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Tale attività viene svolta attraverso l’applicazione del modello di analisi del tessuto causale che, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, da la possibilità di identificare la redditività operativa dell’azienda

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Academic year: 2021

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1. APPLICAZIONE DEL MODELLO DI ANALISI DEL TESSUTO CAUSALE DELLA REDDITIVITÀ OPERATIVA A SOFIDEL S.p.A.

L’obiettivo di questa analisi risiede nel determinare le variabili rilevanti che vanno ad influenzare il reddito operativo, e le conseguenze su quest’ultimo al modificarsi delle variabili stesse. Tale attività viene svolta attraverso l’applicazione del modello di analisi del tessuto causale che, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, da la possibilità di identificare la redditività operativa dell’azienda. E’ stato già precedentemente specificato come la focalizzazione si sia basata sulla parte di modello che identifica le variabili del reddito operativo e non quelle del capitale investito, pertanto, l’analisi del capitale investito potrebbe essere oggetto di un’elaborazione successiva rispetto a quella trattata in questa tesi.

La scelta di avvalersi di Sofidel come soggetto per l’applicazione del modello è stata dettata in primis dal ruolo di leader che l’azienda svolge nel settore cartario e nello specifico in quello di produzione di carte ad uso domestico, igienico e sanitario; e, in secondo luogo, da una volontà di approfondire le dinamiche dell’azienda a seguito di un’esperienza di internship in un’azienda del gruppo (Intertissue Ltd) e dalla successiva disponibilità di Sofidel nel poter programmare incontri mirati per l’elaborazione e la discussione del modello di analisi.

La definizione del processo di studio ha visto il susseguirsi di precisi step al fine di redigere un chiaro elaborato.

Tale processo ha inoltre incontrato non poche problematiche, relative principalmente alla reperibilità dei dati specifici e soprattutto all’identificazione del perimetro di analisi; perimetro inteso sia dal punto di vista dell’estensione, ovvero se far riferimento all’intero gruppo o un’azienda specifica del gruppo, sia dal punto di vista geografico in quanto Sofidel, come descritto nel capitolo riguardante la sua storia, opera in ben due continenti. Altra problematica ha riguardato il dettaglio di analisi, ovvero il grado di profondità delle variabili prese a riferimento.

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Il primo step intrapreso è stato quindi quello di andare a definire il perimetro di azione ed il taglio societario. Dopo un’attenta analisi di pro e contro e poiché lo scopo dell’elaborato non risiede nel dare una fedele rappresentazione dell’azienda ma anzi si sostanzia nel capire come il modello di simulazione si compone e come i vari elementi impattato sulla redditività operativa dell’azienda, si è deciso di concentrarsi ad un area geografica limitata, l’Italia e nello specifico l’azienda Soffass.

La storia di Soffass è stata accuratamente illustrata nel capitolo dedicato alla storia di Sofidel, ai fini di completezza e richiamo alle caratteristiche della società è possibile utilizzare la descrizione fornita all’interno del sito ufficiale;

“Soffass produce bobine in carta tissue e realizza prodotti finiti per il mercato nazionale del Consumer con il marchio Regina”.1

Peculiarità di Soffass ed ulteriore caratteristica che ha stimolato l’interesse a concentrarvi il focus risiede nel fatto che l’attività di produzione riguarda in gran parte (circa il 50%) prodotti destinati al business “brand” Italia, limitando così le operazioni intercompany2, nello specifico nella nostra osservazione si fa riferimento a Regina Italia. All’interno del mondo Sofidel il segmento brand - Italia coincide quindi con Soffass.

Dopo aver definito l’area di analisi, che quindi è possibile riassume come:

Soffass - brand Italia - Regina, l’attenzione si è concentrata sui dati da prendere a riferimento. Per rispetto delle normative aziendali sulla privacy i dati sono stati modificati in base a determinati parametri, cambiandone quindi il valore assoluto ma non la sostanza e ribadendo che lo scopo dell’elaborato non risiede nell’interpretare o rappresentare la fotografia dell’andamento aziendale ma anzi, dimostrare, grazie alla costruzione del modello di analisi del tessuto causale, quali sono le determinanti del reddito operativo e come, tramite tale strumento, si riescano ad evidenziare gli elementi di maggior impatto per la redditività operativa aziendale.

1 http://www.sofidel.com/it/gruppo-sofidel/sofidel-nel-mondo/soffass

2 operazioni infragruppo

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I dati di riferimento sono stati estrapolati da software aziendali quali SAP BW (business warehouse)3 e report aziendali, riportati successivamente su appositi fogli di lavoro Excel.

Il passo successivo è stato quello di determinare il dettaglio dell’osservazione, cioè quale sarebbe dovuto essere il grado di scorporazione delle varie determinanti nelle singole variabili che ne influenzano l’andamento. Al fine di rendere comprensibile e chiara l’analisi, ma non per questo poco attendibile ed affidabile, è stato deciso che all’interno del conto economico, costruito mettendo in evidenza una separazione tra costi fissi e costi variabili, non ci saremmo addentrati nei ricavi di vendita se non facendo riferimento ai ricavi per singolo prodotto. Mentre, per i costi variabili, al fine di una più corretta comprensione si è deciso, oltre di determinate le singole voci di costo per ogni singolo prodotto, di determinare anche le variabili che influenzano tali voci. Ad esempio il costo dell’energia è stato “esaminato” mettendo in risalto le singole variabili che lo compongono e che sono risultate essere il costo orario dell’energia (espresso in Kw/h), il driver dell’energia, cioè la quantità stimata di kilowatt assimilabili dalla linea in un’ora di lavoro, e la produttività di ogni singola linea.

Per quanto riguarda i costi fissi si è anche qui deciso, come per i ricavi, di identificare solo i valori da attribuire ad ogni singolo prodotto.

Dopo aver definito i vincoli inziali per la costruzione del modello di analisi del tessuto causale si è proceduto alla costruzione del conto economico mettendo in evidenza costi variabili e costi fissi.

Il conto economico evidenzia le voci di costo andando ad identificare tutto l’insieme di prodotti realizzati da Soffass per il business brand Italia, è importante specificare che per alcuni di essi si prevede la realizzazione del prodotto internamente e quindi avremo sotto la sezione “tipo valorizzazione” la voce “make”, mentre per altri il prodotto viene acquistato all’esterno e quindi si

3 SAP BW = soluzione principale di SAP per la Data Warehouse, dove per Data Warehouse si intende "magazzino di dati"), ossia un archivio informatico contenente i dati di un'organizzazione, progettati per consentire di produrre facilmente analisi e relazioni utili a fini decisionali-aziendali.

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avrà, in questo caso, sotto la voce “tipo valorizzazione” la denominazione “buy”;

in quest’ultimo caso spetterà all’azienda l’attività di sola commercializzazione.

Di seguito si riporta la struttura del conto economico:

l’asse orizzontale è stato suddiviso in sezioni per andare ad identificare le singole voci di ricavo e di costo, mentre l’asse verticale presenta l’elenco di tutti i prodotti realizzati da Soffass per il segmento brand Italia nonché i risultati totali di ogni singola voce orizzontale.

L’asse orizzontale è così di seguito composto:

Valorizzazione, descrizione, quantità e ricavi.

La porzione sopra evidenziata comprende nella prima colonna il tipo di valorizzazione; che, come spiegato in precedenza, in base alla realizzazione interna o meno del prodotto che verrà successivamente commercializzato, avrà come voce di riferimento “make” o “buy”. L’impatto della valorizzazione sarà ben visibile successivamente quando verrà illustrata la porzione relativa ai costi variabili e le singole voci di costo dei rispettivi prodotti.

