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Il monitoraggio degli habitat Habitat di fondo marino sottoposti a danno fisico

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Academic year: 2022

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Il monitoraggio degli habitat Habitat di fondo marino sottoposti a danno fisico

Mancusi C., Baino R., Cecchi E., Fani F., Marino G., Ria M., Verniani D., Voliani A., Benedettini G.

ARPAT, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, Settore Mare

Introduzione

L'epimegabenthos è un valido indicatore per la valutazione delle biocenosi di fondo e per la caratterizzazione delle associazioni che si instaurano nell'ambiente marino soprattutto quelle tipiche dei fondi mobili del nostro mare. Tale indicatore è stato inserito, dalla Direttiva europea 2008/56/CE, tra gli elementi biologici di qualità ambientale, di cui è richiesta l'analisi per la valutazione dello stato ecologico dell'ecosistema marino, recepito anche dalla normativa italiana con il D.Lgs. 152/06 di applicazione della Direttiva sulle strategie del mare.

L'impiego di questo indicatore è complesso e richiede ottime conoscenze tassonomiche per il riconoscimento delle varie componenti a livello di specie, nonché pratica per l'uso di indici specifici.

Risultati

Una volta salpata a bordo la rete tutto il suo contenuto è stato separato nelle diverse componenti, vertebrati, invertebrati, sporco biologico e sporco antropico; per gli organismi animali si è proceduto alla separazione delle diverse specie; per ogni specie è stato registrato il numero totale di individui ed il peso. Per lo sporco è stato dato un peso totale per ogni cala ed una descrizione di massima della sua composizione (rappresentata per la maggior parte da diverse tipologie di plastiche). Alcuni organismi dell'epimegabenthos hanno richiesto una successiva accurata analisi in laboratorio per l'esatta determinazione specifica.

L'attività di pesca a strascico per il campionamento degli ornanismi dell’epimegabenthos (animali bentonici di dimensioni >10 mm) è stata effettuata impiegando il M/P Anastasia, della marineria di Livorno, con una lunghezza di 22m ed una stazza di 64 tonnellate. La rete utilizzata ha un'apertura orizzontale di circa 10 m ed una verticale di circa 2,5 m, con una maglia al sacco di 50 mm di apertura.

Le cale, della durata di 30 minuti, sono state effettuate ad una velocità di 3 nodi.

Materiali e Metodi

Le aree di indagine sono state selezionate in modo da essere rappresentative di diverse condizioni ambientali della sottoregione Mediterraneo Occidentale e di diversi livelli di possibili impatti. Suddette aree sono state posizionate in zone caratterizzate da fondi mobili, presumibilmente prive di substrati biogenici, potenzialmente sottoposte a danno fisico, interessate cioè da abrasione dovuta ad attività di pesca con mezzi che interagiscono in modo attivo sul fondo, tipo una rete a strascico.

Nelle aree scelte non si disponeva di informazioni cartografiche di dettaglio ed è stato quindi necessario acquisire dati di tessitura del sedimento e dati bati-morofologici del substrato, mediante indagini con sonar a scansione laterale (side scan sonar – SSS) ed ecoscandaglio multifascio (multibeam). Le indagini sono state inoltre completate con l'acquisizione di foto o filmati in HD georeferenziati tramite ROV (Remotely Operated Vehicle).

L’area di indagine è stata suddivisa nelle tre stazioni (STZ1,2,3) dove sono state individuate le cale di pesca a strascico (tratto continuo) e il punto di prelievo del sedimento (circoletto, circa punto medio della cala)

Sulla base dei dati di tessitura del sedimento e morfologia del substrato, in ciascun sito si sono individuate 3 stazioni di campionamento; in ciascuna stazione sono stati posizionati 3 transetti, distanti non meno di 100 m l’uno dall’altro, lungo i quali effettuare le indagini: le cale ed il prelievo di campioni di sedimento mediante benna, sia per la caratterizzazione biocenotica del macrozoobenthos (organismi animali con dimensioni > 1 mm), sia per la granulometria del sedimento.

Esempio di una saccata tipo ottenuta dopo mezz’ora di traina della rete a strascico e di alcuni organismi epimegabentonici.

Nel periodo 2015-2018 sono state indagate quattro aree:

Isola di Capraia, Isola d’Elba, Viareggio e Punta Ala. In totale si sono eseguite 36 cale di pesca a strascico e 108 bennate. Si sono inoltre registrate circa 130 specie di epimegabenthos e 185 specie di macrozoobenthos. I dati ottenuti possono essere elaborati con diversi tipi di indici quali ad esempio ABC, H di Shannon, Mean Biomass, Biomass CV%.

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