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Diplomatico, Docu m en ti privat i, casso 2, n ° 75 (da S . Sav ino di Piace nza)

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(1)

13 .

PARMA, ARCHIVIO DI STATO

Diplomatico, Docu m en ti privat i, casso 2, n ° 75 (da S . Sav ino di Piace nza)

[1077 ap ril e 30/magg io l (poco prima de l)]

Gregorio [Fontana }, vescovo di Verce lli e cancelliere' [di Enrico I V}, sc rive in punto di morte alla sorella Ade laide demandando le le sue ultim e volontà:

dispone l' afji" ancamento dei suoi se r vi e la suddivisione fra essi di alcune terre, le ribadisce l e condizioni di una precedente donazione a l ll/.onastero d i S. Savino [di Piacen za} e le affida il compito di effettua re un'elemosina per la sua anima de i beni posti a Fontana Pradosa e a S. Giorgio [di Pa rpanese].

O ri gi na le (A), Membrana piu t tosto spessa, b iancastra al recto, p iù scura al verso;

cii forma leggermente trapezo ida le (più stret ta in basso): mm. 410-415 x 253-220; no n riga ta, testo su 14 rr. d isposte seco ndo il lato corto, co n allin ea m ento co m pless iva me n- te b uo no (eccetto i l vistoso déca lage d i r. l, c he potre bbe anc h e esse re in te nzio na le, trovandos i fra intilu lalio e inscriptio), a d istanza non sem p re ugua le, co m presa fra m m . 25 e 15; margi ni irregolari: supe ri ore m m. 5 -17 ( ri spetto all a ter m in az ione d ell e aste), destro mm. 5 -30, in ferio re m m . 90 ca., sinistro in es istente (forse appe na ri fi lato:

cfr. r. 12); inchiostro marrone,

La scrittura, d i unica mano (per cu i cfr. anc he infra), è un a m inu sco la d iplom atica di forme spiccatamente ca nce ll eresc he, da l traccia to fl u ido, c hi arosc urato; è caratte- ri zzata da l notevo le al lun ga m e nto d ell e aste su peri o ri, si nu ose e comp li cate da svo laz- zi nel caso d i f e s; le aste in feri o ri te ndo no a in curvars i; b, d, h, l presen tano picco li ri tocc hi fo rce ll ati; la d è qu as i se m p re diritt a (tra nne c he a r. l quicquid, all ' ini zio di r.

9 e a r. Il da lh an); j; r, s sce nd o no in c ur va ndos i so tto il rigo; m e n h ann o tra ttini d i stacco so lamente pe r l'ultimo tratto; part icolare un a ri corren te

m.

d i fo rma o ncia le, otten uta da l tratteggio d i un a o c ui si aggiun ge un' ulter io re gamba un ci n ata (rr. 1,2,3, 4,5, lO, 11, 12, 13; non se m b ra però trattars i d i vera e p ro pri a litt era notabilior); due s d i tipo m a iusco lo, probab il me nte co n fun zio ne di sti nti va, ne ll a pa ro la m ansos, r. 9. Il d itto ngo è espresso s ia nell a fo rma in n esso

a~

che co n e cedig li ata, la cong iun zio ne et in lega m ento. Poco nu m erose e di tipo com u ne le abbreviazio ni . Le parole so no m o lto be n se pa rate, t ra nn e q ualeh e si n tag ma p reposizio nale. La pun teggiatura, rapp rese nt ata d al pun to ap poggiato o a ppe na so llev at o su l ri go, è abbo ndante, seg u e art icolatame nte la s intass i o è imp iegata co n valo re di stinti vo (pe r ese m p io rr. 1, 4 ); co m e inte rp un zio- ) ne co n clu s iva, all a fi ne del tes to, è usa to un seg no triango lare d i d ue p unti co n v irgo la so ttosta nle (cfr. a nc he in j i "a) . I peri od i co m in cia no se mpre con lettere ma iu sco le, di t ipo ca pi tale, che ev ide nz ian o anche i clu e no mi cie l mi tten te e de ll a destinataria (m a no n g li a ltri); il no m e d i Grego rius all'i n iz io de l testo è i nteramente in mai usco le (di tipo cap ita le e o nc ia le), icle ntico a que ll o de ll a recogn itio ci i u n cl ip loma ci i E nri co IV cie l 3 ap ril e 1077 sc ri tto da ll a stessa man o cleli a lettera (cfr. inFa) ,