Nella seconda colonna si fa riferimento al materiale, altro non è che la lista dei prodotti realizzati da Soffass per il segmento brand Italia sotto forma di codice prodotto/nome prodotto.

A seguire si ha la colonna relativa al numero di tonnellate vendute per ogni singolo prodotto, non si identificano quindi le quantità prodotte; anche se hai fini del nostro modello si è ipotizzato che le quantità prodotte fossero tutti interamente vendute. Inoltre le tonnellate vendute si sviluppano su due colonne, una prima colonna rappresenta il valore originario, la seconda il valore simulato,

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apportando incrementi o decrementi percentuali sui valori originali, per lo sviluppo della simulazione.

Risulta importante comprendere ed avere chiaro l’aggregato del 3X Net (“Triple net”) che comprende i valori delle colonne precedenti ovvero “prezzo netto”,

“Spese unitarie Promozionali”, “percentuale promozionali”.

Nella logica aziendale infatti si ha il prezzo lordo, ovvero il prezzo di listino che diminuito di eventuali sconti ed abbuoni, definiti sconti riga, permette di ottenere il prezzo netto. Nello specifico si definiscono riga poiché fanno riferimento esclusivamente ad ogni singola posizione dell’ordine, cioè ad ogni prodotto presente nell’ordine. Successivamente all’interno della fattura sono presenti altri sconti come sconto di trasporto e sconto per il pagamento i quali sono applicabili sul totale della fattura e non sulle singole voci dell’ordine.

Lo sconto di trasporto si applica quando ad esempio, simulando di svolgere il ruolo di venditore, viene stipulato un accordo con il compratore che il trasporto sarà a suo carico. Lo sconto di pagamento si ha ad esempio quando l’acquirente che contrattualmente ha una tempistica di pagamento a 90 giorni, paga a 60 giorni, quindi in anticipo.

Il “prezzo netto”, al netto delle voci di sconto sopra citate è pari al “prezzo netto netto”.

Oltre alle voci di sconto sopra citate (sconti riga, sconti di trasporto, sconti di pagamento) definite “dentro fattura” vi sono altre tipologie definite “off invoice”

(letteralmente “fuori fattura”) ed i promozionali.

Gli sconti off invoice prevedono l’emissione di una nota di credito alla fine dell’esercizio, al raggiungimento, da parte del distributore, di particolari obiettivi prestabiliti. Vi è quindi una prima fatturazione da parte del venditore al distributore per l’ammontare totale di prodotti che verranno commercializzati e successivamente al raggiungimento di determinati obiettivi da parte del distributore, sempre il venditore provvederà all’emissione di una nota di credito.

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I promozionali prevedono invece una ulteriore fattura emessa dal distributore al venditore contro il corrispettivo di determinati servizi.

Sconti “off invoice” e “promozionali” possono essere a loro volta suddivisi in fissi e variabili.

Sconti “off invoice”:

• Fissi: si stabilisce con il distributore che al raggiungimento di un determinato obiettivo verrà emessa a suo favore una nota di credito dal valore, ipotetico, di 10.000 Euro.

• Variabili: Si stabilisce con il distributore che al raggiungimento di un determinato obiettivo verrà emessa a suo favore una nota di credito pari al 2% del fatturato.

Promozionali:

• Fissi: Il corrispettivo richiesto dal distributore a fronte di servizi erogati sarà rappresentato da una somma di denaro prestabilita, ad esempio 10.000 Euro. Esempio di promozionale fisso è il cosiddetto “listing fees”

• Variabili: Il corrispettivo richiesto dal distributore a fronte di servizi erogati sarà rappresentato da una somma di denaro, che ad esempio potrà essere una data percentuale (2%) sul fatturato conseguito.

All’interno della categoria dei promozionali fissi, come abbiamo visto, risiedono i cosiddetti “listing fees”. Essi prevedono il pagamento di una tassa (dall’inglese fee) al distributore per l’entrata di un nuovo prodotto sul mercato e quindi per il posizionamento di tale prodotto sullo scaffale. L’importo della tassa varia in base al posizionamento del prodotto all’interno dello store, a quale posizione occupa sullo scaffale e alla tipologia e caratteristiche del prodotto stesso.

Il listing può essere:

• IN&OUT: il venditore si accorda con il distributore per far si che il suo prodotto venga posizionato in store per un certo periodo di tempo.

• Referenziato: il venditore si accorda con il distributore per far si che il suo prodotto venga posizionato sullo scaffale in modo standard ovvero non

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più per un certo periodo di tempo ma in modo definitivo. La tassa d’ingresso per un listing referenziato è maggiore di una per un listing IN&OUT

Generalmente per un nuovo prodotto, per cui non si conosce l’effettivo andamento futuro, si preferisce inizialmente procedere ad un posizionamento IN&OUT e successivamente se il prodotto sarà remunerativo sia per l’azienda che per il distributore si procederà ad un posizionamento referenziato.

In conclusione è possibile affermare che il 3X net “Triplo netto” è dato dal 2X Net “netto netto” al netto delle spese promozionali e degli sconti fuori fattura. A sua volta il 2X Net “netto netto” è dato dal “prezzo netto” al netto di sconti di trasporto e sconti di pagamento. Infine il “prezzo netto” è la risultante dello prezzo lordo diminuito degli sconti riga.

Prezzo Lordo di listino - sconti riga Prezzo netto - sconto di trasporto - sconto di pagamento

Prezzo netto netto - sconti off invoice

- promozionali 3X Net

Nella nostra analisi la voce “promozionali” comprende l’incidenza del totale dei promozionali e degli sconti off invoice sul prezzo netto netto.

Al fine di svolgere la simulazione si è provveduto a disporre “Prezzo netto” e “%

promozionali” su due colonne. Una prima colonna che andrà ad evidenziare il

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valore originale ed una seconda colonna che andrà ad evidenziare un valore simulato.

La simulazione avviene attraverso apposite caselle che prevedono l’incremento o il decremento attraverso valori percentuali dei singoli elementi:

La colonna che fa riferimento al prezzo netto, vedrà modificate le sue voci in relazione all’incremento o al decremento percentuale della voce “delta prezzo”.

Le colonne che invece fanno riferimento alle percentuali di promozionali ed al costo dei promozionali vedranno modificate le loro voci in base ad un incremento o decremento percentuale della voce “delta promozionali”. Tali cambiamenti nelle variabili, come sarà possibile esaminare nel dettaglio successivamente, avranno effetti sul 3X Net “Triplo Netto” in quanto come specificato in precedenza esso dipende dall’ammontare del 2X Net “netto netto”

e dall’ammontare dei promozionali, che a loro volta sono collegati con la percentuale di promozionali.

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Costi Variabili e margine di contribuzione.

La sezione orizzontale del conto economico prosegue mettendo in evidenza i costi ed in primis i costi variabili, ovvero quella componente dei costi totali che varia al variare delle quantità prodotte.

Le componenti dei costi variabili, fino al margine di contribuzione sono rappresentate all’inizio di questo paragrafo.

Le prime tre colonne fanno riferimento ai cosiddetti costi commerciali ovvero quei costi relativi alle vendite ed alla promozione dell'azienda, infatti è possibile evidenziare nella prima colonna i costi relativi alle provvigioni, e nella seconda i costi relativi all’assicurazione stipulata sui crediti in riferimento ad ogni singolo prodotto. Si evidenzia in questo caso l’importanza data dall’azienda nel tutelarsi difronte ad eventuali creditori insolventi. Per ogni creditore infatti è stabilità un’assicurazione sull’ammontare dei crediti definiti.

