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BERETTA, COLOSSO DEI SALUMI LA BATTAGLIA ANTI RINCARI

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LA PROVINCIA

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LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

energia e materiali, che per quanto riguarda il Gruppo spa- ziano dagli acquisti di carni a quelli di granaglie, agli imballag- gi, fino ai rincari sui nuovi im- pianti e sui trasporti. Ne parlia- mo con Vittore Beretta, presi- dente dell’azienda giunta oggi al- l’ottava generazione di famiglia.

Come sta andando il business del Gruppo sui mercati di Italia ed este- ro, sia per quanto riguarda la distri- buzione commerciale sia per la parte produttiva che avete in Usa e Cina?

L’intero 2021 è stato un anno molto positivo con un fatturato complessivo di 989 milioni di eu- ro. Con il mercato italiano, che ha mostrato un leggero incre- mento di fatturato, intorno al 3%, mentre l’export in Europa ha segnato un +10%. Molto bene, con incrementi a due cifre per le vendite Usa e nel Far East. Tutta- via in questi mesi in Cina il seve- rissimo lockdown per Covid ha portato alla chiusura totale dei grandi mercati di città come Shanghai e Pechino con inevita- bili conseguenze sulle vendite, quindi nei primi quattro mesi di quest’anno il nostro fatturato ci- nese è pari a quello dell’anno scorso. Ma prevediamo un incre- mento, la Cina è un mercato estremamente reattivo e appena il lockdown finirà riprenderà im- mediatamente a correre. Il mer- cato americano sta andando molto bene anche quest’anno. In Italia i primi 4 mesi del 2022 re- gistriamo un +4%, cresce con un +5% anche l’Europa ma meno ri- spetto al forte incremento del 2021

In quali nuovi investimenti l’azienda è ora impegnata?

Dopo l’ultima acquisizione, due anni fa, di uno stabilimento a San

Daniele Del Friuli, ora stiamo crescendo per vie interne attra- verso investimenti perlopiù sugli impianti nei nostri stabilimenti.

Nel 2021 in Italia abbiamo inve- stito 42 milioni di euro e negli Stati Uniti, dove stiamo per inau- gurare l’avvio del nostro secondo stabilimento nel New Jersey, 45 milioni. Ora, sempre in New Jer- sey, abbiamo iniziato a costruire

il nostro terzo stabilimento che quando sarà completato porterà a quattro le nostre fabbriche sta- tunitensi, includendo quella che abbiamo in California.

Il comparto alimentare è colpito dal- l’inflazione e dai rincari di ogni ma- teriale, quindi le abitudini di spesa delle persone cambiano. In che mi- sura la sua aziende ne risente?

Ne risentiamo relativamente. I prodotti di alta qualità continua- no ad essere scelti dalla clientela di riferimento, mentre notiamo una tendenza della fascia medio bassa alla ricerca del miglior prezzo. È in atto un grande svi- luppo dei discount, per noi co- lonna portante in senso com- merciale, dove registriamo sen- sibili aumenti di fatturato. Or- mai i discount non sono più luo- ghi di bassa qualità e basso prez- zo, vendono tutta la gamma di prodotti.

Come va il rapporto con la grande di- stribuzione?

Durante la pandemia gli iper- mercati hanno sofferto, ma ora sono tornati alla loro normalità, cioè stanno mantenendo i fattu- rati. Nella negoziazione abbiamo un rapporto teso ma che resiste, sia in Italia che all’estero. In Eu- ropa, abbiamo rapporti com- merciali consolidati con grandi distributori tutti molto esigenti sulla qualità. La Gdo in generale è molto attenta ai controlli: spes- so clienti inglesi, svizzeri, tede- schi, scandinavi e naturalmente italiani ci fanno verifiche a sor- presa sugli impianti.

Come sta gestendo tutti gli aumenti di prezzo che si riversano sulle vo- stre attività di produzione?

Sul tema siamo in conflitto, si ri- pete a monte quello che accade a valle. Cerchiamo di resistere facendo il possibile per non ri- manere senza i fattori necessari alla produzione. Siamo attenti alle speculazioni su certi mate- riali, ma per fortuna abbiamo una certa esperienza e anche una buona dose di magazzino così riusciamo ad armonizzare un po’

i prezzi. Ma è dura in questo mo- mento.

Vittore Beretta, presidente del Gruppo Fratelli Beretta MARIA G. DELLA VECCHIA

C

on oltre 3.500 collabora- tori, su 30 stabilimenti fra Italia, Stati Uniti e Ci- na e mercati di vendita in 72 Paesi nel mondo, il Gruppo Fratelli Beretta continua la sua crescita con una produzione che oggi attraversa tutti i canali di vendita: grande distribuzione organizzata italiana e interna- zionale, l’Ho.Re.Ca. (hotel, risto- ranti e catering), vending (distri- butori automatici), normal trade e discount.

Dopo una lunga stagione di svi- luppo per acquisizioni, oggi il Gruppo registra un fatturato 2021 che sfiora il miliardo di euro ed è impegnato con forti investi- menti di crescita interna. Il Gruppo Beretta opera, per la produzione made in Italy che comprende 19 prodotti IGP/Dop, con tre marchi: “Beretta”, che è il marchio per eccellenza dedica- to a tutte le linee di salumi e che contraddistingue i prodotti tipici della salumeria italiana; “Wü- ber”: è il brand specialista che produce la più alta e variegata gamma di würstel e salsicce.

Il terzo marchio è “Viva la mam- ma Beretta”, leader nel mercato italiano dei piatti pronti freschi.

Il 2022 si conferma un anno di ulteriore crescita ma anche un anno di grandi equilibrismi nel gestire l’impatto dei rincari di

La sua azienda ha propri allevamenti, quanto la preoccupa la peste suina?

Noi abbiamo investito anche nella filiera suina per poter avere nostri allevamenti in Emilia ed in Lombardia, realizzati con si- stemi e tecnologie di ultima ge- nerazione e soprattutto per ga- rantire l’animal welfare al mer- cato, come ci richiedono i distri- butori e i consumatori soprattut- to Oltralpe.

La richiesta sul benessere ani- male arriva soprattutto dall’Eu- ropa del Nord e noi, per avere certezza di poterlo garantire, ab- biamo fatto investimenti a mon- te, sia nelle scrofaie sia nell’in- grasso degli animali, per una ma- teria prima certificata e di ottima qualità italiana. Nel Centro Italia abbiamo il prosciutto di Carpe- gna, una produzione molto im- portante che si sta affermando sia nel nostro Paese che all’este- ro. Ora lo stiamo vendendo bene anche negli Usa.

La peste suina è un problema che ci preoccupa molto perché ha già causato la chiusura di alcuni mercati di esportazione nel Far East, in Cina, Giappone e Singa- pore. È un problema serissimo che riguarda maiali e cinghiali e non è trasmissibile all’uomo. Ma dovesse esserci una pandemia fra gli animali avremmo grossi problemi per la filiera industria- le.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

«Stiamo soffrendo per il lockdown ma il mercato cinese si riprenderà presto»

«Grande attenzione al benessere animale»

Sedi produttive

negli Usa e in Cina 3.500 collaboratori

Vittore Beretta, pre- sidente del colosso dei salumi con origine in un’attività fami- gliare nata nel Lecchese, a Ca- satenovo, nel 1812, è l’artefice della massiccia attività di in- ternazionalizzazione partita negli anni Novanta del secolo scorso e che oggi presidia 72 mercati nel mondo. Prima di

lui, il forte sviluppo dell’azien- da aveva conosciuto almeno altre due tappe importanti, prima negli anni Sessanta con lo sviluppo commerciale in Italia e in seguito, negli anni Settanta, con una serie di ac- quisizioni strategiche, da Wu- ber a Salumificio Brianteo, a Cim, azienda specializzata nel

prosciutto di Parma. Una cre- scita per acquisizioni mai in- terrotta e sviluppata dallo stesso Vittore Beretta fino a due anni fa, con l’acquisizione di un’azienda a San Daniele del Friuli.

Dagli anni del boom econo- mico lo sviluppo dei super- mercati e della Gdo, ma anche degli investimenti in marke- ting e pubblicità hanno dato nuovo slancio alla diffusione commerciale.

Da due secoli la proprietà e la gestione aziendale è salda- mente in mano alla famiglia Beretta, oggi presente in azienda con l’ottava genera- zione.