Ne l ma rg in e infe ri o re clell a le tte ra s i co nse r va no le tracce di un g rancle sigi llo

ce reo dep erd ito ( incassato, co n co ntros igill o sul ve rso), d el di a metro d i ca. 9 cm., con

a l ce ntro un ' in cisione a c roce cle lia perga m ena. La lettera prese nta du e pi egat ure vert i-

cali , co ntinu e, e a ltrett ante o ri zzonta li , a seg m enti di a ngolat ura a lte rn a : a i fin i del la

(2)

spedizione, dunque, furono ripiegati verso l'interno (rispetto a l recto contenente la scrittura) prima in verticalc i due bordi laterali e quindi in orizzontale il terzo superiore della pergamena e, sopra, quello i nferiore co l sig illo. In effetti l'attrito di quest'ultimo ha lasciato residui di ce ra su l verso d ella prima fascia orizzontale, provocando anche un danneggiamento della membrana più consi stente in questa zona e più lieve ne ll a fascia centrale, protetta dal la sovrapposizione dell'altra . Così ripie gata, la lettera ass u- meva le dimensioni di ca . 14 x 16 cm .

Stato di conservazione sostanzialmente buono. Si registrano fori di un certo rilie- vo alle quattro intersezio ni de lle piegature, nonché lungo la prima piegatura o ri zzonta- le, a due terzi circa (rispetto al re cto); numerosi fore llini nella zona del s igillo e dove ques to ese rcitava frizione a lettera ripiegata (maggiori nella sez ione supe ri ore, minori al centro, cfr. supra). Macchi a in co rri spo ndenza di ego, r. 3.

In a lto a destra s ul recto la numeraz ione a lapis «43» . S ul verso, sempre a lapis, in alto a s ini stra « 1077» e a dest ra « M. III» ; al centro in inchiostro b lu , parzialm ente dentro un retta ngolo, la segnatura « Pr. I 1077, ... I S . Savino - Piacenza» e sotto a lapi s « Docc. Privo n. 75». Ancora sotto, di mano duecentesca: « Priu ilegium offersionis de Fontana I et e iu s pertinentiis [ .. ] Ecclesia sancti GeorGii» (la piccola lacuna corri- sponde a un fore llin o so pra il quale s i intravede un tratto abbreviativo: probabi lm ente cum); p iù in basso, rovesciato, piccoli ss imo, di mano protodu ecentesca: « Fon tana (.)>>.

Timbro del R. Archivio di Stato di Parma. Dent ro il rettangolo centra le defin ito dal sistema di pi egature, di mano settece ntesca, «Gero lomin i di S. Sav in o. I A nno 1077. =»

(fra S. e Savino for se un precedente « lO») e i due rimandi, preceduti da «vide» e da una parentes i gra ffa, «Dg helli Italia Sacra 1'0: 4: pago 775. I Camp i 1'0: 1: ° pago 520.».

Sotto, di mano sece ntesca : «Lettera di Gregorio Vescovo di Vercelli, e Cancel Iliere ad Ade laide s ua So rella, nella quale I le ordina la dispos iti one del la di lui mente, I e par- ticolarmente a favore dell' Abbate di S. Savino Ile ordina d ispo rre quella e lemosina per la di lui I anim a, che pitl le piacerà de ben i del medesimo I posti a Fontana petrosa, ed a S. Giorgio».

