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Academic year: 2022

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, J 1

LE NOVELLE DEL DECAMERON NEL COMMENlO DEI NOVELLATORI

by

~

Joseph Costanzo Colantonio

A thesis submitted tQ in partial fu1filment of Arts.

Department of Italian

• McGill'j',University Montreal

,

,

the Faculty of Graduate Studles and Research of the requirements for the degree of Master

August 1981

, h

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Joseph Costanzo Colantonl0

LE'NOVELLE DEL bECAMERON NEL COMMENTO DEI NOVELLATORI

.

'l

Master of Arts

enough, in,th~ criticism on Boccaccio's Decarneron, a rnethodical treatm .. nt of the story-tellers' comments on, the varl0U5 tales is almost completely lack,mg, as IS' lacking a discussion of the relatlOn- ship of these comments to the tales'\. themselves. The present ,the~IS

examines, in Chapter l, the relationship between the introductIons

."'

prefaced ta each tal e by the story-tell ers '!;nd the contents of the tale ...

and in"Chapter II, the reaGtüms of the ;,varlOus rnembers of the group' of, ten in their rôle as listeners. From these analyses it has been possible

1

t~w that, apart from an indicatIon of the moral ~o be drawn from the tale, the introd~ctions contain positIve or: negatIve comment$' concerning

;.., ,

the even'ts recounted and the beha\tiour of sorne of the cnaracters. Though

,

normally the introductions stay close to the subJect and the tone of th~

tales presented, there are a few cases where there l~some divergency.

From the study of the reactions of ~he nen young people, .we.hav~ noted a

~

cleaT contrast between thelr behavlour, bath within the group and a~

a

individuals, and the moral and SOCIal narrns foliowed by the, characters in 'the tales. The ten young ~tory-tellers, in fact, are extremely carefùl

not to Imitate in their dally llfe the conduct

• of~ifte.

chàracters.

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~

,Joseph Costanzo Colantonw

LE NOVELLE DEL DE CAMERON NEL COMMENTO DEI NOVELLATO~I

,

Department of Ital ian

Master o.f Arts

o

,

'" Il est -curieux de constater que la cri tique sur Boccace ne, contient aucune çtude sy;tématique sur les comn'l'entaires qu~, les conteurs font en écoutant ou~en racontant les nouvelles, nl sur le rapport qUI eXIste

f '

, ~

entre ces commentaires et les nouvelles elles-mêmes. Nous avons donc examiné, dans le Chapitre l, le rapport entre les préambules et le contenu

\fi

des cont'ès et, dans le Chapitre II, les réactioris des'dlx membres de la ,

Bngade dan's leur rôle d'auditeurs. Cet examen montre qu'en plus d'énoncer l'

e~e'ig~ement' ~

tirer des nouvell es, les préambules offrent un

, ,

commentaire positif ou négatif sur les événements racontes et sur le comportement. de certains personnages. A l'exception de quelques cas où l'on remarque une CJ,:!rtaIne divergence, les préambules sont généralement cOll'formes au suj et ,et à l' espn t d·es nouvelles. L'étude des reactlOns

6

des dix Jeunes g~ns montre clairement le contraste qUI existe entre leur

"

, comportement collectif et individuel et- le milieu moral et social des contes. En effet, ces Jeunes gens se gardent bien cl l'lmi ter, dans la vie 'de tous les jours, la condulte 'de leurs' personnages. (

, .

(4)

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Joseph Costanzo- ColantoT1,lo

7,

LE NOVEL LE' DEL DE CAMERON NCL CC\MM~NrO De l, NOVELLATORI

Dèpartment~of Ital ian

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Master of Arts

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'"

E' singolare che manchi, ln tutta la critlca boccacclana,

il

un' mdagine s i5tematica cirèa l cormnenti dei novellat'oTl, nel raccontare o nell 'asco.1tare le novyl~e c d'rapporto fra tall commentl e le novclle stesse. E" stato ncrs-tro complto, dunque, esamlnare nel capltolo l 11 rapporto esistente tra le premesse, e Il contenuto 'delle novcllc, mentre nel, capi tolo II abbiamo considerato le reazioni dei dlec-i membri della bn,gata nel lorD ruülo di ascoltatori. Da questo esame è Tlsul tato che olt~e ad annunz iare l ' Insegnam,ento 'da 'harre dall e nove I l e, 1 preamboli contengono un commento pOSI tlVO 0 negati1lo 5ugll avvenimentl narratl e

>

sul compoPl:arnentô dl alcuni per,sonaggl. Ad ecceZlone di pocln cas i, ln cui si nota una certa divergenza, ordinariamente le premesse sono

aderenti all'argomento e al tono delle novelle da esse Introdotte. Dallo studio delle reazioni deI dieci abbiamo costatato che un netto contrasto esiste tra 11 loro comportamento collettlvo e mdivlduale e l'ambiente

..

morale e ,sociale deI mondo delle noveIle, Infatti essi 5 l guardano bene

,

.

dall'imitare nella vita pratlca la condotta dei personaggl delle novelle.

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INTRODUZ IONE'

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A più Ylprese la critlca si è sofferm'ata sul rapporto fra i . novellatorl c le n6velle da essi raccontate; ma ha affrontato il pro.blèma da un punto, dl vIsta psicologico: .51 è cercato, -cioè, di ricollcgarc le novelle al carattere deI novellatore, servendosl cosl d'l tale ,lndagine pel' meglio indivlduar'e (ale caraüere.l

l rlsultat i sono statl in genere dcludentl. Non solo 1 caratterl'd..tF novellatori risultano plUttOStO vaghi, Indeflniti. l1a le novelle da 'ciascuno dl ess i raccontate forniscono spes 50 wdicazionl contradi ttorie.

, Se CÇlnSlderlamo brevemente anche 'solo i 'tre novellatorl maschill,

(. v

SI vede subIto chè le novelle che essi, raccontano non sono affatto delle stessp tipo per Clascuno dl essl.',-In Panfilo per esemplo, secondo le due prime novelle da lui raccontate, quella di Ciappelletto e quella di Alatlel, notlamo una certa monotonia e solennltà. Questo sembra cperente

con la calcolata serletà di buoha parte dei SUOI preamboli e con le

• . ' 2 sFuPeJlde parole 'con cui egb propone il tema della X glOrnata.

1 V. per esempio, U. Bosco, Il Decameron: Saggio (Ri~ti:

B~~lioteca EdItrice, 1929), pp. 1-64.

2 '

Cfr. Dec. IX, Conel. 4-5. Tutte l,e citazioni deI Decameron 'sono state prese da Tutte le opere di GiovannI Boccaccio, a cura dl V. Branca, vol. IV (Milano: Mondadori, 1970).

.

-

(6)

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3

Çonslderando pero le al tre novelle da lUI raccontatc/ <cd ;in SPOCiàl modo

.

'

~uel1a della Belcolore (VlII. 2), ,troviamo' in Panfllo una cer,ta llbcrtrr

. .

ed una ce'rta spreglUdicatezza~che 10 avviClna aIl 'audacla e alla bizzarria dl Dioneo,

Il

Ancora PlÙ controverso è il comportamcnto dl

,p

Filostràto, il quale, secondo .l'etimolog,la stcssa deI suo nome, dovrebbe s ignific'are "Vlnto da amore." Ed infattl egl i Sl lamenta delle suc d 1 . .' 3

e USlonl amorose. In qualità di re, scegli.e un tema tnste e tuttI i SUOI comment], insleme al '\Suo comportaHN(nta, nei confronti delle nove11e

"<...

narrate durante :t'l suo regno, sernbranû rlfl et tere un temperamento c11 • amante deluso e sconfitto. Ma ~e facciarno astrazionc della quarta

giornata, vedlamo che per il resto non c' è ni"Emte che pe~ett~ di metterc

.

