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PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI

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Academic year: 2022

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(1)

Le industrie alimentari

della Sardegna (Ateco 10.7)

Marco Cogoni Giorgio Garau Ignazio Marongiu

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI

Il confronto settoriale: Sardegna vs. Italia

Rapporto 2021

(2)

Sommario

Introduzione al progetto 3

Abstract 5

Outlook macroeconomico 6

Le industrie alimentari della Sardegna - Panoramica statistica 13 Le industrie alimentari della Sardegna - Business model e struttura finanziaria 29

Le industrie alimentari della Sardegna – I Report settoriali 62

10.7 Produzione di prodotti da forno e farinacei 62

Gli autori 94

(3)

Introduzione al progetto (1)

Il Progetto Impresa Sardegna è il tentativo di costruire un sistema informativo dedicato attraverso il quale le imprese, ed in

particolare le MPMI, possano disporre di una rappresentazione, attraverso i bilanci aziendali, dei contesti settoriali nazionali e locali all’interno dei quali disegnare il proprio posizionamento

economico, finanziario e patrimoniale.

Nonostante l’abbondanza di attività di formazione, ricerca e divulgazione, la conoscenza del bilancio aziendale come strumento di misurazione delle performances imprenditoriali e di pianificazione non si è diffusa, se non marginalmente, al di fuori degli ambiti della valutazione bancaria e della corporate finance delle grandi imprese.

Una possibile causa di questo fenomeno, che riguarda anche molti professionisti che assistono le imprese sugli aspetti civilistici e fiscali della gestione aziendale, è legata alla ortodossia linguistica che caratterizza la materia e che la fa percepire come quasi esclusivamente burocratica. Questa circostanza impedisce ai più una considerazione del bilancio aziendale come opportunità e alimenta atteggiamenti negativi sullo stesso come possibile strumento di soluzione, insieme agli altri e a costi quasi nulli, dei problemi strategici e gestionali della gran parte delle PMI.

Ogni impresa scrive dunque il suo bilancio, ma difficilmente si sofferma a leggerlo. Spesso, l’attenzione nella sua redazione è assorbita dagli aspetti fiscali mentre è importante, e lo sarà sempre di più, che l’azienda sappia leggere il proprio bilancio come coloro che la giudicano dall’esterno.

L’obbligo di redazione del bilancio e del relativo deposito e pubblicazione nel Registro delle imprese nasce dall’esigenza di adempiere ai doveri di informativa che le società di capitali hanno nei confronti dei terzi. Il bilancio delle società di capitali, infatti, ha la funzione di informare i soci, i creditori ed in genere tutti coloro che hanno rapporti con l’impresa sulle sue condizioni economiche, patrimoniali e finanziarie.

La legge disciplina non soltanto gli elementi relativi alla pubblicità legale dei bilanci delle società ma anche i contenuti e le relative denominazioni che essi devono rispettare.

Con il trascorrere del tempo la disciplina del bilancio si è arricchita di nuove funzioni e a livello internazionale si è favorita l’omogeneità delle sue rappresentazioni. Ciò è avvenuto in considerazione della internazionalizzazione dell’economia, dello sviluppo anche multinazionale delle imprese, della competizione sulle politiche fiscali degli stati sovrani, della necessità di ridurre il rischio bancario.

Il risultato di questa evoluzione è quello di avere creato un sistema informativo complesso. Tale sistema, oltre a comportare una serie, talvolta eccessiva, di adempimenti per le imprese, produce anche una serie di opportunità per il sistema economico e per quello finanziario in particolare.

La “razionalizzazione” delle politiche creditizie attraverso procedure di valutazione oggettive della capacità di credito delle imprese è sicuramente una di queste opportunità. L’attribuzione del “rating” come elemento di valutazione e classificazione del merito creditizio ha comunque comportato la crescita di una cultura economica che ha integrato il fiuto imprenditoriale con il business planning e il fiuto bancario “con le prime tre lettere dell’alfabeto (ratings A, B e C nelle diverse estensioni)”.

Questo progetto, che deriva da formazione e sensibilità specifiche coltivate nella pluriennale esperienza professionale di ricerca, insegnamento e consulenza, intende contribuire allo sviluppo e alla diffusione di una nuova metodologia di analisi e reporting che trasformi il bilancio aziendale da strumento burocratico di pubblicità legale in strumento di sintesi e valutazione delle performances aziendali rispetto al divenire del tempo, al posizionamento aziendale nel mercato e alla determinazione di obiettivi e strategie di crescita delle PMI.

(4)

Introduzione al progetto (2)

Le possibilità connesse alla tecnologia e agli strumenti di condivisione della ricerca e della conoscenza offerti dal web e dalla comunicazione mobile hanno reso possibile un precedente di assoluto rilievo: quello del Business Model Canvas. Anche in quel prestigioso successo la svolta era fornita dalla semplificazione del linguaggio analitico che necessariamente identifica le attività di ricerca e insegnamento nelle discipline aziendalistiche e imprenditoriali.

