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Research Library, The Getty Research Institute. Digitized by the Internet Archive

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(1)

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(2)
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Digitized by the Internet Archive

in 2010 with funding from

Research Library, The Getty Research Institute

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A' SUOI DISCEPOLI

DOMENICO MOGLIA

Già da gran tempo

io

aveva

in

animo

di

pubblicare questa mia

piccola raccolta di soggetti architettonici e

ornamentali,

e di dedicarla a voi , se

non come un esemplare onde

attingere

nuova

istruzione,

almeno come una compendiosa

lezione di fatto

in

aggiunta

e

conferma

de"" precetti,

che per

tanti

anni

io vi

venni spiegando

nella scuola.

Non

è mestieri, eh'' io dica a voi

i motivi

che ne tardarono

la

pubblicazione;

a voi,

che ben

co-

noscete

le serie

occupazioni,

dalle quali fui sinora distratto, e le

più

serie malattie

che

di

quando

in

quando mi

travagliarono.

Io

mi consolava

di

questo indugio

colla

speranza

di arricchire

questa mia

collezione di

qualche nuovo

lavoro, e di rendervela

più

accetta

almeno per una maggiore

diligenza di

esecuzione

e accuratezza dMntaglio:

ma

ora eli''ella è

condotta

al

suo

termine,

io

temo che per avventura

ella

sembri

un**

opera

fuor di

propo-

sito, e

produca T

effetto contrario a quello elisio

mi proponeva.

Se

io

r

avessi

data

in luce

quando generalmente dominava un

gusto più

ragionevole e castigato,

qualche lode mi sarebbe

ve-

nuta

dallo sforzo

chMo

avessi fatto

per

conservarlo

d'ogni mio

potere.

Ma

ora

che V

arbitrio della

moda

trovò

maniera

di ri-

produrre

e far piacere le

forme

bizzarre e capricciose di

un gu-

sto,

non ha

guari,

condannato

e deriso, io

m'avrò

forse le beffe

per questo

solo

che tenace

de'principj consacrati

dalP

autorità e dal

buon senso non ho

piegato il

ginocchio

innanzi a

questo

i-

dolo

dissotterrato. Io

non mi

sento

forza,

credito

per

lot- tare colla licenza

che sempre più

va

guadagnando

terreno;

ma

(10)

pubblicando

in

questa

circostanza i

miei pocbi

e deboli lavori, voglio avere, se

non

lode,

almeno

il conforto di

poter

dire

con

sicurezza,

che

di così fatto

guasto

io

ne ho monde

le

mani.

A me educato

alla scuola del

benemerito

cavaliere profes-

sore

Giocondo

Albertolli

ben

si vorrà

perdonare non

solo il

non

sapermi

dipartire dallo stile

da

lui inspiratomi sin dalla

mia prima

giovinezza,

ma

eziandio il

non

poter tollerare lo

sperpero

delle

sue

fatiche, l'insulto fatto al

suo nome,

e

con

esso alla gloria italiana.

Quando,

già è

più

di

mezzo

secolo, egli

poneva

mano

si vigorosa a

redimere

gli

ornamenti da

ogni

avanzo

di

corruzione;

quando

veniva egli salutato e riverito in Itaha e fuori

come

il felice ristauratore del

buon

gusto in

ogni maniera

di decorare: chi gli

avrebbe mai

detto

che,

lui vivo *, qui in

Mi- 4ano

sotto gli occhi suoi

tornerebbero

a mostrarsi

impunemente

tanti segni di redivivo

barocchismo non

solo nelle case private,

ma

sin

dentro

al santuario

medesimo

delle arti?

Che

nelle pri-

vate case

molto vuol pur

concedersi al capriccio passeggiero della

moda,

e alla libertà de'possessori5

ma

nelle

pubbliche

aule di Brera, nelle solenni esposizioni il far

mostra

di

corruzione

di

gu-

sto è

una

tacita ritrattazione delle

sane

dottrine,

che

ivi

sono

inspirate dai precetti e dagli

esempi.