~

le no-velle di questo gl?J'Vane. ln rclazione con la sua presunta ,dlsperazione amorosa. Ecco, per.esemplO, cio che ne dlçe il Bosco: 1

un 'lstante prima ùi imporTe i l sua tema lacrHRosû', scherza a11e- grlsslmamente con Neiflle, e 10 schcr.w gras.soccio è assaI PlÙ da

spreg'lUdicato libertù1"oche da sfortunato amante, assai più da DlOneo che .da Filastrato. E, finI to' 11 suo regno, Sl affretta a nOmInal' rcglna

F.iarnmetta che meglio d' ogni al tra avrebbe saputo rac.consolar le' compagne

"dell' as pra giornata." . La sua unic a noveUa: dolorosa è preceduta da quella di, Rlnaldo d'Este a cui San GluI iano procura una buona notte, eù è seguit~ da cinque,~ nove I l e una PlÙ allegra è spreglUdicata dell' al tra. 4 Meno difficlle è \RtHv.iduare il carattere dl Oloneo. I.l suo temperamertto di sensuale e di gau.dente si puo ricavare non solo dal contenuto lascivo di çtmlsi tutte le sue novelle, ma anche dq moIti altrl clementI fornitl

.

'li 0

daU a cos idctta "cornice." Come.. pero, conc i 1 iare 1 a pres entaZlone cl l

tante sgualdrine deI, suai raccontl, hei cui riguardi egl1 ostent.a sempre

:

~ Cfr. Dec" IV .Concl.ll-17. '- 4 Bosco, 11 Decameron, p. 47.

. .

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(7)

4

,

n un atteggiamento ironico e beffardo, con la gl~rlficazione di Griseld~, ,

nella cui novella~ sono celebrate e magnificate le più sublimi vlrtù che ,

una donna possa vantare? Il Bosco cerca di vcdere in questa novella

"una par'odia d,elle eccessive ed esagerate ~agnaniml tà di re e dl soldani udlte narrare ln quel giorno."S Sembra, invece, più probablle affermare', che i l BoccacclO abbla scelto questo giovane sp.regiudicato per decÎlntare le qualità sublimi dl una donna ed allo stes20 tempo condannàre

severamente le inglustlzie balorde di un tiranno lnscnsato.

Oltre al Bosco, anche il 'Billanovich ed i'l Muscetta si sono

avventurati ln questo studio, cercando di mettere in q~alche rel~zlon) .i ,novellatori con le novelle da eSSI narrate, Il Muscetta, parlando deI

glOvam della brigata dice che "i loro stessi noml devono essere ,.

\

lSigniflcanti a suggeTlre le loro quali tà, cl\oè le ioro lncl1nazionl e dlSposlzloni a narrare fatti che abbiano

POS~\ibilmente

un qûa.lche rapporto

\

'

con la loro personâl1tà.,,6 CItera, a proposüo dl tal1 tentativI, CIO che

1 \

ne dice Il MartI, la cui oplnlone ml sembra

c~e

possa esser conslderata concluslVa:

\

Per quanto alcuni critlcl SI artisticamente l novellatorl; per asserlsca che i novellatori "sono

~

f' \ d' . 'd' "

Slano s orzatl l ln lVlduare quanto Il CarduccI generosamente

gente viva, hahno un caratter'e spiccato

\

1

C. TrabalzaJ Studl sul Boccaccio (Città dl Castello: Lapi, 1906), 5

p. 209,

6 C. Muscetta, Giovan~i Boccacclo (Roma-Bari: Editori Laterza, 1973), p, 164, Il Muscetta, pero, osscrva che "a questo rapporto tra noveilatori e novelle il Boccaccio si dimost~erà,sempre attento, ma senza.

vlncolaroe con rigidezza pedantesca la sua inventiva, anzi facendo in modo che ognuno riesca a proporre 0 a 'red tare! anche racconti che non ci attenderemo" (p', 165)"

(8)

/ 5 -

ciascuno e ne improntano la lare narrazlOne"; rimane a nostro avViso, , esatta 1 'opinione che Sla, invero, diffuso 11 sense poetlco d~l1<;l

brlgata, ma che manchi ln sostanza l'lndlvlduazlone deI singo11 fantasml (Russo).7 CIi stessi acutl-stud1 deI Billanovlch, tesl a coglicr~

pienamente e a colorire di rltml poeticl le conoscenzc interne, le

segrete corrlspondenze, dispos te secondo un impegno scolastlco dal ~

Boccaccio nel suo--"gotico" capolavoro, sono lontanl ""-~CI sembra - dal dimostrare la trasfigurazione, 0 megIlo l'lndividuazione fantastlca, dl quegli stessi eleme,nti. E sono persuasive e ingegnose le sue pagine su Fiammetta ed Emilia; ma non pua balzare da esse, a tutto tondo, una Il

immagme :\Tlvente d'l Emil ia e di Flammetta. 8

E' singolare che manchl un'lndaglne sistematlca Clrca i commenti

,

.

dei noveIlatori nel raccontare 0 ascolctare le noveIle e 11 rapporto fra

,/

tail commenti e le novelle stesse. Lo StUuble - è vero - ha studiato la reazione deI novellatorl al racfonto delle novelle. ~a cgli cerea dl servirsene per Interpretare l,a cormce deI Decameron come un grande spettacolo, in cui i novellatori sono attori Cin quanto raccontano) 0

-, '

spettatori (in quanto ascoltano). L'analogla mi sembra forzata tanto

l'uno quantq per l'al tro verso. Essa distrae ancora una vol ta l' attenzlOne' dai commenti dei novellatori e dal loro rapporto con le novolle. Nelle

pagin~ che seguono studiererno appunto questo rapporta._

7 Il Marti si riferisce al noto libro di L. RUsso, Il Decame:r>on:

Ventieinque novelle scelte e ventlsette postille critiche (Firenze:

Sansom, 1939), e in part icolare al seguente passo: "Noi in veri tà, leggendo il Decameron confondlamb Iacilmente le varie donne; ricordiarno le novelle e non ricoFdiamo le noyeliatricl.

C'e

diffuso invece, un po' dappertutto, Il senso po'etico della brigata femminile, ma manca .

l'indiVlduazione dei singo11 fantasrnl. .. , Tipi generici, come sono sempr€ i tIpi: 1'allegorlsmo,medloevale

e

scomparso, ma sopraivive, trasfigurato, nell'autobiografismo dei romanzi "giovanili, e sopravvivc ora, quale ~chema tecnicô 0 tip:iPzzaziane generica dl donne sollazzevoll e novellatrlci, di maschi galanti e'novellatori .... Noi vediarno dunque tutte queste donne come cora, no-n come fantasmi indlviduali'>(p. 283).

8 G. Boccaccio, Decamerun, a cura dl Mario Marti (Milano: Rizzoll Editore, 1958), p. 14.

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l COMMENTI DEI NOVELLATORI NEL PRESENTARE LE--NOVELLE

Pur 1)e11a grande varietà di argoIl]entl, la prima giornata sembra avere come tema la nprovazionc deI difettl e deI ViZI deI grand!.