Infine si evidenzia la sezione del totale dei costi commerciali.

Altri esempi di costi commerciali, non presenti però nello schema, potrebbero essere:

• Tassa di smaltimento degli imballi, che viene inserita tra i costi commerciali in quanto fa riferimento alle caratteristiche del prodotto, in quanto si va a riciclare l’imballo di polietilene e l’anima in cartone.

• Cash discount: si tratta di un costo semi finanziario ma che viene inserito tra i costi commerciali in quanto prevede il pagamento di una somma di denaro ad un soggetto denominato “collettore” come corrispettivo ad un suo servizio. Il collettore infatti raccoglie gli ordini di vari distributori a lui affiliati e li trasmette all’azienda.

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Ma sono sicuramente le successive voci quelle su cui è importante porre l’attenzione e su cui si andrà a sviluppare maggiormente la simulazione;

troviamo infatti le voci di costo che si riferiscono alla produzione del prodotto e sono le voci di costo con maggior importo nei bilanci delle aziende presenti nel settore cartario.

E’ importante adesso specificare l’entrata in gioco del concetto di valorizzazione.

Il prodotto che avrà un tipo di valorizzazione “make” presenterà tutte le voci di costo esclusa quella relativa al “prezzo d’acquisto” la quale invece fa riferimento a quei prodotti con tipo di valorizzazione “buy”. Come è stato detto in precedenza tale valorizzazione implica l’acquisto del prodotto finito e quindi sono assenti tutte le voci di costi relative alla produzione.

Facendo quindi riferimento al tipo di valorizzazione “make” si hanno:

• Costo carta

• Costo materie prime

• Costo energia

• Costo personale diretto

Le tre voci di costo su cui è importante soffermarci sono il costo della carta, il costo dell’energia ed il costo del personale diretto.

Partendo dal costo della carta è importante specificare che qui non si fa riferimento, come il nome potrebbe indurre a pensare, al costo della cellulosa; ma si fa riferimento al costo di produzione della bobina madre, la componente

“cellulosa” risulta quindi essere, se pur la principale, una voce di costo compresa all’interno del “costo della carta”.

Ai fini della nostra analisi, come si vedrà meglio in seguito, è stato deciso di

“scorporare” tale costo ed evidenziarne le principali componenti avendo quindi la possibilità di comprendere quali potessero essere le conseguenze dei fattori di cambiamento.

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Di seguito la sotto articolazione della voce “costo carta”.

La prima colonna fa riferimento alla tipologia di prodotto realizzato a cui vengono associati il costo della cellulosa (in inglese pulp) e gli altri costi di produzione. All’interno della voce degli altri costi rientrano ad esempio agenti chimici, altri composti necessari per la realizzazione della bobina madre e costo dell’energia; ossia tutti i costi che si sostengono in cartiera.

Il calcolo degli altri costi proviene da una valorizzazione mensile della scheda tecnica.

Il costo della cellulosa e gli altri costi danno vita al “costo totale della carta”, che sarà poi trasposto all’interno del conto economico.

E’ stato prima detto come anche il costo dell’energia ed il costo del personale diretto hanno ruoli importanti nella definizione del reddito operativo.

Per quanto riguarda il costo dell’energia si fa riferimento al costo sostenuto nella fase converting e non in tutta la fase di produzione. Il costo dell’energia della cartiera è compreso, come detto precedentemente, nel “costo della carta”.

Anche in questo caso per comprendere meglio le dinamiche che stanno dietro al valore del costo dell’energia si è deciso di “scorporare” tale voce. Si evidenziano cosi i seguenti elementi:

Nel dettaglio, il driver energia esprime la quantità stimata di kilowatt assimilabili dalla macchina in un’ora di lavoro;

Il costo orario dell’energia rappresenta il costo dell’energia per un ora di lavoro, ed in genere dipende da fattori esterni all’azienda, quindi fattori che l’azienda non riesce a controllare.

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Il costo dell’energia, espresso in Euro/Tonnellate, è la risultante delle relazioni, come vedremo in seguito, che intercorrono tra driver energia, costo orario energia e produttività della linea.

Passando successivamente al costo del personale diretto anch’esso viene

“scorporato” per determinarne le componenti:

Il driver del personale esprime il numero di persone stimate necessarie sulla linea per la realizzazione del prodotto e per lo svolgimento di determinati turni. Tale dato proviene dall’operating office ed è definito facendo riferimento ad assunti di budget e ad un setup della linea, definito in base ad ipotesi di turni da svolgere ed ipotesi di produzione allocata su ogni linea.

Dal punto di vista del soggetto si tiene inoltre conto di ferie ed eventuali malattie, in aggiunta ci si basa anche sulle caratteristiche della linea stessa.

Il dato ottenuto generalmente comprende valori decimali, questo perché uno stesso lavoratore può essere presente su più linee nello stesso turno.

Il costo orario del personale rappresenta quindi il costo presunto di un’ora di lavoro.

Infine il costo del personale diretto, espresso in Euro/Tonnellate è il risultato della relazione tra il presunto numero di persone sulla linea, il costo orario del lavoro e la produttività della linea.

Altro importante elemento che è necessario trattare all’interno del costo dell’energia e del personale diretto riguarda la relazione tra prezzo e quantità. In via semplicistica è possibile identificare il driver dell’energia come il parametro delle quantità, mentre il parametro del costo dell’energia come i prezzi, ponendo la relazione driver dell’energia moltiplicato costo dell’energia come la semplice relazione “prezzo per quantità”. Si può dire che parlando della quantità la si può identificare come quantità “standard” ovvero risultante di un’analisi tecnica.

Sono infatti i tecnici di produzione che definiscono la quantità necessaria di

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energia assorbita dalla linea. Le eventuali efficienze o inefficienze derivanti dalle stime dei tecnici rimangono in capo ad essi, la responsabilità non si espande ad altre aree aziendali.

Non si può invece ragionare in tali termini per quanto riguarda il prezzo inteso come il costo del personale, il quale non è controllabile dall’interno dell’azienda ma anzi può dipendere da eventi o fattori esterni all’azienda.

Volendo suddividere l’azienda in un’area tecnica ed in una commerciale, come detto in precedenza le responsabilità di eventuali efficienze o inefficienze relative alle “quantità” non ricadono sull’area commerciale, ed allo stesso modo le performance dell’area commerciale non ricadono su quella tecnica. Si ottiene quindi una separazione netta di responsabilità tra area tecnica ed area commerciale.

Ultima colonna da descrivere è quella esprimente il costo di trasporto, esso è comprensivo del costo di trasporto su acquisto e costo di trasporto su vendita.

Si ha questa distinzione poiché, a secondo del tipo di valorizzazione “make” o

“buy”, si possono avere due differenti processi di trasporto.

Per il prodotto con tipo di valorizzazione “make” il costo di trasporto è di tipo trasporto su vendita. Il prodotto compie una solo tratta per arrivare a destinazione.

Per quanto riguarda il prodotto con tipo di realizzazione “buy” è possibile avere sia una sola tratta, ma anche una seconda tratta e quindi si differenzia costo di trasporto su acquisto e costo di trasporto su vendita. In questo caso il prodotto nel raggiungere la sua destinazione potrebbe ad esempio essere stoccato in un magazzino intermedio

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Come avvenuto per la sezione dei ricavi, anche per quella dei costi si è provveduto a sviluppare un’attività di simulazione, al fine di identificare l’impatto sul reddito operativo di eventuali cambiamenti.

