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Oscillazioni particella-antiparticella

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Academic year: 2021

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(1)

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza

Oscillazioni particella-antiparticella

Lezione 17

(2)

Oscillazioni particella-antiparticella

•  Abbiamo visto che nelle interazioni deboli non viene conservato il sapore dei quark

–  Questo è associato a transizioni con scambio di carica –  spesso associate a produzioni di coppie leptone-neutrino

•  decadimenti beta, decadimenti semileptonici delle particelle strane –  ma anche coppie quark-antiquark, di carica diversa.

•  decadimenti adronici dei K e degli iperoni

•  Queste caratteristiche permettono il prodursi di un fenomeno spettacolare:

–  oscillazione tra una particella e la sua antiparticella.

–  Introdurremo una Hamiltoniana efficace:

–  include la descrizione degli autostati, la loro evoluzione temporale ed il decadimento.

Questo fenomeno ha permesso di osservare la violazione di CP

(3)

Violazione di CP

La violazione di CP è fondamentale per diversi motivi:

•  Asimmetria materia-antimateria nell’universo

–  abbiamo evidenza che l’universo contega molti più barioni e elettroni che anti-barioni e positroni

–  ammontare osservato nei raggi cosmici compatibile con i processi di spallazione, conversione di coppie...

–  perché possa generarsi questa asimmetria è necessario sottisfare le tre condizioni di Sakharov (1967):

•  Deve esistere un processo che violi il numero barionico

•  Devono essere violate C e CP

•  Tali processi devono avvenire al di fuori dell’equilibrio termico

•  La freccia del tempo

–  crediamo che CPT sia una simmetria fondamentale della natura.

–  violazione di CP e conservazione di CPT implicano violazione di T –  Invarianza per inversione temporale rotta a livello microscopico.

(4)

I decadimenti dei quark

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 17 A. Andreazza - a.a. 2016/17

4

•  I quark possono essere classificati in famiglie, come i leptoni.

•  Ogni famiglia costituita da un quark di carica 2/3 ed uno di carica -1/3.

•  Le transizioni deboli sono mediate dalla matrice unitaria di Cabibbo-Kobayashi- Maskawa (CKM)

•  Esempi:

•  Il Q valore viene usato per produrre coppie ℓν o qq entro il range delle interazioni ν o qq entro il range delle interazioni deboli: ħ/mWc2~2.5×10-3 fm

49. Plots of cross sections and related quantities 5

σ and R in e+eCollisions

10

-8

10

-7

10

-6

10

-5

10

-4

10

-3

10

-2

1 10 102

σ[mb]

ω

ρ φ

ρ J/ψ

ψ(2S) Υ

Z

10

-1

1 10 102 103

1 10 102

R ω

ρ φ

ρ

J/ψ ψ(2S) Υ

Z

√s [GeV]

Figure 49.5: World data on the total cross section of e+e→ hadrons and the ratio R(s) = σ(e+e→ hadrons, s)/σ(e+e→ µ+µ, s).

Risonanze cc

σ

(

e+e → adroni

)

√s [GeV]

VCKM =

Vud Vus Vub Vcd Vcs Vcb Vtd Vts Vtb

⎜⎜

⎟⎟ ≈

cosθc sinθc ~ 10−3

− sinθc cosθc ~ 10−2

~ 10−3 ~ 10−2 1

⎜⎜

⎟⎟

Risonanze bb

Q=-1/3 Q=+2/3

Q=±1

a 350 GeV tt

s → Vus u + Vcs c + Vts t

c → Vcd* d + Vcs* s + Vcb* b

Probabilità proporzionali a|Vus|2~|Vcd|2~sin2θc

Non accessibili cinematicamente

(5)

Oscillazioni particella-antiparticella

•  L’osservazione principale è che il “sapore” dei quark non è una quantità esattamente conservata:

–  è conservato in interazioni forti ed elettromagnetiche –  è violato nelle interazioni deboli.

•  Alcuni stati mesonici neutri come

–  differiscono dalla loro antiparticella solo per il numero quantico di sapore (stranezza, bellezza...), che però non è conservato nelle interazioni deboli.