L’esistenza di queste banche dati e l’utilizzazione diretta degli strumenti di valutazione adottati dal sistema finanziario possono tradursi in grandi opportunità per le imprese, grazie alle informazioni che oggi si possono acquisire con costi molto contenuti e alla loro elaborazione con metodologie mutuate dal sistema finanziario.

Sotto il profilo metodologico i dati presentati nel report sono il frutto di un processo di consolidamento che prevede esclusivamente la sommatoria dei valori, per ciascuna voce di bilancio, relativi ai bilanci di ciascuna società di capitali della divisione o del settore. I dati relativi all’ultimo anno di bilancio sono riferiti al 2020 anche se diversi bilanci sono relativi all’annualità 2019. Il motivo di questa commistione relativamente all’ultima annualità è legato a probabili ritardi di presentazione o archiviazione dei bilanci. Tale scelta determina dei leggeri margini di errore ma consente di poter disporre dei dati già dopo 9 mesi dalla scadenza dell’annualità di gestione (31/12).

Sono evidentemente escluse dall’analisi e dal report tutte le imprese non soggette all’obbligo della pubblicazione del bilancio ed in particolare le imprese individuali e le società di persone. Il peso numerico di queste tipologie è assai rilevante sia per i risvolti occupazionali ma soprattutto per la presenza di piccole produzioni di eccellenza alimentare. In termini numerici,

secondo Istat, sono circa il doppio delle società così come gli addetti titolari e dipendenti mentre il loro fatturato complessivo è stimato intorno al 17% del totale. Le loro caratteristiche e il loro contributo potranno essere oggetto di una analisi separata e successiva.

Il progetto rientra nell’ambito della “Business Intelligence” che, grazie anche all’ICT, ha trasformato in business la pubblicità legale e rende disponibili dati economici e finanziari pubblicati e relativi ai soggetti privati e alle imprese.

Il Progetto Impresa Sardegna intende fornire alle aziende che costituiscono il settore una serie di informazioni volte alla individuazione di opportunità di innovazione e di business attraverso l’analisi:

• delle caratteristiche strutturali delle imprese,

• della combinazione organizzativa e patrimoniale dei fattori della produzione,

• dei risultati economici conseguiti

• del posizionamento relativo rispetto ai competitors con riferimento a una pluralità di variabili economiche, finanziarie e patrimoniali.

Il risultato atteso è quello di contribuire alla crescita delle imprese, favorire la comunicazione con gli istituti bancari, i clienti e i fornitori, evidenziare e favorire le opportunità di merger & acquisition tra imprese.

(5)

Questo documento fornisce una rappresentazione della divisione produttiva delle industrie alimentari della Sardegna attraverso l’utilizzazione di alcune variabili tipicamente aziendalistiche.

Le aree geografiche e produttive di riferimento sono quelle della Sardegna e dell’Italia. Il confronto fra le due dimensioni territoriali consente di individuare il posizionamento delle industrie alimentari sarde rispetto a diverse variabili economiche, finanziarie e patrimoniali.

La rappresentazione, interamente basata sui dati del Registro delle Imprese, acquisiti attraverso le basi dati Telemaco e Aida, utilizza il linguaggio tipico dell’economia imprenditoriale e finanziaria.

La rappresentazione è preceduta da un outlook macroeconomico in cui sinteticamente viene rappresentata l’evoluzione attesa del sistema economico nazionale in relazione agli eventi pandemici e allo stato attuale delle metodologie di rilevazione di alcune grandezze come il valore aggiunto.

La prima parte del Report riguarda la divisione delle industrie alimentari della Sardegna considerata nella sua unitarietà mentre nella seconda parte le 9 aree di attività della divisione vengono rappresentate singolarmente.

Il rapporto è dunque costituito da una serie di tavole in cui le elaborazioni vengono presentate sotto forma di tabelle e grafici. Questa forma di rappresentazione dell’oggetto di indagine garantisce una facile

accessibilità ai dati e la leggibilità immediata delle situazioni generali e settoriali che caratterizzano il sistema produttivo della Sardegna.

Il documento offre una rappresentazione analitica del sistema produttivo regionale la più vicina possibile a quella reale. Esso costituisce quindi una fonte informativa per le decisioni delle imprese.

L’analisi, che potrà essere aggiornata annualmente, ha una natura esclusivamente conoscitiva e costituisce il risultato di una attività di ordinamento e di elaborazione statistica utile per il confronto con altre realtà locali, regionali o nazionali e per fornire indicazioni mirate sull’adozione e l’impatto di interventi specifici che le autorità governative regionali intendessero promuovere a vantaggio del sistema produttivo regionale.

La divisione delle industrie alimentari è costituita da 9 settori assai differenziati per dimensione produttiva ed occupazionale ma anche per diversi aspetti economico-finanziari che li caratterizzano. Il confronto dei risultati di settore per la Sardegna con quelli relativi al territorio nazionale fornisce una informazione diretta ed autorevole sulla competitività relativa. Ogni società potrà utilizzare i dati per effettuare, con riferimento a diversi parametri, un confronto diretto con il settore di appartenenza a livello regionale e nazionale. Il sistema e le singole società potranno così sperimentare metodologia e risultati proposti in questo report per i loro processi di analisi strategica, economica e finanziaria.