Lo sviluppo sull’estero ha

portato all’acquisizione di una prima unità produttiva nel 1997 in New Jersey (Usa) a South Hackensack per la pro- duzione di salami, coppe, pan- cette, mortadelle e bresaole. Il sito oggi è affiancato da altre due unità produttive a stelle e strisce: a Fresno, in California, che accresce i vantaggi logisti- ci e strategici del Gruppo negli Stati Uniti e il più recente (2015) sito produttivo a Mount Olive – New Jersey, mentre, sempre in New Jer- sey, un nuovo plant sta per es- sere inaugurato e un altro ve- drà l’avvio dei lavori di costru- zione.

L’espansione internaziona- le è proseguita attraverso la

joint-venture con il colosso ci- nese Yurun tra il 2005 e il 2007, con cui Beretta mette le basi anche nel grande mercato cinese. Nel febbraio 2012 vie- ne inaugurata una fabbrica a Ma’anshan, a circa 300 chilo- metri da Shanghai, completa- mente dedicata alla produzio- ne della salumeria all’italiana.

Il mercato cinese si conferma tuttavia strategico anche per l’esportazione di made in Italy Dop come i prosciutti di Par- ma e San Daniele.

Con 3.500 collaboratori fra Italia e estero, l’azienda ha il totale controllo della filiera produttiva del proprio made in Italia con cui realizza 19 prodotti Igp e Dop. M. Del.

L’insegna di uno stabilimento

BERETTA, COLOSSO DEI SALUMI LA BATTAGLIA ANTI RINCARI

Alle spalle un 2021 super con 989 milioni di fatturato. Ora la sfida per contenere i costi e non aumentare i prezzi

«La fascia medio-bassa dei consumatori più attenta alla convenienza, in atto un grande sviluppo dei discount»

«Non c’è buona economia senza buoni imprenditori» papa francesco

LA PROVINCIA LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

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LA PROVINCIA LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

L’indagine

I primi bersagli degli hacker sono i siti del governo e militari

collegare i sistemi aziendali a computer personali, come ac- caduto nel periodo di smart working emergenziale prati- cato semplicemente spostan- do i lavoratori a casa senza ade- guate infrastrutture.

«Chi è in smart working – aggiunge Brusadelli – solita- mente non ha una rete protet- ta oppure naviga in siti non si- curi. Ciò apre le porte ad attac- chi che si diffondono alla rete aziendale. Tuttavia le aziende Nel 2021 l’Italia ha aumen-

tato, portandola a 1,5 miliardi di euro, la spesa per mettere in sicurezza gli apparati informa- tici e questo è accaduto nell’an- no del nuovo equilibrio post- Covid che si è stabilito fra smart working e presenza in azienda.

Anche fra i clienti di Brusa- delli il lavoro da remoto ha da- to una forte spinta agli investi- menti in sicurezza, nella nuova consapevolezza del rischio di L’informatico

Titolare della A & B Sistemi Luigi Brusadelli

nota una maggiore consapevolezza sui rischi

Luigi Brusadelli, tito- lare dello studio A&B Sistemi di Olginate, conferma quanto emerge dall’Osservatorio cy- bersecurity & data protection della School of Management

del Politecnico di Milano. Luigi Brusadelli, A & B Sistemi

più, le difficoltà di trasporti e di disponibilità di materiali che ora colpiscono pressoché tutti i materiali e prodotti oggi investono anche le consegne dei dispositivi firewall di ulti- ma generazione, per i quali le attese sono di mesi durante i quali i prezzi crescono.

Fra le aziende qualche cedi- mento sugli investimenti c’è ed è dovuto al fatto che da qualche mese nel Lecchese la priorità si è spostata sui fortissimi rin- cari dell’energia: «Il risultato – aggiunge Brusadelli – è che molte imprese prendono tem- po per avviare attività impor- tanti sulla cyber security, pur essendo consapevoli di quanto sia un asset importante».

M. Del.

«Le imprese sono più attente

e investono nella difesa dei dati»

lecchesi stanno continuando ad investire sul disaster reco- very in quanto vogliono essere certe che in caso di attacco possano riprendere la loro operatività in poco tempo e senza perdere dati, o perden- done pochissimi. Per fortuna anche nel Lecchese si sta fa- cendo un po’ di implementa- zione di fibra ottica in modo da poter facilmente triangolare i dati in cloud e poi recuperarli».

Fra alti e bassi l’attenzione da parte delle imprese è au- mentata e oggi si mantiene co- stante. In A&B i tecnici vengo- no interpellati per sapere co- me migliorare la sicurezza aziendale e sta aumentando l’adozione di password com- plesse. Ma, per chi vuol fare di

«In Italia si spende poco nei sistemi anti hacker»

«La vulnerabilità dei sistemi

è cresciuta

con il lavoro da casa»

«CYBER SICUREZZA SERVONO RISORSE»

Claudio Telmon (direttivo di Clusit): «Aumentano gli attacchi digitali Aziende e settore pubblico hanno bisogno di competenze innovative»

MARIA G.DELLA VECCHIA

L

e minacce degli hacker di Killnet riaccendono l’at- tenzione di pubbliche amministrazioni e im- prese sulla cyber security.

Sul tema l’ultimo rapporto Clu- sit (l’associazione italiana per la sicurezza informatica) mostra che nel 2021 oltre ad essere cre- sciuti del 10% a livello globale, gli attacchi hanno nel 79% dei casi un’elevata severità, contro il 50% del 2020. Calano invece del 13% gli impatti medi e del 17% quelli a basso impatto. Il cy- bercrime si conferma come mo- tivazione nell’86% dei casi, il 16% in più sul 2020.

Non si colpisce inoltre più a caso ma su precisi bersagli. E in Italia crescono a due cifre i ser- ver compromessi da malware e botnet, infezione che forza reti di computer a inviare spam e vi- rus all’insaputa dei proprietari.

Ne parliamo con Claudio Tel- mon, che fa parte del comitato direttivo di Clusit.

In che misura negli attacchi malwa- re e botnet in Italia si conferma la motivazione di cybercrime rispetto ad altre finalità?

A livello globale il cybercrime resta il motivo principale per fa- re attacchi. In questo periodo l’aumento di attacchi in corso può far pensare a cyber war, ma la motivazione principale mo- strata anche nelle analisi di Clu- sit resta quella dei reati infor- matici a scopo di estorsione eco- nomica in cambio del ripristino di funzioni e dati. I soldi sono la

motivazione e al momento non si vedono spostamenti significa- tivi di percentuali che possano far pensare ad altre ragioni.

Calano gli attacchi a obiettivi multi- pli e aumentano gli attacchi mirati, con al primo posto gli obiettivi in- formatici governativo-militare. Co- me legge il dato?

I multiple targets sono indi- cativi di un malware che viene rilasciato su Internet e colpisce in modo indiscriminato bersagli verosimilmente molto vulnera- bili. Colpiscono in definitiva chiunque li incroci, un po’ a caso.

Ma questa tendenza sta cam- biando per due ragioni. Primo, le organizzazioni che trattano dati e servizi di valore stanno migliorando la loro sicurezza, quindi su di loro la modalità

Nella pubblica amministrazione la digitalizzazione sta tuttavia au- mentando.

Sì, ed è un’ottima cosa, ma al contempo si sta affacciando a un’esposizione agli attacchi che altre organizzazioni hanno già conosciuto, ma in generale si sta reagendo con risorse e compe- tenze inadeguate. Su questo tipo di problemi c’è una difficoltà di competenze e di riqualificazio- ne delle risorse, temi che in que- sto periodo si stanno affrontan- do più per le opportunità che ar- rivano dal Pnrr che non per la pressione degli attacchi infor- matici e, ultimamente, della guerra in Ucraina.

Sulla sicurezza informatica nella pubblica amministrazione restano dunque ostacoli culturali?

Io osservo il tema della sensi- bilità per la cyber security e più in generale per la digitalizzazio- ne da parecchi anni e senza dub- bio la situazione sta miglioran- do. Ma è vero che nella pubblica amministrazione a partire dalla dirigenza c’è in genere minore attenzione ai rischi di quanta ce ne sia rispetto ad altri aspetti della gestione. Sulla cyber secu- rity tanti interventi vengono re- alizzati perché richiesti da un contesto generale più che per una spinta autonoma nel vedere possibilità di miglioramento.