–  Questa non-conservazione apre la possibilità di avere oscillazioni tra particella ed antiparticella:

–  Autostati di sapore non sono, in generale, autostati dell’Hamiltoniana

•  Nota bene: non sono possibili invece oscillazioni del tipo:

–  neutrone-antineutrone, visto che le due particella hanno diverso numero barionico, ed il numero barionico è conservato;

–  neutrino-antineutrino, visto che le due particelle hanno diverso numero leptonico, che pure è una quantità conservata.

K0

(

ds

)

↔ K0

( )

ds Bd0

(

db

)

↔ Bd0

( )

db

(6)

Hamiltoniana efficace

•  Nel caso di una particella in quiete:

–  l’equazìone di Schrödinger:

–  dove

–  la sua evoluzione temporale sarà –  e la densità di probabilità:

•  Se la particella è instabile si può descrivere con una componente immaginaria dell’autovalore dell’energia:

–  l’evoluzione temporale diventa:

–  e la densità di probabilità decresce nel tempo:

•  H non è hermitiana:

–  non conserva la densità di probabilità: descrive in maniera efficace il comportamento di un singolo stato di un sistema più ampio

–  γ è la larghezza di decadimento dello stato

E = m i d

dt ψ = m ψ H ψ = m ψ m = ψ H ψ

ψ t

( )

=ψ 0

( )

e−imt

ψ t

( )

2 = ψ 0

( )

2 = costante

H ψ = m − i γ 2

⎝ ⎜ ⎞

⎠ ⎟ ψ

ψ t

( )

=ψ 0

( )

e−imt−

γ 2t

ψ t

( )

2 = ψ 0

( )

2eγt

(7)

Hamiltoniana efficace: il sistema del K

0

•  Consideriamo il caso dei due stati del K0 e della sua antiparticella:

•  Facendo il prodotto scalare:

–  con –  con

•  Possiamo scrivere in forma matriciale:

•  se esistessero solo interazioni elettromagnetiche e forti:

–  per la conservazione della stranezza:

–  per la simmetria di coniugazione di carica:

ψ (t) = a(t) K

0

+ b(t) K

0

i d

dt ψ (t) = i d

dt a(t) K

0

+ i d

dt b(t) K

0

= H ψ (t) = a(t)H K

0

+ b(t)H K

0

K

0

i d

dt a(t) = a(t) K

0

H K

0

+ b(t) K

0

H K

0

K

0

i d

dt b(t) = a(t) K

0

H K

0

+ b(t) K

0

H K

0

i d dt

a(t) b(t)

⎝ ⎜ ⎞

⎠ ⎟ = K

0

H K

0

K

0

H K

0

K

0

H K

0

K

0

H K

0

⎝ ⎜⎜ ⎞

⎠ ⎟⎟ a(t) b(t)

⎝ ⎜ ⎞

⎟ = H

eff

a(t) b(t)

⎝ ⎜ ⎞

⎠ ⎟

K0 H K0 = K0 H K0 = 0 K0 H K0 = K0 H K0 = mK0

Puramente reale conservazione stranezza

(8)

Hamiltoniana efficace

•  La forma più generale dell’hamiltoniana efficace si può ottenere scomponendola in una parte hermitiana ed una anti-hermitiana:

–  dove M e Γ sono matrici hermitiane –  e abbiamo indicato

•  Si può dimostare che la conservazione di CPT impone:

•  Mostreremo che se m

12

e Γ

12

sono reali, allora H

eff

conserva CP

•  Se ci fossero solo interazioni forti ed elettromagnetiche:

H

eff

= M − i Γ

2 = m

0

m

12

m

12*

m

0

⎝ ⎜ ⎞

⎟ − i 1 2

Γ

0

Γ

12

Γ

12*

Γ

0

⎝ ⎜ ⎞

⎠ ⎟

K0 H K0 = K0 H K0 = m0 − iΓ0 2

H

eff

= m

K0

1 0

( 0 1 )

ψ t

( )

=ψ 0

( )

exp(−imK0t)

K0 H K0 = K0 H K0

(9)

Oscillazioni: visione microscopica

•  Le interazioni deboli:

–  permettendo il decadimento producono una componente immaginaria negli autovalori

