaba. Ai segnali di tutte le tre frasi è stato aggiunto rumore rosa e un limitato riverbero; inoltre sono stati filtrati in banda telefonica.

Gli esperti (12) invitati a produrre comunque una interpretazione, hanno fornito trascrizioni in parte differenti e in parte eguali riportate nelle tabelle I, II e III.

1. Tabella I – Voce araba (A)

1. E(rt)O ? (sto a Maza[ra]/ sto ammazza’) (c’ho ‘na [macchina]) (e si fa così)

2. fiera a Mazzano ci sarà un assaggio vendita bottiglie 3. (se era no) abbastanza - sarà (inc.) e sarà per tutti 4. Sera……..stamo qua…..c’era un assaggio

5. ………ammazzato……sarà un assaggio

2. 6. Che era stato ammazzato dal…nel settantacinque 3. 7. …..ammazzato….

8. ..abbastanza..c’era una radio…che non ci faceva capì 9. Che ora sto a Mazzà .zona che ci passa il…

10. Dove era stata ammazzata vicino a una radio…nella zona di Tivoli 11. Vera…ammazzate ..tene vai tu…na bottiglia

12. ………..

Sulla base delle risposte ricevute è stato chiesto loro successivamente di valutare se le tre trascrizioni seguenti: Voce

“A”: Che era stato ammazzato dalla mafia nel settantacinque; Voce “I”:Quando torni? Quando torno non me lo ricordo; Voce “P2”:Il ventidue, ventinove, ventisette; potessero essere o meno le frasi realmente pronunciate. Gli esperti hanno risposto SI con le seguenti proporzioni:

Voce A (ARABO) 50%

Voce P2 (ITALIANO) 10%

Voce I (VOCE ARTIFICIALE) 20%

4. Tabella II - Voce artificiale (I)

1. No (non lo [voglio/so]) (non lo voglio) (non lo voglio) 2. ah sì? quando torni? quando torno? l'anno prossimo 3. no non lo so - (si!) no non me lo sogno

4. Senti, senti un po’ ..due parole..in magazzino..

5. …..quando torni?…quando torno non lo so…

6. ……….non me le ricordo

7. Quale? Non mi ricordu, non mi ricordu, non mi ricordu 8. ………..un nuovo sogno

9. Quando torni? L’anno prossimo ad agosto.

10. Poi ..un’altra cosa. Cosa vuoi non me la porta

11. Quando, quando torni, quando torni. Non me lo ricordo 12. …….

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5. Tab III - Lingua italiana (P) 1. (stammi bene/Gianni Bella)

2. non ci credo famiglia "do..."

3. il ventidue ventinove ventisette 4. Lo senti….c’è Stefano? c’è Stefano……

5. ……..microfono…..

6. ………..;…………, ventisette

7. ……….

8. ………

9. non sento il motore…

10. Appaltatore..sempre in regola…senza una macchia 11. Lo senti fuori…lo senti dopo

12. Vorrei sapere dove (o come) si trova

Nella Tab. IV sono riportate le percentuali per le tre risposte possibili: la trascrizione è confermata, non può essere né confermarla né smentirla, la trascrizione non è accettabile.

Tab. IV – valutazione soggettiva dell’attendibilità

ATTENDIBILITA'

0 10 20 30 40 50 60 70

Voce "A" Voce"P2" Voce I

TIPO DI SEGNALE

% risposte A

B C

5. RESTAURO DEL SEGNALE (FILTRAGGIO)

Quando il segnale registrato risulta totalmente o parzialmente incomprensibile, al perito trascrittore viene chiesto di operare, in prima persona o con l'aiuto di altri esperti, il filtraggio necessario a “pulire” il segnale e renderlo intelligibile. Tuttavia è ben noto agli esperti che le operazioni filtraggio assai di rado riescono ad incrementare in modo significativo la intelligibilità del segnale. E’ necessario definire con precisione quando e in che misura tale miglioramento può avvenire. In molti casi può apparire che l’uso di una opportuna sequenza di filtri, tra i quali spesso è presente un filtro adattivo, possa ridurre grandemente il rumore, e questo è certamente vero. Spesso però alla

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riduzione del rumore non corrisponde un incremento della intelligibilità. In tal caso il filtraggio può essere utile a ridurre la fatica del trascrittore ma non a rendere comprensibile un suono che non lo è.