La situazione è migliore nelle azien- de private?

Bisogna tener presente che nel privato c’è una situazione molto più variegata rispetto a quella della pubblica ammini-

strazione. Mediamente il privato ha più facilità ad investire per- ché dove riconosce il rischio, e questo è un passaggio delicato e necessario, è molto più veloce nell’intervenire rispetto al pub- blico. Sicuramente lo smart working ha amplificato e osser- vo che nei casi in cui viene fatto presente che il lavoro da remoto avrebbe esposto le aziende han- no investito, senza attendere di essere colpite direttamente. Il privato ha capito il punto di non ritorno in caso di attacchi da ransomware, la pubblico non lo comprende.

C’è crescita di investimenti anche perché crescono gli attacchi evi- denti?

Claudio Telmon, comitato direttivo di Clusit

multipla inizia ad essere meno efficace. Secondo, il malware non va più solo a cercare il ri- scatto per ridare accesso ai dati cifrati. Ora, una volta che il virus è entrato si cercano dati che per l’azienda possa essere d’impatto se pubblicati, per fare poi il se- condo passaggio di richiesta di riscatto. Il fatto che ci sia una protezione migliore fa adeguare l’obiettivo del malware. Circa la crescita di attacchi a obiettivi

“militari-governativi” nel 2021 ricordo che la definizione ri- guarda una categoria unica che definisce in sostanza la pubblica amministrazione. Una catego- ria che ora arriva al primo posto per la crescita degli attacchi ma che si trovava in posizione già elevata anche in precedenza a li- vello sia nazionale che globale.

In aumento gli attacchi informatici

45%

(-7%)

Così per continente

Impatti elevati

sempre più frequenti

% attacchi severi

Severity critica Severity alta

32%

47%

2021

Attacchi nel 2021 (variazioni rispetto al 2020)

America

+10%

l’aumento degli attacchi ai sistemi informatici nel mondo nel 2021 rispetto all’anno precedente

1%

Africa

2%

Oceania

21%

(+5%)

Europa

12%

(+2%)

Asia

2020

79% 20%

L’ultimo Rapporto Clusit conferma che nel 2021 il cybercrime è la motivazione dell’86% dei cyber attacchi, con un dato in crescita rispetto all’81% del 2020, in un trend che non accenna a diminuire.

Tra gli attacchi gravi di dominio pubblico spiega il report, l’11% è

riferibile ad attività di spionaggio e il 2% a campagne di information warfare, guerra d’informazione.

Per la prima volta i ricercatori affermano che gli attacchi multiple targets, cioè indifferenziati, lascia- no il posto a bersagli ben precisi: al primo posto c’è l’obiettivo gover-

nativo/militare, con il 15% degli attacchi totali, in crescita del 36,4%

rispetto all’anno precedente;

segue il settore informatico, colpi- to nel 14% dei casi (+3,3% rispetto al 2020), gli obiettivi multipli (13%, in discesa dell’8%) e la sanità il 13% del totale degli obiettivi colpiti. M. DEL.

I rischi dell’economia digitale

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LA PROVINCIA

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LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

Cresce la spesa nella difesa informatica

E’ stata di oltre 1,5 miliardi nel 2021 la spesa per la cybersecurity in Italia, in aumento record del 13% sul 2020. Ma resta basso (0,08%) il rapporto della spesa rispetto al Pil. Con il Giappone siamo gli unici a non aver regi- strato un calo di spesa fra il 2020 e il 2021.(Dati Politecnico di Milano)

LECCO

Oggi la rete è un ecosi- stema molto vivo, con così tanti terminali connessi e intercon- nessi fra loro da poter veicolare grandi masse di informazioni.

Una situazione molto au- mentata con l’introduzione di apparati di videosorveglianza e di impianti 4.0 che collegano il bordo macchina all’esterno. Un aumento che fa crescere la su- perficie attaccabile dei sistemi.

Lo afferma Francesco Missaglia di Easynet, uno dei due gruppi, con Gr Informatica, a cui fa ca- po Alleatech di cui Missaglia è amministratore.

Il servizio

«Il dinamismo di Internet – af- ferma Missaglia - aumenta i ri- schi, aggravati dal fatto che non sempre in origine in ambito aziendale è stata messa in cam- po una politica di sicurezza. La sicurezza totale non esiste e ogni ’9’ che viene aggiunto dopo la virgola di una percentuale che si può raggiungere anche in modo elevato di sicurezza au- menta in modo esponenziale i costi. Quindi l’azienda deve fare i conti fra il rischio residuo e gli investimenti per correggerlo».

L’imprenditore afferma che spesso le realtà aziendali non sono disegnate per essere sicu- re, con il rischio, in caso di attac- co informatico, di fermi produt- tivi prolungati, anche fino a un paio di settimane. «Ciò – ag- giunge Missaglia – dovrebbe dare risposta agli investimenti in sicurezza in quanto, conside- rando una media sulle settima- ne di un anno, il fermo di una settimana corrisponderebbe a

Francesco Missaglia è amministratore di Alleatech

L’imprenditore. Francesco Missaglia (Easynet): «Non c’è il rischio zero ma bisogna attivare tutte le difese per evitare i fermi nella produzione»

lisi anche informatiche – spiega Missaglia – quanto l’infrastrut- tura aziendale possa essere re- siliente a un fermo, capire quanto la propria azienda possa resistere senza ripristinare dati e funzioni ed entro quanto tem- po invece andrebbe in sofferen- za sono le analisi che ci vengono richieste da chi di solito sul te- ma ha un grado di maturazione tale da procedere di solito con l’investimento. Ma nella mag- gior parte dei casi le aziende si muovono quando l’attacco si verifica, nell’ottica di provare ad evitare che il problema si ripre- senti».

Sulla business continuity Al- leatech ha organizzato per gio-

vedì 6 dalle 16 alle 17 un webinar gratuito sui servizi utili a garan- tirsi la disponibilità, l’integrità e l’affidabilità dei dati anche in circostanze impreviste, attra- verso sistemi di private cloud.

Complesse

Attraverso Enforcer, società del gruppo con competenza sulla cybersecurity, con attività, fra l’altro, di red team per testare la capacità di un’azienda di preve- nire, rilevare e rispondere a mi- nacce complesse, Missaglia spiega che viene simulato in modo operativo ciò che farebbe un attaccante per verificare il li- vello di resistenza di una rete, mettendo in guardia un’azienda o una pubblica amministrazio- ne sulle azioni da mettere in at- to nel caso venisse presa di mira con operazioni che porterebbe- ro a un’alta compromissione.

«Conoscendo la modalità con cui si arriverebbe alla com- promissione è possibile inter- venire. In generale – conclude Missaglia – tuttavia continua lo scenario per cui le pmi sono vit- time inconsapevoli delle scan- sioni periodiche che avvengono in rete. Ogni tanto proviamo a liberare nostri Ip che non han- no servizi, per cui nessuno do- vrebbe contattarli. Ma se do- vessimo scansionarli vedrem- mo che alcuni ricevono decine di migliaia di richieste di ingres- so. Nella rete è continua la scan- sione alla ricerca di servizi con punti di vulnerabilità. E più le aziende sono piccole e poco at- trezzate più è facile che gli at- tacchi raggiungano lo scopo».

M. Del.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

una perdita del 2% di fatturato, una quota che per tante piccole realtà basterebbe a coprire gli investimenti necessari per non mettere a repentaglio la sicu- rezza».

In proposito cresce il nume- ro di aziende che chiedono ad Alleatech consulenza nel busi- ness continuity plan, che ri- guarda sia la continuità di servi- zio informatico sia quella del business aziendale, due aspetti che potrebbero mettere a re- pentaglio l’azienda, per fare un esempio, nel caso in una fabbri- ca dovesse interrompersi l’atti- vità della pressa principale al centro della produzione.

«Definire tramite fasi di ana- La grande crescita di investi-

menti in Italia è dovuta al fatto che, ad esempio, attacchi di ran- somware per poter chiedere un riscatto devono corrispondere ad azioni molto evidenti. Circa invece gli attacchi meno eviden- ti, ci sono sempre stati e sono quelli che portano al furto di proprietà intellettuale di un’azienda. Non hanno un evi- dente effetto di blocco dei siste- mi, ma magari hanno conse- guenza il fatto che ci si accorge che un concorrente dall’altra parte del mondo realizza un prodotto uguale al tuo e non ca- pisci il perché. Tuttavia rispetto agli attacchi non evidenti la per- cezione del rischio è meno sen- tita.