–  modifiche della stranezza attraverso scambi multipli di W

K

0

d s

u W

u d

s

K

0

W

È un processo molto debole:

•  scambio di due W

•  soppressione dovuta alla matrice CKM

Stato intermedio:

uu = sin

2

θ

c

cos

2

θ

c

cu = −sin

2

θ

c

cos

2

θ

c

cc = sin

2

θ

c

cos

2

θ

c

uc = −sin

2

θ

c

cos

2

θ

c

Interferenza distruttiva:

meccanismo di Glashow-Iliopolous-Maiani

L’espressione esatta è: m12GF2mK

12π2 fK2BK sin2θccos2θc

(

mc2 − mu2

)

Dipende dalla funzione d’onda del K, ~(200 MeV)2

(10)

Oscillazioni: visione macroscopica

•  Il fatto che ci possa essere termini non diagonali m

12

si può anche inferire dal fatto che ci sono decadimenti comuni a K

0

e anti-K

0

•  Consideriamo i principali decadimenti dei K carichi

•  e di quelli neutri

K

+

µ

+

ν

µ

µ

ν

µ

K

π

0

e

+

ν

e

, π

0

µ

+

ν

µ

π

0

e

ν

e

, π

0

µ

ν

µ

π

+

π

0

π

π

0

π

+

π

0

π

0

, π

+

π

+

π

π

π

0

π

0

, π

π

π

+

K

0

K

0

π

e

+

ν

e

, π

µ

+

ν

µ

π

+

e

ν

e

, π

+

µ

ν

µ

π

+

π

, π

0

π

0

π

0

π

0

π

0

, π

+

π

0

π

(11)

Oscillazione: visione macroscopica

•  La presenza di stati comuni implica che gli autostati dell’hamiltoniana completa devono essere misture di e

•  Questo è analogo a quanto accade in una teoria con una hamiltoniana non relativistica H, con autofunzioni ψn: se aggiungiamo una perturbazione V, vediamo che le autofunzioni diventano:

•  In particolare per la matrice Γ, intuitivamente possiamo dire che ψnʹ =ψn + ψm V ψn

En − Em ψm

m≠n

al primo ordine solo le autofunzioni

collegate direttamente contribuiscono

al secondo ordine contribuiscono anche autofunzioni collegate tramite uno stato a ψk con prodotto ≠0 sia con ψn che con ψm

Γ0 = 2π

! K0 H f f H K0

MfK o 2

"$$$#$$$%ρf

f

somma sui modi di decadimento comuni ad entrambi gli stati

⇒ Γ12 = 2π

! K0 H f f H K0 ρf

f

K

0

K

0

+ ψm V ψk ψk V ψn En − Em

( ) (

En − Ek

)

ψm

k≠n

m≠n

ψn V ψE n ψm V ψn

n − Em

( )

2 ψm

ψn

m≠n 2

ψm V ψn

2

En − Em

( )

2

m≠n

(12)

Diagonalizzazione di H

eff

•  Procederemo ora determinare autovalori ed autovettori di H

eff

.

•  Prima di procedere con i calcoli formali, anticipiamo i risultati principali:

–  Se Heff conserva CP, gli autostati sono gli autostati di CP:

–  Questi hanno una grossa differenza di vita media, dando luogo agli stati KS~K1 e KL~K2

–  L’interferenza di questi stati permette di osservare oscillazioni

–  Nel 1964 Fitch e Cronin osservarono il decadimenti K0L, CP dispari, in uno stato con CP pari:

•  significa che K0L non è un autostato di CP

•  Violazione della simmetria CP nelle interazioni deboli Heff =

m0i

0 m12i12 m12*i

12* m0i0

⎜⎜

⎟⎟

KS = p K0 + q K0

KL = p K0 − q K0

K1 = 1

2

(

K0 − K0

)

, K2 = 12

(

K0 + K0

)

K0 ⇔ K0

(13)

Diagonalizzazione di H

eff

•  Se prendiamo la forma generale di Heff:

•  L’equazione degli autovalori è:

•  Le soluzioni sono immediatamente:

•  che possiamo scrivere anche

•  dove:

Heff =

m0i

2 Γ0 m12i 2 Γ12 m12*i

2 Γ12* m0i 2 Γ0

⎜⎜

⎟⎟

λ± = m0i

2 Γ0 ± m12i 2 Γ12

⎝⎜ ⎞

⎟ m12*

i12*

⎝⎜ ⎞

⎠⎟ m0i

2 Γ0 −λ

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

2

− m12i12

⎝⎜ ⎞

⎟ m12*

i 2 Γ12*

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

mSi

S = m0 + 1

2Δm − i

2 Γ0 + 1 2ΔΓ

⎝⎜ ⎞

⎟, mLi

2 ΓL = m0 − 1

2Δm − i

2 Γ0 − 1 2ΔΓ

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

Δm = 2ℜ m12i 2 Γ12

⎝⎜ ⎞

⎟ m12*i12*

⎝⎜ ⎞

⎠⎟, ΔΓ = −4ℑ m12i 2 Γ12

⎝⎜ ⎞

⎟ m12*i12*

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

(14)

Diagonalizzazione di H

eff

•  Gli autovettori corrispondenti sono dati dalla relazione:

•  ovvero:

•  che ha come soluzione:

–  con la condizione di normalizzazione

KS = p K0 + q K0 (Heff λ+) KS = 0

m0 i

2Γ0 λ+ m12 i 2Γ12 m12* i

2Γ12* m0 i

2Γ0 λ+

p q

=

m12 i 2Γ12

⎟ m12* i 2Γ12*

m12 i 2Γ12 m12* i

2Γ12* m12 i 2Γ12

⎟ m12* i 2Γ12*

p q

⎟ = 0

m12 i 2Γ12

⎟ m12

* i 2Γ12

*

⎟p + m12 i 2Γ12

⎟q = 0 m12*

i 2Γ12*

⎟ p − m12 i 2Γ12

⎟ m12*

i 2Γ12*

⎟q = 0

q / p = m12 i 2Γ12

⎟ m12

* i 2Γ12

*

⎟ / m12 i 2Γ12

q / p = m12*

i 2Γ12*

⎟ / m12 i 2Γ12

⎟ m12*

i 2Γ12*

p 2 + q 2 = 1

q p =

m12* i 2Γ12* m12 i

2Γ12

(15)

Diagonalizzazione di H

eff

•  È poi immediato dimostrare che se l’autovettore KS è dato da:

•  allora l’autovettore KL è dato da:

•  incidentalmente notiamo che i due autostati non sono ortogonali:

–  In generale

–  esiste però un caso notevole in cui ciò avviene: se m12 e Γ12 sono reali –  in tal caso possiamo prendere p=1/√2, q=-1/√2 ed abbiamo:

KS = p K0 + q K0 (Heff − λ+) KS = 0

q p

2

=

m12* i 2Γ12* m12 i

2Γ12

≠ 1

KL = p K0 − q K0 (Heff − λ) KL = 0

KS | KL = p

(

* K0 + q* K0

) (

p K0 − q K0

)

= p 2 − q 2 = p 2 1 − q p

2

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

KS = 1

2

(

K0 − K0

)

= K1 KL = 12

(

K0 + K0

)

= K2

(16)

Autostati di CP

•  Per i mesoni pseudoscalari:

•  e gli autostati sono autostati di CP CP K0

CP K1

= − K0

= −C K0 CP K0 = −C K0 = − K0

= CP 1

2

(

K0 − K0

)

= 12

(

CP K0 − CP K0

)

= 12

(

− K0 + K0

)

= K1

CP K2 = CP 1

2

(

K0 + K0

)

= 12

(

CP K0 + CP K0

)

= 12

(

− K0 − K0

)

= − K2

(17)

Autostati di CP

•  Questo formalismo venne proposto dopo l’osservazione del decadimento

•  Il fatto che gli stati π+π- fossero

accessibilità ad entrambe le particelle forniva lo stato intermedio necessario per le oscillazioni.