Nello specifico, come è possibile osservare dalle due immagini precedenti, la simulazione verrà sviluppata su:

• Costo della carta

• Costo delle materie prime

• Costo di trasporto

In dettaglio la simulazione del costo della carta non prende in considerazione il costo totale, ma viene realizzata prendendo a riferimento variazioni positive o negative che possono avvenire sul costo della cellulosa; essendo, come visto in precedenza, il costo che ha maggiore impatto sull’aggregato “costo della carta”.

Di seguito si riporta la sezione relativa alla simulazione del costo della cellulosa (pulp):

Ulteriore simulazione viene poi condotta su costo dell’energia e costo del personale, andando a variare i parametri relativi a:

• Costo orario del personale;

• Costo orario dell’energia;

• Produttività della linea, con possibilità di definire la produttività delle singole linee

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E’ possibile osservare tale variazione di seguito rappresentata:

si è provveduto ad aggiungere infatti, ulteriori colonne identificabili con la voce

“sim”, che sono il risultato del modificarsi dei parametri ad essi stessi collegati, parametri quali:

Variazioni percentuali in “delta produttività”, “delta costo del lavoro”, “delta costo energia” apportano modifiche ai valori riportati nelle colonne “Produttività (simulata)”, “costo orario personale (simulato)”, “costo orario energia (simulato)”; e successivamente a “Costo personale Euro/tonnellata” e “costo energia Euro/Tonnellata”. Come è visibile sopra, è possibile modificare la produttività delle singole linee.

Le colonne “Costo personale Euro/tonnellata” e “costo energia Euro/Tonnellata”

sono inoltre direttamente riportare nell’apposita sezione del conto economico riguardante i costi variabili.

Ultima colonna riportata nella sezione dedicata ai costi variabili è quella del margine di contribuzione, dato come da definizione, dalla differenza tra prezzo di vendita e costi variabili. Esso, inoltre conferisce la possibilità di identificare il

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contributo fornito da ogni singolo prodotto nella copertura dei costi fissi. I costi fissi rappresentano la prossima sezione oggetto di illustrazione.

Costi Fissi, EBITDA

Andando ad analizzare la sezione riguardante i costi fissi, si nota immediatamente come, rispetto allo schema teorico del modello di analisi del tessuto causale, siano stati esclusi gli ammortamenti. Come spiegato nel capitolo relativo all’applicazione dello schema al settore cartario, si è deciso di intraprendere questa strada per poi avere la possibilità di andare ad identificare l’EBITDA (Earnings Before Interest Taxes Depreciation and Amortization).

La colonna del totale dei costi fissi industriali è data dalla somma dei costi di manutenzione, del personale industriale e degli altri costi industriali; quella dei costi fissi amministrativi e commerciali dalla somma dei valori presenti nelle colonne relative a “Pubblicità e Marketing”, “Personale Marketing and Sales”,

“spese Amministrative e generali”.

L’EBITDA conclusivo si ottiene dalla differenza tra “Margine di contribuzione”

e “totale dei costi fissi”.

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Ammortamenti, EBIT

Infine si procede alla descrizione delle ultime voci del conto economico costruito mettendo in evidenza costi variabili e costi fissi. L’esclusione degli ammortamenti dai costi fissi li pone inclusi successivamente all’EBITDA per dare modo conseguentemente di definire l’EBIT (Earnings Before Interst and Taxes) ovvero il Reddito Operativo dell’azienda, fondamentale per stimarne la redditività operativa.

L’asse verticale è così di seguito composto:

Per ogni singolo prodotto è stato associato un numero, in sostituzione, per ragioni di privacy aziendale, dell’originale codice prodotto e del nome del prodotto. Ad ognuno di essi è stato poi attribuito lo specifico tipo di valorizzazione “make” o

“buy” a seconda del caso.

Infine si è identificato un totale per la valorizzazione “make” ed un totale per la valorizzazione “buy” che esprimono la media ponderata con le quantità realizzate

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dei valori associati ad ogni singolo prodotto per far si di identificare un ricavo ed un costo medio unitario.

Al termine si identifica il totale per ogni sezione verticale del conto economico come media ponderata con il totale delle quantità delle medie ottenute precedentemente riferite ai tipi di valorizzazione “make” e “buy”.

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1.1. UNA POSSIBILE ESEMPLIFICAZIONE

Dopo aver definito la costruzione del conto economico necessario alla formulazione del modello di analisi del tessuto causale, quindi un conto economico che come visto suddivide costi variabili e costi fissi, si è provveduto a raccogliere i dati dai sistemi aziendali e ad inserirli nelle apposite sezioni.

Ne è scaturito uno schema di conto economico con la presenza di sessantotto prodotti, ovvero tutti i prodotti realizzati da Soffass per il brand Regina Italia. Nello specifico quattro prodotti con tipo di valorizzazione “buy” e sessantaquattro prodotti con tipo di valorizzazione “make”.

Di seguito si riportano, come avvenuto precedentemente, le sezioni dei ricavi, dei costi variabili e margine di contribuzione, dei costi fissi ed EBITDA, degli ammortamenti ed EBIT. Le informazioni sono state estrapolate facendo sempre riferimento ad una concezione unitaria dei costi e dei ricavi, per poter identificare l’apporto di ogni singolo prodotto al reddito operativo complessivo.

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I dati di partenza, tonnellate, prezzo netto e percentuali dei promozionali, sono stati ottenuti da report e software aziendali, come ad esempio dal software SAP4, nello specifico SAP BW (Business Warehouse). Il calcolo dei costi unitari promozionali è la risultante dell’applicazione della percentuale dei promozionali al prezzo netto di vendita. Dall’insieme di queste informazioni si definisce il valore del 3X Net “triple net” come la differenza tra prezzo netto e costo unitario dei promozionali.

Andando ad analizzare nel dettaglio i valori a disposizione risulta come i prodotti 66, 67 e 65 abbiano valori di 3X Net più elevati, rispettivamente con valori unitari Euro/Tonnellata di 3.796,11; 3.540,65; 3.048,81.

Esaminando il prezzo netto si evince come prodotto 67, prodotto 51 e prodotto 55 siano, rispettivamente con 11.615,53, 9.486,07 e 8.736,4 Euro/tonnellata i prodotti con il maggior prezzo netto.

A causa dell’elevata percentuale di promozionali 67,3% per il prodotto 67, 73,6% per il prodotto 51 e 73,6% per il prodotto 55; ed anche poiché il valore dei promozionali dipende anche dall’ammontare dei prezzi netti, i tre prodotti risultano essere anche quelli con attribuita una maggior somma di promozionali.

Il prodotto 67 presenta 7.819,42 Euro/tonellate, il prodotto 51 6.984,45 Euro/tonnellate ed il prodotto 55 6.432,52 Euro/tonnellate.

Confrontando poi i prodotti 51 e 55 con i prodotti 66 e 65 si osserva come questi ultimi due abbiano percentuali più basse di promozionali, pari a 39,2% e 35,1% e pertanto nel calcolo del 3X net conferiscono un valore più elevato nonostante un prezzo netto di partenza inferiore rispetto ai prodotti 51 e 55.

Infine come valori totali, che prendono quindi a rifermento tutti e sessantotto i prodotti realizzati da Soffass si ha un prezzo netto unitario pari a 3154,84

4 è un software gestionale, un sistema ERP (enterprice-resource-planning) tra i più efficienti al mondo. Nello specifico l’ERP è un sistema informativo aziendale per la gestione di tutti i processi dell’azienda: (vendite, acquisti, gestione magazzino, contabilità etc.).