Ed

è in

nome

della novità e del progresso,

che

si cerca di

far rivivere

ed apprezzare

il superlativo del bizzarro e

V

eccesso del ridicolo^

come

il Milizia

ha

definito il barocco. Bella novità, in vero, ritornare servilmente sulle

orme

del secolo passato, ri-

chiamare

alla luce del giorno i logori avanzi del

vecchio

lusso,

restituire ai gabinetti gentili e alle sale grandiose gli arredi

gua-

sti e affumicati,

che

il

buon gusto andò

già

confinando

ne' ca-

stelli diroccati e sui polverosi solai!

E almeno questo

deteriora-

mento

delle arti avesse profittato agli artisti!

Ma

sinora esso

profittò

più veramente

ai rigattieri,

che vuotarono

i

magazzini

di tutte le anticaglie,

che

vi

stavano ammonticate come un

in-

gombro

passivo; profittò ai forestieri,

che

ci

regalarono

la

moda,

e ce

ne mandano

a

gran prezzo

gli esemplari. Agli artisti

non

Giocondo Albcrlolli nacque i.i Bedano, terra del Luganese, il 24 l"ylio dell'anno i-]l^2.

(11)

altro

rimase che

di copiarli servilmente, o,

che

è peggio, di rac- conciarli.

Che

se alcuni,

prostituendo T ingegno

alle stravaganze

de"*

committenti

, trassero

qualche

lucro dalla loro

bassa

condi-

scendenza, non giunsero però

a

conseguire neppure

la trista gloria del

male. Siccome

qui

per una

tradizione e quasi privilegio nazionale serbasi

sempre alcun che

di

buono anche

nei travia-

menti,

i nostri artefici

o non possono o non ardiscono andar

tant"'oltre nei capricci dissennati della

moda,

e perciò

rimangono

di

buon

tratto inferiori agli stranieri5 e in tal guisa rinunziata

volontariamente

la

supremazia che

aver

potevano

nel

buon

gusto,

non sanno neppure

rivendicarsi la

supremazia

nel

gusto

cattivo.

Il

che succede anche per

un**altra ragione; conciossiachè avvisati

da un intimo senso

della falsità del

genere per

loro adottato,

non pongono

in esso tutta la forza

delF ingegno

; e

conoscendo che ninna

vera

lode può

loro venire,

misurano Y opera

al

gua- dagno,

contenti di

mettere

a profitto il

presente senza

pensiero

deir

avvenire: nel

che ognun vede quanto

vi sia di nobile e ge-

neroso.

si dica

per avventura che

in

questa

fusione di

bene

e

di

male

la parte riprovevole sia

da

tenere

come una

transitoria

concessione

alla

moda, mentre

la parte ragionevole e sensata sta

sempre come una

protesta

contro T

intiera corruzione. Oltre

che ninna

transazione

può mai

esistere tra

due

cose contrarie,

questo

amalgama

indigesto

produce

air incontro il tristissimo effetto di

rendere più

sensibile e piccante la contraddizione.

Non

è ella

questa

la disgustosa

sensazione che

si

prova entrando

in

una

sala di

buono

stile architettonico, e

veggendola

sparsa e ripiena di arredi

stranamente

bizzarri e

barocchi? Le

linee semplici e gentili della costruzione e

decorazione non fanno

esse

T accusa

di quegli oggetti appiccaticci di

uno

stile si diverso e

ripugnante?

Che

se

un accordo

è

pur sempre

necessario tra la costruzione e gli

ornamenti, ne conseguita

il

bisogno

di

conformare queste due

cose

ad un medesimo

spirito di

composizione: quando pure non

si

pretenda

di assoggettare alla

moda anche

la

più

stabile

e severa delle arti, PArchitettura.

Al qual passo estremo

ci

con-

durrebbe

la

smania

insaziabile di variare, se la saviezza del

(12)

Governo non

avesse

fondate

delle

Accademie

e stabilito delle apposite

commissioni per impedire

ogni esteriore

deviamento

dal

buono

stile.