Inoltre è opportuno valutare quali rischi di alterazione del segnale possano introdurre alcune tipologie di elaborazione, con particolare riferimento alla variazione della velocità di riproduzione del segnale e al filtraggio con parametri variabili nel tempo intendendo con questo termine un elaborazione del segnale che utilizza parametri diversi in zone diverse ottimizzando i parametri in funzione di una possibile interpretazione. Si può arrivare a una vera e propria operazione di “morfing” volta ad ottenere proprio il “suono” desiderato.

Inoltre, poiché come è a tutti noto l’operazione di “pulitura” non comporta l’alterazione della copia di partenza, il filtraggio deve essere accuratamente documentato in modo che possa essere riprodotto da altri esperti. In caso contrario si può legittimamente sospettare che il segnale ottenuto sia il prodotto una manipolazione.

6. TRASCRIZIONE DEI NOMI

E’ cosa nota in ambito forense che i trascrittori vengono a conoscenza, prima di operare, dei nomi propri di persona o di luogo che potrebbero essere presenti nella loro trascrizione. Normalmente questi nomi sono contenuti nei verbali della polizia giudiziaria o nei brogliacci della stessa; in alcuni casi i nomi vengono esplicitamente suggeriti dal magistrato. Quando i nomi non sono noti al trascrittore nella gran maggioranza dei casi vengono trascritti in modo errato. Questa situazione, pur essendo nota, viene sottovalutata e non è resa esplicita nella relazione che accompagna la consulenza. Si suggerisce, se non vi sono soluzioni migliori, o se non si sia in presenza di un quesito esplicito, di indicare a chiare lettere, nella relazione che dovrebbe accompagnare ogni trascrizione, che i nomi sono stati identificati solo dopo averne avuta preventiva contezza.

7. VALUTAZIONE DELL’INTELLIGIBILITÀ E LIMITI ALLA TRASCRIZIONE

Obiettivo principale della presente memoria è definire una modalità per misurare l’intelligibilità del segnale e fissare una soglia al di sotto della quale il segnale debba essere dichiarato “non trascrivibile”.

Poiché i magistrati chiedono spesso ai loro consulenti di trascrivere segnali anche anche molto degradati, è divenuto necessario concordare una qualche modalità per oggettivare l'impossibilità di operare con segnali di quel tipo.

Ma quali le ragioni che rendono inintelligibile il segnale? Nel caso delle registrazioni ambientali, che rappresentano la quasi totalità dei segnali non trascrivibili o difficilmente trascrivibili, il problema risiede principalmente nella captazione del segnale nel senso che il segale non viene captato correttamente dal microfono. Infatti la posizione del microfono rispetto alla sorgente di interesse nelle intercettazioni ambientali non può essere controllata e conseguentemente, anche a causa della limitata dinamica del registratore, il segnale può trovarsi a tratti sotto soglia. In particolare non vengono registrate le consonanti che, come è noto, hanno un energia compresa tra un decimo ed un centesimo di quella delle vocali. Le consonanti però portano in se il contenuto informativo del messaggio e i suoni vocalici che eventualmente ancora percepiamo permettono solo di comprendere che qualcuno dice qualcosa. Questa è la situazione nella quale spesso si “inventano” frasi, in quanto le vocali, separate da silenzi e/o da rumori, possono essere assonanti con vari possibili enunciati.

La tradizionale misura del rapporto segnale rumore può essere di difficile esecuzione o fornire risultati fuorvianti quando il rumore disturbante è costituito da un altro segnale vocale. Anche la banda passante e il tempo di riverberazione dell’ambiente sono assai difficili da valutare.

La soluzione più ovvia sembrerebbe quella di affidare la trascrizione a 5 esperti e valutare il risultato sulla base delle coincidenze. Ad esempio il risultato sarebbe “certo” se tutti e 5 proponessero lo stesso testo, quasi certo (80%) se 4 convergessero e così via. Questo metodo però presta il fianco ad importanti obiezioni: è molto costoso (5 volte rispetto all’impiego di un solo esperto); è difficile confrontare i testi prodotti, in quanto possono sussistere differenze piccole ma sostanziali; è difficile, se non impossibile, garantire che gli esperti non comunichino tra loro; quest’ultima prescrizione inoltre potrebbe contrastare con le leggi della procedura penale che regolano la perizia, in quanto l’esperto non potrebbe comunicare a nessuno il suo testo sino al termine del lavoro. Inoltre l’esperimento da noi effettuato sembra suggerire la possibilità che la coincidenza di interpretazioni da parte di soggetti diversi non garantisca l’attendibilità del risultato.