,

Tutte le novelle di questa giornata presentano intenziolll polemiche e satiriche. Si' tratta dunque di novelle che mordpno e pungono,,,----

cont.rapposte a quelle narrate per sempllce dlletto. Boccaccio condanna

"la blgotterla dei credulsni (1), l'lpo.crisla morale e religlOsa (2, 4, 6), i dlfetti mdegni dl persone che occupano canche elevate, e cloè, la prevaricazlOne (3), Il deslderio dlsonesto (S), l' avaTl~ia (7 e 8), la vigllaccheria (9) e la presunzione (10) .,,1 E' questa una rassegna breve ma c~leta dl grettezze ed ill1beralità. L'intelllgenza v?-va ed operante de11 ' uomo Vlene messa in rlsalto. La prontezza di spnito ed una rlsposta detta a tempo e luogo giusto sono capaci di capovolgere una

,

sltuaZlone a vol te disperata. La grande ncchezza di nsorse d~ll' ingegno umano sembra essere unD degh argomentl in cui il Boccaccio eccelle e si trova PIÙ a suo ag 10.

ft~A.

-1)

Mancuso, Il Decameron (Torino: Soc ietà Editrice Internazionale, 1973), p. 29.

(10)

7

La prima novella, quella dl Se..r Clappcllctto csalta preclsmncl}tc la

~

potenza del'l' Intelilgenza dell 'uomo, la quale attrélverso la saggezza c la ricercatezza della' parola dlventa aZlone e ricscq il capovolgcrc

,

un'Ïntera sltuaZlone. A raccontarla è PanfIlo, l'amante fortunato e dlSpOsto a "qualslasl avventura ed a quaIs laSl aZlone. 'IcI sua lungo preambolo, egb rlcanOSCe l' onore dovuto a Dio cd 11 clovcrc cl i cominC larc dal nome di Lm, che è creatorc di tutto l'unlvcrso:

Convenevole cosa è, carisslme donne, che clascheduna cosa la quale l'uomo fa, dallo ammirabile e santo 'nome dl COlUl, Il quale dl tutte fu fac i tore, le dea principlo. Pel' che, dovendo la al vostro novellare, SI come primo, dare cominClamento, intendo da una delle sue meravigllose cose Incominciarc, VaFClo che, quelle udi tac, la nostra speranza ln lUl, si come in cosa impermutabile, si fermi e sempl'e Sla da noi 11 suo nome lodato. 2

Panfilo afferma la necessità de,ll 'alU'to dl 010 nelle aZlOTIl dell'uomo, ed ammette la fallacla deI glUdlZio umano, ln quanto 51 basa sulle apparenze esteTDe. Na 010 guarda aIl'lntenZlone di COlUl che Invoca il"

SUD aiuto e non al menti dl colui che è invocato quale Intel'cessore:

E nondlmeno Esso, al quale niuna cosa è occulta, più alla pUTl tà deI pregatol' rlguardando che alla sua ignoranza 0 aU' essll'io deI pregato, cosl come se quegli fosse nel suo cospetto beato, esaudisce coloro che '1 pregano. I l che manlfestamente potrà apparue nella novella la quale dl raccontare intendo: manifeittamente, dico, non il giudiclO di DIO ma quel degli uominl segui tando. 3

~

-Con la sua novella, dunque, Panfilo vuole dlmostl'are in modo paradoss?-le che Dio esaudlsce le preghiere dl coloro che si rivolgono a lui ln buo"na fede.

2 Oec. LI. 2.

3 Dec.1.1.5-6.

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8

A parte 1,' mtenz,ione espllci ta deI narratore di voler

~niziare

i l novellare nel nome dl 010 raccontando'avvenlmentl che esaltano la bontà .. e la magnanlmi tà deI creatore, ed a parte il fatto che realmente la

conclusione della storla riflette la premessa di Panfllo Clrca l'esaudimento da parte dl 010 dell e preghiere dl col oro che -iri\'> buona fede invocano

r'

InterceS510ne dl presunti santl, ("e affermano moItI"

miracoll Idlo aVCr mostratl per lui C mostrare tutto gIorno a chI

4 •

dlvotamente _si raccomanda a lUI" ), divergenze profonde esistono fra il tono della premessa e quello della novella. Nella premessa Infattl non trovlamo alcun sarcasmo 0 derlslone, mentre nella novella si nota lronia e sarcasmo tanto nel racconto deg11 avvenlmentl raccontatl, quanto nella '-- presentazione deI personaggl e nel commento del'le loro aZlonl. Il frate, l suoi confratelll e tutti gll abltantl deI luogo sono me$Sl in cattlva luce e sono' descrittl come del.babbel creduloni, mentre Vlene esaltato Il doppio gioco dl Ser Ciappelletto .. Tutta là stona è lffiperniata

1

sull'abilità dl quest'ultlmo nel capovolgere la'situa~one e nel convertlre i SUOI peggiorl ViZl ln straordlnarle vlrtù, con Il rlsultato che COlUl che in realtà era l'tnfino degll esserl creatt, diventa agli ocèhi degll

Ingenui popolanl un santo taumaturgo.

o . , \

La tesi della premessa èche 010 non guarda alla santità degll intercessori, ma alla buona fede dei fedel1; Il contenuto della storia, invece, è un capovolglmento dei valoTl cristlani, una presa in glro della re'ligione, la quale viene schernita e crlticata:

4 Dec • I.l.M':'~

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(12)

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9

In questo procedimento a contrasto si real1zza una speC1e dl urto, di salto mortale, che risponde ad una legge figurat1va operante ln tutta la novella, quella deI capovolg1mento. Già nel passaggio fra il

ritratto f1Sico e quello morale ag1sce tale legge: Ciappelietto piccolo e azzimato fisicamente, è moralmente tutto enormità e mostruosità, una mostruosita, 1nutile dire, meramente fun'zionale. 5

Secondo la premessa ci attenderemo degl1 avvenimenti che esaltassero i

ù

valor1 cr1stian1, secondo cui i poverl di spir1to ed i sempllci di cuore ....

sono da imitare. Invece ln tutto 10 svolg1mento della novella l'accento è messo sulla derlsione di questi valori. Viene esaltata, 1nfatti,

,

l'ipocTlsia dl Glappellet~o, i l quale non solo es~ge ',t~.m. santo e valente ... .

fratè, 11 p1Ù che aver potete, se alcun ce n'è," ma arriva 'ad atteggiarsl a gludice severo, nel rimproverare il comportamento grossolano deI frati nella casa di Dio;' nE yOI fate gran Vllla!dai [dice egli al santo

conf~ssoreJ, per CIO che niuna cosa si conVlen tener netta come il santo temp10, nel quale s.i rende sacr1f1cio a Dio." E cosl l'lngenuo rellgioso, 11 quale era "gran maestro in Iscrittura e mol"t'J venerabile uomo, ne~

quale tutti i cittadinl grandissima e speciale divoZlone avevano," si lascia abbIndolare dal "pegg,ior uomo forse che mai nascesse." Tutta la sua scienza e tutta la sua'intelligenza non sono suffic1enti a far sorgere nella sua mente il pur minimo -dubb10 circa la sinceri ta deI mori13ondo· . .

