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La metodologia seguita viene riassunta nella Figura 127.

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10 Conclusioni

L’obiettivo finale del presente lavoro, come già esposto nei capitoli precedenti, è quello di delineare una procedura che integri le analisi geologiche, sia di terreno che di laboratorio, con la modellizzazione numerica, in modo da ottenere una valutazione dell’impatto ambientale generato dall’emissione di amianto in atmosfera.

Tale procedura nasce dall’evidente inadeguatezza della normativa in vigore e dall’esigenza di conoscere approfonditamente gli ambienti che possono costituire un rischio, in seguito a perturbazioni di carattere ambientale o antropico, in presenza di recettori sensibili.

La metodologia seguita viene riassunta nella Figura 127.

Figura 127 - Metodologia elaborata per la valutazione dell'impatto ambientale generato dalla liberazione delle fibre di amianto

Tale metodologia può essere suddivisa in tre fasi.

La prima fase è finalizzata all’identificazione ed alla quantificazione preliminare dei minerali fibrosi in ammassi rocciosi, si può sintetizzare in due steps:

• Analisi di terreno:

o individuazione dei litotipi,

o individuazione delle fasi fibrose alla mesoscala,

o misurazione della giacitura degli elementi presenti,

o campionamento rappresentativo.

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• Analisi di laboratorio:

o microscopia ottica;

o difrattometria a raggi X;

o indice di rilascio.

Tali analisi hanno evidenziato la presenza di tre litotipi:

• Gabbri;

• Basalti;

• Peridotiti.

Tramite la microscopia ottica e la difrattometria a raggi X è stata evidenziata la presenza di materiale fibroso sia da serpentino, nelle peridotiti e nel basalto, che da anfibolo, nei gabbri.

La seconda fase prevede l’interconnessione dei risultati ottenuti con le analisi di laboratorio e di terreno con la modellistica numerica, in modo da realizzare un approccio integrato che permetta la valutazione dell’impatto ambientale che si avrebbe nell’ipotetico caso in cui venissero avviati dei lavori di estrazione di materiale contenente amianto sui giacimenti individuati.

La terza fase permette di ottenere dei risultati che mostrino la dispersione delle fibre di amianto in atmosfera ed il loro accumulo al suolo, cosi da individuare delle aree di pericolosità suddivise sulla base della concentrazione delle fibre.

Da quanto è emerso è possibile affermare che un approccio integrato per il supporto e la valutazione dell’impatto ambientale risulta essere indispensabile per la corretta gestione e pianificazione territoriale di aree che possono contenere minerali fibrosi del gruppo dell’amianto.

Le analisi di terreno permettono una caratterizzazione preliminare, dal punto di vista geologico, delle aree che presentano affioramenti di roccia contenente minerali classificati come amianti.

Le analisi di laboratorio permettono l’identificazione e la quantificazione delle fibre presenti nell’affioramento.

La modellizzazione permette la simulazione e la creazione degli scenari futuri che si

potrebbero verificare nell’eventualità che le aree siano interessate da interventi

antropici che comportino movimentazione delle rocce.

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