* * *

La lettera contiene le ultime vo lontà, dettate in punto di morte e affidate all'ese- cuzione della sorella Adela ide, di Gregorio Fontana, figlio di Burningo, della famiglia piacentina dei Fontana (che traeva il nome dalla località di Fontana Pradosa presso Piacenza), vescovo di Verce lli e cance lliere di Enrico IV (su l pe rso naggio cfr. la voce, non priva di inesa ttezze, di P. Racine in DEI, XLVIII, pp. 691-693). Si osserv i come alcune evidenti caratteristich e confe rite al te sto e a ll a veste fo rm ale dell a lettera (quali l'adozione de lla minu scola diplomatica, la di sposizione della sc rittura secon do il lato corto, l'apposizione de l sig ill o ce reo, l'originaria conc lu sione de l te sto - cfr. infi- a - con una formula di sanctio, rr. 10-11) dichiarino l ' in tenzio ne di imprimerle forza do- cume n taria. Sappiamo che Gregorio venne a morte piuttosto improvvisamente fra il 30 apr ile e il l ° magg io de l 1077, parrebbe a seguito di una caduta da cavall o sull a via da Verona a Roncaglia (cfr. ROI3INSON, Die Chroniken, pp. 264 e 415) . Il s uo decesso è registrato dai due necrologi di Verce lli sotto il l ° maggio (cfr. SAVIO, Piemonte, p. 467;

cfr. anche p. 440; CO L OMBO, I necrologi, p. 198, n O 300), da que ll o di S. Sav in o - monasteru di Piacenza che Gregorio dotò ri ccamente - sotto il 30 apri le (Piacenza, Biblioteca comuna le Passe rin i-Landi, ms. Pall astrelli 16, c. 47v: l'agg iunta è d i mano coeva ed è spec ificato anche l 'anno, il 1077 appunto; cfr. anche NEISKE, Das iiltere, p.

47, n. 92, p. 62, n. 247, p. 67). La lette ra fu dunque scritta immediatament e prima di

108

(3)

questa data. Contribu isce a dare un'idea delle condizioni in cui dovette avvenire la s ua stes ura il fatto che al testo, che terminava ori ginariam ente dopo la formula di sanctio a r. 11, furono fatte per ben due volte altrettante aggi unte (De elernosina-placuerit, rr.

11-13, e hoc est-georgio): per entrambe la stessa mano del resto del testo (a nche se nel secondo caso un po' meno ca ncell eresca, intervenuta forse successivamente con in- chiostro diverso) ha corretto il triplice segno di interp un zione finale ri assorbendo l' ul- timo punto nell 'asta della lette ra seg ue nte.

L'elemosina al monastero di S. Savi no cui il testo accenna (rr. 11-12) corrisponde a una donazione post IIlOrtem che Gregorio aveva fatto l

~8

ge nnaio 1062, cede ndo par- te della curtis familiare di Fontana Pradosa co n la cappe ll a di S. Gregorio; la co ndi zio - ne era che i beni non veni ssero ali e nati, pena il loro trasferimento alla Ch iesa di Pavia (P iacenza, Archi vio di Stato, Osp izi civili, cart. 7, n° 18, ed. CAMPI, Dell'historia, I, pp. 5 17-5 18, nO 94; la clo nazione fu confe rm ata dal vescovo cii Piacenza Dioni gi in pubblico giudiz io il l ° lu gli o 10 65: cfr. MANARESI, I placiti, III.l, n° 418). Il riferimen- to a S. Siro, dunque, è non all 'omonim o monastero piacentino, ma alla chiesa cattedra- le di Pav ia (così già CAMPI, Dell'histor ia, I, p. 520). L'altra donazione pro anirna, di cu i Gregorio incarica l a sorell a (aggiun gendo l'indi caz ione dei beni: a Fontana Prado- sa e a S. Gio rg io) , venn e effettuata cla Acle laid e ancora a favore cii S. Sav in o, con docu- men to, ora perduto, nel qua le agiva in sieme al marito, il conte Wifredo (fig li o ciel fu Ugo conte, di legge aleman nica: questo co nte Wifredo non dev'essere confuso con l'omon im o fratello del vescovo piacentino D ioni gi, figlio del co nte Rodolfo, co me invece ipotizza NE I SKE, Das Ci ltere, p. 62, n. 247; correttament e BOUGARD, Entre Gan- ddfingi, p. 31, n. 82, che propone anche l 'appart enenza del marito di A de laide alla famiglia de i conti cii Sabbioneta) . L'atto cii Ade laid e è ed ito dal CAMP I (Dell'hisforia, I, p. 520, nO 100), che ne sottolin ea il cattivo stato di conservazione e il cui testo, perciò, è assai lac unoso; quanto ai beni che ven iva no donati, Ca mpi arrivava comunque a leg - gere «Pa rpanense cum cape lla una ibi co nstru cta .. . », s tab il endo l' equ iv ale nza con la chi esa cii S . Giorgio menzionata clalla lettera . L'abbi namen to fra S. Giorgio e Parpane- se è sosten uto non so lo da un regesto cieli' Inv entariU/n dei clocumenti di S. Sav in o redatto dal camerari o Ruffino nel 1253 (Piacenza, Bibli oteca comunale Passerini-Lan- cii, ms. Pallastrelli 17, c. 9r [antica numerazione; 8 moderna]: dichiarazione fatta nel