"

Stlmolata dalla convinzione e dalla santità

del~rate,

la folla reaglsce

~

spontaneamente nei riguardi dl Clappelletto, e COSl "da tutti fu andato a baciargli ,1 piedi e le mani, e tutti i panni gli furono indosso stracciatl, tenendosi beato chi pure un ,poco dl queg~i potesse avere." E' i l risultato finale della beffa . L'imfostore sacrilego ed Impenitente ott1ene una

. 5 Torino:

G. Getto, Vi ta dl forme e fOTIlle di VI ta nel "Decameron", (lIed., Petrini, 1966), p. 46.

(13)

,

.

10

specie di beatiflcazione immedlata. Questa santificazione inaspettata deI malvissuto omosessuale e la devota·infatuazione della popolazione

",1 "

verso di lui costltuiscono un finale rldicolo e grottesco, cornpletamente opposto a cio che avremmo patuto attenderci dal preambolo di Panfllo.

Il tema della benigmtà di Dio è anche argomento della seconda novella. La narratrice Neifile si ricollega al racconto dl Panfilo con queste parole:

Mostrato m'ha Panfllo nel suo novellare la benignità di 010 non, guardare a' nostrl errori quando da cosa chè per noi veder non si possa procedano: e io nel mio lntendo ài, dlmostrarvi quanto questa medeslma benignità, sostenendo pazientemente i difetti di coloro li quali d'essa ne deono dare e con l'opere e con le parole vera testimonianza, tl contrario operando, -dl sè argomen~o d'lnfallibile verltà ne dimostri, 6 acclo che quello che noi credlamo con P1Ù ferrnezzà d'animo seguitlamo.

E' questa una di quelle novelle argute di cui abbonda il Decarneron.7 Abraam gludeo è un uomo lntraprendente che non si rassegna all'ignoranza, ma adopera 'tutti l meZZl per arrlvare alla conoscenza della vera ~ede.

EgIl non segue gll altri clecamente, ma vuol vedere con i SUOl OCChl e decide soltanto dopo profonda e lunga rlflessione: Giannotto è un uomo buono, ma superficlale e poco intelligente; Abraam, invece, non solo è perfettamente istruito nella religione ebraica, ma passiede anche un giudizio acuto' e penetrante. Egli non Sl lascia conv'lTIcere~dai

raglonamenti pii di ~n uomo qualunque, ma vuol vedel con i, propri occhi

6 Dec. 1.2.3. )

7 .A. D'Andrea, "Le rubrich'e deI Decameron," Yearbook of Italian :Jtudles, 197,3-75, l? è4: 'Questa n?vella insieme alla precedente ed a quel,la che segue forma "un trittico sul tema comune dell' es~1tazione

della fede e della relativa svalutazione delle'istituzioni e delle ClTcostanze contingentl deI cul to."

1

(14)

_/1

11

'"

.'

dove è la verLtà e la salvezza. Da uomo saggio ~edutD egli osServa cautamente le "manlere deI Poapa e de' cardl aIl e degl1 altrl prelati e di tuttI' l",cortlglani, ,,'" Da uomo onesto e c nsape~ole egli si sdegna della lussuria, della golosità e dell'avarlzla scoper~e ln colora che\dovrebbero ess~re la luce ed Il faro deI mondo, ma non si scandalizza.

Anzi sarà propriQ la costatazione dl tanta corrùttel; che llluminerà la sua mente, ch~ 10 renderà certo dell'asslstenza divina e che~opererà ra

"

sua conversione. Giannot~o, da uomo pio ma alquanto superficlale, trova il motivo dl questa conversione IncomprenSlbile e paradQssale; Abraam, ,

Invece, da savio e profondo filosofo, 10 trova IOglCO e naturale. Il

. ,

contenuto della novella corrisponde esattamente al preambolo della novellatrice~Neiflle.

Anche' nella terza novella, Cl viene~presentato- un uomo savio ed astuto, .che si' salva da una situazione imbarazzante per mezzô deI suo

, . . 8 )

ingegno e della sua prontezza dl splrlto. Filomena, narratrice dl questa novella si ricollega alla precedente direttamente, .ammettendQ che quélla ~

l~ aveva fat·to venirè in mente "il dubbioso casa gii'i avvenuto a un

giudeo. ,,9 SI tratta di Mel~n,isedech, un al tro giudeo che fa prova deI suo ingegno e della sua saggezza. Le tre novelle commentate finora si

riallacciano l'una all'altra non solo per l'esplicita dlchlqrazlone dei

1

novellatori, ma anche intrinsecamente per la simllarità dell'argdmento.

) 0 ~i incontriamo tre personaggi straordlnari, tutti e tre eccezionall, anche

8 Cfr. L. Russo, Letture CTltich~ deI "ITecameron" (Roma-Bari:

Editori Laterza, 1973), p, 77. l

9 Dec. 1.3.3.

.

.

(15)

..

,

/

,

\

12

l ,.

Troviamo un Ser Ciappe11etto che diviene un camp10ne del~'impostura~1un Abraam giudeo 11 quale r~solve il problema della sua conversion~ con ponderatezza ed assoluta ch1aroveggenza; ed

Q'

ora vediamo come Melch1sedech, "davanti ad un potente che cerca di fargll

.

,

forza per aver modo di vessarlo per denari, con astuz1a d'ingegno riesce a liberarsi dall'intrigo, senza rinnegare la religione della ~ua stessa razza e senza adulare quelÜ deI suo interroga'tore. 1110

A qoesta

conclusione aveva fatto alluslone. Fllomena nell' introdurre la novella:' Voi dovetè, amorose compagne, sapere che, 51 come la sciocchezza .pesse volte t~ae di felice stato e mette in grandissima miseria, cosl il senno di grandissim1 per~c6ll trae il savio e ponlo ln grande e sicuro riposo.ll

Filomena non si cura di provare nella sua novella la verità della prima parte della sua affermaZlone, /n quan"t;0 troppi sarebbero stati 1 casi

o

che si sarebbero potuti citare. Essa 51 preoccupa di d1mostrare la veridicl,tà della seconda parte della sua asserzione, che cioè "lI senno

(!'

dl grandisSimi pericoli trae il savio e ponlo ln grande e sicuro riposo."

La quarta novella è raccontata da Dioneo, l'uomo contento e gioviale che sembra avere in tutto il Decameron 11 ruolo dl liberare i membri della brigata dal fintl e falsi pudorl. Nel preambolo egli dlce dl approvare le novelle precedenti, ma indlrettamente rlpudia la modestia con CUl i'

novellator~ precedenti avevano scelto e trattato l'argomento, sottolineando l'lmportanza deI diletto che,si puo ricavare'dalle novelle:

10 Russo, Letture critlche, p. 78 . . 11

Dec. 1. 3.4

(16)

;

,

l'

13

Noi siamo qui per dovere a no.i medesiml novèpando placere ...

estlmo a ciascuno dovere essere llCito (e COSl ne disse la relna, poco avanti, che fosse) quella novella dlre che più credc che possa

--crnettare: 12 . / '

,\ ~-

Dioneo è 11 primo ad affrontare un argomento 11cenzloso, e 10 fa con tanta dis invo1 tura e sfrontatezza, da provocare l'Ie11e. donne un "onesto

rossore.~' EgIl si ricoll'ega aIle due novelle precedenti rlassurncndole ed interpretandole 'un poco a modo suo, almeno per quanto rlguarda quella dl Abraam. Ma questo richiamo aIle novelle di Melchlsedech c dl Abraam serve in real tà ad annunziare c a glUstJficare 'CIO per cui. egll se ne discosta, e cioè la llcenzlosità della sua novella:

... Per che, avendo udlto che per li buoni conslgli dl ~lannot~o dl Civigni Abraam aver l'anlma salvata e Melchlsedech per 10 sua senno avere le sue rlcchezze dagli agguatl deI Saladino difese, senza rlprensloni attender da VOl intendo di raccontar brlevemente con che cautela un' monaco il suo corpo da gravissima pena liberasse.13

La novella incontra il favore della.brigata, benché per 11 pubbllCO femminlle, sia necessarlO qualche,tempo prima di assuefarsi all'argomento audace:

~a novella di Dloneo raccontata, 'prima con un poco di vergogna punse l cuori delle donne ascol~antl e con onesto rossore nel loro ~iso

apparito ne diede segno; e pOl quella, l'una l'altra guardando, appena deI rlder potendosi abstenere, soghlgnando ascoltarono.14

La dellcatlssima frase "pOl che lUl con alquante

~Olci

parolette ebber morso, volendo mostrare che simill novelle non f~ssero tra donne da

• 15 "

raccont1l;re," . contlene, è vero, un rlmprovero, ma questo è attenuato

dall'esp~essione "dol~i

parolette."

