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Modelli di valutazione e percorso riabilitativo del paziente affetto da spasticità: il punto di vista del fisioterapista

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Academic year: 2022

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(1)

Modelli di valutazione e percorso riabilitativo del paziente affetto da spasticità:

il punto di vista del fisioterapista

Stefania Ricchiuti Fisioterapista

La Tossina Botulinica:

il percorso integrato del paziente con spasticità nell’ASL Roma 1

(2)

Concetti riabilitativi

RIABILITAZIONE

PROBLEM SOLVING

FUNZIONALE

(3)

Concetti riabilitativi

La riabilitazione deve essere intesa come “problem solving”, ovvero come risolutrice di problemi.

Deve essere funzionale, piuttosto che solo “di lotta”

contro i segni patologici (spasticità, coordinazione ecc seppur rilevanti). Un segno patologico deve diventare un rilevante obiettivo del trattamento se risulta

correlato al deficit prestazionale.

(4)

IMMOBILITA’ SPASTICITA’

MOBILIZZAZIONE PREVENZIONE POSTURE IN

ACCORCIAMENTO

(5)

Nei pazienti affetti dalla malattia del

motoneurone, l’immobilità degli arti porta al meccanismo chiave della spasticità. Quindi, in

questi pazienti la mobilizzazione e la prevenzione di posture in accorciamento sono tra le cose più

importanti da fare per prevenire e trattare

l’ipertono muscolare

(6)

I due principali approcci per la gestione della spasticità includono interventi farmacologici e

fisici. In seguito ad iniezione di tossina botulinica è più facile stirare ed allungare i muscoli per

prevenire la progressione delle contratture e

permettere il rinforzo dei muscoli antagonisti che può migliorare a sua volta il controllo del

movimento selettivo

(7)

Lo scopo del trattamento riabili- tativo consiste nella riduzione dell’ipertono muscolare con conseguente miglioramento

della funzione muscolare stessa, che può facilitare il camminare,

l’igiene ed il compito delle persone che assistono

il malato

(8)

ATTIVITA ’

• Inibizione delle sincinesie e delle irradiazioni

• FKT passiva: allungamento muscolare lento (facilita l’adattamento dei fusi neuromuscolari)

• Posture mantenute (eventualmente

con ausili: bendaggi, splint, ortesi)

(9)

VALUTAZIONE FUNZIONALE RIABILITATIVA

▪rigidità muscolare

▪affaticamento muscolare

▪spasmi muscolari isolati incontrollabili oppure una serie di spasmi involontari (clono)

▪riflessi tendinei esagerati

▪contrattura (contrattura permanente dei muscoli)

▪dolore derivante da muscoli tesi o da spasmi

(10)

Tuttavia, non si deve dimenticare che la spasticità può anche essere utile consentendo il carico o il cammino su un arto paretico particolarmente debole.

Pertanto:

è fondamentale che il trattamento della spasticità sia focalizzato al paziente ed alla funzione più che alla

riduzione in sè della spasticità.

(11)

LA SPASTICITA’ E’ UNA MALATTIA?

(12)

La spasticità non è dunque una malattia, ma un segno clinico complesso, comune a numerose patologie, e

molto variabile nell'intensità, nella modalità di presentazione e nella risposta ai trattamenti

farmacologici e riabilitativi. I sintomi associati possono

comprendere dolore, rigidità, senso di pesantezza degli

arti fino ad arrivare ad una alterata percezione dell'arto

spastico come estraneo e non appartenente al proprio

corpo

(13)

▪ La spasticità è comune tra le persone affette da determinate condizioni neurologiche a lungo

termine ed è presente:

▪ nel 28-38% dei pazienti affetti da ictus,

▪ nel 41-66% dei pazienti affetti da sclerosi multipla

▪ nel 13% dei pazienti affetti da trauma cranico

(14)

