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Anno XVI - N. 43 (Spedizione In abbonamento postale Il Gruppo) ESCE IL SABATO Ottobre 1940'XVIII

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Anno XVI - N. 43 (Spedizione In abbonamento postale • Il Gruppo) ESCE IL SABATO 20-26 Ottobre 1940'XVIII

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ò&t J/LahJÌna e ^XoTziom, Qié'oJvdjùite dei. giofuno-

L

« Marina italiana è oggi airordine del giorno.

Qualunque sia Timportanza evidente e certis¬

sima deali ultimi avvenimenti internazioitali su cui giustamente si deve fissare la nostra atten¬

zione. nulla ci può distrarre dalla visione di quel liquido campo di battaglia su cui alcune nostre piccole unità hanno cosi coraggiosamente affron¬

tato una importante aliquota di grosse nari ne¬

miche. Basta leggere il nostro comunicato e met¬

tere in confronto le perdite subite dai nostri v quelle deU'awersario per avere la confortante cer¬

tezza che il combattimento avvenuto fra le acque di Malta e il canale di Sicilia è terminato con un pieno succssiio degli ilqliani. le cifre paiiano chia¬

ro; il tonnellaggio perduto dagli inglesi è più del doppio di quello perduto da noi. Ma le cifre- che pure non sono un'opinione, e che nessuno sforzo della propaganda avversaria potrà svisare nè atte¬

nuare nè tanto meno capovolgere, non esprimono davvero tutto il valore del nostro successo. Questo è dato più che altro dalle condizioni in cui si è svolto lo scontro, e dal paragone, che deve esser fatto, fra la natura e la forza delle nostre unità e quelle del nemico, e fra il modo di comportarsi d“i due avversari. In sostanza alcune piccole unità siluranti italiane hanno affrontato volontariamente il combattimento con unità di gran lunga superiori e non solo se la sono cavata con onore, ma hanno inflitto agli Inglesi uno scacco evidente costringen¬

doli, oltre tutto, ad abbandonare il campo; perchè è chiaro che se la maggior parte degli equipaggi delle nostre siluranti colpite è stata salvata, il ne¬

mico doveva essersi aHontanato per primo dal luogo dello scontro.

Sapremo a suo tempo i più esatti particolari del- Tavvenimento. ma fino da ora possiamo dire che la Marina nostra ha scritto un'altra bel¬

lissima pagina della sua storia. Certo, sappiamo tutti che II còmpito del naviglio silurante è appunto di as.salire audacemente le forze av¬

versarie. anche se sono superiori; perchè il .sa¬

crificio di qualche piccola unità può essere — come in questo caso — largamente compensato dalla distruzione d! qualche grossa nave nemica: ma per tradurre in atta questo còmpito, per ottenere dav¬

vero quel risultato, per affrontare serenamente quel saciiflcio ci vogliono cuori molto saldi e volontà di ferro. Siamo dunque grati alla nostra Marina della nuova dimostrazione che essa ci ha dato non solo della sua capacità tecnica, ma dell'altLsslmo spirito aggressivo che la muove, che è quello che conta. Mercè le sue gesta, il nostro avversarlo, del quale non dobbiamo disconoscere la potenza sul mare e le condizioni privilegiate di cui gode, spe¬

cialmente per la disponibilità di Impor'anU ba.si da lungo tempo preparate, il nostro avversario, dico, si dovrà convincere sempre più che passeggiare per il Mediterraneo è diventato un rischio molto gros¬

so; e che la Marina Italiana, anche senza impe- gnar.“ le sue maggiori navi, che saranno adoperate quando si giudicherà che ne sia il caso, può sempre intercettare i movimenti di forze anche superiori.

Non minori elogi vanno alla nostra Arma aerea, la quale è stata la prima a segnalare i movimenti delle squadre nemiche nelle acque di Malta, ed ha poi efficacemente partecipato alla battaglia ed al- rinsegulmento degli inglesi In ritirata, con effetti noteTOli, perchè una grande nave portaerei ed un grosso incrociatore sono stati colpiti assai grave¬

mente e un altro incrociatore successivamente si¬

lurato. Anche questi risultati vanno messi al no¬

stro attivo: perchè non dobbiamo credere che solo le navi affondate costituiscano una perdita per 11

nemico: vi sono avarìe che rendono una nave indi- .iponibile per qualche settimana o per qualche me¬

se: risultato importantissimo in una guerra in cui le settimane e i mesi appaiono preziosi.

Ogni giórno eh? passa infatti porla tin peggiora¬

mento nelle condizioni deiringhìlterra, sia nel rampo politico che in quello militare. Ogni giorno che passa tede ammucchiarsi in Londra e nelle altre grandi citta inglesi nuove rovine; e senza voler essere ottimisti ad ogni costo, ma col solo ausilio della logica e del buon senso, vicn fatto di domandàrsi per quanto tempo ancora gli inglesi potranno o vorranno sopportire quel quotidiano martellamento che non lascia soste Finora essi sono .stati sostenuti nel loro martirio dalle sfron¬

tate menzogne della loro propagande, che li con¬

fortava rar contando loro le immaginarie gesta del¬

ta Royal Air Force sulla Germania e sull’Italia Essa presentava loro l'incantevole visione di una Milano di una Torino, di un’Amburgo, di una Berlino completamente rase al suolo; e ciò poteva fornire qualche consolazione a un popolo che deve passare metà del giorno e tutta la notte nei rico¬

veri. e che quando ne esce trova le strade e le piazze Ingombre di nuove macerie: ma a lungo andare, quando tulle le città deH'ltalia e della Germania saranno distrutte, a chiacchiere natu¬

ralmente. ma gli inglesi vedranno che la distru¬

zione effettiva delle loro città prosegue inesorabile, è da credere che. per quanto cosi mirabilmente e patriotticamente testoni, si domanderanno se non sia il caso di farla finita prima che l'ultimo comi¬

gnolo e rultlma ciminiera del Regno Unito passi dalla posizione verticale a quella orizzontale.

Intanto, se nelle masse inglesi non è penetrato ancora, U convincimento della sicura sconfitta.

questa è diventata una certezza matematica iwr quasi tutti gli altri |>opoIl d’Eluropa e fuori d'Eu¬

ropa; e tutti l rispettivi Governi, più o meno aper¬

tamente, più o meno volenterosamente. si affret¬

tano a dare alla loro politica un vigoroso coIjk» di timone per mettersi aU’unisono con la nuova realtà.

Cosicché le ultime armi della resistenza inglese, che consistevano quasi soltanto nella complicità che 11 suono delle sterline aveva potuto procacciare negli ambienti governativi della Potenze minori, vengono ogni giorno strappate loro di mano dal farai? svolgersi degli avvenimenti che apporta sem¬

pre nuove correzioni a quei rapporti internazionali che la massoneria e Taffarìsmo avevano creato in un cinquantennio a vantaggio dell'egemonia britannica.