1192 da Opi zone Fo ntana a Ro lando aba te di S. Sav in o, che tutt o c iò che ha in Sancto Georgio de Parpanense lo tiene per feodum cla parte del mo nastero; la testimonianza era nota anche a CAMPI, Dell'historia, I, p. 365, che però la poneva sotto il 1092), ma a nche cla un clocumento conservato in originale, datato 1086 maggio 15 (indizione VIII), co n cui Nigra detta Boniza, di legge romana, figlia ciel fu Domenico e mogli e ciel fu Ari olcl o clo na al monastero di S. Savin o beni a Parpanese, «ibi prope Sancto Georgio», e a Fo ntana Pradosa (Piacenza, Archivio di Stato, Osp izi civili, cart. 7, nO 26).

Il documento con cui A delaide eseg ue la vo lontà del frat ello , donando i beni di

Parpanese, è clatato ab incarnatione 1078 gi ugno 19, indizimle XV; ne l 1078 l 'i ndi zio -

ne era la J, ma gli e leme nti coinciderebbero se fosse usato

)0

stil e pisano. Si potre bbe )

quincli attribuire il documento al 1077, collocandolo me no di clue mes i dopo la mo rte

di Gregorio e non a distanza di piLl di un anno. Esempi di computo pisano a Piacenza,

dove al contrari o s i sare bbe seg uito lo s tile fiorentino (nonché l ' incli zione bedana, che

iniziava il 24 sette mbre: cfr. PALLASTRELLI, Dell'anno [n on vidi]), parrebbe ro attestat i

in piLI cii un' occas ione durante l' XI seco lo. Oltre per ese mpio al documento appena

visto ciel 1086 maggio 15, imI. VIII, si possono citare i casi seg uenti: 1026 g iu gno 24,

incl. VIII (OREI, Le ca rte, II, nO 37, sub a. 1026), 1078 magg io 24, ind. XV (ibid., n °

134, sub a. 1078), 1057 aprile 4, ind. IX, anno X di Enrico III (ibid., nO 99 [cfr. anche

nO 100], sub a. 1056),1048 lu glio 30, incl. XV, anno I di E nrico III (MANi\RESI, I placiti,

(4)

II 1.1 , nO 375, sub a. 1047), 1056 maggio 27, ind. VIII, anno IX di Enri co III

(CAMPI,

Dell'historia , I, n° 89, sub a. 1055) , 1056 dicemb re 3, ind. IX, ann o IX di Enr ico III, VII del vescovo Dionigi (ibi d., n° 90, sub a. 1055; ind. bedana) , 10 81 agosto 4, ind. III (ibid. , nO 101 , sub a. 108 1), 1081 ottobre 3, ind . IV (ib id. , n° 102, sub a. 1081; ind . bedana). È pres umibil e che la lettera sia entrata a far parte de gli arc hivi di S . Sav in o, che ne hanno garantit o la conser vazione, proprio pe rché conseg llata da Ade laide as sie- me al doc um ento co n cui esegui va le dispos izion i di Gregorio.