Sono dei software che permettono di ottimizzare la gestione di tutte le attività del business intervenendo nel risparmio dei costi, nei tempi decisionali aziendali e negli investimenti.

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Euro/tonnellata, una percentuale di promozionali del 44%, pari, in valore assoluto a 1.388,47 Euro/Tonnellata.

Nella fase successiva si sono definiti ed inseriti i valori relativi ai costi variabili.

Anche queste informazioni sono stati estrapolate da report e software aziendali

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Andando ad analizzare le voci di costo, in primo luogo si nota come i prodotti dal 65 al 68 presentano come voce di costo, quella del prezzo di acquisto e dei costi commerciali, proprio perché essendo prodotti con tipo di valorizzazione “buy”

non presentano le voci dei costi di produzione. In termini assoluti, i prodotti

“buy” sono quelli con un totale dei costi variabili maggiori. Tali costi variabili elevati sono inoltre dettati dal volume dei costi di trasporto, che per quanto riguarda i prodotti 66 e 67 sono i maggiori per tutto l’insieme di prodotti, compresi quelli con tipo di valorizzazione “make”.

Aggiungendo inoltre nel modello una nuova colonna che evidenzia il totale dei costi variabili di produzione (comprende quindi “costo carta”, “costo materie prime”, “costo energia”, “costo personale diretto”) si evidenzia come essi siano in termini di singolo prodotto inferiori rispetto al prezzo di acquisto. In termini di costi variabili per singolo prodotto il prodotto “make” risulta più conveniente del prodotto “buy”.

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Dalla tabella riportata precedentemente è possibile evidenziare la differenza tra prodotti make e prodotti buy riguardo ai costi di produzione.

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All’interno della rosa di prodotti con tipo di valorizzazione “make” quelli con costi più elevati risultano essere il prodotto 41 con 1.949,53 Euro/Tonnellata, il prodotto 62 con 1.701,78 Euro/tonnellata ed il prodotto 43 con 1.652,69 Euro/tonnellata.

Tra i prodotti “buy” risultano essere il prodotto 66 ed il prodotto 67 coloro con un prezzo di acquisto più elevato, rispettivamente con 4.586,67 Euro/Tonnellata e 4.423,46 Euro/Tonnellata.

Concentrandosi nuovamente sui prodotti con tipo di valorizzazione “make” e nel dettaglio sulle voci di costo è importante esaminare quelle che compongono il costo della produzione, ovvero “costo carta”, “costo materie prime”, “costo energia” e “costo del personale diretto”.

Per ciò che riguarda il “costo della carta”, si intende il costo necessario alla realizzazione della bobina madre e non, come il nome potrebbe indurre al costo della cellulosa (pulp).

Inoltre è stato già detto in precedenza che ai fini del processo di simulazione si è ritenuto fondamentale andare a “scomporre” ulteriormente tale voce di costo in ulteriori variabili.

Tali variabili risultano essere il “costo della cellulosa” ed “altri costi” in cui sono inclusi elementi chimici, costo dell’energia e tutti i costi ulteriori necessari per la produzione della bobina madre.

Nell’applicazione numerica si è quindi proceduto alla costruzione di una ulteriore tabella che riportasse tali valori e che quindi desse la possibilità di identificare l’impatto dei cambiamenti delle singole variabili e componenti sul totale della voce di costo.

Nell’analisi, come è possibile osservare nello schema riportato di seguito, si è ipotizzato un costo della cellulosa pari a 500 Euro/Tonnellata.

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I valori qui ottenuti nell’ultima colonna, quella relativa al costo totale della carta, sono stati successivamente riportati nel conto economico nell’apposita sezione esprimente tale voce di costo.

Passando all’analisi del “costo delle materie prime” non è stata prevista una più profonda indagine, ma la simulazione si basa sulla modifica dei dati presenti nel conto economico.

Indagine più profonda che invece è stata predisposta sia per il “costo dell’energia”, sia per il “costo del personale”.

Partendo dal trattare il costo dell’energia, si sono viste in precedenza le caratteristiche e l’origine delle variabili che compongono tale voce ovvero quelle del “driver dell’energia”, “costo orario dell’energia” e la “produttività della linea”.

Lo scopo di questo paragrafo è quello di andare a spiegare le logiche matematiche che legano le variabili di tale costo al fine di comprendere come esso stesso si genera.

Lo stesso esame viene qui svolto anche per il costo del personale diretto che, come già spiegato in precedenza in seguito al costo dell’energia, prevede

(30)

variabili quali “driver del personale”, “costo orario del personale” e “produttività della linea”. Anche in questo caso si tralascia la spiegazione dei significati delle singole componenti in quanto trattate in modo esaustivo nel paragrafo ad esso dedicato.

Di seguito si riporta la tabella costruita per andare a dimostrare come si generano

“costo dell’energia” e “costo del personale”, inoltre con lo scopo di evidenziare le conseguenze che le variabili identificate hanno su tali due voci di costo.

(31)

Il valore riportato nell’ultima colonna “Costo Energia Euro/Tonnellata” è il risultato della seguente relazione:

Volendo esprimere tale valore ragionando in termini di turno, poiché un turno di lavoro è composto da 8 ore lavorative avremo:

La formula ci dice che il costo di energia in euro per tonnellata è dato dal numero di kilowatt necessari stimati per turno per linea, moltiplicato il costo orario dell’energia in termini di kilowatt/ora. Tale risultato deve essere poi diviso per la produttività della linea espressa in tonnellate.

Allo stesso modo si ragiona nella seconda formula, facendo riferimento ad un turno di lavoro composto da 8 ore lavorative numeratore e denominatore andranno entrambi moltiplicati per 8. Poiché la produttività è espressa in chilogrammi/ora, dovrà essere convertita in tonnellate/ora.

Driver Energia * Costo orario Energia Produttività / 1000

= Costo Energia €/T

Driver Energia * Costo orario Energia * 8 (Produttività / 1000) * 8

= Costo Energia €/T

(32)

La stessa logica viene applicata facendo riferimento al “costo del personale diretto”

Di seguito si riporta la tabella con i valori delle singole variabili.

(33)

Il valore riportato nell’ultima colonna “Costo Personale Euro/Tonnellata” è il risultato della seguente relazione:

Volendo esprimere tale valore ragionando in termini di turno, poiché un turno di lavoro è composto da 8 ore lavorative avremo:

Anche in questo caso la formula ci dice che il costo del personale in euro per tonnellata è dato nel seguente modo:

numero di operatori per linea per turno necessari stimati, moltiplicato il costo orario del personale; ottenendo così il costo del lavoro in un turno. Tale risultato deve essere poi diviso per la produttività della linea espressa in tonnellate. Poiché la produttività è espressa in chilogrammi/ora, dovrà essere convertita in tonnellate/ora.

Allo stesso modo si ragiona nella seconda formula, facendo riferimento ad un turno di lavoro composto da 8 ore lavorative numeratore e denominatore andranno entrambi moltiplicati per 8.

Driver Personale * Costo orario Personale

Produttività / 1000 = Costo Personale €/T

Driver Personale * Costo orario Personale * 8 (Produttività/1000) * 8

= Costo Personale €/T

(34)

Continuando l’analisi sulle altri categorie di costi variabili si evidenziano i costi commerciali, in cui sono compresi nello schema di conto economico provvigioni e assicurazione crediti. Successivamente si evidenziano i costi di trasporto composti da “trasporto in acquisto” ed “in vendita”.