)

12 Dec. 1.4.3.

13 Dec. 1.4.3.

14 Dec.

1: 5.2.

15 Dec. 1. 5.3.

-\ r

(17)

1

14

A raccontare la novella seguehte trovlamo Fiammetta. Per bocca sua il Boccaccio vuole espressamente' caratterlz~are le novelle narrate finora, dlcendo che esse si dlstinguono tutte per 11 arguzia e l'intelligenza dellt(

,

"

risposte date ln si tuazioni pericolose: "51 perché mi place nOl esserc entrati a dimostrare con le novelle quantâ Sla la forza delle belle e

. ,,16

pronte rlsposte. Anche la quarta novella appartiene a questa

categorla, perché anche la rlsposta deI giovane rnonaco al vecchlo abbate

~

serve a salvarlo da una difflclle sltuazione. Ol'tre a questo, Flammettat nel suo preambolo pronuncla un aforisma che è interessante esamlnare per capire il contenuto ed il tono artlstico della sua novella. Essa Infattl afferma:

negli uomlni è-gran senno il ccrcar dlarnare sempre donna dl più alto legnagglo che egll non è, cos1 'nelle donne è grandisslrno avvedlmento 11 sapersi guardare dal prendersi dell ' arnore di rnaggioré uorno che ella non è .17 .

Questa massima è suggerita dal rispetto che si deve alla Gonna. Quest~,

secondo la teorla dell'amore cortese di Andrea Cappellano, era considerata corne "domina" e doveva essere sernpre rispettata e riverita nella relazione

,

amorosa. Il che, certo, non poteva ottenere una donna ché si. donava ad un , uômo superiore per dignl~à e per autorità. Nella novella narrata da

J

rlammetta noi asslstIamo prIma all'innamoramento deI re, che approfitta dell' assenza deI mar~hese cU Monferrato per tentare L di scdurrc fa bella marchesana. Scorgiarno imrnedlatarnente dopo la reaZIone di questa donna notevole e per bellezza e per ingegno, la quale escogita uno stratagemma

16 Dec. 1.5.4.

17 Dec.' 1. 5.4.

..

(18)

1

..

15

1

per non offendere l'orgoglio deI re, ma anche'per non scendere.dal suo

piedi~tall0 dl' '!dom}na," amando una persona di sangue,più nobilc. Da

donna saggia e prudente elia sa che nOQ deve commettere adulterlo, ma

iIl

più. ancora sa~che un re non pua inçhlnarsl davantl ad una donna

soelalrnent~ inferiore, verso cqi altro non proverebbe in segulto se non

,.

disprezzo. E' proprio osservando questa etlehetta cO~bes~ che la

rnarchesana rIes ce a tener 11 re al sua posto sen'za offenderlo. Si tra.tta dl osservare Il ~alateo aristocratico e con esso la valorosa donna è capace di salvare la sua reputazlone. Splngendoct un poco più addentro

1

nell'argomento, pOSSlamo dire che questa novella vuol mettere ln cVldenza il buon effetto di una, risposta arguta ed Intelligente; la trovata della 'donna è una manrziorre della sua sa~ge,zza.

si èra prefissa nel suo prologo; dimostrare cloè

Era ~sto CIO che Flammctta

~

"corne e con opere- e con parole una gentil donna sè da questo guardasse e al tri ne rimovesse."

"

Possiamo accostare 1a storia dei due monael lussuriosi a quella della

,!J

Marchesana di Monferrato, ln quanto sono unite da un identico tema: cioè, con uNa massima, con un bel motto, in al tre parole, con la "forza delle

,

belle e ~ronte risposte," corne dice Fl élJ11met ta , persone gerarchlca1nente e socialmente inferiorl riescono a far tacere 0 \ a rlmettere al lorD posto l lorD superiori eepadronl.

Anche la novella'sesta ins~ste press'a poco sullo stesso argomento . Si tratta di un ~buono uomo, assaI pl~ ricco di denari che dl

'"

senno." Costui si laSCla Imbrogliare da un frate Inqulsitore, e per ]" salvarsi è costretto ad

r~\r

le mani" deI frate con "la grascia di

. ,

\

San Giovanni Boccadoro, ... ' che molto giova aIle .inferrnità "delle

...

(19)

l ,

16

, pestllenziose avariZle de' chienci, e spezlalmente de' ftati minorl che

'cl ' ,,18

1 enarl non osan toccare. Ma riesçe ~a prendersi almeno una plccola

,

.

rlvlncita, deridendo l' lnqUI,SitOre etfll altn frati che smascher.a la "malvagia ipocrisia" dei

co~ una espressione

maliziosa, l . 19

re IglOSI. E' COSl che si verlflca quanto Eml~~a nell'lntrodurre la novella aveva annunciato, dicendo dl voler raccontare di "un morso dato' da un valente uomo secolare a uno avaro religlOSG con uft motto non mena da rldere che da conuncndarc. ',' 20

Nella premessa allanovella ~eguente, Fllostrato rimprovera ,

apertamënte il comportamento deI frate InquIsitore e dl tuttI i frati in genêre, che danno ai poveri"clo che blsognerebbe gettâre' via

°

dare ai

porei:

"-

La VlZlosa e lorda vita de' chiericl, in motte cose quasi di cattlvltà fermo segno, 'senza troppa difficoltà dà di sè da parlare, da mordere e da riprendere a Clascuno che cia disldera dl fare. 21

E' un commento alquanto ardito~ Lo sdegno dell'autore è rivolto contro tuttI colora che SI servono della loro autorltà per sfruttare i poveri e gll 19noranti, e qUlndi Il dlsprezzo per gli eCCI$Slastici è da

in~endersl in que~ta prospettiva, pOlchê i pretl e i rellglosi dl quel' tempo abusavano deI loro potere spirituale e temporale. Al dIre di Filostrato 1 religlosi costitulscono un bersaglio facile, in quanto 1

lorD dlfetti sono a tuttI notl. Per questo motivo egl~ decide dl agglungcre qualche variante al tema trattato e,al procedimeri{o usato

18 Dec. 1-.6.9.

Ob

19 I l che basta a

o

giustificare l a quaI ifica di "val en te" adope'.ra'ta nei SUOI riguardi dalla novellatrice, Emilia, e nella rubrica.

20 Dec. 1.6.3.

21 ,

Dec. 1. 7.4.

