PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO
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CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA SESTA E SETTIMA COMMISSIONE
ROMA settima(iiicosmag. it
OGGETTO: Indagini di terrorismo internazionale. Relazione sui metodi investigativi e sulle forme di coordinamento.
Con riferimento alla delibera di codesto Consiglio prot. P296112015 in data 11.2.2015 ed alla contestuale richiesta di relazione sulle tematiche in oggetto indicate, si riferisce quanto segue:
Come è noto, il fenomeno del terrorismo internazionale di matrice islamica registra la presenza di organizzazioni - quali "Al Qaeda" e, più recentemente, 1"ISIS", espressione dell'autoproclamato Califfato islamico - caratterizzate, da una parte, dalla assenza di nuclei strutturati stabilmente in territorio europeo e, dall'altra, dalla presenza attiva di individui apparentemente isolati, spesso radicati in territorio occidentale ma collegati in vario modo con centrali operative dei paesi arabi, che risultano in grado di porre in essere azioni di forte impatto terroristico.
Invero nel territorio di competenza di questa Procura Distrettuale non sono stati registrati, in epoca recente, significativi episodi inquadrabili nel paradigma dei reati di terrorismo internazionale; tuttavia la sua forte connotazione come località di sbarco e di transito di profughi provenienti da zone di guerra, taluni accertati collegamenti - di contenuto sospetto - con persone dimoranti in tali paesi e la significativa presenza di fenomeni di propaganda e proselitismo dell'integralismo islamico più radicale, impongono un'azione investigativa approfondita e vigile.
Punto di partenza fondamentale risulta al riguardo l'attività di monitoraggio dei luoghi di aggregazione dei cittadini extracomunitari di provenienza nordafricana e mediorientale.
Tale controllo si rivolge anzitutto sui luoghi di culto e sulle comunità religiose islamiche, ancorché radicate nel territorio nazionale, nell'ambito delle quali - pur prevalendovi di solito posizioni moderate sul piano religioso - si possono annidare soggetti estremisti che effettuano attività di proselitismo di tipo "jihadista".
Soggetti di particolare interesse vanno considerati i cosiddetti "homegrown ", immigrati di seconda o terza generazione ed i cittadini italiani convertiti, che si manifestano spesso portatori di messaggi estremistici e radicali, tanto di carattere religioso, che politico.
Altri ambiti di notevole rilevanza risultano essere le attività commerciali e di fornitura di servizi - come i "Phone center" ed i "Money transfer" - gestite o frequentate da extracomunitari, dalle quali possono affiorare rilevanti elementi conoscitivi sui loro collegamenti interni ed esteri e sulle transazioni economiche effettuate.
Permane inoltre un costante controllo degli incessanti flussi migratori di quei soggetti che raggiungono le coste a bordo di imbarcazioni di fortuna e che potrebbero costituire serbatoio di arruolamento da parte dei gruppi eversivi, perché vivono in una condizione di disagio che li rende fragili e aggredibili ad un efficace indottrinamento religioso.
Non viene nemmeno trascurato il controllo delle persone che fanno ingresso nel territorio nazionale tramite il regolare collegamento di linea Tunisi-Palermo.
Dalle informazioni in tal modo raccolte, si sviluppano attività di intercettazione, sia preventive, che di natura giudiziaria, a seconda si ritenga che ricorrano o meno i "gravi indizi di reato", indicati dall'art. 267 C.P.P.
In quest'ambito, accanto alle consuete intercettazioni telefoniche ed ambientali, si ricorre di frequente ad intercettazioni telematiche "attive" o "passive", che consentono di captare le comunicazioni ed i rapporti che si sviluppano mediante messaggi internet, contatti tramite social network e comunque collegamenti attraverso la rete informatica.
Gli ulteriori sviluppi investigativi seguono le risultanze emerse dalle attività fin qui descritte e possono - a secondo i casi - limitarsi ad interventi di carattere meramente preventivo, ovvero portare alle iniziative operative ed ai provvedimenti che si rendano più adeguati.
Va infine rilevato come non siano stati registrati, in questo territorio, casi significativi di collaborazioni esplicite, analoghe a quelle verificatesi in altri ambiti criminali.
In tale contesto risulta indubbiamente determinante lo scambio di informazioni tra le diverse strutture investigative ed il coordinamento delle indagini.
Al riguardo questa Procura promuove, ogni volta che se ne prospetti la necessità, incontri di coordinamento in ambito distrettuale e sviluppa contatti con gli uffici inquirenti limitrofi e con quelle interessati da indagini collegate.
A livello nazionale invece, a fronte del permanente scambio di informazioni tra gli organi di polizia sia nazionale che internazionale, non esistono, a tutt'oggi, forme istituzionalizzate di collegamento tra i diversi uffici inquirenti, se si eccettuano utili iniziative spontanee di incontro, promosse - negli anni scorsi - da alcune Procure Distrettuali nell'ambito del CSM e peraltro ultimamente interrotte.
La preannunziata attribuzione alla DNA di competenze anche per i reati di terrorismo internazionale dovrebbe rimediare a tale carenza, specie se si costituirà come struttura permanente di servizio per la raccolta e coordinamento di dati informativi ed attività d'indagine sia in ambito interno che internazionale.
Palermo. 20 febbraio 2015.
IL PROCURATORE D 4!' PUBBLICA AGGIUNTO Leona
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA Frances L! VOI