Abstract

(6)

Outlook macroeconomico (1)

1. Introduzione

Il progetto ha anche l’ambizione di costituire il trait d’union tra la contabilità nazionale ed il

sistema economico reale. Le dimensioni delle grandezze della contabilità nazionale derivano

principalmente dalla raccolta e rappresentazione dei flussi economici reali e monetari,

dall’andamento delle entrate tributarie, dalla natura e quantità della spesa pubblica e dalle indagini

statistiche su consumi e investimenti privati. Le sue rappresentazioni sono dunque il risultato di

analisi e linguaggi quasi del tutto diversi da quelli che caratterizzano il sistema economico produttivo

reale. Questa diversità linguistica genera elementi di incomprensione fra le imprese e talvolta può

condurre spesso a scelte di politica economica non ottimali. Come integrare i due linguaggi? In un

lavoro del 1998 (Dati Fiscali e Stima del Valore Aggiunto, con A. Mura), si analizzò la congruenza tra

informazioni contabili desumibili dai bilanci d’impresa e costruzione della base informativa della

contabilità macroeconomica. Le principali conclusioni di tale lavoro riguardarono l’influenza

dell’anzianità di impresa sulla stima della produttività e la necessità di una maggiore disaggregazione

per classe dimensionale finalizzata all’estensione dei valori di produttività alle classi dimensionali

inferiori. Successivamente venne proposta una tecnica di stima del valore aggiunto regionale, sulla

base di fonti amministrative. Il processo di selezione che contraddistingue queste fonti impone che

nella stima di variabili economiche si seguano procedure che tengano conto del carattere non

casuale delle stesse. Si propose un modello a due stadi alla Heckman, in cui la variabile obiettivo

viene stimata a partire da dati di bilancio delle società di capitale mentre il modello di selezione è

costruito utilizzando informazioni relative a tutte le imprese manifatturiere, estratte da un archivio

statistico regionale (ASTRI).

(7)

2. L’analisi del contesto socioeconomico: trend ed equilibri di finanza pubblica

Il Pil italiano, dopo la caduta dell’anno passato (- 8,9%) dovuta essenzialmente al crollo della domanda interna, è previsto in rialzo del 4,7% nel 2021. Nel primo trimestre 2021 si registrano forti miglioramenti nella manifattura, nelle costruzioni e in alcuni comparti del terziario e anche le prospettive di brevissimo periodo sono decisamente positive (in base ai risultati dell’indagine sui climi di fiducia di imprese e consumatori). Per rendere possibili le misure di contrasto all’emergenza sono stati sospesi i vincoli del Patto di stabilità e crescita e il deficit pubblico è salito in Italia al 9,5% del Pil. I trasferimenti alle famiglie hanno limitato la caduta del reddito disponibile (-2,8%). Il calo dei consumi è stato ben più ampio di quello del reddito, di conseguenza il tasso di risparmio è quasi raddoppiato. I consumi sono scesi più nel Nord che nel Centro e nel Mezzogiorno. Nel complesso, la spesa per alimentari e per l’abitazione è rimasta invariata, mentre si sono ridotte molto quelle più colpite dalle misure restrittive sulle attività e dalle limitazioni agli spostamenti e alla socialità.

L’incidenza della povertà assoluta, misurata sui consumi, è in forte crescita, soprattutto nel Nord.

In occasione della presentazione della NADEF si osserva una crescita maggiore del Pil. L’incremento

del PIL nominale previsto per quest’anno è ora del 7,6 per cento, in aumento dal 5,6 per cento del DEF.

La maggiore crescita nominale comporta un significativo abbassamento delle previsioni di indebitamento netto (deficit) delle Amministrazioni pubbliche. In coerenza con questo approccio, la manovra della Legge di bilancio 2022-2024 punterà a conseguire una graduale ma significativa riduzione dell’indebitamento netto dal 9,4 per cento previsto per quest’anno al 3,3 per cento del PIL nel 2024.

Rispetto al DEF, l’obiettivo di deficit per il 2022 scende dal 5,9 per cento del PIL al 5,6 per cento e anche i deficit previsti per i due anni successivi sono inferiori a quelli prospettati nel DEF. Se invece si considera la crescita reale la nuova previsione tendenziale indica tassi di crescita del PIL reale pari al 4,2 per cento nel 2022, 2,6 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024. Queste proiezioni porterebbero il PIL al disopra del trend precrisi nel 2024; dal 2025, anche grazie ai due anni rimanenti del PNRR, vi sarà una concreta opportunità di accrescere il prodotto, l’occupazione e il benessere dei cittadini italiani in misura ben superiore a quanto si sarebbe potuto immaginare prima della crisi.

Di seguito una sintesi dei contributi di Banca d’Italia e SVIMEZ che si avvalgono entrambe di modelli propri.