L'ultimo e più eloquente indizio di questa corre¬

zione di rapporti, basata sopra la certezza della prossima e definiti™ sconfitta deH'Inghilterra, è stata la rivoluzione avvenuta in Romania; poiché Invero la si può definire cosi. Ed oggi la Romania, antico feudo britannico, dove un tempo tutti, dalla defunta Regina madre airultimo usciere del mini¬

steri, erano al servizio di Londra, accoglie con pieno accordo e con spontanea comprensione le forze germaniche che vanno a prot^gere i campi petroliferi continuamente insidiati dagli agenti se¬

greti e dal sabotatori inglesi. Tutto ciò non è fan¬

tasia; non solo negli ultimi tempi una serie di at¬

tentati ha colpito le regioni dove al produce il pre¬

zioso liquido che forma la principale ricchezza della Romania, ma la storia insegna che anche nel 1916, quando lo sventurato Paese, trascinato in guerra e poi abbandonato dagli alleati secondo il loro costume, venne occupato dai tedeschi, I pozzi di iietrolto vennero abbondantemente e spietata¬

mente Incendiati per ordine deH’Inghilterra. La quale però ebbe allora almeno la delicatezza di promettere un indennizzo ai proprietari cosi dan¬

neggiati. Sarà stato mai pagato queU'lndennizzo?

Non sappiamo. Sappiamo però che questa volta, a scanso di equivoci. 1 pozzi di petrolio romeno si trovano sotto la buona guafdia delle forze germa¬

niche. mentre tutti gli inglesi residenti in Romania si affrettano a lasciare quel paese che non vuol piij saperne di loro.

E' un'altra ritirata anche questa; e ci vuol poco a capire che non sarà l'ultima ALDO VALORI

Il Duce passa in rivista a Padova i Volontari del Littorio.

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'4

VITTORIE

DELL’AUTARCHIA

Q

uando la ffu«rra. che le Potenze deU'Assc han*

no dovuto affrontare per svincolarsi dalla schiavitù dei popoli monopoliazatori delle materie prime del mondo, avriL avuto il suo coro»

namento nella vittoria, tutte le conquiste cosiddette autarchiche dovranno presumibilmente essere in»

quadrate in due grandi categorie: nella prima, an»

dranno considerati tutti quei risultati che tradu¬

cono in pratiche applicazioni, 1 cosiddetti surro¬

gati; cioè quel prodotti che presuppongono sempre qualcosa d'inferiore al prodotto imitato. L'altra categoria, la più Importante, comprende i veri sostituti, quel prodotti cioè che. 11 più delle volte, realizzano un vero miglioramento tecnico di quelli già In uso.

Fanno parte di questa ultima categoria, quel processi della grande sintesi chimica, ad eaempio.

che hanno permesso di raggiungere, attraverso nuove applicazioni industriali, un reale progresso scientifico deirumanità.

Una di queste realizzazioni è legata, ad esempio, alla produzione, su scala industriale, della gomma sintetica, prodotto che si identifica assai bene con le vittoriose tappe della guerra dei motori, l'attuale guerra-lampo.

Quanti di voi non si sono domandati cosa era in sostanza la cosiddetta buna, che le cronache dì guerra spesse volte citano per identificare il cauc¬

ciù sintetico tedesco?

Quanti di voi, pur conoscendo il nome del caucciù sintetico tedesco, non si sono chiesti a che punto erano i tentativi italiani per ottenere anche in Italia qualcosa di simile alla huna. pur partendo da altre vie più confacenti alla natura delle nostre materie prime? Vediamo quali sono state le varie tappe di questa tipica reali:u»zione industriale moderna.

Bisogna risalire al tempo dell'iniziale successa della gomma naturale, seguire poi Tenorme svi¬

luppo delle piantagioni dell’albero che dà origine alla gomma elastica, ed arrivare così ai primi ten¬

tativi di sostituire la gomma naturale con qual¬

cosa di sintetico.

L'imp'Trtanza di tutto il problema può essere reso evidente da una considerazione; avete mal pensato a quali inconvenienti andrebbe incontro il mondo se dovesse di colpo fare a meno della gomma elastica? Solo pensando a ciò. vlen fatto

<11 meravigliarsi come abbia potuto l’umanità vi¬

vere per tanti secoli, senza questa preziosa materia.

Da cento anni appena, infatti, si ha notizia dcl- l'arrivo in Europa del primi campioni di quell’umo¬

re liquido, detto latice, che poi vien coagulato e che si estrae mediante incisione dalla pianta della gomma chiamata, per la sua origine. Hevea Bra- siìieitsis. In un primo tempo al usò la gomma quasi esclusivamente per impermeabilizzare i tessuti.

Da un secolo in qua molteplici esigenze della vita moderna hanno a mano a mano intensificato e allargato l'uso della gomma elastica.

Il chimico americano CkKtdyear. 100 anni fa.

mescolando e riscaldando lo zolfo con la gcHnma ottenuta dalla coagulazione del latice, riuscì a fare acquistare alla miscela, la sua capacità di reagire alla deformaslone. di diventare cioè elastica. Il processo chimico si chiamò «vulcanizzazione».

La scoperta <}el Goodyear, non garantita da bre¬

vetto. fu naturalmente accaparrata e sfruttata dal- llnghitterra, paese che si distingue nella virtù di ammantare di etichetta propria, l'altrui fatica.

Pu verso la fine deH’SOO che si riuscì ad espor¬

tare. con uno strattagemma, i semi di Hevea dal Brasile. Da allora, a mano a mano, le piantagioni si estesero dal Brasile al Medio ed Estremo Oriente.

Oggi si può calcolare che il mlIlar<lo di piante coltivate producano oltre un milione di tonnel¬

late di gomma all’anno. La grande superiorità di questa pianta, rispetto alle altre con le quali si è tentato di sostituirla, è data dal fatto che ogni giomo, come una docile mucca lattifera, emette forice dalie sue incisioni, dando origine, dopo coa¬

gulazione, alla cosiddetta •• para » (dalla città bra¬

siliana che costituì il suo principale mercato).

Per rendere questa gomma «para", adatta al¬

l'uso. soprattutto per la produzione <lei pneuma¬

tici che assorbono 1 tre quarti dell’intero quanti¬

tativo di gomma, la moderna vulcanizzazione ag¬

giunta alio zolfo altri ingredienti, che servono ad aumentare la resistenza airabraslone ed alio strap¬

pamento.

Si è cercato di sostituire l'Hevea Brasiliensis con altre piante, ma senza gran successo. In pri¬

mo luogo il "Guayule», originarlo del Messico;

esso non produce latice, ma contiene nel suoi vasi gomma già coagulata.

In Italia il > Guayule » fu coltivato in Sarde¬

gna, Puglie e CalatH-ia. Anche speciali piante a fiori gialli slmili al cosiddetto dente di leone "

contengono nelle loro radici dal 6 all’8 per cento di una gomma impura per la presenza di resine.

Ma in questo campo della gomma naturale, sia¬

mo in presenza sempre di sun'ogati, cioè di prodotti inferiori a quelli imitati. La trionfale sintesi chi¬

mica è intervenuta, anche in questo settore, a dire la sua parola nuova per ottenere un vero sostituto.

che si sta imponendo come miglioramento dei pro¬

dotti naturali. Vediamo come.

L'analisi chimica aveva dimostrato che il cauc¬

ciù è costituito principalmente da un prodotto chiamato isoprene. Orbene, nel 1884., Tlllen trovò che l’isoprene poteva ottenersi anche dalla distil¬

lazione al calore, dell'essenza di trementina e di oh vegetali. Le prime ricerche industriali per otte¬

nere qualche cosa di simile al caucciù per questa via partono appunto da quelle considerazioni. At¬

traverso vari procedimenti che non è qui il caso di specificare, si ottenne il caucciù sintetico con proprietà superiori alla gomma elastica naturale, quali ad esempio, la grande resistenza di fronte ai solventi organici, la scarsa sensibilità al ca¬

lore. la difficile ossidabilità.