Lo smart working ha cambiato le co- se?

Sì. Il lavoro da remoto ha dato spazio a una serie di attacchi molto visibili in settori delicati.

Durante la pandemia ci si è posti il problema della sensibilizza- zione delle strutture sanitarie per i servizi e per la ricerca sui vaccini. È stato evidente che nelle aziende c’è stata una per- cezione importante circa i pro- pri sistemi informativi e questa tendenza non rallenterà.

In Italia la spesa in cyber security nel 2021 è cresciuta ma resta relega- ta a uno 0,08 del Pil. Cosa ne pensa?

Significa stiamo spendendo troppo poco in digitalizzazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

50%

dei casi

Chi è stato colpito

Così in Italia

Obiettivi governativi/militari

Settore informatico

Obiettivi multipli

Sanità

Istruzione

+58%

l’aumento dei server compromessi nel 2021 sul 2020

I SETTORI PIÙ COLPITI Credito assicurazioni + Pubblica amministrazione

86%

degli attacchi ha come finalità il cybercrime (+5% rispetto al 2020)

L’EGO - HUB

15%

14%

13%

13%

9%

Fonte: Rapporto Clusit 2021

1,5

«Il blocco dell’attività

costa più di uno scudo»

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LA PROVINCIA LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

Con la Bps

Marketing internazionale

Incontro sulla Penisola Arabica

burante per entrambe le cate- gorie costa lievemente meno. Si parla di un centesimo, comun- que, e in questo caso il prezzo è sul carburante non servito ma self service. Nettamente più al- to il prezzo al nuovo distributo- re di via Roma, dove la benzina è venduta a 2,039 e il gasolio a 1,949. C’è stato un lieve aumento negli ultimi 15 giorni, ma il balzo in avanti vero è avvenuto nella prima metà del mese di maggio.

Il 20 maggio il prezzo, infatti, senti gli ultimi distributori pri-

ma della dogana con la Svizzera di Castasegna, domenica il prez- zo della benzina servita era sali- ta a 1,989 euro al litro. Il gasolio è a 1,929. Si parla della stazione Ip di viale Maloggia dove non c’è distinzione tra servito e self ser- vice. L’aumento rispetto alla fi- ne di marzo, quando il prezzo era di 1,85 euro al litro è abba- stanza netto. Al distributore Eni tra Chiavenna e Prata Campor- taccio, lungo la statale 36, il car- Chiavenna

Nonostante i rincari il confronto è a nostro favore anche vicino al confine

Non è ancora arrivata a 2 euro al litro, ma ormai manca poco. Continua a salire il prezzo della benzina. In tutta Italia e anche le zone di confine non fanno eccezione.

A Chiavenna, dove sono pre- Due euro al litro: manca poco

conto della vicinanza con il con- fine. Dove il prezzo sale fino a raggiungere i 2,2 euro al litro.

L’Italia, insomma, continua a essere conveniente anche se meno di un mese fa. L’attenzio- ne ora è fissata sulla data dell’8 luglio, quando scadrà il provve- dimento del Governo sul taglio provvisorio delle accise di 30,5 centesimi. Se non dovesse esse- re prorogato bisogna attendersi una fiammata che rischia di mettere in grossa difficoltà l’economia. Non solo quella del- le famiglie.

Bisognerà capire se l’extra- gettito Iva determinato dall’au- mento dei prezzi sarà sufficien- te a finanziare la proroga della misura e per quanto tempo.

Daniele Prati

Benzina, rispetto alla Svizzera l’Italia rimane conveniente

era di poco inferiore a 1,92 euro.

Al distributore New Energy di Novate Mezzola la Super viene venduta a 1,999 mentre per i mezzi diesel il prezzo è di 1,899.

A marzo era iniziato il fenome- no, una novità assoluta, dei cit- tadini svizzeri che venivano a fa- re il pieno in Italia, dove con il taglio delle accise il prezzo era, ed è, notevolmente più basso.

Nonostante l’aumento dei prezzi del carburante dell’ulti- mo mese e mezzo il fenomeno non si è arrestato. Fare benzina o gasolio in Svizzera continua a essere carissimo. Ieri il prezzo medio del litro sul territorio el- vetico era di 2,006 per la benzi- na. Basti pensare che a febbraio era di 1,73 euro. Si parla, però, del prezzo medio, che non tiene

Evento in Valle. Duecento partecipanti suddivisi tra otto cantine L’80% degli enoturisti giunti a Sondrio proviene da fuori provincia

SONDRIO

MARCO BORMOLINI

Duecento partecipanti suddivisi tra otto cantine aderen- ti all’evento “Mangiar per vigne”, una percentuale di presenze del- l’80% provenienti da fuori pro- vincia, otto ristoratori che hanno partecipato alla creazione dello Slow Box.

I numeri raccontano il succes- so della manifestazione, il primo appuntamento con il Valtellina Wine Festival andato in scena sa- bato 4 giugno. Complice la bella giornata di sole che ha baciato il territorio valtellinese, in tanti hanno scelto la proposta ideata dal Consorzio di tutela dei vini di Valtellina in collaborazione con la Strada del vino e dei sapori del- la Valtellina. Un concept basato sull’enoturismo che lega cantine e territorio, sono state otto le aziende vitivinicole della zona che da Berbenno sino a Tirano hanno accolto i wine lovers desi- derosi di scoprire le bellezze della Valtellina con un picnic in mezzo alle vigne.

I nomi

Marcel Zanolari, Dirupi, Nino Negri, Alberto Marsetti, Ascesa, Folini, Triacca, La Grazia, questi i nomi delle cantine che in alcuni casi hanno registrato un sold out con qualche giorno in anticipo con le prenotazioni online, se- gnale che la comunicazione del- l’evento è stata efficace. Una for- mula che prevedeva cinque vini

in mescita scelti direttamente dalle cantine, mentre otto risto- ranti hanno curato la creazione del menù portato in vigna diret- tamente in Slow Box comode da consumare sul posto.

Ristorante Trippi, Agrituri- smo Le Case dei Baff, Ristorante Cà d’Otello, Ristorante il Poggio, Ristorante San Carlo, Grand Ho- tel della Posta, Tabernario Eno- teca delle Alpi e MA! Officina Ga- stronomica hanno curato la par- te food selezionando prodotti ti- pici locali. Immersi nel verde, tra i terrazzamenti vitati, all’ombra di un albero come a casa di amici, un pranzo all’aperto con i pro- duttori dei vini di Valtellina. Un

renti, uniformando quindi la proposta senza creare differenze.

Non solo vino locale, da segnala- re anche la partnership del Val- tellina Wine festival con Acqua Frisia, acqua ufficiale della mani- festazione ideale per dissetare dopo una giornata in vigna e ac- compagnare le degustazioni in cantina e sfiziose cene gourmet.

Il programma

Un buon inizio per il festival dif- fuso con i vini di Valtellina che continua sabato 9 luglio con Val- tellina Wine Trekking, luoghi e storie da vivere in cammino: 5 percorsi di story-trekking lungo i nuovi anelli pedonali della Stra- da del Vino, tra filari e scorci e suggestivi. Il mese di agosto tanti appuntamenti con Aspettando Calici di Stelle lunedì 1 agosto a Sondrio, Calici in Quota venerdì 5 agosto a Livigno, Calici d’Auto- re domenica 7 agosto a Sondrio, prima del clou con Calici di Stelle mercoledì 10 con i produttori dei Vini di Valtellina che si racconta- no lungo le vie del centro storico di Sondrio.

Ultimo appuntamento sabato 24 settembre a Chiavenna con Dire, Fare, Nebbiolo, con il cen- tro storico della cittadina sul Me- ra che si trasformerà in un labo- ratorio del gusto a cielo aperto, con WineLab, degustazioni, as- saggi di prodotti locali e cucina di qualità per una giornata dedicata al Nebbiolo di montagna.