•  Il decadimento osservato avveniva in uno stato di CP=+1:

•  nel caso di pioni carichi, l’operazione di coniugazione di carica equivale allo scambio delle due particelle, quindi:

–  P|π+π->=(Pπ)2 (-1)L|π+π->

–  C|π+π->=P|π+π->

–  CP|π+π->=(-1)2L|π+π->=|π+π->

•  nel caso di pioni neutri, la simmetria della funzione d’onda per particelle identiche implica che L deve essere pari quindi

–  C|π0π0>=P|π0π0>=CP|π0π0>=|π0π0>

•  I decadimenti osservati dovevano quindi essere quelli del K1.

•  Accanto al K1, doveva quindi esistere il K2, al quale non era accessibile il decadimento in due pioni, ma solo quello in tre.

•  Questo stato finale ha CP=-1, infatti, dato il poco spazio delle fasi

disponibile, (~80 MeV su 500 MeV di mK), i tre pioni devono trovarsi in uno stato con momento angolare orbitale uguale a 0.

In tal caso:

–  CP|πππ>=P|πππ>=(-1)3|πππ>

in entrambi i canali |π0π0π0>

e |π+π0π->.

•  I due stati hanno una differenza di vita media notevole a causa dello notevole soppressione di spazio delle fasi per il decadimento del K2.

π+π

0, K0

K

(18)

K

0S

e K

0L

(19)

K

0S

e K

0L

(20)

Evoluzione temporale

•  In collisioni tra adroni vengono prodotte particelle con stranezza ben definita.

–  ad esempio

•  Lo stato iniziale è quindi

•  L’evoluzione temporale dà

•  da cui si vede chiaramente il comparire di una componente di antiparticelle, da una stato iniziale puro di particelle.

π + p → Λ + K0

K0 = 1

2

(

K1 + K2

)

K0

( )

t

= e−im0t 2 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t 1

2

(

K0 − K0

)

+ eiΔm2 t−Γ2Lt 12

(

K0 + K0

)

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

= e−im0t

2 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

+ ei

Δm 2 t−ΓL

2 t

⎝⎜ ⎞

⎟ K0 − e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

− ei

Δm 2 t−ΓL

2t

⎝⎜ ⎞

⎟ K0

⎣⎢

⎦⎥

= 1

2 e−imSt−

ΓS

2t

K1 + e−imLt−

ΓL

2 t

K2

⎝⎜ ⎞

⎠⎟ = e−im0t 2 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

K1 + ei

Δm 2 t−ΓL

2 t

K2

⎝⎜ ⎞

⎠⎟

(21)

Evoluzione temporale

•  La struttura dell’evoluzione temporale si può verificare sfruttando decadimenti deboli accessibili ad una particella, ma non alla sua antiparticella.

•  Il primo esempio studiato sperimentalmente è il canale Ke3. Come è facile rendersi conto scrivendo i decadimenti usando i quark componenti:

•  È quindi possibile misurare la frazione di K0 che hanno oscillato ad un tempo t tramite l’asimmetria:

e K e e

e

K0 π + + +ν 0 π+ + +ν

NK0→πe+ν − N

K0→π+eν

NK0→πe+ν + N

K0→π+eν

= K0 K0( )t 2 − K0 K0( )t 2

K0 K0( )t 2 + K0 K0( )t 2

K0 K0(t) 2 = 1 4 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

+ ei

Δm 2 t−ΓL

2t 2

= 1 4 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

+ ei

Δm 2 t−ΓL

2t

⎟ ei

Δm 2 t−ΓS

2t

+ e−i

Δm 2 t−ΓL

2t

= 1

4 e−ΓSt + e−iΔmt−

ΓLS

2 t

+ eiΔmt−

ΓLS

2 t

+ e−ΓL

⎟ = 1

4 e−ΓSt+ e

ΓLS

2 t

e−iΔmt + eiΔmt

( )

+ e−ΓL

K0 K0(t) 2 = 1

4 e−ΓSt + 2e

ΓLS

2 t

cosΔmt + e−ΓL

(22)

Evoluzione temporale

•  La struttura dell’evoluzione temporale si può verificare sfruttando decadimenti deboli accessibili ad una particella, ma non alla sua antiparticella.