Sia

pure

ingenito

all'uomo

il desiderio di variare; sia

pur

esso il principal

motore

delle arti,

T elemento fecondo

della loro

attività;

abbiam

noi mestieri di ricorrere

ad un genere depravato

e ridicolo

per

soddisfare a

questo continuo bisogno

del

nostro cuore? Non abbiam

noi

un campo

inesauribile di varietà nelle

opere

dei

popoli

antichi e

moderni, che

salirono a tanta

fama

nelle scienze e nelle arti liberali?

Quanti

arredi

ed

utensili atti a^li usi diversi della vita

non

ci

somministrano

le infinite rac-

colte di antichità egiziane, etrusche,

greche

e

romane? Quanto

partito

per

la

decorazione

degli

intemi appartamenti non

si

po-

trebbe

cavare tuttavia dallo stile

bramantesco, che

è

pur nostro

italiano?

Senza

qui allegare

V

insigne collezione di

ornamenti

antichi e

moderni

già in

gran

parte

pubblicata con

giudiziosa

cura

dal

mio

illustre collega professore

Ferdinando AlbertoUi

,

la sola

Certosa

di Pavia, illustrata

con gusto

e sapere dai fra- telli professori Durelli ce

ne porge

tal

copia da

sopraffare la

più

fertile fantasia.

Che

se

ad

alcuni impazienti

sembrassero

questi

campi

già mietuti

da non

potervi

più

spigolare

alcuna

pre- ziosa novità, quanti altri

non

ce

ne restano appena

tocchi e sfiorati e quasi vergini

ancora? Voglio

dire le architetture bizan- tina, gotica, saracinesca

non

solo,

ma

eziandio la chinese,

Tin-

dostanica e la

messicana: che

di tutte

queste abbiamo per opera

d' insigni artefici esaltissime tavole e descrizioni.

In mezzo

a

doviziosa

copia

di studj

perchè vorremo

noi insterilirci, e direi quasi insultare alla coltura de'nostri

tempi

col ritornare

ad una maniera

di

decorazione

tutta fantastica e stravagante?

La quale smania,

se

non

è a

tempo

frenata,

potrebbe

arrivare al

segno da

farci disprezzare

quanto formò

sinora la nostra gloria in faccia

alle altre nazioni.

A

farci

temere una

simile vergogna, basti os-

servare a

qual termine

sia giunta tra quelli,

che

noi

pigliamo

a maestri. Citerò

un

fatto recentissimo; il lettore

ne

caverà la

conseguenza. Non sono ancor

tre mesi,

che un

celebre scrittore

francese,

pieno

di spirito e

povero

di

buon

senso, viaggiava in

(13)

Italia

per

dirne il

bene

e il

male che

gli veniva in capo.

Era

in

Firenze

e fu

condotto

nello studio di

un

pittore ivi

tenuto

a ragione tra i pii^i valenti.

uChe

ve

ne pare

di questo

quadro?

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gli

dimandò un amico, mostrandogli V

opera, a cui

T

artefice

dava

allora

T ultima mano.

Il

Francese levando un poco

le spalle e

stringendo

le

labbra

in aria di disgusto : "

Non mi piace

punto,

rispose^ è nel cattivo gusto di Raffaello. ^.

Questo

insigne viag-

giatore

aveva

già scritti

più

articoli sullo stato delle arti italiane;

con

quali principj,

ne

giudichi il lettore.

Io so

bene che

la ragione ci

richiamerà

tosto

o

tardi

da queste

stranezze,

ed ho

fiducia,

che

freddato il bollore della

moda

forestiera noi

torneremo

felicemente alla saviezza degli antichi e imprescrittibili principj del

vero

bello :

ma

intanto ci

resterà la

vergogna

di avere errato si

turpemente

5 e il

tempo che

i nostri artefici

avranno

gittato

seguendo

il cattivo

gusto

sarà stato

perduto

affatto

per

le

buone

arti e

per

la gloria italiana.