Per queste categorie di costi niente deve essere aggiunto rispetto a quanto già detto nei paragrafi precedenti5, se non che è sufficiente specificare che le informazioni ed i dati disponibili sono ottenuti anche in questo caso da software e report aziendali.

Risulta però importante andare a trattare l’aggregato del Margine di Contribuzione ed indentificare quei prodotti che concorrono maggiormente alla copertura dei successivi costi fissi. Andando ad osservare la colonna ad esso dedicata si osserva come si sia verificato un andamento in controtendenza; sono adesso i prodotti con tipo di valorizzazione “make” ad avere un valore più elevato di Margine di contribuzione rispetto ai prodotti “buy” che invece, osservando il 3X Net sembravano i più remunerativi.

Nel dettaglio i prodotti più remunerativi risultano essere il “prodotto 58” con 1.479,95 Euro/ Tonnellata, il “prodotto 64” con 1.186,09 Euro/Tonnellata ed il

“prodotto 21” con un Margine di contribuzione pari a 1.177,97 Euro/tonnellata.

I prodotti con tipo di valorizzazione “buy” presentano livelli molto bassi di margine di contribuzione se non un valore negativo. Il “prodotto 68 ha un valore di 28,48 Euro/tonnelata ed i “prodotti 67 e 66” hanno margini di contribuzione pari a -1.199,61 Euro/tonnellata e -1.622,88 Euro/tonnellata. Il prodotto 67 che fino al 3X Net era il più remunerativo, risulta adesso, a causa di un elevato prezzo di acquisto ed elevati costi di trasporto , con margine di contribuzione negativo.

Dopo aver definito il margine di contribuzione, il successivo aggregato che è stato determinato è l’EBITDA, indicatore importante anche per confrontare l’azienda con i competitors. L’EBITDA risulta essere il risultato del Margine di Contribuzione al Netto dei Costi fissi, si riporta quindi di seguito lo schema di riferimento del conto economico, presentando prima i costi fissi industriali,

5 riferimento pag. 67

(35)

successivamente i costi fissi commerciali ed infine gli altri costi fissi, il totale dei costi fissi e la determinazione dell’EBITDA.

Costi fissi industriali:

(36)

Dall’osservazione della sezione dei costi fissi industriali si nota come essi siano assenti per i prodotti con tipo di valorizzazione “buy”, questo in quanto non sono presenti nel processo produttivo ma acquistati dall’azienda e successivamente commercializzati.

Andando ad esaminare i valori del totale dei costi fissi unitari industriali si evidenzia il “prodotto 53” con 330,15 Euro/Tonnellata a causa di un elevato costo di manutenzione della linea impiegata nella sua produzione. Altro prodotto con costi fissi industriali elevati risulta essere il “prodotto 41”, in questo caso non per elevati costi di manutenzione ma per un elevato costo del personale industriale.

(37)

Costi fissi Commerciali:

(38)

Come è visibile dai dati sopra riportati i Costi fissi Commerciali ed Amministrativi sono invece distribuiti in modo omogeneo su tutti i prodotti presenti in portafoglio.

(39)

Altri costi fissi, totale costi fissi, EBITDA:

(40)

Poiché il totale dei costi fissi commerciali ed amministrativi e gli altri costi fissi sono attribuiti in modo omogeneo a tutti i prodotti presenti in portafoglio, il totale dei costi fissi per singolo prodotto dipende maggiormente dall’andamento dei costi industriali. I costi fissi sono maggiori per i prodotti con tipo di valorizzazione “buy” proprio perché è assente quest’ultima categoria.

Sottraendo dal margine di contribuzione i costi fissi si ha la possibilità di individuare l’EBITDA.

Analizzando tali valori si evidenziano i seguenti prodotti come quelli con EBITDA più elevato:

• Prodotto 58 : 1.093,63 €/T

• Prodotto 64 : 760,56 €/T

• Prodotto 21 : 727,64 €/T

(41)

Per ciò che riguarda il metodo di determinazione del valore dei costi fissi, si è, anche in questo caso fatto ricorso a software aziendali, da cui sono stati estrapolati i valori e le percentuali delle singole aree sul totale dei costi fissi. Tali informazioni sono state poi modificate per motivi di privacy aziendale, senza però modificarne il contenuto.

Ammortamenti, EBIT:

(42)
(43)

Come spiegato in precedenza, si è deciso di scorporare gli ammortamenti dall’aggregato dei costi fissi, per poter così andar ad individuare l’EBITDA e successivamente l’EBIT. Andando ad osservare proprio quest’ultimo indicatore, definibile anche Reddito Operativo è possibile individuare i prodotti che creano redditività e quelli che, al contrario, non la generano.

Tra i prodotti che generano redditività si hanno il “prodotto 58”, il “prodotto 54”

ed il “prodotto 21”.

Il “prodotto 58” presenta un EBIT di 1.011,21 Euro/tonnellata, i restanti due rispettivamente una redditività pari a 639,58 Euro/tonnellata per il “prodotto 54”

e 618,34 Euro/tonnellata per il “prodotto 21”.

I prodotti che invece non generano redditività e presentano un EBIT negativo sono il “prodotto 66” con -1.926,57 Euro/tonnellata, il “prodotto 67” con un valore negativo pari a -1.503,30 Euro/tonnellata, ed infine il “prodotto 47”

-538,67. “Prodotto 66” e “Prodotto 67” presentano un tipo di valorizzazione

“buy”

Infine è opportuno spiegare come sono stati calcolati i totali di ogni singola colonna, comprensivi sia dei valori dei prodotti con valorizzazione “make” sia dei prodotti con tipo di valorizzazione “buy”.

Innanzitutto sono stati identificati i totali per ogni singola categoria di prodotti, distinguendo tipo di valorizzazione “make” e tipo di valorizzazione “buy” e per ognuno sono stati calcolati i valori di ogni singola colonna; nello specifico

• Tonnellate vendute: si è provveduto semplicemente alla somma algebrica delle quantità vendute di ogni singolo prodotto

• Prezzo netto: è stata utilizzata la formula del ricavo medio unitario data da:

RT

q = P * q

q

(44)

Applicando tale formula alla nostra analisi si ha:

o Per i prodotti con tipo di valorizzazione make:

Prezzo netto prodotti make (Pn) = !!×!! !⋯!(!!"×!!")

! !"#$#%%& !"#$

o Per i prodotti con tipo di valorizzazione buy:

Prezzo netto prodotti buy (Pn) = !!"×!!" !⋯!(!!"×!!")

! !"#$#%%& !"#

o Prezzo netto:

Prezzo netto = !"!×!!! !"!!(!"!×!!) Dove:

Pnm = prezzo netto prodotti “make”

Qm = quantità totale prodotti “make”

Pnb = prezzo netto prodotti “buy”

Qb = quantità totale prodotti “buy”

Q tot = quantità totale (Qm + Qb)

• Costi variabili e Costi fissi: è stata utilizzata la formula del costo variabile medio unitario e costo fisso medio unitario date da:

CV q

CF q

= C × q q

(45)

Applicando tale formula alla nostra analisi si ha:

o Per i costi variabili dei prodotti con tipo di valorizzazione “make”:

CVU prodotti make = !!×!!!⋯!(!!"×!!")

! !"#$#%%& !"#$

o Per i costi variabili dei prodotti con tipo di valorizzazione “buy”:

CVU prodotti buy = !!"×!!" !⋯!(!!"×!!")

! !"#$#%%& !"#

o CV unitario:

CVU = !!×!!! !"!!(!!×!!)

o Per i costi fissi dei prodotti con tipo di valorizzazione “make”:

CFU prodotti make = !"!×!! !⋯!(!"!"×!!")