•  Il primo esempio studiato sperimentalmente è il canale Ke3. Come è facile rendersi conto scrivendo i decadimenti usando i quark componenti:

•  È quindi possibile misurare la frazione di K0 che hanno oscillato ad un tempo t tramite l’asimmetria:

e K e e

e

K0 π + + +ν 0 π+ + +ν

NK0

→πe+ν − N

K0→π+eν

NK0→πe+ν + N

K0→π+eν

=

K0 K0

( )

t 2 − K0 K0

( )

t

2

K0 K0

( )

t 2 + K0 K0

( )

t

2 = 2e

ΓsL 2 t

cosΔmt e−Γst + e−ΓLt

K0 K0(t) 2 = 1 4 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

− ei

Δm 2 t−ΓL

2t 2

= 1 4 e−i

Δm 2 t−ΓS

2t

− ei

Δm 2 t−ΓL

2t

⎟ ei

Δm 2 t−ΓS

2t

− e−i

Δm 2 t−ΓL

2t

= 1

4 e−ΓSt − e−iΔmt−

ΓLS

2 t

− eiΔmt−

ΓLS

2 t

+ e−ΓLt

⎟=

1

4 e−ΓSt − e

ΓLS

2 t

e−iΔmt + eiΔmt

( )

+ e−ΓLt

K0 K0(t) 2 = 1

4 e−ΓSt − 2e

ΓLS

2 t

cosΔmt + e−ΓLt

(23)

Evoluzione temporale

(

3.483 0.006

)

10 12MeV

0

0

×

±

=

=

ΔmK mKL mKS

•  La struttura di interferenza è stata effettivamente osservata.

•  Da un fit alla funzione si ottiene:

•  si noti che Δm/m ≈1014

(24)

Esperimento di Fitch e Cronin: il fascio

•  Nel 1964 Fitch e Cronin realizzarono un esperimento con lo

scopo di migliorare i limiti sull’ipotetico decadimento K0Lπ+π-: –  Realizzazione di un fascio di K0L

–  Rivelatore in grado di osservare il decadimento in due corpi.

•  Si osserva che:

•  Il K0L, autostato dell’Hamiltoniana è diverso da K2 autostato di CP:

•  in tal caso, avremmo che la larghezza di decadimento:

Fitch e Cronin Nobel 1980

BR K

(

L → π+π

)

≠ 0

R = BR K

(

L → π+π

)

BR K

(

L → π+ππ0

)

+ BR K

(

L πℓν

)

ℓ=e+µ

= 2.4 ± 0.4

( )

×10−3

KL = 1

1+ε 2

(

K2 +ε K1

)

= ε 2Γ K

(

S π+π

)

= ε 2 BR KS π

+π

( )

τS

Γ K

(

L π+π

)

= τR

L

BR K

(

L π+ππ0

)

+ BR K( L πν)ℓ=e+µ

( )

ε = S

τL

BR K

(

L → π+ππ0

)

+ BR K

(

L πℓν

)

ℓ=e+µ

BR K

(

S →π+π

)

~ 2.2 ×10

−3

(25)

Violazione di CP dovuta al mixing

Il KL ha una stranezza totale diversa da 0

•  La violazione di CP sia dovuta al fatto che KL≠K2.

–  autostati delle interazioni non sono autostati di CP

–  violazione di CP “nel mixing”

•  Un’altra misura che permette di mettere in evidenza che in effetti il KL contenga una parte di K1 è quella di

•  Il valore misurato δ=(3.27±0.12)×10-3

è compatibile con il valore di

|ε|=(2.284±0.014)×10-3.

•  Solo molti anni dopo è stato osservato che esiste una componente di violazione

diretta

–  si veda il libro di testo

δ = Ne+ − Ne

Ne+ + Ne = K0 KL 2 − K0 KL 2

δ = Γ K

(

L πµ+ν

)

− Γ K

(

L π+µν

)

Γ K

(

L πµ+ν

)

+ Γ K

(

L π+µν

)

π+π K2 ≠ 0

= 1

2 1 +

(

ε 2

)

1 +ε

2 − 1 −ε 2

( )

= 1

2 1 +

(

ε 2

)

(1 + ℜε)

2 + ℑ( ε)2 − 1 − ℜ( ε)2 − ℑ( ε)2

( )

≈ 2ℜε

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