Due sono 1 processi tipo messi a punto moder¬

namente nella produzione del caucciù por sintesi;

l’imo particolarmente usato in Russia che utilizza come materia prima l’alcool etilico; Taltro. (soprat¬

tutto applicato nelle Nazioni che, come la Germa¬

nia, abbondano di carbone) parte daU'acetilene, il gas miracoloso che origina tante sintesi chimiche moderne e che si ottiene, come tutti sanno, dal carburo di calcio.

In Italia è in via di allestimento un primo gran¬

de impianto industriale destinato a produrre qual¬

che miglialo di tonnellate annue di caucciù sin¬

tetico col procedimento aH'alcool. adatto partico¬

larmente per la flsonomia della nostra produzione agricola.

Ma presto entrerà in funzione un secondo im¬

pianto che potrà anche lavorare col processo te¬

desco cioè al carburo di calcio. E’ da notare co¬

munque che i procedimenti italiani presentano, in ogni caso, cai'atteristiche originali.

Quanto alla buna. di cui abbiamo all’inizio ac¬

cennato, a titolo di curiosità va ricordato che questo nome deriva dalle iniziali di quello tedesco

“ Butadien Natrium Kautschuk > dai prodotti chia¬

ve usati nella sua sintesi, e cioè il butadiene e il sodio.

Come tutti l prodotti guidati dalla sapiente mano del chimico, si può condurre il processo di sintesi nel vari stadi per ottenere la svariata gamma dei tipi che più si adattano ai vari usi tecnici richie¬

sti. Ecco il princh^ale vantaggio conseguito.

Verrà cosi il giorno in cui, per virtù di una superiore giustizia chimica, e per merito dell'in- teUlgenza tanto più viva quanto più vien solleci¬

tata dall'altrui sopruso, le pesanti schiavitù dei popoli mancanti <ii materie prime, verranno ad essere progressivamente eliminate.

Le Nazioni che detennero, senza loro merito, 11 monopolio delle materie prime e pervicacemente si dimostrarono sorde di fronte a chi consigliava loro im'equa e tempestiva distribuzione, si troveranno a fare la fine del mitico Re di Frigia, Mida. che a furia di essefe esaudito nel suo desiderio di con¬

vertire Ingordamente ogni oggetto toccato in oro.

si trovò a non avere più cibo per i suol pasti.

Cosa che riuscirà particolarmente incomoda a tutti coloro che. come gli inglesi, erano abituati a con¬

sumarne ' almeno cinque al giorno sia pure con le odierne forzate restrizioni e 1 mutamenti d'ora¬

rio imposti dai bombardieri dell'Asse.

La fabbricazione, in grande quantità, della gom¬

ma sintetica è da considerarsi, quindi, un tipico esempio di una vera e definitiva emancipazione, da parte delle Nazioni giovani (ricche di intelli¬

genza, volontà e spirito di sacrificio) dalla schia¬

vitù dei popoli ricchi di materie prime. Colla rea¬

lizzazione dei miracoli dell'autarchia, nel nuovo ordine politico-economico che già si affaccia al- rorizEonte. sarà imposto l'avvento della ragione, a quel popoli che non hanno voluta a tempo ascol¬

tarla e tanto meno-comprenderla.

PIER GIOVANNI GAROGUO.

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ZIA CINETTA

Un atto di Alfredo Vanni (Lunedi 21 ottobre - Primo Programma, ore 21.30).

Zia Cinetta, che ormai «'avvicina alla sessan¬

tina, è una di quelle donnette, un po' nervose, un po’ avare, che, dopo rinfelice giovanile primo amore, si ritirano in campagna a vivere di ricordi e di economie. Ma questo carattere non è che una soprastruttura. Infatti quando qualcuno tocoi la corda amorosa, zia Cinetta pare ridiventare la si¬

gnorina Cinette, fresca di sentimenti e colma di entusiasmo, tutta protesa verso le avventure. Ed è proijrlo un’aweatura che la fa conoscere.

RoI>erbo, suo nipote, s’è sposato contro la volontà dei genitori con la diciottenne Tiiiy. I due. non avendo denari, non sanno dove passare la luna di miele e, come ultima risorsa, si rifugiano nella villa di zia Cinetta. la quale entusiasticamente li ospita.

Da venti giorni 1 due colombi vivono In perfetta pace, quando improvvisamente arriva il padre di Roberto. Zia Cinetta si fa tremante credendosi complice dei due, e sta già preparando una difesa all'amore e alla libertà per poter risparmiare le rampogne ai suoi protetti, quando... la situazione ai capovolge. Zia Cinetta, che è stata ingannata, quasi si rammarica che la pericolosa avventura si riduca ad un po' d’astuzia, ma alla fine trova si¬

curo rifugio nelle sue melanconiche memorie.

ASSASSINIO ALL'ALBA

Un aito di Giuseppe Maria LuU. Prima trasmissione (Martedì 22 ottobre > Secondo Programma, ore 20,30).

La signora Maier mentre sta dormendo a fianco del marito, si desta di soprassalto credendosi alle prese con un gatto nero. Sogna, ma il sogno ha avuto tale violenza che la poveretta si crede alle prese con una ossessionante realtà. Aperti gli oc¬

chi, un po' per lo sgomento che le ingombra il cuore, un po’ perchè senti, o le parve di sentire dei rumori nel corridoio, resta dominata dalla paura. Nella sua casa non tutto va come dovrebbe andare. Maier non è contento del modo di vivere della figlia, critica il suo sistema di vita, le sue amicizie e soprattutto la sua debolezza verso Marr, un autore di romanzi. La signora Maier difende invece il romanziere, lo ammira e vorrebbe far per¬

suaso U marito che il giovane è un uomo di ta¬

lento e che è tutto Interessante ciò che scrive.

Un altro rumore nel corridoio. Suonano le quat¬

tro entra nella stanza dei Maier un uomo ma¬

scherato. Rivoltella in pt^o. l'ignoto inchioda 1 due nel letto, minacciandoli di morte. Però questo bandito ha l’aspetto di un gentiluomo; porta un elegante abito da sera, si mostra abile, spiritoso e sapiente, si mette a discutere su argomenti che più direttamente interessano i coniugi, la loro figlia e il sìgnw Marr. lia discussione, vivace, si protrae fino alle cinque, l'ora fatate in cui l’ignoto ha il compito — dice — di eseguire la sentenza di morte.

Ma un fatto nuovo viene a trasformare in gioia la tremenda paura dei coniugi Maier.

CELESTE (Idillio campestre)

Tre atti di Leopoldo Marenco. Prima trasmissione (Ve¬

nerdì 25 ottobre • Primo Programma, ore 20,30).

Celeste è una ragazza di campagna, delicata, melanconica, pia. fragrante di purezza, che vive in semplicità, tutta raccolta in sè stessa. Orfana ella dispensa i suoi beni ai poveri (ha tratto dalla miseria nonna Brigida e la figlia Bettina) e con¬

ferisce affettuosamente ipotetici gradi di parentela ai vicini che le fanno volentieri corona.

In uno stesso giorno accadono due fatti straor¬

dinari per gli abitanti del villaggio, ma ancor più per Celeste: Bettina si sposa con Lorenzino e Fer¬

dinando ritorna dalla guerra. Per una ragazza il matrimonio di una compagna è sempre un ele¬

mento perturbatore: la natura ha le sue aspira¬

zioni come lo spirito; se poi queste aspirazioni non solo coincidono nella realtà, ma si presentano cir¬

confuse dall'alone della felicità... di un'amica, la povera ragazza, rimasta ancora zitella, subisce una scossa profonda. E' quanto accade a Celeste per 11 matTlmonio di Bettina. Mentre si festeggiano le nozze, Ferdinando, indimenticabile compagno d’in¬

fanzia della fanciulla, e di cui ella è segretamente innamorata, ritorna dalla guerra col grado di ser¬

gente dei bersaglieri e una bella medaglia sul petto. 1 contadini che festeggiano le nozze lo ac¬

colgono' con gioia e Ferdinando narra agli amici la bati,-glla alla quale ha preso parte senza di¬

menticarsi di mettere in evidenza il suo eroismo.