L a mano del testo è ce rtam ent e quella del cosiddetto Gregor A, che si ritrova in alcuni dipl o mi di Enrico IV riconosc iuti da Gregorio in qualità di canc elli ere (cfr. D.H.IV, III, pp.

LXXIV-LXXV):

probabilmente un cano ni co d i Ve rcelli (cfr.

HOLTZMANN,

Ein iiber- se henes, p. 524; il perso na gg io non sembrerebbe in og ni caso piacentino, a giudicare dalla separazion e degene uredo a r. 7). L' identità, già asserita da

BRESSLAU

(Handbuch, I, p. 45 8 e n. 3 [= Manuale, p. 415 e n. 72 3]) , era stata poi negata eia

HOLTZMANN

(Ein iiberse henes , pp. 52 1, 524), ma dimo strata se nz'a ltro dal confronto col diploma Mila-

110,

Archi vio di S tato, Museo diplomatico, cart. 20 , n° 838 (1077 april e 3, cfr. D.H.IV,

II , nO 29 1).

Copie autentiche: Piacenza, Archivio di Stato, Ospizi civili, cart.

I ,

ni

4- 5 :

due copie, l'una del sec.

XI

di mano di

Iohannes nota rius Sacri Palatii ,

l'altra elel sec.

XII

di mano di

Albericus notarius Sacri Palatii

(dalla precedente).

Edizioni: CAMPI,

Dell 'historia , I,

99,

p.

520;

DREI,

Le ca rte, II,

nO

133,

pp.

294-295;

HOLTZMANN,

Ein iiberseh enes,

p.

526;

SPINELLI,

I Cluniacensi,

p.

71,

n.

43

(parziale).

Riproduzione: HOI;rzMANN,

Ein iibersehenes

(parziale).

Citazioni: CAMPI,

Dell'histo ria, I,

p.

352

(cfr. p.

354);

UGHELLI,

Italia sac ra2, IV,

col.

775;

POGGIALI,

Memo ri e, III ,

pp.

367- 368 ;

SAVIO,

Piemonte,

p.

467;

BRESSLAU,

Handbuch, I,

p.

45 8,

n.

3;

NASALLI ROCCA,

Origine ,

p.

148,

n.

1;

HOLTZMANN,

Ein iibersehenes, pp. 52 1, 524; D.H./V,

nr,

p. LXXV, n.

265;

NEISKE,

Das iiltere,

p.

47,

n.

92; P.

Racine in

DB/, XLVrrr,

p.

693.

110

(5)

I

)

(6)

, /

1) GREGORIVS (.) uercell ensis ep iscapus ac ca nce ll ariu s (. )

Adheleid~

sorori sure (.) quicqu id in exr remo

2)

termino

uit~

(.) Ego soror ca riss ima in f ine

uit~

positus quod ore ad os tibi &

tecum

3) conferre non potui (.) mcis extremis Iitteri s I.l otifica ri prrece pi (.) & quon iam quac1 ego tibi

4) mandarem quod tu libe nte r faceres no n dubitaui C.) libente r ture ca ri tat i ma ndau i (.) Volo C.)

5) itaque & iudico (.) ut tu meo loco & ui ce (.) & iussu meo (.) pro

anim~ me~

&

parentul11 nostro

rum"

6) reme di o (.) ut fil ilpn gozolini & suos

h~redes

(.) & fili os & fili as urseti & eorum hreredes (.) & fil ios

7) & fili as iO !1 annis (.) & alteriu s ioha nnis (.) & eo rum

h~redes

de gene uredo

h (.)