! !"#$#%%& !"#$

o Per i costi fissi dei prodotti con tipo di valorizzazione “buy”

CVU prodotti buy = !"!"×!!" !⋯!(!"!"×!!")

! !"#$#%%& !"#

o CF unitario:

CFU = !"!×!! !(!"!×!!)

! !"!

(46)

• Percentuale promozionali:

Dato semplicemente dal rapporto tra il costo unitario dei promozionali ed il prezzo netto.

Dall’ottenimento di tutte le voci di costo si ottengono i valori aggregati quali 3X Net, Margine di contribuzione, EBITDA ed EBIT.

EBITDA margin: Ebitda/Fatturato:

Al termine della costruzione del conto economico mettendo in evidenza costi variabili e costi fissi, si è provveduto alla definizione dell’indice EBITDA Margin per eventuali confronti temporali e con competitors appartenenti allo stesso settore.

Tale indicatore risulta essere per Soffass , area di business brand, pari al 18,1%.

Dopo aver definito nel dettaglio la costruzione dello strumento necessario per realizzazione del modello di analisi del tessuto causale si propone di seguito la sua rappresentazione schematica.

(47)

Applicazione del modello di analisi del tessuto causale.

(48)

1.2. IL PROCESSO DI SIMULAZIONE.

L’ultimo passo riguardante l’analisi svolta in questa tesi prevede la realizzazione di un processo di simulazione che coinvolge le varie determinanti della redditività operativa.

Lo scopo è infatti quello di capire quali siano le variabili che impattano maggiormente sulla redditività e osservare come quest’ultima si modifichi al modificarsi degli elementi di input.

E’ già stato evidenziato nell’apposito paragrafo esplicativo della possibile esemplificazione, come per svolgere l’attività di simulazione siano state inserite apposite sezioni che, mediante l’introduzione di valori, permettono di apportare cambiamenti ai dati di input.

Come si è detto in precedenza, nel capitolo che ha affrontato la trattazione teorica del modello di analisi del tessuto causale, sono quattro le determinanti principali su cui far leva per apportare migliorie al margine6:

• Allargamento della forbice “prezzo-costo/prezzo-ricavo”

• Miglioramento di efficienza di impiego dei fattori variabili

• Spostamento del mix di produzione/vendita sui prodotti (o sulle varietà di prodotto) più remuneratori

• Aumento del volume di produzione/vendita

In questo paragrafo si vanno ad affrontare uno per uno le quattro determinanti su cui far leva osservandone le conseguenze sulla redditività e sull’EBITDA margin rispetto ai valori iniziali.

E’ importante specificare che nei casi sopra esposti verrà mossa una sola variabile e resteranno fisse le altre.

6 Capitolo IV “Le determinanti della redditività operativa” V. Coda

(49)

1.2.1. Allargamento della forbice “prezzo-costo/prezzo-ricavo

L’allargamento della forbice prezzo – costo/prezzo – ricavo può tradursi con più semplicità nella nostra analisi, in allargamento della forbice costo/ricavo e può realizzarsi attraverso due vie:

• La prima via prevede un aumento dei ricavi

• La seconda via prevede una riduzione dei costi.

Seguendo la prima strada, ossia quella che prevede un aumento dei ricavi, ciò si realizzerà nel modello attraverso un incremento percentuale dei prezzi di ogni singolo prodotto realizzato, apportando variazioni percentuali nella seguente sezione:

Per comprendere meglio l’impatto sulla redditività e sull’EBITDA margin andremo ad ipotizzare una variazioni percentuale positiva del prezzo pari al 2%

La situazione di partenza è quella rappresentata nel paragrafo 4.1, di seguito verranno riportate le variazioni verificatesi.

Aumento del prezzo dei singoli prodotti del 2%.

Inserendo il valore 2% all’interno della sezione “delta prezzo” si apporta un incremento di tale percentuale ad ogni prezzo di ogni singolo prodotto venduto, ottenendo la seguente situazione:

(50)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

(51)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

Si nota immediatamente, confrontando tra loro la colonna “prezzo netto (originale)” e “prezzo netto (simulato)”, come sia avvenuto un aumento dei prezzi di ogni singolo prodotto.

Ma poiché, come abbiamo visto nel paragrafo relativo all’esemplificazione, i costi promozionali sono calcolati applicando la percentuale promozionale al prezzo netto, avremo anche un aumento dei costi promozionali stessi nonostante le percentuali dei promozionali rimangano inalterate.

(52)

Di seguito si riporta il confronto tra i costi promozionali nella situazione iniziale e i costi promozionali dopo un aumento dei prezzi netti del 2%.

(53)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

(54)

L’aumento percentuale delle singole voci dei costi promozionali riferite ad ogni singolo prodotto corrisponde all’aumento percentuale imposto sui prezzi, ovvero pari al 2%.

L’aumento dei prezzi netti non comporta variazioni ne sui restanti costi variabili ne tantomeno sui costi fissi. Pertanto è sufficiente riportare in seguito i valori ottenuti su 3XNet, Margine di Contribuzione, EBITDA ed EBIT.

(55)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

(56)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

Per comprendere meglio l’impatto sulla redditività è importante confrontare inoltre il valore dell’EBIT frutto di un incremento del 2% dei prezzi, con il suo valore originario:

(57)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

(58)

Ipotesi di aumento del prezzo di vendita dei prodotti del 2%:

Si passa quindi da un EBIT totale di 235,06 Euro/Tonnellata ad un EBIT totale di 270,39 Euro/Tonnellata pari ad un incremento del 13%.

In ultima analisi si determina l’aumento dell’indicatore EBITDA margin:

(59)

Tale aumento si sostanzia in 1,6 punti percentuali rispetto alla situazione di origine che vedeva tale indicatore attestarsi su un valore pari al 18,1%.

La seconda via prevista per aumentare la forbice ricavo/costo abbiamo detto essere quella della riduzione dei costi. Nella nostra analisi è possibile attuare tale intento attraverso un decremento:

• delle percentuali di promozionali

• dei costi di trasporto

• del costo del personale, mediante:

o un aumento della produttività

o una riduzione del costo orario del personale

• del costo dell’energia, mediante:

o un aumento della produttività o una riduzione del costo dell’energia

• del costo della carta mediante una riduzione:

o del costo della cellulosa o degli altri costi

• del costo delle materie prime

• dei costi fissi

Decremento delle percentuali di promozionali.

Si procede con una riduzione delle percentuali di promozionali di 2 punti per ciascun prodotto venduto durante l’esercizio. Si genera così la seguente situazione: tonnellate vendute, prezzi netti, restanti costi variabili e costi fissi rimangono immutati. Si registra una variazione del costo dei promozionali, con un minore impatto sul 3X Net, Margine di contribuzione ed EBITDA.

Tali variazioni sono rappresentate qui di seguito:

(60)

Ipotesi di decremento delle percentuali di promozionali del 2%:

(61)

Ipotesi di decremento delle percentuali di promozionali del 2%:

Si osserva come anche a livello aggregato ci sia una riduzione del 2% dei costi promozionali.

A livello di Margine di contribuzione, EBITDA ed EBIT si rilevano le seguenti variazioni:

(62)

Ipotesi di decremento delle percentuali di promozionali del 2%:

(63)

Ipotesi di decremento delle percentuali di promozionali del 2%:

L’EBIT Totale passa da 235,06 Euro/Tonnellata a 298,16 Euro/tonnellata registrando, in termini percentuali un aumento del 21,1%.