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Un buon inizio per il Valtellina Wine Festival

menù con antipasto Focaccia di farina Sur En, ricotta d’alpe Mal- ga Rundai, pancetta di Suino ne- ro delle Alpi, a seguire Sfilacci di manzo nostrano, misticanza e verdurine, chips di Grano Sara- ceno soffiato, maionese vegetale alla senape, continuando con In- salata di orzo Dumega, trota affu- micata della Val Malenco, capri- no della Valle del Tartano, verdu- rine, pesto di erba cipollina, mentre sui dolci Babà Valtelline- se alla Taneda, composta di lam- poni di bosco e Muffin di Grano Saraceno e mirtilli, zabaione al profumo di Braulio. Rispetto alla passata edizione il menù è stato lo stesso per tutte le cantine ade-

Mercoledì giunge al termine il ciclo di incontri dedicati al marketing internazionale organizzato da Banca Popolare di Sondrio in collaborazione con Agenzia Ice. I webinar hanno permesso alle aziende partecipanti di approfon- dire i principi fondamentali del

marketing e di conoscere gli aspet- ti fondamentali di alcuni dei princi- pali mercati nel mondo.

L’ultimo incontro è dedicato alla Penisola Arabica. Il webinar verrà trasmesso tramite la piattaforma Webex e la partecipazione è gra- tuita previa iscrizione entro oggi

tramite modulo a disposizione sulla piattaforma https://busi- nessschool.popso.it (dalla Home Page, cliccare su Iscrizione ai Corsi - Corsi in Aula e selezionare l’even- to nel calendario). Per informazio- ni: tel. 0342.528783/607/895 e-mail: businessclass@popso.it).

Agroalimentare Legame sempre più solido con il turismo

Vino, cibo e territorio Premiata la formula

di “Mangiar per vigne”

Un’agricoltura da primato Leader in Ue nel biologico

L’agricoltura italiana negli ultimi anni è diventata la più green d’Europa con 5.333 prodotti alimentari tradizionali censiti, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunita- rio e 526 vini Dop/Igp, ma l’Ita- lia è anche leader in Europa con quasi 80mila operatori nel bio- logico e può contare con Cam- pagna Amica sulla più ampia re- te dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con diecimila

punti vendita tra fattorie e mer- cati. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’am- biente che si è celebrata ieri.

«Sul territorio - sottolinea - oggi ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole.

Senza dimenticare la riscoperta di grani antichi e dei frutti anti- chi mentre grazie all’impegno Sono state otto le aziende

vitivinicole della zona che da Berbenno sino a Tirano hanno accolto i wine lovers

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LA PROVINCIA

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LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

Una congiuntura favorevole

L’enologo Claudio Alongi della cantina Nino Negri: «Un evento come questo solo una decina d’anni fa sarebbe stato impensabile, oggi viviamo una congiuntura favorevole per la Valtellina tra grandi vini sempre più premiati e un territorio coeso, capace di attirare sempre di più l’interesse dei turisti».

SONDRIO

Cronaca di una gior- nata in mezzo alle bellezze dei vigneti della Valtellina. Appun- tamento alle 12.30 in località Ca’ Guicciardi, nel cuore del- l’Inferno, dove la cantina Nino Negri ha una casa colonica che spesso viene utilizzata per atti- vità legate all’enoturismo co- me “Mangiar per vigne”.

All’interno visibili le casset- te utilizzate per l’appassimen- to delle uve di Nebbiolo per fa- re lo Sforzato, fuori tutto pron- to e apparecchiato per un pran- zo all’aperto con vista sulla Val- tellina incastonati in un pae- saggio da cartolina. La giornata è favolosa, senza nemmeno una nuvola e con un sole splen- dente a riscaldare i vigneti. Pri- ma di sedersi a tavola tra i visi- tatori sono in tanti a voler fare il giro in mezzo ai filari, grazie a una app e muniti di smartpho- ne si può ascoltare il racconto del territorio, con tanto di spie- gazione della storia della canti- na e delle sue vigne. Click e climb, un progetto partito lo scorso anno che sta dando pia- no piano dei risultati sempre più positivi.

Anche in bici

C’è chi è salito tra le curve del circuito dell’Inferno in bici partendo da Poggiridenti, chi invece si avventura nel giro lungo i vigneti proprio sullo stesso percorso teatro del Val- tellina Wine Trail. Dopo la teo- ria spazio alla pratica, con il menù dell’evento Mangiar per Vigne e i vini messi a disposi- zione dell’azienda, raccontati da una guida d’eccezione come

L’enologo Claudio Alongi, della cantina Nino Negri

Tanti premi

Il racconto del territorio

«Concentrato di bellezza»

L’esperienza. Appuntamento in località Ca’ Guicciardi, nel cuore dell’Inferno Classifica dei visitatori: vince la Lombardia - L’app per scoprire tutti i segreti

sato alle tecniche produttive, chi ascolta con attenzione i passaggi in cui si parla di viti- coltura di montagna e di temi legati all’ambiente, focus an- che ad altri trend che riguarda- no la Valtellina, come ad esem- pio la produzione di energia idroelettrica con le centrali che si vedono sulla sponda orobica e la pratica invernale dello sci.

Tutti i commensali sembra- no gradire, nessuna lamentela, ma anzi grande apprezzamen- to per la proposta di giornata, un rapido sondaggio tra gli ospiti per verificare la prove- nienza dei circa venti presenti.

Vince la Lombardia con in te- sta Milano, seguita dalle pro-

vince di Como e Lecco, solo due gli autoctoni che arrivano dalla Valtellina, accompagnati da presenze extra-regionali le cui origini arrivano da Roma, Bari e dalla Sicilia, mentre fa effetto sentire che ci sono dei visitato- ri da zone ad alta vocazione enoturistica come Franciacor- ta e soprattutto Alba, che han- no deciso di passare una gior- nata qui. «Il Nebbiolo è sempre Nebbiolo, qui ha delle sfaccet- tature diverse ma siamo molto contenti di avere scelto di pas- sare una giornata immersi in un paesaggio bellissimo come quello valtellinese, diverso ri- spetto alle nostre Langhe».

Verso Livigno

Una coppia di giovani diretti a Livigno con la bici ha deciso di fermarsi a metà strada. «La zo- na è davvero molto affascinan- te, sarebbe bello organizzare qualcosa di più mirato per sco- prire questi vigneti con le bici, magari con la pedala assistita per consentire a tutti di salire».

Alongi continua nella sua spie- gazione, una narrazione della Valtellina sempre più ricercata e apprezzata. «Un evento come questo solo una decina d’anni fa sarebbe stato impensabile, oggi viviamo una congiuntura favorevole per la Valtellina tra grandi vini sempre più premia- ti e un territorio coeso, capace di attirare sempre di più l’inte- resse dei turisti che scoprono i nostri vini in giro per l’Italia e per il mondo e poi vengono a trovarci direttamente sul po- sto».

Marco Bormolini

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l’enologo Claudio Alongi della cantina Nino Negri. «Abbiamo deciso di inserire nei cinque vi- ni proposti una bollicina meto- do classico, un bianco a base di Nebbiolo, poi tre rossi con un Inferno, un cru di Valtellina Superiore Inferno che provie- ne dalle stesse vigne dove ci troviamo a Ca’ Guicciardi e poi uno Sforzato. Etichette che raccontano la filosofia produt- tiva dell’azienda ma anche la varietà di un territorio che esprime grandissime poten- zialità, con vini sempre più be- vibili ed eleganti».

Tra una portata e l’altra il racconto di Alongi abbraccia più fronti, c’è chi è più interes- dell’Associazione italiana Alle-

vatori (Aia) - continua la Coldiretti - con il Progetto Leo, acronimo di “Livestock Envi- ronment Opendata”, ad esem- pio si stanno valorizzando ben 58 razze bovine per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila anima- li, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali). Un patrimonio messo a rischio dai bassi compensi ri- conosciuti agli allevatori e dagli attacchi della fauna selvatica che spinge all’abbandono delle aree interne e montane».

Nel frattempo con il caldo au- mentano i consumi di gelati, ma anche i prezzi, con una crescita

che Coldiretti, su dati Istat, sti- ma dell’11,2% rispetto al 2021. A far salire i costi sono i prezzi del- l’energia e delle materie prime, a partire dal latte (+6%) fino a zuc- chero (+8%) e uova (+12%). A pe- sare sulla produzione è «il balzo dei costi di energia e materie pri- me per il conflitto in Ucraina che sta penalizzando le 39mila gela- terie nazionali che danno lavoro a 75mila persone».

Si calcola, prosegue Coldiretti, che nelle gelaterie

«vengono utilizzati ben 220 mi- lioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti».