Una possibile soluzione è quella di eseguire il sonogramma del segnale e basare sulla sua lettura il limite richiesto. Si potrà procedere a trascrizione solo quando possano essere chiaramente identificabili almeno il (90%) delle vocali e il (50%) delle consonanti del tratto da trascrivere. Naturalmente i valori qui proposti dovranno essere confortati da un congruo numero di valutazioni basate sulla misura di intelligibilità di un segnale noto.

Una ulteriore possibilità è misurare il mascheramento nelle diverse bande critiche al fine di calcolare la percentuale di intelligibilità ottenibile.

Identificato in qualche modo un criterio per definire non trascrivibile un tratto di segnale audio sarà opportuno valutare quale percentuale di non trascrivibilità renda incomprensibile, e quindi non utilizzabile a fini giudiziari, l'intera registrazione.

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Per chiarire meglio questo concetto diremo che, poiché le intercettazioni ambientali possono presentare tratti con una livelli di intelligibilità significativamente diversi, può accadere che di 10 minuti di intercettazione solamente cinque siano intelligibili. È a questo punto importante evidenziare la differenza tra il caso in cui i 5 minuti intelligibili siano contigui, ad esempio i primi 5 minuti, ovvero vi sia una casuale alternanza di tratti intelligibili e non intelligibili. In questo secondo caso la intera registrazione dovrebbe essere dichiarata “non trascrivibile” in quanto il senso di un discorso può essere completamente travisato cancellando a caso il 50% delle parole.

8. POSSIBILE PROTOCOLLO

Alla luce delle osservazioni sopra descritte proponiamo il seguente protocollo da utilizzarsi nel caso di trascrizione in forma peritale di una registrazione ambientale:

1. Consegnare, insieme con la trascrizione, una relazione tecnica che riporti dati sulla qualità del segnale, sulle modalità utilizzate per l’eventuale filtraggio e tutte le informazioni disponibili al perito.

2. Trascrivere nella stessa lingua o dialetto che si ascolta, eventualmente fornendo anche una interpretazione in italiano.

3. Dichiarare, nella relazione che accompagna la trascrizione le informazioni pregresse utilizzate per la trascrizione dei nomi.

4. Inserire una legenda, all’inizio di ciascuna trascrizione, con la descrizione della simbologia adottata per segnalare le principali caratteristiche soprasegmentali, per indicare tratti incomprensibili, trascrizioni dubbie ed altro.

5. Temporizzate l’intera trascrizione con intervallo massimo, tra due contrassegni, pari a un minuto primo.

6. Procedere alla trascrizione solo se possono essere chiaramente identificati, nel sonogramma, almeno il 90%

delle vocali e il 50% delle consonanti del tratto in perizia (ovvero se l’intelligibilità stimata superi il 70%).

7. Definire non trascrivibile una intera registrazione se più del 50% della stessa risulta non trascrivibile secondo il criterio di cui al punto precedente.

8. Filtrare, di norma, l’intero file in analisi, non una particolare parte dello stesso.

9. Descrivere accuratamente la procedura di filtraggio in modo da renderla esattamente duplicabile.

10. Definire le condizioni di inutilità del filtraggio, o viceversa casi e tipologie di filtraggio ritenute utili.

9. CONCLUSIONI

Nel presente articolo abbiamo illustrato, con esempi tratti da reali casi giudiziari e attraverso i risultati di un esperimento appositamente progettato, come la trascrizione di segnali audio possa condurre ad errori e fraintendimenti anche assai gravi.

Abbiamo poi proposto alcune soluzioni volte a determinare una soglia al disotto della quale il segnale vocale debba ritenersi non trascrivibile. La soglia dovrà basarsi su opportuni parametri possibilmente oggettivi e di semplice e univoca misurabilità.

La grandezza da misurare è a nostro avviso l’intelligibilità e per valutarla si può partire da misure quali la dinamica del segnale, magari suddivisa in opportune bande critiche, il rapporto segnale rumore o segnale disturbo, la banda passante, il tempo di riverberazione.

Un’ altra possibile soluzione è quella di eseguire il sonogramma del segnale e basare sulla sua lettura il limite richiesto.

E’ poi necessario correlare i dati misurati con l’effettiva intelligibilità del parlato sulla base di esperimenti quali quelli a suo tempo eseguiti nell’ ambito della telefonometria.

Sarebbe infine di grande interesse poter proporre una formula o un metodo per calcolare la “verosimiglianza” dei testi trascritti.

Riteniamo che ulteriori studi siano necessari per giungere alla definizione di un protocollo di misura attraverso il quale stabilire se una trascrizione possa ritenersi attendibile o meno.

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