La duplice festa volge al termine; tutti rinca¬

sano e Celeste, rimasta sola, turbata, si rivolge alla Madonna, perchè le dia un po' di calma. Improvvi¬

samente appare Ferdinando. Impavido bersagliere sul campo di battaglia, lo è anche nella vita, nel- l'amore, e le fa una di quelle dichiarazioai cosi impetuose e generose, cosi complete, alla quale una donna non può che acconsentire, lusingata. Invece Celeste risponde che l'ha sempre amato, che l'ama e che ramerà, sì. ma come sorella. (Tome mai que¬

sta Inaspettata risposta? Ferdinando è sicuro del¬

l'amore di Celeste, sa di piacerle... e allora? Pu¬

dore? Astuzia? Eppure Celeste è ingenua, reli¬

giosa... Però, però è pur sempre ima donna. A ri¬

solvere l'enigma partecipa tutto il villaggio; papà Gregorio, nonna Brigida. Bettina. Lorenzino, con l’esperienza, chi con la confidenza, ognuno con 1 propri mezzi, tutti con un comune buon sènso.

L'enigma però non viene risolto. Eppure i due si amano, non c'è dubbio: Ferdinando, per esplicita dichiarazione: Celeste, perchè manifesta i sintomi tangibili dell’amore: non dorme, non mangia, ri¬

fiuta altre proposte di matrimonio. Mentre la ra¬

gazza è assediata di interrogazioni, giunge Don Ambrogio, il parroco, al quale, svelando il suo se¬

greto, ella confessa che non può sposarsi, nè con Ferdinando, nè. txm altri, perchè sua madre — durante un incendio che minacciava di distruggere la loro casa — la votò alla Madonna, in pegno di riconoscenza.

Conosciuta la causa, li buon sacerdote cerca di farla ragionare: » Ami Ferdinando e vuol farti mo¬

naca? Ma tu sei pazza. Il voto? Non ha alcun va¬

lore. Che diritto aveva tua madre di i|x>tecare U tuo cuore quando runico arbitro del cuore umano è Dio? ». Queste ovvie ragioni, anche se convalidate dall’autohtà sacerdotale, non hanno presa sullo spirito di Celeste, sempre suggestionata dalla pro¬

messa fatta da sua madre. Ferdinando, visto che neppure con la collaborazione di tutto il villaggio è riuscito a persuadere Celeste, pensa che la ra¬

gazza dice di amarlo, ma in realtà non l'ama; se ramasse comprenderebbe che il voto è nullo. E, sinceramente neppure noi sapremmo dargli torto.

Davanti, a questa fermezza invincibile di Celeste, Ferdinando decìde di ripartire. Celeste ai dispera:

non sa come fare: non vuole infrangere il voto e nello stesso tempo sente che la ragione, 1 sensi, gli affetti stanno demolendo il suo ormai debole at¬

taccamento a questo non valido impano. A questo punto Don Ambrogio con un sottile, accorto ragio¬

namento, adatto alla mentalità di Celeste, riesce a provocare una salutare crisi nella ragazza ed a unire cosi, in nome di Dio. gli innamorati che.

in nome di Dio. parevano divisi per sempre.

LA LORO CARITÀ

Un atto radiofonico di Francesco Rosso (Sabato 26 otto¬

bre - Secondo Programma, ore 2) .

Personaggio di questa commedia è un cortile, un cortile abituato da chissà quanto tempo a sentirsi svegliare da un suonatore dì trombone, ad ascol¬

tare le chiacchiere pettegole di una servetta, le liti di un impiegato con la sua domestica, le rimo¬

stranze della portinaia, le infinite raccomanda¬

zioni di quattro beghine.

Il cortile, come personaggio, anche assuefatto al (tolore, perchè, al quarto plano abita Tania, una ragazza paralizzata alle gambe, una dolce creatura di sofferenza. Le quattro beghine l’assediano di false premure, cercano di soffocare — incosclen- t^ente, ma crudelmente — anche 1 più' dolci aneliti del suo cuore.

Un mattino qualcosa di nuovo rompe (l mono¬

tono ritmo della vita del cortile. Il suonatore di trombone ritarda la sveglia e — grave scandalo — si diffonde la notizia che Martino, un impiegato, ha passato la notte in casa di Tania. E’ uno scan¬

dalo! Le quattro, come furie salgono a trovare la loro ammalata, e non solo la rimproverano, ma tentano di imporle di non ricevere più Martino.

Tania le scaccia. Riceverà Martino quando le parrà, poiché è convinta di non far nulla di male. Dopo parole aspre le donne se ne vanno e Tania rimane a sentire le rampogne della nonna che le vecchie zitelle hanno messo in allarme. In questo momento giunge Martino. La nonna non vorrebbe aprire, ma poi accondiscende a vederlo. Tania è in pianto e Martino l’aiuta a consolarsi, persuadendola che zu>n deve curarsi di quelle miserie, cercare la fe¬

licità molto più in allo, dove non trionfano 1 pet¬

tegolezzi.

attualità

LA GRANDC RIVISTA D! PADOVA La Marcia delia Giovineisa ti è conclusa a Pado¬

va dove i Legionari sono sfilati davanti al Duce che era venuto espressamente a salutarli, ad ispezionarli.

Il Capo, che ha foggiato e temprato una nuova Natione, ha visto balenare nel volto dei giovani i certi auspici della vittorta; ha sentito nell’entu¬

siasmo acclamante di questi piocanlssimi puemerl la certezza di poter confare su di essi per il prose- guimento della grande opera che avrà, nel futuro, ripercussioni di portata secolare.

l Battaglioni delia giovinezza, accolti da Padova con un affetto che si potrebbe dire materno, hanno sfilato in corso Garibaldi tra le acclamazioni dèlia folla. Fatto nuovo: le formazioni militari giovanili dei Paesi amici — in testa a tutte quelle della Ger¬

mania alleata a cui seguivano le rappresentanze della Bulgaria, della Romania, della Spagna e del- l'Vugheria — partecipavano a questa rassegna di giovinezza italiana e con/erinano alla manifesta¬

zione un significato europeo di solidarietà costrut¬

tiva, di rinnovamento integrale, dei rapporti tra le Nazioni che vogliono la pace fondata sulla giustizia.

A questo risultato l’Italia Fascista è giunta In soli due anni, da quando cioè 11 Duce, proprio a Padova, dinanzi ad una marea di popolo che lo ac¬

clamava nello stesso Prà della Valle, dove si sono radunati i giovani, ha detto al mondo una suprema parola di ammonimento per ottenere con gli ac¬

cordi ragionevoli, quello che oggi è necessario con¬

quistare con le ami. Era il drammatico settembre del 1938. il settembre di Monaco... Oggi le forze dell'Asse impongitno all'ultimo nemico ancora in piedi la loro volontà in nome di tutta l'Europa.

Del rito guerriero di Padova, la Radio ha por¬

tato l’eco attraverso la trasmissione diretta.