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LA PROVINCIA LUNEDÌ 6 GIUGNO 2022

scali, si dovrà versare un valo- re superiore alla media degli anni precedenti perché è stato maturato più utile.

«Gli imprenditori dovran- no pagare in anticipo le tasse sull’anno futuro in base alle proiezioni di quanto guada- gnato nell’anno appena tra- scorso - aggiunge Diodato - e se nel passato ci sono stati utili anomali per via dei bonus suc- cessivamente ridotti, si finirà corso ai bonus ha incentivato i

comportamenti corretti ed è sparito il fenomeno dei lavori senza fattura» osserva Pa- squale Diodato, presidente di Cna Lario e Brianza.

I committenti hanno voluto la documentazione per usu- fruire delle agevolazioni fisca- li e i fatturati si sono alzati per tutte le aziende. Questo signi- fica anche che quando si do- vranno sostenere gli oneri fi- Cna del Lario

Il presidente Pasquale Diodato

«E con i fatturati del 2021 quest’anno tasse pesanti»

«Il meccanismo dei bonus nel settore dell’edilizia ha accentuato il problema del- la complessità delle pratiche burocratiche, ma va anche ri- conosciuto che proprio il ri-

per dover effettuare un esbor- so più alto di quanto effettiva- mente dovrebbe essere».

La vivacità dei cantieri pri- vati indotta dai vari bonus, temporanei e già in parte ridi- mensionati, è un dato che alte- ra la media dei rendimenti, con conseguenze sulle stime dell’imposizione fiscale.

Se si verserà una cifra mag- giore rispetto a quelli che sa- ranno effettivamente gli utili nel 2022, si andrà poi a com- pensazione, ma intanto si ri- duce la liquidità delle imprese e questo costituisce un proble- ma che si aggiunge ad altre dif- ficoltà in un momento parti- colare dove altri gravi costi convergono sulle imprese.

Con il meccanismo dei bonus sparito il nero dell’edilizia

«Il compito e il valore del- l’associazione è stato quello di far conoscere e rendere consa- pevoli gli imprenditori di que- sto fattore - spiega Pasquale Diodato - e far capire a tutti che è necessario accantonare ora delle risorse perché, au- mentando il fatturato, ci sarà un aumento percentuale del- l’anticipo fiscale nei prossimi anni».

Il 2020 ha creato conse- guenze sul biennio successivo che hanno alterato i normali andamenti.

Il livello record di carico fi- scale raggiunto nel 2021 è ascrivibile alla decisa crescita registrata dal Pil (+6,6 per cen- to) che, dopo la caduta vertica-

le registrata nel 2020 (-9 per cento), ha contribuito ad au- mentare notevolmente le en- trate.

Nel 2022, invece, sebbene la crescita economica dovrebbe attestarsi attorno al 3 per cen- to circa, il peso del fisco è de- stinato a diminuire di 0,4 pun- ti percentuali anche grazie alla riduzione delle imposte e dei contributi decisa dal Governo.

Le principali misure approva- te l’anno scorso sono la rifor- ma dell’Irpef, l’esonero con- tributivo di 0,8 punti percen- tuali ai lavoratori dipendenti con una retribuzione mensile lorda inferiore a 2.692 euro, l’esonero del pagamento Irap alle persone fisiche. M. Gis.

milioni, per innovazione tecno- logica, design e ideazione esteti- ca. Il 15% di credito di imposta con tetto di 2 milioni per le spese con l’obiettivo di transizione eco- logica o digitalizzazione 4.0.

Il nostro territorio, inoltre, in te- ma di start up, è tra i primi in Ita- lia, con l’incubatore Como Next.

La riforma fiscale 2022 accoglie le necessità delle imprese?

Le ultime riforme hanno avuto un taglio emergenziale non strut- turale, si è puntato su bonus e so- stegni a fondo perduto, ma senza innescare un sistema che potesse alleviare la pressione fiscale sulle aziende in un’ottica di lungo peri- odo. Non c’è stata una program- mazione e la mancanza di pro- spettiva ha anche un risvolto in termini di investimenti: se non si interviene in modo strutturale ma solo con sussidi spot, non si incentiva a fare impresa.

Senza dubbio si è voluto aiutare molto la famiglia, ma per ora si è persa l’occasione di agevolare le imprese, qualcosa si è fatto ma non c’è stato sufficiente coraggio in tal senso. Si sono ridotte le ali- quote Irpef ma non si è interve- nuti con sufficiente incisività, ad esempio, sull’Irap e poco o nulla si è fatto in tema di Ires, imposte, quest’ultime, che gravano sulle aziende.

Sul costo del lavoro persiste un pro- blema di carico fiscale: perché esiste un caso “italiano”?

Il nostro Paese, in media, registra

un costo di 29,3 euro per ora lavo- rata. Il fisco italiano condivide con Francia e Germania il secon- do posto per il peso del prelievo.

In Italia nell’ultimo anno Il peso del fisco sul lavoro si è lievemente alleggerito, il prelievo, comun- que, tra imposte sul reddito e contributi, resta tra i più gravosi nel mondo industrializzato, so- prattutto nel caso dei lavoratori con figli.

In base al rapporto Taxing Wages dell’Ocse, da noi il cuneo fiscale, cioè la differenza tra il costo per il datore di lavoro e la retribuzio- ne netta percepita dal dipenden- te, nel 2021 è stato pari al 46,5%, in calo di 0,4 punti rispetto al 2020. L’Italia è seconda tra i membri dell’Ocse per contributi a carico del datore di lavoro, no- nostante ciò, in tema di costo la- voro, si colloca di poco sopra la media dell’Unione Europea, se- gno che sono i datori di lavoro ad assumersi la maggior parte del carico fiscale.

Il discorso cambia se l’ottica è mondiale, in questo caso è indi- spensabile tenere in considera- zione che il costo del lavoro è di- rettamente proporzionale ai di- ritti dei lavoratori.

È realistica la prospettiva di una Zo- na ad economia speciale per la fascia territoriale di confine, come suggeri- to tempo fa da Luca Leoni per conto degli albergatori di Como proprio per consentire un aumento dei salari non soggetto a ulteriore tassazione e quindi competitivo con la Svizze- ra?

L’ipotesi è molto suggestiva e io la sostengo con favore, per Zona Economica Speciale (Zes) si in- tende una zona ben identificata nella quale le aziende possono beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo svi- luppo. Il dibattito sulle Zes ha co- nosciuto una rapida accelerazio- ne negli ultimi decenni, soprat- tutto in Europa, poiché sono viste come utili strumenti di contrasto alle ripetute crisi che, a partire dai primi anni del 2000, hanno creato squilibri economici.

A chi spetta chiedere la Zes?

Il nostro territorio, visto la vici- nanza con la Svizzera, potrebbe avere le caratteristiche per rien- trarvi, naturalmente, però, non con l’attuale normativa, che in Italia prevede la costituzione di Zes solo per aree portuali, al- l’estero non è così. Occorre, quin- di, che l’intero territorio, le asso- ciazioni di categoria e le istituzio- ni locali si muovano all’unisono per chiedere una riforma della norma nazionale in proposito.

In parlamento, ad oggi, vi sono al- cune proposte di legge che vanno in questa direzione.

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MARIA GRAZIA GISPI

A

vvocato tributarista, Tommaso Landi è esperto del Sole 24 Ore in tema di diritto tribu- tario e fiscalità aziendale, consi- gliere dell’Associazione Naziona- le Tributaristi Italiani, sezione di Como, è autore di diverse pubbli- cazioni scientifiche in materia di Diritto fiscale.

Alla vigilia della data simbolo, il 7 giugno, individuata dal

centro studi di Cgia di Mestre come il giorno in cui il cittadino medio termina di lavorare per sostenere le imposte, è possibile valutare quanto incide la pres- sione fiscale nella com- petitività delle pmi ita- liane?

Secondo gli ultimi dati il carico fiscale

complessivo che grava sulle im- prese italiane è pari a circa il 60%

dei profitti commerciali e non sembra destinato a diminuire, inoltre le imprese che più ne ri- sentono sono proprio quelle tipi- che del nostro territorio, quelle artigiane, le piccole e medie aziende che, oltre al pagamento delle imposte, risentono moltis- simo del costo degli adempimen- ti.

Nel confronto con gli altri paesi euro- pei e soprattutto rispetto alla vicina Svizzera, qual è il divario in termini di competitività legata a una fiscalità agile?