Outlook macroeconomico (2)

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Banca d’Italia

Il quadro macroeconomico. – Secondo le stime basate sul nuovo indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) della Banca d’Italia, il PIL della Sardegna sarebbe diminuito di circa l’otto per cento nel 2020, un calo leggermente più contenuto rispetto alla media del Paese e del Mezzogiorno. La crisi pandemica ha coinvolto il sistema economico sardo a partire da marzo, con il forte rallentamento della produzione e della domanda indotto dalla sospensione di molte attività economiche e dalle misure di distanziamento sociale. Nei mesi centrali dell’anno si è registrata una temporanea e parziale ripresa, favorita dal calo dei contagi e dall’allentamento delle restrizioni; da settembre, tuttavia, il quadro congiunturale si è nuovamente indebolito in concomitanza con il peggioramento della dinamica pandemica. Nei primi mesi del 2021 l’economia regionale è rimasta debole, risentendo di un quadro epidemiologico ancora complesso e del perdurare di restrizioni alle attività sociali che hanno penalizzato soprattutto la filiera turistica. Le attese di una robusta ripresa nella seconda parte dell’anno dipendono dal rapido completamento della campagna vaccinale avviata a fine dicembre. La pandemia ha messo in evidenza l’importanza dello sviluppo digitale del territorio, fattore indispensabile per sostenere l’innovazione e la competitività del sistema produttivo e per promuovere le competenze e l’inclusione sociale.

Le imprese. – La crisi innescata dalla pandemia ha colpito in regione soprattutto il settore dei servizi, maggiormente interessato dalle misure di contenimento del contagio e dalla caduta della domanda per attività turistiche, trasporti, intrattenimento e commercio non alimentare. Anche il settore industriale ha subito una forte contrazione, che ha visto maggiormente penalizzati il comparto della chimica e quello petrolifero, mentre le produzioni dell’agroalimentare hanno registrato una crescita del volume d’affari. L’attività produttiva nell’edilizia è diminuita in misura più contenuta rispetto agli altri settori produttivi, anche perché il comparto è stato meno esposto alle restrizioni successive alla prima fase dell’epidemia. Il calo generalizzato dei fatturati delle imprese si è riflesso in una riduzione della loro redditività.

La caduta dei flussi di cassa ha inoltre fatto aumentare il fabbisogno di liquidità, che è stato soddisfatto dall’aumento del credito e dal dispiegarsi degli effetti delle misure attivate dalle autorità pubbliche al fine di mitigare l’impatto della pandemia sull’economia. La dinamica dei finanziamenti è stata particolarmente positiva per le imprese di piccole dimensioni e per il comparto dei servizi, categorie più esposte alle conseguenze della crisi e che hanno maggiormente beneficiato dei provvedimenti di sostegno.

Outlook macroeconomico (3)

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SVIMEZ

Nel 2021 il Pil italiano dovrebbe aumentare del 4,7%; in maniera più accentuata al Centro-Nord ove verrebbe superata, seppure di poco, la soglia dei cinque punti percentuali (5,1%) mentre nel Sud il livello dell’attività economica è previsto mettere a segno un progresso di poco superiore ai tre punti percentuali (3,3%). Nell’anno in corso la crescita è trainata, in linea generale, dall’export e dagli investimenti; entrambe queste variabili esercitano un effetto propulsivo maggiore nelle regioni centro-settentrionali. In particolare, gli investimenti, che anche prima del 2020 si erano segnalati per un’espansione modesta specie al Sud, dovrebbero quasi azzerare nel 2021 la perdita registrata l’anno precedente in entrambe le macroaree (2021, Centro-Nord +8,4%; Sud: + 7,0%) (v. Tab 13). È questo un effetto del policy mix adottato. Nello specifico, nel Centro-Nord la componente più dinamica è quella in macchinari, mentre nelle regioni meridionali è la spesa in costruzioni, al cui interno vi sono ricomprese le opere pubbliche, a risultare più dinamica.

Nel 2022, l’espansione del Pil dovrebbe risultare meno accentuata pur rimanendo su tassi comunque elevati: +4,0% nella media nazionale. Nel complesso, il risultato del 2022 risente di una minore crescita dell’export e di una politica economica relativamente meno espansiva. Come visto nel precedente paragrafo, infatti, nel 2022 il deficit programmatico è all’incirca pari ad un terzo di quello del 2021 con un significativo calo delle spese nette. A scala territoriale, il Centro-Nord dovrebbe far registrare un progresso del 4,3% e il Sud

del 3,2%. Rispetto all’anno precedente, il differenziale di crescita tra le due macroaree verrebbe a restringersi in quanto si ipotizza che la congiuntura trovi sostegno nelle due principali componenti della domanda interna: investimenti e consumi privati, entrambe in aumento rispetto all’anno precedente. La domanda interna, si ricorda, ha una capacità di attivazione maggiore al Sud, a parità di altre condizioni.

In termini di Pil, nel biennio di previsione il Centro- Nord dovrebbe sostanzialmente più che recuperare la perdita di produzione registrata nel 2020, diversamente dalle regioni meridionali nelle quali l’incremento cumulato di reddito, pur significativo in confronto a quanto avvenuto nel corso degli anni duemila, non è in grado di compensare quanto perso. Ciò dipende essenzialmente dal restringimento, sia quantitativo che qualitativo, che vi è stato nell’offerta aggregata del Sud.