Io

preveggo che queste mie

parole, lungi dal procacciare

maggiore

spaccio a

questa mia

operetta,

m'

attireranno forse la derisione di quelli

che sentiranno

d' essere

complici

di siffatta lesione al

buono

stile dell'

ornato

architettonico.

Ma

io troverò

un compenso più

dolce nella lusinga di avere

adempiuto ad un mio

dovere, e nella certezza di appartenere, se

non per

merito,

almeno per fermezza

di carattere a

quel

ceto di artisti cosi ita-

liani

che

forestieri, i quali si

diedero

la

mano per

opporsi,

quanto

era

da

loro, alla

depravazione

del

buon

gusto.

NOVEMBRE. MUCCCXXXVIII.

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INDICE DELLE TAVOLE

TAVOLE

Frontlspicio.

N.° I. Vaso per caffè, disegnalo per li nobili signori conte Gio^'anni Ballista e

D.

Alessandro fratelli Passalacqua di Conio.

)) 2. Vaso per latte, disegnato per gli stessi nobili coni/nillenti del Vaso precedente,

» 3. Zacclieriera stata esegnila in argento dal cesellatore Desiderio Cesari in Milano per gli slessi nobili coniìniltenti dei Fasi precedenli.

» 4' Vaso eseguilo in bronzo dorato nella fabbrica Manfredini in 31ilaiio

per il nobile signor

D.

Giovanni Pecis. Tanto il bassorilievo rap- presentante il baccanale, cpianto il

Bacco bambino

sdrajato al dis-

sopra del Taso, sono scolpiti in avorio:

opem

del secolo XJ^ li.

Attualniente nella Biblioteca Ambrosiana.

>; 5. Faso eseguito in bronzo nella fabbrica

Thomas

in Milano per il no-

bile signor conte Cristoforo Sola. Il piedestallo era diggiù eseguito con disegno e modello dell' egregio scultore Giuseppe Arrigoni. Il

medesimo

ha modellalo anche il Faso, del cpiale se ne sono eseguili

due variandovi il bassorilievo del baccanale.

n 6. Faso disegnato per lo stesso nobile committente del Faso precedente.

H y. Cocco, ridotto

ad

uso di Zuccheriera.

» 8.

Tazza da

brodo, stata eseguita in argento dorato

da

Desiderio Ce- sari in Milano pel nobile signor conte Arclnnto.

» g. Solloco])pa della

Tazza da

brodo rappresentata nella tavola prece- dente.

» IO. Zuccheriera disegnata per lo stesso nobile signor conte Giuseppe Ar- clnnto.

» II.

Comodino da

notte eseguilo pel nobile signor

D.

Luigi

De

Cristoforis di Milano.

» 12. Tripode dedicato a Fenere,

da

eseguirsi in metallo.

» i3. Tripode dedicato a Giove,

da

eseguirsi in metallo.

» i4« Tavolo eseguito per S. E, il signor conte Giberto Borromeo in Milano.

» i5. Bappresentazione del mosaico incastrato nella superfcie del Tavolo pre- cedente.

» i6. Altro Tavolo rotondo.

» 17. Altri Tavoli

come

i precedenti.

» 18. Candelabro portante dieci candele.

» 19. Lucerna volgarmente della Afgan.

)) 20. Specchio movibile da eseguirsi in legno e bronzo doralo.

» 21. Caminiera per gabinetto

da

eseguirsi in legno e bronzo dorato.

» 22. Cassettone per biancheria.

(128)

TAVOLE

N.° 23. Seggiole a braccìuoli: del disegno colle chimere lionine nefurono ese- giiife sei per la nobile signora contessa vedova Sola nata

Meda

in Milano.

)) 24. Canaf)è.

)) 23. Letto dedicato a Venere

da

eseguirsi in legno e bronzo dorato.