In una delle ultime classifiche re- datte dalla Banca Mondiale su 190 paesi presi in considerazione l’Italia si colloca attorno al 130°

posto, se cerchiamo la Svizzera dobbiamo risalire di molto la classifica poiché la Confedera- zione elvetica si colloca al 20° po- sto. Queste classifiche non tengo-

no in considerazione solo il peso della tassazione, ma anche il cari- co burocratico e la gestione dei rapporti con i dipendenti e lo Sta- to in generale.

Qual è l’onere in tempi, competenze e costi necessario per gestire una pmi nel nostro Paese?

Oltre al pesantissimo carico tri- butario, fare impresa in Italia è reso complesso dalla mole di adempimenti fiscali che riguar- dano sia le imposte nazionali che

locali. Le ore neces- sarie da dedicare agli adempimenti fiscali in un anno si aggira- no attorno alle 250, mentre la media eu- ropea è di 160. Me- diamente i paga- menti da effettuare, nella migliore delle ipotesi, sono 15 per ogni anno fiscale e le nostre aziende devo- no trovare risorse esterne per la gestione fiscale, con tutti i costi che ciò comporta.

Quanti adempimenti sono invece ri- chiesti per avviare una startup?

Sulle startup, soprattutto inno- vative, in Italia il nostro legislato- re ha fatto dal punto di vista fisca- le un buon lavoro grazie, ad esempio, allo strumento dei cre- diti d’imposta per gli investimen- ti in beni materiali ed immateria- li. Tra le varie agevolazioni previ- ste è stata aumentata l’aliquota del credito d’imposta per gli inve- stimenti in ricerca e sviluppo e il relativo massimale agevolabile che passa dai 3 ai 4 milioni di eu- ro.

Nel 2022 il bonus ricerca e svi- luppo consente, infatti, di ottene- re: il 20% di credito di imposta per ricerca e sviluppo, con tetto massimo a 4 milioni di euro. Il 10% di rimborso delle spese come credito di imposta, con tetto a 2 Tommaso Landi

Domani il tax freedom day Pressione al 43,1%

Quest’anno si verifica un’inversione di tendenza, lie- ve, questione di decimali. Se l’anno scorso la pressione fi- scale in Italia ha toccato il re- cord storico del 43,5% del Pil, nel 2022, invece, si stima sia destinata a scendere al 43,1%.

Così, nel calcolo del tutto teorico del giorno in cui il con- tribuente medio italiano smetterà di lavorare per salda- re tutti gli obblighi fiscali del- l’anno, la data x risulta essere il 7 giugno. Mentre nel 2021 era stato l’8 giugno. Nel 2020 il 5, nel 2019 il 4 giugno e via risa-

lendo. Così quest’anno il dato anziché crescere e quindi ve- dere aumentare i giorni di la- voro dedicati al pagamento degli oneri fiscali, per la prima volta o quasi dal ’95, quando era il 27 maggio, diminuisce e da domani si inizierà a guada- gnare per sé.

Il calcolo è dell’ufficio studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese Mestre ed è svolto in questo modo: la sti- ma del Pil nazionale del 2022 è stata suddivisa per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Suc-

Il confronto Imposte e burocrazia

L'INTERVISTA TOMMASO LANDI.

Avvocato tributarista, esperto di fiscalità aziendale

«Mediamente vanno effettuati 15 pagamenti all’anno»

Fisco spremi imprese Carico pesantissimo

e adempimenti infiniti

«Le ore dedicate a questa materia sono in media attorno a 250»

Il tax freedom day in Italia

Italia: giorni di lavoro necessari per pagare le tasse

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LA PROVINCIA

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cessivamente, si sono consi- derate le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verse- ranno nel 2022 e sono stati rapportati al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il

“giorno di liberazione fiscale”

di quest’anno.

Secondo questo ragiona- mento, quasi simbolico, a par- tire domani, dopo più di 5 mesi dall’inizio del 2022, tempo pa- ri a 157 giorni lavorativi inclu- si i sabati e le domeniche, il contribuente medio italiano inizierà a produrre reddito e avrà terminato la quota di la- voro necessaria per corri- spondere a tutti gli obblighi fi- scali dell’anno: Irpef, Imu, Iva,

Tari, addizionali varie, Irap, Ires, contributi previdenziali.

Dal confronto con gli altri paesi europei nel 2020 i con- tribuenti italiani hanno pro- dotto a favore dell’Agenzia delle entrate 6 giorni in più ri- spetto alla media dei 27 paesi che compongono l’Unione eu- ropea. Solo la Francia presen- ta un numero di giorni di lavo- ro necessari per pagare le tas- se nettamente superiore (+19) rispetto al dato italiano. Una eccezione: in Germania, ad esempio, questo è avvenuto 5 giorni prima che da noi, in Olanda 11 e in Spagna 20. Il pa- ese più virtuoso è l’Irlanda;

con una pressione fiscale del 20,7%, i contribuenti irlandesi assolvono gli obblighi fiscali in soli 76 giorni lavorativi.

manodopera specializzata che deve essere retribuita in modo proporzionale alle alte competenze richieste ed ef- fettivamente le tasse in busta paga sono eccessive».

L’azienda artigiana di Fe- negrò, fondata nel ’65, produ- ce arredamenti per privati con consegne in tutto il mon- do. Lo stile è moderno e dedi- cato ad abitazioni, bar e risto- ranti. Una rete di clienti inter- cettata attraverso la parteci- pazione alle fiere in Svizzera e in Germania.

«I falegnami con esperien- za sono ricercatissimi e, in media, dopo una decina di an- ni alcuni scelgono altre op- portunità - spiega Canobbio - nei primi anni si impara il la- voro, il percorso per acquisire la padronanza del mestiere è lungo. Due anni fa abbiamo assunto un giovane e da sei mesi è con noi un tirocinante.

L’iter prevede che i ragazzi prima inizino a tempo deter- minato e poi passino al con- tratto a tempo indetermina- to».

Con il Bonus Lavoro giova- ni, chiamato anche Bonus un- der 36, le aziende possono ot- tenere agevolazioni per as- sunzioni di giovani fino a 35 anni che non sono mai stati assunti a tempo indetermina- to.

La Legge di Bilancio 2022 ha confermato la misura e ha esteso gli incentivi ai lavora- tori delle aziende in crisi.

«È vero - conclude - ci sono sgravi fiscali e agevolazioni per incentivare le nuove as- sunzioni, ma non sono misure sufficientemente significati- ve». M. Gis.

fondo rinnovamento dell’in- tero apparato di norme e tri- buti.

«Quanto il Governo ha fat- to nel periodo della pandemia è stato apprezzato dalle im- prese, ma non è sufficiente - aggiunge - in questo momen- to, oltre alla riduzione della pressione degli oneri, ci si at- tende una semplificazione della burocrazia che è andata crescendo negli anni. Soprat- mamente articolato e le im-

prese finiscono con il dover navigare a vista per capire se e come essere corretti rispetto ai propri adempimenti fisca- li» Roberto Galli, presidente provinciale di Confartigiana- to Imprese Como, spiega così la difficoltà delle aziende, os- serva che gli interventi in emergenza pandemica sono stati frammentati e non si è colta l’occasione per una pro- Confartigianato

Il presidente Roberto Galli

«Durante la pandemia, l’occasione di intervenire»

«Il nostro sistema fi- scale è tra i più complessi in assoluto, non si tratta solo di gestire la pressione degli one- ri, ma anche di affrontare un apparato burocratico estre-

tutto servirebbe un sistema più semplice che dicesse quanto sarà rilevante l’impo- sizione fiscale a inizio anno, in modo che le imprese sap- piano dall’inizio quali saran- no gli oneri».

Ci sono poi molte dichiara- zioni di intenti, ma in concre- to le recenti norme hanno in- ciso poco in termini di rinno- vamento.

L’eccezionale livello di complessità della burocrazia italiana si traduce nella ne- cessità di impiegare persona- le specializzato. Secondo uno studio realizzato da PwC, aprire una piccola o micro at- tività in Italia può costare fi- no a 20 mila euro tra tasse,

«Un sistema da riformare Così non aiuta l’artigianato»

costi per i consulenti e tempo necessario per completare le procedure amministrative.