Nel corso degli ultimi vent’anni, e segnatamente durante la “lunga crisi” (2008-2014), il Sud ha conosciuto sia una perdita di capacità produttiva, fenomeno che non si riscontra nel resto del Paese, unitamente a un’accresciuta incapacità di introdurre, nel medio periodo, gli adeguamenti per modificare l’offerta in seguito a variazioni della domanda (c.d.

“cambiamento strutturale”). In base alle previsioni SVIMEZ, dunque, mentre il Centro-Nord con la ripresa 2021-22 recupererà integralmente il PIL perso nel 2020, il Mezzogiorno a fine 2022 avrà ancora da recuperare circa 1,7 punti di PIL che si sommano a circa 10 punti persi nella precedente crisi 2008-13 e non ancora recuperati.

Outlook macroeconomico (4)

(10)

La Sardegna, insieme a Calabria, Molise e Sicilia, vedono accrescersi la loro distanza sia con la macroarea di riferimento e, soprattutto, con il resto del Paese per effetto di una crescita tropo debole. Tuttavia, queste quattro regioni, nel 2022 dovrebbero essere interessate da un’espansione del Pil maggiore di quella registrata l’anno precedente, mentre gli altri territori del Sud, e praticamente tutti quelli del CentroNord, si muovono in direzione opposta, ovvero con una crescita nel 2022 di intensità inferiore a quella del 2021. Se quest’ultimo dato discende dalle ipotesi implicite nello scenario

previsivo adottato, il raffronto appena richiamato evidenzia come una parte non piccola dell’economia meridionale, almeno in termini di popolazione, è sempre di più slegata dall’evoluzione ciclica generale.

Outlook macroeconomico (5)

(11)

3. ISTAT e l’analisi settoriale

Per avere un’idea dell’evoluzione dei settori produttivi l’Istat fornisce i risultati a livello nazionale per il 2019 e a livello regionale per il 2018 (1). Se si vogliono risultati più recenti si può considerare la demografia d’impresa (nuove imprese al netto delle cessazioni, a partire dagli archivi delle CCIAA) o le dinamiche occupazionali (utilizzando gli archivi INPS), tuttavia il vero snodo consiste nella possibilità di lavorare su una variabile presente sia nei bilanci d’impresa che nelle variabili della Contabilità nazionale e cioè il VA. In tal modo si può ragionare sulla creazione di valore e sulle condizioni di efficienza (produttività) in cui tale creazione avviene.

Se, oltre a ciò, si intendono considerare i legami col resto del sistema economico, è possibile utilizzare la tavola delle interdipendenze settoriali, sia come strumento di descrizione dei punti di forza/debolezza del sistema produttivo che come strumento per costruire policy di settore. Tuttavia, su questo tema, l’ISTAT, che pure produce sistematicamente tavole nazionali, non produce tavole regionali. La costruzione di tavole regionali è affidata ad enti e società con un loro proprio know how.

Va sottolineato che l’Istat produce dei significativi dati di rappresentazione dell’economia produttiva nazionale mutuando i dati del Registro delle imprese. Tale rappresentazione riprende la Classificazione ATECO 2007 e per ciascuna divisione produttiva individua alcune significative grandezze come il fatturato, l’occupazione e gli investimenti. Anche in questo caso l’aggregazione nazionale e il gap temporale di due anni possono costituire un limite operativo per una maggiore sincronizzazione tra economia reale ed economia rappresentata.

(1) Dall’anno di riferimento 2017 le fonti utilizzate nella produzione dei dati sono il registro statistico esteso delle principali variabili economiche delle imprese (Frame, base di microdati di fonte amministrativa trattati statisticamente e combinati con i dati delle rilevazioni statistiche) e la rilevazione dei conti economici delle imprese e per l’esercizio di arti e professioni. Tale rilevazione consta di una componente totale (SCI, per le unità giuridiche con 250 addetti ed oltre) che fornisce i dati definitivi sulle grandi imprese e di una componente campionaria (PMI, per le unità giuridiche con meno di 250 addetti) che ha un ruolo di natura strumentale alla costruzione del Frame (i principali aggregati sulle imprese con meno di 250 addetti non sono più stimati dalla rilevazione PMI ma dall’elaborazione dei dati del Frame).

In questo caso il ritardo di quattro anni non incide sulla validità dello strumento per le stabilità temporale delle tecniche di produzione ulteriormente rafforzato dal fatto che nella tavola sono rappresentate non le tecniche bensì una loro media pesata, quello che in altri termini costituisce il mix di tecniche adottato dallo specifico settore.

Si vedano ad esempio i prodotti offerti da IRPET e Prometeia.

Outlook macroeconomico (6)

(12)

Conclusioni

Dalle sintetiche osservazioni effettuate emerge dunque che le analisi dei bilanci riescono a ridurre considerevolmente i gap temporale e territoriale esistenti tra contabilità nazionale e contabilità territoriale. I bilanci sono trasmessi telematicamente da tutte le società di capitale, su tutto il territorio nazionale, normalmente entro il 30 giugno e quindi divengono disponibili entro il 30 settembre. Questo significa che se si riesce a rappresentare il quadro macroeconomico a partire dai bilanci d’impresa e da altre informazioni relativamente alle imprese che non hanno obbligo di depositare il bilancio, si riduce significativamente il gap temporale con dati ed elaborazioni con una “anzianità” di 9/12 mesi. Ma l’aspetto forse anche più importante è che si può ridurre la dimensione territoriale delle rappresentazioni fino al livello territoriale comunale.

