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Le alluvioni del sistema Arno-Serchio e del Tevere (I a.C.-I d.C.)nel quadro dell'oscillazioni climatiche del Mediterraneo Occidentale.

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Academic year: 2021

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INDICE

Introduzione

p.2

1. Il clima

1.1Il concetto di clima dal passato al presente

p.4 1.2 Il contributo delle discipline umanistiche e scientifiche alla

ricostruzione dei climi del passato

p.14

1.3 Le variazioni climatiche dall’ultima glaciazione alla Tarda Antichità

p.22

2. Il clima in età romana

2.1 L’evoluzione del clima nel mediterraneo occidentale p.35 2.2 Il clima nell’Italia romana p.49

3. Il paesaggio antico e il clima

3.1L’uomo e la percezione della natura p.57 3.2 Le inondazioni del Tevere tra I. a. C e I d. C. p.63 3.3 Il sistema Arno-Serchio. Le alluvioni catastrofiche nel tardo

Olocene

p.70

Conclusioni

p.79

(2)

Introduzione

Il problema del surriscaldamento del pianeta ha spinto l’attenzione sui cambiamenti climatici che si manifestano tramite l’alternarsi di livelli diseguali di temperatura e precipitazioni, creando tempi e ambienti differenti nelle varie aree geografiche. L’inquietudine suscitata circa eventuali conseguenze delle variazioni climatiche, potenzialmente catastrofiche, ha portato numerose discipline ad interrogarsi sul clima del passato, indagando le reazioni e le spiegazioni che l’uomo si diede.

In questo lavoro si è cercato di fare il punto sulle conoscenze relative al clima e alle variazioni climatiche avvenute durante l’età romana. Pur essendo dal punto di vista paleoclimatico un ambito cronologico piuttosto ristretto si è tentato di delineare il clima del passato utilizzando due categorie di documenti: le pubblicazioni moderne che basano le loro teorie sulle indagini interdisciplinari e le fonti antiche i cui autori, pur non essendo specialisti nel settore, non mancarono di annotare fenomeni climatici e atmosferici di determinati territori.

Nel momento in cui è comparso l’uomo lo studio del clima deve prendere in esame le relazioni esistenti tra società e ambiente, le quali si collocano secondo differenti scale temporali e spaziali. Gli ampi ambiti su cui le variazioni climatiche si riflettono sottolineano come non si possa prescindere da un approccio globale al problema, il quale parte dalla concezione che l’uomo antico aveva del concetto di “clima”. Nel primo capitolo, dopo aver discusso sulla teoria dei climi, si sono ricostruite le oscillazioni climatiche del passato tramite le metodologie e le discipline in grado di delineare i caratteri del clima.

(3)

Un’attenzione particolare è stata data, nel secondo capitolo, a quello che fu il clima delle regioni del Mediterraneo Occidentale in età romana. Nonostante le informazioni dirette siano piuttosto scarse e l’ambito geografico eterogeneo si è tentato di individuare le fasi fredde-umide e caldo-aride che caratterizzarono la Gallia, la Spagna, l’Africa e l’Italia romana. Ogni area geografica considerata ha mostrato una soluzione differente del paesaggio ai mutamenti climatici avvenuti, dimostrando la stretta relazione tra l’evoluzione del clima e della natura.

La risposta dell’ambiente alle diverse condizioni climatiche non è sempre stata positiva, sconvolgendo e alterando profondamente la realtà in cui la società vive, l’uomo infatti sin dalle origini si è interrogato sulle cause alla base degli eventi catastrofici che lo colpirono, giungendo spesso ad una spiegazione trascendente la realtà concreta.

L’ultimo capitolo è rivolto all’analisi del rapporto tra uomo e natura e agli eventi alluvionali che interessarono l’Italia centrale in età romana: in particolare, sono state ricostruite le alluvioni che caratterizzarono l’Arno e Il Tevere tra il I sec a.C. e il I sec. d.C. Lo scopo è stato quello di cercare di comprendere se alla base vi sia stata una comune origine e se è possibile individuare all’interno del periodo caldo romano una fase climatica caratterizzata da un aumento delle piovosità.

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