Ci sono 312 documenti e ri- chieste di certificazioni rivol- ti al sistema produttivo e spesso si perde tempo già solo per individuare il modulo adatto alla propria attività,

«Eppure sburocratizzare è possibile: si è digitalizzato con la fattura elettronica che sembrava un grande scoglio e che invece ha facilitato i pro- cessi amministrativi - ricorda Roberto Galli - il problema è che sembra che la pretesa di avviare un processo di digita- lizzazione sia a senso unico, nel senso che noi siamo tenu- ti a farlo mentre sembra an-

cora poco recepito dagli orga- ni amministrativi».

Se alle imprese si chiede una profonda e rapidissima innovazione anche negli strumenti e linguaggi digitali, la PA non pare correre alla stessa velocità che richiede ad altri su quella stessa stra- da. È il caso di uffici che at- tendono copia stampata, pro- cedure che di fatto rinnegano la tanto spinta digitalizzazio- ne.

«Dovrebbe invece essere in due direzioni - è l’auspicio di Roberto Galli - va bene chie- dere alle imprese questo sfor- zo, ma è lo Stato che ancora prima dovrebbe attrezzarsi e digitalizzarsi a sua volta».

contenti dell’innovazione».

Ma servirebbero interven- ti più decisi, evidenti, per esempio un compromesso per poter retribuire il giusto le persone. «Fatto cento lo stipendio netto che riceve un lavoratore, all’azienda costa duecento. In questo modo non è contento nessuno» in- siste sul tema del costo del lavoro e ancora della man- canza di competitività delle imprese per gli oneri fiscali.

Sullo sfondo c’è un’Europa con pressioni fiscali in per- centuale del Pil molto diver- se: si va dalla Danimarca con il 48% al 20% dell’Irlanda. La media dell’Unione europea è 41,2% in base ai dati Eurosat relativi al 2020.

«Una differenza in punti percentuali che mette in con- dizione di svantaggio le im- prese italiane all’interno del mercato europeo - spiega Massimo Moscatelli - e que- sta è una distanza cronica che pone i nostri prodotti, per quanto apprezzati, tra i più cari».

Eppure si vede nella pre- parazione del Salone del Mo- bile di Milano che «c’è una gran voglia di ripresa, entu- siasmo, idee, ci sono aziende che stanno investendo mol- tissimo, che hanno sostenuto il progetto del Supersalone a settembre per quello che questo evento rappresenta per il settore - conclude - ora si tratta di dare a queste ca- pacità di fare impresa la pos- sibilità di essere competitive sui mercati internazionali.

Se loro crescono anche tutta l’economia nazionale ne be- neficerà». M. Gis.

L’azienda/1 Claudio Canobbio, artigiano nell’arredo

«Pagano caro le imprese e anche i lavoratori»

«Il nostro socio di maggioranza è lo Stato». L’in- cipit fa riferimento al carico fiscale sulle imprese ed è di Claudio Canobbio, imprendi- tore e rappresentante del set- tore arredo di Cna del Lario e della Brianza. Canobbio è a ca- po di un’impresa artigiana che coinvolge nove addetti con un mercato di riferimento in gran parte svizzero per la rea- lizzazione di mobili su misura,

« ma la pressione e la difficoltà oggettiva del sistema fiscale italiano riguarda tutti i settori - continua - e ha un impatto sia sugli imprenditori che sui di- pendenti».

Secondo l’Ocse, in Italia il prelievo sul lavoro è tra i più elevati in Europa: l’aliquota implicita di tassazione sul la- voro, che include anche i con- tributi sociali versati dal dato- re e dal lavoratore, è stata pari nel 2018 al 42,7 per cento a fronte di una media del 38,6 per cento per l’area dell’euro.

Negli ultimi anni hanno concorso alla riduzione del prelievo sul lavoro il bonus Ir- pef, introdotto nel 2014 e po- tenziato nel 2019, l’aumento delle detrazioni per lavoro di- pendente nel 2019, l’esclusio- ne del costo del lavoro a tempo indeterminato dall’Irap dal 2015 e le agevolazioni contri- butive. La legge di bilancio 2020 ha costituito un Fondo per la riduzione del carico fi- scale sui lavoratori dipenden- ti.

Azioni di progressiva miti- gazione della pressione, men- tre il problema della crescente ricerca di personale si incro- cia con il tema dei bassi salari e della concorrenza del merca- to del lavoro all’estero, per le nostre province la Svizzera al- za l’asticella dei potenziali guadagni per artigiani e operai specializzati a livelli inarriva- bili per le imprese italiane.

«Realizziamo arredi su di- segno in collaborazione con diversi studi di architettura del milanese - continua Clau- dio Canobbio - lavorando su misura abbiamo bisogno di

«Il primo socio oggi è lo Stato»

Claudio Canobbio

L’azienda/2 Massimo Moscatelli è titolare

di un’impresa artigiana del legno arredo

Quest’anno è attesa una diminuzione della pres- sione fiscale di 0,4 punti per- centuali anche grazie alla ri- duzione delle imposte e dei contributi decisa dal Gover- no.

Dal 43,5% del Pil nel 2021, la pressione fiscale in Italia nel 2022 è destinata a scen- dere al 43,1%. Meglio, ma an- cora troppo poco.

«Per alleggerire la pressio- ne fiscale sembra che qual- che misura sia stata presa, ma le imprese non se ne stan- no quasi accorgendo per due motivi - spiega Massimo Mo- scatelli, imprenditore del settore legno per Confarti- gianato Como - il primo per- ché sono tanti gli oneri e gli aumenti che investono le aziende in questo momento, il secondo è che gli interventi non sono abbastanza incisi- vi».

C’è in atto un aumento dei prezzi di energia e carburan- te e quindi, insieme ai tra- sporti, tutto diventa più co- stoso «fin anche i vetrai pon- gono una addizionale ener- getica sulla produzione dei vetri e non passa giorno sen- za che le imprese artigiane non segnalino difficoltà nel reperire materiali e bollette quadruplicate - è l’allarme di Moscatelli - ci sono gli incen- tivi da parte del Governo per mettere in atto una qualche soluzione per abbassare i co- sti dell’energia, ma arriviamo da una recessione che si pro- trae dal 2008».

Qualche miglioramento c’è stato sul fronte della sem- plificazione, è il caso della fattura elettronica «accolta con molta diffidenza e non poche difficoltà, come asso- ciazione abbiamo fatto della formazione alle persone, le nostre imprese hanno in me- dia dai 3 ai 5 addetti, per loro ha significato che almeno uno doveva imparare la nuo- va procedura - continua - ma in effetti un poco ha semplifi- cato l’iter e superati i disagi adesso sembrano tutti molto

«Se c’è un calo non si avverte»

Massimo Moscatelli

L’EGO - HUB

Rank Nazioni

Pressione fiscale (% del PIL)

Giorni di lavoro necessari per pagare le tasse

Giorno di liberazione fiscale nel 2020

Giorni di lavoro per il “fisco”

in (+) o in (-) rispetto all’Italia

Danimarca Francia Belgio Svezia Italia Austria Finlandia Germania Grecia Paesi Bassi Lussemburgo Slovenia Portogallo Spagna Croazia Polonia Ungheria Repubblica Ceca Slovacchia Cipro Estonia Lettonia Lituania Bulgaria Malta Romania Irlanda

175,7 175,3 166,9 159,6 156,6 155,6 153,7 151,5 150,4 145,7 144,2 138,3 137,3 136,9 135,8 134,0 132,5 131,4 128,1 125,9 124,8 116,4 113,8 111,6 110,5 99,2 75,8 1

2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27

+19 +19 +10 +3 = -1 -3 -5 -6 -11 -12 -18 -19 -20 -21 -23 -24 -25 -29 -31 -32 -40 -43 -45 -46 -57 -81 Unione Europea

Euro Area

48,0 47,9 45,6 43,6 42,8 42,5 42,0 41,4 41,1 39,8 39,4 37,8 37,5 37,4 37,1 36,6 36,2 35,9 35,0 34,4 34,1 31,8 31,1 30,5 30,2 27,1 20,7 41,2 41,7

24/06 24/06 15/06 08/06 05/06 04/06 02/06 31/05 30/05 25/05 24/05 18/05 17/05 16/05 15/05 13/05 12/05 11/05 08/05 05/05 04/05 26/04 23/04 21/04 20/04 09/04 16/03 30/05 01/06 150,8

152,6

-6 -4

Giorno di liberazione fiscale in UE

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