Questa tipologia di analisi consente, inoltre e soprattutto, di allargare al mondo imprenditoriale la platea dei fruitori di dati. La rappresentazione dell’economia territoriale per sezioni e divisioni produttive attraverso i bilanci aziendali consente l’accesso ai dati anche alle imprese, soprattutto le MPMI, che possono utilizzarli per i loro processi di pianificazione strategica e per le loro decisioni.

I benefici di tale impostazione metodologica ed operativa possono, nel medio termine, avere significative ricadute sulla cultura imprenditoriale poiché il linguaggio dell’economia territoriale si fonderebbe sul linguaggio economico imprenditoriale. Sul linguaggio, cioè, di coloro che, principalmente, l’economia la costruiscono sul mercato.

Outlook macroeconomico (7)

(13)

Le industrie alimentari della Sardegna

Panoramica statistica

(14)

Le società e la loro distribuzione

60 29

22 25

99 13

269 37

10

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI

PRODOTTI AMIDACEI

10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI 10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

La distribuzione delle società per settore (categoria Ateco prevalente)

(15)

Le società e la loro distribuzione

116.424 171.833 35.423

15.806

618.103 130.598

162.675 28.977

57.777

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI

AMIDACEI

10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI 10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

La distribuzione settoriale del Valore della produzione (000)

(16)

Le società e la loro distribuzione

503 506 125

56

1800 96

1562 152

85

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI

PRODOTTI AMIDACEI

10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI 10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

La distribuzione degli addetti delle società

(17)

Le società e la loro distribuzione

26,05

36,57 27,81

27,14

35,51 36,94 23,35

28,45

32,05

0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE 10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI 10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI 10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

La distribuzione del costo medio per addetto (000)

(18)

Le società e la loro distribuzione

231,46 339,59 283,39 282,26

343,39

1360,40 104,15

190,64

679,73

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI 10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA 10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI

PRODOTTI AMIDACEI

10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI 10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

La distribuzione del fatturato per addetto

(19)

Il trend della divisione “Industrie alimentari” ATECO 10.0

- 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.600.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.0 Tutte le industrie alimentari

-15.000 -10.000 -5.000 - 5.000 10.000 15.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.0 Tutte le industrie alimentari

- 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.0 Tutte le industrie alimentari

- 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.600.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.0 Tutte le industrie alimentari

(20)

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PROD. DI PRODOTTI A BASE DI CARNE (Ateco 10.1) - (000)

- 100 200 300 400 500 600 700

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.1

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PROD. DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.1

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PROD. DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

-3.500 -3.000 -2.500 -2.000 -1.500 -1.000 -500 - 500

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.1

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PROD. DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.1

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PROD. DI PRODOTTI A BASE DI CARNE

(21)

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI (Ateco 10.2) - (000)

- 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.2

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI

-8.000 -6.000 -4.000 -2.000 - 2.000 4.000 6.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.2

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI

- 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.2

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI

- 100 200 300 400 500 600

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.2

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI

(22)

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI (Ateco 10.3) - (000)

- 20 40 60 80 100 120 140 160

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.3

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI -

5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.3

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI

-200 -150 -100 -50 - 50 100 150 200 250 300

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.3

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI -

5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.3

LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI

(23)

PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI (Ateco 10.4) - (000)

- 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.4

PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI

-160 -140 -120 -100 -80 -60 -40 -20 - 20

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.4

PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI -

2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.4

PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI

- 10 20 30 40 50 60 70

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.4

PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI

(24)

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA (Ateco 10.5) - (000)

- 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800 2.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.5

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA -

100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.5

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA

-8.000 -6.000 -4.000 -2.000 - 2.000 4.000 6.000 8.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.5

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA -

100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.5

INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA

(25)

LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI (Ateco 10.6) - (000)

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.6

LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI

- 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.6

LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.6

LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI

- 20 40 60 80 100 120

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.6

LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI

(26)

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI (Ateco 10.7) - (000)

- 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1.600 1.800

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.7

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI -

20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.7

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI

- 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.7

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI -

20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.7

PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI

(27)

PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI (Ateco 10.8) - (000)

- 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.8

PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI

-2.500 -2.000 -1.500 -1.000 -500 - 500 1.000 1.500 2.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.8

PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI -

5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.8

PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI

- 20 40 60 80 100 120 140 160 180

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.8

PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI

(28)

PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI (Ateco 10.9) - (000)

- 10 20 30 40 50 60 70 80 90

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Occupazione (unità) - Ateco 10.9

PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

- 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore della produzione (000) - Ateco 10.9

PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

-2.000 -1.000 - 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Profitti netti (000) - Ateco 10.9

PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

- 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

Valore aggiunto (000) - Ateco 10.9

PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI

(29)

(Ateco 10.0)

Divisioni a confronto: Sardegna vs. Italia

Le industrie alimentari della Sardegna

Business model e struttura finanziaria

(30)

LE INDUSTRIE ALIMENTARI SECONDO LA CLASSIFICAZIONE ATECO 2007

Questa divisione include la trasformazione di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca in alimenti e bevande commestibili per l’uomo o per gli animali, nonché la produzione di vari prodotti intermedi da non considerare alla stregua dei prodotti alimentari (ad esempio, pellame proveniente dai macelli, panelli provenienti dalla produzione di olio).