)) 26. Lacunare dipinto a chiaroscuro

da

Aristoinene Ghislandi in

una

delle sale terrene nella lilla in Osnago del nobile signor cavaliere Paolo

De

Capitani vice-presidente del Censimento del regno

Lombardo-Fé^

neto, e presidente della Commissione liquidatiice del debito pubblico,

» 27. Decorazione di quattro porte di

una

sala dell' appartamento terreno del nobile signor barone Giovanni Cozzi in 3Iilano.

)) 28.

Monumento

che serve anche di Stufa, collocato fra mezzo a

due

delle quattro porte accennate nella tavola precedente. le dette porte, che questa Stufa sono eseguite con maestria dallo stuccatore Diego Marielloni.

» 20.

Camino

eseguito in

marmo

di Carrara per il predetto nobile signor barone Giovanni Cozzi.

j) 3o. Decorazione interna del Kaffeeliaus nel giardino dello stesso nobile sig/ior barone Giovanni Cozzi.

» 3 I. Spaccato per il lungo del precedente Kaffeehaus.

w 32. Spaccato trasversale del precedente Kaffeeliaus. {Parete della porta d' ingresso).

» 33. Tre fregi eseguibili specialmente in ricamo.

» 34.

Camino

dedicato a Giove cogli attributi delle divinità maggiori.

» 35. Dettaglio del precedente camino.

» 36. Decorazione esterna della bottega d'orivolajo, altra volta Mojana, in oggi Negri, dirimpetto alfianco settentrionale del

Duomo

di Milano,

» 37.

Monumento

in

marmo

bianco, eretto nelll. R. Liceo di s. Alessan- dro in Milano.

» 38.

Monumento

di

marmo

bianco, eretto pure nelV

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R. Liceo suddetto.

M 39. Mitra slata eseguita per

Sua

Ein. Rev. Carlo Gaetano conte di Gais- ruck cardinale-arcivescovo di Milano.

)> 40. Disegno di due Pulpiti intagliali

da

Giuseppe Jrrigoni, Giovanni Car-

tella e Carlo Ripamonti in Milano per la magnifica chiesa prepo-

siturale di Gorgonzola, provincia di Milano.

)) 41. So/fitta inferiore e superiore dei Pulpiti precedenti.

M 42. Tre fregi; i due piti piccoli dei quali sono stati cesellati in lastra di

rame

dorata da Martino e Giovanni padre e figlio Ubicini in

Mi-

lano, per la già accennata chiesa di Gorgonzola.

» 43. Disegno di due

Lampade

cesellate in lastra d'argento dai jìredettipadre

e fglio Ubicini per la cappella di santa

Maria

Beltrade in Milano.

» 44. Altre

Lampade.

)) 15. Altra

Lampada

piìi ricca a sette lucignoli.

» '|6. Candeliere per

un

altare maggiore.

(129)

TAVOLE

N.° 47. Disegno di sei Candelieri eseguiti nella fabbrica di Pier Luigi

Tho- mas

in Milano per

V

altare maggiore dell'insigne basilica di s.

Gau-

denzio in Novara.

» 48* Crocifisso eseguito in bronzo dorato nella stessafabbrìca e per lo stesso altare accennato nella tavola precedente.

» 49- Pianta del progetto di

una

chiesa con tre altari, ordinato all'autore

da

S. A. I. la Serenissima Arciduchessa Viceregina del regno

Lom-

bardo-Veneto.

» 5o. Facciata della chiesa accennata nella precedente pianta.

)) 5i. Fianco della chiesa precedente.

» 52. Spaccato pel traverso della precedente chiesa.

)) 53. Pianta d' altro progetto di

una

chiesa con tre altari, di carattere go- tico, stato parimente ordinato ali autore

da

S. A. /. la Serenissi/na Arciduchessa Viceregina del regno

Lombardo-

Veneto.

)) 54. Facciata della pianta della chiesa gotica precedente.

w 55. Fianco della precedente chiesa gotica.

« 56. Spaccato pel traverso della precedente chiesa gotica.

MILANO, TIPOGRAFIA DEL DOTTORE GIULIO TERRARIO MDCCCXWVIll.

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