LA CERIMONIA DELLA L£VA FASCISTA In quest'anno di guerra, vittoriosamente guerreg¬

giata. la cerimonia della Leva Fascista assume una eccezionale importanza. In un'atmosfera di bat¬

taglie e di vittorie i giovani delle nuove genera¬

zioni si passano la consegna e con la consegna Vardore, l'entusiasmo, potenziando, con sempre nuove formazioni, le forze inesauribili di domani.

Non è soltanto un atto formale o un cambio di divisa, la Leva Fascista: è un affo solenne che ri¬

mane impresso e scolpito nel cuore di chi lo com¬

pie ed assume, nello spirito del giovani il religioso significato di un sacramento. Ciascuno di essi ha la coscienza di assumere una responsàbilità di fronte a se stesso e di fronte alla Patria in ormi: cos) si forma, in una vigilia d’armi, praticamente vissuta, l'anima dei nuovi militi. La Leva Fascista si com¬

pie quest'anno (1 20 ottobre alla presenza delle Gerarchie del Regime. L'Eiar frosnteffe uno cro¬

naca diretta della cerimonia.

LA CORSA DEI MILIONI

» 3faenÌo », della scuderia Tricolore, postando per primo n palo d’arrivo, ha fatto sussultare di gioia il cuore di un nuovo milionario. Sul difficile per¬

corso dell’Ippodromo di Maia in una /ormuta di gara indovinatissima, il bel cavallo italiano si i aggiudicata la più chiara delle vittorie. lnt>ertenio i pronostici. Come tutti gli anni il O. P. ha chia¬

mato nella ridente Merano una folla incredibile di appassionati e di turisti. Le fasi della wrsa sono state trasmesse dolI'Elar con una radiocronaca di¬

retta dall'Ippodromo'.

IL SEGRETO DEI GIOIELU E DEI DIPINTI Non sono sfati pochi nè sono scordali i fatti di cronaca sulle scoperte sensazionali di coltane di perle pagate somme favolose e rivelatesi poi perle di coltura di assai minor valore. Eppure le collane erano sfate sottoposte a seri esami di periti!... Dun¬

que non bosfova più l’occWo degli esperti per sta¬

bilire la qualità delie perle e non solo delle perle, ma anche delle pietre preziose in genere? Non ba¬

stava. Ecco perchè si è costituito un Laboratorio di Ricerche Fisiche che funziona presso il Monte di Pietà di Roma ed è fornito dei più misteriosi congegnt atU a svelare t più nascosti segreti dei gioielli. Non è più possibile dunque far accettare trucchi o falsificazioni perchè il potente occhio elet¬

trico svela persino i ritocchi dei quadri o addirit¬

tura i dipinti esistenti sotto altri dipinti. Scoperte seasasionali dunque che vi saranno svelate durante l’iHterviste che sord trasmessa il 28 corrente alle ore 21,40 del primo programma.

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AVIATORI IN GUERRA

Syl tima altualiulmo • Av>a(eri iit gwrr* ». Il valoroso colonnello «iloti Ugo Ramptlii ha tenuto Pi, radio una convipsaaiono densa di ispcrien» eroicamente vissute. Ne riproduciamo alcuni brani tra I più esfreuivi stille imprcu che illustrano il modo di combattere dei guerrieri del cielo, giostratori audaci, bombardieri implacabili che non cotoscono ostacoli i portano nell’anima il soffio ardente

della fj^oria.

L

'aviatore è sempre in ffuerra. Le sue battaglie non durano soltanto il breve tempo in cui vola in Cleto nemico, ma cominciano dal momento In cui si inizia la manovra di partenza. Giacché le partenze si effettuano sem¬

pre nelle condizioni più rischiose, e cioè con l’apparecchio pesante fin Quaei al limite delle possibilità: poiché conviene di portare la massima offesa sul nemico, é- necessario caricare gli apparecchi al massimo sopportabile: e il fischio comincia da questo momento.

Poi c'é la navigazione, che non è sempre agevole, giacché in guerra la sor¬

presa, che é /attore essenziale di successo, riesce meglio quando il tempo è poco /avorevole al volo. Si pensi a quale responsabilità é assoggettato un coman¬

dante di Jortnazione che deve condurre sul nemico il suo gruppo o il suo stormo, con un volo di parecchie centinaia di chilometri sopra elementi infidi come lo sterminato mare ed il pauroso deserto! Cadere in errore significa per¬

dersi: dunque non »i può cadere in errore.

Poi c’è la reazione anlùicrea nemica da superare, che sbarra il cielo verso l’obiettivo. Fiocchi neri e bianchi, intreccio di strisele di fuoco, lampeggia¬

menti. sussulti delle macchine che procedono fra centinaia di scoppi che te circondano di sopra, di sotto ed ai lati. Si stringono i denti, si guarda lon¬

tano sull'Invisibile filo tracciato dal rombo di bussola, ci si ingolfa nello sbar¬

ramento, si sentono gli scrosci ed i sibili dei colpi vicini, si correggono vio- lente sbandate, improvvise impennate, rapide cadute; talvolta lo schianto è dentro alta fusoliera e qualcuno deU’equipaggio s'accascia, e lo spazio è cosi ristretto che il corpo non può nemmeno distendersi: il sangue zampilla dalle ferite e fa sacra la fatica, nel nome della Patria. E avanti.

Poi c'é U Uro da eseguire. Spesso bisogna scegliere un bersaglio sull’obiet¬

tivo, pirarci sopra per disporsi in giusta direzione, mirare e sganciare le bombe sotto il fuoco dei cacciatori nemici, che non mollano facilmente la formazione agguantata. Poi si riioma, e la reazione si fa più intensa per la rabbia di non avere impedito l'offesa, e i? cacciatore nemico piomba con maggior vee¬

menza. perché tenta di strappare ta vittoria fino all'ultimo secondo; magari qualche organo di comando è danneggiato, un lembo d’ala è schiantato, un motore ho l'elica in croce, t serbatoi sono forati e la benzina cola, ed è la vita del velivolo, é il suo sangue, e se lo perde non avrà respiro per giungere al nido.

Sul campo, se tutto è andato bene, la formazione farà un rientro in bel¬

lezza: stretta da far paura, a contatto d'ala, a volo radente, spolvera le teste dei camerati rimasti a terre, che ora guardano col naso in orsa e contano le macchine se son tutte rientrate: e se son tutti rientrati è come una festa.

Vi dicetx> che gli aviatori sono sempre in guerra. In vero non hanno mai riposo: per essi ogni giorno conta una battaglia, ogni giorno un combatti¬

mento. Quando le truppe sono in sosta, prima o dopo di una offensiva, l'avia¬

zione invece è attiva e disturba gli apprestamenti difensivi del nemico; e quando c'é battaglia allora ii lavoro si fa più intenso per tutte le specialità;

per la ricognizione, che controlla, osserva e fotografa i movimenti delle truppe amiche e nemiche; per il bombardamento, che smantella le posizioni arretrate dell'avversario: per l'assalto che va a caccia dei carri armati e delle autoblinde:

per l cacciatori che proteggono con estenuanti crociere, ii deio amico contro le incursioni degli aviatori nemici.

Una formazione navale in navigazione generalmente è scoperta, inseguita e offesa dall’aviazione più di una volta durante lo stesso giorno: tc pattuglie veloci ad alta quota mollano tonnellate di esplosivo; gli aerosiluranti si pon¬

gono a pocAe diecine di metri dal livello del mare e lanciano il micidiale siluro; i .. picc/iiotelti " scendono a picco come bolidi da cinque o seimila metri, fino a cinquecento, duecento metri, per piazzare l’enorme bomba di uno tonnellata sulla coperta di una portaerei o di un incrociatore. Se poi le navi sono in porto l'aviazione le tiene sotto il proprio controllo, le assilla, le bom¬

barda, le colpisce, le danneggia, qualche volta le affonda!