La divisione è organizzata per attività riguardanti diversi tipi di prodotti: carne, pesce, frutta e ortaggi, grassi ed oli, prodotti lattiero-caseari, granaglie, prodotti di panetteria e farinacei, altri prodotti alimentari e mangimi per animali.

La produzione può essere effettuata per conto proprio o per conto terzi, come nel caso della macellazione su ordinazione.

Questa divisione non include la preparazione di pasti per il consumo immediato come nei ristoranti.

Alcune attività sono considerate manifatturiere (panetterie che vendono i propri prodotti) anche se l’unità che le

espleta vende al dettaglio in un proprio negozio. Tuttavia, nel caso in cui la lavorazione sia minima e non conduca ad una reale trasformazione, l’unità viene classificata nella sezione Commercio all’ingrosso e al dettaglio (sezione G).

La preparazione di alimenti per il consumo immediato sul

posto è classificata nella divisione 56 (Attività di

ristorazione). Il trattamento di scarti della macellazione per

la produzione di alimenti per animali è classificato nel

gruppo 10.9 relativo ai prodotti per l’alimentazione degli

animali, mentre la trasformazione di cascami di alimenti e

bevande in materie prime secondarie è classificata nel

gruppo 38.3 (Recupero dei materiali) e lo smaltimento di

cascami di alimenti e bevande è inserito nella classe 38.21

(Trattamento e smaltimento di rifiuti non pericolosi).

(31)

LE INDUSTRIE ALIMENTARI SECONDO LA CLASSIFICAZIONE ATECO 2007 (1)

10 INDUSTRIE ALIMENTARI

10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE 10.11 Lavorazione e conservazione di carne (escluso volatili)

10.11.0 Produzione di carne non di volatili e di prodotti della macellazione (attività dei mattatoi) 10.11.00 Produzione di carne non di volatili e di prodotti della macellazione (attività dei mattatoi) 10.12 Lavorazione e conservazione di carne di volatili

10.12.0 Produzione di carne di volatili e prodotti della loro macellazione (attività dei mattatoi) 10.12.00 Produzione di carne di volatili e prodotti della loro macellazione (attività dei mattatoi) 10.13 Produzione di prodotti a base di carne (inclusa la carne di volatili)

10.13.0 Produzione di prodotti a base di carne (inclusa la carne di volatili) 10.13.00 Produzione di prodotti a base di carne (inclusa la carne di volatili) 10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI 10.20 Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi

10.20.0 Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura eccetera 10.20.00 Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante surgelamento, salatura eccetera 10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI

10.31 Lavorazione e conservazione delle patate 10.31.0 Lavorazione e conservazione delle patate 10.31.00 Lavorazione e conservazione delle patate 10.32 Produzione di succhi di frutta e di ortaggi 10.32.0 Produzione di succhi di frutta e di ortaggi 10.32.00 Produzione di succhi di frutta e di ortaggi

10.39 Altra Lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi

10.39.0 Lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi (esclusi i succhi di frutta e di ortaggi) 10.39.00 Lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi (esclusi i succhi di frutta e di ortaggi) 10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI

10.41 Produzione di oli e grassi

10.41.1 Produzione di olio di oliva da olive prevalentemente non di produzione propria 10.41.10 Produzione di olio di oliva da olive prevalentemente non di produzione propria

10.41.2 Produzione di olio raffinato o grezzo da semi oleosi o frutti oleosi prevalentemente non di produzione propria 10.41.20 Produzione di olio raffinato o grezzo da semi oleosi o frutti oleosi prevalentemente non di produzione propria 10.41.3 Produzione di oli e grassi animali grezzi o raffinati

10.41.30 Produzione di oli e grassi animali grezzi o raffinati 10.42 Produzione di margarina e di grassi commestibili simili 10.42.0 Produzione di margarina e di grassi commestibili simili 10.42.00 Produzione di margarina e di grassi commestibili simili

10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA

10.51 Industria lattiero-casearia, trattamento igienico, conservazione del latte 10.51.1 Trattamento igienico del latte

10.51.10 Trattamento igienico del latte 10.51.2 Produzione dei derivati del latte 10.51.20 Produzione dei derivati del latte

10.52 Produzione di gelati

10.52.0 Produzione di gelati senza vendita diretta al pubblico 10.52.00 Produzione di gelati senza vendita diretta al pubblico

10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI

10.61 Lavorazione delle granaglie

10.61.1 Molitura del frumento

10.61.10 Molitura del frumento 10.61.2 Molitura di altri cereali 10.61.20 Molitura di altri cereali

10.61.3 Lavorazione del riso

10.61.30 Lavorazione del riso

10.61.4 Altre lavorazioni di semi e granaglie 10.61.40 Altre lavorazioni di semi e granaglie 10.62 Produzione di amidi e di prodotti amidacei