&

a lios o mnes qui adh uc sunt

8) mei iuri s (.) li beros fac ias (.) & omn i lib ertate ita donentu r (.) ut sub nulliu s se nlÌ - tu tis ui ncu lo

9) dei nce ps teneantu r (.) Insllp er

1I010

& iuc1 ico (.) lIt tres m<;lrySoS de te rra me i iuris

& praprietatis

lO) i nter eos di uida s (.) secundum quad ti bi meliu s ui sum fuerit (.) S iquis autem ha nc meam uoluntatem

11 ) fr ege rit (.) s icut dath an & hab iron anathe ma sit ( ;.)C De e le mos in a uero qu al'l1 ego fec i

~ecclesire

sancti

12) sauini ( .)

pr~cipio

tibi (.) ut si abbas de mensa fratrum abstul erit (.) ueni at mox in pro pri etatem sancti s iri (.) S imiliter

13) uolo ut co nstitu as (.) de ele mosin a qu am tibi pro me facere plac ue ri t (; .)<1 hoc est de hoc quoc1

hab~o

in fo ntana

14) petrosa (.) & in sanct o georgio (;. )

(S I D)

" La prima

r

corretta sul tratto iniziale di lettera tonda, forse

o.

b degene uredo nell'originale.

' Il secondo punto è stato riassorbito nell'asta della seguente D (cfr. introduzione).

~ Il secondo punto è stato riassorbito nell'asta della seguente Il; tutta la frase successiva, sino alla fine del testo, è stata aggiunta dalla stessa mano in scrittura meno marcatamente cancelleresca, forse in un secondo tempo con inchiostro diverso (cfr. introduzione),

112

(7)

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(9)

Gregorius

l

Ve rcellens is episcopus ac cancellarius Ad heleidae

2

sorori suae quicquid in extremo termino vitae. Ego, so ror carissima, in fine vitae positus, quoc\ o re ad os tibi ·et tecum conferrc non potui, meis extremis litteris n otificari praecepi et, quoniam, quod ego tibi mandarem, quod tu libenter faeeres non dubitavi, Iibenter tuae caritati manda- vi. Vo lo itaque et iudie o ut tu meo loeo et vice et iussu meo pro animae meae et paren- tum nostrorum remedio, ut filium Gozolini

3

et suos haeredes, et filios et filias Urseti

4

et eorum haeredes, et filios et filias Iohannis,5 et alterius Iohannis,6 et eorum haeredes de Genevredo,7 et alios omnes qui adhue sunt mei iuri s, li beros facias et omni libertate ita donentur ut s ub nullius se rvituti s vineulo deineeps ten eantu r. Insuper volo et iudieo ut tres mansos de terra mei iuris et proprietatis inter eos dividas secundum quod tibi melius visum fue rit. Si quis autem hane m eam volun tatem fregerit, s ieut Dathan et Habiron anathema sit. De elemos ina vero quam ego feci aecc\esiae Sancti Savini

8

prae- eipio tibi ut, si abbas d e mensa fratrum abstulerit, veniat mo x in proprietatem Saneti S iri Y Sim iliter volo ut eonstituas de elemo sina quam ti bi pro me facere plaeuerit, hoc est de hoc quod habeo in Fontana Petrosa

lO

et in Sa ncto Georgio .

11

G.A.

l

Grego

ri

o Fontana, di famiglia piacentina, vescovo di Vercelli da dopo il 4 magg io 1041-1044 (cfr.

SAVIO, ~ieIllOllle,

jl.

466) e cance

lli.ere

di E~1rico.

IV dal 27. se

ttembre. 1?63

(cfr..D.H.IV,

IlI, pp. LXXJI- LXXV) 11110 all a morte avvenuta fra

il

30 apnle e

il

I

O

maggio 1077 (cfr. IIltroduzlOne). I

2

Documentata dalla donazione, ora perduta, con cui esegue

le

ultime volontà del fratel

lo (cfr.

introduzione e SPINELL!,

I Cllllliacellsi,

pp. 70-74, ma con

imprecisioni).

3

Personaggi non identificabili.

4

Personaggi non identificabili.

5

Personaggi non identificabili.

r.

Personaggi non identificabili.

7

L'attuale Zenevredo nell'Oltrepò pavese.

K

Il monastero di S.

Sav

ino di Piaeenza (cfr. introduzione).

9

La chiesa ca ttedrale di Pavia (cfr.

introduzione).

lO

L'attuale Fontana Pradosa in provincia di Piacenza (cfr. introduzione)

.

11

Toponimo

sco

mparso presso

l'attuale Parpancse

nell'Oltrepò pavese (cfr. introd uzione).

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