L'aviatore non ha mai riposo, perché se egli riposa anche il nemico riposa:

sicché non è l'offesa àall'altò quella che sorte i maggiori effetti, ma è la mi¬

naccia delFoffesa. che essendo incombente, snerva, abbatte ed accascia.

Sul campo, dopo il volo, comincia quell’alira specie di lavoro meno gradito ma non meno necessario, complementare dell’azione di guerra, ossia quello

^tta vita nonnaie, con le relazioni, con le lettere d'ufficio, con l'esperimenta- zione di nuovi ordigni, con la revisione degli apparecchi e dei motori, con il rifomiihento di essenze e di carico, con le rappezzature e la sostituzione delle parti danneggiate, con le grane, i cicchetti, i premi e le punizioni.

Se poi i campi sono, mettiamo, in mezzo al deserto, com’è in Libia, allora alla normale fatica si aggiunge lo sfibramento della caldura, il tormento della pooWa che entra dappertutto, in . ogni connessura. in ogni interstizio, che roviw t motori, le tremici, che grippa i congegni di snodo, che invade le ba¬

racche, te tende, i giacigli, che scricchiola sotto i denti coi cibi, ed empie lo stomMo con le bevande, e la noia maledetta delle mosche: .la mosca è un flagello africano: é l'unico animale vivente del deserto. »

E’ errato credere ad una possibilità di conforto, sul campi di guerra, che attenda gli aviatori al ritorno dalle loro missioni. Nossignori : in ItaUa, come '*• O - come a Rodi, come dappertutto, i nostri aviatori fanno sacnflcio di ogni comodità, per la semplice ragione che i campi devono essere privi di ogni indieio cAe ne riveli ot nemico l’esistenza. Il personale dunque alloggia lontano, ben lontano, dai centri abitati, in baracche e tende mime¬

tizzate; e percorre a piedi, ogni giorno molti ctii/omciri per andare da un ap^recchio all’altro, do una tenda ad un’altra, dal Comando alla linea di WHt^' beve l acqua delle autobotti, si nutre di viveri in conserva, in Libia queste condteiorti sono esasperate dot ben noto disagio del deserto. E non basta:

aggiungete l usura feroce del volo d'alta quota e, peggio, Quello del volò a tuffo e del volo radente.

lo dico, perciò, che gli aviatori sono i puerperi santi del tempo moderno:

se SI dovesse fare una gerarchia di guerrieri essi andrebbero certamente al primo posto, di pran lanpa; se si dovesse fare una gerarchia di santi essi andrebbero egualmente ai primi posti; perché lavorano in letizia, combattono in letizio, soffrono in letizia, offrono la vita in letizia

Col. UGO RAMPELLI.

Apparecchi da ricognizione marittima in missione di guerra.

Un'ecatombe di mezzi motorizzati nemici oresso Sidi El Barrani.

Postazione contraerea in una nostra base di idrovolanti.

Le unità della nostra Marina da guerra in navigazione per la difesa dei nostri mari.

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RADIOCORRIERE 9

Il MarcKiallo Graziarli parla alle Gerarchie civili e militari ed ai notabili di Tripoli. A destra; L'inizio del > Ramadan* al mussulmani delta Libia dato, alfa Radio dalla Beatituj|ir>c il Cadì dei Cadi ScKh Mahmud Burchis.

E visite del Duce alle grandi unità militari stanziate nella regione veneta, presso i con¬

fini orientali della Patria, hanno dominato nell'ultima .settimana —^ con il loro signi¬

ficalo guerriero c politico — il panorama delle emissioni del « Giornale Radio ». Ampie cronache hanno riferito le cerimonie militari che si sono svolte, nei giorni 8, g, io ottobre, rispettivamente nella piana d'Istrago presso Udine (ov'era accanto¬

nato il Corpo d'Armata celere); nella spianata di Saloga, presso Gorizia (ove il Duce ha passato in rivista l’i Corpo d’Armata ed ha assistito ad una manovra a fuoco): e infine a Padova, ove una su¬

perba rassegna dei 24.000 volontari della G.i.L. e delle rappresentanze delle organizzazioni giovanili delle Nazioni alleate ed amiche (Germania, Spagna.

Ungheria. Romania. Bulgaria) ha concluso la trion¬

fale « marcia della giovinezza ».

Sul piano della guerra, numerosi sono stati i servizi particolari del « Giornale Radio n in riferi- menro alle azioni belliche menzionate dai quoti¬

diani bollettini. Il 9 e l'ti ottobre, in particolare, ampie documentazioni erano diffuse sull'attività deH'aviazione italiana in «A.' O. I. e nel Medio Oriente. Lo scontro navale di cui ha dato notizia il 1} ottobre il Qu.ittier Generale delle Forze Ar¬

mate, avvenuto nelle acque tra il Canale di SiciH.a c l’iiola di Malta, e terminato con una bellissima vittoria delle nostre siluranti, che disperdevano il numeroso convoglio nemico affondando un incro¬

ciatore britannico della classe « Neptune », è stato descritte in una tempestiva corrispondenza dcH'in- viato per la Marina. Anche la partecipazione a que¬

sto fatto d'arme della nostra aeronautica — che dan¬

neggiava unità nemiche fra le quali una grossa por¬

taerei — era oggetto di un servizio celere particolare d'informazione diffuso la sera stessa del 13.

importanti avvenimenti si svolgevano intanto sul piano politico internazionale. Fra questi merita un posto di particolare riguardo la missione del Mare¬

sciallo De Bono in Spagna: giunto il i 2 a Madrid, il Quadrumviro consegnava — in nome del Re e Imperatore — le insegne del Supremo ordine del- ]'Annunziata al generalissimo Franco, t discorsi scambiati durante questa solenne cerimonia, il mes¬

saggio di Vittorio Fmanuele al Caudillo e la vìsita di De Bono ai luoghi della rivoluzione nazionale spagnola, hanno testimoniato lumioosamente in que¬

sto particolare momento l’infrangibile fraternità di dottrina, dì pensiero e d'azione fra i popoli d'Ita¬

lia e di Spagna. Intensificati rapporti di amicizia e di collaborazione si sono avuti anche quest'ultima

settimana nell’Asse politico Roma-Berlino. Parti¬

colare risonanza ha avuto negli ambienti interna¬

zionali la visita nella capitale del Reich del Mini¬

stro italiano degli Scambi e Valute, Riccardi.

L'ultima settimana ha visto nuove cocenti scon¬

fitte della diplomazia britannica, mentre prosegue inesorabile e sistematica l'azione aerea tedesca per lo smantellamento progressivo della macchina bel¬

lica deU'Isola.

Il 13 ottobre era annunciato rinvìo in Romania dì una Missione militare ' germanica, incaricata dal Governo di Antonescu e delle « Guardie dì ferro » di riorganizzare l'esercito romeno. In pari tempo la vigilanza tedesca finiva di smascherare in Roma¬

nia — rìducendole all’impotenza — le mene pro¬

pagandistiche e terroristiche deìVIntelligence Ser¬

vice. Infine il 14 ottobre il «Giornale Radio» se¬

gnalava il progressivo ristabilimento dell’ordine e della normalità in Siria; regione che — alla pari dì altri Paesi del Medio e Vicino Oriente — gli inglesi tentavano di far divenire un focolaio di in¬

cidenti antitaliani. La supremazia e il prestigio del- l'Italia si accrescono Invece' e si consolidano sempre più — attraverso . farti d'arme c l'azione politica

— in turto il vastissimo bacino de! Mediterraneo.