10.62.0 Produzione di amidi e di prodotti amidacei (inclusa produzione di olio di mais) 10.62.00 Produzione di amidi e di prodotti amidacei (inclusa produzione di olio di mais)

10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI

10.71 Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi 10.71.1 Produzione di prodotti di panetteria freschi 10.71.10 Produzione di prodotti di panetteria freschi 10.71.2 Produzione di pasticceria fresca

10.71.20 Produzione di pasticceria fresca

10.72 Produzione di fette biscottate e di biscotti; produzione di prodotti di pasticceria conservati 10.72.0 Produzione di fette biscottate, biscotti; prodotti di pasticceria conservati

10.72.00 Produzione di fette biscottate, biscotti; prodotti di pasticceria conservati 10.73 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili 10.73.0 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili 10.73.00 Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili

10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI

10.81 Produzione di zucchero

10.81.0 Produzione di zucchero

10.81.00 Produzione di zucchero

10.82 Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie

10.82.0 Produzione di cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie 10.82.00 Produzione di cacao in polvere, cioccolato, caramelle e confetterie 10.83 Lavorazione del tè e del caffè

10.83.0 Lavorazione del tè e del caffè 10.83.01 Lavorazione del caffè

10.83.02 Lavorazione del tè e di altri preparati per infusi 10.84 Produzione di condimenti e spezie

10.84.0 Produzione di condimenti e spezie 10.84.00 Produzione di condimenti e spezie 10.85 Produzione di pasti e piatti preparati

10.85.0 Produzione di pasti e piatti pronti (preparati, conditi, cucinati e confezionati) 10.85.01 Produzione di piatti pronti a base di carne e pollame

10.85.02 Produzione di piatti pronti a base di pesce, inclusi fish and chips 10.85.03 Produzione di piatti pronti a base di ortaggi

10.85.04 Produzione di pizza confezionata 10.85.05 Produzione di piatti pronti a base di pasta

10.85.09 Produzione di pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari 10.86 Produzione di preparati omogeneizzati e di alimenti dietetici 10.86.0 Produzione di preparati omogeneizzati e di alimenti dietetici 10.86.00 Produzione di preparati omogeneizzati e di alimenti dietetici 10.89 Produzione di prodotti alimentari n.c.a.

10.89.0 Produzione di prodotti alimentari n.c.a.

10.89.01 Produzione di estratti e succhi di carne 10.89.09 Produzione di altri prodotti alimentari n.c.a.

10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L'ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI 10.91 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento 10.91.0 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento 10.91.00 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento 10.92 Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali da compagnia 10.92.0 Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali da compagnia 10.92.00 Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali da compagnia

(32)

IL confronto settoriale: Sardegna vs. Italia Industrie Alimentari (Ateco 10.0)

Sardegna Italia

Lo Stato Patrimoniale (000) Lo Stato Patrimoniale (000)

ATTIVO / IMPIEGHI 2.018 2.019 2.020 ATTIVO / IMPIEGHI 2.018 2.019 2.020

Immobilizzazioni 557.516 582.291 624.433 Immobilizzazioni 47.009.728 50.904.040 56.527.581

Rimanenze 236.013 255.816 247.358 Rimanenze 15.674.432 15.931.492 16.726.634

Crediti 413.692 411.804 421.301 Crediti 26.768.070 27.303.703 27.754.341

Attività finanziarie 645 546 738 Attività finanziarie 2.604.078 2.842.328 3.845.109

Disponibilità liquide 83.154 80.597 119.364 Disponibilità liquide 6.926.486 7.275.518 9.223.080

Ratei e risconti 11.360 12.152 12.696 Ratei e risconti 652.213 670.893 749.997

Totale Attivo 1.302.380 1.343.205 1.425.890 Totale Attivo 99.635.005 104.927.973 114.826.741

PASSIVO / FONTI 2.018 2.019 2.020 PASSIVO / FONTI 2.018 2.019 2.020

Patrimonio netto 363.013 375.153 424.389 Patrimonio netto 40.393.755 42.492.120 49.694.613

TFR 25.730 27.786 28.634 TFR 1.866.137 1.911.407 1.940.912

Fondi rischi 12.948 13.942 17.348 Fondi rischi 2.229.534 2.485.889 2.851.111

Totale

debiti 850.637 873.990 897.541 Totale debiti 54.213.703 56.947.573 59.092.444

entro l'esercizio 667.457 678.605 657.604 entro l'esercizio 41.246.476 42.737.669 42.443.389

oltre l'esercizio 183.180 195.385 239.937 oltre l'esercizio 12.961.471 14.209.904 16.649.057

Ratei e risconti 50.050 52.334 57.979 Ratei e risconti 931.772 1.090.984 1.247.578

Totale Passivo 1.302.380 1.343.205 1.425.890 Totale Passivo 99.635.005 104.927.973 114.826.741

Legenda: I valori indicati costituiscono la somma di quelli di tutte le società come risultanti dal Registro delle imprese.

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