IL PIANO DI TRATTAMENTO RIABILITATIVO

La spasticità è sicuramente una delle condizioni più discusse in ambito

rieducativo perché spesso è difficile stabilire a priori un piano di trattamento e vale il discorso che non esiste «la tecnica» ma un insieme di metodiche che

devono essere composte ogni volta in modo diverso e cambiare lungo il periodo di trattamento in relazione alla

ripresa del paziente

(15)

Essendoci una problematica di afferenze bisognerà lavorare, proprio dal punto di vista percettivo, sia sulla sensibilità

superficiale (tattile e termica, con discriminazione di oggetti rispettivamente: lisci o ruvidi, caldi o freddi) che profonda (es.

capire con quale dito si sta tentando di riconoscere o in che posizione si trova l’arto (“propriocettività”).

A tal proposito sono utili esercizi di tipo conoscitivo

(Metodo Perfetti) che possono avvalersi anche di superfici

instabili, di consistenza o peso diverso

(16)

L’approccio terapeutico di Perfetti, prende il nome di Esercizio Terapeutico Conoscitivo e consente

l’approfondimento di alcuni principi fondamentali:

▪ Il corpo è nella sua totalità una superficie recettoriale in grado di ricevere e dare informazioni;

▪ L’azione è il prodotto dell’interazione tra il corpo e

l’ambiente circostante.

(17)

TIPOLOGIA DI ESERCIZI

Gli esercizi 1°prevedono la raccolta e la selezione di

informazioni tattili o cinestesiche con l’aiuto del Terapista, in assenza di contrazioni muscolari. Negli esercizi di 2° sono

proposti compiti che prevedono l’aiuto da parte del Terapista

e parziali reclutamenti muscolari da parte del paziente. Negli

esercizi di 3°grado il paziente esegue da solo il movimento.

(18)

ESERCIZI DI PRIMO GRADO

Esempio di esercizio di riconoscimento di spessori di altezza

differente con il dito indice. Il movimento viene guidato dal terapista

(19)

ESERCIZI DI SECONDO GRADO

Esercizio di riconoscimento di spugne di consistenza differente con il tallone: l’aiuto del Terapista varia al variare dalla capacità del

paziente di organizzare reclutamenti muscolare selettivi e corretti.

(20)

ESERCIZI DI TERZO GRADO

Esercizio di riconoscimento di pesi differenti con il

secondo e terzo dito

(21)

Altrettanto utile è l’idrokinesiterapia, per l’effetto dal punto di vista sensitivo-sensoriale (dato che l’acqua ci dà un segno tangibile di contatto con essa), sia per il suo effetto sulla

spasticità. Infatti è stato visto che con esercizi in acqua, sia a 10° che a temperatura ambiente, si ottengono buoni risultati.

Anche la crioterapia spesso su alcuni pazienti permette

l’abbattimento dell’ipertonia

(22)

Tra le ultime novità sia in campo neurofisiologico che riabilitativo non molto tempo fa sono stati scoperti dei neuroni che sono stati chiamati “mirror neuron”,

ovvero neuroni specchio. È stato visto che questi neuroni si attivano sia quando il soggetto compie

l’azione, sia quando la osserva compiere da un altro.

(23)

Il meccanismo dei mirror neurons è talmente potente che

questi neuroni non si attivano soltanto quando osserviamo il movimento eseguito da un’altra persona. I mirror neurons si attivano anche quando vediamo sullo schermo del computer un braccio virtuale che compie lo stesso movimento o

l’immagine schematizzata di una persona umana che cammina o corre.

(Jeannerod et al. 1995; Crammond 1997)

(24)

Questo potrebbe aprire nuove frontiere

nell’intervento riabilitativo con la teleriabilitazione così come altre forme di terapia in corso di

valutazione .

(25)

Grazie per l’attenzione

Stefania Ricchiuti Fisioterapista

La Tossina Botulinica:

il percorso integrato del paziente con spasticità nell’ASL Roma 1

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