85 Conclusioni
Gli interessi di cui i consumatori sono portatori, sia in quanto gruppo sociale sia in quanto controparte dell’industria e della distribuzione, fino all’inizio degli anni novanta, erano impliciti in altre politiche comunitarie, come, ad esempio, la concorrenza, l’industria e l’ambiente, ma non ricevevano, di fatto, né un’attenzione specifica né costituivano oggetto di una normativa ad hoc. La peculiarità della protezione dei consumatori è sempre stata quella di essere trasversale a numerose politiche comunitarie. Dal Trattato di Maastricht o dell’Unione Europea in poi, è cresciuta la consapevolezza del ruolo dei consumatori tanto da sviluppare un insieme di strumenti specifici per la loro protezione, in aggiunta a quelli previsti a livello nazionale e nell'intento di completarli con alcuni strumenti comunitari. Nel settore della politica alimentare, in cui gli interessi dei consumatori sono stati subordinati alle esigenze di mercato, è avvenuto un riposizionamento strategico, nel senso della prioritaria considerazione della salute del consumatore e della sicurezza dei prodotti. Dalla prima crisi della “mucca pazza” del 1996 che ha provocato un crollo del consumo di carni bovine in tutta l’Unione Europea, la Commissione ha lavorato tenacemente per riconquistare la fiducia dei consumatori e tutelare la salute pubblica, provvedendo, anzitutto, a riorganizzare i servizi che si occupano della salute dell’uomo sotto il profilo alimentare, separando i servizi incaricati rispettivamente dell’elaborazione dei testi legislativi, della consultazione scientifica e dei controlli, migliorando, inoltre, la trasparenza e la diffusione dell’informazione. È necessario tenere presente che l’Unione Europea è il più grande produttore, importatore e esportatore di prodotti alimentari al mondo e l’industria alimentare,
all’interno dell’Unione, la terza industria per numero di occupati.
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Gli scandali alimentari hanno determinato un atteggiamento sempre più attento ed esigente da parte dei consumatori che chiedono ora maggiori garanzie e la disponibilità di prodotti sicuri, genuini e di qualità. Gli interventi programmati dalla Commissione vanno certamente nella direzione del rafforzamento della materia volendo conferire al corpus delle norme alimentari attualmente vigenti nell’Unione Europea e nei vari Stati membri maggior omogeneità, coerenza organica e efficacia. Emerge un quadro complesso in cui l’informazione di mercato ha un ruolo fondamentale sulle variabili legate allo stile di vita, alle caratteristiche socio-demografiche, alla conoscenza dei principi nutrizionali e alla dieta, e si ha l’obiettivo di comprendere come i differenti patrimoni informativi a disposizione dei diversi consumatori si riflettono sulle scelte di acquisto e consumo di alimenti. Una volta che il consumatore percepisce un rischio per la propria salute, tende persino a interrompere l’acquisto di un dato prodotto, è propenso al passaparola negativo e ripristinarne la fiducia non è facile. Si è potuto inoltre evidenziare, tramite l’interpretazione dei profili emergenti di consumo, un reale interesse nei confronti degli alimenti funzionali ed un costante avvicinamento a questa tipologia di prodotti, anche se in modi e con finalità diverse. Esiste un acquisto mirato da parte di chi, preoccupato per la propria salute, è alla ricerca di alimenti in grado di preservarla o migliorarla; un acquisto consapevole da parte di persone che credono fermamente nei benefici apportati dagli alimenti funzionali ma che solo sporadicamente li integrano nella propria dieta; così come un acquisto completamente occasionale frutto della curiosità suscitata dalla pubblicità, infine la presenza di consumatori completamente disinformati ed inconsapevoli dell’esistenza di tali prodotti, e pertanto non intenzionati ad acquistarli. Quest’ultimo profilo è in grado di determinare il fallimento del mercato e l’arresto degli incentivi per lo
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sviluppo dei prodotti stessi. E’ ragionevole quindi assumere che, se la causa di questo, è l’asimmetria informativa, una migliore informazione e una maggiore trasparenza possano contribuire notevolmente a ridurre gli effetti negativi di tale squilibrio. In questo scenario si è resa necessaria l’azione del legislatore che attraverso l’imposizione di norme chiare e precise, ha contribuito a favorire lo sviluppo di un mercato maggiormente concorrenziale e trasparente. A livello europeo si sta tuttora dibattendo sul tema della chiarezza nelle etichette, cercando di assecondare gli interessi dei vari Paesi membri, il cibo ha filiere alimentari sempre più lunghe, costose, con un grande impatto ambientale, per questo per i consumatori è sempre più
importante sapere da dove arriva un alimento e come viene prodotto.
Informare correttamente il consumatore finale su quello che acquista, oltre a permettere di scegliere in modo consapevole, significa risparmiare in termini di spese sanitarie. Alla luce di quanto rilevato nel presente lavoro, è possibile affermare che l’Unione Europea ha risposto in modo efficace al crescente bisogno di tutela e sicurezza alimentare richiesto dai consumatori europei, adottando una lunga serie di disposizioni, regole e norme in materia alimentare tali da recuperare la fiducia dei consumatori. Risulta, però, fondamentale come tali misure verranno effettivamente implementate, quanto saranno efficaci i controlli e in che misura i singoli Stati membri si
impegneranno in tal senso.