(20)

'"

J

"

17

f±nora, Egil· sceglle come protagonista un gentl1uomo lalco, e si serve

~:,

di un intero racconto, e non di un semp~lce motto, per mostrare l'utl11tà

, l ' t. '"

della sagge,zza:\ La premessa rlspecchla 11 contenuto della "nove Il a.,

1 / \ _

L'avarizla o',mancanza dl g~nerosi tà Vlene colplta IlJjJlto dellcatame'nte, da Bergamino, Il quale non parla dl se stesso, né si lamenta dell'ingiustizla perpetrata nel suoi rlguardl. , Egll, invece, SI .serve di un paragone ben

\

medi tato per aprire i l cUOre e la ta'sca~del 'ncco $lgnore, In Bergamll10 trovlamo dei meriti superiorl a quelli de1 valente uomo della novella precedentè';, grazie al comportamento estremamente cortese dl Bergamino

\

assistlamo ad un crescendo contlnuato dl sagace bravura, che mett'e

chiaramente ln eVldenza l'inglustlzia dl cui era stato vlttlma, e otticne alla fIne l'effetto di farsl ricoprire di regali e di elogl,

Le premesse aIle due novelle seguenti non contengono nlente dl nuovo,

"

Esse si ricollegano esplicitamente alla premessa alla settlma 'novella e , sono abbastanza aderenti ai racconti che lntroducono. La premessa

all'ultima novella della giornata ha, inveGe, una sua originalitàoe un ,

ampio sVlluppo, In essa la ~egina Pamplnea si impegna scrupolosamente a critlcare la clvetteria delle donne moderne e la loro incapacità dl comportarsi in società. Pamplnea si mostra estremamente severa nel' riguardi di ques~e donne, e ne blasima la tendenza ad occuparsl troppo delle apparerrze esterne, mentre trascurano quaSI completamente

l'arricchimento Intellettuale; essa fustlga anche il loro attegglamento ipocrita e

presuntu~so

nel

con~erare

vIrtù quello che in rea1tà è un

d' f 22

obbrobrloso 1 etto. Solo una pic:ola parte di questa premessa si

22 Cfr, Dec. 1.10.3-8.

(21)

18

riferisce alla novella. L'insistenza sullo sciocco comportamento delle donne, che si'ritengono adatte solo a parlare con "la fante 0 con la lavandaia 0 con la fornaia," mentre con i "v alenti uomlnl" restano "cosi

fregiate:-~ COSl dipinte, COSl screZlate, 0 come statue di marmo mutole e 'insensibili ~tanno, 0 S! rlspondono, se' sono addomandate, che molto sarebbe megl10 llavere.taclUto,"23

è sfasata, fuori posto, e non ha nI ente 0 poco a che vedere con Il contenuto della novella. E' vero che Margherita non ha saputo trovare una risposta adeguata al dlscorso di Maestro Alberto, pero la sua sottomissione finale ed Il rlconosclmento di aver agito male, scusandosi della sua stoltezza, riscattano la donna e la elevano ad un llvello superlore di saggezza. Di fronte all'amore cortese e dignitoso deI vecchio saggio, che cosl benè splega 1 motivi della sua ammirazlone per la bellezza della glovane donna, costel non resta stizzita e confusa, ma con alquanta disinvoltura ammette dl aver sbagliato, e scusandosi professa ammirazlone e rispetto per il proprio anuniratore:

Maestro, assai bene e cortesemente gastigate n'avete della nostra presuntuosa impresa; tuttavla il vostro amor m'è caro, si come di savio e valente uomo esser dee, e per cio, salva la mia onestà, come a vostra

~cosa ognl vostro piacere imponete slcuramente. 24

Nella seconda giornata, SI racconta "di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza rlUscito a lieto fine.,,25 In

genere, il casa sopragglunge ad aiutare 0 a salvare queste persone proprio

23 Dec. l .10~6.

24 Dec. l .10'.].9.

25 Dec. II. Intr.1.

(22)

19

quando la loro situazIone sembra più dlsperata. Er come se la dIvlna provvidenza intervenlsse al momento giusto, senza, pero, favorlre

necessariarnente i l trlOnfo 0 la vIttorIa deI bene, secondo

.

1 prlncipl della

---

morale crIstiana. E' di questo tipo appunto l'argomento della prIma novella raccontata da Neiflle. Essa, per attenerSI al tema Imposto, introduce la novella dicendo che intende raccontare "quello che- prima sventuratarnente e pOl, fuori di tutto il suo penslero, assaI fellcemente

d d· 26

a. un nostro cltta lno a Ivenlsse." Ed è precIsamente cosl che si concludc l'avventura dl Martellino e dei SU91 amlci, l quali per vedere da vlcino il corpo dl un povero facchino tedesco morto ln odore di santltà, escogltano un tranello molto effIcace, Marteillno si flnge paralltIco e si fa

traspor'tare dal compagni ln mezzo alla folla, curlOsa dl vedere ed anSlOsa di assistere ad un mHacolo inaspettato. Il presunto mnacolo avviene ed è accolto con grande fede ed entusiasmo dal trevisanl. __ Quando pero SI scopre la truffa sacrllega, i tre buffoni rlschlano dl essere llnclatl dalla folla indignata. Ed ecco che, quando essi si credono irrimedlabilmente perdutl,

".----

interviene in loro favore un arnlCO deI signore della clttà, Il quale ultImo non solo ne rIde a crepapelle, ma fa llberare Martellino dalla pena dl morte che l'attendeva e fa anche donare a lUI ed al SUOI due affilCI un abito

ciascuno, ln forma di risarcimenti dannl. Questo fInale

.

è d'accordo con

quanta NeIflle aveva asserito nella seconda parte della premessa per attenersi al 'tema della giornata, pero contrasta un poco col solenne afolismo dl apertura, in cui essa.,aveva affermato che "spesse

-volte ... avvene che chi altrui sé di beffare ingegno, e massimarnente

.

26 Dec. II. 1 . 2 •

(23)

quelle case che sono da riverlre, sIe con le beffe e talvolta col danno ,

sé solo ritrovato. ,,27 Martellino era un uomo intraprendente ed intel11.gente, ma adqpero il sua ingegno per beffarsl della credulonerla di persone

Ingenue e pie, profanando 1a rellgione e la fede. Loglcamente non poteva cavarsela impunemente, e ~ercio si è rltrovato deriso, battuto a furor di popolo e quasI con la corda al collo. Il messaggio che Neifile sembra vol er trasmettere al suO udi torio è Il seguente: "cherza con l fanti ma lascla stare i santi." E 1 diffic~le tuttavia, conciliare questo

insegnamento con llimprevlsta conclusione delle avventure di Martellino e compagni. In effetti i tre buffoni complono un'azione Intrinsecamente

, .

sacrllega e se la cavano abbastanza bene; anzi alla fine ve~gono anche in qualchc modo rimunerati. Questo si puo splegare col fatto che là

comicltà deI racconto presclrtge ln un certo quaI modo dal 'morallsmo deI preamboià.