IL DISCORSO DEL MINISTRO BOTTAI

PER L’APERTURA DELLE SCUOLE

L

a sera di martedì, 15 ottobre, il Ministro del¬

l'Educazione Nazionale ha tenuto alla Radio U discorso inaugurale dell'Anno scolastico che sì inizia con la consueta regolarità e serenità come in tempi normali.

L’Eccellenza Bottài, con chiara e persuasiva pa¬

rola, ha messo In rilievo l’importanza del nuovo fattore che la Riforma fascista ha introdotto nella scuola: il lavoro. Inteso come costante disciplina di vita e distinto nelle sue varie specializzazioni tecniche, quelle appunto che, in relazione alla pro¬

duzione ed all'autarchia, formano la forza di un IKipolo veramente indipendente. L'Inserimento, del lavoro nella scuoia consente una più giusta, logica e proporzmnata distribuzione didattica, riservando gli studi classici alle vere ed autentiche vocazioni e consentendo ad una cospicua massa di allievi di Indirizzarsi, sin dagli anni della adolescenza e della giovinezza, verso mestieri e professioni di si¬

curo rendimento.

Venendo poi a parlare di quanto il Fascismo ha fatto per la scuola, in ogni sua classe e categoria, dallo studio elementare airuniversltario, TEccellenza Bottai ha lasciato alle cifre ed alle statistiche il compito di esprimere nella loro eloquente efficacia

il meraviglioso, magnifico sforzo compiuto dal Fa¬

scismo per l'inserimento della cultura nazionale in ogni campo, In ogni settore. Denaro, del resto, bene impiegato perchè la séuola rende al cento per cento fe spese fatte per essa e le rende, ciò che più Im¬

porta per la continuità della vita e della cultura nazionale, non soltanto al presente ma anche più per l'awenlre.

La parolà del Ministro Bottai è stata ascoltata con vivo interesse e profonda comprensione da un'infinità di ascoltatori, non soltanto studenti, ma madri, padri, parenti i quali sono compresi delta identità di missione che unisce la casa alla scuola, 1 genitori al docenti. neH'unico scopo di educare ed istruire le nuove generazioni che faranno la Patria sempre pli'i grande, rispettata ed ammirata.

UN CICLO DI RIEVOCAZIONI

DELLA BATIABLIA PER LA CONQUISTA OELL'IMPERO

M

EBcotnii, 16 ottobre, l'Altezza Reale Emanuele Filiberto di Savola-Oenova ha iniziato alla Radio il Ciclo di conversazioni predisposte dal Co¬

mando Oencrale della Milizia d'accordo col Mini¬

stero della Cultura Popolare per la rievocazione delle battaglie gloriose che hanno condotto ritatla, in soli sette mesi, alla conquista dell’Impero.

La trasmissione si è effettuata al Teatro Eiar di Torino. Il Duca di Pistola era accompagnato dal- l'A. R. la Duchessa sua Consorte. A ricevere gli Au¬

gusti Ospiti si trovavano il presidente dell'fiar.

Eccellenza Vallauri, Accademico d’Italia, li Diret¬

tore Centrale dott. Mollo in rappresentanza del Di¬

rettore Generale cons. naz. ing. ChlodeUl trattenuto a Roma da doveri del suo ufficio e il reggente della stazione di Torino, dott. Agostlnetti. Eha anche pre¬

sente il cons. naz. Coselschi.

n Duca di Pistola, già t-aloroso comandante della Divisione di Camicie Nere " 23 Marzo n, ha esordito inserendo la gloriosa battaglia deU'Amba Aradam nel panorama generale della conquista deU’Iinpero e delle attuali rivendicazioni deU'Italia fascista;

quindi ha illustrato con la fiera commossa parola del condottiero, che ha comandato e direttamente partecipato aH’azlone, le varie fast della storica battaglia offensiva che segnò il principio del crollo negussita. Nel quadro delle epiche battaglie etiopi¬

che occupa un posto di primo piano quella del¬

l'Amba Aradam. che prende appunto il nome dal¬

l'amba minacciosa, ritenuta inespugnabile, che do¬

veva essere un gigantesco sbarramento, un osta¬

colo msormontablie alia nostra avanzata. Invece gli italiani, i Legionari di Mussolini, ne ebbero rapi¬

damente ragione, superando ogni resistenza del ne¬

mico e del terreno, con coraggio irniente e tenacia fermissima.

Alla rievocazione della battaglia di Amba Aradam fatta dal Duca di Pistoia seguiranno: 31 ottobre:

•• La conquista di Gondar ». console M.V.S.N. Luigi Cotfini; 14 novembre; «La battaglia dello Scirè».

luogotenente generale Archimede Mischi; 28 no¬

vembre; «Abbi Addi, Mal Beles, Passo Uarieu», luogotenente generale Pillilo Diamanti; 12 dicem¬

bre: > La marcia dell’Adi Abo », ministro Attillo Teruzzi; 28 dicembre: «Taga-Taga», luogote¬

nente generale Alessandro Tarditi; 9 gennaio: La .seconda battaglia del Temblen luogoten. generale Biscacclantl; 23 .gennaio; «I forestali nella guerra etiopica», luogotenente generale Augusto Agostini;

6 febbraio: « Amba di Toselii, Passo Mecan », luo-

te er^omjojchje

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10

La FIMI sempre all’avanguardia nella tecnica e ncirestctica radiofonica, liberatasi dalla consuetu¬

dine che un apparecchio radio debba essere in legno, ha iniziato con il

MODELLO PHOKOLA 545

che già ha ottenuto uno splendido successo, la co¬

struzione di apparecchi in altre materie che meglio si adattano ad alcune esigenze e che confe¬

riscono ad un piccolo apparecchio una parti¬

colare eleganza.

Il modello 545, fabbri¬

cato in pelli pregiate, oppure in cuoio e tela, è un elegante sopram¬

mobile adatto a qual¬

siasi stile, di inuguaglia¬

ta praticità per essere trasportato sia da un ambiente all’altro, sia in treno, in auto, in aereo, ecc. E pertanto è utilissimo anche a chi già possiede un appa¬

recchio radio.

Può funzionare sia a mezzo della normale corrente alternata, sia con le batterie di pile a secco conte¬

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CONDENSATORI DUCATI

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RADIOCORRIERE 11

gotcncnl'e ceneralt’ R'ouzo Montagna " ; 20 fobbrab;

• L'> Aiidas ", luogotoiipiite generale Enzo Oalbiati:

Cì marzo; •< Il reparto mobilL* atoiico dolhi Milizia luoiolrnentp generale Auro D'Alba

IL « RAMADAN» A TRIPOLI

L

e necessità dell’ora presente, ora di giiorra cb-’

trova i fedelissimi sudditi della Quarta S|>onda schierati in inima linea contro il comune nemlc).

a fianco dei legionari di Roma, ha portato un'e'-- cczione nel rituale del •'Ramadan '. Quest'anno rannunzio della mnssiina solennità religiosa arabi è stato fatto per Radio dalla Beatitudine del Cadi dei Cadi Scech Mahmud Burchis che ha parlalo direttamente ai mussulmani della Libia dalla sede della direzione del Tribunale Sciaraltico di Tripoli.