In ultima analisi si evidenzia l’incremento dell’indicatore EBITDA/margin:

Incremento di ben 2,8 punti percentuali, passando dal 18,1% al 20,9%

(64)

Decremento dei costi di trasporto

In questo caso si attua una diminuzione dei costi di trasporto del 2%. Facendo parte dell’aggregato dei costi variabili non ci saranno variazioni ne sui prezzi netti ne sul 3X Net, che infatti rimarranno invariati. Rimarranno invariati anche i costi variabili di produzione ed i costi fissi.

Si potranno però osservare dei cambiamenti a partire dal margine di contribuzione:

(65)

Ipotesi di decremento dei costi di trasporto del 2%:

I costi di trasporto a livello aggregato sono diminuiti di 2,88 Euro/Tonnellata, passando dai 144,14 Euro/Tonnellata ai 141,26 Euro/Tonnellata.

Per quanto riguarda l’impatto su EBITDA e EBIT si evidenziano i seguenti valori:

(66)

Ipotesi di decremento dei costi di trasporto del 2%:

(67)

Ipotesi di decremento dei costi di trasporto del 2%:

L’aumento di EBIT appare subito contenuto rispetto a quello evidenziato in seguito ad una riduzione delle percentuali di promozionali, si tratta infatti di un aumento dell’EBIT del 1,2%; rappresentato in termini assoluti da 2,88 Euro/Tonnellata in più rispetto ai 235,06 Euro/tonnellata dell’EBIT originale.

Per quanto riguarda l’EBITDA/margin si ha un aumento dello 0,1% (il valore di partenza era 18,1%)

(68)

Decremento del costo del personale diretto €/T

Il decremento del costo del personale diretto €/T può essere ottenuto facendo leva su due variabili. La prima prevede un aumento della produttività, mentre la seconda una riduzione del costo orario del personale. Una variazione della produttività delle linee andrà però ad inficiare non solo il costo del personale diretto, ma anche il costo dell’energia.

Simuliamo adesso in primis una variazione del 2% spinta a ridurre il costo orario del lavoro:

(69)

Ipotesi di riduzione del costo orario del lavoro del 2%:

La variazione del costo orario del personale genera un impatto sul costo del personale diretto €/T, quindi sui costi variabili di produzione e di conseguenza sui costi variabili totali. Non ci saranno conseguenze sul 3X, conseguenze che però saranno visibili a partire dal margine di contribuzione.

Viene qui riportata la differenza tra il costo del personale prima e dopo la variazione negativa del 2% sul costo orario e poi l’impatto sul conto economico.

(70)

Ipotesi di riduzione del costo orario del lavoro del 2%:

(71)

Ipotesi di riduzione del costo orario del lavoro del 2%:

Come detto in precedenza, i costi sopra esposti sono poi riportati tra i costi variabili all’interno del conto economico che mette in evidenza costi variabili e costi fissi. La loro inclusione tra i costi variabili prevede degli effetti sul Margine di Contribuzione, sull’EBITDA e sull’EBIT.

(72)

Ipotesi di decremento del costo orario del personale del 2%:

(73)

Ipotesi di decremento del costo orario del personale del 2%:

L’EBIT risulta incrementato per un valore pari a 0,88 Euro/Tonnellata pari allo 0,4%.

Non si rileva inoltre un significativo aumento dell’EBITDA/margin, che anzi rimane pressoché immutato.

(74)

E’ stato precisato come un decremento del costo del personale può essere ottenuto mediante un aumento della produttività delle linee e come tale aumento della produttività produrrà effetti non solo per il costo del personale diretto €/T ma anche per il costo dell’energia. Sarà infatti possibile produrre più unità che assorbiranno il volume di costi rimasto invariato.

Si simula quindi un aumento della produttività del 2% di tutte le linee, la simulazione che viene svolta qui di seguito sarà la medesima anche per il costo dell’energia, di conseguenza non verrà riportata.

(75)

Ipotesi di incremento della produttività delle linee del 2%:

(76)

Si osserva conseguentemente una diminuzione sia dei costi del personale, sia dei costi dell’energia.

(77)

Tali costi impattano positivamente sul conto economico a partire dal margine di contribuzione.

Ipotesi di incremento della produttività delle linee del 2%:

(78)

Ipotesi di incremento della produttività delle linee del 2%:

Dai dati di conto economico sopra riportati si rileva un aumento dell’EBIT di 0,97 Euro/Tonnellata (0,41%), si passa infatti dal valore iniziale di 235,06 Euro/Tonnellata a 236,03 Euro/Tonnellata.

Per quanto riguarda l’indicatore EBITDA/margin non si evidenzia un suo aumento.

(79)

Decremento del costo dell’energia

Come per il costo del personale €/T anche decremento del costo dell’energia può essere ottenuto facendo leva su due variabili. La prima prevede un aumento della produttività, mentre la seconda una riduzione del costo dell’energia. Come visto una variazione della produttività delle linee andrà però ad inficiare non solo il costo dell’energia, ma anche il costo del personale €/T.

Simuliamo adesso una variazione del 2% spinta a ridurre il costo dell’energia espresso in Kw/h:

(80)

Ipotesi di decremento del costo dell’energia del 2%:

La variazione del costo dell’energia genera un impatto sul costo energia €/t, quindi sui costi variabili di produzione e di conseguenza sui costi variabili totali.

Non ci saranno conseguenze sul 3X, conseguenze che però saranno visibili a partire dal margine di contribuzione.

(81)

Si riporta adesso la differenza tra il costo dell’energia €/T prima e dopo la variazione negativa del 2% sul costo dell’energia e successivamente l’impatto sul conto economico.

(82)

Ipotesi di decremento del costo dell’energia del 2%:

Come spiegato precedentemente, i costi sopra esposti , come il costo del personale, sono poi riportati tra i costi variabili all’interno del conto economico che mette in evidenza costi variabili e costi fissi. La loro inclusione tra i costi variabili prevede degli effetti sul Margine di Contribuzione, sull’EBITDA e sull’EBIT.

(83)

Ipotesi di decremento del costo dell’energia del 2%:

(84)

Ipotesi di decremento del costo dell’energia del 2%:

L’EBIT risulta incrementato per un valore pari a 0,11 Euro/Tonnellata pari al 2,1%. Dai 235,06 Euro/Tonnellata ai 235,17 Euro/Tonnellata.

L’EBITDA/margin, non subisce un aumento con una variazione negativa del 2%

del costo dell’energia.

(85)

Decremento del costo della carta

Il decremento del costo della carta, ossia il decremento del costo di produzione della bobina può essere ottenuto mediante una possibile riduzione del costo della cellulosa o una riduzione degli altri costi necessari per la produzione. Nel nostro caso si simula una riduzione del 2% del costo della cellulosa.

Una riduzione del costo della cellulosa del 2% corrisponde, dato il valore iniziale di 500 Euro/tonnellata, ad una diminuzione di 10 Euro/tonnellata, ottenendo un valore finale di 490 Euro/tonnellata:

L’effetto di riduzione del costo della cellulosa si traduce sull’EBIT e sull’indicatore EBITDA/margin nel modo seguente:

(86)

Ipotesi di decremento del costo della cellulosa del 2%:

(87)

L’EBIT risulta essere aumentato del 4%, in valori assoluti 9,99 Euro/tonnellata;

dai 235,06 Euro/tonnellata ai 245,05 Euro/tonnellata.

L’EBITDA/Margin risulta adesso essere pari:

incrementando dello 0,4% rispetto al valore di partenza che era pari al 18,1%.

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