Le medesime osservaZloni si possono fare a proposlto della seconda novella narrata da Filostrato, il quale rlvolgendosl aIle donne, promette di raccoTltare lIuna nove 1l a dl cos a ca toliche e di sClagure e cl 1 amore ln parte mescolata, ~a quale per avventura non' fia altro che utile avere

1

udita; e speZlalmente a colora l i quali per: li clubbioSl paesi d'amore sono camminantl, ne' quall chi non ha detto il paternostro dl San Giuliano spesse volte, ancora che abbia buon lettq, alberga.male." 28 In questa novella si narrano I.e avventure di un goffo mercante, Rinaldi d'Esti, il quale vantandosi confida ad alcuni viandanti, incontrati casualmente

27 Dec. II. l .2.

28 Dec. II. 2 .3 .

(24)

o

21

lungo il cammino, che la sua devozione a San GiulIano non l'aveva mai deluso, e che sempre questo santo gll aveva assicurato un sereno rlfugio per la natte con un letto comodo per riposare. l viandantl ln segulto si,rlvelano per quel che veramente sono, cioè deI furfanti che spogliano e derubano dl tutto l'lngenuo mercante e gll consigliano sarcastlcamente , di iivolgersi al suo santo protettore. Le sventure deI pover'uomo, pero, si mutano ln gioia quando una vedo~a, deI usa da un appuntamento mancato

~ 1

col su,?, amante, la soccorre e con lUI si consola, colmandolo anche di vesti,ti e di denaro. PIÙ tardl il fortunato mercante recupera per puro caso l suoi averi, sequestrati ai tre manigoldi, i quall nel frattempo, sempre per caso, erano caduti nelle mani della giustlzia. Il messaggio che si potrebbe ficavare dalla novella di Fllostrato èche i malfattori;

1 quali credono di burlarsi della glustizia e del~a religione, prima 0

poi pagheranno la propria imprudente audacla. La premessa è, invece,

p~egna di lronia e sarcasmo, ed è evidente che il novellatore vuole burlarsi delle superstlzlosa_credenze religiose. Rlnaldo d'Estl crede veramente a quanta asserisèe e non è troppo sorpreso della conclusione delle sue avventure; chi racconta, pero, queste avventure, 10 fa con una punta di ironla:

---

Furono con amrnirazione ascoltati i caSl di Rinaldo d'Asti dalle donne e da' giovani e la sua divozion cornmendate, e Idio e san Giuliano ringraziatl che al suo bisogno magglOre -gli avevano_ prestato soc corso ; ne fu per cio, quantunque cotaI mezzo di nascoso SI dicesse, la donna reputata sciocca che saputo aveva pigllare Il bene che Idio a casa

l~avev~ mandato.2gE mentre della buona notte che colei èbbe sogghignando

SI rauonava ....

29 Dec. II. 3 . 2 .

" ': ,

(25)

1

.

"

j

\ \

22

l prekmboli aIle nOvelle 3 (messer Tebaldo), 4 (Landolfo Rufolo),

, , \

5 (Andreuccl.o da Perugla) e 6 (Madonna Berl tola) contengono osservaZlonl \

" \

dl carattere \generale clrca, le lrnprevidlblll operazlom deHa Portuna e sono molto slmili l'uno all'altro. Dlverso, lnvece, e partlcolarrnente interessante è il prologo della novella 7, la novella dl "Alatlel. Una delle P1Ù lunghe dl tutto Il Decameron, questa novella costltulsce una sptCle di

smoderati

plccolo romanzo. Nell'lntroduzlone Panfllo,rlrnprovera gll desiden degli uornlnl che peccano ln vari rnodi per procurar~i

r,

rlcchezze e placerl mondanl. Secondo 11 novellatore q~estl benl nqn procurano la desiderata febcl,tà, ma spesse volte sono causa dl rniserle

è perfino di morte. In questa novelJa pero, Panfilo non vuole parlare del vizi degll uornini, ma pluttOSto del dlfetti delle donne, e rivolgendosl

.,

a quelle della brlgata, egb le rlmprovera perché esse peccano "nel desiderare d'esser,belle, ln tantq che, non bastandovl 1e bellezze che della natura concedute Vl sono, ancora con meravlgllosa arte que~le cercate dl accrescere." 30

,

Panfllo vuole met tare ln guardia le sue compagne dal perlcoli connessi alla loro vanitosa bellezza, afferrnando lrnpllcitamente che la possibilità di incorrere' in avventurè tragiche è direttarnente proporzionale al grado dl bellezza dl una donna; percio PIÙ una donna si adopera per rnettere in eVldenz~ la proprla bellezza, magglore si fa 11

1

perlc~lo dl avventure splacevoli. Questa novella è rlcca dl avventure rOJll?-nzesche e drammatiche, pero è raccontata con tonD allegro e

, \'

canzrryutorlo, e SI conclude col noto e malizioso prover~io: "bocca

30 Dec. II. 7 . 7 .

'.

"

o

,-"

j

j

.~

(26)

"

1

23

, 31

baclata non perde ventura, anzi rlnnova corne fa la luna." E' la famosa stona della bellisslma flglla deI sul tano dl Babllonla, la quale prIma dl arrlvare a destlnazione, dal sua promesso sposo, a causa della sua straordinaria bellezza~ nello spazlo di pochi annl ~ costretta a passare,

,

non senza alquanto diletto c soddlsfazlone, tra le braccla di ben otto

;y uomim. ,La sua natura di beUa donna la costrlnge dunque ad essere un oggetto da tutti desiderato, ed l meZZl per conqulstarla sono quasi scmpre immorali, deli ttUOSl e sangulnarl. Le sue avventure sono causate da impetl di lussuria bestIale nei SUOI Gonfwnti; cercando di evItare Il pegglo, ella rlesce senza troppo sforzo a far buon viso a cattlva sorte,

Esaminando più attentamente la relazione Intnnseca tra Il pre~bolo

e la novella, dobbiamo ammettere che il prearnbolo non. sembra scn,t'to su

u f3

misura per la noveUa; ma che è piuttosto basato su osservazloni di carattere ttoppo generale. Panfilo asserlsce di voler raccontare le

penos~ sventure qccorse ad una 'donna a causa della sua bellezza, pero queste sventure sono raccontate in modo tale da 'sembrare piuttqsto avventure amorose,placevoll, le ~uall, benché non ricercate, sembrano almeno accettate senza riluttanza. Panfilo vuole mettere in guardia le donne ~dal truccarSI troppo in quanto potrebbero lncorrere in pencoll imprevistl, ma racconta le

.

sventu~e di una per,sona la cul bellezza è

naturale e non artefatta. Infine -Il novellatore, nel parlare del perlcoli a CUI vanno incontro gli uomini, i quali, Insoddlsfatti delia

lorp condizlone 's~ciale, adoperano ogni mezzo per accrescere le loro

31 Dec. II. 7 .122.

(27)

\

\

\

ricchezze e il loro prestlglO, d.j.mentica di prevenue gll uominl dal deslderare la donna d'altrl, fatto che potrebbe causare vendette e ,sventure" cornet accadde appunto, a parecchi 'degl i amanti dl Alatiel.

24

Anche la conclusione della noveJ:la scmbra poco conform.e aU' introduzione.

Cl trovlamo dl nuOvo di frante ad un'lncongruenza e ad un sarcasmo paradossa-Ie. Colei "che con otto uomln'i forse dlecimila vol te glaciuta era," se ne va al SU~legittlffio sposo come pulzeUa, ed alla lunga, lista

,

,

di amanti non dlretta ente deslderati, ma quasl sempre accettati e

godutl, agglUnge 'per il padre e il futuro SPWll placere beffardo de"Ua menzogna. La bellezza dopo tutto serve â quaI che casa!