Il cronista Saied Ahmcd Lahsairi ha descritto di¬

rettamente al microfono l'austera cerimonia

N

olte delP' missioni e il liloJo rfi un iviimrianl'- pTogrornma reulizsalo dalla Hadin portoc/lime.

programma viu.'Ucalc. corale, lellerarto. Nella pari”

ìtiuxicale renwero diffuse te ojtrri: del mae.vSro Fe¬

derico de Frettas: Preludio, Cprimonla fim.-bre Me.s.sa solenne nella r/u<i(c al e.vibi per la prima volta la t Corale di Lisbona-, rtcca di dueccvlo j/ocf scelte. Le musiche di De Fmitas sono di twt'i- nazione beefhovenluna Anche alla parie Iriltoana

collaborarono eccezionali inleipreti.

ri là nel 1930 .?i era giralo in Germania un primo film tratto da una radiocnmmedia e preiisarnente L'incniilluo ScbuUz contro tutti. E questo «o»i é ri¬

masto un casa sporadico poiché altre radiocommcdie, come TfHCce piirdule, Vronl Mar-iter, I quattro foci.

seno state ridotte in .trguilo orr il cinema. Nclln p.ossima .alttjri .'fie verranno prc.venlali nel Reich al¬

tri film tratti da rniftorommedic, come II n'^stro bimbo, che al microfono si intitolara Un bimbo per azioni. Tralta d' un bambino, figlio illegittimo d; un'aperaiii, il quale riene allevato in .s-órJefà da lulti i di lei compagn' di lavoro, anche tin giorno, depo lauti nid'.wtesi padre e madre si ritrovano e SI uniscono p‘T la vita Dalla Tuiinicommedia rii mi-erde.-i, I,a fuga, .laia trotto un film con lo st-ssc, niello. £■ In ji’Cf’ii fa di un ufficiale di Federico il Glande che di.^erla. ma poi finisce coi diventare un ero" r. bericUc di .s/ondo .slonco, il fllrri ha un cerio C'-- afiere d'attuahla Verrà girala anche la radio- rccila Lu guerra dell’oppio, rlie fratta dell'lnta.ssi- r3.3io«c .sisfemofTa della Cina, e l'altra. Suez, die è la stona della cùstrmione dei Canale con lutti gli iriinght pollile che ne derirarcna. La radiocom- m'-dia Sonno m irtale che in televisione .ii uin- tola Le febbre nella foresta vergine si clirnme’’'i come film Bayer 205 Anclie molte opere lelferarie ridotte pei la radio, saranno pro.ssimamenle reatiz- sate in film. Tr.i te altre II cuore tra due mondi d' Gesi tori Cziffra. Il nonno venduto di Streieher.

Per il gat*o e II litigio di Jolante di Hinrich. ce .

w a stazione di Sfrashiirgo P.T.T venne dislruC'3 dai /ra?ire.si duraiite la loro ritirata, Oeci/p'j:'i Stra.^biirgo doile truppe de! Reich la stazione non e stata ripristinala ma l'onda sulla quale /«celia le fra.smi.vstoni é passata alla stazione di Stoccarda che dal 15 iwglio ha iniziato delle speciali trasnilssicni dedicate agli ai.sasitini. Ogni giorno dalle 17.30 alle 18

IL CONCORSO FOTOGRAFICO DELLE.I.A.R. — Fotografi del signor Angelo Cambarotto, di Treviso; titolo;

«La Camerata dei Balilla e delle Piccole Italiane». Premio L. 100.

f^el lfi30 si confarano nelle librerie elvetiche oUrn ' ^ duecento « Viaggi In isvizzera •• tanto che Topffer potcM esclamare: - Quarrlo male non ai <* già fnitn alla Svizzera volendola descriveret Cosa é mai di¬

ventata tra le mani di tanti ritrattisti piatti e infedeli! Èi. Tuttavia gli autori illuslrl non rlusciiairo a descrivere felicemente le escursioni del secolo scorso: non sapevano odaffare la loro penna classica o romantica al fascino delle Alpi e i loro effetti let¬

terari erano quasi tutti falliti. Erano i tempi quelli in cut scienziati ed esploratori audaci avevano aperto Il cammino delle Alpi e 1 primi furisft .si azzardavano In contrade ancora •selvagge, molfl da .sporltt;!, alcuni in portantina, altri a dorso di mulo. Radio Sotlens.

sotto il titolo di Viaggi in Isvlzzcra net secolo scorso, ha diffuso le pagine più onginoll rii Impre.s- sionl di questi primi esploratori delle. Alpi; da quelle mirabili di Topffer. piene di satira c di spirito, a quelle del conte Teobaldo Walsh che percorse la Srlz- zcra a piedi, ricche d< divertentissimi aneddoti spas¬

sosi ma rigidamente autentici.

IL CONCORSO FOTOGRAFICO OELL’E.I.A.R. - Fotografia del signor Mario Feltri, di Seda Littoria (Cirenaica);

titolo: <• Rurali libici in ascolto». Premio L. 100. Ricordiamo che il Concorso è permanente.

iTinonn da Eloccurda trasmesse piccole relazioni sul¬

l'attività degli alsaziani tornati al loro focolare, dopo Veiacuanone. Moiti hanno trovalo le loro caso di- .stniite-, ma il servizio del lavoro sta preparando per loro quartieri nuovi. Neanche t projrrammi musicali .som frascuraf) e vengono spesso diffusi concerti di piazza da StrasbuTao o esecuzioni di marce da parie di bande millfari. .Sono .sfate anche diffuse rcce.llenii esecuzioni di cori dot Duomo locale. Ogni domenica matUria, alle 10. viene tra.srne.s.so im programma inti¬

tolalo a Ore .wlcrini .sul basso Reno ■■ durante il quale le bclleasc locali vengono esaltate m prosa e in l'cr.sl.

Un primo concerto merlrflano è stato eseguito dalla banda deìl'Aviazioiie. Prfj.s\siriiamenfe .saranno effet¬

tuale dallo Studio delle trasmissioni regolari che ver- ranno diffuse anche dalle altre stazioni tedesche.

ri numero degli abbonati alia Radio tedesca era,

* al t" settembre IMO. di Ì4.58261S, Tale cifra * composta di 13.495.403 abbonati che pagana regolar, mente la tassa e 1.087.21G e.sonerati dal piigarnm-o

per varie ragioni.

I Jiia grande Caso editrice di Werlino ha inizia.u 'a pubblicazione dei miglion lavori leafruli ’ra- srne.ssi per Radio. In un ^•olu^nf. testé pubblicii') sono raccolti i fre recenti successi di Hans Rebberg;

Suez, Frichodn. Kiiphiadt Qualche tempo p'ima era¬

no già oppar.si Voci delletere di Richard Wallcr Uahneicald e Pk.'-.siouc ti.-desea 1933 di Richard F.u- nnger che ufleniiero presso i lettori un clanrir-m

succesifo.

M in'interessantc fra,smi.»,sione ha rrplisaafo Radi/

" Sotlens col titolo <■ Aspetti di Srliubert ^, In e.s.vi è sfafn pre.senfafo il grande musicisfn attrai<'rso : .suoi .s.irltfi e le .sue open’. £ cioè- il .sin/oin.-tfa con ’i Sinfonia In do maggiore; il musicista religioso nni il S.ilve. Regin-a; rappas.sioriafo dt baL'etlI coll'iinni'ji- tute Roiamuncl^; il musicista teatrale con le ,hri'’iii di Cl.iudlnr» von Vlllubzlla che Schubrrl scrisse, pc’

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