Il, prologo della nov:ella 8 (Gualtieri, conte d'Anguersa) riprende ~ 1?revemente il tema generale della fort.una: "ampissimo campo" aperto al l"lovellatore, come dlce appunto ElIssa. La premessa alla novella 9, queUa che racconta le spiacevoll avventure di Bernabo da Genova, causate

dall'lnganno di un perfido mercante, è più,importante. L'introduzione a qvesta novella è perfettamente ~deren1;e alla novella, slà per' i l tono che per l'argomento trattato, ma rientra solo approssllnati vamente nel tema .proposto, come deI resto sembra avvertire la novellatrice, Filomena:

"E per ClO, seguendo,la proposta"quésto insiememente, canssime donne,'

. d" , " . ' 1 'd' d . ,,32

esser vero come 51 Ice m e veml!O ln ta ento l ImostrarVl, e cioè la veridicltà deI detto popolare, secondo il

.

quale "10 'ngannatare rimane

a pié dello, 'ngannato." Essa vuole contrlbuire col suo racconto' a far SI che i suai ascol tatori -si sapplano guardare dagli ingannatori. Là

.,

32 Dec. It.9.3; corsivo mio.

(28)

/ '

25

o ,-

sua novella rIflette perfettamente la premessa di' tipo clllaramente

~

dldascalico. Ambrogiuolo ~ che aveva disonestament.e Ingannato Bernabô, riceve alla fine la punizione meritata.

I1 'prologo della novella 10 sottolinea 11 ,contrasto fra la novella -.

oJ

raccontata da FIlomena ~ quella che segue. Questa ~ raccontata da

Dioneo', 11 qual~ spesso Interpreta Il dlritto che gh è stato rlconoscluto dl astenersi dall'adenre al tema, nel senso di andare contro corrente, opponendosi

a~

punto dl vista degl1 altri novellatorl. E' questo appunto

qu~l che egb fa in quest,o' caso. Filomc;na, con la sua stona, avcva lndirettamente provato che eSlstono ancora donne caste e fedeli a tutti 1

J

costi. Dioneo, Invece, vuole dlmostrare il contrarIO e consldera'bestle 19norantl coloro che si 0 st inano a credere che 1 e donne non siano

sotto~oste anch'esse corne 'gll uomin1 al potere della natura:

!

Belle donne, una parte, ,della novella della relna m'ha fatto mutar consiglio di dlrne una, che all'anlmo m'era, a doverne un'altra due; e qùesta è la bestial'ità di Berpabo, come che bene ne gli avvenisse, e ?i tutti gli altri che.quello si danno a credere che esso di c~eder

mostrava: cioe che es si , andando per 10 mondo e con questa e con quella ora una volta ara un'altra sollazzandosi, s'lmaginan che' le donne a casa nmase SI tengono le mani a cI)ltola, quaSI nOl non COnoSélamO, che tra esse nasciamo e creSClamo e stiamo, di che,elle SIen vaghe. La quaI' dIŒenQo, ~ un'ora vi mostrero chente Sla la sC10cchezza ?1 questl cotall, e quanto ancora sia magglor quella dl coloro Il qual1, s~ pIn che la ' natura possentl estimando, SI credon quello con chmostrazlonl favolose poter,e che eSSl non posso,no, e sforzansi d'altrui recare a quello che ,essi sono, non p,atendolo la natura dl chi è tirato,33

"

DlOneo non açcetta facilmente la concluslone a lieto fine della novella precedente, e disprezza Bernabo per esserSl comportato ing~nuamente,

'4t>

anche se con ragione, nei confrQnti della moglie.

33 Dec.11.l0.3-4.

..

,

.

Secondo lui Bernabo

/

\

, ,

(29)

avrebbe dovuto conoscere meglio le donne. Nessuna donna è capàce dl rmanere fedele al proprl,0 manto, speclalmente se costui ia lascla incustodlta per lungo tempo. Secondo Dion~o, nessun ragionarnento ~

sufflciente a resistere alla forza dell'istlnto sessuale\ , Ed è questo appunto che D~oneo si propone di provare con la sua novelJa. Né motivl' dl onore, né motivi religiosi sono capaci di persua:dere la moglie dl Rlcciardo da Chlnzica a ritarnare col marltf' La donna, dopo tante delusioni e sofferen'ze ~mpostale da,.! marl to, finalmente fa l'esperlenza, grazie a Paganlno, di piaceri the tutte le giovani-ddnne deslderano naturalmente. Di fronte all'inflessibll,ità della donn,a, a Ricciardo, conscio della propria impotenza, non resta che abbandonare l'irnpresa, rassegnarsi alla sventura e ripetere a chiurique vuol lntender,lo che "il mal furo non vuol festa."

Le novelle 'della terza giornata trattano "di chi alcuna cosa molto da lui dlsiderata con lndustria acqulstasse 0 la perduta ricoverasse. [,34

E

quale altro bene è PIÙ caro e ~iù fllibito che quello deI successo in amore? E' proprlO dell'amore che parla Filostrato nella prima novella della giornata, quella tanto famosa di Masetto da LamporecchlO" il quale pretendendo dl essere ~uto si fa accettare ln un conven~o, di monache per diventare il 101'0 amante. Bivo'lg~ndosi aIle "bellisslIUe donne" che 10 ascol tano, Filostrato introduce la sua novell~ col, nmproverare coloro che credono che 1 desiderl carnali slané patrimo?~o escluslvo del ricchl

" ' (1

e dei laiC!. Al contrario

egli

vuole dimostrareG la stol t}:"!zza di guell é

34 Dec. III.Intr.l:

\

, ,

(30)

"

27

,persone le ~li credono che "come a una giovane è sopra ,il capo posta la benda bianca e indosso messale l~ nera cocollh,'che ella pl~ non sia femmlna né PIÙ senta de' femminlll appetiti se ron come se di pIetra l'avesse fatta divenlre Il farla monaca. ,,35 .Filostrato si scagl la ariche contro coloro i quali èrltlcano e SI scandalizzano al sent 1re Il racconto

A'~Î

di un fallo' commes~o da qual'che persona ,:onsacrata q DIO' 0 alla chlesa, mentre credono che a se stessi sia permessa agni llbertà. Egli met/e III ridlcolo anche la credul1tà di quegli indivldUl i quali pensano ch~ "la~

zappa e la vanga e le grosse vivand~ e i dlsagl tolgano deI tutto a'

1avoratori della terra l concuplscibill appetiti e rendon 10ro d'intelletto

dl d' ' . ,,36

e avve Imento grosslsslml. Per confutare queste fal se opinionl,. egl ~

narra questa ~ovella celeberrlma, riuscltissima sia dal punto di-vIsta 1etterario, che da quelle comico ed erotlCO. Con la sua storla filostrato vuole mettere ln evidenza proprio Il compo;)amento dl 'quëste due èategorie di persone, i religlosl ed i contadini, e mostra come anche essi non sono affatto Immuni dagli appetiti carnali, ma anZl questl istinti ln eSSl sono

~olto più forti e più sentitl, in quanta più lunga e pl~ riglda è la loro astlnenza. - r.l prologo dunque è ben' appr6priato alla novella, ln quanto . questa serve a provare esattamente quanta ,Filostrato si pl'op~neva di fare"

Aderente alla noyella è anche 11 pro10g~ della seconda,nove.lIa, dove è trattata un'ldentlca rlvendic-a.Zlone d'el dUI tto alla soddlsfazione sessuale . In questa novella asslstiamo alla rlschlosa Impresa deI palafreniere deI

.

35 36

Dec. l l l . 1 " 2 . ---,-

Dèc. I I l . 1. 4 .

.,

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